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Autore: __Talia__    07/10/2019    12 recensioni
Isabella era una ragazzina sciocca ed innocente la prima volta che aveva visto Dean Winchester, e lui aveva sperato di trovare un angolo di normalità con lei.
Sono passati 3 anni; Isabella è stata costretta a crescere e Dean ha capito che le distrazioni non sono più concesse. Eppure la prima volta che si sono visti vecchi sentimenti e nuovi rancori hanno invaso le anime del due ex amanti, che non sono più gli stessi. Dopotutto Isabella era cambiata, ora inseguiva una vendetta che l'avrebbe, forse, portata alla distruzione mentre Dean aveva superato troppo dolore ed orrori indicibili per pensare che ci possa essere un lieto fine alla sua vita.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Dean

 

Era notte fonda, eppure stavano preparando comunque i bagagli visto che la proprietaria li aveva cacciati dal motel dopo che avevano completamente distrutto una camera. Aveva dato loro il tempo di un giorno per riprendersi, impacchettare le loro cose ed andarsene. Se il giorno del loro arrivo si era mostrata cordiale e spiritosa, ora che aveva visto i mobili distrutti e la moquette macchiata tutta la sua cordialità era sparita. Per non parlare del fatto che Mike era uscito da quel motel urlando e sbraitando, dicendo che suo padre lo avrebbe messo in galera, che gliela avrebbe fatta pagare. A Dean, ancora intontito e furioso, non era rimasto che cominciare a prendere le sue cose.

<< Devi ammettere che è stata intelligente col trucco del telefono. >> Disse Sam chiudendo il suo borsone, indossando poi il giubbotto. Aveva bruciato le ossa appena in tempo e poi era corso da loro, trovandosi sbattuto fuori dalla camera. Il maggiore dei Winchester si era bloccato, le dita ancora chiuse intorno alla zip della borsa, lo sguardo perso ad osservare le nocche spaccate. Avevano tirato troppo la corda quella volta, non era stato lucido come al solito ed ecco come era andata a finire; aveva messo Isabella in pericolo, aveva rischiato di ammazzarla e tutto perchè aveva abbassato la guardia. Ciò non sarebbe più dovuto accadere.

<< Mhm... >> Rispose Dean chiudendo finalmente la zip della borsa, mettendosela in spalla. Era stata un'esperienza orribile; vedeva tutto eppure non poteva fare niente, non poteva muoversi, non poteva parlare, non poteva fermarsi. Aveva visto e sentito la sua mano colpire la ragazza al volto, aveva caricato lui la pistola e l'aveva puntata al suo petto, aveva tenuto lui in mano il machete che le aveva aperto un taglio lungo lo sterno. Le aveva fatto del male. Il biondo cercò di non pensarci e prese le sue cose, uscendo dalla stanza e dal motel, respirando a pieni polmoni quell'aria fredda che sembrava riuscire a riportarlo alla realtà. Isabella era poggiata stancamente all'Impala, i capelli erano legati in una coda alta che le metteva in risalto il volto magro ed indosso aveva quella che sembrava una vecchia maglia, da cui Dean poteva veder sbucare fuori una garza bianca. Istintivamente le dita si chiusero intorno alla maniglia del borsone. Avrebbe potuto farle male, avrebbe potuto farle realmente male e non lasciarle solo un graffio. Si sforzò di sorridere non appena loro si avvicinarono e gettò il suo borsone nel bagagliaio con noncuranza prima di dirigersi verso la portiera del guidatore.

<< Vado io dietro, ho bisogno di dormire. >> Disse Sam mentendo chiaramente. Non era mai stato bravo a mentire suo fratello e anche Isabella doveva averlo notato perchè lo guardò stranita, un sopracciglio scuro alzato, ma alla fine fece il giro ed aprì la portiera del passeggero. A Dean non sfuggì la smorfia di dolore sul volto livido della ragazza, facendolo sentire sempre più in colpa.

<< Stai bene? >> Le domandò il cacciatore una volta salito sulle macchina, direzione Texas. Sam aveva trovato una cittadina dove la gente sembrava trovare divertimento ad accoltellarsi e quindi pensava che valesse la pena farci un giro e che fosse opera di un demone. Sarebbe stato qualche giorno di macchina, ma lui ne aveva bisogno in quel momento, sopratutto dopo essere stato posseduto da un fottutissimo spirito. Non l'avrebbe mai digerita quella storia, sopratutto perchè era la seconda volta che Isabella gli salvava il culo. Di fila.

<< Sono solo stanca. >> Rispose lei con la voce rotta, sistemandosi in maniera comoda sul sedile, guardando davanti a sé con sguardo duro, i lividi sul suo viso rivolti verso di lui a ricordargli quello che aveva fatto poche ore prima. Il cacciatore si guardò le nocche spaccate e si ricordò la furia con cui aveva colpito il ragazzino e poi Isabella. Ricordava di aver urlato e di aver cercato di fermare il suo corpo senza però riuscirci. Ricordava di aver pregato, nella sua testa, di non farle del male. Eppure non era servito niente agitarsi e sbraitare visto che per quei momenti, che gli erano sembrati eterni, lui era stato rilegato in un angolo lontano della sua mente.

<< Io sono abbastanza sveglio, se te vuoi risposare non c'è problema. >> Sussurrò lui alzando lo sguardo fino a trovare lo specchietto, trovando gli occhi verdi di Sam che li stava scrutando e sbirciando. Non era vero che voleva risposare, ora gli era sempre più chiaro. Che stesse cercando di fare qualcosa il suo fratellino? Di rimettere una mezza pace tra lui e la cacciatrice? Forse era il caso che si scambiassero due parole perchè Dean non poteva permettersi distrazioni e non voleva far soffrire nuovamente la ragazza. Isabella annuì debolmente prima di chiudere gli occhi, respirando lentamente senza dilatare troppo il petto e Dean ancora pensò a quello che era successo. Era stata una fortuna che Sam avesse bruciato le ossa di Marcus in tempo, altrimenti lui avrebbe premuto quel grilletto, l'avrebbe uccisa. E ne era sicuro, talmente sicuro che rabbrividiva ancora al solo pensiero. Continuò a guardare la strada scura davanti a sé, monotona e vuota, fino a che non decise di concedersi una veloce distrazione; girò il viso verso destra andando a guardarla. I capelli scuri legati in una coda le rendevano il viso ancora più affilato e magro, era eccessivamente pallida tranne per i lividi violacei sulla mascella e sulla parte sinistra del volto e, nonostante fosse addormentata, sembrava sofferente e lo poteva notare nelle labbra e nelle sopracciglia appena corrucciate. Dean poteva solo immaginare che era dovuto anche al lungo taglio che aveva sul petto che, fortunatamente, non sanguinava più. Non avrebbe mai voluto quello, non avrebbe mai voluto saperla in pericolo. Lui aveva rinunciato a lei per tenerla lontana da quella vita fatta di stenti e di niente, da quella vita sterile che non era adatta a persone sensibili come Isabella. L'aveva lasciata nel Montana per darle un futuro stabile, per darle l'opportunità di essere una persona normale, qualunque. E sentiva di aver fallito; sentiva di aver fallito anche su questa sponda. Non aveva potuto salvare suo padre, non aveva potuto salvare Sam dal dolore e dalla solitudine, dall'Inferno, ed ora si stava rendendo conto che non aveva potuto salvare niente Isabella. Nonostante lui ci avesse costantemente provato. In un gesto inconscio, Dean sporse lentamente la mano destra verso di lei, sfiorandole le dita ghiacciate che, con suo stupore, si strinsero.

 

<< Cosa abbiamo qui? >> Domandò la mora chiudendosi il giubbotto in pelle scura che sembrava una seconda pelle. I fratelli si erano rifiutati di farle fare grossi sforzi perchè avevano paura che la ferita le si riaprisse quindi Dean aveva tra le mani il suo borsone scuro e pesante. Ovviamente avevano dovuto sorbirsi le sue continue proteste, ma entrambe erano stati categorici e non avevano voluto sentire ragioni.

<< é da due settimane che tutti in questa città sono...irascibili, si dicono verità scomode ed in molti finiscono per accoltellarsi, picchiarsi, uccidersi o comunque vendicarsi. >> Rispose Sam avviandosi verso il motel che sembrava uno dei migliori negli ultimi tempi; era un poco eccentrico con l'insegna di una donna che si arrampicava su un palo e con i colori vividi e sgargianti delle pareti,.

<< Due camere. >> Disse il biondo al signore dietro al bancone che stava ancora studiando Isabella con sguardo malizioso. Dannazione poteva avere l'età di sua figlia! Dean immediatamente andò ad avvicinarsi ad Isabella, sfiorandole il braccio col suo quasi a voler mettere in chiaro che lei non era disponibile...anche se in realtà non era neanche occupata. Isabella non era più sua da anni ormai e, il biondo, continuava a pensare che le cose non sarebbero mai potute tornare indietro. Il proprietario del motel sembrò fregarsene ben poco di quella timida dimostrazione di possesso da parte del cacciatore e continuò a guardarla con insistenza, mentre metteva i soldi in cassa ed andava a prendere le chiavi a loro assegnatole, lasciandole poi sul bancone. I due fratelli le afferrarono immediatamente e Dean aspettò che Isabella camminasse davanti a lui prima di lanciare un'ultima occhiata di fuoco a quell'uomo.

<< So cavarmela da sola. >> Sbroccò lei una volta rubate le chiavi dalle dita molli di Sam, che rimase a bocca aperta. Perchè ogni volta che provava a fare qualcosa di carino lei si comportava in quella maniera? Perchè continuava ad allontanarsi da lui? Dean lasciò cadere il borsone della ragazza a terra, allargando un poco le braccia, completamente sfinito.

<< Lo so, ma non mi piaceva il modo in cui ti guardava. >> Rispose lui a tono, guardando intensamente quegli occhi stanchi ed arrossati. Come sempre avevano dato loro stanze vicine così che potessero subito accorrere nel caso di problemi, ma era anche una tentazione; avrebbe voluto alzarsi in piena notte e bussare alla sua porta, avvicinarsi a lei e sentire la morbidezza della sua pelle, il suo profumo, il suo respiro...avrebbe voluto tornare agli anni in cui c'erano solo parole di conforto e di amicizia tra loro due.

<< Non ti piace mai come qualcuno mi guarda...e non ne hai nessun diritto. >> Sbuffò lei, alzando gli occhi al cielo, colpendolo in pieno petto. Al cacciatore sembrò anche di aver smesso di respirare dopo quella frase. Era stata dura con lui, forse anche troppo, sicuramente lo era stata ingiustamente. Dean rimase completamente immobile, ancora scosso, quando la vide scomparire dentro la sua stanza e ci mise altri secondi a trovare la forza per girarsi e finire in camera, sbattendo la porta dietro di sé. Sam era rimasto in silenzio tutto il tempo, lo sguardo che continuava a vagare tra gli altri due cacciatori, un fastidioso sguardo innocente perennemente dipinto sul volto. Dean faticava a capire le reali intenzioni del fratello; si era appiccicato a Isabella come se la conoscesse da anni, con lei parlava di casi vecchi come se fossero due amici al bar e non aveva che parole di comprensione per lei. Sembrava quasi che preferisse lavorare con la neo cacciatrice piuttosto che con suo fratello e ciò stava cominciando a far andare su di giri il maggiore dei fratelli.

<< Smettila. >> Disse lui prima di vederlo uscire e lo sentì bussare alla porta della ragazza avvisandola che a breve si sarebbero trovati giù. Ed eccolo che, nuovamente, correva da lei. Dean sbuffò sonoramente prima di prendere le armi dal borsone, stendendole sul letto.

Finì di prepararsi indossando la giacca scura ed elegante e poi scese, superò la reception con l'uomo calvo e dall'aspetto da maniaco ed andò verso l'Impala trovando Isabella già pronta, il completo scuro le fasciava perfettamente il corpo mettendo in risalto le nuove sinuose curve.

<< Sei viola... >> Disse Dean osservandola attentamente. Il viso era diventato ancora più violaceo, più gonfio.

<< Chiediti perchè... >> Rispose la cacciatrice secca, portandosi una mano alla bocca come per zittirsi, ma ormai era troppo tardi. L'aveva detto e aveva dannatamente ragione. Dean sapeva perchè. Grugnì prima di aprire la macchina e sedersi, trovandola al suo fianco nuovamente mentre Sam andò a sedersi placidamente dietro, senza dire neanche una parola. Lui l'aveva picchiata. E quella macchia non si sarebbe mai lavata via. Il ragazzo si guardò per qualche secondo le nocche delle mani rosse, gonfie e spellate e si sentì nuovamente in colpa per ciò che aveva fatto. Cercò di zittire la sua coscienza e mise in moto la vecchia macchina. Non volò una mosca per tutto il tragitto, non si sentiva neanche il rumore dei respiri delle persone chiuse dentro quel piccolo abitacolo.

Arrivarono alla stazione di polizia in pochi minuti e tutti sembravano guardare male lui e suo fratello.

<< Le hanno fatto del male signorina? >> Domandò un poliziotto guardando attentamente Isabella squadrandola da capo a piedi. Senza neanche rendersene conto Dean aveva posato la sua mano sulla spalla di Isabella che aveva dipinto sul volto uno sguardo stufo.

<< Sto bene, grazie. >> Rispose Isabella, facendo qualche passo indietro, forse alla ricerca di togliersi quegli occhi di dosso e lasciare più campo ai fratelli. Era una cosa strana da lei; ricordava perfettamente come era riuscita a farsi dare le informazioni nei casi precedenti ed anche lui doveva ammettere che Isabella era più persuasiva rispetto a lui. Forse era l'aspetto o forse semplicemente la calma e la non arroganza con cui lei si rivolgeva ai veri ufficiali che rendevano questi ultimi più propensi a chiacchierare o a dar loro le cartelle che cercavano.

<< Potremmo parlare col tuo superiore? >> Chiese poi il cacciatore al ragazzino che si trovava davanti che esibì una smorfia prima di alzare lo sguardo su di lui. Come se fosse scocciato, come se lo avesse disturbato dal fare, o vedere, qualcosa di più interessante. Lo vide roteare gli occhi, masticando la gomma in maniera abbastanza disgustosa

<< Chi saresti tu? >> Domandò di rimando, guardandolo con quello che sembrava un chiaro sgaurdo di sfida. Quell'ometto fu fortunato, molto fortunato, che con loro ci fosse anche Sam che subito prese il comando del gruppo. Il minore mise una mano sulla spalla di Dean, stringendo con forza fino a farlo spostare ed indietreggiare di qualche centimetro, in modo da avere il controllo della situazione. Dean si fece da parte, respirando rumorosamente ed a pieni polmoni mentre sentiva i due parlottare, cercando di non intervenire davanti all'arroganza di quel ragazzino. Le trattative tra il minore dei Winchester e quell'idiota durarono un'eternità, ma alla fine Sam fece cenno col capo di seguirlo ed a Dean bastò un cenno del capo per far capire alla ragazza che dovevano andare.

Il poliziotto alla fine li portò nell'ufficio prove, una piccola stanzetta disordinata e fredda, dove tutto sembrava essere alla rinfusa e buttato a caso. Non fu strano, ancora una volta, non trovare niente di rilevante nei loro scritti. Alcuni verbali parlavano di semplici liti sfociate poi in eventuali schermaglie da niente mentre altri avevano finito per accoltellarsi e uccidersi. E quei poliziotti non avevano idea di cosa fosse o il perchè tutto stesse accadendo in quel periodo!

<< Tutto questo è opera di un demone? >> Domandò Dean chiudendo l'ultimo fascicolo con stizza, andando poi a distendere le gambe sul tavolo, andando a posare i piedi su di esso, stiracchiandosi un poco.

<< Ti sembra il caso? >> Gli chiese Isabella, gli occhi verdi che continuavano a saettare da un angolo all'altro del locale. Doveva soffrire molto, lo si poteva leggere in quegli smeraldo torbidi e oscuri, ma non per questo doveva esser stronza con lui. Con stizza Dean fece cadere le gambe dal tavolino e andò a posare i gomiti sulle ginocchia, guardandola intensamente e con decisione

<< A dir la verità sì. >> Rispose con schiettezza e strafottenza, alzando un sopracciglio facendo scattare immediatamente la ragazza che si alzò, facendo cadere la sedia provocando un rumore acuto e forte. Isabella si avvicinò a lui e tentò di dire qualcosa più volte prima di girarsi e andarsene, sbattendo la porta dietro di sé. Dean non fece altro che vedere la sua figura allontanarsi e sparire prima di tornare a mettere i piedi sul tavolino, trovando però subito lo sguardo di rimprovero del fratello.

<< Da quando è arrivata lei non si può fare più niente...perchè diamine le hai chiesto di cacciare con noi? >> Domandò a Sam, alzandosi pure lui, le mani strette a pugno, il corpo completamente rigido mentre cercava di scacciare dalla testa le innumerevoli immagini di Lei. Lo stava rendendo pazzo, sopratutto perchè tra loro c'era ancora tensione, c'era qualcosa...un qualcosa di cui entrambe avevano paura.

<< Perchè? Veramente mi stai chiedendo perchè? >> Fece eco Sam, stropicciandosi il volto stanco con la mano sinistra prima di mostrare il suo solito sorriso da sotuttoio. Quello che lo faceva ulteriormente andare fuori di testa.

<< Ti ha salvato la vita fottutissimo idiota! Se non fosse stato per lei a quest'ora di te avrei solamente la testa! >> Rispose il fratello con voce spazientita. Il cacciatore distolse lo sguardo dal fratello, colpito nuovamente sul vivo. Dean sbuffò e rimase fermo con le mani ai fianchi per qualche secondo prima di seguire le orme della ragazza, uscendo dalla centrale. La trovò al telefono, le labbra appena dischiuse e lo sguardo perso nel nulla, fragile ed impaurito, ed improvvisamente capì che non voleva veramente parlare in quel modo né verso suo fratello né verso di lei.

<< Questo demone ci sta facendo impazzire. >> Mormorò lui avvicinandosi a lei con lentezza, impaurito da quello che poteva fare in un momento di pazzia. Aveva visto e sentito sulla sua pelle quanto poteva essere forte e non voleva prendersi nessun cazzotto gratuito. Ed era ancora un demone a mettersi tra loro, ancora una volta...

 

Stava pestando con rabbia i piedi a terra, il suo fucile nella mano sinistra ed un foglio stropicciato nella mano destra. Non era facile ignorare quelle grida, quelle urla, quella voce che continuava a chiamare il suo nome più e più volte.

<< Dean! Ti prego girati almeno! >> urlò Isabella dietro di lui e poteva sentire i suoi passi affrettarsi. Il cacciatore sapeva che, se lei avesse posato i suoi occhi su di lui, sarebbe stato nei guai e la sua volontà sarebbe vacillata. Non riusciva neanche a parlare, non riusciva a dirle di andare via, di stargli lontano perchè lui era pericoloso, perchè lui attirava cose pericolose. Stava semplicemente scappando, come sempre aveva fatto nella sua vita e di fronte a situazioni del genere. Che strano...non scappava di fronte a wendigo o a fantasmi, ma scappava di fronte ad una possibilità di un qualcosa.

<< Ti prego! >> urlò nuovamente la voce della ragazza dietro di sé, ma no, non poteva. Aveva rischiato la vita questa volta, il demone aveva preso di mira lei perchè sapeva che era importane per lui. Era stata un'esca ed Isabella non si meritava questo. Dean affrettò il passo, aprì l'Impala e ci gettò dentro il pezzo di carta con l'esorcismo ed il fucile, entrando dentro l'abitacolo dopo solo qualche secondo. Doveva solo mettere la chiave dentro il quadro e partire, lasciarsi indietro Isabella, lasciarla indietro per proteggerla. Le mani tramavano mentre cercava di inserire quelle dannate chiavi, ma alla fine ce la fece e mise in moto la macchina che rispose col solito rumore di fusa. Alzò lentamente il piede della frizione e stava premendo quello dell'acceleratore quando, davanti all'auto trovò Isabella, le mani posate sul cofano, i corti capelli completamente scompigliati, il volto corrucciato ed il fiato corto.

<< Lasciami andare! >> urlò lui, il finestrino appena abbassato mentre stava cercando di reggere quello sguardo.

<< Non ti lascio andare da nessuna parte, non sarà un fottuto demone a rovinare il tutto...Io non ho paura di loro Dean perchè so che c'è gente come e a proteggerci, so che tu lo farai >> disse lei, la voce rotta tra il fiato corto e quelle che sembravano lacrime. La stava facendo piangere?

<< é più grande di te Isa >> ribattè lui facendo vibrare nuovamente la macchina sotto di lui, sicuro che lei si sarebbe spostata per la sua sopravvivenza. Così però non fu e gli occhi di quella ragazza erano ancora su di lei.

<< Sei pazza, Isabella...>>

 

 

<< Tu dici? >> Disse lei, scontrosa, riportandolo alla realtà e Dean notò immediatamente gli occhi un poco lucidi. Doveva essere successo qualcosa; Isabella sembrava essere diventata ancora più nervosa, le mani continuavano ad andare a toccare i capelli, continuava a guardarsi attorno e le labbra le tremavano. Il cacciatore andò a posare le mani sulle sue spalle, cercando i suoi occhi che sembravano sfuggirgli.

<< Va tutto bene? >> Chiese, carezzando coi pollici quella pelle che per molto è stato solo un ricordo. Aveva imparato a conoscerla, a capire i suoi comportamenti, a capire quando qualcosa non andava perchè lei mai lo avrebbe ammesso. Isabella annuì lentamente, mordendosi il labbro inferiore con rabbia.

<< Dobbiamo...dobbiamo cercare di non lasciarci trasportare da questa rabbia, da questa voglia di sputare tutto fuori >> Disse lui, una strana voglia di abbracciarla, stringerla tra le sue braccia e cercare di tirarla su di morale, cercare di farla tornare a sorridere come quando erano giovani, come quando si cercavano a vicenda.

<< Non è facile...neanche mi accorgo di parlare, neanche mi accorgo di quello che dico. >> Rispose Isa alzando lo sguardo verso di lui facendolo rabbrividire. Succedeva ogni volta, ogni volta che lei lo guardava lui si sentiva nudo.

<< Non ci pensiamo ora, cerchiamo di trovare quel figlio di puttana. >> Disse lui notando l'arrivo di Sam con in mano un fascicolo e aveva un gran sorriso stampato sul volto. Doveva aver trovato qualcosa e infatti furono quelle le prime parole che disse

<< é iniziato tutto quando questa vedova è arrivata qui...è l'unica cosa che ho trovato, ma è sempre qualcosa. >> Spiegò il minore dei fratelli, guardandoli attentamente, lo sguardo disteso e sereno. Sam sembrava l'unico che ancora non era stato colpito dalla voglia di dire la verità ad ogni costo, forse perchè era l'unico realmente buono e sincero tra loro tre, forse era dovuto anche al suo carattere mite e tranquillo.

<< Andiamo a farle una visita. >> disse Dean con un sorriso amaro salendo sulla sua macchina respirando il profumo di pelle e polvere da sparo che si univa a quello speziato di Isabella.

 

   
 
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