** Storia partecipante al contest "I'm [not] a romantic man" indetto da hachi92 e Hika_chan**
Does she love you that’s worth knowing? <3
Era una notte di dicembre. Il 27 dicembre. Il
paesaggio era completamente avvolto da una nebbia fitta e pesante, che
nascondeva l’orizzonte chiaro dietro le montagne. Neji camminava piano, su per
la strada ghiaiosa, mentre continuava ad accartocciare un lembo dell’ombrello
con le dita lunghe e affusolate. I ciottoli erano bagnati e scivolosi, e la
nebbia gli arrivava quasi alle ginocchia. Sospirò. Non gli piaceva scappare
dagli allenamenti, ma non aveva più voglia di stare lì ad aspettare di far
qualcosa. Fece un altro passo, perso nei suoi pensieri, e sentì un singhiozzo.
Si fermò e tese le orecchie.
Qualcuno piangeva poco lontano, i singhiozzi
erano smorzati e trattenuti. Voltò appena l’angolo e notò una figura seduta sul
marciapiede. I capelli lunghi e corvini le ricadevano sul volto, le mani sugli
occhi, mentre si lasciava andare, lì, sui ciottoli. Un vento gelido mosse il suo
vestito color viola pastello mentre la figura alzava gli occhi su di lui.
Il mondo si fermò, solo il suo paio di occhi grigi dentro i suoi, gonfi e pieni di lacrime, ma anch’essi del colore del cielo in inverno.
Nel suo ricordo Neji era insieme a suo padre,
Hizashi Hyuga, e assisteva ad uno degli allenamenti di Hinata. Si muoveva goffa,
mentre suo padre, il gemello di Hizashi, continuava ad aiutarla. Neji guardava
suo padre, che sembrava ribollire di rabbia. Hizashi sapeva che nonostante suo
figlio avesse molto più talento di quella bambinetta apparteneva alla casata
cadetta e quindi non sarebbe mai diventato il capo del clan. Il ricordo di Neji
si fece sempre più sbiadito, ricordava il dolore negli occhi del padre non
appena lo zio aveva attivato il sigillo maledetto. La prima volta che aveva
visto in azione il sigillo.
Ricordava anche l’ambasciatore del paese
del Fiume che aveva tentato di rapire Hinata, e come Hiashi lo uccise. A quel
punto il Villaggio delle nuvole aveva voluto il corpo di Hiashi ma per
proteggere i segreti del Byakugan avevano mandato suo padre al posto dello
zio.
Ricordava il volto del padre e tutto quello che aveva pensato:
avevano mandato Hizashi a morire.
E mentre pioveva su di lui ormai
rimasto solo, l’odio nel suo cuore cresceva. Hinata l’avrebbe pagata
cara.
La mente di Neji si allontanò da quel ricordo e vagò fino alle
eliminatorie della terza prova per diventare Chunin. Ricordava bene ogni colpo
che aveva inferto alla cugina, il dolore nel suo volto e le sue accuse. Lui era
sempre convinto che il futuro di una persona è già deciso alla sua nascita e che
non c'è modo di scappare o cambiare il proprio destino, e con il suo tono feroce
cercava di spaventarla, di farle capire come lui stava male. Ma non avrebbe mai
potuto capire lei, che aveva tutto. Vedeva nei suoi occhi il terrore e gioiva
anche se in cuor suo sentiva una strana fitta, qualcosa che si ribellava. Ma
nonostante questo si era lasciato invadere dall’odio profondo che provava per
lei, l’unica colpevole di tutto il dolore che aveva dovuto subire. E anche se
alla fine l’aveva sconfitta sentiva che il suo odio non era appagato, che il
dolore che aveva provato fino ad ora Hinata non bastava ancora. Sentiva Naruto,
quel sudicio ragazzo volpe, sostenerla ma continuava a colpire la cugina e a far
scorrere via il suo sangue, eppure sentiva che il suo si faceva debole. La
ridusse in fin di vita, e la sua risata si trasformò in un ghigno di dolore
quando capì cosa aveva realmente fatto.
Il ricordo cambiò. Lo zio
Hiashi gli consegnava la lettera del padre. Le lacrime amare sgorgavano copiose
mentre leggeva che in realtà era stato suo padre a proporsi di sua spontanea
volontà. Non l’avevano mandato a morire. E in un attimo l’odio vacillò, il suo
animo prima freddo e indagatore adesso cambiava e tutto il rancore si
trasformava in rispetto.
I ricordi diventarono sconnessi, fino ad una
serie di immagini che teneva solo per quando si trovava da solo in camera a
riflettere. Erano immagini di Hinata. Il suo sorriso, gli occhi cerulei, i
capelli prima corti e sbarazzini poi lunghi e setosi, il suo profumo di
lavanda…
Così ritornò a guardare lei, dall’altro lato dalla
strada con gli occhi gonfi di pianto che lo guardava. Era passato appena un
secondo. Camminò svelto e si fermò appena davanti a lei che lo guardava dal
basso. Le guance rosee erano completamente rigate e gli occhi arrossati. Rimase
lì, senza dire nulla. Hinata riusciva a toglierli il fiato anche quando non era
nella sua forma migliore. Perché dietro quegli occhi, quel sorriso finto che
adesso gli rivolgeva, lui riusciva a vedere la sua vera bellezza, la bellezza
della sua anima.
Neji aprì appena la bocca per parlare ma la richiuse.
Rimasero così a fissarsi, finché non incominciò a piovere. Neji guardò verso
l’alto e senza dire una parola aprì l’ombrello e si sedette accanto a lei, sui
ciottoli ancora umidi. La guardò silenziosamente e poi le tirò indietro una
ciocca di capelli.
Indugiò qualche secondo in più sulla sua spalla, quasi
friabile, e sui suoi capelli lisci. Fece un sospirò e allontanò la mano, e si
spostò poco più in là, la mano in grembo.
Hinata si voltò a guardarlo e gli
sorrise, di un sorriso che però non riuscì a contagiarle gli occhi.
Lui la
guardò serio e sospirò.
-Non fingere con me Hinata, cos’è
successo?-
Lasciò che le parole si perdessero dentro lo scroscio della
pioggia sopra di loro. Hinata sospirò e una piccola smorfia le storse la
bocca.
-è solo che… io… mio padre… e poi Naruto, con Sakura…-
Non completò
la frase e scoppiò a piangere. Neji rimase immobile anche se sentiva che ogni
singhiozzo gli procurava una ferita al cuore e più passava il tempo più quella
ferita diventava profonda. Il dolore di Hinata era anche il
suo dolore.
Intanto i minuti passavano dolorosi e lenti, la pioggia
non cessava di battere sul loro ombrello e Neji si era ormai inzuppato tutto, ma
non avrebbe mai ammesso che si stava scoprendo per tenere asciutta sua
cugina.
-Hinata, lo senti il rumore della pioggia?-
Hinata alzò lo sguardo
e smise di piangere per un attimo. Solo in quel momento si accorse che il cugino
non era più sotto l’ombrello.
-Ma cosa fai, stupido? Così ti bagni
tutto!-
Si strinse a lui, nonostante fosse completamente fradicio e appoggiò
la testa sulla sua spalla.
Neji rimase immobile, il cuore si fermò e in un
secondo pensò a mille cose. Di solito si sarebbe sicuramente allontanato, ma
ora? Lei stava male, aveva bisogno di lui. Forse non esattamente di lui, ma
aveva bisogno di qualcosa che la tenesse su, per non crollare un’altra volta.
Fece ripartire il suo cuore e con un grande respiro strinse a se la cugina
con il braccio che non usava per tenere l’ombrello. Importava davvero sapere se lei lo amava? In fondo il
dolore lo sentiva solo lui, e nessuno l’avrebbe mai saputo quindi…
-Va bene,
sì, ma ascoltami. Lo senti il rumore della pioggia?-
-Certo.-
E gli
sorrise da sopra la sua spalla. Gli mancò il respiro non appena vide i suoi
occhi così vicini. Erano i soliti occhi cerulei ma erano leggermente più scuri
mentre ai margini erano cerchiati di nero. Chissà da quanto piangeva…
-La
senti la ninna nanna che ci sta cantando?-
Si voltò verso di lei, il suo naso
finì sui suoi capelli profumati di lavanda e, senza farsi vedere, prese un bel
respiro. Era un profumo familiare, ogni volta che lo sentiva gli sembrava di
essere a casa.
-Neji, non sento nessuna ninna nanna.-
Neji si voltò suo
malgrado e tenne lo sguardo fisso al paesaggio, grigio e acquoso, mentre il
vento freddo lo faceva tremare leggermente.
-Non la senti? Ma come? Fa più o
meno così…-
E incominciò a cantare una ninna nanna che ricordava.
Probabilmente gliela cantava suo padre la notte per farlo addormentare. Hinata
chiuse gli occhi e sorrise dolcemente, lasciando trasportare dall’armonia dolce
e familiare. Sembrava che perfino la pioggia cantasse quella stessa melodia
mentre ogni lacrima era stata cancellata dal viso pallido della ragazzina che
stava stretta al petto del cugino. Lui intanto sentiva il fuoco dentro di se,
non importava quanto freddo ci fosse fuori e se il vento stava congelando i suoi
vestiti già bagnati. Si sentiva perfettamente in pace con se stesso, lì, in quel
momento, mentre sentiva il cuore di lei battere lentamente sotto il suo braccio
e il viso fragile di Hinata a pochi centimetri dal suo. Se solo avesse avuto il
coraggio di dire ciò che realmente prova per lei forse…
-Hinata…-
-Dimmi
Neji.-
-Ehm… io vedi… io… tu…-
-HINATA!-
Un ragazzo biondo con la
chioma e i vestiti completamente bagnati correva verso di loro. Naruto correva
tenendo una mano dentro la giacca e con l’altra teneva un ombrello che si era
rotto da un lato. Hinata si sedette sui ciottoli e si allontanò da Neji per
vedere meglio Naruto e sorrise, beata.
Naruto si avvicinò a lei. E quando la
vide sorrise con uno dei suoi bei sorrisi, grandi e luminosi.
-Oh, ci sei
anche tu, eh Neji? Hinata ma dov’eri finita? Hai rovinato del tutto la mia
sorpresa.-
E prese per mano la ragazza facendo attenzione a non far cadere il
pacchetto che adesso aveva messo dentro la tasca del giubbino e fece alzare
Hinata dal posto, stringendola forte a se mentre le guance di lei si colorava di
rosso.
Neji moriva. Il calore che prima sentiva nel cuore si trasformò in
veleno, e sentiva il dolore intorpidirgli le braccia e le gambe mentre rimaneva
nella stessa posizione di prima, nonostante Hinata si fosse allontanata da lui.
Guardò la scena e sentì gli occhi bruciare, la mascella fremere e tutto
ridivenne freddo e senza senso. Trovò la forza per alzarsi e rimase fermo ed
impassibile.
Hinata si voltò verso di lui, sorridente. Gli occhi adesso erano
totalmente grigi e anche il gonfiore sembrava quasi sparito. Non c’era più
nemmeno traccia del pianto di poco prima.
-Aspetta Naruto. Neji, cosa volevi
dirmi?-
Neji la guardò, privo di emozione, sentiva che il cuore era andato a
pezzi mentre una voce dentro di lui continuava a ripetergli: l’hai voluto tu.
Sei tu che l’hai avvicinata a te nonostante sapessi che lei amava un altro. Ora
ne pagherai le conseguenze.
Allontanò quel pensiero e scosse appena la
testa.
-Nulla, solo augurarti un buon compleanno.-
Cercò di sorridere ma
non riusciva più a sentire il suo viso, non sapeva nemmeno che espressione
avesse in quel momento.
Hinata sembrò accorgersene e indugiò un attimo di più
sul suo viso, preoccupata.
-Bhe Hinata ti direbbe grazie se non fosse così…
strana. Oh, Hinata? Svegliati! Vuoi aprire il mio regalo si o no?-
Naruto
reclamò l’attenzione di Hinata che si voltò un attimo verso di lui per
sorridergli. Non appena ritornò con lo sguardo dove prima era Neji vide che si
stava allontanando senza dir nulla, l’ombrello abbandonato sul marciapiede.
-Neji!-
Chiamò, ma lui non si voltò mentre camminava sotto la pioggia
scrosciante.
-Ma l’ombrello, Neji!-
Neji alzò una mano e la salutò senza
però voltarsi, senza farsi vedere in volto.-
Allora lo apri si o no?-
-Si,
d’accordo.-
Un po’ più in là, Neji lottava con se stesso,
contro la voglia di tornare indietro, contro la voglia di strangolare Naruto,
contro la voglia di baciare teneramente le labbra piene di Hinata…
Ma, se
fosse tornato indietro, come avrebbe potuto spiegarle le lacrime che lentamente
scendevano copiose e gli rigavano le guance?
Does she love you that’s worth knowing? <3
Giudizio di Hika_chan e Hachi92
7^Classificata
Does she love you that’s
worth knowing? Importa veramente sapere se lei ti ama?- Valimitik
Originalità: 7/10
Grammatica, lessico, sintassi: 8/10
Stile:
8/10
Descrizione e Narrazione: 8/10
Ic dei personaggi: 6/10
Giudizio
Personale: 3/5
40/55
Una buona fan fiction, tuttavia sfiora
e oltrepassa i limiti dell’OOC. Il gesto è originale certo, ma nella sua
originalità c’è un pizzico di surreale. Neji che intona una ninna nanna a
Hinata, parlando poi della pioggia mi pare altamente improbabile.
Hai
scelto di narrare dal punto di vista di Neji e questo poteva andar bene se solo
non avessi trasformato un personaggio come lui e l’avessi “ridimensionato” a tuo
piacimento Il gesto è tenero (anche quello dell’ombrello intendo) ma forse è un
po’ “troppo” per un tipo burbero come il giovane Hyuga.
La grammatica è
buona, ogni tanto eccedi un po’ coi puntini di sospensione ma hai una solida
base grammaticale. Il lessico è buono e vasto, la lettura è scorrevole e non
stanca. La descrizione e la narrazione sono buone. L’unica cosa che “svilisce”
la fan fiction è l’IC, magari potresti revisionarla in alcuni punti.
Giudizio Personale: una buona storia se non fosse per quel
nemico che è l’OOC. Comunque hai uno stile molto buono e il paring mi ha
incuriosita molto, difficilmente mi piace ma tu l'hai presentato bene, tutto
sommato.
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