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Autore: Barbra    13/10/2019    0 recensioni
Questa fanfiction è un crossover tra l'Universo di Pokémon Adventures (il manga) e l'Universo di "Avatar, the Legend of Aang"/ "Legend of Korra". La storia si svolge, secondo la cronologia Pokémon, dopo gli avvenimenti di Sole e Luna. Secondo la cronologia di Avatar, dopo la morte di Korra e la nascita della sua successiva reincarnazione.
DAL TESTO: Il Maestro dell'Aria Meelo scese dalla tribuna dei giudici e si diresse verso la sedicenne senza una parola.
Era stato chiamato per controllare che la sua allieva non “sporcasse” la Prova dell'Acqua applicando tecniche del Dominio dell'Aria per tenere d'occhio gli avversari. Sapeva bene che la cieca, nel cui mondo non esistevano né forme né ombre, avrebbe usato il Senso del Sangue al posto del super-udito che i montanari le attribuivano. Tuttavia, non si aspettava uno scivolone così clamoroso da parte sua. || NOTA: canon-divergent || PERSONAGGI PRINCIPALI (non in elenco): protagonista OC, Sird (pg esclusivo del manga), Lunala, Giratina (Pokémon); Raava e Vaatu (Avatar). TERMINATA
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Arceus, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Manga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avatar e Pokémon'
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26. FOBOS



 
A Sinnoh




Silver era entrato nella Sede Galassia di Rupepoli senza che nessuna sentinella lo fermasse. Tutti gli androidi, tranne Jupiter, erano fuori uso. Cominciavano a raccogliere polvere ammassati sui pavimenti o appoggiati contro le pareti come inquietanti pupazzi estremamente realistici.
Silver passò oltre facendo attenzione a non toccarli, con un’espressione perplessa sul viso.
Poteva essere una trappola, ma l’istinto gli diceva che qualcosa non andava.
Da bambino era stato un ladro, all’occorrenza un topo d’appartamento, e non aveva perso l’attitudine, perciò senza l’aiuto di alcun Pokémon si era infilato nell’edificio da una finestra difettosa, rimasta semiaperta.
Gong aveva percepito i suoi passi quando ormai era già vicinissimo alla Sala Comando.
Per abitudine e per disperazione, tutti i Comandanti passavano lì senza far niente la maggior parte del loro tempo.
Più Silver procedeva, più si convinceva che la Sede fosse stata abbandonata in fretta e furia e messa fuori uso. Fu sorpreso nel trovarsi davanti, svoltato l’ennesimo angolo di un corridoio vuoto, il braccio teso di Jupiter. Gli puntava contro una pistola avveniristica, molto diversa dalle armi in commercio. Evidentemente non l’aveva riconosciuto, o semplicemente non si fidava ancora di lui.
Mars, che l’aveva seguita con calma, camminando, ancora una volta salutò il nuovo arrivato come se si conoscessero da sempre. «Cuginetto! Sei venuto da solo! Lo sapevo, che eri dei nostri!».






 
*






«E così…» cominciò la ragazza cieca, la Sensitiva che aveva lavorato per suo padre Giovanni. «Sird ha imbrogliato anche te…».
«Sì. Mi aveva completamente incantato».
Saturno replicò con una frase di circostanza: «Ah, le donne!».
Gong, che aveva appurato di essere incinta di lui, lo ignorò come faceva dal loro ultimo e più violento litigio.
«A me aveva dato a bere di essere mia amica. Entrambe veniamo da pianeti lontani… dove ci sono gli animali, al posto dei pokimon. Sembrava che mi capisse. Per fortuna, Zuko… Red, intendo... mi ha aperto gli occhi» confessò al ragazzo dai capelli rosso sangue.
Intanto, il Comandante Saturno la guardava storto. L'aveva pregata in ginocchio di abortire, non avrebbe voluto saperne del bambino, tuttavia non accettava la fine del loro breve rapporto. Lei, dal canto suo, non aveva gradito l'interferenza di Mesprit, il quale aveva dato per scontato che lei abortisse, perciò aveva deciso di proseguire la gravidanza.
Così Terra e Saturno avevano avuto un alterco, lei aveva sfoderato il suo Dominio a scopo dimostrativo e lui aveva risposto alla minaccia dicendo di avere un laser impiantato sottopelle in un dito. L'arma non aveva l'energia di un lancia-raggi, ma a distanza molto ravvicinata avrebbe potuto scindere una testa dal collo.
Gong era arrivata da un mese, aveva ricevuto la divisa e il titolo di Comandante, ma non era stata armata.
Saturno era drogato di videogiochi e aveva rifiutato di usare il misterioso laser su un bersaglio inanimato, era arrivato a ritrattare e negarne l'esistenza, perciò lei gli aveva dato del marmocchio e non gli aveva più rivolto la parola.
«Io non ho permesso a nessuno di aprirmi gli occhi» le rispose Silver. «E mi vergogno di aver commesso un simile errore. Sird è stata perfida con Red, ed è stata persino peggiore con mia sorella. L’ho perdonata solo perché mi aveva giurato di aver bisogno della vecchia Blue tormentata, ladra e truffatrice, perché Luna diventasse... Luna. Tutto ciò che le ha fatto, a suo dire, l'ha dovuto fare per impedirle di trasformarsi nella brava e serena figlia dei Leaf, su ordine indiretto di Arceus».
Le labbra di Gong sbiancarono sotto il rossetto scuro. Tentennò: «Non capisco. Luna era il mio Cosmog, no? Ed è morto... che cosa sarebbe diventato?».
«La Lunala compagna di Arceus. E lo è stata: Luna ha viaggiato nel tempo per essere riportata in vita da lui, senza ricordi coscienti del suo... “passato”. Ma sì, adesso è morta, e nessuno di noi si spiega come mai. Arceus avrebbe potuto salvarla, sia perché è più forte di Yveltal, sia perché ogni Leggendario riconosce la sua autorità. E invece...». Fece una pausa. Non trovava le parole per descrivere un comportamento del genere. Inoltre, non voleva parlare di Mew al Team Galassia. Mewtwo non glielo avrebbe mai perdonato.
Scosse la testa, pensieroso. «Non so perché la cosa mi sorprenda, dopo aver conosciuto Sird. Tale padre, tale figlia...».
Silenzio.
«Figlia...?» bisbigliò incredula la cieca. Lei e Silver non avevano mai parlato seriamente l'uno con l'altra. Non ne avevano sentito il bisogno. Ma Gong se ne stava pentendo: il ragazzo, senza volerlo, aveva raccolto mille informazioni interessanti. La monaca doveva informare Giratina al più presto, ma il drago non le avrebbe creduto se si fosse limitata a riferire.






 
Nel Mondo Distorto



«Sird è la figlia adottiva di Arceus. Lui l’ha rapita dal suo pianeta natale quando aveva cinque anni e fino a dodici l’ha tenuta a Sinjoh. Hanno litigato parecchio quando lei era adolescente, ma non tanto da arrivare ai ferri corti, tutt'altro. Per questo credo che Sird sia entrata volontariamente nell'esperimento di Uxie. Non so che cosa vogliano da me».
Giratina strinse gli occhi, come se fosse irritato. «È stato Yuksie a parlarti dell’esperimento?».
«No. È stato Mesprit».
«Piangeva?».
«No».
«Rideva?».
Gong, quando Mesprit aveva provato a corromperla, si era effettivamente sentita un po' presa in giro dai suoi modi e dalle sue chiacchiere.
Silver scosse la testa- «No. Mi ha spiegato tutto e mi ha restituito la collana rotta di Sird, quella che le avevo regalato dopo un paio di settimane che stavamo insieme, dicendo che lei se l’era strappata dal collo. Tanto, era metallo povero. Perché?».
«Se la storia dell’esperimento e dell’abbandono fosse vera, Mesprit te l’avrebbe raccontata piangendo. Se fosse stata falsa, presto o tardi avrebbe riso. È un pessimo bugiardo».
«Dunque?».
«Dunque, ti sei inventato tutto. Per venire qui a ficcare il naso. Sei una spia».
«Che cosa?! No, ti sbagli!>>.
Non poteva scappare, perciò Giratina se ne sarebbe occupato in seguito. Inviperito, se la prese con la monaca che l’aveva portato lì. «E tu… è così chiaro che...!». Un pensiero gli illuminò la mente col bagliore di una saetta e lo zittì. «O ti volevano morto, e in quel caso saresti comunque la vittima, o… Yuht Gwong, quando hai ucciso Mesprit, secondo il conto delle rotazioni terrestri?».
«Cioè, che giorno era? Era la notte tra il dodici e il tredici Novembre».
«Questo non è possibile» la corresse Silver. «È venuto da me la mattina dopo».
«Quello non era Mesprit. Era Azelf».
«Azelf?! Perché dici Azelf e non Uxie?» domandò sorpresa Gong.
«Non devi capirlo tu. Non c'è bisogno che voi sporchi umani capiate».
Silver non si offese. La cieca lo aveva avvertito del caratteraccio del demone, quando gli aveva proposto di incontrarlo. Giratina non gli aveva mai rivolto la parola, neppure per interromperlo mentre parlava, prima di interrogarlo per poi accusarlo di essere una spia.
Ma Valerie, che fino ad allora se ne era stata zitta e buona alle spalle degli altri due, batté un piede sul terreno roccioso e lo rimproverò: «Sei un grosso serpentone sciocco e cattivo!». Con le braccia conserte, gli voltò le spalle e se ne andò.
Silver la guardò perplesso, così come la Sawsbuck di Gong, Bella. Nessuno dei due si aspettava di incontrare una persona del genere tra gli alleati del Pokémon Ribelle. D'altronde, neppure Shan Yueguang sembrava una sacerdotessa nera.
Valerie era vestita da bambola di porcellana, i suoi lunghi capelli corvini erano lucidi e ben spazzolati, e nel suo vestito pieno di farpali dominava il rosa intenso. Incredibile che una creatura piccola e fragile come lei si fosse permessa di rimproverare il Signore del Mondo Distorto, e che lui non si fosse infuriato per questo.
Il dragone esitò, colto di sorpresa. Cambiò radicalmente atteggiamento: «Yuksie non mente mai, neppure sulla sua identità» spiegò. «Non ha quello che serve per concepire la menzogna. Non ha emozioni né volontà. Inoltre, lavora sui grandi numeri. I singoli individui non gli interessano, e non vedo quali nuove informazioni sul comportamento umano potrebbe ricavare da te, che non sei rappresentativo di nulla, neppure del sottogruppo delle vittime di rapimento nell’infanzia. La tua donna è in accordo con Azelf... che per noi è molto peggio di Yuksie».
Davanti agli occhi sbigottiti di Gong, Giratina era scivolato via per raggiungere la minuscola Valerie, ancora in cammino sulla lunga fila di piattaforme che andava formandosi di fronte a lei. Di tanto in tanto spariva e riappariva molto più lontana.
«Com'è che tratti lei come una porcellana e me come un coccio?!» gli gridò risentita la monaca. Poi lo seguì. «Guarda che il ragazzo non ha ancora finito. Gli avevo detto di stare zitto su una cosa perché non sapevo come l'avresti presa, però... ehi, mi ascolti?!».
Nella trama distorta di quell'emi-universo, il dragone spettrale e l'altra ragazza erano scomparsi.
Gong aveva chiesto a Silver di parlare di Sird prima che di Luna, sia perché reputava il presunto esperimento di Uxie più pericoloso e incombente dell'ormai avvenuto viaggio di Cosmog, sia perché si aspettava una reazione terribile alla scoperta del vero nesso tra le due creature che Giratina aveva ospitato per così tanto tempo nel suo territorio. Arceus si era fatto beffe di lui in un gioco incomprensibile, a cui il drago non sapeva di prender parte. Gli aveva mandato Cosmog e Lunala insieme nella speranza, forse, che lui uccidesse il primo al posto di Yveltal, semplificandogli il lavoro, dandogli una scusa in più per tormentarlo e salvandogli la reputazione.






 
A Sinnoh. Notte



Era buio. Non c'erano stelle, né un soffitto a coprirle. Silver camminava su un pavimento liscio che non poteva vedere. Il fulcro della scena era una donna dalla carnagione chiara come la madreperla e i lunghi capelli bianchi. Il suo corpo era stretto in un lungo abito blu notte dal taglio moderno. In piedi, rinchiusa in una teca di vetro, era troppo in alto per essere raggiunta. Muoveva le labbra senza che il giovane percepisse la sua voce. Di tanto in tanto, batteva col pugno sul vetro, e allora i colpi echeggiavano dappertutto in un vuoto sterminato.
Il ragazzo le si avvicinò e la guardò meglio: quando l'aveva incontrato la seconda “prima volta” aveva i capelli neri e gli occhi scuri. Quando l'aveva lasciato, aveva un occhio chiaro e delle ciocche bianche. Adesso, era tornata albina, pur mantenendo la sua ritrovata giovinezza. La donna era Sird.
Il suo perfetto pallore la faceva apparire spettrale, ma non gli era mai sembrata così bella.
E continuava a non sentire la sua voce.
Con un ultimo pugno, il vetro andò in frantumi e le schegge lo investirono.
La prigioniera saltò giù e gli atterrò davanti con la leggerezza di una piuma. Gli prese delicatamente i polsi nelle mani e il suo tocco li fece sanguinare. Gli accarezzò i palmi e il sangue cominciò a sgorgare ovunque le sue dita sottili lo avessero sfiorato.
Sembrava diventata muta. Non fu lei a parlare, ma una voce maschile e profonda che risuonava tutt'intorno.
«Argento, costei è mia sorella. Io sono Darkrai, l'Incubus. Malgrado la mia vicinanza sia sgradita alla vostra specie, porto un messaggio da parte sua. Lei non aveva altro modo per recapitartelo. Ho la tua attenzione?».
Silver guardò la donna bianchissima e muta davanti a lui. Gli aveva lasciato andare le mani, ma il suo sangue continuava a cadere, goccia dopo goccia, dalla cute ferita. Ne vedeva il rosso vivo nonostante il buio. Ai suoi piedi stava formando una pozza scarlatta.
«Sì. Dannazione, parla! Sbrigati! Mi sto dissanguando!».
Sird, o l'immagine di lei che il Pokémon Neropesto aveva proiettato nella sua mente, sorrise appena. Era un sorriso dolce, fuori dal contesto, ma a lei non importava niente del suo continuo sanguinare, né di esserne la causa.
«Stella è stata portata via con la forza, durante il vostro sonno, dall'entità che voi terrestri conoscete come Azelf. Lei non sa dove l'abbia portata, e neppure io lo so, perché posso raggiungerla soltanto in sogno».
Silver non gli credeva. Mostrò le mani rosse di sangue e i polsi feriti. «È stata lei a chiederti di farmi questo?!».
«No. Questo è ciò che tu pensi ti stia facendo».
Il ragazzo studiò la donna albina di fronte a lui. Le labbra increspate nel solito sorriso vago, lo sguardo quasi tenero sotto le ciglia bianche. Restava ferma come in attesa. In attesa della sua fine.
Silver non voleva immaginarla così. Si sentì in colpa, si vergognava per averla demonizzata a tal punto. Le si avvicinò di un passo e lei gli offrì quelle labbra pallide. Non gli avrebbe mai impedito di farsi del male. Mentre la baciava, lui sentiva il proprio sangue defluirgli dalla bocca nella gola. Lo stava soffocando.
Pregò di svegliarsi, ma l'incubo non lo lasciava andare. Le mani di lei si posarono sulle sue guance ferendogli il volto, il rosso del sangue si confuse nel rosso dei suoi capelli.
Finalmente, Silver si svegliò. Accese la luce, cercò nel letto e nella stanza, grigia e impersonale, per assicurarsi che quella cosa non lo avesse seguito. Aveva il fiatone, ma presto si calmò. Ricordava a malapena le parole di Darkrai. I sogni da lui generati non potevano essere che terrifici, perché a lui spettavano solo gli incubi, ma il Pokémon Neropesto era altruista e buono di cuore, cavalleresco a detta di sua “sorella”. Era difficile da imprigionare e dominare con la forza, ma vulnerabile alla manipolazione.
Silver era convinto che gli avesse riferito un messaggio fuorviante in buona fede: ora, sveglio e a mente lucida, non poteva più credere a nulla riguardo a Sird.
Aveva sottopelle il suo micro-chip, e il nuovo congegno si era integrato con il precedente conferendogli gli stessi poteri e le stesse autorizzazioni che Sird aveva avuto come Comandante Mercurius. Avrebbe ripristinato il Team Galassia, come Comandante Phobos, per usare il suo stesso esercito contro di lei. Quella donna glielo aveva offerto pensando che non avrebbe saputo farci niente. E non aveva torto. Ma il suo incontro con Giratina, il vero Giratina del Mondo Distorto, e non una sua copia temporanea generata da una macchina programmata per imitare Arceus di fronte ai comuni mortali, o rispondere ai suoi comandi a distanza, forse aveva cambiato le carte in tavola.

 
   
 
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