Prompt: Promemoria
Personaggi: Entrapta, Scorpia
Ship: Entrapta/Hordak
La storia si svolge in un momento imprecisato della seconda stagione.

Scorpia sospirò, continuando a girovagare per la base in cerca di compagnia. Catra stava dormendo, Lonnie le aveva dato dell’ “attaccabottone succhiatempo” dopo una misera conversazione di qualche quarto d’ora e tutti gli altri cadetti avevano riso di lei… e andare a socializzare con la Tessitrice d’Ombre, chiusa nella sua cella, le sembrava una cattiva idea. Non era ancora disperata, anche se si sentiva sola.
Solo quando si ritrovò nella zona dei magazzini, sentì una voce in lontananza.
Sembrava quasi… Hordak? Non poteva essere lui, non si abbassava mai ad andare in quei magazzini polverosi. Si diresse verso la voce, incuriosita.
Man mano che si avvicinava alla porta, però, la voce del suo capo le sembrava sempre più ‘meccanica’, quasi come se fosse… una registrazione?
Il viso di Scorpia s’illuminò. Entrapta! Ecco qualcuno con cui poteva parlare!
Scorpia entrò nel magazzino, trovando, come sospettava, Entrapta, alle prese con uno strano aggeggio.
“Ciao, Entrapta! Da quanto tempo!” esclamò felice. L’altra la salutò con una ciocca di capelli, mantenendo lo sguardo su quello che stava facendo. Dopo qualche minuto di conversazione generica, la curiosità di Scorpia ebbe la meglio.
“Sbaglio o prima stavi ascoltando la voce di Hordak?”
Entrapta annuì. “Si è rotto uno dei nostri computer… un pezzo molto raro va sostituito, ed io e Hordak abbiamo pensato che ricostruirlo da zero sarebbe stata la soluzione più pratica, per questo mi ha lasciato un promemoria con le sue idee sul mio registratore.”
Scorpia rispose con un veloce “capito”, sperando che Entrapta non le fornisse dettagli tecnici, data la sua ignoranza in quel campo.
“Non sapevo che lasciassi usare il tuo registratore ad altre persone,” continuò Scorpia, un po’ ferita che a lei non l’avesse neanche mai lasciato toccare.
Entrapta si mise una ciocca di capelli sul mento. “Beh, non lo lascio usare a chiunque. Solo a lui, dato che è il mio compagno di laboratorio.”
Scorpia osservò l’altra di sottecchi. Non sapeva che lei e Hordak fossero amici così stretti.
“Hordak adora il mio lavoro... Odia uscire dal suo laboratorio, ma ci teneva a darmi indicazioni sulla costruzione del pezzo, dato che la tecnologia dell’orda era a me sconosciuta fino a pochi mesi fa,” continuò la scienziata, sempre occupata a costruire l’aggeggio misterioso. “Scusa un secondo, devo ascoltare la seconda parte del promemoria.”
Entrapta avviò la registrazione e la voce di Hordak riempì la stanza.
Sparsi in mezzo a lunghe spiegazioni di ipotesi ingegneristiche incomprensibili, c’erano complimenti sull’intelligenza di Entrapta (“straordinaria”), sulla precisione del suo lavoro, sull’originalità delle sue idee e sulla sua perseveranza.
Conosceva Hordak da quando era arrivato su Etheria. Non aveva mai sentito uscire dalla sua bocca così tante lodi in una volta.
“Sembra proprio che Hordak ti adori,” disse Scorpia, con un sorrisetto compiaciuto sulle labbra. Ecco, questo sì che era un argomento succoso di cui parlare.