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Autore: Khailea    10/10/2019    0 recensioni
Dal testo:
"-E un'altra cosa...mi scusi molto per non averla avvertita subito...c'è qualcun'altro a cui ho chiesto aiuto...-
Questo sicuramente era un tasto molto più dolente. Preoccuparsi solo per sé era molto più facile, non conosceva le capacità del collega in questione e nemmeno la sua affidabilità, quindi la cosa iniziava ad esser più rischiosa del previsto.
-Posso sapere chi sia?-
-In verità non ne sono certo, ma ha la mia parola della sua assoluta forza. Non mi ha dato modo di sapere chi fosse, penso un mercenario.-"
(I personaggi usati appartengono al gruppo di role Werewolf's Shadow, si muovono all'interno del continente di Fiore, ambientazione di Fairy Tail, ma in un ambiente rivisitato ed inventato dal gruppo)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente, prima che il sole sorgesse, i due erano già pronti indossando gli abiti  che avevano comprato il primo giorno al villaggio del Sole, pronti per partire.
Ailea aveva letto rapidamente tutto il libro, trovando alcune informazioni utili.
Purtroppo non sull’ubicazione esatta dello scettro, ma su come trovarlo, ed avrebbero dovuto iniziare dalla cittadella delle guerriere del deserto.
Il duo si era svegliato poco dopo l’alba, godendosi quel breve momento in cui la temperatura del deserto si poteva quasi definire perfetta, nella sua capacità di riscaldare dolcemente la pelle concedendo comunque una piacevole brezza, ma non erano rimasti a lungo a godersela.
Ailea era riuscita facilmente a leggere tutto il libro, e dai pochi appunti veramente importanti aveva capito l’ubicazione della cittadella.
Era in una zona a sud-est del deserto, quindi quasi inabitata, ma tra le dune quelle donne erano riuscite a creare una forte civiltà.
Raggiungerla grazie ai loro poteri non fu difficile, ed una volta arrivati poterono subito vedere l’imponente muraglia che circondava l’intera città.  Solamente una grande arcata permetteva il passaggio, ma era sorvegliata da due donne alte quasi due metri, dalla scura pelle ed i corpi tonici e muscolosi. Erano vestite con delle particolari armature composte prevalentemente da grossi spallacci e gambali dorati, con una protezione verde muschio al petto che però s’interrompeva all’ombelico. Armate con scimitarre fissavano chiunque passasse con i loro occhi neri, e dello stesso colore erano i capelli tenuti legati.
Oltre l’arcata si potevano quantomeno vedere alcune delle abitazioni, basse e gialle avevano alle pareti numerose decorazioni e scritte in una lingua antica. La più grande aveva circa quattro piani, e vista la sua imponenza apparteneva certamente al capo di quel luogo.
Prima d’avvicinarsi i due si erano appostati in un’oasi non troppo distante dalla cittadella, ma abbastanza da non mostrare la loro presenza. Avevano potuto così analizzare la situazione, grazie sia alle ombre dell’uomo che non avevano rivelato trappole o simili, ed alla magia della Master, che aveva invece scoperto la presenza di un campo anti-magia nemica attorno alle mura.
Il suo principio era semplice, se volevi ingannare, derubare, ferire o semplicemente agire in maniera ostile contro qualcuno, la tua magia cessava immediatamente.
Non avrebbero quindi potuto cambiare identità a piacimento.
Stando a ciò che era riportato nel taccuino però entrare non era impossibile…se eri una donna.
-Io non avrò alcun problema ad entrare, tu tuttavia…-
Disse Ailea squadrando il compagno.
-Non ti lascerò andare a raccogliere informazioni da sola.-
Asserì l’altro sereno.
-In verità…penso dovrai travestirti.-
-Mh? Non possiamo usare la magia tra le mura.-
Ribatté lui non cogliendo l’idea dell’altra, ma ci volle poco non appena questa creò un abito femminile della sua taglia.
-No.-
Un uomo del suo rango, del suo prestigio, non si sarebbe mai abbassato a vestirsi da donna.  Ailea però non intendeva mollare l’osso, e gli si avvicinò.
-Andiamo, nessuno saprà mai che sei te.-
-Perché nessuno mi vedrà così mia cara.-
-E’ la scelta migliore.-
-Possiamo ucciderle tutte.-
Rispose l’uomo con un sorriso, facendo scivolare l’indice sul mento di lei.
-Uccidere un’intera civiltà solo per uno scettro. E’ esagerato perfino per te.-
-Mettimi alla prova.-
Continuò il Boss ridacchiando, ma negli occhi di lei c’era una rigida fermezza.
-Basteranno solo poche ore e non si accorgeranno di nulla, stando a ciò che ho letto quelle donne hanno un’antica tradizione ed attraverso le storie tramandano il loro passato. Dovremo solo ascoltare lo stretto necessario ed andarcene. E’ tutto di guadagnato.-
-La mia dignità non ci guadagna.-
Entrambi iniziarono a fissarsi senza più aggiungere altro, come se quella gara di sguardi potesse in qualche modo decretare un vincitore.
Alla fine però, Ailea, sospirando, socchiuse gli occhi quasi stancamente, giocando una delle sue ultime carte.
-Per favore…spogliati.-
Esternamente l’uomo poteva sembrare impassibile, ma un brivido d’eccitazione l’aveva scosso in una frazione di secondo, e prima che perfino lui potesse deciderlo le sue mani stavano già rimuovendo l’abito che indossava.
Alzando gli occhi al cielo Ailea gli lanciò contro la veste che aveva creato, nascondendo il rossore per l’imbarazzo. Tra tutte le cose che potevano funzionare proprio quella doveva andar bene…
-E’ sempre bello ricordare quanto tu sia abile nel manipolare la gente, vuoi darmi un altro assaggio?-
-Vestiti e basta per favore.-
Rispose la donna iniziando rapidamente ad allontanarsi per prendere fiato, sedendosi tra la sabbia.
Era quasi piacevole percepire quel calore sotto la pelle, anche se il sole non dava mai un attimo di tregua.
Lo stesso paesaggio aveva qualcosa di ammaliante, pur essendo un semplice deserto…
Quella tranquillità però venne interrotta da un improvviso squillo, proveniente dalla borsetta che Ailea portava con sé e nella quale custodiva i suoi oggetti.
Estraendo il suo lacrima cellulare lo attivò immediatamente, ricevendo così una chiamata da un suo caro amico, ovvero Daimonas.
-Ciao Ailea, come stai? La tua missione sta procedendo bene?-
Il lacrima cellulare era un piccolo apparecchio rettangolare, dotato di alcune icone sul proprio schermo e che permetteva di contattare chiunque anche da grandi distanze. Era un’invenzione relativamente nuova visto non aveva più di trent’anni, ma molto usata.
Daimonas era il suo migliore amico, con il quale oltretutto condivideva la propria casa assieme ad altre due persone a Rookbow. Il suo animo era gentile nei confronti delle persone a cui teneva, e soprattutto con lei aveva instaurato un solido rapporto basato sulla reciproca fiducia. Sapeva però anche essere un assassino freddo e calcolatore.
L’aveva sempre capita, e quando aveva potuto l’aveva aiutata e sostenuta.
-Ehi Daimonas. Va tutto bene, ormai sono quasi all’obbiettivo.-
-Ottimo, ero certa non ci avresti messo molto. Qui va tutto bene, dobbiamo solo cambiare divano visto che Lacie ha distrutto l’altro, ma per il resto…-
-Spero che questa pagliacciata porti a buoni risultati.-
Il Boss non si era accorto della chiamata, e così s’era semplicemente cambiato indossando una lunga gonna nera, delle scarpe tipicamente femminili con un leggero tacco, un top che, pur lasciando scoperto lo stomaco muscoloso, era stato confezionato in modo che sembrasse avere il seno, ed infine un semplice copricapo nei quali erano stati legati dei capelli finti.
Per il viso avrebbe dovuto indossare un fazzolettino per coprirlo a metà, ma per il momento lo teneva semplicemente in mano.
Nonostante il travestimento fosse più realistico del previsto la vista del Boss vestito in quel modo aveva un non so che di divertente, e seppur Ailea riuscì a non ridere qualcun altro non ce la fece.
-Ahahahahahaha….-
Appena la donna sentì la genuina risata dell’amico, più unica che rara, riagganciò immediatamente nascondendo il lacrima nella borsa.
Fortunatamente l’uomo non aveva sentito nulla, e la guardò aspettando un giudizio.
-Ahah ti sta bene.-
Tentò lei cercando di imitare una risata. Per tutta risposta l’uomo la superò, dirigendosi verso la città e nascondendo il viso sotto il fazzoletto.
-Muoviamoci.-
 
   
 
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