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Autore: Barbra    13/11/2019    0 recensioni
Questa fanfiction è un crossover tra l'Universo di Pokémon Adventures (il manga) e l'Universo di "Avatar, the Legend of Aang"/ "Legend of Korra". La storia si svolge, secondo la cronologia Pokémon, dopo gli avvenimenti di Sole e Luna. Secondo la cronologia di Avatar, dopo la morte di Korra e la nascita della sua successiva reincarnazione.
DAL TESTO: Il Maestro dell'Aria Meelo scese dalla tribuna dei giudici e si diresse verso la sedicenne senza una parola.
Era stato chiamato per controllare che la sua allieva non “sporcasse” la Prova dell'Acqua applicando tecniche del Dominio dell'Aria per tenere d'occhio gli avversari. Sapeva bene che la cieca, nel cui mondo non esistevano né forme né ombre, avrebbe usato il Senso del Sangue al posto del super-udito che i montanari le attribuivano. Tuttavia, non si aspettava uno scivolone così clamoroso da parte sua. || NOTA: canon-divergent || PERSONAGGI PRINCIPALI (non in elenco): protagonista OC, Sird (pg esclusivo del manga), Lunala, Giratina (Pokémon); Raava e Vaatu (Avatar). TERMINATA
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Arceus, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Manga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avatar e Pokémon'
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27. UXIE





Mars parlava, instancabile, da circa mezz'ora. Riportava fatti terribili come se fossero pettegolezzi. Raccontava a Silver ciò che era successo alle loro madri poco prima della loro nascita.
«Così tuo padre è venuto qui a Sinnoh a cercare i suoi futuri Generali. Ha scovato quel damerino di Archer e quel ratto pezzente di... di... come si chiamava...?».
«Petrel?».
«Sì! In ogni modo, tua madre l'ha incontrata più avanti. Ma non credo che tra i tuoi genitori ci sia stato chissà quale grande amore, mi dispiace se l'idea non ti va giù».
Silver scrollò le spalle. «In realtà non mi interessa. Non considero Ariana mia madre».
«Lo sapevo!» esclamò una voce alle loro spalle.
La punta di esultanza nella sua disapprovazione non aveva niente a che fare con le piccole tragedie familiari di Silver.
I due ragazzi dai capelli rosso sangue si voltarono simultaneamente.
Mars non sapeva chi aspettarsi. Silver invece sì.
Non si trattava di un poliziotto, né di una Recluta Rocket ficcanaso.
Era Mewtwo.
Fin da quando Silver si era presentato nella sua Grotta Celeste con il chip, inventandosi una spiegazione poco convincente, il Pokémon aveva cominciato a sospettare. Aveva esitato a lungo, perché non avrebbe voluto dare la caccia a un amico di Red e Yellow, poi aveva lasciato Mew da solo nel loro rifugio per mettersi sulle sue tracce. Aveva raggiunto le coste di Sinnoh e aveva ripreso il volo verso Rupepoli.
Ora, aveva visto ciò che voleva, o forse non voleva vedere. Continuava a scrutare Silver in attesa di una spiegazione. La sua stretta parentela con Giovanni era di dominio pubblico, ma in pochi li avrebbero identificati come padre e figlio senza conoscere la loro storia.
Il suo legame genetico con quella Comandante Galassia, invece, era evidente. Lei aveva gli occhi color ambra e lui grigio chiaro, ma quei due potevano essere davvero fratello e sorella: si assomigliavano molto più di quanto Blue assomigliasse a Silver. La divisa con gli stessi colori e lo stesso stemma esaltava la loro affinità.






 
*




Gong, ormai sull'orlo della nevrosi, rispose urlando: «Ti ho detto di no!».
Si era trasferita nella Sede Galassia di Evopoli durante la notte per toglierselo di torno. Lui però l'aveva raggiunta il giorno dopo.
La ragazza camminava a ritmo di marcia verso la sua camera mentre Saturno le correva dietro. «Ma dai! Finirai per lamentarti di essere gonfia come un pallone, poi urlerai per le doglie, e alla fine ti dispererai per le conseguenze del parto. Perché non vuoi usare una surrogata? Bryony, Aliana e quell'altra sono a tua completa disposizione, ora che Eris se n'è andata! È come se tu rifiutassi un...» alzò gli occhi sopra la spalla di lei e il suo sguardo parve perso nel vuoto. «...taglia-erba di ultima generazione per usare il falcetto...».
Gong aggrottò la fronte, perplessa. Non era sicura di aver capito bene. «Come, scusa?».
Saturno indossava un paio di occhiali leggeri dalle lenti blu. Il Comandante Oberon si era limitato a modificare i modelli indossati dai coordinatori del Team Flare per rendersi utile.
Il giovane se li sistemò mentre la sua ex ragazza, irritata dal suo silenzio, lo scansava.
«Beh, vuoi starne fuori?! Hai detto che il bambino non ti interessa!».
Lui, messa a fuoco l'immagine, cambiò repentinamente discorso: «Un Rotom Forma Taglio ha appena attivato le telecamere esterne. Sembra che voglia entrare. Di sicuro ci ha rovinato il prato».
«Cosa...?!».
«Gira i tacchi e andiamo nella sala comandi. Se Charon è evaso e quel Rotom è suo, per noi saranno guai».
«Charon era lo scienziato che era qui prima di Oberon? Non dovremmo andare verso l'uscita, per fermarlo?».
«Io vado nella sala comandi, tu va' verso l'uscita e prendilo a sassate».
«Ma che dici?! Bella non è pronta! E se poi Rotom la batte e mi falcia?!».
«Vedi? Da quando sei incinta, sei una paurosa».
Arrivati davanti sala comandi, la trovarono chiusa dall'interno. Saturno armeggiò con la leva per l'apertura manuale, bloccata. Gong stava per esercitare il suo Dominio sul metallo quando il pannello cominciò a scorrere da solo.
Nella stanza, anche stavolta, c'era un Pokémon dalle classiche fattezze aliene. Era un Beheeyem. Rotom, attivando le telecamere esterne, aveva cercato di attirare l'attenzione dei Galassia su di sé per permettergli di entrare più agevolmente.
L'alieno era penetrato fin nel cuore del covo satellite, meno protetto del quartier generale di Rupepoli, ed era rimasto affascinato dalle macchine della sala comandi. Così si era preso qualche minuto per esaminarle. Ma il vero scopo del loro viaggio così lungo era ricongiungersi all'umana che li aveva liberati dal loro vecchio padrone. Le informazioni raccolte e il loro istinto di Pokémon li avevano guidati nel posto giusto.




 

*




«Quindi il mio problema non è Sird. Il mio problema è Arceus. Non mi piace come ci sta trattando. È troppo tempo che ci prende in giro» concluse Silver.
Mars guardava il cugino come se si stesse annoiando. Sbadigliò.
Mewtwo rimase zitto. Era ancora irritato per l'imbroglio, ma le sue parole lo avevano fatto pensare. Lui non amava i despoti, sia umani sia di altre specie.
«La posizione di Arceus gli dà un vantaggio forse impossibile da recuperare, per noi. Tu che piano hai in mente?» domandò infine al ragazzo.





 
Una settimana dopo


Mewtwo, assieme ai Comandanti Terra e Saturno, aveva raggiunto le rive del Lago Arguzia. Circondato dalle nevi perenni, confinato su una piccola altura, quello specchio d'acqua non gelava mai. Le sue acque erano cariche di sale.
«Io torno dentro. Fa troppo freddo» sentenziò Saturn. Girò i tacchi e fece per rientrare nel grande velivolo che li aveva portati fin lì.
La voce contrariata del Comandante Phobos, Silver, gli rispose nell'auricolare. «Hai voluto l'operazione sul campo al posto mio. Perché? Te l'avevo detto di scambiarci: io non so fare il coordinatore».
Al contrario, Saturno odiava ogni tipo di lavoro all'aperto. Ma voleva tenere Gong lontana da Silver. Quando aveva sentito che Mars e Jupiter si sarebbero occupate del Lago Valore, perché nessuna delle due si sentiva in grado di lavorare con una novellina, aveva insistito per accompagnare Gong. Mewtwo era lì, a suo dire, per assicurarsi che non si distraessero a vicenda, mandando a rotoli l'intera operazione.
Inoltre, era lui che portava il nuovo dispositivo sperimentale che avrebbe consentito loro di non immergersi e affrontare tre avversari tanto temibili: il gelo, l'acqua e il Guardiano del Lago, Uxie. Era un'onta che non gli avessero permesso di occuparsene da solo.
La grotta emersa, ben visibile al centro del lago, era lì per distrarre i visitatori indesiderati. Sul fondale c'era invece una piccola grotta chiusa, di roccia dura. Lì riposava l'Essere della Conoscenza. Nelle simulazioni, la forza psichica di Mewtwo non era riuscita a demolirla, mentre il Dominio della Terra di Gong si era mostrato più efficace. Lei però non poteva o non voleva immergersi.
Per venirle incontro, Xerosic aveva unito la fantasia Flare alla tecnologia Galassia e aveva costruito in meno di una settimana una macchina in grado di attirare a sé le molecole libere allo stato liquido, assieme a solidi delle dimensioni di granelli di sabbia. Ricordava una grossa palla di piombo ma era leggera come un salvagente. Mewtwo si sarebbe limitato a buttarla al centro le lago poco prima della sua attivazione.
Il comando arrivò.
La grossa sfera cominciò a ruotare in senso antiorario e parve avvolgere a sé tutta l'acqua del lago mentre si alzava vero il cielo. La grande spirale d'acqua si ridusse a una strana elica liquida, mentre la sfera continuava a far risuonare il suo rumore continuo e sordo.
Il fondale era accessibile. Gli unici ostacoli erano dei poveri Magikarp boccheggianti nel fango, e qualche Psyduck che guardò perplesso l'acqua sospesa nell'aria e tagliò la corda.
Un'altra spirale d'acqua si formò sopra al letto del Lago Valore, rivelando lo stesso spettacolo.
Lì, anche la vera caverna del Guardiano era aperta. Mars, dopo aver avuto qualche problema a calarsi sul fondale fangoso, entrò e uscì in pochi secondi. «Qui non c'è nessuno. Neanche un biglietto».
«Ma dai...?!» mugugnò Silver. Aveva raccontato al resto del Team di aver incontrato Azelf solo pochi giorni prima. Lui non aveva motivo di tornare nel lago così presto. Jupiter però aveva insistito per controllare: il Pokémon, dopo essersi fatto vedere lontano da Sinnoh, poteva dare per scontato che non l'avrebbero più cercato nel Lago Valore. Ma i processi mentali di Azelf, nonostante la sua pericolosità, erano più semplici e lineari di quanto la Comandante volesse credere.
Sull'altro schermo, Gong aveva aperto la grotta con il Dominio della Terra.
Uxie non reagì all'intrusione. Dormiva supino sul fondale. Il suo piccolo corpo, ricoperto di una folta pelliccia grigia, era sporco di fanghiglia.
Gong era entrata nella grotta fidandosi del suo Senso Sismico, e stava per inciamparci quando Beheeyem la fermò.
Le trasmise telepaticamente l'immagine che il suo cervello, tramite i suoi occhi e alieni aveva ricostruito. Ma la sua nuova Allenatrice, nel Mondo Materiale, non era più abituata a vedere dal suo secondo anno di vita.
Perciò Beheeyem scompose il pacchetto di informazioni e lo mandò a centri diversi dalle aree visive.
Uxie era freddo, ma appena più tiepido della melma che lo imbrattava. Dentro di lui scorreva lentamente un fluido meno viscoso del sangue umano, mentre i suoi due cuori, molto piccoli, battevano asincroni ognuno una ventina di volte al minuto, nonostante le dimensioni ridotte del suo corpo. Lo tenevano incosciente, ma vivo. Stava abbandonando la respirazione subacquea per quella aerea.
Gong si chinò sul piccolo Pokémon esanime e tastò la sua maschera gialla. Lentamente, facendo attenzione a non svegliarlo, provò a togliergliela. Ma più tirava, più tentava di infilare le dita sotto quello che le pareva un elmetto dalla calotta rotondeggiante, più si convinceva che quell'accessorio fosse in realtà una parte della testa del Pokémon. La pietra rossa, le suggerì Beheeyem, doveva essere incastonata nell'osso frontale.
Perciò, come Mesprit, Uxie doveva essere ucciso. Rompergli la testa con un sasso sarebbe stato troppo brutale per una ragazza incinta come lei.
Rotom Taglio uscì dalla sfera e si offrì di passargli supra. Le sue lame erano molto più potenti di quelle di un volgare taglia-erba. Ma appena toccò terra, si impantanò con le ruote e riuscì solo a buttare melma sulla sua padrona. Nonostante il suo goffo zelo, lei lo ritirò all'istante.
Beheeyem non rise. Uxie aveva una gabbia toracica simile ad un'armatura, ma insinuarsi con una lama tra le coste per colpirlo al cuore sinistro, forse, sarebbe stato sufficiente.
Gong accolse il suggerimento. Trasformò uno dei suoi braccialetti metallici in uno stiletto.
Appena la lama gli penetrò nel petto, Uxie cacciò un grido soffocato e spalancò gli occhi dorati. Senza che Gong riuscisse a trattenerlo, si alzò in volo e fuggì dal suo rifugio divenuto trappola. Il suo sguardo incrociò gli occhi verde elettrico dell'alieno Beheeyem.
Il Pokémon Cervello reagì paralizzandosi. Tutti i suoi ricordi riemersero, colorati di un crescente senso di angoscia e paura. Era come se stesse precipitando e sapesse di essere destinato a schiantarsi.
I suoi pensieri corsero allo Spazio oltre l'atmosfera, con le sue incommensurabili distanze. Le vedeva contratte, il tempo era immobile. Quando quella piccola immagine dell'universo cominciò ad espandersi, ed il tempo ad accelerare, la sua mente andò in pezzi come vetro.
Riversò tutta l'aggressività nata da quella profonda paura sull'umana davanti a lui. Lei che forse l'aveva liberato, ma di certo non meritava di sopravvivergli. Penetrò con facilità nella sua mente giovane e cominciò a riscriverne i ricordi.
Loro, Beheeyem e Yue, erano arrivati lì insieme come padrone e serva. Vagavano da soli attraverso le civiltà aliene di quel pianeta sconosciuto. Le sfere rosse e bianche e le loro versioni di altri colori erano dispositivi di controllo. Doveva liberarsene, perché erano stati i nemici a mettergliele addosso. I nemici erano là fuori, in divisa.
Tutto il resto era falso: loro le avevano fatto il lavaggio del cervello.
Gong buttò nel fango la Pokéball di Rotom e quella vuota di Beheeyem.
Lasciò la grotta assieme al suo padrone.
Rotom uscì dalla sfera e li seguì, ma i due lo ignorarono come se non esistesse.
In volo, Uxie aveva cambiato forma, trasformandosi in un umanoide dalla pelle grigia e le lunghe ali dalle venature gialle, che fendevano l'aria generando un forte ronzio. Si premeva una mano sulla ferita sanguinante. Si era fermato tra il fondo del suo lago e l'acqua gelida che vorticava attorno alla Sfera Gravitazionale, esattamente all'altezza della riva.
In piedi davanti a lui, Mewtwo lo fissava come se meditasse di attaccarlo, ma non si muoveva. Poi abbassò gli occhi e guardò stranito Beheeyem e la ragazza cieca che camminava composta dietro di lui, seguita da un agitatissimo Rotom Taglio, nella conca del Lago Arguzia.
Fece comparire dal nulla il suo fidato scettro a cucchiaio e lo puntò contro la sfera rotante sospesa sulle loro teste. Se l'avesse distrutta, la ragazza incinta e i Pokémon nel lago sarebbero morti fulminati dalla potente elettricità di Rotom Taglio, prima ancora di affogare. E quella fine sarebbe stata migliore del futuro tetro che vedeva per tutti loro.
Giratina uscì da una frattura dimensionale alle sue spalle con la rapidità di un serpente. Lo schiacciò e lo immobilizzò sotto il suo peso, mentre la sua trasfigurazione si completava.
Uxie, indolente, si trovò faccia a faccia con lui. Le iridi dorate dei suoi enigmatici, celestiali occhi ciechi fecero rabbrividire il Pokémon Ribelle. Non mostravano sofferenza, né emozioni, né interesse per le creature in pericolo.
Giratina mosse istintivamente le ali d'ombra in avanti e proiettò su di lui i suoi aculei avvelenati con Ombrartigli.
Voleva solo toglierselo di torno.
Già debole, gravemente ferito, il Pokémon Conoscenza si dissolse. La sua maschera gialla cadde sul fondo prosciugato del lago e il drago si precipitò a recuperarla.
Mewtwo, dolorante ma libero, puntò ancora il suo cucchiaio gigante verso la sfera gravitazionale. Colpita da una potente energia psichica, la macchina cominciò a dare segni di cedimento. Poco prima che esplodesse, Giratina lasciò cadere la maschera di Uxie e afferrò Gong con la sua enorme bocca. La sollevò in alto con sé mentre l'acqua ricadeva tutta insieme su di loro e sotto di loro.
Mewtwo, come il pazzo che era diventato, si tuffò.
La scossa generata da Rotom si trasmise fino alla superficie, trasformando il lago in una trappola letale. Con la completa disintegrazione del Pokémon, la scarica cessò. I Goldeen e i Magikarp vennero a galla a pancia in su, immobili.
Gong scalciava e chiamava disperatamente Beheeyem.
Mewtwo riemerse aggrappato al suo fidato cucchiaio. Era più frastornato di prima, ma vivo.
Giratina posò a terra Gong e dedicò la sua attenzione a lui. In quello stato, era troppo pericoloso per essere lasciato libero. Il suo cervello si sarebbe liberato di ogni ricordo dopo tre giorni. Ma, con quel sovraccarico, non c'era speranza che il Pokémon recuperasse la ragione prima dell'amnesia.
La cieca si precipitò verso l'acqua. «Beheeyem!» chiamò. «Padrone!».
«Ma che padrone?!» domandò sprezzante una voce maschile alle sue spalle. «Vieni via! Sbrigati, prima che quei due...!». Il ragazzo aveva commesso un errore: l'aveva afferrata per la spalla. Lei gli agguantò la mano e rivoltandosi gli fece perdere l'equilibrio.
Saturno si trovò tra lei e le profonde acque gelide del Lago Arguzia.
La ragazza trasformò il suo guanto in una lama, la stessa che aveva trafitto Mesprit. La velocità con cui aveva ampliato la sua lista di vittime era preoccupante.
«Aspetta! Buona! Calmati! Ragioniamo...!» gridava il giovane cercando di trascinarsi lontano da lei.
Il suo Abra, un esemplare maschio di nome Ariel1, uscì di propria iniziativa dalla sua Pokéball. L'Allenatore non gli aveva mai dato l'attenzione che meritava, l'aveva fatto vivere all'ombra di Rhea e non l'aveva neppure addestrato bene, ma lui fece quello che sapeva fare meglio e lo teletrasportò lontano.











 
1Satellite di Urano




 




NOTA: ragazzi sto toccando un livello di stanchezza mentale mai raggiunto prima, questa cosa un po' è riposante per me però non c'ho (sì, scritto così) un gran tempo per starci dietro a modino, il che mi secca perché sarà una bischerata ma dopo tanti mesi ci voglio arrivare in fondo a questa storia qua. Scusate.
 
   
 
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