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Autore: __Talia__    14/10/2019    9 recensioni
Isabella era una ragazzina sciocca ed innocente la prima volta che aveva visto Dean Winchester, e lui aveva sperato di trovare un angolo di normalità con lei.
Sono passati 3 anni; Isabella è stata costretta a crescere e Dean ha capito che le distrazioni non sono più concesse. Eppure la prima volta che si sono visti vecchi sentimenti e nuovi rancori hanno invaso le anime del due ex amanti, che non sono più gli stessi. Dopotutto Isabella era cambiata, ora inseguiva una vendetta che l'avrebbe, forse, portata alla distruzione mentre Dean aveva superato troppo dolore ed orrori indicibili per pensare che ci possa essere un lieto fine alla sua vita.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Dean

<< A me sembra una normalissima vedova. >> Disse la ragazza, uscendo dalla casa della signora Rewine. Non aveva tutti i torti; la quarantenne aveva parlato con loro per un'oretta spiegando quello che era successo a suo marito, morto ormai da sette mesi, al quale era seguito il trasferimento in un'altra città perchè non riusciva più a vivere nella sua vecchia cittadina natale. Non c'era odore di zolfo, non c'erano luci che tremavano e quella donna emanava una naturale simpatia.

<< Anche a me. >> Mormorò Dean entrando in macchina in direzione motel, arrivandoci in pochi minuti. Era frustrante non riuscire a capire cosa stava succedendo in quella cittadina ed era chiaro che qualcosa non andasse e che quel qualcosa era di origine soprannaturale. Si sentivano impotenti perchè sembrava che qualcosa sfuggisse sempre al loro controllo e alle loro ricerche. Per non parlare del fatto che anche loro sembravano essere colpiti da quella sorta di sortilegio; sia lui che Isabella continuavano a punzecchiarsi, continuavano a lanciare stilettate per poi andarsi a scusare una volta che il danno era stato fatto. 

<< Non sarà lei, magari c'è qualcun altro. >> Riflettè Sam cominciando a salire stancamente le scale venendo seguito da Isabella che subito si infilò nella loro camera, le dita che continuavano ad intrecciarsi nei capelli, scompigliandoli e pettinandoli. Erano nervosi, tutti. Dean non era mai stato bravo a mordersi la lingua ed ora stava facendo doppia fatica. Non voleva far soffrire nuovamente Sam o la cacciatrice. Non gratuitamente.

<< Sul diario di papà c'è scritto qualcosa? >> Domandò al fratello che stava sfogliando le pagine lentamente, in maniera quasi sacra. Era sempre così quando si parlava di papà, sopratutto ora che mancava. Le sapevano ormai a memoria, quelle pagine ingiallite e scritte in calligrafia quasi indecifrabile, e continuavano a tenerlo tra loro sopratutto per il ricordo di John, per ricordarsi di quell'ultimo sacrificio che aveva fatto per loro. Dean girò il capo, andando a guardare Isabella che aveva acceso il computer, la luce fredda dello schermo la illuminava debolmente; lei sapeva che suo padre era morto? Sapeva il perchè? Ancora ora lui si sentiva in debito. Forse le avrebbe fatto piacere saperlo visto che lo aveva conosciuto; certo aveva conosciuto la parte più gentile di John, lui era sempre stato carino con lei, gli era sempre piaciuta, nonostante non avesse incoraggiato quella relazione.
 

Entrò dentro il motel dopo un pomeriggio ed una cena passati con Isabella, il cuore ancora gonfio di quel sentimento nato da poco e praticamente sconosciuto al cacciatore. Aveva salutato la ragazza davanti alla porta, portando le labbra sulle sue, baciandole e tenendola a sé con forza, le dita infilate tra quei capelli corti che lo facevano impazzire, il profumo della pelle chiara della ragazza che si infilava tra le sue narici con prepotenza, facendolo impazzire. Aveva faticato a salutarla, a lasciarla andare, pur sapendo che avevano ancora qualche giorno da passare insieme.

<< è molto carina... >> Disse una voce dietro di lui, facendolo girare di scatto, la mano destra posata sulla pistola che portava ormai sempre con sè. Dean non si aspettava di trovare gli occhi scuri e profondi di suo padre. John era seduto su una poltrona, le braccia appoggiate ai braccioli ed il volto stanco, le gambe allungate e la maglia sporca di sangue.

<< Forse un po' troppo giovane, ma sembra una brava ragazza. >> Continuò lui, alzandosi dalla sedia con uno scricchiolio, andando alla finestra, scostando la tenda, forse per guardarla ancora. Il biondo non sapeva cosa dire, la sua bocca era diventata incredibilmente asciutta, impastata, sabbiosa. John probabilmente aveva capito ormai da tempo cosa stava passando per la mente del giovane figlio, ma aveva sperato che fosse semplicemente uno sfogo passeggero. Dopotutto Dean era poco più di un adolescente e tutti sapevano quanto potessero essere impazziti gli ormoni a quell'età.

<< Sicuro che sia...normale? No demone o strega? >> Domandò ancora, questa volta girandosi per guardarlo negli occhi intensamente. Isabella una strega? O un demone? No, Dean sapeva che era umana, ma non aveva neanche mai fatto accertamenti...dopotutto che demone avrebbe preso di mira qualcuno della sua stessa specie? E poi l'aveva vista prendere in mano argento, ferro, sale...

<< Sì signore, sono sicuro. >> Rispose Dean, lo sguardo basso che faceva chiaramente vedere vergogna. Era stato colto da suo padre in fallo; certo John sapeva perchè lui voleva stare lì, ma il ragazzo sapeva benissimo che tutto ciò era stata una concessione straordinaria da parte del suo vecchio. John emise un espiro lungo e profondo, quasi dolorante. 

<< So che non...so che non dovrei...>> Balbettò il ragazzo cercando di trovare le parole giuste. Sapeva, sapeva dannazione che non era sicuro e che non poteva permetterselo, ma perchè? Perchè non poteva avere un angolo di felicità? Perchè non poteva essere egoista per una volta? Passava la sua vita a salvare gente che neanche lo ringraziava, perchè non poteva essere un ragazzo normale per due settimane ogni quattro o più mesi? John sospirò nuovamente, le dita che artigliarono il mento, grattando la barba dura e sale e pepe che ormai adornava anche le guance. Poteva leggere dispiacere in quello sguardo, o forse Dean sperava solamente di trovarlo.

<< Se non fosse per il nostro mestiere...per la nostra vita, lei sarebbe stata una compagna perfetta per te, figliolo... >> Mormorò il suo vecchio, la voce bassa e dolorante, lo sguardo dritto negli occhi del figlio. 

<< Forse però...ora è meglio che cominci ad allontanarti. Lo dico per te, Dean, ed anche per lei. Non voglio che tu soffra per qualcosa, o qualcuno, che non potrai mai avere. >> Continuò John andando a posare una mano sulla spalla del figlio in quella che doveva essere una pacca fraterna, una carezza gentile. Dean non riuscì a dire nient'altro, non riuscì neanche a pensare a niente. La gentile concessione del padre sembrava finita, ma lui non era ancora pronto a dire addio ad Isabella, non era ancora pronto a privarsi di quelle labbra e di quel corpo, di quella risata che gli scaldava il cuore. Non era pronto e nella sua mente, per la prima volta dopo anni, stava affiorando l'idea di disobbedire.

 

<< No, niente di simile. >> Disse Sam mentre si avvicinava ad Isabella guardando anche lui lo schermo. A volte quando guardava Isabella poteva capire le parole del padre; neanche lui avrebbe voluto farla soffrire, ma l'aveva ormai fatto più e più volte. Il cacciatore sospirò pesantemente prima di guardare davanti a sé. Avevano due modi differenti di lavorare, loro usavano sopratutto il libro di loro padre mentre lei cercava le sue informazioni in giro e credeva a cose che loro mai avevano visto.

<< Vado a prendere una cosa in camera... >> Disse improvvisamente Isabella uscendo di corsa tornando dopo mezzo minuto, in mano un diario dalla copertina nera e un grosso pentacolo su di essa.

<< Dove lo hai trovato? >> Chiese Dean riconoscendolo subito. Era un diario di un cacciatore, così come lo era quello di suo padre. Non l'aveva mai visto tra le mani di Isabella e non aveva neanche mai pensato che lei potesse averne uno, dopotutto era cacciatrice da quanto? Mesi? Anni? Neanche questo sapeva...

<< Era del cacciatore che mi ha insegnato tutto quello che so. >> Disse lei, tagliando un po' corto, la voce che si era incrinata in maniera quasi pericolosa. La vide sfogliare le pagine lentamente, con minuzia e con delicatezza ed il giovane potè notare una calligrafia tondeggiante ed ordinata inframezzata ad una scrittura disordinata e spigolosa. La ragazza continuò a sfogliare e Dean notò anche che il diario era pieno di disegni scuri e dettagliati, una cosa decisamente inusuale. Suo padre aveva disegnato simboli e rituali, ma mai demoni o esseri.

<< Li hai fatto tu? >> Domandò guardando il diario da sopra la spalla della giovane, sbirciando con curiosità. Isabella si limitò ad annuire prima di fermare le sue ricerche.

<< Pruslas. >> Disse infine lei, indicando il nome con l'indice lungo ed affusolato.

<< Duca dell'Inferno. >> Continuò Isabella, un sorriso soddisfatto dipinto sul volto. Avevano sentito parlare di lui, ma non erano mai riusciti a stanarlo in tempo.

<< Si nutre delle anime e della rabbia delle persone che sono in dissenso tra loro... >> Lesse Dean continuando a sbirciare il diario. Stava ancora a pensando a ciò che la mora che aveva detto prima; era il cacciatore. Ciò voleva dire che era morto. Un moto di gelosia lo attraversò all'improvviso; qualcuno gli aveva insegnato a sparare, a combattere, a fare le ricerche e si riscoprì geloso di quella persona perchè sembrava aver creato un legame con Isa, un legame abbastanza forte da intristirla al solo pensiero. Perchè Dean sapeva che quel qualcuno sarebbe potuto essere lui se solo avesse accettato l'unica richiesta che lei aveva fatto in cinque anni. Se solo avesse avuto il coraggio di andare contro suo padre...

<< Dice come sconfiggerlo? >> Chiese Sam alzandosi per vedere anche lui il diario che la giovane aveva in mano, guardandolo con curiosità. Avevano visto diversi diari come questo; c'era quello di loro padre, quello di Bobby, ma loro non avevano mai avuto la pazienza e la passione di annotare tutte le creature che avevano sconfitto. Eppure quel diario era strano, era differente da tutti quelli che avevano visto e Dean era sicuro che fosse anche grazie ad Isabella che aveva sempre avuto un grande lato artistico.

<< No, qua dice che non sono mai riusciti a trovare il modo, Pruslas se ne è semplicemente andato dalla cittadina dopo aver ucciso tutti coloro che stavano in quel territorio. >> Spiegò Isabella, improvvisamente più triste. Avevano scoperto chi avevano di fronte, ma non avevano ancora idea di come fare a farlo fuori e questo non aiutava di certo. Dean guardò fuori dalla finestra, notando improvvisamente che era diventato buio. Una giornata praticamente sprecata tra battibecchi e bisticci.

<< é meglio pensarci a stomaco pieno. >> Disse improvvisamene il biondo sentendo solamente in quel momento lo stomaco brontolare in maniera rumorosa. Scesero tutti le scale e andarono nel pub a fianco del motel ordinando tre panini che arrivarono subito, unti e deliziosamente grassi, che accompagnarono con una bella birra chiara. I tre al tavolo erano taciturni, avevano paura di dire qualcosa che avrebbe potuto offendere uno dei compagni di caccia ed intorno a loro sentivano persone urlare e scornarsi continuamente, segno che la forza del demone si stava rafforzando sempre di più. Sembrava una situazione al limite tanto che a Dean sembrò che i loro battibecchi fossero solamente litigi poco animati in confronto a ciò che la gente si urlava nel pub. Mangiarono in silenzio mentre lui continuava a sentirsi uno sguardo pressante sulla schiena che lo costrinse poi a voltarsi trovando lo sguardo scuro di una ragazza che, non appena lui la guardò, gli sorrise. Era una bella ragazza dagli occhi da cerbiatta e capelli ricci e biondi, sembrava avere anche un bellissimo fisico con un bel seno sodo messo in bella vista dal top scollato nero. E stava sorridendo, anzi no! Lo stava guardando e stava sorridendo a lui. Come poteva farsi sfuggire un bocconcino del genere? Il biondo si ripulì il viso col tovagliolo prima di sorridere agli altri due commensali ed alzarsi, attraversando la sala per andare da quella giovane, cominciando a conversare in maniera amorevole ed amichevole finendo per strapparle il numero di telefono. Dopotutto chi poteva resistergli? E perchè mai dovevano farlo? Dean sapeva di essere un bell'uomo, sapeva di avere una certa influenza sul sesso femminile, quindi perchè non utilizzarlo questo fascino? Tornò al tavolo soddisfatto e trionfante, un grosso sorriso sul volto mentre faceva notare al fratello la sua impresa. Era una cosa che faceva sempre e Dean sembrava quasi essersi scordato della presenza di Isabella, che lo guardava furioso.

<< C'è qualcosa che non va? >> Domandò lui guardandola attentamente. Sapeva che era arrabbiata, si era reso conto che l'aveva ferita quello che aveva appena fatto, ma l'aveva fatto lo stesso. Quelle erano diventate le sue abitudini ora e non voleva cambiarle.

<< Hai anche il coraggio di chiedermelo? >> Rispose lei cominciando ad alzare il tono di voce che però non risultava mai stridula o sgradevole. Sembrava indignata.

<< Non capisco perchè devi essere incazzata con me. >> Rispose nuovamente lui, stanco di litigare, cominciando ad appallottolare un fazzoletto di carta per poi buttarlo sul tavolo con stizza facendo ridere nervosamente la giovane che si guardò attorno, le labbra ridotte ad una fessura, le dita delle mani serrate fino a far sbiancare le nocche.

<< Potresti almeno avere la decenza di non provarci con le ragazze davanti a me. >> Disse lei spostando una ciocca di capelli che le era caduta sul viso e quanto adorava quando faceva così! Un gesto per lei così naturale, ma che la faceva apparire ancora più affascinante, ancora più sexy e desiderabile.

<< Ti da fastidio? >> La sbeffeggiò, un sorriso strafottete sul viso, il corpo proteso verso quello di lei, tanto da riuscire a sentire chiaramente il suo profumo. Fu quello a far uscire la ragazza di testa. Isabella spinse via il tavolo verso Dean con stizza ed il biondo si ritrovò incastrato tra il tavolo e il divanetto su cui era seduto.

<< A te da fastidio se una persona si avvicina a me o anche solamente mi guarda più di tre secondi e io dovrei rimanere a guardare mentre tu ci provi spudoratamente con qualsiasi essere vivente di sesso femminile? >> Chiese lei incredula ed incazzata, senza nemmeno respirare, gli occhi verdi improvvisamente vivi e ardenti. La vide alzarsi e dirigersi verso l'uscita, ma non voleva lasciarla andare via così, non con lei che aveva l'ultima parola. Il cacciatore spinse via il tavolo con facilità, si alzò e corse verso di lei prendendole il polso con meno gentilezza di quanto avesse voluto. Non aveva ancora finito di parlare. La vide girarsi verso di lui, il volto ancora scuro e gonfio a causa delle percosse ricevute, ma ciò non lo fermò e la sua lingua si mosse praticamente da sola.

<< Non stiamo più insieme tesoro... >> Sputò lui guardandola dritta negli occhi. Non avrebbe mai voluto dire quelle parole e lo ferirono gli occhi improvvisamente lucidi della ragazza. Sapeva benissimo dove colpirla, sapeva cosa le faceva male e cosa le dava solamente fastidio e lui aveva puntato a ferirla duramente, a colpire quella cicatrice ancora aperta e sanguinante. La reazione non tardò ad arrivare e Dean si ritrovò con il volto girato e una guancia in fiamme che andò poi a massaggiare.

<< Sei solo uno stronzo. >> Gemette lei prima di andarsene, uscendo dal pub sbattendo la porta dietro di lei. Rimase immobile per qualche secondo, le parole di Isabella che gli ronzavano nella testa, la guancia che bruciava. Se doveva essere uno stronzo, allora, poteva almeno esserlo fino in fondo. E con quel pensiero Dean cominciò a guardarsi intorno alla ricerca della ragazza bionda per cui aveva appena litigato, non trovandola. Solo dopo minuti tornò al tavolo, tranquillo, trovando però lo sguardo sbarrato, sconvolto e impietrito di Sam.

 

Al mattino si svegliò dolorante e con un profondo senso di colpa. Aveva tradito Isabella, l'aveva fatto con delle parole che lei mai avrebbe voluto sentirsi. Si stropicciò il volto ricordando l'espressione trista della mora, le labbra che tremavano e gli occhi lucidi. Si tirò a sedere sul letto, portando una mano a stropicciare gli occhi, cercando di cacciar via quell'immagine. 

<< Sei ti senti una merda...lo sei. >> Disse Sam con voce dura. Era davanti al computer, la luce blu lo illuminava debolmente e aveva profonde occhiaie sotto gli occhi rossi e cinque lattine di bevande energetiche attorno. Poche volte l'aveva visto in quelle condizioni e, solitamente, non era mai un buon segno.

<< Hai dormito? >> Chiese il maggiore, la voce impastata dal sonno e dall'alcol. Una guancia gli faceva tremendamente male, pulsava ed era calda. Non sapeva neanche se quel dolore era realmente dovuto allo schiaffo. 

<< No, vorrei che questa situazione finisse, sta diventando insopportabile. >> Rispose Sam sistemandosi i capelli scuri. Poteva immaginare che ciò non fosse facile per lui, sopratutto perchè non poteva fare niente se non dire a loro due di smetterla, ma era troppo gentile per farlo. Lui avrebbe assistito ai loro litigi, alle loro sfuriate e ai loro battibecchi senza dire una parola. 

<< Anche io... >> Mormorò il biondo alzandosi dal letto, trovando subito lo sguardo di Sam su di lui e sembrava volerlo incenerire. Era la verità! Non voleva litigare, ma era troppo forte la tentazione...

<< Sei sicuro? A me sembra che tu ti stia divertendo. >> Sputò fuori Sam alzandosi dalla sedia per prendere le armi, appuntandosi la pistola dietro la schiena nello spazio tra i jeans ed i boxer. Dean lo guardò con sguardo interrogatorio, non capendo appieno le parole del fratello. Veramente pensava che lui si stesse divertendo? Veramente pensava che lui trovasse tutto quello divertente, o comunque non pesante? Beh, se era così si stava sbagliando di grosso, non lo conosceva affatto.

<< Forse non ti sei reso conto...ieri l'hai seguita. L'hai seguita con il chiaro intento di continuare quel litigio, o di uscirne vincitore. >> Disse il giovane gesticolando animatamente con le mani, lo sguardo basso. Sembrava agitato e frustrato, sembrava in trappola ed incapace di fare qualsiasi cosa. Sicuramente le bevande a base di taurina e caffeina non lo stavano aiutando a tenere a freno quell'agitazione che sembrava intrinseca. 

<< Dean io... >> Continuò il minore dei fratelli, fermandosi improvvisamente di colpo. Sam da nervoso ed agitato divenne improvvisamente di pietra, lo sguardo sbarrato e fisso da terra si alzò verso di lui, che si sentì gelare. Poche volte Sam lo aveva guardato in quel modo e, solitamente, non voleva dire niente di buono. Voleva dire che aveva collegato tutti i puntini ed era pronto ad una ramanzina con i fiocchi. 

<<...Lei sa di Lisa? Di Ben? >> Domandò improvvisamente, facendolo sentire ulteriormente inadatto. Dean non riuscì a sostenere quello sguardo neanche per mezzo secondo. Il cacciatore si portò una mano alla guancia, massaggiandola là dove faceva male prima di cercare le parole da dire, un sorriso tirato e colpevole. Non c'era stato tempo, dopotutto, per dirle che aveva passato mesi in casa con una donna, che aveva abbandonato la caccia, che aveva quasi adottato un bambino che aveva pensato fosse il proprio, che aveva avuto una relazione stabile e duratura. Che aveva avuto con Lisa ciò che non aveva avuto il coraggio di avere con lei. Non c'era stato tempo nel dirle che aveva paura di avere avuto un figlio con quella donna, anche se Lisa aveva sempre negato...eppure Ben gli somigliava così tanto! Non c'era stato tempo o non aveva avuto il coraggio ed il fegato. 

<< Non lo sa...e non saprà neanche delle altre immagino. Neanche di quelle che hai avuto quando, teoricamente, avevi una relazione con lei...>> Continuò Sam portandosi le mani a tirare indietro i capelli, una risata isterica che cominciava a nascondere dalla gola dello spilungone. Dean sapeva perfettamente dove il fratello voleva arrivare, ma non gli sarebbe mai piaciuto ammettere tutto ciò. Non voleva ammettere a sé stesso, in primis, di esser stato un completo stronzo, di averla tradita quando le aveva promesso di tornare, quando le aveva promesso che lei sarebbe stata l'unica. Non voleva ammettere di essere stato debole, di non esser riuscito ad aspettare, di non tenere a lei tanto quanto lei teneva a lui. Dean più volte aveva pensato che, se veramente l'avesse amata, non sarebbe mai riuscito a finire a letto con altre. Se era così, però, perchè tornava da lei? Perchè si sentiva bene solo quando era in sua presenza? 

<< Dovete smetterla e sarà meglio che tu le dica tutto prima che scopra da sola quanto tu sia stato stronzo in tutti questi anni. >> Mormorò nuovamente Sam prima di incamminarsi verso il bagno, le dita ancora intrecciate ai capelli castani, la testa che si muoveva lentamente

<< Non la meriti Dean. >> Finì il minore, entrando dentro il bagno, andare in bagno, chiudendo violentemente la porta dietro di sè, lasciandolo solo.  
 

Dean aspettò che il fratello uscisse dal bagno prima di prendere il suo posto ed andare a lavarsi e cambiarsi, prima di uscire con uno sbuffo, trovandosi davanti alla porta Isabella. Si sentiva in colpa per quello che aveva detto la sera precedente e vederla così pallida lo faceva soffrire ancora di più. Era stato veramente cattivo con lei.

<< Dobbiamo trovare questo demone, il prima possibile. >> Disse la giovane parlando solo ed esclusivamente con Sam che roteò gli occhi vistosamente, rischiando di farla incazzare nuovamente. Dean la vide prendere un profondo respiro prima di tornare a guardare il minore dei fratelli. La tensione si poteva tagliare con un coltello, lei neanche lo degnava di uno sguardo, sfuggiva continuamente. Sembrava non aver dormito affatto.

<< Torniamo dalla vedova, è la nostra unica pista e forse abbiamo avuto semplicemente una impressione sbagliata su di lei, troppo positiva. >> Propose Isabella trovando l'assenso di Sam che subito si buttò nell'Impala, inserendo le chiavi nel quadro. Li avrebbe lasciati in quel parcheggio se non si fossero mossi, sembrava avere abbastanza motivi per farlo ed era anche abbastanza incazzato. Il ragazzo ebbe una guida nervosa, ma alla fine li portò dalla vedova che li salutò con un bacio sulla guancia e un cordiale sorriso, invitandoli nuovamente in casa a bere un the. Dean si avventò immediatamente sui biscotti presenti sul tavolino di vetro, cominciando a mangiarli e parlare sbiascicando, lasciando briciole ovunque.

<< Lei ha mai avuto problemi in questi giorni? >> Domandò Sam guardandola attentamente, cercando di ignorare il fratello. La signora subito scosse la testa, smuovendo il caschetto castano con un movimento fluido e ruffiano. Quella signora aveva il sorriso sempre presente sul viso e non sembrava realmente provata dalla perdita del marito.

<< Non ho molti amici qui, non ho avuto occasione di legare con qualcuno. >> Rispose lei e lì finì la loro conversazione, con lei che si scusava cacciandoli praticamente di casa perchè doveva fare commissioni. I tre si diressero verso l'uscita e salutarono la cordiale signora una seconda volta, la confusione presente sui volti di tutti i cacciatori.

<< Niente, sembra realmente una persona normalissima. >> Disse nuovamente Sam guardandoli attentamente, preoccupato. Sapeva che adesso una bomba sarebbe scoppiata. Però aveva ragione; quella donna non sembrava avere niente che non andasse e non c'era odore di zolfo e la casa era pulita, Dean stesso aveva controllato.

<< Forse se Dean ci flirta un po' può possiamo scoprire qualcosa in più su di lei....>> Cominciò a dire Isabella giocando con la collana con finta innocenza, lo sguardo sfuggente. Aveva ancora il dente avvelenato dalla scorsa sera e Dean poteva anche comprenderla. Cercò però di non rispondere per il bene del fratello, che sembrava aver già superato il limite di sopportazione.

<< Ma forse è un po' troppo vecchia... >> Continuò lei andando a guardare improvvisamente Dean con sguardo accusatore. Il biondo strabuzzò gli occhi a sentirle dire quelle parole. Sapeva che lei era arrabbiata con lui, ma mai avrebbe pensato che tirasse fuori quella storia, non ancora, per l'ennesima volta. Questa volta nemmeno tutto l'amore che provava per Sammy sarebbe riuscito a fargli tenere la bocca chiusa.

<< Ma no, dopotutto io preferisco le donne più mature...>> Rispose lui a tono rimarcando l'ultima parola, facendola andare su di giri. Il cacciatore vide il volto della ragazza indignarsi e diventare sempre più rosso, sempre più arrabbiato. Nuovamente aveva colpito uno dei numerosi nervi scoperti della ragazza.

<< Oh veramente? Allora devo essere veramente speciale visto che ero una ragazzina quando mi hai portata a letto! >> Urlò lei sputando fuori tutto il veleno che aveva. Dean aveva visto che aveva cercato di trattenersi, ma le sue guance si erano gonfiate e alla fine non era riuscita a stare zitta. Aveva ragione però...quando loro due si erano incontrati Isabella era solamente una ragazzina di sedici anni che gli aveva fatto perdere perdutamente la testa.

<< Sono solo stato ammaliato dal tuo bel faccino e, sopratutto, dal tuo sedere...>> Sussurrò lui facendo una delle sue solite smorfie, arrivando ad un centimetro dal volto della giovane mentre la sua mano destra era andata a stringere con forza il gluteo tonico della ragazza, per lasciargli poi una forte pacca facendola sussultare. La vide aprire e chiudere la bocca due volte, ma non la lasciò parlare. Non questa volta.

<< Dannazione Isabella! Perchè ce l'hai tanto con me?! >> Domandò il biondo, sbottando improvvisamente. Avrebbe potuto essere più matura no? Avrebbe potuto almeno sforzarsi di non lasciarsi trasportare dalla rabbia e dall'ira come al suo solito.

<< Perchè ce l'ho con te?! Tu mi hai lasciato con mio padre, mi hai lasciato con lui anche dopo aver saputo che mi picchiava! >> Rispose lei andandogli addosso con forza, cominciando a colpirlo in pieno petto con i pugni chiusi mentre il suo volto si deformava dalla rabbia e dalle lacrime.

<< Quella mattina mi hai visto! La mattina del tuo addio mi hai visto! Ero alla finestra e ti chiamavo e tu mi hai visto poco prima che lui mi prendesse e mi hai lasciato con lui...non hai fatto niente, sei scappato! Avresti potuto salvarmi ed invece hai deciso di andartene via ancora una volta! >> Scoppiò lei continuando a colpirlo in petto mentre le lacrime scendevano lungo le sue guance scarne. Dean ricordò il loro ultimo giorno insieme; il labbro spaccato e il volto nascosto dal cappuccio e ricordò la rabbia che aveva provato quando aveva scoperto che a fargli quello era stato suo padre, colui che avrebbe dovuto proteggerla ed aiutarla. Dean scosse la testa, non si meritava tutto quello.

<< Non ti ho vista! Se fosse stato così sarei subito venuto da te. >> Disse lui cercando di mantenere la calma senza però trovarla. Non voleva sentire quelle accuse, sopratutto da lei! Aveva fatto quello che aveva fatto per cercare di tenerla più al sicuro possibile e lei non poteva neanche immaginare quanto gli sia costato separasi da lei, doverla lasciare indietro. Aveva cercato di affrontare il tutto con calma e con maturità, ma anche lui si era sentito sprofondare quando era rientrato dentro l'Impala per andarsene definitivamente.

<< Dovevo lavorare Isa! Volevo solo proteggerti e andarmene sembrava la cosa migliore! >> Urlò lui prendendole i polsi, fermandola immediatamente. La guardò attentamente negli occhi perchè lui voleva che lei lo guardasse e capisse che quello che stava dicendo era la verità. Quello che trovò fu, però, un essere spezzato e rotto, un essere che non era riuscito a sopportare tutto ciò che era successo nella vita ed aveva finito per dividersi in mille pezzi. E lui poteva considerarsi uno dei carnefici.

<< Mi hai lasciato da lui...mi ha quasi ucciso e ha continuato a picchiarmi fino a costringermi a scappare di casa. Avrei preferito andare a caccia con te, stare con te, piuttosto che vivere tutto quello.... >> Mugugnò lei, guardandolo negli occhi, facendolo sentire terribilmente in colpa. Aveva pensato di salvarla lasciandola indietro, aveva pensato di tenerla al sicuro non pensando che tipo di mostro era rinchiuso nelle mura di casa sua. Era anche colpa sua tutto ciò che le era successo e quella consapevolezza stava cominciando a schiacciarlo. 

<< Non lo sapevo giuro...io pensavo di averti lasciata al sicuro, pensavo di aver fatto la cosa giusta...non ti meritavi questa vita. >> Sussurrò lui continuando a guardarla, prendendole il viso tra le mani stringendolo, facendo in modo che lei lo guardasse ancora. Lei non si meritava tutto quello. Dean l'aveva sempre considerata troppo pura per essere una cacciatrice. Troppo buona, deliziosamente ingenua e genuina...ed invece, alla fine, il destino si era preso beffa anche di lei. Il ragazzo guardò quel bellissimo viso segnato dai lividi e dalle lacrime, guardò gli occhi arrossati e le labbra talmente mangiate da far uscire sangue. Lei era così autodistruttiva, lo era sempre stata e lui aveva avuto la presunzione di pensare di salvarla. Anche da sé stessa. Come sarebbe stata la loro vita se quel giorno avesse deciso di prendere Isabella e portarla via con sé? Come avrebbe reagito John; l'avrebbe accettata alla fine per amore del figlio? Dean ne dubitava e lei sarebbe scappata a vedere tutti gli orrori che erano costretti a vivere o avrebbe resisto? Loro due sarebbe stati ancora insieme? Sarebbero diventati una coppia di cacciatori, una famiglia? La risposta era purtroppo chiara. Lui l'aveva lasciata lì non solo per proteggerla, ma anche e sopratutto per la paura della reazione del padre. L'aveva lasciata perchè non aveva avuto il coraggio di mettersi contro il suo vecchio, non avrebbe avuto il coraggio di mettersi tra il padre, per cui sentiva rispetto, ed Isabella, per cui provava forse amore. La guardò per qualche altro secondo, le carezzò il volto tra le mani e le asciugò dolcemente le lacrime coi pollici prima di avvicinarsi a lei lentamente, continuando a guardarla fino a che le sue labbra non si posarono su quelle martoriate di Isabella e così, lui, cominciò a baciarla con dolcezza, venendo immediatamente ricambiato. Le mani grandi e pesanti di Dean cominciarono a vagare sulla schiena magra di lei mentre la baciava con desiderio e l'essere ricambiato, in quel momento, era la cosa più bella del mondo. Sentire le labbra della mora nuovamente sulle sue, muoversi all'unisono, mentre le dita fredde e tremanti, forse anche impaurite e timide, di Isabella vagavano dolcemente sul suo corpo. Era una sensazione quasi indescrivibile. Non avrebbe mai voluto separarsi da quelle labbra, ma improvvisamente sentì qualcuno urlare. Subito girò il volto, continuando però a stringerla a sè per proteggerla e vide la vedova aprire la porta con rabbia e cominciare a scendere le scale della sua abitazione, il volto era scosso da terrore e dalla rabbia mentre si avvicinava a loro con fare minaccioso. Il viso della donna continuava a mutare prendendo a volte le sembianze di una giovane donna dai ricci biondi a volte quello di un uomo dalla profonda stempiatura, che riconobbe come il proprietario del motel.

<< No! >> Urlò lei continuando ad avvicinarsi a loro e Dean sentì Isabella stringersi ulteriormente a lui, come era solita fare tre anni prima quando lui era la sua ancora di salvezza dal resto del mondo. Le braccia del cacciatore si strinsero ulteriormente sul corpicino della donna mentre il suo cuore sembrava impazzito.

<< Smettetela! >> urlò lei e Dean potè vedere una crepa sul suo viso da cui sembrava fuoriuscire fumo nero. Dean strinse la giovane ancora più a lui notando subito un'altra crepa formarsi sul volto della donna che urlò ancora e ancora mentre si portava le mani al volto, graffiandolo e urlando disperata. La vide avvicinarsi di qualche altro metro prima di bloccarsi di colpo, la bocca era diventata una fessura, gli occhi completamente neri tanto da farlo rabbrividire. La vide guardare Isabella in maniera insistente, raccapriggiante. E felice. Vittoriosa.

<< Lei...>> Sussurrò accennando un sorriso prima di scoppiare. Quando il maggiore dei fratelli riaprì gli occhi, realizzò che il grosso peso sul petto e sullo stomaco era praticamente svanito e si sentì improvvisamente meglio, più leggero, più sé stesso, meno arrabbiato.

 

Tornarono al motel in silenzio, nessuno osò dire cosa c'era stato nei momenti immediatamente prima della strana esplosione del demone. Non era mai successo niente di tutto quello e a Dean sembrava tutto assurdo, tutto strano. Non avevano esorcizzato il demone, non avevano incendiato niente, non avevano fatto niente se non...baciarsi e tenersi. Se non lasciarsi andare, lottare quella voglia di urlarsi contro ed ammazzarsi in ricordo di un sentimento più forte e più puro. E quello lo straniva. Per anni avevano fatto sempre le stesse cose, per anni avevano seguito la stessa scaletta in maniera maniacale ed ora che qualcosa era cambiato sentiva che qualcosa non andava. Camminò al fianco di Isabella sfiorando appena la spalla con la sua, un contatto appena accennato ed incredibilmente intimo. Sopratutto ora.

<< Dobbiamo preparare i bagagli, domani possiamo partire, Sammy questa sera cercherà qualcosa. >> Disse Dean mentre tornavano verso il motel. Non sapeva cosa dire, non sapeva se dire qualcosa o se lasciare andare, lasciar correre quello che c'era stato e far finta di niente o no...era indeciso e non aveva idea di cosa Isabella avrebbe preferito, non dopo quel bacio, dopo averla sentita aggrapparsi a lui come non mai.

<< Va bene, mi farò trovare pronta domani mattina. >> Disse lei prima di superarlo ed entrare in camera sua, sparendo dalla sua vista. Non si era girata, non l'aveva neanche guardato. Entrò in camera ancora scosso, una strana sensazione di chiusura alla bocca dello stomaco e ancora la morbidezza di quel bacio, il profumo della ragazza tra le sue narici...Cercò di non pensarci e cominciò a sistemare la sua roba, mettendola in maniera disordinata dentro il borsone scuro, infilandoci dentro anche le pistole e i coltelli finendo poi per stendendosi sul letto. Fu ben presto seguito da Sam che aveva a malapena parlato da quando erano lì. Il moro prese il suo laptop e Dean lo vide cercare qualcosa creando un click sonoro ogni qual volta cambiava pagina.

<< Potremmo andare in California, sembra ci sia qualcosa di interessante >> Disse lui prima di chiudere il computer e mettersi a letto, spegnendo ogni luce. Dean lo sentì russare dopo qualche minuto, il respiro pesante e regolare di chi era caduto nelle braccia di Morfeo. Perchè suo fratello ci riusciva e lui no? Perchè ogni volta che chiudeva gli occhi sentiva il cuore battere all'impazzata mentre la sua mente tornava al bacio che c'era stato poco prima con Isabella? Si alzò dal letto con uno scatto, prese le chiavi dalla stanza e aprì la porta chiedendola dietro di sé cominciando poi a camminare verso la stanza successiva, bussando due volte sulla porta squallida e di legno leggero che quasi si flesse sotto i suoi colpi. Aveva il fiato corto, il petto si alzava e si abbassava velocemente e i suoi occhi erano fissi contro il pavimento ed i propri piedi. Che stava facendo? Stava per combinare l'ennesimo casino? Ora che sembrava esserci nuovamente calma? Alzò gli occhi verso la porta ancora chiusa e stava per girarsi ed andarsene quando essa si aprì, rivelando il volto di Isabella, un livido vistoso e scuro sulla guancia sinistra e sulla mascella, gli avambracci fasciati e i polsi lividi.
Fragile.
Era vestita con una sola maglia lunga che le arrivava a metà cosce, i capelli scompigliati e l'espressione confusa, le gambe incrociate e le mani che stringevano la fine della maglia, spingendola verso il basso cercando di coprirsi. La vide guardarlo con sguardo interrogatorio e Dean, subito, notò il sopracciglio scuro alzato mentre lei si mordeva con forza il labbro inferiore, forse indecisa sul da farsi. Infine Dean non pensò a niente; si gettò su di lei con foga, le sue labbra su quelle della giovane, le mani a racchiudere quel volto che mai aveva dimenticato, il corpo che andava a premersi contro quello della cacciatrice come un ricordo. E fu stupendo notare che le loro labbra si modellarono, come se non si fossero mai scordate ed Isabella ricambiò immediatamente il bacio con passione.
Il cacciatore non oppose la minima resistenza quando le dita della giovane strinsero la propria maglia, trascinandolo in stanza.

   
 
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