20)IL SECONDO MATRIMONIO è QUELLO GIUSTO...FORSE
Ed erano passati
cinque anni da allora.
Incredibilmente
erano passati cinque anni, non si poteva dire che fossero stati facili, se lo
disse quella mattina del sette novembre, mentre guardava Bill dormire accanto a
lei, di nuovo in terra sarda.
Non era stato
facile a partire da quando aveva dovuto spiegare la presenza di Bill ai parenti
per la seconda volta, dopo che lui era venuto a trovarla.
Suo padre aveva
rischiato l’infarto quando se l’era
trovato davanti aprendo la porta di casa, aveva spalancato gli occhi ed era
rimasto paralizzato per cinque minuti buoni.
Bill aveva
guardato Aisha, lei aveva ricambiato l’occhiata, poi
aveva iniziato il suo countdown mentale, era certa che l’egregio si sarebbe
messo a urlare.
Così fece.
Poi accorse sua
madre, brandendo uno straccio, spaventata, credendo che fosse in corso
un’invasione o qualcosa del genere.
Quella cena fu un
devasto, a cui fu chiamato a testimone anche suo nonno Gavino, il quale non
disse nulla, si limitò a fissare sornione il ragazzo.
Aisha si era chiesta per tutto il tempo se lui
non avesse saputo qualcosa su chi fosse Bill, fino a che mentre accompagnava il
suo ragazzo fuori da casa sua, il nonno le mormorò all’orecchio:”Hai visto che
l’ha fatto tornare?”
Chi l’aveva fatto
tornare? Chi le aveva ridato i suoi ricordi?
“Aisha?”
Perplessa
raggiunse Bill che le avvolse un braccio alla vita per riuscire ad arrivare in
albergo sulle sue gambe.
“Cosa ti ha detto
tuo nonno?”
“Nulla di
importante!”
Non gli disse mai cosa
gli avesse sussurrato suo nonno, aveva il sospetto che Bill non ne potesse più
di eventi soprannaturali, la cara vecchia e noiosa vita dei comuni mortali era
tutto ciò desiderasse probabilmente.
Erano arrivati
davanti al hotel dopo molto tempo, si
erano fermati diverse volte lungo la via , un po’ perché lei era stanca di
trascinarlo in giro, un po’ perché lui si fermava spesso ad ammirare il
paesaggio.
“è bellissimo
qui!”
“Ma tu non stavi
male?”
“Aisha…sei poco romantica…”
“E tu sei pesante,
dai muoviti!”
Lui scoppiò a
ridere e la baciò.
“Guarda che questo
non basta a ricompensarmi!”
Lui scoppiò a
ridere, lei arrossì.
“Non pensare
strane cose!”mugugnò rendendosi conto del doppio senso implicito.
“A me piacciono
queste strane cose! E anche a te!”
Questo bastò a
farla arrossire e tacere per tutto il resto del percorso, Bill ridacchiò
divertito fino a che non videro l’albergo poi si staccò da lei e la guardò.
“Cosa c’è?”
“Aisha ma sei felice
di riavermi qui?”
“E lo chiedi?
Si, sono felice
anche se mi imbarazzi con uscite degne di tuo fratello e non so come spiegarti
ai parenti.
Sono così felice
che mi chiedo se me lo merito e tu non ti stancherai di me prima o poi.”
Lui fece una
smorfia strana.
“Aisha io non posso prevedere il futuro.
Adesso sono
felice, non so se lo sarò anche tra un anno o due!
Una cosa la so
però: possiamo provare a costruirlo noi il futuro .
Sei d’accordo?”
“Si.”Mormorò lei
commossa.
Lui sorrise e
l’abbracciò.
“Non piangere che
quella medusa del mio gemello ci spia…”
Scoppiò a ridere e
si accorse che c’era Tom che li
osservava divertito.
“Che carini i
piccioncini.
Ciao Aisha!”
Fu sollevata di
peso in un abbraccio, poi mollata a terra, mentre lui rideva.
“Oddio, con quei
capelli se più maschile di mio fratello…”
“Ringrazia
quell’infame di Sid che io non sono Sara o a quest’ora non saresti più il playboy della band…A proposito di Sara, sai che domani arriva?”
Lui sbiancò ed
inizio un lungo discorso in tedesco stretto di cui non capì mezza parola, Bill
ne approfittò per trascinarla via.
Arrivarono in
camera sua con lui che aveva ripreso a ridacchiare convulsamente .
“Che c’è da
ridere?
Mi rivedi e ti
viene la ridarella?”
“Non sai quanto mi
sia mancato questo clima di assurdità dilagante, Piccola.”
“Piccola?! È poco
carino il fatto che tu mi faccia pesare di essere una pertica. Sei tu che sei
fuori misura!”
“Salias, sei assolutamente e adorabilmente fuori di testa.
Come si fa a
stancarsi di te?
In ogni caso ne
vedremo delle belle Salias e prima o poi avrai Sara
come cognata…”
“Meraviglioso, le
mie due migliori amiche come cognate.”
Fece per dirigersi
verso il bagno, ma un’alta figura la precedette e quasi la travolse
“Il bagno è mio!”
“Grazie tante! Ne
uscirai domani mattina!”
Lo sentii ridere
da dietro la porta, lei sbuffò.
Girovagò inquieta
per la stanza finché non venne il suo turno, poi si infilò in bagno senza
nemmeno parlargli.
Mentre era sotto
la doccia pensò a mille modi per vendicarsi, ma tutti i propositi caddero
quando uscì e vide che si era addormentato sfinito o più probabilmente
perché il suo stomaco aveva richiesto
tutta l’energia a disposizione per digerire la cena.
Sorrise, sembrava
un bambino, come avrebbe fatto a punirlo?
Non ci sarebbe
riuscita, così si accoccolò accanto a lui, che nel sonno la attirò a sé, lei lo
abbracciò a sua volta.
Oggi come allora a
lui non si poteva negare nulla,notò divertita mentre lui grugniva nel sonno.
Quel pomeriggio Eli si sarebbe sposata, quindi era giusto celebrare
l’evento continuando ad andare indietro nei ricordi, come aveva appena fatto.
Ricordi…
In cinque anni ne
aveva di ricordi da sfogliare, Bill se lo disse mentre aspettava che Aisha uscisse da una delle sue docce eterne in cui, parole
sue, si scongelava e tornava a essere un normale essere umano.
Normale ed Aisha, purtroppo non andavano d’accordo come parole, ormai
ne era certo.
A venticinque anni
quella ragazza continuava ad avere quell’aria della persona perplessa che è
vagamente di passaggio su questa terra, a essere distratta come poche,
complicata ed insicura.
Un mix devastante
certe volte, ma che le aveva permesso di riuscire a scrivere dei racconti che a
parere suo erano splendidi.
Non lo diceva perché
era la sua ragazza, lo diceva perché dopo esserseli fatti tradurre da Sara,
dopo infinite suppliche suoi e sbuffi della dark, li aveva letti.
Comici, folli,
profondi e tristi.
Solo lei avrebbe
potuto scriverli così e se ne era accorto anche qualche editore che li aveva
pubblicati, la viola non era famosa, ma quel che ne ricavava le permetteva di
poter vivere senza lavorare in senso tradizionale.
Doveva ringraziare
quelli se lei poteva seguirlo in tour ogni tanto, arricchendo di episodi
assurdi e commenti stralunati quel che succedeva.
Si ricordava
perfettamente della prima volta che gli aveva annunciato che un suo lavoro
sarebbe stato pubblicato, difficilmente avrebbe potuto scordarsela perché
grazie a lei aveva sudato le proverbiali sette camice.
Era stato durante
una telefonata mentre lui era in tour e lei in Italia, la conversazione si era
svolta all’incirca così.
“Bill dovrei dirti una cosa…”
“Che hai fatto
danno vivente?”
“Non prendermi in
giro che basta Sefarei per quello!”
Pausa di silenzio.
“è meglio che te
lo dica a voce.”
Questa volta la
pausa di silenzio era toccata a lui.
“Aisha…Cosa devi dirmi?”
“No. Niente!”
Aveva deglutito.
“Non sarai
incinta?”
A quella parola
aveva sentito un crampo allo stomaco.
“E se lo fossi tu
che faresti?”
La voce della sua
ragazza era diventata improvvisamente seria, lui era rimasto in silenzio per un
po’.
“Credo che sarebbe
uno shock, che sverrei e dovresti sorbirti le prediche di Sefarei
e mio fratello e che, quando mi risveglierò, ti dirò che sarà tutto un casino e
non saprei che santo chiamare.
Poi…
Poi ti direi che
sarei felice e che il casino lo affronteremo noi due.
Insieme.
e ti direi un
improbabile nome per il mio futuro figlio.”
Fu
il turno di Salias rimanere in silenzio.
“Grazie.”
Una
sola parola mormorata con voce rotta.
“Sarò
padre?”
“NO…Non sono incinta…solo
pubblicheranno i miei racconti…
Però…mi hai detto una cosa bellissima.”
Poteva
giurare che stesse sorridendo dall’altra parte della cornetta, come stava
facendo lui.
Quella
era Aisha.
“Ma sei ancora in
mutande???”
Questo era suo
fratello, che già vestito di tutto punto con uno smoking che contrastava con i rasta neri,
aveva fatto irruzione nella sua camera.
“eh si…LA MIA DOLCE METà SI è SCIOLTA
NELLA DOCCIA!!”
“Sto per finire
Bill!!”
“Allora vuol dire
che ci starà un altro quarto d’ora…”
“Come fai tu
quando sei in bagno!”
“Tom, come cazzo
ha fatto a sentirmi da sotto la doccia?”
Il fratello alzò
le spalle, come a dire che erano misteri di Aisha.
“Ancora in
mutande, Rastaro bis?”
“Ciao Sara… chiamiamo anche il portiere e gli altri ospiti così
tutti avranno visto Bill Kaulitz in mutande.”
“Sei troppo
suscettibile caro mio. Ti faccio una camomilla?”
“No, grazie, se mi
ammazzi il tuo ragazzo nonché mio fratello potrebbe non perdonarti.”
“Non è il mio
ragazzo!”
“Si, Sefarei e io sono Marylin Manson!”
Ricevette un
calcio nelle caviglie, che lo fece saltellare, Sara indossava un paio di scarpe
a punta, quella ragazza come al solito indossava qualcosa che era possibile
utilizzare come arma di offesa.
“Non nominare
Marylin invano…o te la vedrai con me!”
Abbastanza terrificante
come minaccia, considerate le scarpe che indossava.
Finalmente la
viola uscì dal bagno e lui ci si infilò, lieto di liberarsi dalla presenza di
quei due scocciatori.
Sara era palesemente
cotta di Tom, aveva criticato acidamente tutte le sue ragazze di turno e ci
battibeccava in continuo, anche in italiano ormai.
Aisha era convinta che mancasse solo il sardo
come terza opzione linguistica per i loro litigi e lui non poteva che darle
ragione.
Erano come cane e
gatto, ma erano complementari.
Fatti uno per
l’altra.
Se ne era convinto
dopo un certo episodio a cui aveva assistito per caso durante una delle loro
trasferte italiane.
Tom ad agosto era
riuscito a beccarsi un febbrone da cavallo Dio solo sapeva come e aveva passato
metà di quella vacanza a delirare su strani esseri che producevano la maionese,
in cui vedeva lo zampino della produttrice sana di allucinazioni che era Salias.
Una sera era
uscito con Aisha affidando suo fratello a Sara,
preoccupandosi tutto il tempo fino a tornare a casa prima del previsto in preda
all’ansia credendo di trovare Tom usato come materiale per uno dei rito di Sefarei.
Quello che aveva
visto l’aveva sconvolto.
Sara stava
coccolando il suo incosciente fratello con una dolcezza che stonava con le
borchie, le catene e la sua abituale
cattiveria.
Tom dal canto suo
non riusciva a fare a meno della compagnia della dark, per lei aveva perfino
deciso di imparare una lingua complicata come l’italiano pur di capirla.
L’aveva visto
sillabare arrabbiato come una iena a cui hanno rubato una carcassa da sotto il
naso, su quel corso di italiano con un tale accanimento da lasciarlo perplesso.
Quella non era
volontà di ripicca, era tutto fuorché quello.
Quando si sarebbero
decisi quei due?
Cinque anni dopo
erano di nuovo tutti al paese a
celebrare il matrimonio di Davide,
questa volta con Elisa, che camminava trenta centimetri sopra il terreno
ancora prima di arrivare all’altare.
Aisha non aveva mai visto la sua amica così
dannatamente su di giri, nemmeno quando aveva scoperto di essere incinta
qualche mese prima.
Le aveva
telefonato urlando frase in una voce
talmente acuta che i suoi timpani avevano sanguinato.
“Eliiii!!! Cosa succedeeee???”
“Io….io….”
“Tu?”
“SONO INCIIIINTAAAA!”
Eli era incinta, quella che odiava i bambini,
quella che detestava tutti gli esseri umani al di sotto dei cinque anni.
Lei.
Incinta e felice
di esserlo.
“EEEEHHHH???!”
“Sei zia, bella!”
Rischiò di
svenire.
Elisa allora era
stata felice, ora era esaltata, l’aveva trascinata in giro per negozi per
trovare l’abito adatto, non un tradizionale abito bianco, ma di uno squillante
rosso cardinale.
Sarebbe stato un
matrimonio indimenticabile, anche solo per il fatto che l’egregio Michele aveva
dovuto sfoderare tutte le sue doti diplomatiche per convincere il prete del
paese a celebrarlo.
L’uomo trovava
immorali la convivenza e la gravidanza di Elisa e forse, inconsciamente, temeva
che un altro matrimonio dei Salias si sarebbe concluso
con una scena degna delle comiche, dato i personaggi che vi avrebbero
partecipato.
Quella cena era
stata interminabile, Don Santo aveva fatto passare lo sguardo per tutto il
tempo da lei che sfoggiava i capelli di nuovo orgogliosamente viola, a Bill
(chiedendosi se fosse maschio o femmina visto che avendo finito il make up nero era passato a quello blu scuro), e da Dave a Eli fermandosi a scrutare
il pancione di lei come se non ne avesse mai visto uno .
Quando erano
arrivati Sara, vestita di nero e Tom vestito come un teppista si era segnato ed
aveva acconsentito al matrimonio senza porre ulteriori obbiezioni e andandosene
in tutta fretta.
“Don Santo, non
vuole la torta?”
“No signora
Martina. Domani ho…una messa prestooo!”
Avevano spalancato
tutti gli occhi, mentre l’uomo infilava svelto la porta.
“Una messa…presto?”
“Così pare ‘Tina…”
“Secondo me ha
preso paura vedendo quei due…”
“Ehi!!”
Questo era Tom.
“Bhe, tu sembri un teppista pronto a incendiargli la chiesa
se non celebrerà il matrimonio e Sara una pronta a fargli una fattura!”
“Ma siamo
innocui!”
“Tu Forse, ma Sara
no!”
“Grazie Salias!”
“Prego Sefarei!”
La dark si sedette
a tavola insieme al rasta e iniziò a guardarsi intorno.
“Che cerchi?”
“Si era parlato di
una torta…Dov’è?”
“SAAARAAA!”
“HO FAME; CAZZO!”
“E fai bene! Ecco
la mia torta Martina !
Qualcun altro la
vuole?”Chiese la terribile Martina.
La torta di sua
madre era composta da uno strato di pan di spagna come base, su cui la donna
colava una spessa farcitura di cioccolato fondente che poi tendeva a tornare
allo stato originale e a cui poi aggiungeva un abbondante dose di panna montata
e fragole come farcitura finale.
Si levò un
“NOOOO!” collettivo, sarebbe stato più facile digerire due kebab che quella
torta, solo gli stomaci di Sara e Tom erano in grado di farlo.
Quello era anche
uno dei motivi per cui Bill li vedeva come futura coppia….
Forse Don Santo
non aveva avuto tutti i torti.
Forse erano solo una congrega di pazzi destinata ad allargarsi sempre più fino
a conquistare il mondo.
Sara guardava
fuori dalla finestra, il sole stava calando lentamente inondato il paesino di
una luce rossastra, che, ne era certa, Eli avrebbe
adorato.
Era di nuovo in
Sardegna insieme ad Aisha e ai due gemelli
dell’apocalisse per celebrare un altro matrimonio di Davide Salias
e sperava ardentemente che questa volta la cerimonia sarebbe andata in porto.
Era vagamente
preoccupata, ma forse visto che questa volta la sposa era quella giusta ed era
incinta tutto si sarebbe risolto per il meglio.
“Cazzo!”
Si voltò, Tom era
alle prese con la cravatta e sembrava in difficoltà, così si avvicinò al
ragazzo.
“Ti do una mano io…
Altrimenti
rischiamo di arrivare più in ritardo della sposa…”
Iniziò ad annodare
il pezzo di stoffa con l’abilità della donna sposata ormai assuefatta ad
aiutare il marito in quel frangente.
“Ecco fatto…
Se non fossi così
saresti da…”
Lasciò in sospeso
la frase, aveva alzato gli occhi per ammirare il suo capolavoro di arte
sartoriale e le parole le erano morte in gola.
Lui la stava
guardando e lei, come una stupida ragazzina alla prima cotta, ci si era persa
dentro quegli occhi scuri.
O mio Dio.
L’atmosfera si era
fatta come sospesa, aveva una voglia pazzesca di baciare il pessimo soggetto
che aveva davanti ed era sicura che anche per lui fosse lo stesso.
Senza rendersene
conto si avvicinò a lui e lui fece lo stesso.
Era il loro
momento magico…
Che fu interrotto
da Bill.
“Cazzo, ma siete
morti o cosa?
Datevi una mossa che
siete….ooops!”
Se ne andò
facendosi piccolo piccolo, per quanto lo permettesse
il suo metro e ottantacinque.
“Fratello cretino…”
Mugugnò Tom, Sara
lo guardò perplessa.
Che significava?
Aisha era in chiesa davanti all’altare, un
completo color panna e i capelli viola, dalla parte dei testimoni della sposa
accanto a Sara e guardava suo fratello.
Davide era innamorato
perso, ansiosamente in attesa di veder
l’ex bambola rotta, ora la sua bambola,
attraversare la navata.
Lisa era vicino
all’egregio Michele, che incredibilmente stava parlando con quello che si era
rassegnato a chiamare il suo fidanzato, la ragazza ora sorrideva, le fece
un’incoraggiante ok, come a dire che la corvina sarebbe arrivata presto.
Elisa apparve poco
dopo, scatenando il pianto delle donne presenti, persino della terribile
Martina e soprattutto di sua madre che disperava di vedere la figlia accasarsi.
Anche lei guardò
la sua amica, era fuori di se dalla felicità e un po’ la invidiò, qualcuno
avrebbe mai portato all’altare lei?
Guardò Bill per un
attimo e si disse che in fondo non le importava , aveva già più di quanto
avesse mai desiderato e andava bene così.
Vide suo nonno
sorriderle, sorrise a sua volta, dopo anni aveva capito chi doveva ringraziare
per quello che stava vivendo.
Non sapeva come ma
era Gavino l’autore di quel miracolo insieme alla sua defunta moglie.
Uno dei tanti
misteri di famiglia che lei era lieta di non sapere fino in fondo.
La bambina che non
credeva alle favole stava vivendo la sua grazie a loro.
Tornò a rivolgere
le sua attenzione all’altare.
Fu una cerimonia
semplice, toccante e soprattutto breve, lei non vedeva l’ora di tornare dal suo
ragazzo e di togliersi le scarpe, non necessariamente in quest’ordine.
“Sono veramente
carini.”
Sussurrò lui
quando lei lo raggiunse fuori dalla chiesa, dove lui si era messo al riparo dal
lancio del riso (non sia mai che un vile chicco di riso rovinasse la sua
acconciatura).
“Si, ora il mio
fratellino è felice!”
“ Il mio smetterà
mai di litigare con Sara e capirà che è cotto di lei?”
Si guardarono per
un attimo prima di esclamare in coro:”Naaa!”
A smentirli fu la
visione dei due interessati che si baciavano.
“Abbiamo sbagliato…”
“Bhe, pazienza…D’altronde tu sei
un ex maledetto e io una strega fallita, era impossibile azzeccarla!”
Scoppiarono a
ridere ancora insieme, nonostante fossero passati cinque anni.
Certe cose tra
loro non sarebbero mai cambiate tra di loro, per fortuna.
ANGOLO
DI LAYLA
Siamo arrivati all’ultimo
capitolo, spero vi piaccia.
Mi mancherà questa
storia ( il seguito è in forse XD).
Non so cosa dire….Io mi sono
anche divertita a scriverla, spero di aver fatto ridere almeno un po’.
Ok basta, io e gli
addii/ arrivederci non andiamo d’accordo.
Dico “alla prossima” e
basta.
Ciao^^.
Ringrazio:
-Pulse_
Fragolottina:
_PkSl_:
per le recensioni.
Ringrazio per aver messo
questa storia nei preferiti:
BlueSoul 95
degah
Fee
17
Fragolottina
macoth 93
Ramona 37
schwarznana
vivi hotel
yumi_chan
_pksl_
Ringrazio per aver messo questa storia tra la seguite:
Bella La vampira
Fragolottina
_Pulse_
Ringrazio la mia socia Jaheira per
il supporto morale e per le lezioni di sardo.
Grazie^^-