Fanfic su artisti musicali > Chicago
Segui la storia  |       
Autore: evelyn80    14/10/2019    3 recensioni
Greta e Linda sono due ragazze ventunenni, amiche da quando erano bambine. Entrambe studentesse alla facolta di Lingue e Letterature Straniere all'Università di Milano, coltivano il sogno di diventare interpreti. Nel frattempo, si esercitano nell'uso della lingua inglese ascoltando le loro canzoni rock preferite nel negozio di dischi del padre di Linda, in cui entrambe lavorano nel tempo libero. Mentre Linda è single e corre dietro a ogni ragazzo biondo che incontra, Greta è felicemente fidanzata con Matteo, col quale sta progettando il suo futuro.
Una triste notte di gennaio, però, tutti i suoi sogni più belli si infrangono contro il tronco di un albero. La ragazza, incapace di guardare al futuro, si chiude in se stessa, finché non incontrerà l'uomo che aveva sempre sognato: Terry Kath, il chitarrista dei Chicago.
Innamoratosi di lei a prima vista, Terry cercherà di conquistare Greta finché non riuscirà a riportarla di nuovo alla vita.
Storia direttamente ispirata dalla drabble "Disperazione", tratta dalla raccolta "Melodies" di Kim WinterNight
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Danny Seraphine, Nuovo personaggio, Terry Kath
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia nasce da un'idea di Kim WinterNight, ed è direttamente correlata alla sua drabble “Disperazione”, contenuta nella raccolta “Melodies” che potete trovare qui: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3810353&i=1
I personaggi di Greta e Matteo, dei quali l'autrice mi ha gentilmente concesso l'utilizzo, sono di sua esclusiva proprietà, mentre gli altri personaggi originali che incontrerete nella storia sono frutto della mia fantasia. I Chicago appartengono solo a loro stessi, e con questo mio scritto non ho inteso offendere nessuno di loro.

Il titolo della storia è ispirato a una canzone dei Chicago, “Alive again”, tratta dall'album Chicago XII meglio noto come “Hot streets”. Le frasi tratte dal testo, che fanno da introduzione alla storia, sono il leitmotiv di tutta quanta la vicenda. Inoltre, ogni capitolo è introdotto da una citazione tratta da altre canzoni, più o meno datate, che hanno una particolare rilevanza all'interno del testo di ogni capitolo.
Oltre al banner principale, anche ogni capitolo avrà un suo piccolo banner, rappresentante un'immagine che viene citata nel testo.
Buona lettura.

 




Capitolo Cinque

 

Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore
Nuove possibilità per conoscersi”

La stagione dell'amore – Franco Battiato

 

 

Convincere il signor Marcello a lasciar andare Greta al PalaRuffini di Torino fu uno scherzo, in confronto a quello che Linda dovette penare per strappare il consenso a suo padre. Il signor Egidio, infatti, non appena la figlia gliene ebbe parlato cominciò subito a borbottare, sostenendo che quei concerti erano covi per hippie scapestrati e che la polizia avrebbe dovuto vietarli, arrestando tutti i partecipanti e finanche i membri dei gruppi musicali. Era assolutamente fuori discussione che sua figlia partecipasse a un altro di quegli eventi, e in un'altra città, poi!
Carmelinda lo lasciò sfogare, poi tentò di convincerlo: prima con le buone, spiegando che non sarebbe stata sola ma che sarebbe andata anche Greta, con lei, e che il padre dell'amica le avrebbe accompagnate in macchina e le avrebbe attese fuori dal palazzetto; poi, quando vide che in quel modo non avrebbe ottenuto il risultato sperato, minacciò di andare ugualmente, con o senza il suo permesso. I toni si accalorarono, e l'uomo prese a urlare a voce tanto alta che persino i vicini si affacciarono sui pianerottoli per capire cosa stesse succedendo.
«Io ti rinchiudo in camera tua!», gridò infine, quando capì che la figlia non voleva intendere ragioni.
«E io scappo dalla finestra!», replicò Linda con veemenza, facendo ondeggiare i lunghi capelli neri.
La signora Piera aveva tentato in tutti i modi di intervenire, rabbonendo alternativamente marito e figlia; ma alla fine, comprendendo che nessuno dei due intendeva mollare la presa, si limitò a stringersi nelle spalle e ad attendere che passasse la tempesta.

 

Quando Greta e suo padre arrivarono a casa di Linda, la ragazza stava ancora sbollendo la rabbia chiusa in camera sua, mentre il signor Egidio si era rifugiato al “Disco d'Oro”.
Marcello lasciò la figlia in compagnia dell'amica, poi, con tutto il tatto di cui era capace, andò al negozio per convincere l'amico a dare a Linda il permesso di andare.
Nell'attesa che l'uomo ritornasse, le due ragazze si erano messe a sedere sul letto di Carmelinda. Greta si tormentava le mani e l'amica se ne accorse subito.
«Sei nervosa, non è vero?», chiese Linda.
«Sì», rispose l'altra semplicemente, per poi fissare lo sguardo a terra.
Quella notte Matteo le era apparso nuovamente, e questa volta aveva persino sentito il profumo della sua pelle. La sua presenza era stata così tangibile che le era impossibile credere che si fosse trattato solo di un sogno. Matteo era stato veramente nella stanza con lei. Il ragazzo, però, aveva continuato a ripeterle di dimenticarlo e di andare avanti, le stesse cose che le aveva detto anche Linda la sera prima. Sospirò, e l'amica la abbracciò.
«Sono contenta che tu abbia deciso di venire, alla fine. Distrarti può solo farti bene».
Greta annuì ancora, ma con poca convinzione. Linda le sorrise e le poggiò la testa sulla spalla.
«Speriamo che tuo padre riesca a convincere il mio», disse con un sospiro.
«Non è buffo?», mormorò Greta. «Io, che starei molto più volentieri a casa, sono riuscita a convincerlo subito; mentre tu, che faresti di tutto per andare, hai dovuto litigarci per farti dare il permesso».
«E non me lo ha nemmeno ancora dato... spero che tuo papà riesca nell'impresa».

 

Non fu per niente facile ma, alla fine, il signor Marcello riuscì a convincere l'amico a lasciare andare sua figlia al concerto. Dopo quello che le era successo Greta aveva bisogno di distrarsi, ma non poteva certo andare senza Linda. Nel sentire quelle argomentazioni Egidio aveva infine ceduto, senza però smettere di borbottare tra sé e sé.
Il tragitto da Milano a Torino trascorse tranquillo, a bordo della Fiat 128 del signor Rossellini. L'entusiasmo di Linda stava cominciando, suo malgrado, a coinvolgere anche Greta che scoprì con suo grande disappunto di non vedere l'ora di rincontrarsi con Terry.
L'uomo le lasciò proprio davanti all'ingresso del PalaRuffini, per poi andare a parcheggiare l'auto a una certa distanza. Avrebbe atteso le due ragazze in qualche bar, senza nessuna intenzione di opprimerle troppo con la sua presenza.
«Certo che tuo padre è proprio un grand'uomo», sospirò Carmelinda mentre si mettevano in fila per varcare i cancelli. «Se ci avesse accompagnato il mio, ci avrebbe scortato fino nel backstage, e poi avrebbe fatto di tutto per entrare con noi anche senza invito».
Greta si sorprese a sorridere. Erano mesi che non lo faceva più e per un istante le parve di fare qualcosa di sbagliato. Ma Linda rispose al suo sorriso e lei si tranquillizzò.
Lentamente la coda si mosse, facendole avvicinare pian piano all'ingresso del palazzetto. Una volta all'interno si diressero verso il palco, non senza una certa titubanza. E se le guardie non le avessero lasciate passare?
Una volta di fronte alle transenne, infatti, ecco che un responsabile della sicurezza le avvicinò e intimò loro di andare a sedersi ai loro posti. Quando Linda gli mostrò gli inviti argentati l'uomo li guardò a malapena, riservando loro un'occhiata di sufficienza prima di fare un cenno con la mano, inteso a scacciarle come si farebbe con un insetto molesto. Carmelinda si sentì avvampare e fece per ribattere. Greta le strinse un polso, pregandola con lo sguardo di non fare confusione e non attirare troppa attenzione, ma l'amica non le prestò ascolto. Si schiarì rumorosamente la gola e inveì contro il bestione.
«Senti, scimmione! Ieri il signor Kath, il chitarrista dei Chicago, ci ha regalato questi inviti. Quindi, vedi di alzare il tuo sederone e di farci passare!».
«E a me li ha regalati il Presidente della Repubblica», replicò in tono di scherno l'omone. «Alzatelo voi, il vostro sedere, stupide hippie che non siete altro!».
Greta si nascose il volto tra le mani. «Che vergogna...», sospirò, consapevole degli sguardi di coloro che occupavano le prime file.
Linda gonfiò il petto e prese a dire tanti di quegli improperi che, se l'avesse sentita suo padre, l'avrebbe fatta rinchiudere in un convento. La guardia si avvicinò di nuovo con fare minaccioso ma il trambusto creato aveva sortito il suo effetto. Danny si affacciò da dietro il palco per vedere cosa stesse succedendo e si accorse delle due ragazze.
«Ehi, Terry», esclamò il batterista, «sono arrivate le due tipe di ieri sera!».
Il chitarrista affiancò l'amico e, non appena compreso cosa stava accadendo, si affrettò a correre in soccorso delle ragazze.
«È tutto a posto, amico, loro sono con me», disse rivolgendosi al bestione della sicurezza, che lo guardò con fastidio. Terry sostenne il suo sguardo, puntando le mani sui fianchi: in fondo, era alto quanto lui e altrettanto ben piazzato. La guardia esitò solo per alcuni istanti, poi si allontanò lasciando al chitarrista il compito di scostare le transenne e lasciarle entrare nella zona riservata.
«Benvenute! Sono proprio contento di vedervi», disse, lo sguardo fisso su Greta che abbassò il viso sentendosi arrossire.
Linda ridacchiò e si allontanò per lasciarli soli, andando in cerca di Peter Cetera. Fu subito avvicinata da Danny Seraphine – rimasto piacevolmente colpito dalla sua avvenenza – che la prese sottobraccio e la portò a conoscere gli altri membri della band.
Greta li guardò sparire dietro le quinte per poi tornare a rivolgere lo sguardo verso Terry. Il ragazzo le stava di fronte e la sovrastava di quasi trenta centimetri in altezza. Fu costretta ad alzare il capo per poterlo guardare negli occhi. Per la prima volta si rese conto che erano di una straordinaria tonalità di verde chiaro che virava al grigio. Alcune ciocche di capelli gli ricadevano sul viso e lui le scostò con una mano. Complice il caldo dell'ambiente chiuso del palazzetto, quella sera aveva indossato un'altra camicia di jeans, dalle maniche strappate, che aveva lasciato aperta sul petto. I suoi pettorali, adornati da una rada peluria castana, attirarono per un istante lo sguardo di Greta. Erano proprio all'altezza dei suoi occhi e, all'improvviso, le balenò nella mente il pensiero di sporgersi e appoggiare la testa contro di essi, per sentire il battito forte del suo cuore.
La ragazza si sentì arrossire di nuovo. Abbassò velocemente il viso verso terra ma Terry glielo impedì, prendendole il mento tra le dita e sollevandoglielo di nuovo. Le carezzò l'angolo della bocca col pollice, per poi farlo scivolare verso la guancia. La pelle della giovane era morbida e vellutata come la buccia di una pesca. Lentamente le fece passare l'altra mano dietro la schiena e la attirò a sé, fino a farla aderire al suo corpo massiccio.
Greta sentì il cuore cominciare a batterle furioso nel petto. Terry Kath la stava stringendo tra le braccia e lei non riusciva a respingerlo. All'improvviso, all'immagine del chitarrista si sovrappose quella di Matteo. Greta dischiuse le labbra per lo stupore e il chitarrista ne approfittò per baciarla.
Le insinuò con dolcezza la lingua in bocca, facendola danzare lentamente con quella della ragazza che non si ritrasse ma, anzi, socchiuse gli occhi e si abbandonò al suo abbraccio.
Quando si separarono Greta sbatté più volte le palpebre, come ridestandosi da un sogno. Il volto di Matteo tremolò e scomparve, lasciandole davanti il viso sorridente di Terry. Allora si rese conto di aver baciato l'uomo sbagliato e si divincolò dalla sua stretta, mollandogli uno schiaffo tanto forte da lasciargli stampate tutte e cinque le sue dita sulla guancia.
Il chitarrista la lasciò andare, stupito, e Greta corse via, gli occhi pieni di lacrime. Intrappolata dalle transenne, però, non seppe come fare a uscire dalla zona riservata così si rannicchiò dietro il palco, la schiena appoggiata a una piramide di casse acustiche.
Linda, che era appena uscita da dietro le quinte dopo aver conosciuto gli altri ragazzi, aveva assistito alla scena. Si avvicinò a Terry tenendo lo sguardo fisso sulla schiena dell'amica.
«Io credevo che volesse essere baciata», mormorò il chitarrista, smarrito.
«Devi scusarla, Terry. Vedi, quattro mesi fa ha perso il suo fidanzato in un incidente in moto», spiegò Linda in tono sommesso. «Volevano sposarsi, ma una notte lui è andato a sbattere contro un albero ed è morto sul colpo. Greta non riesce a darsi pace».
Terry spostò lo sguardo dall'una all'altra. «Cazzo... mi dispiace».
«Anche a me», rispose Linda. «Comunque, puoi star certo di una cosa: tu le piaci. Posso dirtelo con certezza perché, prima che succedesse l'incidente, io e lei spesso parlavamo di voi e di quanto siete attraenti. Tu sei sempre stato il suo preferito». La ragazza si interruppe per un attimo prima di riprendere. «Vado a parlare con lei».
Terry annuì, guardandola raggiungere l'amica. Quella ragazza gli piaceva da morire e, dentro di sé, giurò che avrebbe fatto di tutto pur di farla tornare a sorridere.

 

«L'ho baciato», esordì Greta tra le lacrime, non appena Linda si fu messa a sedere al suo fianco. «Per un istante ho visto Matteo al posto suo e gli ho permesso di farlo. Mi faccio schifo!».
Carmelinda la abbracciò. «Perché, scusa? Non hai fatto niente di male».
«Ho tradito Matteo!», esclamò la ragazza, fissando l'amica con stupore: come poteva non capire una simile ovvietà?
Linda sospirò e scosse la testa. «Greta, Matteo non c'è più. Non lo hai tradito. Perché ti ostini a rimanere bloccata nel passato? Permetti a Terry di farti guardare al futuro. Cavoli, è quello che abbiamo sempre sognato!».
«Tu, forse, lo avrai sempre sognato! Io non ho mai voluto tutto questo», replicò Greta con astio, scostandosi dall'amica.
Carmelinda sospirò ancora. «Non so più cosa dirti per farti scuotere. A questo punto, devi decidere tu cosa vuoi fare della tua vita, se vivere nei ricordi o nell'avvenire. Io non posso più aiutarti. Però lascia che ti dia un ultimo consiglio. Da' a Terry una possibilità». Detto questo, si alzò e lasciò l'amica da sola.

 

Le due ragazze assisterono al concerto da due punti separati. Una appoggiata al palco, a saltare e a cantare come una forsennata; l'altra con la schiena abbandonata contro il retro delle casse, a rimuginare sulle ultime parole dell'amica.
Solo quando la musica finì Greta si decise a raggiungerla. Non disse niente, ma Linda non si aspettava che parlasse. Sperava solo che avesse riflettuto bene su ciò che voleva per se stessa.
Entrambe fissarono i Chicago salutare il pubblico e scendere dal palco. Danny fece loro cenno di attendere cinque minuti e, dopo essersi cambiati rapidamente d'abito, i sette ragazzi raggiunsero le due giovani. Il batterista le invitò a prendere qualcosa con loro ma le ragazze rifiutarono: dovevano rientrare subito a Milano, si era già fatto molto tardi.
Danny parve visibilmente amareggiato ma le salutò cordialmente, subito imitato da tutti gli altri che poi si allontanarono verso l'uscita del palazzetto.
Terry rimase per ultimo, lo sguardo imbarazzato. Linda sorrise e si allontanò, lasciandolo solo con la sua amica.
«Scusami per prima», attaccò. «La tua amica mi ha raccontato la tua storia. Non volevo forzare troppo i tempi, perdonami se sono stato troppo frettoloso».
Greta alzò timorosa lo sguardo verso di lui per poi riabbassarlo subito dopo. «No... sono io che devo scusarmi per lo schiaffo che ti ho rifilato». Terry si carezzò la guancia senza riflettere e lei riprese. «Non riesco proprio a togliermi il mio fidanzato dalla mente. Prima ti ho baciato perché, in te, ho rivisto lui».
Cadde un silenzio che si protrasse per alcuni minuti, finché il chitarrista non si decise a interromperlo.
«Mi piacerebbe molto poterti conoscere meglio ma, purtroppo, i nostri impegni me lo impediscono. Domani sera dobbiamo suonare in Grecia e dopodomani in Thailandia. Poi il 13, il 14 e il 16 saremo in Giappone, e il 19 a Honolulu».
«Mio Dio!», esclamò Greta sinceramente colpita. «Ma non avete nemmeno il tempo di dormire!».
Terry si passò una mano tra i capelli, ridendo. «In effetti è un tour un po' intenso, specialmente per chi è sposato, come Peter, Walt e Danny».
«Peter è sposato? Povera Linda, chissà come ci resterà male quando lo saprà...», mormorò Greta tra sé e sé.
«Perché?», chiese il chitarrista, sinceramente incuriosito.
Nel sentirsi porre quella domanda, la ragazza si rese conto di aver pensato ad alta voce. «Perché Linda, la mia amica, è innamorata persa di Peter», rispose, mordendosi l'interno della guancia. Non avrebbe dovuto spiattellare così i fatti di Linda, ma dopotutto lei aveva raccontato a Terry di Matteo, quindi erano pari.
Dopo qualche altro attimo di silenzio, il ragazzo riprese. «Dal 19 di giugno in poi sarò libero, comunque, fino al 12 di luglio. Tornerò a trovarti, te lo prometto».
Greta si sentì arrossire, suo malgrado lusingata dalle attenzioni che Terry le stava riservando. Il suo cuore accelerò nuovamente i battiti. Non era giusto nei confronti di Matteo, ma si sentiva bene in sua compagnia e desiderava davvero vederlo di nuovo, con più calma.
«Mi farebbe molto piacere», rispose facendo illuminare il viso del chitarrista, la sua bocca ampia che si apriva in un enorme sorriso.
«Fantastico! Ehi, cavoli...», disse il ragazzo dopo un attimo di esitazione, «non so nemmeno come ti chiami. Che cazzo, ti ho baciato senza nemmeno sapere il tuo nome!».
«Mi chiamo Greta», rispose lei, lasciandosi scappare una piccola risata.
«Greta... è un nome bellissimo», esalò Terry pronunciandolo all'americana, strascicando le lettere. «Ti va di lasciarmi il tuo indirizzo? Così ti manderò qualche cartolina».
La ragazza sorrise di nuovo e glielo scrisse su un pezzo di carta che aveva nella borsa. Terry lo strinse nel pugno come se fosse stato un tesoro preziosissimo, poi se lo mise nella tasca posteriore dei jeans.
«Ora devo proprio andare», disse Greta, guardando Linda che si aggirava tra le prime file di posti. Il palazzetto era già quasi completamente vuoto e suo padre avrebbe sicuramente cominciato a preoccuparsi se avessero atteso ancora.
Terry annuì e la abbracciò velocemente, poi fece un cenno di saluto verso Linda e se ne andò di corsa, all'inseguimento dei suoi compagni.
Greta raggiunse l'amica. «Mi ha detto che vuole tornare a trovarmi, dopo che avranno finito il loro tour di concerti», rivelò mentre si avviavano verso l'uscita.
«Davvero? Ma è fantastico! Te l'avevo detto, io, che Terry Kath è innamorato di te!».
Greta sorrise prima di riprendere a parlare. «Devo darti una brutta notizia, però». Carmelinda la guardò con apprensione e lei continuò. «Peter è sposato».
«Oh no... veramente? Che sfortuna!», ululò la ragazza mora. «Beh», aggiunse subito dopo, «in fondo, con lui non avrei avuto molte possibilità. Di sicuro deve avermi preso per una ragazza infelice, visto che ogni volta che ho tentato di rivolgerli la parola non ho fatto altro che balbettare».
Greta scoppiò a ridere, una risata argentina come non ne aveva più fatte da quando Matteo se ne era andato. E, questa volta, non si sentì in colpa.

 

 

Spazio autrice:

Galeotto fu il secondo concerto! Terry bacia Greta, anche se poi si becca un bello schiaffone, ma quel bacio le apre un po' gli occhi e il bel chitarrista comincia a farsi largo nel suo cuore, iniziando a oscurare il ricordo di Matteo.
L'elenco di concerti che fa Terry a Greta è vero. L'ho preso da un sito internet in cui sono riportati tutti i concerti dei Chicago anno per anno. In effetti, nei loro primi anni di carriera devono aver corso tantissimo! Così come è vera anche la data in cui lui dovrà tornare di nuovo in America. Il 12 luglio del 1971, finito il tour mondiale e dopo un poco di riposo, riprenderanno il loro tour casalingo.
Il termine “infelice”, che usa Linda riferendosi a se stessa alla fine del capitolo, è inteso con il significato di “portatrice di handicap”. Dalle mie parti, un tempo, quando questa espressione non era ancora usata, chi aveva problemi mentali e/o di deambulazione veniva definito, appunto “infelice”.
L'immagine che accompagna questo capitolo è una bella foto di Terry durante un concerto dei primi anni settanta.

 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Chicago / Vai alla pagina dell'autore: evelyn80