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Autore: Sakurahara    30/07/2009    0 recensioni
Sakura è una ragazza di dicassette anni che vive ad Osaka, in Giappone. Il suo passato è offuscato, l'unica cosa che sa è che i suoi genitori sono stati uccisi e che ora vive nella famiglia ammazza-vampiri del signor Hanamura.
Genere: Romantico, Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La giovane apprendista si svegliò di soprassalto. Aprendo gli occhi il paesaggio che le si stagliò davanti era diverso da quello che avrebbe dovuto vedere. Un lungo viale ciottolato si allungava ai suoi piedi, ornato dai meravigliosi alberi di ciliegio, così incantevoli durante il periodo dell'Hanami. Si alzò dalla panchina di legno, con le gambe ancora intorpidite dal sonno, e si diresse all'albero più vicino, allungando la bianca mano verso uno dei rami. Le sue dita sfiorarono caute i piccoli fiori rosa che erano da poco sbocciati. Era da sempre stata innamorata di quei fiori, i sakura. A quel pensiero ritrasse la mano e la poggiò su una guancia con aria triste. Ricordava bene quel lontano giorno in cui incontrò per la prima volta il signor Hanamura-san, suo padre adottivo. Aveva un'aria allegra quando la accolse a casa sua; non poteva dimenticare i suoi occhi bruni stracolmi di gioia nel vederla arrivare così piccina e così bisognosa di affetto. Si ricordò la prima cosa che fece per farla sorridere: le mise fra i capelli una ghirlanda di fiori di ciliegio dicendole: "Questi fiori saranno ancora più belli se incorniceranno un visino dolce come il tuo". Fu per quel motivo che Hanamura-san acconsentì alla sua assurda richiesta di farsi chiamare Sakura. Sakura sorrise a quel dolce ricordo, arrossendo un poco sulle guance. Un soffio di vento spirò tra le fronde degli alberi facendo cadere sulla sua scura chioma alcuni petali rosa. Ma Sakura non si dette pena di scrollarseli via, le piaceva così. << Sakura-chan! >>, sentì chiamare da lontano. Si voltò verso la panchina su cui si era addormentata e scorse la figura slanciata di suo fratello maggiore, Shinji. Il suo viso rifletteva la luce interiore che si portava dentro fin da quando erano bambini. Quel ragazzo sorride sempre, pure quando è triste, pensò Sakura aspettando che il fratello si avvicinasse. << Hai fatto un bella dormita, Sakura-chan >>, continuò Shinji con un sorriso stampato sulle labbra scarlatte, una volta arrivato dalla ragazza. << Ero un po' stanca. Mi dispiace di averti lasciato solo per tutto questo tempo >>, rispose la giovane abbassando lo sguardo e arrossendo di vergogna. Come aveva potuto lasciare Shinji da solo, proprio oggi che dovevano passare la giornata insieme; una delle rare volte che capitava di avere un po' di tempo libero dalle lezioni che impartiva loro il padre. << Non ti preoccupare, onee-chan; perlomeno ho avuto un po' di tempo per farmi una passeggiata >>, la rassicurò affettuosamente. Era sua abitudine tentare sempre di rimpicciolire i fatti, più che altro per timore di arrecare fastidio o dolore nelle persone che amava. Ma Sakura insistette, poiché conosceva bene il fratello. << Nii-san, se questo ti ha arrecato dispiacere ti prego di perdonarmi; non era mia intenzione... >> << Lo so >>, la interruppe dolcemente. << E' un periodo difficile per tutti e due. Le lezioni occupano molte ore durante il giorno, a volte ci tolgono anche il sonno. Più che altro sono contento per te che sei riuscita a riposarti un poco >>, finì sorridendo di nuovo, mentre la sua mano stringeva quella della sorella. << Ma guarda, ti donano proprio questi fiori, Sakura-chan! >>, esordì, indicandole i capelli cosparsi di petali rosa. La ragazza arrossì e fece per scrollarseli di dosso anche se a malincuore. Ma Shinji le fermò la mano in tempo e le disse: << No, stai bene così >>. Sakura sorrise. Adorava suo fratello come si adora una divinità. Shinji era il figlio legittimo di Hanamura, rimasto senza madre all'età di tre anni, un anno prima che Sakura entrasse nelle loro vite. A quanto sapeva, lei era la figlia di un vecchio collega di Hanamura, nonché suo migliore amico, e Hanamura aveva richiesto esplicitamente di accudire egli stesso la piccola. Aveva quasi due anni quando vide Shinji per la prima volta. Si ricordava dei suoi folti e disordinati capelli verdi, dei suoi occhi ambrati così intensi, ma più di tutto il resto, si ricordava alla perfezione il suo sorriso accecante, pronto a sollevare il morale di chiunque ci posasse lo sguardo. Erano sempre andati d'accordo, come se fosse destino che si incontrassero. A volte la gente li scambiava per fratelli di sangue, talmente era forte il loro legame. Con un solo sguardo riuscivano a capirsi, quasi comunicassero telepaticamente. Sì, era proprio destino..., pensò in quel momento Sakura, incamminandosi al fianco del fratello.
  
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