Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: Layla    30/07/2009    4 recensioni
E se Bill per una maledizione fosse stato cancellato dal mondo ? E se trovasse una ragazza e una strega più o meno disposte ad
aiutarlo?
è RIPUBBLICATA PERCHè L'HO CANCELLATA PER ERRORE.
[“Sono il frontman e cantante dei Tokio Hotel.”
Lei sgranò gli occhi, confusa e anche un po’preoccupata, a quando ne sapeva lei i Tokio Hotel erano tre e il chitarrista era anche il cantante e comunque aveva i dread, non i capelli come un porcospino.
“Sei sicuro di non avere battutola testa?”
“Eh?”
Sguardo risentito. 
“Ascolta…Non offenderti, davvero… Hai battuto la testa contro il cassonetto? Succede sai?”
-Si,ai dementi e agli ubriachi Salias-Disse una voce dentro di lei-Lo hai offeso!-
“NEIN!”
Lei cominciò a sudare freddo, aveva trovato un pazzo furioso....
Arretrò.
“Senti,io non so come dirtelo…I Tokio Hotel non hanno un frontman vero e proprio, il chitarrista è anche cantante.”]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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20)IL SECONDO MATRIMONIO è QUELLO GIUSTO...FORSE

 

Ed erano passati cinque anni da allora.

Incredibilmente erano passati cinque anni, non si poteva dire che fossero stati facili, se lo disse quella mattina del sette novembre, mentre guardava Bill dormire accanto a lei, di nuovo in terra sarda.

Non era stato facile a partire da quando aveva dovuto spiegare la presenza di Bill ai parenti per la seconda volta, dopo che lui era venuto a trovarla.

Suo padre aveva rischiato l’infarto quando  se l’era trovato davanti aprendo la porta di casa, aveva spalancato gli occhi ed era rimasto paralizzato per cinque minuti buoni.

Bill aveva guardato Aisha, lei aveva ricambiato l’occhiata, poi aveva iniziato il suo countdown mentale, era certa che l’egregio si sarebbe messo a urlare.

Così fece.

Poi accorse sua madre, brandendo uno straccio, spaventata, credendo che fosse in corso un’invasione o qualcosa del genere.

Quella cena fu un devasto, a cui fu chiamato a testimone anche suo nonno Gavino, il quale non disse nulla, si limitò a fissare sornione il ragazzo.

Aisha si era chiesta per tutto il tempo se lui non avesse saputo qualcosa su chi fosse Bill, fino a che mentre accompagnava il suo ragazzo fuori da casa sua, il nonno le mormorò all’orecchio:”Hai visto che l’ha fatto tornare?”

Chi l’aveva fatto tornare? Chi le aveva ridato i suoi ricordi?

Aisha?”

Perplessa raggiunse Bill che le avvolse un braccio alla vita per riuscire ad arrivare in albergo sulle sue gambe.

“Cosa ti ha detto tuo nonno?”

“Nulla di importante!”

Non gli disse mai cosa gli avesse sussurrato suo nonno, aveva il sospetto che Bill non ne potesse più di eventi soprannaturali, la cara vecchia e noiosa vita dei comuni mortali era tutto ciò desiderasse probabilmente.

Erano arrivati davanti al hotel dopo molto tempo,  si erano fermati diverse volte lungo la via , un po’ perché lei era stanca di trascinarlo in giro, un po’ perché lui si fermava spesso ad ammirare il paesaggio.

“è bellissimo qui!”

“Ma tu non stavi male?”

Aisha…sei poco romantica…

“E tu sei pesante, dai muoviti!”

Lui scoppiò a ridere e la baciò.

“Guarda che questo non basta a ricompensarmi!”

Lui scoppiò a ridere, lei arrossì.

“Non pensare strane cose!”mugugnò rendendosi conto del doppio senso implicito.

“A me piacciono queste strane cose! E anche a te!”

Questo bastò a farla arrossire e tacere per tutto il resto del percorso, Bill ridacchiò divertito fino a che non videro l’albergo poi si staccò da lei e la guardò.

“Cosa c’è?”

Aisha ma  sei felice di riavermi qui?”

“E lo chiedi?

Si, sono felice anche se mi imbarazzi con uscite degne di tuo fratello e non so come spiegarti ai parenti.

Sono così felice che mi chiedo se me lo merito e tu non ti stancherai di me prima o poi.”

Lui fece una smorfia strana.

Aisha io non posso prevedere il futuro.

Adesso sono felice, non so se lo sarò anche tra un anno o due!

Una cosa la so però: possiamo provare a costruirlo noi il futuro .

Sei d’accordo?”

“Si.”Mormorò lei commossa.

Lui sorrise e l’abbracciò.

“Non piangere che quella medusa del mio gemello ci spia…

Scoppiò a ridere e si accorse  che c’era Tom che li osservava divertito.

“Che carini i piccioncini.

Ciao Aisha!”

Fu sollevata di peso in un abbraccio, poi mollata a terra, mentre lui rideva.

“Oddio, con quei capelli se più maschile di mio fratello…

“Ringrazia quell’infame di Sid che io non sono Sara o  a quest’ora non saresti più il playboy della band…A proposito di Sara, sai che domani arriva?”

Lui sbiancò ed inizio un lungo discorso in tedesco stretto di cui non capì mezza parola, Bill ne approfittò per trascinarla via.

Arrivarono in camera sua con lui che aveva ripreso a ridacchiare convulsamente  .

“Che c’è da ridere?

Mi rivedi e ti viene la ridarella?”

“Non sai quanto mi sia mancato questo clima di assurdità dilagante, Piccola.”

“Piccola?! È poco carino il fatto che tu mi faccia pesare di essere una pertica. Sei tu che sei fuori misura!”

Salias, sei assolutamente e adorabilmente fuori di testa.

Come si fa a stancarsi di te?

In ogni caso ne vedremo delle belle Salias e prima o poi avrai Sara come cognata…

“Meraviglioso, le mie due migliori amiche come cognate.”

Fece per dirigersi verso il bagno, ma un’alta figura la precedette e quasi la travolse

“Il bagno è mio!”

“Grazie tante! Ne uscirai domani mattina!”

Lo sentii ridere da dietro la porta, lei sbuffò.

Girovagò inquieta per la stanza finché non venne il suo turno, poi si infilò in bagno senza nemmeno parlargli.

Mentre era sotto la doccia pensò a mille modi per vendicarsi, ma tutti i propositi caddero quando uscì e vide che si era addormentato sfinito o più probabilmente perché  il suo stomaco aveva richiesto tutta l’energia a disposizione per digerire la cena.

Sorrise, sembrava un bambino, come avrebbe fatto a punirlo?

Non ci sarebbe riuscita, così si accoccolò accanto a lui, che nel sonno la attirò a sé, lei lo abbracciò a sua volta.

Oggi come allora a lui non si poteva negare nulla,notò divertita mentre lui grugniva nel sonno.

Quel pomeriggio Eli si sarebbe sposata, quindi era giusto celebrare l’evento continuando ad andare indietro nei ricordi, come aveva appena fatto.

 

Ricordi…

In cinque anni ne aveva di ricordi da sfogliare, Bill se lo disse mentre aspettava che Aisha uscisse da una delle sue docce eterne in cui, parole sue, si scongelava e tornava a essere un normale essere umano.

Normale ed Aisha, purtroppo non andavano d’accordo come parole, ormai ne era certo.

A venticinque anni quella ragazza continuava ad avere quell’aria della persona perplessa che è vagamente di passaggio su questa terra, a essere distratta come poche, complicata ed insicura.

Un mix devastante certe volte, ma che le aveva permesso di riuscire a scrivere dei racconti che a parere suo erano splendidi.

Non lo diceva perché era la sua ragazza, lo diceva perché dopo esserseli fatti tradurre da Sara, dopo infinite suppliche suoi e sbuffi della dark, li aveva letti.

Comici, folli, profondi e tristi.

Solo lei avrebbe potuto scriverli così e se ne era accorto anche qualche editore che li aveva pubblicati, la viola non era famosa, ma quel che ne ricavava le permetteva di poter vivere senza lavorare in senso tradizionale.

Doveva ringraziare quelli se lei poteva seguirlo in tour ogni tanto, arricchendo di episodi assurdi e commenti stralunati quel che succedeva.

Si ricordava perfettamente della prima volta che gli aveva annunciato che un suo lavoro sarebbe stato pubblicato, difficilmente avrebbe potuto scordarsela perché grazie a lei aveva sudato le proverbiali sette camice.

Era stato durante una telefonata mentre lui era in tour e lei in Italia, la conversazione si era svolta all’incirca così.

“Bill  dovrei dirti una cosa…

“Che hai fatto danno vivente?”

“Non prendermi in giro che basta Sefarei per quello!”

Pausa di silenzio.

“è meglio che te lo dica a voce.”

Questa volta la pausa di silenzio era toccata a lui.

Aisha…Cosa devi dirmi?”

“No. Niente!”

Aveva deglutito.

“Non sarai incinta?”

A quella parola aveva sentito un crampo allo stomaco.

“E se lo fossi tu che faresti?”

La voce della sua ragazza era diventata improvvisamente seria, lui era rimasto in silenzio per un po’.

“Credo che sarebbe uno shock, che sverrei e dovresti sorbirti le prediche di Sefarei e mio fratello e che, quando mi risveglierò, ti dirò che sarà tutto un casino e non saprei che santo chiamare.

Poi…

Poi ti direi che sarei felice e che il casino lo affronteremo noi due.

Insieme.

e ti direi un improbabile nome per il mio futuro figlio.”

Fu il turno di Salias rimanere in silenzio.

“Grazie.”

Una sola parola mormorata con voce rotta.

“Sarò padre?”

NO…Non sono incinta…solo pubblicheranno i miei racconti…

Però…mi hai detto una cosa bellissima.”

Poteva giurare che stesse sorridendo dall’altra parte della cornetta, come stava facendo lui.

Quella era Aisha.

“Ma sei ancora in mutande???”

Questo era suo fratello, che già vestito di tutto punto con  uno smoking che contrastava con i rasta neri, aveva fatto irruzione nella sua camera.

“eh si…LA MIA DOLCE METà SI è SCIOLTA NELLA DOCCIA!!”

“Sto per finire Bill!!”

“Allora vuol dire che ci starà un altro quarto d’ora…”

“Come fai tu quando sei in bagno!”

“Tom, come cazzo ha fatto a sentirmi da sotto la doccia?”

Il fratello alzò le spalle, come a dire che erano misteri di Aisha.

“Ancora in mutande, Rastaro bis?”

“Ciao Sara… chiamiamo anche il portiere e gli altri ospiti così tutti avranno visto Bill Kaulitz in mutande.”

“Sei troppo suscettibile caro mio. Ti faccio una camomilla?”

“No, grazie, se mi ammazzi il tuo ragazzo nonché mio fratello potrebbe non perdonarti.”

“Non è il mio ragazzo!”

“Si, Sefarei e io sono Marylin Manson!”

Ricevette un calcio nelle caviglie, che lo fece saltellare, Sara indossava un paio di scarpe a punta, quella ragazza come al solito indossava qualcosa che era possibile utilizzare come arma di offesa.

“Non nominare Marylin invano…o te la vedrai con me!”

Abbastanza terrificante come minaccia, considerate le scarpe che indossava.

Finalmente la viola uscì dal bagno e lui ci si infilò, lieto di liberarsi dalla presenza di quei due scocciatori.

Sara era palesemente cotta di Tom, aveva criticato acidamente tutte le sue ragazze di turno e ci battibeccava in continuo, anche in italiano ormai.

Aisha era convinta che mancasse solo il sardo come terza opzione linguistica per i loro litigi e lui non poteva che darle ragione.

Erano come cane e gatto, ma erano complementari.

Fatti uno per l’altra.

Se ne era convinto dopo un certo episodio a cui aveva assistito per caso durante una delle loro trasferte italiane.

Tom ad agosto era riuscito a beccarsi un febbrone da cavallo Dio solo sapeva come e aveva passato metà di quella vacanza a delirare su strani esseri che producevano la maionese, in cui vedeva lo zampino della produttrice sana di allucinazioni che era Salias.

Una sera era uscito con Aisha affidando suo fratello a Sara, preoccupandosi tutto il tempo fino a tornare a casa prima del previsto in preda all’ansia credendo di trovare Tom usato come materiale per uno dei rito di Sefarei.

Quello che aveva visto l’aveva sconvolto.

Sara stava coccolando il suo incosciente fratello con una dolcezza che stonava con le borchie, le catene  e la sua abituale cattiveria.

Tom dal canto suo non riusciva a fare a meno della compagnia della dark, per lei aveva perfino deciso di imparare una lingua complicata come l’italiano  pur di capirla.

L’aveva visto sillabare arrabbiato come una iena a cui hanno rubato una carcassa da sotto il naso, su quel corso di italiano con un tale accanimento da lasciarlo perplesso.

Quella non era volontà di ripicca, era tutto fuorché quello.

Quando si sarebbero decisi quei due?

 

Cinque anni dopo erano di nuovo tutti al paese a  celebrare il matrimonio di Davide,  questa volta con Elisa, che camminava trenta centimetri sopra il terreno ancora prima di arrivare all’altare.

Aisha non aveva mai visto la sua amica così dannatamente su di giri, nemmeno quando aveva scoperto di essere incinta qualche mese prima.

Le aveva telefonato  urlando frase in una voce talmente acuta che i suoi timpani avevano sanguinato.

Eliiii!!! Cosa succedeeee???”

Io….io….”

“Tu?”

“SONO INCIIIINTAAAA!”

Eli era incinta, quella che odiava i bambini, quella che detestava tutti gli esseri umani al di sotto dei cinque anni.

Lei.

Incinta e felice di esserlo.

“EEEEHHHH???!”

“Sei zia, bella!”

Rischiò di svenire.

Elisa allora era stata felice, ora era esaltata, l’aveva trascinata in giro per negozi per trovare l’abito adatto, non un tradizionale abito bianco, ma di uno squillante rosso cardinale.

Sarebbe stato un matrimonio indimenticabile, anche solo per il fatto che l’egregio Michele aveva dovuto sfoderare tutte le sue doti diplomatiche per convincere il prete del paese a celebrarlo.

L’uomo trovava immorali la convivenza e la gravidanza di Elisa e forse, inconsciamente, temeva che un altro matrimonio dei Salias si sarebbe concluso con una scena degna delle comiche, dato i personaggi che vi avrebbero partecipato.

Quella cena era stata interminabile, Don Santo aveva fatto passare lo sguardo per tutto il tempo da lei che sfoggiava i capelli di nuovo orgogliosamente viola, a Bill (chiedendosi se fosse maschio o femmina visto che avendo finito il make up nero era passato a quello blu scuro), e da Dave a Eli fermandosi a scrutare il pancione di lei come se non ne avesse mai visto uno .

Quando erano arrivati Sara, vestita di nero e Tom vestito come un teppista si era segnato ed aveva acconsentito al matrimonio senza porre ulteriori obbiezioni e andandosene in tutta fretta.

“Don Santo, non vuole la torta?”

“No signora Martina. Domani ho…una messa prestooo!”

Avevano spalancato tutti gli occhi, mentre l’uomo infilava svelto la porta.

“Una messa…presto?”

“Così pare ‘Tina…

“Secondo me ha preso paura vedendo quei due…

“Ehi!!”

Questo era Tom.

Bhe, tu sembri un teppista pronto a incendiargli la chiesa se non celebrerà il matrimonio e Sara una pronta a fargli una fattura!”

“Ma siamo innocui!”

“Tu Forse, ma Sara no!”

“Grazie Salias!”

“Prego Sefarei!”

La dark si sedette a tavola insieme al rasta e iniziò a guardarsi intorno.

“Che cerchi?”

“Si era parlato di una torta…Dov’è?”

“SAAARAAA!”

“HO FAME; CAZZO!”

“E fai bene! Ecco la mia torta Martina !

Qualcun altro la vuole?”Chiese la terribile Martina.

La torta di sua madre era composta da uno strato di pan di spagna come base, su cui la donna colava una spessa farcitura di cioccolato fondente che poi tendeva a tornare allo stato originale e a cui poi aggiungeva un abbondante dose di panna montata e fragole come farcitura finale.

Si levò un “NOOOO!” collettivo, sarebbe stato più facile digerire due kebab che quella torta, solo gli stomaci di Sara e Tom erano in grado di farlo.

Quello era anche uno dei motivi per cui Bill li vedeva come futura coppia….

Forse Don Santo non aveva avuto tutti i torti.
Forse erano solo una congrega di pazzi destinata ad allargarsi sempre più fino a conquistare il mondo.

 

Sara guardava fuori dalla finestra, il sole stava calando lentamente inondato il paesino di una luce rossastra, che, ne era certa, Eli avrebbe adorato.

Era di nuovo in Sardegna insieme ad Aisha e ai due gemelli dell’apocalisse per celebrare un altro matrimonio di Davide Salias e sperava ardentemente che questa volta la cerimonia sarebbe andata in porto.

Era vagamente preoccupata, ma forse visto che questa volta la sposa era quella giusta ed era incinta tutto si sarebbe risolto per il meglio.

“Cazzo!”

Si voltò, Tom era alle prese con la cravatta e sembrava in difficoltà, così si avvicinò al ragazzo.

“Ti do una mano io…

Altrimenti rischiamo di arrivare più in ritardo della sposa…

Iniziò ad annodare il pezzo di stoffa con l’abilità della donna sposata ormai assuefatta ad aiutare il marito in quel frangente.

“Ecco fatto…

Se non fossi così saresti da…

Lasciò in sospeso la frase, aveva alzato gli occhi per ammirare il suo capolavoro di arte sartoriale e le parole le erano morte in gola.

Lui la stava guardando e lei, come una stupida ragazzina alla prima cotta, ci si era persa dentro quegli occhi scuri.

O mio Dio.

L’atmosfera si era fatta come sospesa, aveva una voglia pazzesca di baciare il pessimo soggetto che aveva davanti ed era sicura che anche per lui fosse lo stesso.

Senza rendersene conto si avvicinò a lui e lui fece lo stesso.

Era il loro momento magico…

Che fu interrotto da Bill.

“Cazzo, ma siete morti o cosa?

Datevi una mossa che siete….ooops!”

Se ne andò facendosi piccolo piccolo, per quanto lo permettesse il suo metro e ottantacinque.

“Fratello cretino…

Mugugnò Tom, Sara lo guardò perplessa.

Che significava?

 

Aisha era in chiesa davanti all’altare, un completo color panna e i capelli viola, dalla parte dei testimoni della sposa accanto a Sara e guardava suo fratello.

Davide era innamorato perso, ansiosamente in attesa di veder  l’ex bambola rotta, ora la sua bambola,  attraversare la navata.

Lisa era vicino all’egregio Michele, che incredibilmente stava parlando con quello che si era rassegnato a chiamare il suo fidanzato, la ragazza ora sorrideva, le fece un’incoraggiante ok, come a dire che la corvina sarebbe arrivata presto.

Elisa apparve poco dopo, scatenando il pianto delle donne presenti, persino della terribile Martina e soprattutto di sua madre che disperava di vedere la figlia accasarsi.

Anche lei guardò la sua amica, era fuori di se dalla felicità e un po’ la invidiò, qualcuno avrebbe mai portato all’altare lei?

Guardò Bill per un attimo e si disse che in fondo non le importava , aveva già più di quanto avesse mai desiderato e andava bene così.

Vide suo nonno sorriderle, sorrise a sua volta, dopo anni aveva capito chi doveva ringraziare per quello che stava vivendo.

Non sapeva come ma era Gavino l’autore di quel miracolo insieme alla sua defunta moglie.

Uno dei tanti misteri di famiglia che lei era lieta di non sapere fino in fondo.

La bambina che non credeva alle favole stava vivendo la sua grazie a loro.

Tornò a rivolgere le sua attenzione all’altare.

Fu una cerimonia semplice, toccante e soprattutto breve, lei non vedeva l’ora di tornare dal suo ragazzo e di togliersi le scarpe, non necessariamente in quest’ordine.

“Sono veramente carini.”

Sussurrò lui quando lei lo raggiunse fuori dalla chiesa, dove lui si era messo al riparo dal lancio del riso (non sia mai che un vile chicco di riso rovinasse la sua acconciatura).

“Si, ora il mio fratellino è felice!”

“ Il mio smetterà mai di litigare con Sara e capirà che è cotto di lei?”

Si guardarono per un attimo prima di esclamare in coro:”Naaa!”

A smentirli fu la visione dei due interessati che si baciavano.

“Abbiamo sbagliato…

Bhe, pazienza…D’altronde tu sei un ex maledetto e io una strega fallita, era impossibile azzeccarla!”

Scoppiarono a ridere ancora insieme, nonostante fossero passati cinque anni.

Certe cose tra loro non sarebbero mai cambiate tra di loro, per fortuna.

 

ANGOLO DI LAYLA

 

Siamo arrivati all’ultimo capitolo, spero vi piaccia.

Mi mancherà questa storia ( il seguito è in forse XD).

Non so cosa dire….Io mi sono  anche divertita a scriverla, spero di aver fatto ridere almeno un po’.

Ok basta, io e gli addii/ arrivederci non andiamo d’accordo.

Dico “alla prossima” e basta.

Ciao^^.

Ringrazio:

-Pulse_

 

Fragolottina:

 

_PkSl_:

 

per le recensioni.

 

Ringrazio per aver messo questa storia nei preferiti:

 

BlueSoul 95
 degah
 Fee
17
 Fragolottina
macoth
93

Ramona 37

schwarznana

vivi hotel
 yumi_chan

_pksl_

 

Ringrazio per aver messo questa storia tra la seguite:

 

Bella La vampira

 

Fragolottina

 

_Pulse_

 

 

Ringrazio la mia socia Jaheira per il supporto morale e per le lezioni di sardo.

Grazie^^-

   
 
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