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Autore: Crateide    09/10/2019    1 recensioni
Un piede in fallo e Aurora si ritrovò riversa a terra, sul terreno umido, con in bocca il sapore amaro dell’erba. Restò immobile a piangere, chiedendosi cosa avesse fatto di male per meritarsi un destino così triste, così ingiusto e crudele.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aurora/Rosaspina
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Iniziativa: Questa storia partecipa al #Writober 2019 di Fanwriter.it.

Prompt: bosco (giorno 9).

Numero parole: 428.

 

 

 

 

Avanzava senza meta, annaspando fra l’erba e il fango, con i capelli d’oro arruffati e pieni di foglie, con gli abiti che si impigliavano fra i rami.

Aurora correva, senza sapere dove stesse andando, senza curarsi che forse Flora, Fauna e Serenella avrebbero impiegato pochi istanti per ritrovarla grazie alla magia.

Anche solo per qualche minuto, però, lei voleva restare sola con se stessa e illudersi di poter andar via da quella vita che altri avevano scelto per lei.

Un piede in fallo e Aurora si ritrovò riversa a terra, sul terreno umido, con in bocca il sapore amaro dell’erba. Restò immobile a piangere, chiedendosi cosa avesse fatto di male per meritarsi un destino così triste, così ingiusto e crudele.

L’aria le bruciava la gola a ogni respiro, mentre cercava di riprendere il contro di se stessa, di ridare ordine ai pensieri, di placare il tumulto dei suoi sentimenti.

Aveva vissuto sedici anni di menzogne. Sedici lunghi anni in cui aveva condiviso la casa con tre donne che non aveva mai conosciuto davvero, di cui aveva sempre ignorato la vera identità.

Tre fate. Tre fate!

Più ci pensava, più non riusciva a crederlo. Eppure... eppure era tutto vero, come era vero anche il fatto che lei fosse una principessa. La principessa Aurora, non la semplice contadina Rosaspina, ma una principessa vera e propria.

Aurora non aveva voluto ascoltare la propria storia, non tutta. Era fuggita, addentrandosi nel bosco nonostante il buio che avanzava. Avrebbe voluto incontrare di nuovo il giovane di quella mattina per chiedergli di portarla via con sé, in un posto dove nessuno l’avrebbe trovata. Invece, era sola.

Risollevò il capo, ancora stesa a terra.

La mia vita non mi è mai davvero appartenuta, è questa la triste realtà.

Altri avevano stabilito che vivesse lontana dai propri genitori e dai propri sudditi e addirittura che sposasse un principe sconosciuto che lei non amava.

Vorrei essere morta, si ritrovò a pensare, mettendosi in ginocchio e guardando l’abito sgualcito e sporco.

A un tratto venne pervasa dal desiderio di tentare davvero la fuga, ma la realtà la colpì con la forza di un pugno. Dove sarebbe potuta andare da sola? Non conosceva nessuno né tanto meno il mondo e i suoi pericoli.

Accettare il suo destino: non poteva fare altro. In fondo, non aveva altra scelta che piegarsi al volere di quei genitori lontani e sconosciuti e, poi, a quello del suo futuro consorte.

Aurora aveva solo sedici anni, era una ragazzina, ma aveva la sensazione che la sua vita invece di iniziare fosse in realtà già finita.

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice:

Ciao a tutti,

questa è la prima volta che scrivo in questo fandom e spero che la storia non lasci troppo a desiderare.

Ho voluto dare voce almeno ai pensieri di Aurora, che nel classico non ha voce in capitolo su nulla, tant’è che anche le sue battute sono ridotte all’osso.

Ci tengo a precisare che il personaggio di Aurora non mi è mai piaciuto, quindi questo è il primissimo esperimento che faccio su di lei, siate clementi!

 

p.s.: per chi fosse masochista volesse, QUI sul mio blog trovate tutte le altre storie scritte fino a oggi per il writober.

 

Senza alcuna pretesa,

Elly

 

 

 

   
 
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