Iniziativa:
Questa storia partecipa al #Writober 2019 di Fanwriter.it.
Prompt:
bosco (giorno 9).
Numero
parole: 428.
Avanzava
senza meta, annaspando fra l’erba e il fango, con i capelli
d’oro arruffati e pieni
di foglie, con gli abiti che si impigliavano fra i rami.
Aurora
correva, senza sapere dove stesse andando, senza curarsi che forse
Flora, Fauna
e Serenella avrebbero impiegato pochi istanti per ritrovarla grazie
alla magia.
Anche
solo per qualche minuto, però, lei voleva restare sola con
se stessa e
illudersi di poter andar via da quella vita che altri avevano scelto
per lei.
Un
piede in fallo e Aurora si ritrovò riversa a terra, sul
terreno umido, con in
bocca il sapore amaro dell’erba. Restò immobile a
piangere, chiedendosi cosa
avesse fatto di male per meritarsi un destino così triste,
così ingiusto e
crudele.
L’aria
le bruciava la gola a ogni respiro, mentre cercava di riprendere il
contro di
se stessa, di ridare ordine ai pensieri, di placare il tumulto dei suoi
sentimenti.
Aveva
vissuto sedici anni di menzogne. Sedici lunghi anni in cui aveva
condiviso la
casa con tre donne che non aveva mai conosciuto davvero, di cui aveva
sempre
ignorato la vera identità.
Tre
fate. Tre fate!
Più
ci pensava, più non riusciva a crederlo. Eppure... eppure
era tutto vero, come
era vero anche il fatto che lei fosse una principessa. La principessa
Aurora,
non la semplice contadina Rosaspina, ma una principessa vera e propria.
Aurora
non aveva voluto ascoltare la propria storia, non tutta. Era fuggita,
addentrandosi nel bosco nonostante il buio che avanzava. Avrebbe voluto
incontrare di nuovo il giovane di quella mattina per chiedergli di
portarla via
con sé, in un posto dove nessuno l’avrebbe
trovata. Invece, era sola.
Risollevò
il capo, ancora stesa a terra.
La
mia vita non mi è mai
davvero appartenuta, è questa la triste realtà.
Altri
avevano stabilito che vivesse lontana dai propri genitori e dai propri
sudditi
e addirittura che sposasse un principe sconosciuto che lei non amava.
Vorrei
essere morta,
si ritrovò a pensare, mettendosi in ginocchio e guardando
l’abito sgualcito e
sporco.
A
un tratto venne pervasa dal desiderio di tentare davvero la fuga, ma la
realtà
la colpì con la forza di un pugno. Dove sarebbe potuta
andare da sola? Non conosceva
nessuno né tanto meno il mondo e i suoi pericoli.
Accettare
il suo destino: non poteva fare altro. In fondo, non aveva altra scelta
che piegarsi
al volere di quei genitori lontani e sconosciuti e, poi, a quello del
suo
futuro consorte.
Aurora
aveva solo sedici anni, era una ragazzina, ma aveva la sensazione che
la sua
vita invece di iniziare fosse in realtà già
finita.
Angolino
dell’autrice:
Ciao
a tutti,
questa
è la prima volta che scrivo in questo fandom e spero che la
storia non lasci
troppo a desiderare.
Ho
voluto dare voce almeno ai pensieri di Aurora, che nel classico non ha
voce in capitolo
su nulla, tant’è che anche le sue battute sono
ridotte all’osso.
Ci
tengo a precisare che il personaggio di Aurora non mi è mai
piaciuto, quindi
questo è il primissimo esperimento che faccio su di lei,
siate clementi!
p.s.:
per chi fosse masochista volesse, QUI
sul mio blog trovate tutte le altre storie scritte fino a oggi per il
writober.
Senza
alcuna pretesa,
Elly