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Autore: Cara93    08/10/2019    2 recensioni
Approdo del Re. Tywin Lannister ha deciso che Sansa Stark dovrà sposare un Lannister. Non sposerà il Folletto, però, bensì il vero erede di Castel Granito: Jaime.
What if?
Sansa/Jaime; Jaime/Cersei, Sansa/Tyrion
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaime Lannister, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era passata una settimana da quella riunione sconvolgente per i Lannister più giovani. Tyrion non aveva avuto modo di vedere la sorella, ma sapeva che avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere perché quel matrimonio non avvenisse. Jaime era suo e non l'avrebbe diviso con nessun altro. Anche per questo, aveva la sensazione che la calma innaturale di quei giorni doveva necessariamente nascondere qualcosa.

Si trovava nelle sue stanze e osservava le belle forme di Shae mentre questa si stava rivestendo. Prima, non avrebbe creduto possibile trovare erotico un gesto simile, che sanciva una conclusione. Come aveva sottilmente suggerito Varys, aveva fatto in modo che la donna diventasse una delle cameriere di Sansa Stark. L'aveva fatto per proteggerla e aveva dovuto combattere contro la testardaggine e fierezza di Shae, che trovava degradante un lavoro come quello che le proponeva. Per convincerla, aveva dovuto inventare una storia che, lì per lì gli era sembrata assurda; cioè che aveva bisogno di una persona fidata per tenere d'occhio Sansa Stark, la docile, ingenua figlia del Nord. A posteriori, non era stata una mossa così assurda. Da Shae aveva saputo che la bella giovane non diceva mai nulla fuori posto e che aveva imparato a non lasciare trasparire alcuna emozione. Inevitabile, se voleva sopravvivere alle attenzioni di Joffrey e alle premure di Cersei. Era diventata amica della giovane Tyrell e sembrava che le due volessero complottare qualcosa, con il benestare della vecchia Regina di Spine. Interessante. Ovviamente, Shae esponeva queste quisquiglie, forse dei pettegolezzi, con un disprezzo palpabile, come se trovasse quegli impicci sciocchi e futili. Quant'erano diversi e quanto l'ammirava per questo.
Ma, tra le informazioni più succose di Shae, ce n'era una che spiccava per la sua assenza: Sansa non aveva ancora ricevuto la notizia del suo imminente matrimonio. Tyrion aveva pensato che sarebbe stata Cersei, per non incorrere all'ira paterna, ad esporre quel progetto matrimoniale con tutta la sottintesa minacciosità di cui sarebbe stata capace. Riflettendoci, era giunto alla conclusione che la persona più indicata, dal punto di vista della sorella, sarebbe stata sicuramente Joffrey. Tra tutti, era l'unico che avrebbe tratto un certo godimento dallo sgomento e dal terrore di Sansa. Doveva correre ai ripari. Chiese a Shae dove avrebbe potuto trovare la sua padrona, nel corso di quel pomeriggio. Le opzioni non erano certo molte, ma il nano non aveva alcuna intenzione di sgambettare per tutto il castello alla ricerca di una ragazzina che cercava conforto e ristoro in un luogo in cui era cosciente di non essere al sicuro. Provava pietà per quella ragazza e biasimo per la sua famiglia, che era la causa di tutti i suoi mali.

 

Si trovava inginocchiata davanti all'unica cosa che aveva il potere di ricordarle casa sua, in quell'afosa e puzzolente città. L'Albero Diga malato e stanco nel Parco degli Dei di Approdo del Re. Tyrion le si era avvicinato con circospezione, non aveva alcuna intenzione di spaventarla. Per contro, Sansa, non appena si era accorta della sua presenza, si era comportata come le era congeniale: salutandolo con cordialità e cortesia. In quel momento, trovandosela davanti e potendola studiare con attenzione, Tyrion aveva subito avuto la sensazione che lei non si sarebbe mai spezzata. Ammaccata e ferita, forse, ma niente nell'essenza di quella bambina cresciuta troppo presto avrebbe ceduto. Sansa Stark lo guardava con calma glaciale e curiosa.

'Ecco, tutto questo è opera nostra', pensò. 'Dovrebbe essere come Margaery Tyrell: spensierata e civettuola. Magari un po' ingenua. Non dovrebbe osservarmi con cautela, come se la mia sola presenza potesse danneggiarla. Anzi, dovrebbe schermirmi e detestarmi per il mio aspetto. Sarebbe più sopportabile rispetto a questo terrore velato.'

"Lady Sansa. Sono contento di avervi trovata" cominciò, impacciato.

"Mi cercavate, Lord Tyrion?" nonostante la domanda fosse stata posta con fredda cortesia, il nano si era accorto del profondo timore che la ragazza provava. Aveva imparato presto che ad Approdo del Re non ci sarebbero mai state buone notizie, per lei.

"Io... sì, mia lady. Devo parlarvi... cioè, devo farvi sapere una cosa che riguarda il vostro matrimonio" riprese, sempre più a disagio. Non riusciva a capirne il motivo, ma tutta la sua eloquenza svaniva al cospetto di Sansa Stark.

'Maledizione. Eppure sono riuscito a convincere dei barbari a seguirmi solo attraverso la mia lingua lunga. L'unica altra dote che compensa la scarsa altezza, tra l'altro. E più utile, sotto certi aspetti.'

Sansa si irrigidì, le sue pupille si dilatarono un istante per il terrore folle, la saliva le si era prosciugata. Che i Lannister avessero scoperto il complotto della Regina di Spine?
"Prima o poi, Joffrey annuncerà il vostro fidanzamento ufficiale. Non volevo che vi trovaste impreparata e mia sorella non ha alcuna intenzione di... è difficile, Lady Sansa, non sapete quanto"

Sansa attese, un senso di gelo le era piombato addosso all'improvviso. Come il presentimento di un disastro incombente.
"Sposerete mio fratello, Lady Sansa" riuscì finalmente a dirle.

"Ma Ser Jaime è una Guardia del re, non può..." provò ad obbiettare la giovane, stordita.

"Il Cavaliere del Re ha trovato un modo per aggirare l'ostacolo" le rispose Tyrion, modulando dolcezza e amarezza con la voce.

"Si trova comunque prigioniero a miglia da qui, prigioniero di mio fratello!" ritentò, concitata. Sposare Jaime Lannister rappresentava il coronamento dei suoi peggiori incubi, superato forse dalla ripugnanza che avrebbe provato se fosse stata costretta a sposare lo stesso Folletto.

"Jaime è libero e si trova a circa due settimane da Approdo del Re. O almeno così dicono gli informatori di mio padre."

"Capisco." Con una compostezza che Tyrion non potè non ammirare, gli voltò le spalle, pronta a congedarsi da lui. "Lady Sansa" la chiamò "mi dispiace. Davvero."

"Non dovete dispiacervi, Lord Tyrion. Questo matrimonio è stato deciso da Re Joffrey, che io ammiro e servo fedelmente. Perché sono fedele al re che amo, mio Lord" e pronunciate queste parole, lo lasciò solo.
'Tu ci seppellirai tutti, Sansa Stark', pensò il nano, combattuto tra ammirazione e compassione.

 

Jaime Lannister e Brienne di Tarth erano giunti ad una sorta di tregua, nel corso del loro cammino. Una tregua data da una sorta di rispetto reciproco che ognuno si era guadagnato agli occhi dell'altro. Lo Sterminatore di re aveva salvato la guerriera in più di un'occasione, nonostante non fosse tenuto a farlo. La donna, per contro, si era mostrata di un idealismo affascinante e granitico, mostrandosi disposta a tutto pur di tener fede ad un giuramento e al proprio onore. Entrambi, da questo punto di vista, avevano molto da vendicare. Jaime doveva dimostrare che, nonostante la propria nomea e la macchia indelebile che portava, poteva essere un buon cavaliere. Brienne a sua volta indicata come una regicida, nonostante il proprio amore per Renly, doveva dimostrare il proprio valore e ripulire il proprio nome. E, se nel corso degli anni Jaime non si era neppure posto il problema e aveva scelto invece di sopportare tutto l'odio e il disprezzo degli altri cavalieri e lord, forte del proprio amore per Cersei; Brienne non aveva alcuna intenzione di farlo, anzi, aveva donato sé stessa e la propria spada al servizio dell'unica persona che le aveva creduto: Catelyn Stark. La loro condizione era così simile, eppure allo stesso tempo così diversa, tanto da avere il potere di far riflettere il più stupido dei Lannister, a detta di tutti.

"Siamo quasi in vista di Approdo del Re" borbottò Brienne, nel suo modo severo. Il cuore di Jaime sobbalzò, finalmente sarebbe tornato a casa. Da Cersei. Istintivamente, allungò il passo, rivelando la propria impazienza.

"Quando arriveremo, farò in modo di armarti e rifocillarti" rispose. "Mia guerriera" aggiunse sarcasticamente, solo per stuzzicarla. Lady Brienne aveva perso tutto il suo mordente, man mano che le miglia si assottigliavano. Probabilmente, pensava a quello che avrebbe detto a Lady Margaery, vedova di Renly.

"Fareste solo quello che avete assicurato a Lady Catelyn, quando avete giurato che avreste fatto tutto ciò che è in vostro potere per proteggere le sue figlie", si capiva chiaramente che non credeva possibile che lo Sterminatore di re sapesse mantenere la parola data. Nonostante tutto, Brienne di Tarth lo guardava ancora con diffidenza. Questa sua mancanza di fiducia irritava Jaime più del solito. Lo infastidiva che una donna che motteggiava un cavaliere lo ritenesse uno spergiuro.

"Non preoccupatevi, mia lady. Manterrò il giuramento" rispose piccato.

'Il fato è davvero ironico: ho reso storpio uno dei figli minori di lady Stark, le ho quasi ucciso il marito e sono sceso in battaglia contro il figlio maggiore. Fatto prigioniero, per guadagnare la libertà, le ho giurato che avrei protetto le sue figlie. E poi ci sono persone che dicono che la vita non è buffa.'

 

Sansa Stark raggiunse la sua stanza intontita, sconvolta e barcollante. Era grata a Tyrion Lannister, era sicura che né Cersei né Joffrey l'avrebbero mai preparata in privato, lasciandola in balia di una folla bramosa di godere della sua soffrenza. Così come avrebbero fatto il re e la regina madre, ovviamente. Appena entrata nella stanza, stranamente priva delle solite orribili guardie, si sedette sul letto. Aveva bisogno di stare sola e di rifugiarsi in quei rituali che avevano il potere di distrarla e mantenerla sana di mente, da quando la sua vita aveva cominciato ad andare a rotoli: fare il bagno, lavarsi accuratamente, scegliere gli abiti con attenzione maniacale e pettinarsi. Se si fosse mostrata come un'innocua bambolina, forse, l'avrebbero lasciata in pace. Fece chiamare Shae e le ordinò di prepararle il bagno. Una volta pronto, vi si immerse, la testa colma di pensieri orribili. Non poteva essere vero. Non poteva sposare Jaime Lannister, l'uomo che aveva catturato suo padre e l'aveva quasi ucciso. Il padre di Joffrey. Perché Sansa sapeva, ovviamente. Come tutti, a corte, fingeva di non aver sentito le voci e di essere completamente convinta della legittimità di Joffrey. E se questo era vero, se Joffrey era veramente figlio di Jaime Lannister, allora Jaime era anche l'amante di Cersei. La regina avrebbe fatto di tutto per allontanarla dal fratello. Si trovava in una situazione delicata. Sapeva che la sua stessa vita sarebbe stata a rischio, più del solito in quella città maledetta, se avesse sposato Jaime: la stessa Cersei avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per ucciderla. Forse avrebbe dovuto precederla, per non darle quella soddisfazione. Come le aveva mostrato la regina stessa durante la battaglia delle Acque Nere. Si immerse completamente, trattenendo il fiato. Se fosse morta in quell’istante, se si fosse uccisa e se tutti avessero saputo del suo dolore, era certa che gli aedi le avrebbero dedicato delle splendide ballate: la tragedia della giovane lupa, costretta a sposare un vile assassino, nemico mortale della propria famiglia e per questo, per evitare il dolore ed il disonore, si era suicidata, annegandosi durante un bagno. Ci sarebbe stata una sfarzosa cerimonia funebre, lacrime sarebbero state versate per la giovane infelice. Ma chi prendeva in giro? Se fosse morta, non sarebbe importato a nessuno, in quella città. Era lontana miglia dalle poche persone a cui importasse qualcosa di lei. Forte di quella consapevolezza, riemerse boccheggiando. Doveva tornare a casa. A qualsiasi costo, non aveva importanza quanto tempo ci sarebbe voluto.

 

"Shae sei sposata?", domandò Sansa, mentre Shae le acconciava i capelli per la cena. La donna prese a ridere nervosamente. Tutte le persone che avevano avuto modo di incontrarla, compresa Margaery Tyrell, avevano compreso o sospettato il suo passato. Tutte, tranne la giovane e candida Sansa.  

"No, mia signora."

"Ma c'è qualcuno che ti piace? Qualcuno che vorresti sposare?" la incalzò.

"Sì. Sì, c'è qualcuno" rispose infine, dopo qualche minuto di silenzio. Non vedeva ragioni per mentire a Sansa, ovviamente non avrebbe mai detto chi fosse quel qualcuno.

"Perché lo ami?" Aveva posto la domanda con circospezione e come se fosse, in definitiva, priva di significato.

"Cosa intendete con amore, mia signora?"

"Come... oh, non saprei... come quello cantato dagli aedi, trascinante e maestoso. Impetuoso, ma anche caritatevole. L'amore che porta un uomo a commettere ogni tipo d'azione per la donna amata e a votarsi per essa. Immagino."

"Non credo di essere mai stata innamorata, in questo caso, mia signora" le rispose Shae, indulgente. Sapeva che Sansa Stark, per le sue origini e per la vita protetta che aveva sempre condotto, nonostante fosse considerata pronta per il matrimonio, in realtà aveva ancora molto da imparare dalla vita.

"Ma allora perché vorresti sposarlo?" insistette. Proprio non capiva perché una donna come Shae, che non doveva sposarsi per accordi politici, si accontentasse di una vita priva d'amore.

"Perché è l'uomo più gentile che abbia mai incontrato. Perché mi fa divertire. E arrabbiare. Ma poi ha il potere di farmi preoccupare per lui. Perché si preoccupa per me."

Si bloccò per un attimo, pensierosa " Sì, perché si preoccupa per me. Nessuno l'aveva mai fatto prima."

Scese un silenzio imbarazzato, durante il quale Sansa si ritrovò a pensare che, forse, aveva sempre sbagliato tutto. Che non serviva per forza un principe per renderla felice. Forse.

"Ecco fatto, mia signora. Bellissima come sempre."




Angolo dell'Autrice: Rieccomi qua, con il capitolo vero e proprio. Spero di non essermi dilungata molto (anche se questa storia si sta allungando da sola, quasi per propria volontà. Ottimo) e che vi sia piaciuto. Se riscontrate errori o altro non esitate a farvi sentire. Per quanto riguarda le imprecisioni per quanto riguarda la successione degli eventi, vi rimando alla premessa scritta prima del prologo.
 

   
 
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