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Autore: hapworth    09/10/2019    0 recensioni
Sentiva il senso di colpa mescolarsi alla rabbia, il pentimento per il suo comportamento sconsiderato ed egoista. Suo padre aveva agito per il meglio, quando gli aveva chiesto di mandare via i suoi cani, gli unici amici che possedeva.
[Questa storia partecipa al “Writober” a cura di Fanwriter.it! || Questa storia partecipa alla challenge "Il fiore si nasconde nell'erba, ma il vento sparge il suo profumo" indetta da Torre di Carta]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ehilà! Sono tornata nel fandom con un'altra cosetta piccolina, stavolta su jc, il mio piccolo cuoricino preferito. E niente, è una missing moment in un momento ben preciso - quello in cui wwx e jc si sono appena conosciuti e jc lo caccia dalla stanza. Ho voluto scrivere un po' dei sentimenti che attraversano la mente del piccolo jc prima di essere ritrovato dalla sorellona.
Vi auguro una buona lettura!

hapworth

Questa fanfiction partecipa al "Writober" indetto da Fanwriter.it!
prompt: bosco || lista: ink
Questa fanfiction partecipa alla challenge "Il fiore si nasconde nell'erba, ma il vento sparge il suo profumo" indetta da Torre di Carta.
tabella: colori || fiore: rosa (bianca) || prompt: silenzio


Rimediare

 
«Vai via! Se ti rivedo, chiamerò un branco di cani per morderti!»

La rabbia che aveva provato quando quell'estraneo, in braccio a suo padre, aveva avuto il potere di far mandar via Amorino, Principessa e Jasmine, era ancora nel suo stomaco. Glielo faceva bruciare, eppure, in qualche strano modo, Jiang Cheng sapeva che era sbagliato sentirsi così: la sua jie era corsa fuori a cercare aiuto, prima di correre nel bosco e lui? Lui era rimasto immobile nel corridoio, incapace di fare qualunque cosa.
Sentiva il senso di colpa mescolarsi alla rabbia, il pentimento per il suo comportamento sconsiderato ed egoista. Suo padre aveva agito per il meglio, quando gli aveva chiesto di mandare via i suoi cani, gli unici amici che possedeva. Ma lui era stato orribile, usando la paura di Wei WuXian per cacciarlo via.
Si passò una mano sul viso, asciugandosi le lacrime, prima di recuperare le coperte di Wei WuXian e posizionarle di fianco alle sue; ci mise un po', perché erano pesanti, ma quando si ritenne soddisfatto sorrise. Poi, spinto dal desiderio di fare qualcosa – di rimediare ai propri errori – corse fuori verso la boscaglia che circondava il limitare del Pontile del Loto.
Dimenticò la lanterna, ma non volle darci peso, eccitato com'era alla prospettiva di redimersi: se avesse trovato lui Wei WuXian, si sarebbe scusato, sarebbero diventati amici e lo avrebbe fatto dormire nella sua stanza tutte le sere. Non importava se gli altri bambini lo odiavano, se aveva un carattere irritabile e se lo trovavano antipatico: A-Ying sarebbe diventato suo amico.
Arrossì, conscio di aver usato un appellativo troppo intimo, per una persona che aveva trattato male e che non era neppure ancora riuscito a trovare.
Rallentò il passo, continuando tuttavia a correre, guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa. Sentiva solo il rumore dei suoi passi sul terreno. E poi inciampò in una radice e ruzzolò in un buco.
La sua sorpresa fu vinta dal desiderio di piangere: aveva male alla testa e alle mani, non riusciva nemmeno a muovere le gambe. “Mamma, papà... jie...!”
Si raggomitolò di lato, affondando il viso contro le ginocchia. Non c'era neppure un rumore e, in qualche modo, la cosa lo spaventò più che rassicurarlo. Dov'erano gli animali notturni? Dov'erano suo padre e i suoi servitori, che cercavano Wei WuXian? Non sentiva neppure i loro richiami, né vedeva le loro luci.
Inghiottì a vuoto, cercando di pulirsi il viso ricoperto di terriccio, lacrime e graffi, ma ottenne solo l'effetto di farsi male, col bruciore che aumentava sia sugli occhi che sul viso. «Jie...» sussurrò, tra i singhiozzi sommessi. Poi dei passi e delle voci ed eccolo, il viso di sua sorella e quello di Wei Wuxian.
La chiamò, mentre lei lo rimproverava aiutandolo a uscire dal buco e, proprio come se il bosco avesse atteso quel momento, tutto riprese a girare e a essere normale. Non c'era più il silenzio, solo la consapevolezza di uno sbaglio a cui porre rimedio.

 
«C'è forse qualcosa che non hai ancora detto ad A-Ying?»
«... Mi dispiace.»

Fine
   
 
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