Scar

Sansa non dorme più sonni tranquilli.

Quasi ogni notte, ripensa all’aggressione subita e si rivede lì, in quel vicolo cieco e lercio, colle vesti strappate e la paura a infiammarle le membra e la gola.

Si sveglia tra urla e pianti e l’assordante silenzio è l’unico testimone del suo tormento. Gli occhi, pieni di terrore, scrutano l’oscurità alla ricerca dei fantasmi di quei popolani.

Quel giorno, nessuno si è curato della mia sorte.
Nessuno tranne lui.
Devo la vita a Sandor Clegane.
Mi ha salvata.
Mi ha protetta.
Ma quegli animali mi avevano già ferita.

Non tutte le cicatrici sono marchi sulla pelle. Alcune sono segni invisibili che sfregiano l’anima.

*

L’angolino della scribacchina
Questa drabble mi ha dato un po’ di problemi in fase di stesura, perché l’argomento è tremendamente attuale e delicato e il rischio di cadere nel banale o nella vuota retorica è alto.
Spero di aver affrontato la questione nel modo più rispettoso possibile.

Grazie a chi ha letto, commentato, condiviso sui social e inserito la raccolta nelle liste speciali.

À bientôt!

Midnight Sunflower