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Autore: Btsuga_D    16/10/2019    2 recensioni
[COMPLETA] Nello slang giovanile, "Hook-up" é il famoso rimorchio senza impegno. L'accordo riguarda la possibilità di fare sesso senza che ci sia un sentimento sottostante. Suga, famoso Idol e rapper del gruppo BTS, è conosciuto per le sue "scappatelle di una notte" con le sue fan. La sua regola numero uno: tutto è concesso, tranne i baci sulla bocca. Per delle sfortunate circostanze, Kang Yorin è costretta a dover andare ad un fan-sign dei BTS al posto della sua migliore amica, venendo subito notata dal bel rapper. Yorin accetterà la sua offerta o resterà fedele alla sua regola numero uno, donarsi solo all'uomo che ama?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hook-Up
❖ Mistrust



🔽🔽🔽  

YORIN'S POV
 
«Pronto? Jongin?»
 
«Wow, non ci credo,» sbuffò il ragazzo dall'altra parte della cornetta. «Mi hai seriamente risposto? A cosa devo questo onore?»
 
Avrei sollevato gli occhi al cielo se non fossi stata quasi sull'orlo delle lacrime. Soo Jin era riuscita a destabilizzarmi completamente e non ci avevo pensato due volte a rispondere alla chiamata di Jongin. Forse avevo solo bisogno di parlare con qualcuno e distrarmi dall'argomento "Yoongi".
 
«Da quando sai essere così sarcastico?» domandai cercando di nascondergli la mia tristezza. Ero proprio a pezzi.
 
«Da quando tu hai deciso di evitarmi, cara amica mia. Per caso te l'ha detto Yoongi?»
 
Cambiai subito discorso. «Di che cosa volevi parlarmi, Jongin? Ti ascolto.»
 
«Eh no, non credere che te lo dirò per telefono. Dove sei? Alla Big Hit? Se vuoi possiamo incontrarci nella piscina dell'edificio. Ho un amico che mi fa sempre fare qualche tuffo. È il posto perfetto per parlare.»
 
Annuii. «Come vuoi tu. Ti va bene fra un'oretta?»
 
«No, Yorinie. La mia pausa dura solo mezz'ora. Incontriamoci adesso.»
 
Cavolo. Mi staccai dal muro e svoltai l'angolo dietro cui mi aveva trascinata Soo Jin. Nel corridoio c'erano così tante persone che mi s'incrociarono gli occhi. Dovetti sbattere le palpebre per far tornare la vista normale. A quanto pare tutti volevano fare quell'audizione.
 
«Adesso non posso. Ho un impegno,» risposi senza crederci veramente. Non ero dell'umore adatto per sostenere un provino.
 
«Disdici, Yorin. Questa faccenda riguarda Suga e non posso più rimandare. Chi mi assicura che dopo sarai di nuovo raggiungibile? Potresti sparire come hai fatto fino ad ora... e io devo assolutamente parlare con te, Yorinie. È ora che tu sappia la verità.»
 
Mi si bloccò il respiro in gola. «La verità su cosa...?»
 
«Incontrami e lo scoprirai.»
 
Riattaccò senza darmi il tempo di replicare. Allontanai il telefono dall'orecchio e fissai lo schermo incredula. Ero più confusa di prima. Che intendeva dire con: "Questa faccenda riguarda Suga e non posso più rimandare." A quale verità si riferiva?
 
Lo sapevo che avrebbe voluto parlarmi di Yoongi. Comprendevo l'astio nei suoi confronti, ma non avrei mai pensato che potesse esserci qualcos'altro oltre al fatto che avevano combattuto entrambi per la stessa donna. Yoongi mi stava nascondendo qualcosa...?
 
I dubbi non facevano che infittirsi e la mia curiosità ebbe la meglio sul mio senso del dovere. Tirai fuori dalla mia borsa il cappellino con la visiera e lo indossai velocemente per non far vedere il segno delle cinque dita sulla mia guancia destra. Fottuta Lee Soo Jin. Gliel'avrei fatta pagare.
 
Abbandonai il mio nascondiglio e mi diressi verso le scale. Sapevo di star facendo un torto a Ji Woo, ma ero fermamente convinta che avrebbe potuto capirmi. La mia amica non aveva bisogno di me. Era bravissima e se la sarebbe cavata benissimo da sola. E poi c'era Jungkook a supportarla.
 
Il filo dei miei pensieri andò a farsi benedire quando sbattei contro qualcosa, o per meglio dire qualcuno. Lo riconobbi dalla camicia che stava indossando e allora cercai di sgusciare via senza guardarlo negli occhi, ma purtroppo il badge intorno al mio collo mi tradì senza lasciarmi alcuna via di scampo.
 
Yoongi era furibondo. Non volevo tirare fuori il nome di Soo Jin perché avrebbe significato darle maggiore attenzione. Al contrario, decisi di dare voce ai dubbi che quella stronza mi aveva inculcato nel cervello. Gli domandai se avesse incontrato qualcuno, sperando di non sentire il nome di Soo Jin. I miei pensieri mi tradirono quando gli chiesi se fosse stato con un'altra donna, o se si fosse fatto toccare da qualcuno che non ero io.
 
Feci scivolare la mano sul suo petto e non potei fare a meno di immaginare le mani di Soo Jin che lo accarezzavano proprio dove lo stavo accarezzando io. Ero ricolma di gelosia. Sapevo che erano stati a letto insieme molte volte e che Yoongi non si era di certo fatto pregare per infilarsi tra le sue gambe. Il solo pensiero che potesse aver fatto una cosa tanto intima con il mio uomo... che lo avesse abbracciato, baciato e accarezzato come avevo fatto io... mi mandava in bestia. Ma allo stesso tempo mi rendeva triste.
 
«Mi ami davvero?» gli domandai per ricevere un po' di conforto.
 
Sì. Avevo paura di ciò che mi avrebbe detto Jongin. Ero terrorizzata che potesse far crollare tutte le mie certezze e insinuare il dubbio nel mio cuore già fragile. Ma io volevo sapere questa dannata verità. Se Yoongi mi stava nascondendo qualcosa, avevo tutto il diritto di saperlo.
 
«Ti amo come non ho mai amato nessun'altra,» mi rispose con il cuore in mano, e il peso sul mio petto si alleggerì fino a trasformarsi in un fastidio quasi inesistente. Mi mossi nel suo abbraccio e mi allontanai dal suo petto per guardarlo negli occhi. Era fottutamente sincero.
 
Non volevo mentirgli. Gli dissi che dovevo incontrare qualcuno, ma non specificai chi. Quello era il momento meno adatto per le sue scenate di gelosia. Corsi verso le scale e quasi mi gettai dalla rampa per arrivare al piano in cui si trovava la zona relax. Sì, alla Big Hit avevano anche una fottutissima zona relax, con vasche idromassaggio e una sauna perfettamente funzionante. Di certo non perdevano l'occasione per ricordare a noi comuni mortali quanto fossimo relativamente poveri in confronto a loro. Grazie Big Hit.
 
Una volta arrivata a destinazione, notai che il sistema idromassaggio era stato attivato in una delle tante vasche che occupavano la sala. Le bolle d'acqua si muovevano frenetiche sulla superficie, contaminando l'acqua cristallina con una leggera schiuma che non permetteva di vedere il fondo. Mi guardai intorno e mi accorsi che non c'era nessuno, così decisi di approfittarne per sedermi sul bordo della vasca e immergere i piedi nell'acqua calda dopo aver tolto le scarpe. Tirai un sospiro di sollievo.
 
Cavolo, avevo proprio bisogno di rilassarmi un po'. Per colpa di quella stronza, dovevo avere tutti i nervi del collo tesi. Mi massaggiai la guancia ancora dolorante e borbottai qualcosa tra me e me, promettendo a me stessa di fargliela pagare.
 
Kang Yorin non lasciava mai le cose in sospeso, soprattutto quando si trattava di regolare i conti.
 
Ero completamente concentrata sui miei propositi di vendetta, per questo mi venne quasi un infarto quando dall'acqua emerse la figura alta e statuaria di un uomo. C'era mancato poco che mi mettessi ad urlare come una donnetta.
 
«JONGIN, MA CHE CAVOLO!» sbraitai con una mano premuta sul cuore. Mi lasciai cadere all'indietro e spiaccicai la schiena contro il pavimento mentre le risate di Jongin mi riempivano le orecchie.
 
«Avresti dovuto vedere la tua faccia!» mi prese in giro mentre continuava a ridersela alla grande. Che gran figlio di... No. No, Yorin. Trattieniti. È pur sempre il tuo migliore amico.
 
«Che pezzo di merda.»
 
Meglio. No…?
 
«Scusa, scusa. Ti ho vista seduta lì e non ho potuto resistere.»
 
Il mio cuore perse un battito quando si tirò indietro i capelli bagnati, scoprendo il suo viso a dir poco mozzafiato. Indossava una muta subacquea che gli rimaneva attaccata addosso come una seconda pelle. I suoi muscoli tonici risaltavano attraverso il tessuto aderente e dovetti ripetermi più volte di distogliere lo sguardo per non fargli capire che mi ero accorta di quel piccolo particolare. Jongin si sedette vicino a me, proprio sul bordo bagnato della vasca idromassaggio, e si arruffò i capelli per far cadere l'acqua in eccesso. Il suo viso era fresco e pulito, privo d'imperfezioni.
 
«Oh, andiamo! Era solo uno scherzetto innocente,» affermò ridacchiando. Si dondolò verso di me e mi colpì con la spalla. «Mi hai evitato per una settimana intera. Te lo sei meritato.»
 
La mia fronte si aggrottò, mostrandogli il mio disappunto. «Sai già perché l'ho fatto.»
 
«Perché avevi paura che potessi dire qualcosa di male sul tuo Yoongi?» mi domandò con un tono che mi fece capire quanto fosse arrabbiato. «In questo modo mi hai confermato che state insieme.»
 
In un primo momento non dissi nulla, poi trovai finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi per rispondergli come si deve.
 
«Stiamo insieme.»
 
Il sospiro frustrato che gli uscì dalle labbra non riuscì ad impietosirmi. Dirlo era stato strano anche per me, e rivelarlo a Jongin, il mio migliore amico per cui avevo sempre avuto una cotta, fu più strano di quanto avessi immaginato. Pensavo che glielo avrei confessato con un po' d'imbarazzo, ma dopo averglielo detto mi accorsi che l'avevo fatto con un pizzico d'orgoglio.
 
Cosa diavolo mi stava facendo quel dannato Min Yoongi?
 
«Dimmi che non stai dicendo sul serio,» rispose passandosi una mano sulla faccia. «Quindi ci sei seriamente andata a letto?»
 
La mia faccia diventò più rossa di un pomodoro. Quella volta gli avevo detto una bugia, ma ora quella menzogna si era trasformata in una mezza verità. Ecco perché non mi sentivo più tanto in colpa.
 
«Si può sapere perché ce l'hai così tanto con lui? È ancora per colpa di Yoona?»
 
Il suo sguardo s'indurì. I suoi occhi diventarono freddi come il ghiaccio e voltò la testa per guardare verso l'altro lato della sala. Le sue pupille scure fissavano il nulla.
 
«Sì, ma non per il motivo che credi tu.»
 
Ebbi un brivido quando il suono cupo della sua voce mi accarezzò le orecchie. Non avevo mai visto Jongin così serio riguardo a qualcosa, forse solo quando avevamo parlato per la prima volta della morte di Yoona, in riva al fiume Han.
 
«Jongin, ascolta. So che tu e Yoongi non vi sopportate a causa di Yoona. Capisco il tuo risentimento nei suoi confronti, ma non puoi continuare a vivere nel passato.» Abbassai lo sguardo sulle mie mani. «Devi cercare di andare avanti, come ho fatto io. Ora hai Jennie e devi pensare soltanto a lei. Non al ragazzo con cui hai litigato cinque anni fa.»
 
Quello che fece subito dopo mi sconvolse talmente tanto che non riuscii più a capire il flusso dei miei stessi pensieri. Le labbra di Jongin erano premute contro le mie, morbide come me l'ero sempre immaginate. Sbattei gli occhi incredula e il moro mi afferrò gentilmente una guancia per intensificare il bacio. Ero senza fiato mentre osservavo le sue palpebre abbassate e le piccole gocce d'acqua che si staccavano dai suoi capelli umidi, gli scivolavano lungo il viso e si staccavano dalla sua mascella.
 
Dopo un attimo di smarrimento, tornai finalmente alla realtà. Poggiai entrambe le mani sul suo petto e lo spinsi via per obbligarlo a staccare le sue labbra dalle mie, poi gli tirai uno schiaffo che gli fece ricadere la testa verso destra.
 
Jongin non fece una piega. A quanto pare se lo aspettava.
 
«Che diamine fai...» sussurrai incredula mentre risollevava il viso verso di me. Mi toccai il punto incriminato con la punta delle dita. «Tu sei fidanzato...»
 
«No, non lo sono,» affermò guardandomi dritto negli occhi. «Ho lasciato Jennie.»
 
Strabuzzai ancora di più gli occhi. Le mie labbra contaminate si dischiusero per la sorpresa. «Perché?»
 
«Perché mi sono reso conto che non è lei quella che voglio.» I suoi occhi mi scavarono dentro. «Sei tu.»
 
Quante volte? Quante volte avevo desiderato sentirgli dire quelle parole? E ora avrei tanto voluto che se le rimangiasse. Non appena le sue labbra si erano posate sulle mie, il mio pensiero era andato immediatamente a Yoongi. Avevo immaginato il suo volto sorridente, i suoi occhi sottili e la sua mano che mi accarezzava la guancia al posto di quella di Jongin.
 
Quando quest'ultimo mi aveva baciata, non avevo avuto nessun batticuore come avevo sempre fantasticato. Solo una gran voglia di allontanarlo da me e da quelle labbra che, da un po' di tempo a questa parte, appartenevano esclusivamente ad una persona.
 
«Cosa…?» domandai incredula dopo avergli studiato il volto. Era dannatamente serio, e io incredibilmente scioccata.
 
«Saperti insieme a lui mi ha fatto capire che non ti considero soltanto un'amica, Yorinie. E non pensare che te lo stia dicendo per fargli un dispetto. Sto solo cercando di proteggerti, e spero di non essere arrivato troppo tardi.»
 
«Proteggermi da cosa?» chiesi aggrottando le sopracciglia. Di che diavolo stava parlando? Ero sempre più confusa ad ogni parola che pronunciava.
 
«Da Min Yoongi.»
 
Sbuffai per evitare di mostrargli i miei occhi che si sollevavano verso il cielo. «Jongin, non credi che sia fin troppo cresciuta per farmi fare la morale da te? Lo so con chi ho a che fare. Lo so che Yoongi ha una brutta reputazione e che tu lo detesti perché pensi che sia un maledetto puttaniere, ma ti posso assicurare che con me è sincero.» Mi vennero le lacrime agli occhi quando ripensai all'appuntamento della scorsa notte e a tutte le parole dolci che mi aveva detto. «E lo so che sembro una maledetta ragazzina che ha perso la testa per l'idol di turno. Ne sono consapevole. Eppure fidati quando ti dico che Min Yoongi mi ama veramente.»
 
Stavolta fu il suo turno di sbuffare. «Quante cazzate ti ha raccontato per farti diventare così?» Il suo sguardo deluso e amareggiato mi fece male al cuore. «Che fine ha fatto la mia Yorin fiera e combattiva?»
 
Accennai un sorriso mentre muovevo dolcemente i piedi nell'acqua. «Si è innamorata.»
 
Jongin scosse la testa. Si alzò in piedi e mi voltò le spalle per dirigersi fuori dalla sala. Pensai che mi avesse lasciato lì, troppo incazzato per continuare la conversazione, ma poi riapparve con in mano il suo cellulare. Lo osservai mentre si riaccomodava al mio fianco.
 
«Non vorrei farlo, Yorinie... ma purtroppo mi vedo costretto.»
 
Il suo dito compì dei movimenti sullo schermo mentre lo guardavo senza capire. Il cuore prese a battermi velocemente nel petto e la mia coscienza mi urlò di alzarmi e scappare via. Mi supplicò di tapparmi le orecchie e ignorare ogni maldicenza che avrebbe potuto riferirmi su Yoongi. Perché non erano vere. Non potevano esserlo.
 
«Quel tipo è pericoloso, Yorinie. Prima, quando ti ho detto che ti avrei protetta, non mi stavo riferendo al fatto che fosse un puttaniere. Vorrei tanto che fosse soltanto per questo.»
 
Voltò lo schermo del cellulare verso il mio viso prima che potessi alzarmi e fuggire via, e a quel punto la mia curiosità prese il sopravvento. Sgranai gli occhi quando lessi il nome delle due persone presenti nella conversazione.
 
«Yoongi
Avevi detto di volermi parlare. Incontriamoci al nostro solito posto vicino al fiume Han. Intorno alle 22.
 
Yoona»
Ci sarai?
 
«Yoongi
Sì, se ci sarai anche tu.
 
La data di quello scambio di messaggi? 22 dicembre 2015. Il giorno della morte di Yoona.
 
Sentii tutta l'aria che veniva risucchiata via dai miei polmoni. Continuai a guardare lo schermo come se fossi in trans, rileggendo all'infinito quelle poche frasi che erano state in grado di uccidermi dentro. Non riuscivo più a sentire il cuore che mi batteva nel petto.
 
Scossi la testa con le labbra che mi tremavano in modo convulso. «N-No…» sussurrai tornando a guardare Jongin. Mi stava fissando con una pietà che mi fece imbestialire. «No! È una bugia! Yoongi mi ha detto che quella sera stava registrando una trasmissione in diretta tv!»
 
«E allora questo come me lo spieghi?!» urlò Jongin facendomi sobbalzare sul posto. Era la prima volta che alzava la voce con me.
 
Continuai a scuotere la testa e mi alzai in piedi. «Cosa diavolo stai cercando di dirmi?» Mi venne quasi da ridere quando pensai alla prossima domanda da fargli. «Che quella notte Yoongi ha incontrato mia sorella e l'ha uccisa?»
 
Ebbi un brivido lungo la schiena.
 
«Io non sto insinuando niente... Ma questo messaggio che vedi qui è stato cancellato subito dopo la morte di Yoona. Sono stato io a ritrovare il suo corpo e sono riuscito a fare lo screen alla conversazione prima che il suo messaggio sparisse nel nulla.» Indietreggiai di un passo. «E sai chi è stato a cancellarlo?»
 
Mi coprii le orecchie con le mani. «No. No, non dirmelo! Non voglio sentire!» urlai a pieni polmoni mentre stringevo forte gli occhi. «Sta' zitto, Jongin!»
 
«È stato proprio il tuo adorato Yoongi, Yorinie! Quel fottuto pezzo di merda è un bugiardo assassino! E sai perché non l'ho ancora denunciato? Per il semplice fatto che metterebbe nei guai anche Jimin!»
 
Riaprii gli occhi. «Jimin?»
 
«Jimin è un mio caro amico,» affermò riabbassando il telefono. Il suo volto si era addolcito. «Se denunciassi Suga, manderei a puttane anche la sua carriera.»
 
Era tutto privo di senso. Niente di ciò che stavo udendo aveva senso. Indietreggiai ancora e mi girò la testa per l'incredulità. Mi portai una mano sulla fronte e cercai di fare dei respiri profondi con la bocca per evitare di svenire e ritrovarmi distesa sul pavimento.
 
«Non ti credo...» dissi in un attimo di lucidità. Jongin mi guardò come se gli avessi appena sputato in faccia. «Io mi fido di Yoongi. Non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. Non alla donna che amava!»
 
«Bene,» rispose alzandosi in piedi. Si avvicinò e mi afferrò il polso per sistemarmi il telefono tra le dita della mano destra. Mi guardò dritto negli occhi mentre mi sussurrava a un centimetro dalla faccia, «Allora perché non vai a chiederglielo tu stessa?»
 
▫️▪️▫️▪️
 
Il mondo mi era appena crollato addosso. Le mie dita non smettevano di stritolare il pomello mentre guardavo il mio presunto ragazzo con la mano di un'altra donna infilata nelle mutande. Ma ciò che mi fece più male fu il suo sguardo, chiaramente voglioso per quella sgualdrina.
 
Stava per venirmi da vomitare.
 
«Bastardo puttaniere,» riuscii a dirgli prima di voltargli le spalle e dirigermi verso una direzione ignota.
 
Non avevo idea di dove stessi andando. Non sapevo come fare a calmarmi per evitare di tornare indietro e spaccargli la faccia. Peccato che non ce ne fu bisogno perché mi sentii strattonare indietro con una forza che mi fece quasi perdere l'equilibrio.
 
Mi ritrovai Yoongi a un palmo dal naso.
 
«Yorin... Yorin, ti prego...»
 
Stava per mettersi a piangere dalla disperazione. Aveva la camicia sbottonata, i capelli sfatti e l'espressione distrutta di un condannato a morte. Si avvicinò e mi posò le mani sulle braccia.
 
«Sono un idiota...» sussurrò contro la pelle della mia fronte, sfregandovi poi la punta del naso. Strinse forte gli occhi e digrignò i denti come se volesse trattenersi dallo scoppiare in lacrime. «Sono un fottuto idiota, Yorin... Sono un deficiente...»
 
Mi liberai subito dalla sua stretta. Lo spinsi via nel peggior modo possibile e Yoongi si ritrovò a fare due passi indietro. Mi allontanai ancora di più e lo guardai con rabbia, stringendomi le mani intorno al corpo, proprio lì dove aveva appoggiato le dita.
 
«Non mi toccare,» sibilai con una rabbia che non gli avevo mai mostrato. «Non mi toccare con quelle mani schifose, lurido bastardo! Mi fai schifo, hai capito?! MI FAI SCHIFO!»
 
Ero furiosa. Provavo talmente tanto disgusto che mi veniva la pelle d'oca al solo pensiero delle sue mani che mi toccavano. E i brividi non erano di certo per il piacere. Indietreggiai ancora e gli occhi di Yoongi si riempirono di lacrime, ma nessuna di queste gli rigò il viso. Si morse il labbro inferiore e si passò le mani tra i capelli, stringendo con forza le ciocche bionde mentre sollevava lo sguardo per trattenersi dallo scoppiare in lacrime.
 
Stava sicuramente inveendo contro sé stesso.
 
«E ora che ci sei, spiegami anche questa!» Gli lanciai addosso il cellulare che tenevo in mano e lo presi in pieno petto. Yoongi riuscì ad afferrarlo all'ultimo secondo, prima che scivolasse a terra e si schiantasse sul pavimento. Era completamente spaesato mentre abbassava lo sguardo sullo schermo ancora acceso. «Come diavolo ho fatto a fidarmi di te... Che stupida...»
 
Gli occhi del biondo si sgranarono all'inverosimile quando lesse i messaggi catturati dallo screen di Jongin. Sollevò lo sguardo su di me e poi lo riabbassò sullo schermo, poi lo puntò nuovamente nel mio. Dischiuse le labbra.
 
«Come fai a-» Si bloccò quando le parole gli morirono in gola. Era più pallido del solito. «Chi te lo ha inviato...?»
 
Caddi ancora di più nell'abisso che mi si era aperto sotto i piedi. Non lo stava negando. Non stava negando che fosse stato lui ad inviare quel messaggio. Anzi, mi aveva appena domandato come avessi fatto ad entrarne in possesso, confermando ogni mio più piccolo sospetto. Quella notte aveva chiesto a Yoona d'incontrarlo al fiume Han. La stessa notte in cui lei era stata uccisa.
 
Se fino ad un momento fa avevo un minimo barlume di speranza, Yoongi lo aveva appena stroncato senza pietà.
 
«Mi avevi detto di avere un alibi,» sussurrai con rabbia mentre stringevo forte i pugni. «Mi avevi detto che non potevi essere stato tu perché a quell'ora stavi partecipando ad una diretta tv. Allora perché diavolo le hai chiesto d'incontrarti? PERCHÉ?!» urlai istericamente attirando l'attenzione dei presenti. Si voltarono tutti a guardarci. «E io mi sono anche fidata, Yoongi. Mi sono fidata di te... Dio mio, non posso credere che tu-»
 
Cercai di trattenere il magone che mi stava stringendo la gola. Gli occhi mi pizzicavano da morire ma non volevo piangere di fronte a lui. Volevo solo che mi desse una spiegazione che potesse liberarmi da quel pensiero orribile che si era impossessato della mia testa. Ero talmente terrorizzata che iniziai a tremare.
 
«Yorin, ti posso spiegare,» sussurrò con la voce che gli tremava. Aprì la bocca per parlare ma la richiuse subito dopo. Mi venne voglia di urlare.
 
«E allora parla, maledizione! PARLA!» urlai a squarciagola mentre vedevo arrivare Namjoon insieme a tutti gli altri. Rimasero a distanza di sicurezza quando capirono che eravamo noi a fare tutto quel casino. I loro sguardi si spostarono da me a Yoongi. «Spiegami perché mi stavi tradendo con quella lurida puttana! Spiegami perché hai chiesto a Yoona d'incontrarti proprio la notte in cui è morta! SPIEGAMI PERCHÉ CAZZO DOVREI CREDERTI!»
 
Yoongi lasciò cadere il telefono a terra e si avvicinò a me agguantandomi il viso con entrambe le mani. Era un concentrato di tristezza e disperazione mentre mi fissava dritto negli occhi.
 
«Yorin... Yorin, tesoro... Devi calmarti, okay?» Poggiò la fronte contro la mia e mi accarezzò amorevolmente le guance. «Ti spiegherò tutto, te lo prometto. Ma prima devi cercare di calmarti. Fallo per me, ti prego.»
 
Solo in quel momento, mi resi conto che stavo respirando come se mi mancasse l'aria. Come se avessi un attacco d'asma. Mi portai una mano sul cuore impazzito e sospirai incredula quando un singhiozzo di dolore mi sfuggì dalle labbra. Yoongi cominciò a massaggiarmi la schiena con dei movimenti premurosi e circolari, schiacciandomi contro il suo petto con la speranza di tranquillizzarmi. Sentivo il suo profumo nelle narici.
 
«Scoprirò la verità,» gli sussurrai nell'orecchio visto che ce l'avevo all'altezza delle labbra. Il suo corpo s'irrigidì quando gli posai le mani sulle spalle per avvicinarmi ancora di più al suo viso. Ci stavamo abbracciando, ma le mie dita stritolavano la stoffa della sua camicia come se avessero voluto farla a pezzi. Con le labbra sfiorai uno degli orecchini argentati che gli pendevano dal lobo. «Scaverò a fondo in questa faccenda, a costo di farti finire in galera, Min Yoongi,» gli sussurrai minacciosamente mentre gli stringevo le spalle con mani tremanti. «È una promessa.»
 
Il mio amore si era trasformato in odio. Ogni fibra del mio essere era disgustata dal tocco di quel ragazzo che fino a qualche minuto prima adoravo con tutta me stessa. E i miei pensieri non facevano altro che mostrarmi immagini terribili, fantasie che mi avrebbero portato all'esaurimento se solo si fossero rivelate esatte.
 
Le mani di Yoongi, quelle stesse mani che mi avevano toccato e accarezzato con una dolcezza inimmaginabile, forse avevano spinto mia sorella giù dal ponte del fiume Han. Quegli occhi sottili eppure così espressivi, che la maggior parte delle volte dicevano tutto e niente, probabilmente avevano visto morire Yoona. La mia Yoona.
 
Mi tornarono in mente tutte le volte che Yoongi aveva evitato il discorso, arrabbiandosi al semplice accenno di mia sorella. E come mai si era interessato proprio a me? Non era strano che tra tutte le persone avesse messo gli occhi proprio sulla sorella della sua ex?
 
Mi sentivo sempre più stupida e disgustata. Disgustata che gli avessi permesso di toccarmi in un modo tanto intimo e profondo. Disgustata che gli avessi dato la mia fiducia per poi sorprenderlo tra le gambe di Soo Jin, come se io non contassi niente per lui. Come se fossi soltanto un passatempo.
 
Ero terrorizzata all'idea che potessi aver donato il mio cuore all'omicida di mia sorella. Che lui mi avesse solo presa in giro per un suo malsano desiderio di far fuori anche me.
 
«Yorin, lo so che può sembrare assurdo... Ma devi ascoltarmi, ti scongiuro... Devi fidarti di me...»
 
Lo spinsi ancora una volta per allontanarmi dalle sue mani schifose. «Fidarmi di te...?» domandai incredula. «Come pensi che possa fidarmi di te dopo quello che ho visto?! Mi avevi giurato di amarmi, Min Yoongi!» urlai a pieni polmoni e con le lacrime agli occhi. «Mi avevi detto che non ti saresti mai fatto toccare da un'altra donna, ma solo ora capisco che erano tutte stronzate! Tutto ciò che mi hai raccontato erano solo un mucchio di stronzate!»
 
«No! No, Yorin... Non è vero! Io-»
 
Venne bloccato da Namjoon, che gli impedì di fare un ulteriore passo verso di me. «Non qui. È meglio discuterne in privato,» affermò il Leader trattenendo Yoongi per le spalle. Si guardò intorno e io seguii il suo sguardo.
 
Eravamo accerchiati da una folla di curiosi. Quando mi voltai indietro, notai che Taehyung stava camminando verso di me.
 
«Yorin, andiamo a parlarne da un'altra parte,» mi sussurrò all'orecchio con una dolcezza che mi fece accapponare la pelle. «Sei fuori di te e stai facendo insinuazioni assurde. Chiaritevi quando vi sarete dati una calmata.»
 
Mi allontanai anche da lui. «Insinuazioni assurde?» sibilai tra i denti guardandolo in cagnesco. «Siete voi quelli assurdi! Non so se state cercando di coprirlo come avrete già fatto in passato, ma giuro che ve la farò pagare,» gli promisi stringendo forte i pugni. «Vi farò pentire di avermi incontrato, Bangtan Sonyeondan. Lo giuro sulla mia defunta sorella. Se dovessi affondare, vi trascinerò giù insieme a me. Parola di Kang Yorin.»
 
YOONGI'S POV
 
La vidi superare la folla e sparire di fronte ai miei occhi. E proprio in quel momento, la mia disperazione raggiunse un livello talmente profondo da farmi crollare in ginocchio sul pavimento. Namjoon cercò di tirarmi su, ma a nulla valsero i suoi sforzi.
 
«Hyung,» mi sussurrò all'orecchio con tono autoritario mentre s'inginocchiava al mio fianco. «Alzati. Devi alzarti. Non puoi farti vedere così.»
 
Non lo sentii nemmeno. La mia testa fluttuava in un limbo di pensieri che mi stavano trascinando sempre più giù. Non riuscivo più a tornare a galla.
 
Seokjin ci raggiunse e aiutò Namjoon a rimettermi in piedi, trascinandomi nuovamente nello spogliatoio da cui ero uscito. Soo Jin era ancora là dentro, ma io non la degnai di uno sguardo mentre mi lasciavo cadere su una sedia a caso. Chinai il capo e mi artigliai i capelli con le dita. Stavo per impazzire.
 
«Fuori di qui,» disse la voce severa di Namjoon. Sollevai debolmente la testa e vidi il Leader che recuperava la maglietta di Soo Jin dal pavimento per lanciargliela dritta in faccia. «Non ti voglio più vedere, maledetta vipera. Fuori oppure chiamo la sicurezza. FUORI!» urlò come un ossesso afferrandola per un braccio. La trascinò verso l'uscita sul retro, spalancò la porta e la gettò fuori come se fosse un sacco della spazzatura. Richiuse la porta con un tonfo.
 
«Hyung,» mi chiamò Hoseok. Voltai il viso distrutto verso di lui e incontrai i suoi occhi increduli. «Che cosa hai fatto…?»
 
Riabbassai le palpebre e sussurrai, «Ho mandato tutto a puttane.»
 
▪️▫️▪️▫️
 
«Che facciamo se lo vede?» domandò Jimin cercando di mantenere un tono di voce basso. «Io penso che la prenderebbe malissimo.»
 
Hoseok sollevò gli occhi al cielo. «Ma davvero, Jiminie? E io che pensavo avrebbe fatto una festa.»
 
«Ma chi è il deficiente che ha comprato un giornale di gossip?!» si lamentò Seokjin passando in rassegna i volti degli altri membri che erano seduti intorno al tavolo della cucina.
 
«Io no,» rispose Jungkook tirandosene fuori.
 
«Io no,» ripeté Taehyung seguendo l'esempio del Maknae.
 
Tutti gli sguardi puntarono verso Jimin.
 
«Io... forse?»
 
Un coro d'imprecazioni si sollevò dal nulla e Namjoon ringhiò per la frustrazione, passandosi una mano tra i capelli ancora umidi per via della doccia. «Fatelo sparire. Yoongi-hyung non deve vederlo.»
 
«Cosa non devo vedere?»
 
Le mie parole li paralizzarono sul posto. Tutti tranne Jimin, che si lanciò sul tavolo non appena udì il suono della mia voce. Afferrò il giornale alla velocità della luce e spalancò lo sportello del forno, gettandovelo dentro. Tornò a guardarmi come se non avesse appena fatto qualcosa di completamente inspiegabile. Lo fissai scioccato.
 
«H-Hyung,» balbettò Hoseok. «C-Come mai così mattiniero? Di solito dormi fino alle due del pomeriggio. Ti sei scordato che oggi è il nostro giorno libero?»
 
«Non ho dormito un cazzo,» sussurrai con voce roca e spossata. Mi sentivo uno schifo mentre abbandonavo la testa contro la parete al mio fianco. Dovevo avere un aspetto tremendo. «Comunque, cosa mi state nascondendo? Credete che sia davvero così deficiente da non essermene accorto?»
 
Taehyung singhiozzò improvvisamente e si coprì la bocca con la mano, guardandomi come se avesse appena rivelato un segreto impronunciabile. Sollevai un sopracciglio.
 
«Ma chi? Noi?» domandò Jimin mentre si posizionava con nonchalance davanti al forno. «Sei diventato paranoico, Hyung?»
 
Jungkook sniffò l'aria. «Cos'è questa puzza di bruciato?»
 
«LA MIA TORTA!» urlò Seokjin alzandosi di scatto dalla sedia per spostare Jimin. «Il tuo stupido giornale sta intossicando la mia torta!»
 
«Meno male che non l'hai messo nel forno a microonde,» disse Jungkook rivolgendosi a Jimin. Sembrava piuttosto sollevato. «Sarebbe potuto esplodere.»
 
Hoseok roteò gli occhi al cielo. «Jungkook, per la centesima volta: i microonde non esplodono.»
 
«Sì invece! Sono spaventosi!»
 
Seokjin afferrò una presina e aprì di nuovo lo sportello del forno, lanciando via la rivista mezza bruciacchiata che atterrò dritta sul tavolo. Guardai il giornale e poi guardai loro. Loro guardarono me e poi Seokjin, che stava chiedendo alla torta se fosse tutto a posto. Strinsi forte i pugni.
 
M'incamminai verso il tavolo ma Taehyung afferrò la rivista prima che potessi dargli un'occhiata. «Lascia stare, Hyung! Lo ha comprato Jimin. Sai che gli piace tenersi sempre aggiornato. Non per niente lo chiamiamo pettegola!»
 
«Dammi quel coso, Taehyung,» gli ordinai con voce minacciosa, indicandogli di metterlo giù. «Conto fino a tre. Uno, due-»
 
«Va bene, ne ho abbastanza! Fateglielo vedere,» s'intromise Namjoon strappando la rivista di mano a Taehyung. «Tanto verrà a saperlo comunque. È inutile mandare avanti questa sceneggiata. Togliamoci subito il pensiero.»
 
Lanciò la rivista nella mia direzione e abbassai la testa per leggere il trafiletto in prima pagina. A causa delle bruciature, non riuscii a capire subito cosa ci fosse scritto. Ruotai il giornale verso di me e assottigliai gli occhi mentre davo un'occhiata alle foto incenerite dell'articolo. Non si capiva chi fossero le due persone paparazzate.
 
"Kai degli EXO con una nuova fiamma? Il giovane ballerino, rapper e sub-vocalist della nota boy band, è stato sorpreso durante un inaspettato momento d'intimità con una ragazza dai lunghi capelli scuri. Ciò che sorprende di più è che sia avvenuto in un luogo che non ha niente a che fare con l'idol della SM Entertainment. La Big Hit non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale che possa spiegare la sua presenza nella loro vasca idromassaggio. Da questi pochi scatti rubati, sembra che Kai abbia pienamente apprezzato il suo soggiorno nell'agenzia rivale. Che la ragazza misteriosa sia una nuova promessa della Big Hit? Già si specula sui futuri Giulietta e Romeo dell'industria k-pop."
 
Continuai a fissare quelle poche righe con il fiato bloccato nei polmoni. Intorno a me c'era un silenzio di tomba, che divenne ancora più marcato quando sollevai lo sguardo per incontrare i loro occhi pieni di pietà e dispiacere. Portai la mano nella tasca posteriore dei miei pantaloni e tirai fuori il cellulare per fare una veloce ricerca su internet e dare un'occhiata alle foto bruciacchiate del giornale.
 
Sul mio volto non apparve nessuna espressione quando vidi le labbra di Kai premute contro quelle di Yorin. Sapevo che era lei, avrei potuto riconoscerla ad occhi chiusi.
 
«Quando?» domandai semplicemente. «Prima o dopo?»
 
Fu Namjoon a rispondere, diretto come il suo solito. «Prima.»
 
Con uno scatto d'ira, scaraventai il cellulare contro il tavolo, riducendolo in mille pezzettini. Vidi Hoseok e Taehyung indietreggiare mentre cercavo di contenere la rabbia che mi stava infuocando i polmoni. Digrignai i denti e strinsi forte i pugni, conficcandomi le unghie nei palmi delle mani.
 
Stavano tutti in silenzio. Nessuno di loro aveva il coraggio di dire una parola mentre mi mordevo il labbro inferiore a sangue, immobile al mio posto, con la testa per aria e il cuore in frantumi.
 
«Ti faccio una camomilla?»
 
Puntai gli occhi in quelli di Seokjin. Teneva in mano la sua maledetta torta e mi fissava con quello sguardo premuroso che mi fece stare ancora peggio. Mi venne quasi da ridere.
 
Sogghignai e girai i tacchi prima che potessi scoppiare definitivamente in lacrime. Salii le scale e mi rifugiai nell'oscurità della mia stanza, sbattendomi la porta alle spalle prima di scaraventare tutto all'aria con la speranza di far scemare la mia ira. Mi sbarazzai di tutto ciò che tenevo sulla scrivania e poi infierii contro il muro alla mia destra. Lo presi a calci, a pugni e a spallate, come se potessi far cessare il dolore che sentivo nel petto, o estinguere quella vocina che continuava a risuonarmi nella testa.
 
Lo sapevi che sarebbe successo.
Che avresti sofferto di nuovo.
 
«Hyung!» mi bloccò Namjoon afferrandomi per le spalle, impedendomi di dare un altro pugno al muro. Non mi ero neanche reso conto che fosse entrato nella mia stanza. Decisi di abbandonarmi contro di lui, inspirando più aria possibile per darmi una calmata.
 
Farmi del male non sarebbe servito a niente. Non avrebbe mandato via quella sensazione fastidiosa all'altezza dello stomaco. Non avrebbe cancellato il ricordo delle labbra di Jongin su quelle di Yorin, o della sua mano poggiata dolcemente sulla sua guancia. Farmi del male non avrebbe rimosso quelle immagini dalla mia testa.
 
«Ecco cosa succede quando cerchi di mandare avanti una relazione in cui non c'è fiducia reciproca,» sussurrai mentre scivolavo sul pavimento. Quel dolore familiare era tornato, proprio lì, all'altezza del cuore, insieme a quella tremenda gelosia che mi stava mangiando vivo. «È tutto come allora, Namjoon. Sta succedendo di nuovo. Lei mi ha tradito. Io l'ho tradita,» sogghignai con le lacrime agli occhi. «È proprio per questo che l'amore fa schifo. È sempre la stessa storia.»
 
Nam si avvicinò al mio orecchio. «Allora questa volta cerchiamo di farla finire diversamente.»
🔼🔼🔼

ᗩngolo.ᗩutore

Ciao a tutti! Finalmente riesco ad aggiornare con un capitolo piuttosto movimentato. Se la scorsa volta era toccato a Soo Jin, stavolta è Jongin a mettere i bastoni tra le ruote a Yoongi e Yorin. Ma al contrario della vipera (come Namjoon ha saggiamente deciso di soprannominare Soo Jin), Kai sembra avere delle ottime motivazioni per allontanare la sua amica (non più tanto amica) da Yoongi.

Quel messaggio è di sicuro sospetto, e Yorin ha perso completamente la fiducia che riponeva  in Yoongi, soprattutto dopo averlo beccato in quella situazione. Come possiamo darle torto? 🤔

Ho cercato di alleggerire un po' l'atmosfera inserendo delle scenette comiche con i Bangtan. Ormai si è capito che li uso principalmente per farvi ridere 😂

Ah, ho anche deciso di cambiare l'anno della morte di Yoona perché mi sono resa conto che alcune cose non combaciavano. Quindi non sono passati cinque anni dalla morte di Yoona, ma soltanto tre 👍🏻

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che aspettiate con ansia il prossimo ❤️ Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacione e al prossimo capitolo 😘

Instagram: btsuga_d


   
 
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