Capitolo 15 - Normality -
In prossimità del parco, un carretto
dei gelati emanava una dolce
melodia.
Mi ricordò vagamente l'infanzia, quando Takeshi mi portava a
prendere il
gelato.
Giunsi vicino al piccolo mezzo e l'anziano mi chiese quale gusto
preferissi.
Ordinai un ghiacciolo all'arancia e, dopo aver pagato, mi accomodai su
una panchina all'interno del parco.
Erano le due e le mie amiche non sarebbero arrivate prima di un'ora,
quindi
avevo tutto il tempo per gustarmi il ghiacciolo e osservare la gente
intorno a
me.
Notai una coppia a qualche metro di distanza:
sedevano sul prato, la
schiena di lei appoggiata sul petto di lui, e chiacchieravano
allegramente.
Venni distratta da un cane, che abbaiava a qualcosa su un albero, e il
padrone che tentava disperatamente di calmarlo.
Alle sue spalle, due bambini saltellavano in cerchio, ci mettevano
talmente tanta passione e impegno, che la loro vita sembrava dipendere
da
quello.
Tutti questi sconosciuti mi ricordarono come fosse avere una vita
normale.
Rimasi a lungo a rubare quegli attimi di quotidianità con lo
sguardo,
avevo finito il ghiacciolo.
Finché, in lontananza, una fanciulla
bionda, dall'aspetto familiare,
sventolò la sua mano.
Yuki mi raggiunse in un lampo, salutandomi con un abbraccio.
"Va tutto bene?", mi chiese apprensiva.
Annuii col capo: rispetto a qualche giorno prima, andava decisamente
meglio, avevo ritrovato un certo equilibrio.
Ci accomodammo su una panchina, aspettando che Natalie ci raggiungesse.
Aveva un talento naturale per arrivare in ritardo, ma ormai ci avevamo
fatto
l'abitudine.
Le spiegai il mio piano: cercare un Adamo tra i Sakamaki, a patto di
poter far visita ai Mukami.
"Sei tanto affezionata a loro?", mi chiese.
Io stessa ci pensai per qualche minuto... Ero così
affezionata a quei
quattro?
"Credo di si. - confessai - anche loro hanno avuto brutte
esperienze, fin da bambini.
E se c'è un sentimento che unisce più dell'amore,
credo proprio che sia
la sofferenza.
Se conosci il dolore, puoi solo essere solidale con chi lo ha
provato. Non puoi ignorarlo o, peggio ancora, gioirne.
Ciò che puoi fare è condividerlo con l'altro e
forse, in questo modo,
farà meno male a entrambi."
Yuki si sciolse in un largo sorriso e mi
carezzò la schiena.
"Hai proprio un gran cuore, Mitsuko."
Sorrisi di rimando, ma all'improvviso la mia amica chinò il
capo, quasi
a disagio.
"Vorrei chiederti un'altra cosa..."
La incitai a continuare.
"Non so se vi confidate, tu e Ayato... - mormorò,
torturandosi le
mani - ma, ecco... lui ti ha parlato di me?"
Decisamente intenerita, le presi le mani, placando il suo nervosismo.
"Ayato è molto particolare - termine
meno offensivo per definire
il suo smisurato ego - e non gli è facile mettere al primo
posto qualcuno che
non sia lui stesso."
"Ma prima o poi metterà da parte quello stupido orgoglio e
si
accorgerà di che splendida persona sei.", la rassicurai.
In fondo, la bionda non sapeva quanto fosse difficile per Ayato
trattenersi dal mordere qualcuno.
E, in mia assenza, non si era più nutrito.
Di certo significava qualcosa.
Yuki parve rasserenarsi.
Ci scambiammo un piccolo abbraccio.
"Come stai?", mi chiese.
Sfoggiava una tuta floreale e aveva raccolto i capelli in una coda.
"Adesso bene, grazie."
"Natalie, sei più bella del solito!", esclamò
Yuki, osservando
la nostra amica.
Quest'ultima sbuffò stizzita.
"Mia madre ha detto che non sono abbastanza femminile e mi ha
costretto a indossare... ciò.", si lamentò,
indicando il suo
abbigliamento.
"Niente male! - commentai - forse vorrebbe ti fidanzassi con
qualche bel giovane."
Natalie mi fissò divertita, come se avessi raccontato una
barzelletta,
poi tornò ad essere terribilmente seria.
"Preferisco morire da sola, piuttosto che con qualche rozzo o
presuntuoso essere di genere maschile."
Io e Yuki ridacchiamo.
Tralasciai il dettaglio che, per me, sarebbe stato il secondo.
Ma in fondo dovevo recuperare le forze.
"Quel cameriere è proprio carino, perché non ci
provi?",
propose Yuki, sfogliando il menù plastificato.
Natalie la osservò con un sopracciglio inarcato, poi si
rivolse a me,
parlando sottovoce.
"Sicura che sia la vera Yuki?"
Mi scappò una risata.
"Guarda che ti sento!"
La castana la ignorò bellamente.
"Vuole accoppiarmi con un ragazzo sconosciuto, sta sfogliando il
menù, anziché prendere il solito cono fragola e
vaniglia."
Scrollai le spalle, pensando a quanto l'amore cambi le persone.
"Dev'essere la sua gemella trasgressiva."
"Penso che prenderò una fetta di crostata ai lamponi.",
esclamò.
"Lamponi? Chi sei tu e che fine hai fatto fare alla nostra
amica?"
Scoppiai a ridere, seguita a ruota dalla bionda.
"Seriamente, esci da questo corpo!", continuò a dire
Natalie,
piena di enfasi.
"Esci da questo corpo." bisbigliai.
"Esci da questo corpo!" ripeté la castana a voce alta.
"Torno più tardi? È un
brutto momento?"
Nessuna delle tre si era accorta del cameriere di prima, che sostava in
piedi, col taccuino fra le mani, e le sopracciglia aggrottate.
Natalie divenne rossa dall'imbarazzo, io e Yuki proseguimmo a ridere
sotto i baffi.
"Esorcismo finito." annunciai, strappando un sorriso anche al
cameriere.
Yuki prese un cono fragola e vaniglia, per convincere Natalie che era
la
stessa di sempre, quest’ultima ordinò una coppetta
di gelato al gusto pera,
scelta che lasciò perplesso anche il cameriere, e io optai
per una torta al
cioccolato.
Per un giorno potevo permettermi di esagerare.
Sentii delle urla sommesse, che catturarono l'attenzione delle mie due
amiche.
"Chi sarà mai?"
Tutte e tre osservammo un ragazzo farsi largo tra le giovani, scortato
da due guardie del corpo.
Tornai a sedere composta, dando le spalle al vampiro, nella speranza di
passare inosservata: quella era la mia giornata di "riposo", libera
da vampiri, Karl Heinz, leggende e tutto il resto.
Evidentemente era un idol veramente popolare.
Ma non conosceva il suo cognome, altrimenti avrebbe intuito
perché ero
così nervosa.
"Io non lo conosco, ma il suo atteggiamento da pavone vanitoso la
dice lunga sul suo conto."
Commentò Natalie e sospirai di sollievo, pensando di non
essere l'unica
a non conoscere il frivolo mondo dello spettacolo.
"Sta venendo da questa parte!" constatò Yuki, con voce
stridula.
Chiusi gli occhi, pregando che non mi avesse riconosciuta.
La sua voce cristallina mi fece sobbalzare.
Aprii un occhio e notai il biondo al mio fianco.
Le mie amiche mi fissarono basite.
Probabilmente si chiedevano se conoscessi tutti i ragazzi
più famosi di
Tokyo.
E io mi domandai, invece, se tutti i ragazzi più famosi, a
Tokyo, fossero
in realtà dei vampiri, poiché avevo sempre a che
fare con loro.
"Ciao Kou.", lo salutai con poco entusiasmo.
"Sembra che ci incontriamo di nuovo!"
Gli gettai un'occhiata truce.
In un altro contesto sarei stata ben lieta di rivederlo.
Natalie corrugò la fronte, non capendo a cosa alludesse.
Yuki metabolizzò lentamente e cambiò discorso.
"Noi siamo le sue amiche! Yuki Watanabe e Natalie Suzuki."
"Kou Mukami - si presentò lui, afferrando la mano della
bionda e
imitando un baciamano - è un piacere conoscervi."
La guardai di sottecchi ed annuii: si, era uno dei vampiri che mi aveva
"rapita".
Il ragazzo si ricompose, rivolgendo la sua
attenzione all'amica dai
capelli castani.
"Forse, queste graziose fanciulle vogliono un mio autografo."
Lo fissai interrogativa, credevo che non facesse nulla, senza ottenere
qualcosa in cambio.
Ma Natalie rispose per entrambe.
"Queste graziose fanciulle non lo vogliono."
Kou sorrise malizioso, studiando meglio la castana.
I suoi occhi indugiarono sulla scollatura della tuta e Natalie si
schiarì la voce, infastidita.
"Posso unirmi a voi?" domandò il
vampiro, mentre un gruppetto
di ragazzine urlanti veniva allontanato dagli uomini della sicurezza.
Ma prima che Yuki accettasse, rifiutai repentinamente.
"No, noi stavamo andando via."
Natalie annuì con vigore, probabilmente non aveva un debole
per Kou,
come invece lo aveva il resto della popolazione femminile.
Anche la mia torta al cioccolato era intatta.
E ridacchiò, una risata delicata e a malapena udibile.
"Capisco... - annunciò, gettandomi un'occhiata loquace -
vorrà dire
che, al posto di tre splendide ragazze, dovrò accontentarmi
delle mie guardie
del corpo dal muso lungo."
Natalie non rise alla battuta.
"Mi correggo, anche qui vedo un broncio."
Doveva essere una novità, per Kou, essere bellamente
ignorato da una
giovane fanciulla dotata di ormoni.
La castana si sentì chiamare in causa e scrollò
le spalle.
"Parli con me?"
"Tu dici, brunetta?"
La schernì il vampiro e, prima che lei
potesse ribattere, mi fece un occhiolino e si diresse verso un altro
tavolo,
sempre
accompagnato dai suoi bodyguard.
"Quell'odioso, viziato e... e..."
"Attraente?" suggerì Yuki, ma l'altra la fulminò
con lo
sguardo.
"Ed egocentrico!"
Scoppiai a ridere.
"Calma furia, si è allontanato, finiamo di mangiare e ce ne
andremo!"
Mangiammo velocemente, affinché non
fosse troppo palese la bugia che
avevamo rifilato a Kou, pur di mandarlo via.
Ognuna pagò la sua ordinazione e, una volta fuori dal bar,
ci salutammo
con un abbraccio di gruppo.
"Vediamoci al più presto!" esclamò Yuki, col
solito
entusiasmo.
Le due si avviarono in direzioni opposte ed io le salutai.
Era ormai pomeriggio inoltrato e anche io dovevo rientrare.
M'incamminai per la mia strada, quando la luce di
un lampione esplose di colpo.
Urlai, proprio come avevo fatto tempo prima, e chiusi gli occhi,
respirando a fondo per calmarmi.
Quando li aprii di nuovo, di fronte a me sostava
un uomo dai capelli
biondi e lunghi, le punte sfumate di rosa.
Assomigliavano vagamente a quelli di Subaru.
"Buonasera, Eva."
Mi bastò quella frase per comprendere chi avessi di fronte.
“Karl Heinz."
ANGOLO AUTRICE
Ci tengo a specificare che in questo capitolo ho voluto spendere un
po’
di tempo per farvi conoscere meglio Yuki e Natalie.
Nella prima stagione sono state solo
“figure di contorno”, mentre adesso
iniziano a stringere un sincero e profondo rapporto di amicizia con la
nostra
Mitsuko, soprattutto Yuki che adesso condivide anche il suo segreto, per cui era d’obbligo
spenderci
qualche riga in più. Certamente le ritroveremo in futuro.
Ahimè non ho ancora trovato il modo per pubblicare immagini,
da quando
hanno chiuso Tynipic le ho provate tutte, ma ancora nulla da fare.
A presto, Nephy-