- ❖
Mistrust
🔽🔽🔽
- YORIN'S
POV
- «Pronto?
Jongin?»
- «Wow,
non ci credo,» sbuffò il ragazzo
dall'altra parte della cornetta. «Mi
hai seriamente risposto? A cosa devo
questo onore?»
- Avrei
sollevato gli occhi al cielo se non
fossi stata quasi sull'orlo delle lacrime. Soo Jin era riuscita a
destabilizzarmi completamente e non ci avevo pensato due volte a
rispondere
alla chiamata di Jongin. Forse avevo solo bisogno di parlare con
qualcuno e
distrarmi dall'argomento "Yoongi".
- «Da
quando sai essere così sarcastico?»
domandai cercando di nascondergli la mia tristezza. Ero proprio a pezzi.
- «Da
quando tu hai deciso di evitarmi, cara amica mia. Per caso te l'ha
detto
Yoongi?»
- Cambiai
subito discorso. «Di che cosa volevi
parlarmi, Jongin? Ti ascolto.»
- «Eh no,
non credere che te lo dirò per telefono. Dove sei? Alla Big
Hit? Se vuoi
possiamo incontrarci nella piscina dell'edificio. Ho un amico che mi fa
sempre
fare qualche tuffo. È il posto perfetto per parlare.»
- Annuii.
«Come vuoi tu. Ti va bene fra
un'oretta?»
- «No,
Yorinie. La mia pausa dura solo mezz'ora. Incontriamoci adesso.»
- Cavolo.
Mi staccai dal muro e svoltai
l'angolo dietro cui mi aveva trascinata Soo Jin. Nel corridoio c'erano
così
tante persone che mi s'incrociarono gli occhi. Dovetti sbattere le
palpebre per
far tornare la vista normale. A quanto pare tutti volevano fare
quell'audizione.
- «Adesso
non posso. Ho un impegno,» risposi
senza crederci veramente. Non ero dell'umore adatto per sostenere un
provino.
- «Disdici,
Yorin. Questa faccenda riguarda Suga e non posso più
rimandare. Chi mi assicura
che dopo sarai di nuovo raggiungibile? Potresti sparire come hai fatto
fino ad
ora... e io devo assolutamente parlare con te, Yorinie. È
ora che tu sappia la
verità.»
- Mi
si bloccò il respiro in gola. «La
verità
su cosa...?»
- «Incontrami
e lo scoprirai.»
- Riattaccò
senza darmi il tempo di replicare.
Allontanai il telefono dall'orecchio e fissai lo schermo incredula. Ero
più
confusa di prima. Che intendeva dire con: "Questa faccenda riguarda
Suga e
non posso più rimandare." A quale verità si
riferiva?
- Lo
sapevo che avrebbe voluto parlarmi di
Yoongi. Comprendevo l'astio nei suoi confronti, ma non avrei mai
pensato che
potesse esserci qualcos'altro oltre al fatto che avevano combattuto
entrambi
per la stessa donna. Yoongi mi stava nascondendo qualcosa...?
- I
dubbi non facevano che infittirsi e la mia
curiosità ebbe la meglio sul mio senso del dovere. Tirai
fuori dalla mia borsa
il cappellino con la visiera e lo indossai velocemente per non far
vedere il
segno delle cinque dita sulla mia guancia destra. Fottuta Lee Soo Jin.
Gliel'avrei fatta pagare.
- Abbandonai
il mio nascondiglio e mi diressi
verso le scale. Sapevo di star facendo un torto a Ji Woo, ma ero
fermamente
convinta che avrebbe potuto capirmi. La mia amica non aveva bisogno di
me. Era
bravissima e se la sarebbe cavata benissimo da sola. E poi c'era
Jungkook a
supportarla.
- Il
filo dei miei pensieri andò a farsi
benedire quando sbattei contro qualcosa, o per meglio dire qualcuno. Lo
riconobbi dalla camicia che stava indossando e allora cercai di
sgusciare via
senza guardarlo negli occhi, ma purtroppo il badge intorno al mio collo
mi
tradì senza lasciarmi alcuna via di scampo.
- Yoongi
era furibondo. Non volevo tirare fuori
il nome di Soo Jin perché avrebbe significato darle maggiore
attenzione. Al
contrario, decisi di dare voce ai dubbi che quella stronza mi aveva
inculcato
nel cervello. Gli domandai se avesse incontrato qualcuno, sperando di
non
sentire il nome di Soo Jin. I miei pensieri mi tradirono quando gli
chiesi se
fosse stato con un'altra donna, o se si fosse fatto toccare da qualcuno
che non
ero io.
- Feci
scivolare la mano sul suo petto e non
potei fare a meno di immaginare le mani di Soo Jin che lo accarezzavano
proprio
dove lo stavo accarezzando io. Ero ricolma di gelosia. Sapevo che erano
stati a
letto insieme molte volte e che Yoongi non si era di certo fatto
pregare per
infilarsi tra le sue gambe. Il solo pensiero che potesse aver fatto una
cosa
tanto intima con il mio uomo... che lo avesse abbracciato, baciato e
accarezzato come avevo fatto io... mi mandava in bestia. Ma allo stesso
tempo
mi rendeva triste.
- «Mi
ami davvero?» gli domandai per ricevere
un po' di conforto.
- Sì.
Avevo paura di ciò che mi avrebbe detto
Jongin. Ero terrorizzata che potesse far crollare tutte le mie certezze
e
insinuare il dubbio nel mio cuore già fragile. Ma io volevo
sapere questa
dannata verità. Se Yoongi mi stava nascondendo qualcosa,
avevo tutto il diritto
di saperlo.
- «Ti
amo come non ho mai amato nessun'altra,»
mi rispose con il cuore in mano, e il peso sul mio petto si
alleggerì fino a
trasformarsi in un fastidio quasi inesistente. Mi mossi nel suo
abbraccio e mi
allontanai dal suo petto per guardarlo negli occhi. Era fottutamente
sincero.
- Non
volevo mentirgli. Gli dissi che dovevo
incontrare qualcuno, ma non specificai chi. Quello era il momento meno
adatto
per le sue scenate di gelosia. Corsi verso le scale e quasi mi gettai
dalla
rampa per arrivare al piano in cui si trovava la zona relax.
Sì, alla Big Hit
avevano anche una fottutissima zona relax, con vasche idromassaggio e
una sauna
perfettamente funzionante. Di certo non perdevano l'occasione per
ricordare a
noi comuni mortali quanto fossimo relativamente poveri in confronto a
loro.
Grazie Big Hit.
- Una
volta arrivata a destinazione, notai che
il sistema idromassaggio era stato attivato in una delle tante vasche
che
occupavano la sala. Le bolle d'acqua si muovevano frenetiche sulla
superficie,
contaminando l'acqua cristallina con una leggera schiuma che non
permetteva di
vedere il fondo. Mi guardai intorno e mi accorsi che non c'era nessuno,
così
decisi di approfittarne per sedermi sul bordo della vasca e immergere i
piedi
nell'acqua calda dopo aver tolto le scarpe. Tirai un sospiro di
sollievo.
- Cavolo,
avevo proprio bisogno di rilassarmi
un po'. Per colpa di quella stronza, dovevo avere tutti i nervi del
collo tesi.
Mi massaggiai la guancia ancora dolorante e borbottai qualcosa tra me e
me,
promettendo a me stessa di fargliela pagare.
- Kang
Yorin non lasciava mai le cose in
sospeso, soprattutto quando si trattava di regolare i conti.
- Ero
completamente concentrata sui miei
propositi di vendetta, per questo mi venne quasi un infarto quando
dall'acqua
emerse la figura alta e statuaria di un uomo. C'era mancato poco che mi
mettessi ad urlare come una donnetta.
- «JONGIN,
MA CHE CAVOLO!» sbraitai con una
mano premuta sul cuore. Mi lasciai cadere all'indietro e spiaccicai la
schiena
contro il pavimento mentre le risate di Jongin mi riempivano le
orecchie.
- «Avresti
dovuto vedere la tua faccia!» mi prese
in giro mentre continuava a ridersela alla grande. Che gran figlio
di... No.
No, Yorin. Trattieniti. È pur sempre il tuo migliore amico.
- «Che
pezzo di merda.»
- Meglio.
No…?
- «Scusa,
scusa. Ti ho vista seduta lì e non ho
potuto resistere.»
- Il
mio cuore perse un battito quando si tirò
indietro i capelli bagnati, scoprendo il suo viso a dir poco
mozzafiato.
Indossava una muta subacquea che gli rimaneva attaccata addosso come
una
seconda pelle. I suoi muscoli tonici risaltavano attraverso il tessuto
aderente
e dovetti ripetermi più volte di distogliere lo sguardo per
non fargli capire
che mi ero accorta di quel piccolo particolare. Jongin si sedette
vicino a me,
proprio sul bordo bagnato della vasca idromassaggio, e si
arruffò i capelli per
far cadere l'acqua in eccesso. Il suo viso era fresco e pulito, privo
d'imperfezioni.
- «Oh,
andiamo! Era solo uno scherzetto
innocente,» affermò ridacchiando. Si
dondolò verso di me e mi colpì con la
spalla. «Mi hai evitato per una settimana intera. Te lo sei
meritato.»
- La
mia fronte si aggrottò, mostrandogli il
mio disappunto. «Sai già perché l'ho
fatto.»
- «Perché
avevi paura che potessi dire qualcosa
di male sul tuo Yoongi?» mi domandò con un tono
che mi fece capire quanto fosse
arrabbiato. «In questo modo mi hai confermato che state
insieme.»
- In
un primo momento non dissi nulla, poi
trovai finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi per rispondergli
come si
deve.
- «Stiamo
insieme.»
- Il
sospiro frustrato che gli uscì dalle
labbra non riuscì ad impietosirmi. Dirlo era stato strano
anche per me, e
rivelarlo a Jongin, il mio migliore amico per cui avevo sempre avuto
una cotta,
fu più strano di quanto avessi immaginato. Pensavo che
glielo avrei confessato
con un po' d'imbarazzo, ma dopo averglielo detto mi accorsi che l'avevo
fatto
con un pizzico d'orgoglio.
- Cosa
diavolo mi stava facendo quel dannato
Min Yoongi?
- «Dimmi
che non stai dicendo sul serio,»
rispose passandosi una mano sulla faccia. «Quindi ci sei
seriamente andata a
letto?»
- La
mia faccia diventò più rossa di un
pomodoro. Quella volta gli avevo detto una bugia, ma ora quella
menzogna si era
trasformata in una mezza verità. Ecco perché non
mi sentivo più tanto in colpa.
- «Si
può sapere perché ce l'hai così tanto
con
lui? È ancora per colpa di Yoona?»
- Il
suo sguardo s'indurì. I suoi occhi
diventarono freddi come il ghiaccio e voltò la testa per
guardare verso l'altro
lato della sala. Le sue pupille scure fissavano il nulla.
- «Sì,
ma non per il motivo che credi tu.»
- Ebbi
un brivido quando il suono cupo della sua
voce mi accarezzò le orecchie. Non avevo mai visto Jongin
così serio riguardo a
qualcosa, forse solo quando avevamo parlato per la prima volta della
morte di
Yoona, in riva al fiume Han.
- «Jongin,
ascolta. So che tu e Yoongi non vi
sopportate a causa di Yoona. Capisco il tuo risentimento nei suoi
confronti, ma
non puoi continuare a vivere nel passato.» Abbassai lo
sguardo sulle mie mani.
«Devi cercare di andare avanti, come ho fatto io. Ora hai
Jennie e devi pensare
soltanto a lei. Non al ragazzo con cui hai litigato cinque anni
fa.»
- Quello
che fece subito dopo mi sconvolse
talmente tanto che non riuscii più a capire il flusso dei
miei stessi pensieri.
Le labbra di Jongin erano premute contro le mie, morbide come me l'ero
sempre
immaginate. Sbattei gli occhi incredula e il moro mi afferrò
gentilmente una
guancia per intensificare il bacio. Ero senza fiato mentre osservavo le
sue
palpebre abbassate e le piccole gocce d'acqua che si staccavano dai
suoi
capelli umidi, gli scivolavano lungo il viso e si staccavano dalla sua
mascella.
- Dopo
un attimo di smarrimento, tornai
finalmente alla realtà. Poggiai entrambe le mani sul suo
petto e lo spinsi via
per obbligarlo a staccare le sue labbra dalle mie, poi gli tirai uno
schiaffo
che gli fece ricadere la testa verso destra.
- Jongin
non fece una piega. A quanto pare se
lo aspettava.
- «Che
diamine fai...» sussurrai incredula
mentre risollevava il viso verso di me. Mi toccai il punto incriminato
con la
punta delle dita. «Tu sei fidanzato...»
- «No,
non lo sono,» affermò guardandomi dritto
negli occhi. «Ho lasciato Jennie.»
- Strabuzzai
ancora di più gli occhi. Le mie
labbra contaminate si dischiusero per la sorpresa.
«Perché?»
- «Perché
mi sono reso conto che non è lei
quella che voglio.» I suoi occhi mi scavarono dentro.
«Sei tu.»
- Quante
volte? Quante volte avevo desiderato
sentirgli dire quelle parole? E ora avrei tanto voluto che se le
rimangiasse.
Non appena le sue labbra si erano posate sulle mie, il mio pensiero era
andato
immediatamente a Yoongi. Avevo immaginato il suo volto sorridente, i
suoi occhi
sottili e la sua mano che mi accarezzava la guancia al posto di quella
di
Jongin.
- Quando
quest'ultimo mi aveva baciata, non
avevo avuto nessun batticuore come avevo sempre fantasticato. Solo una
gran
voglia di allontanarlo da me e da quelle labbra che, da un po' di tempo
a
questa parte, appartenevano esclusivamente ad una persona.
- «Cosa…?»
domandai incredula dopo avergli
studiato il volto. Era dannatamente serio, e io incredibilmente
scioccata.
- «Saperti
insieme a lui mi ha fatto capire che
non ti considero soltanto un'amica, Yorinie. E non pensare che te lo
stia
dicendo per fargli un dispetto. Sto solo cercando di proteggerti, e
spero di
non essere arrivato troppo tardi.»
- «Proteggermi
da cosa?» chiesi aggrottando le
sopracciglia. Di che diavolo stava parlando? Ero sempre più
confusa ad ogni
parola che pronunciava.
- «Da
Min Yoongi.»
- Sbuffai
per evitare di mostrargli i miei
occhi che si sollevavano verso il cielo. «Jongin, non credi
che sia fin troppo
cresciuta per farmi fare la morale da te? Lo so con chi ho a che fare.
Lo so
che Yoongi ha una brutta reputazione e che tu lo detesti
perché pensi che sia
un maledetto puttaniere, ma ti posso assicurare che con me è
sincero.» Mi
vennero le lacrime agli occhi quando ripensai all'appuntamento della
scorsa
notte e a tutte le parole dolci che mi aveva detto. «E lo so
che sembro una
maledetta ragazzina che ha perso la testa per l'idol di turno. Ne sono
consapevole. Eppure fidati quando ti dico che Min Yoongi mi ama
veramente.»
- Stavolta
fu il suo turno di sbuffare. «Quante
cazzate ti ha raccontato per farti diventare
così?» Il suo sguardo deluso e
amareggiato mi fece male al cuore. «Che fine ha fatto la mia
Yorin fiera e
combattiva?»
- Accennai
un sorriso mentre muovevo dolcemente
i piedi nell'acqua. «Si è innamorata.»
- Jongin
scosse la testa. Si alzò in piedi e mi
voltò le spalle per dirigersi fuori dalla sala. Pensai che
mi avesse lasciato
lì, troppo incazzato per continuare la conversazione, ma poi
riapparve con in
mano il suo cellulare. Lo osservai mentre si riaccomodava al mio fianco.
- «Non
vorrei farlo, Yorinie... ma purtroppo mi
vedo costretto.»
- Il
suo dito compì dei movimenti sullo schermo
mentre lo guardavo senza capire. Il cuore prese a battermi velocemente
nel
petto e la mia coscienza mi urlò di alzarmi e scappare via.
Mi supplicò di
tapparmi le orecchie e ignorare ogni maldicenza che avrebbe potuto
riferirmi su
Yoongi. Perché non erano vere. Non potevano esserlo.
- «Quel
tipo è pericoloso, Yorinie. Prima,
quando ti ho detto che ti avrei protetta, non mi stavo riferendo al
fatto che
fosse un puttaniere. Vorrei tanto che fosse soltanto per
questo.»
- Voltò
lo schermo del cellulare verso il mio
viso prima che potessi alzarmi e fuggire via, e a quel punto la mia
curiosità
prese il sopravvento. Sgranai gli occhi quando lessi il nome delle due
persone
presenti nella conversazione.
- «Yoongi
- Avevi
detto di volermi parlare. Incontriamoci al nostro solito posto
vicino al fiume Han. Intorno alle 22.
- Yoona»
- Ci
sarai?
- «Yoongi
- Sì,
se ci sarai anche tu.
- La
data di quello scambio di messaggi? 22
dicembre 2015. Il giorno della morte di Yoona.
- Sentii
tutta l'aria che veniva risucchiata
via dai miei polmoni. Continuai a guardare lo schermo come se fossi in
trans,
rileggendo all'infinito quelle poche frasi che erano state in grado di
uccidermi dentro. Non riuscivo più a sentire il cuore che mi
batteva nel petto.
- Scossi
la testa con le labbra che mi tremavano
in modo convulso. «N-No…» sussurrai
tornando a guardare Jongin. Mi stava
fissando con una pietà che mi fece imbestialire.
«No! È una bugia! Yoongi mi ha
detto che quella sera stava registrando una trasmissione in diretta
tv!»
- «E
allora questo come me lo spieghi?!» urlò
Jongin facendomi sobbalzare sul posto. Era la prima volta che alzava la
voce
con me.
- Continuai
a scuotere la testa e mi alzai in
piedi. «Cosa diavolo stai cercando di dirmi?» Mi
venne quasi da ridere quando
pensai alla prossima domanda da fargli. «Che quella notte
Yoongi ha incontrato
mia sorella e l'ha uccisa?»
- Ebbi
un brivido lungo la schiena.
- «Io
non sto insinuando niente... Ma questo
messaggio che vedi qui è stato cancellato subito dopo la
morte di Yoona. Sono
stato io a ritrovare il suo corpo e sono riuscito a fare lo screen alla
conversazione prima che il suo messaggio sparisse nel nulla.»
Indietreggiai di
un passo. «E sai chi è stato a
cancellarlo?»
- Mi
coprii le orecchie con le mani. «No. No,
non dirmelo! Non voglio sentire!» urlai a pieni polmoni
mentre stringevo forte
gli occhi. «Sta' zitto, Jongin!»
- «È
stato proprio il tuo adorato Yoongi,
Yorinie! Quel fottuto pezzo di merda è un bugiardo
assassino! E sai perché non
l'ho ancora denunciato? Per il semplice fatto che metterebbe nei guai
anche
Jimin!»
- Riaprii
gli occhi. «Jimin?»
- «Jimin
è un mio caro amico,» affermò
riabbassando il telefono. Il suo volto si era addolcito. «Se
denunciassi Suga,
manderei a puttane anche la sua carriera.»
- Era
tutto privo di senso. Niente di ciò che
stavo udendo aveva senso. Indietreggiai ancora e mi girò la
testa per
l'incredulità. Mi portai una mano sulla fronte e cercai di
fare dei respiri
profondi con la bocca per evitare di svenire e ritrovarmi distesa sul
pavimento.
- «Non
ti credo...» dissi in un attimo di
lucidità. Jongin mi guardò come se gli avessi
appena sputato in faccia. «Io mi
fido di Yoongi. Non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. Non
alla donna
che amava!»
- «Bene,»
rispose alzandosi in piedi. Si
avvicinò e mi afferrò il polso per sistemarmi il
telefono tra le dita della
mano destra. Mi guardò dritto negli occhi mentre mi
sussurrava a un centimetro
dalla faccia, «Allora perché non vai a
chiederglielo tu stessa?»
- ▫️▪️▫️▪️
- Il
mondo mi era appena crollato addosso. Le
mie dita non smettevano di stritolare il pomello mentre guardavo il mio
presunto ragazzo con la mano di un'altra donna infilata nelle mutande.
Ma ciò
che mi fece più male fu il suo sguardo, chiaramente voglioso
per quella
sgualdrina.
- Stava
per venirmi da vomitare.
- «Bastardo
puttaniere,» riuscii a dirgli prima
di voltargli le spalle e dirigermi verso una direzione ignota.
- Non
avevo idea di dove stessi andando. Non
sapevo come fare a calmarmi per evitare di tornare indietro e
spaccargli la
faccia. Peccato che non ce ne fu bisogno perché mi sentii
strattonare indietro
con una forza che mi fece quasi perdere l'equilibrio.
- Mi
ritrovai Yoongi a un palmo dal naso.
- «Yorin...
Yorin, ti prego...»
- Stava
per mettersi a piangere dalla
disperazione. Aveva la camicia sbottonata, i capelli sfatti e
l'espressione
distrutta di un condannato a morte. Si avvicinò e mi
posò le mani sulle
braccia.
- «Sono
un idiota...» sussurrò contro la pelle
della mia fronte, sfregandovi poi la punta del naso. Strinse forte gli
occhi e
digrignò i denti come se volesse trattenersi dallo scoppiare
in lacrime. «Sono
un fottuto idiota, Yorin... Sono un deficiente...»
- Mi
liberai subito dalla sua stretta. Lo
spinsi via nel peggior modo possibile e Yoongi si ritrovò a
fare due passi
indietro. Mi allontanai ancora di più e lo guardai con
rabbia, stringendomi le
mani intorno al corpo, proprio lì dove aveva appoggiato le
dita.
- «Non
mi toccare,» sibilai con una rabbia che
non gli avevo mai mostrato. «Non mi toccare con quelle mani
schifose, lurido
bastardo! Mi fai schifo, hai capito?! MI FAI SCHIFO!»
- Ero
furiosa. Provavo talmente tanto disgusto
che mi veniva la pelle d'oca al solo pensiero delle sue mani che mi
toccavano.
E i brividi non erano di certo per il piacere. Indietreggiai ancora e
gli occhi
di Yoongi si riempirono di lacrime, ma nessuna di queste gli
rigò il viso. Si
morse il labbro inferiore e si passò le mani tra i capelli,
stringendo con
forza le ciocche bionde mentre sollevava lo sguardo per trattenersi
dallo
scoppiare in lacrime.
- Stava
sicuramente inveendo contro sé stesso.
- «E
ora che ci sei, spiegami anche questa!»
Gli lanciai addosso il cellulare che tenevo in mano e lo presi in pieno
petto.
Yoongi riuscì ad afferrarlo all'ultimo secondo, prima che
scivolasse a terra e
si schiantasse sul pavimento. Era completamente spaesato mentre
abbassava lo
sguardo sullo schermo ancora acceso. «Come diavolo ho fatto a
fidarmi di te...
Che stupida...»
- Gli
occhi del biondo si sgranarono
all'inverosimile quando lesse i messaggi catturati dallo screen di
Jongin.
Sollevò lo sguardo su di me e poi lo riabbassò
sullo schermo, poi lo puntò
nuovamente nel mio. Dischiuse le labbra.
- «Come
fai a-» Si bloccò quando le parole gli
morirono in gola. Era più pallido del solito. «Chi
te lo ha inviato...?»
- Caddi
ancora di più nell'abisso che mi si era
aperto sotto i piedi. Non lo stava negando. Non stava negando che fosse
stato
lui ad inviare quel messaggio. Anzi, mi aveva appena domandato come
avessi
fatto ad entrarne in possesso, confermando ogni mio più
piccolo sospetto.
Quella notte aveva chiesto a Yoona d'incontrarlo al fiume Han. La
stessa notte
in cui lei era stata uccisa.
- Se
fino ad un momento fa avevo un minimo
barlume di speranza, Yoongi lo aveva appena stroncato senza
pietà.
- «Mi
avevi detto di avere un alibi,» sussurrai
con rabbia mentre stringevo forte i pugni. «Mi avevi detto
che non potevi
essere stato tu perché a quell'ora stavi partecipando ad una
diretta tv. Allora
perché diavolo le hai chiesto d'incontrarti?
PERCHÉ?!» urlai istericamente
attirando l'attenzione dei presenti. Si voltarono tutti a guardarci.
«E io mi
sono anche fidata, Yoongi. Mi sono fidata di te... Dio mio, non posso
credere
che tu-»
- Cercai
di trattenere il magone che mi stava
stringendo la gola. Gli occhi mi pizzicavano da morire ma non volevo
piangere
di fronte a lui. Volevo solo che mi desse una spiegazione che potesse
liberarmi
da quel pensiero orribile che si era impossessato della mia testa. Ero
talmente
terrorizzata che iniziai a tremare.
- «Yorin,
ti posso spiegare,» sussurrò con la
voce che gli tremava. Aprì la bocca per parlare ma la
richiuse subito dopo. Mi
venne voglia di urlare.
- «E
allora parla, maledizione! PARLA!» urlai a
squarciagola mentre vedevo arrivare Namjoon insieme a tutti gli altri.
Rimasero
a distanza di sicurezza quando capirono che eravamo noi a fare tutto
quel
casino. I loro sguardi si spostarono da me a Yoongi.
«Spiegami perché mi stavi
tradendo con quella lurida puttana! Spiegami perché hai
chiesto a Yoona
d'incontrarti proprio la notte in cui è morta! SPIEGAMI
PERCHÉ CAZZO DOVREI
CREDERTI!»
- Yoongi
lasciò cadere il telefono a terra e si
avvicinò a me agguantandomi il viso con entrambe le mani.
Era un concentrato di
tristezza e disperazione mentre mi fissava dritto negli occhi.
- «Yorin...
Yorin, tesoro... Devi calmarti,
okay?» Poggiò la fronte contro la mia e mi
accarezzò amorevolmente le guance.
«Ti spiegherò tutto, te lo prometto. Ma prima devi
cercare di calmarti. Fallo
per me, ti prego.»
- Solo
in quel momento, mi resi conto che stavo
respirando come se mi mancasse l'aria. Come se avessi un attacco
d'asma. Mi
portai una mano sul cuore impazzito e sospirai incredula quando un
singhiozzo
di dolore mi sfuggì dalle labbra. Yoongi cominciò
a massaggiarmi la schiena con
dei movimenti premurosi e circolari, schiacciandomi contro il suo petto
con la
speranza di tranquillizzarmi. Sentivo il suo profumo nelle narici.
- «Scoprirò
la verità,» gli sussurrai
nell'orecchio visto che ce l'avevo all'altezza delle labbra. Il suo
corpo
s'irrigidì quando gli posai le mani sulle spalle per
avvicinarmi ancora di più
al suo viso. Ci stavamo abbracciando, ma le mie dita stritolavano la
stoffa
della sua camicia come se avessero voluto farla a pezzi. Con le labbra
sfiorai
uno degli orecchini argentati che gli pendevano dal lobo.
«Scaverò a fondo in
questa faccenda, a costo di farti finire in galera, Min
Yoongi,» gli sussurrai
minacciosamente mentre gli stringevo le spalle con mani tremanti.
«È una
promessa.»
- Il
mio amore si era trasformato in odio. Ogni
fibra del mio essere era disgustata dal tocco di quel ragazzo che fino
a
qualche minuto prima adoravo con tutta me stessa. E i miei pensieri non
facevano altro che mostrarmi immagini terribili, fantasie che mi
avrebbero
portato all'esaurimento se solo si fossero rivelate esatte.
- Le
mani di Yoongi, quelle stesse mani che mi
avevano toccato e accarezzato con una dolcezza inimmaginabile, forse
avevano
spinto mia sorella giù dal ponte del fiume Han. Quegli occhi
sottili eppure
così espressivi, che la maggior parte delle volte dicevano
tutto e niente,
probabilmente avevano visto morire Yoona. La mia Yoona.
- Mi
tornarono in mente tutte le volte che
Yoongi aveva evitato il discorso, arrabbiandosi al semplice accenno di
mia
sorella. E come mai si era interessato proprio a me? Non era strano che
tra
tutte le persone avesse messo gli occhi proprio sulla sorella della sua
ex?
- Mi
sentivo sempre più stupida e disgustata.
Disgustata che gli avessi permesso di toccarmi in un modo tanto intimo
e
profondo. Disgustata che gli avessi dato la mia fiducia per poi
sorprenderlo
tra le gambe di Soo Jin, come se io non contassi niente per lui. Come
se fossi
soltanto un passatempo.
- Ero
terrorizzata all'idea che potessi aver
donato il mio cuore all'omicida di mia sorella. Che lui mi avesse solo
presa in
giro per un suo malsano desiderio di far fuori anche me.
- «Yorin,
lo so che può sembrare assurdo... Ma
devi ascoltarmi, ti scongiuro... Devi fidarti di me...»
- Lo
spinsi ancora una volta per allontanarmi
dalle sue mani schifose. «Fidarmi di te...?»
domandai incredula. «Come pensi
che possa fidarmi di te dopo quello che ho visto?! Mi avevi giurato di
amarmi,
Min Yoongi!» urlai a pieni polmoni e con le lacrime agli
occhi. «Mi avevi detto
che non ti saresti mai fatto toccare da un'altra donna, ma solo ora
capisco che
erano tutte stronzate! Tutto ciò che mi hai raccontato erano
solo un mucchio di
stronzate!»
- «No!
No, Yorin... Non è vero! Io-»
- Venne
bloccato da Namjoon, che gli impedì di
fare un ulteriore passo verso di me. «Non qui. È
meglio discuterne in privato,»
affermò il Leader trattenendo Yoongi per le spalle. Si
guardò intorno e io
seguii il suo sguardo.
- Eravamo
accerchiati da una folla di curiosi.
Quando mi voltai indietro, notai che Taehyung stava camminando verso di
me.
- «Yorin,
andiamo a parlarne da un'altra
parte,» mi sussurrò all'orecchio con una dolcezza
che mi fece accapponare la
pelle. «Sei fuori di te e stai facendo insinuazioni assurde.
Chiaritevi quando
vi sarete dati una calmata.»
- Mi
allontanai anche da lui. «Insinuazioni
assurde?» sibilai tra i denti guardandolo in cagnesco.
«Siete voi quelli
assurdi! Non so se state cercando di coprirlo come avrete
già fatto in passato,
ma giuro che ve la farò pagare,» gli promisi
stringendo forte i pugni. «Vi farò
pentire di avermi incontrato, Bangtan Sonyeondan. Lo giuro sulla mia
defunta
sorella. Se dovessi affondare, vi trascinerò giù
insieme a me. Parola di Kang
Yorin.»
- YOONGI'S
POV
- La
vidi superare la folla e sparire di fronte
ai miei occhi. E proprio in quel momento, la mia disperazione raggiunse
un
livello talmente profondo da farmi crollare in ginocchio sul pavimento.
Namjoon
cercò di tirarmi su, ma a nulla valsero i suoi sforzi.
- «Hyung,»
mi sussurrò all'orecchio con tono
autoritario mentre s'inginocchiava al mio fianco. «Alzati.
Devi alzarti. Non
puoi farti vedere così.»
- Non
lo sentii nemmeno. La mia testa fluttuava
in un limbo di pensieri che mi stavano trascinando sempre
più giù. Non riuscivo
più a tornare a galla.
- Seokjin
ci raggiunse e aiutò Namjoon a
rimettermi in piedi, trascinandomi nuovamente nello spogliatoio da cui
ero
uscito. Soo Jin era ancora là dentro, ma io non la degnai di
uno sguardo mentre
mi lasciavo cadere su una sedia a caso. Chinai il capo e mi artigliai i
capelli
con le dita. Stavo per impazzire.
- «Fuori
di qui,» disse la voce severa di
Namjoon. Sollevai debolmente la testa e vidi il Leader che recuperava
la
maglietta di Soo Jin dal pavimento per lanciargliela dritta in faccia.
«Non ti
voglio più vedere, maledetta vipera. Fuori oppure chiamo la
sicurezza. FUORI!»
urlò come un ossesso afferrandola per un braccio. La
trascinò verso l'uscita
sul retro, spalancò la porta e la gettò fuori
come se fosse un sacco della spazzatura.
Richiuse la porta con un tonfo.
- «Hyung,»
mi chiamò Hoseok. Voltai il viso
distrutto verso di lui e incontrai i suoi occhi increduli.
«Che cosa hai fatto…?»
- Riabbassai
le palpebre e sussurrai, «Ho
mandato tutto a puttane.»
- ▪️▫️▪️▫️
- «Che
facciamo se lo vede?» domandò Jimin
cercando di mantenere un tono di voce basso. «Io penso che la
prenderebbe
malissimo.»
- Hoseok
sollevò gli occhi al cielo. «Ma
davvero, Jiminie? E io che pensavo avrebbe fatto una festa.»
- «Ma
chi è il deficiente che ha comprato un
giornale di gossip?!» si lamentò Seokjin passando
in rassegna i volti degli
altri membri che erano seduti intorno al tavolo della cucina.
- «Io
no,» rispose Jungkook tirandosene fuori.
- «Io
no,» ripeté Taehyung seguendo l'esempio
del Maknae.
- Tutti
gli sguardi puntarono verso Jimin.
- «Io...
forse?»
- Un
coro d'imprecazioni si sollevò dal nulla e
Namjoon ringhiò per la frustrazione, passandosi una mano tra
i capelli ancora
umidi per via della doccia. «Fatelo sparire. Yoongi-hyung non
deve vederlo.»
- «Cosa
non devo vedere?»
- Le
mie parole li paralizzarono sul posto.
Tutti tranne Jimin, che si lanciò sul tavolo non appena
udì il suono della mia
voce. Afferrò il giornale alla velocità della
luce e spalancò lo sportello del
forno, gettandovelo dentro. Tornò a guardarmi come se non
avesse appena fatto
qualcosa di completamente inspiegabile. Lo fissai scioccato.
- «H-Hyung,»
balbettò Hoseok. «C-Come mai così
mattiniero? Di solito dormi fino alle due del pomeriggio. Ti sei
scordato che
oggi è il nostro giorno libero?»
- «Non
ho dormito un cazzo,» sussurrai con voce
roca e spossata. Mi sentivo uno schifo mentre abbandonavo la testa
contro la
parete al mio fianco. Dovevo avere un aspetto tremendo.
«Comunque, cosa mi
state nascondendo? Credete che sia davvero così deficiente
da non essermene
accorto?»
- Taehyung
singhiozzò improvvisamente e si
coprì la bocca con la mano, guardandomi come se avesse
appena rivelato un
segreto impronunciabile. Sollevai un sopracciglio.
- «Ma
chi? Noi?» domandò Jimin mentre si
posizionava con nonchalance davanti al forno. «Sei diventato
paranoico, Hyung?»
- Jungkook
sniffò l'aria. «Cos'è questa puzza
di bruciato?»
- «LA
MIA TORTA!» urlò Seokjin alzandosi di
scatto dalla sedia per spostare Jimin. «Il tuo stupido
giornale sta
intossicando la mia torta!»
- «Meno
male che non l'hai messo nel forno a
microonde,» disse Jungkook rivolgendosi a Jimin. Sembrava
piuttosto sollevato.
«Sarebbe potuto esplodere.»
- Hoseok
roteò gli occhi al cielo. «Jungkook,
per la centesima volta: i microonde non esplodono.»
- «Sì
invece! Sono spaventosi!»
- Seokjin
afferrò una presina e aprì di nuovo
lo sportello del forno, lanciando via la rivista mezza bruciacchiata
che
atterrò dritta sul tavolo. Guardai il giornale e poi guardai
loro. Loro
guardarono me e poi Seokjin, che stava chiedendo alla torta se fosse
tutto a
posto. Strinsi forte i pugni.
- M'incamminai
verso il tavolo ma Taehyung
afferrò la rivista prima che potessi dargli un'occhiata.
«Lascia stare, Hyung!
Lo ha comprato Jimin. Sai che gli piace tenersi sempre aggiornato. Non
per
niente lo chiamiamo pettegola!»
- «Dammi
quel coso, Taehyung,» gli ordinai con
voce minacciosa, indicandogli di metterlo giù.
«Conto fino a tre. Uno, due-»
- «Va
bene, ne ho abbastanza! Fateglielo
vedere,» s'intromise Namjoon strappando la rivista di mano a
Taehyung. «Tanto
verrà a saperlo comunque. È inutile mandare
avanti questa sceneggiata.
Togliamoci subito il pensiero.»
- Lanciò
la rivista nella mia direzione e
abbassai la testa per leggere il trafiletto in prima pagina. A causa
delle
bruciature, non riuscii a capire subito cosa ci fosse scritto. Ruotai
il
giornale verso di me e assottigliai gli occhi mentre davo un'occhiata
alle foto
incenerite dell'articolo. Non si capiva chi fossero le due persone
paparazzate.
- "Kai
degli EXO con una nuova fiamma? Il
giovane ballerino, rapper e sub-vocalist della nota boy band,
è stato sorpreso
durante un inaspettato momento d'intimità con una ragazza
dai lunghi capelli
scuri. Ciò che sorprende di più è che
sia avvenuto in un luogo che non ha
niente a che fare con l'idol della SM Entertainment. La Big Hit non ha
ancora
rilasciato una dichiarazione ufficiale che possa spiegare la sua
presenza nella
loro vasca idromassaggio. Da questi pochi scatti rubati, sembra che Kai
abbia
pienamente apprezzato il suo soggiorno nell'agenzia rivale. Che la
ragazza
misteriosa sia una nuova promessa della Big Hit? Già si
specula sui futuri
Giulietta e Romeo dell'industria k-pop."
- Continuai
a fissare quelle poche righe con il
fiato bloccato nei polmoni. Intorno a me c'era un silenzio di tomba,
che
divenne ancora più marcato quando sollevai lo sguardo per
incontrare i loro
occhi pieni di pietà e dispiacere. Portai la mano nella
tasca posteriore dei
miei pantaloni e tirai fuori il cellulare per fare una veloce ricerca
su
internet e dare un'occhiata alle foto bruciacchiate del giornale.
- Sul
mio volto non apparve nessuna espressione
quando vidi le labbra di Kai premute contro quelle di Yorin. Sapevo che
era
lei, avrei potuto riconoscerla ad occhi chiusi.
- «Quando?»
domandai semplicemente. «Prima o
dopo?»
- Fu
Namjoon a rispondere, diretto come il suo
solito. «Prima.»
- Con
uno scatto d'ira, scaraventai il
cellulare contro il tavolo, riducendolo in mille pezzettini. Vidi
Hoseok e
Taehyung indietreggiare mentre cercavo di contenere la rabbia che mi
stava
infuocando i polmoni. Digrignai i denti e strinsi forte i pugni,
conficcandomi
le unghie nei palmi delle mani.
- Stavano
tutti in silenzio. Nessuno di loro
aveva il coraggio di dire una parola mentre mi mordevo il labbro
inferiore a
sangue, immobile al mio posto, con la testa per aria e il cuore in
frantumi.
- «Ti
faccio una camomilla?»
- Puntai
gli occhi in quelli di Seokjin. Teneva
in mano la sua maledetta torta e mi fissava con quello sguardo
premuroso che mi
fece stare ancora peggio. Mi venne quasi da ridere.
- Sogghignai
e girai i tacchi prima che potessi
scoppiare definitivamente in lacrime. Salii le scale e mi rifugiai
nell'oscurità della mia stanza, sbattendomi la porta alle
spalle prima di
scaraventare tutto all'aria con la speranza di far scemare la mia ira.
Mi sbarazzai
di tutto ciò che tenevo sulla scrivania e poi infierii
contro il muro alla mia
destra. Lo presi a calci, a pugni e a spallate, come se potessi far
cessare il
dolore che sentivo nel petto, o estinguere quella vocina che continuava
a
risuonarmi nella testa.
- Lo
sapevi che sarebbe successo.
- Che
avresti sofferto di nuovo.
- «Hyung!»
mi bloccò Namjoon afferrandomi per
le spalle, impedendomi di dare un altro pugno al muro. Non mi ero
neanche reso
conto che fosse entrato nella mia stanza. Decisi di abbandonarmi contro
di lui,
inspirando più aria possibile per darmi una calmata.
- Farmi
del male non sarebbe servito a niente.
Non avrebbe mandato via quella sensazione fastidiosa all'altezza dello
stomaco.
Non avrebbe cancellato il ricordo delle labbra di Jongin su quelle di
Yorin, o
della sua mano poggiata dolcemente sulla sua guancia. Farmi del male
non
avrebbe rimosso quelle immagini dalla mia testa.
- «Ecco
cosa succede quando cerchi di mandare
avanti una relazione in cui non c'è fiducia
reciproca,» sussurrai mentre scivolavo sul
pavimento. Quel dolore familiare era tornato, proprio lì,
all'altezza del
cuore, insieme a quella tremenda gelosia che mi stava mangiando vivo.
«È tutto
come allora, Namjoon. Sta succedendo di nuovo. Lei mi ha tradito. Io
l'ho
tradita,» sogghignai con le lacrime agli occhi.
«È proprio per questo che
l'amore fa schifo. È sempre la stessa storia.»
- Nam si
avvicinò al mio orecchio. «Allora
questa volta cerchiamo di farla finire diversamente.»
- ᗩngolo.ᗩutore
Ciao a tutti! Finalmente riesco ad aggiornare con un capitolo piuttosto movimentato. Se la scorsa volta era toccato a Soo Jin, stavolta è Jongin a mettere i bastoni tra le ruote a Yoongi e Yorin. Ma al contrario della vipera (come Namjoon ha saggiamente deciso di soprannominare Soo Jin), Kai sembra avere delle ottime motivazioni per allontanare la sua amica (non più tanto amica) da Yoongi.
Quel messaggio è di sicuro sospetto, e Yorin ha perso completamente la fiducia che riponeva in Yoongi, soprattutto dopo averlo beccato in quella situazione. Come possiamo darle torto? 🤔
Ho cercato di alleggerire un po' l'atmosfera inserendo delle scenette comiche con i Bangtan. Ormai si è capito che li uso principalmente per farvi ridere 😂
Ah, ho anche deciso di cambiare l'anno della morte di Yoona perché mi sono resa conto che alcune cose non combaciavano. Quindi non sono passati cinque anni dalla morte di Yoona, ma soltanto tre 👍🏻
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che aspettiate con ansia il prossimo ❤️ Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacione e al prossimo capitolo 😘
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