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Autore: RyodaUshitoraITbis    15/10/2019    3 recensioni
Sono passati ben quindici anni da quando Nick Wilde era fuggito da Zootropolis con l'intento di lasciarsi il passato alle spalle e rimettere insieme i pezzi del suo cuore infranto. Nonostante sia riuscito a rifarsi una vita all'estero, dovrà ora fare ritorno e affrontare nuovi dolori e vecchi fantasmi. Riuscirà a riallacciare i rapporti con Judy dopo la loro tempestosa rottura? Come reagirà quando verrà a sapere dell'esistenza di qualcuno che non sarebbe mai dovuto venire al mondo?
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Finnick, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VIII

Il passaggio nell’aldilà

 

(dal punto di vista di Robin)

 

Non sono… mai stato un mammifero loquace. Sono sempre stato un tipo mansueto e ho sempre avuto difficoltà a farmi degli amici, nonostante mamma e papà avessero cercato di incoraggiarmi a non essere così solitario come suggeriscono gli stereotipi sulla nostra specie. Papà dice che forse il mio carattere è peggiorato dopo la morte della mamma. Non esco molto e non incontro altri mammiferi della mia età perché non vado a scuola. Mamma e papà hanno speso molti soldi pur di farmi studiare a casa.

Poi c’è tutto quello che è successo ultimamente…

Prima di questa settimana, non avevo mai incontrato la nonna faccia a faccia. Però, avevo parlato un po’ con lei tramite Muzzletime e mi era sembrata abbastanza gentile. Non era mai venuta a trovarci, anche se papà si era offerto più volte di pagarle il viaggio in modo che potesse venire a farci visita, ma rispondeva sempre che un giorno sperava che lui sarebbe potuto andare da lei. Papà si giustificava dicendo che era sempre impegnato con il lavoro, e che per questo non poteva accontentarla. La nonna mandava sempre delle lettere e dei biglietti d’auguri a me e a papà in occasione dei nostri rispettivi compleanni. Quando ho saputo che stava morendo… mi ha fatto male. È stato diverso rispetto alla mamma perché non avevo mai avuto modo di dirle addio, ma fa ancora male.

So che papà aveva amato qualcun’altra prima di aver incontrato la mamma e mi ha sempre insegnato che la cosa più importante era amare qualcuno, anche se apparteneva a una specie diversa. Ma non avrei mai immaginato che papà fosse stato innamorato di una coniglia. Non me l’aveva mai detto.

Poi c’è quel tipo, Nicholas. Porta lo stesso nome di mio padre. Il fatto è che lui è… beh, unico. Non è una volpe e neppure un coniglio, sebbene mio padre sia anche il suo e sua madre è una coniglia.

Sembra arrabbiato e triste, ma non è cattivo. Almeno credo.

Sua madre… anche lei è triste. Papà mi racconta che aveva passato dei momenti difficili mentre cercava di crescere un figlio da sola, ma mi sembra come… perduta.

******

Robin aprì gli occhi. Poteva sentire un rumore di passi proveniente dal corridoio fuori dalla stanza in cui dormiva. Diede un’occhiata all’orologio sul comodino, che segnava le 4:25.

Robin sbadigliò. Era troppo presto per svegliarsi, anche se suo padre lo aveva mandato a letto presto la sera precedente.

Poteva sentire il cigolio della porta attraverso il pianerottolo. Dietro quella porta c’era la camera da letto di sua nonna Viola.

Robin chiuse gli occhi, nel tentativo di rimettersi a dormire.

Non ci riuscì. L’orecchio di Robin parve contrarsi quando sentì quello che sembrava un suono soffocato. Mentre apriva e si strofinava gli occhi, tentò di alzarsi dal letto. Mentre spingeva leggermente la porta, Robin sbirciò fuori dalla stanza.

Poteva vedere la porta aperta dall’altra parte del pianerottolo. Quello strano suono soffocato gli giunse di nuovo alle orecchie.

A quel punto, Robin spalancò la porta e si diresse nella camera di fronte alla sua. Mentre si avvicinava, vide suo padre in ginocchio accanto al letto sul quale dormiva Viola Wilde. Il suo volto sembrava in pace. Nick, d’altra parte, aveva la testa chinata ed entrambe le sue zampe erano serrate attorno a una di quelle di sua madre.

“Papà?” chiese Robin timidamente. Nick non rispose subito; invece cacciò qualcosa che sembrava un singhiozzo soffocato.

“Papà!” ripeté Robin.

Nick si girò a guardare suo figlio. Robin poteva vedere il muso di suo padre bagnato dalle lacrime.

“Robin…” disse infine Nick, “Chiama un’ambulanza.”

******

Proprio così, lei se n’era andata.

Sono un po’ sconvolto. Non tanto quanto lo ero stato per la mamma, ma papà è molto turbato. L’ho visto piangere quando la mamma era morta, ma non pensavo che avrebbe pianto di nuovo così presto. È forse un male che io sia più turbato nel vedere papà in quello stato? È come se avessi perso un amico di penna: fa male… ma ho provato molto più dolore quando era morta la mamma.

Faccio quello che mi ha detto papà, perciò vado nella mia stanza, prendo il telefono e chiamo un’ambulanza. Chiedono quale sia l’emergenza e gli dico che mia nonna non si sveglia. Mi chiedono l’indirizzo e infine avvisano che i soccorsi sarebbero arrivati immediatamente.

L’ambulanza, con un medico a bordo, arrivò entro pochi minuti. Lascio entrare in casa il dottore e alcuni paramedici, i quali si recano subito in camera di nonna, dove papà è ancora in ginocchio, con una zampa stretta attorno alle sue.

Non appena il dottore entra nella stanza, ordina a Nick di farsi da parte per lasciarlo lavorare. Il dottore si accerta delle condizioni della nonna.

******

“Il decesso deve essere avvenuto nelle ultime due ore. Adesso sono le 4:56, perciò la dichiarerò come ora del decesso per i registri.” affermò il dottore in tono cupo, “Mi dispiace, signor Wilde.”

Nick si era sentito così frastornato che non si prese neppure la briga di contraddire il medico sul suo cognome.

******

Papà osserva mentre il dottore ordina ai paramedici di portare via il corpo della nonna. Ci vuole un po’ di tempo, ma una volta che ebbero eseguito l’ordine, il dottore parla ancora con papà.

Una volta che il dottore lascia la casa, papà si dirige in soggiorno. Per prima cosa chiama il suo vecchio amico, il fennec. Arriva immediatamente. Poi papà chiama la signorina Hopps. Le dice che nonna se n’è andata e che non c’è bisogno che lei venga a casa. In realtà, glielo leggo negli occhi: lui desidera che venga qui.

Arriva qui circa mezz’ora dopo aver ricevuto la telefonata di papà. Lui le dice, in tono leggero ma cupo allo stesso tempo, che non era necessario che venisse. Lei risponde che era ovvio che l’avrebbe fatto. Afferma che sono amici e che Nicholas era anche suo nipote.

Papà ricomincia a piangere. Sto per alzarmi per andare ad abbracciarlo, ma la signorina Hopps mi precede. L’amico di papà, che si trova in cucina, gli dice di lasciarla entrare e così fa, portando lei e Nicholas in soggiorno.

Entrambi continuano a parlare. Mi siedo accanto a Nicholas, ma gli concedo un po’ di spazio. Anche lui è triste. Sta piangendo, lo intuisco dalle lacrime che bagnano la sua pelliccia.

La signorina Hopps non gli sta prestando attenzione in questo momento. Sta ancora parlando con papà. Guardo di nuovo Nicholas, che è rimasto in silenzio per tutto questo tempo, anche se lancia un’occhiata a sua madre. Mi dispiace sinceramente per lui, ma non c’è nulla che io possa fare per aiutarlo.

Poi papà dice alla signorina Hopps di consolare il loro figlio.

Questo è la prima volta che sento papà chiamare Nicholas ‘suo figlio’.

Non ho paura di Nicholas o chissà che altro, e di certo non lo odio, ma… l’ho appena conosciuto. Non ci siamo parlati per davvero. È stato tranquillo ogni volta in cui ci siamo visti. Eppure non lo considero ancora come mio fratello.

La signorina Hopps fa del suo meglio per consolare Nicholas, ma poi saluta papà. Mi sposto leggermente dal mio posto sul divano e papà si siede tra noi, anche se non sono sicuro che dovrebbe stare lì.

Mi appoggio a papà, sperando che riesca a consolarlo; mentre lo guardo, gli dico che tutto sarebbe andato bene.

Papà si avvicina con fare esitante a Nicholas, ancora incerto sul da farsi, ma poi allunga la zampa e l’appoggia sulla spalla di Nicholas. Lui si irrigidisce un po’, ma non dice nulla e non fa nulla per respingere quel gesto affettuoso.

Papà appoggia l’altro braccio su di me e mi stringe a sé.

Vedo di nuovo papà versare altre lacrime.



Note dell’autore: Eccoci arrivati all’ottavo capitolo!

Vi siete accorti che questo capitolo è un po’ più breve rispetto ai precedenti, vero? Penso che sia dovuto al fatto che Robin non abbia avuto la possibilità di conoscere meglio la sua nonna paterna, al contrario del suo fratellastro. In ogni caso, l’autore della storia originale ha deciso di inserire questo capitolo allo scopo di fornire a Robin lo stesso spazio che ha riservato a Nicholas. Mi sembra giusto, non credete?

Come è mia consuetudine, vi lascio alcuni link utili:

Pagina DeviantArt dell’autore: https://www.deviantart.com/giftheck/

Capitolo VIII di Grief’s Reunion: https://www.deviantart.com/giftheck/art/Grief-s-Reunion-8-Passing-695902263

Storia completa: https://archiveofourown.org/works/10995909/chapters/24492501

 

Questo è quanto. Come sempre, vi ringrazio per la vostra cortese attenzione e vi auguro una buona lettura. A presto!


   
 
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