CAPITOLO 11
Intanto alla Capsule
Corporation cosa stava succedendo subito dopo la fuga dei ragazzi?
Il signor Brief guardò
i ragazzi partire con la sua nuova invenzione e pensò che era stato un bello spreco
progettare tutto quel piano di fuga per la sua air car, quando sarebbe stato
più che lieto di farla provare ai ragazzi, avrebbero solo dovuto chiederlo,
pensò stringendosi nelle spalle.
Ma in pochi secondi il
suo povero laboratorio fu travolto da un altro ciclone, ovvero Vegeta che entrò
come una furia seguito a ruota da sua figlia e da sua moglie.
“Cosa diavolo è
successo qui dentro?” chiese Bulma anticipando il
marito.
“Sono fuggiti da quel
buco, riesco a percepire le loro aure. Adesso li vado a riprendere e saranno
guai per tutti, mi sono stancato di questi comportamenti sciocchi da mocciosi
viziati!” gridò Vegeta rosso di rabbia.
“Ohh
poveri bambini, sono sicura che vogliono solo giocare, non ti arrabbiare
Vegeta, sei meno affascinante quanto ti arrabbi!” esclamò Bunny Brief parandosi
davanti al genero, nel tentativo di salvare i suoi nipotini birichini e
quell’affascinante giovane principe.
“Fermo Vegeta, non devi
interferire in nessun modo, questa è la prova che il giovane te deve superare
per riuscire ad acquisire la sua umanità!” tuonò una voce fuori campo, ovvero
la voce di Dende.
“Ma cosa diamine stai
dicendo, lui potrebbe fare una strage di terresti in pochi minuti, e in auto
con lui ci sono pure i miei figli, stupido muso verde!” rispose Vegeta.
“Ti ripeto che non devi
assolutamente interferire, altrimenti il ragazzo rimarrà qui per sempre,
sconvolgendo l’equilibrio spazio temporale. Ma se non ti fidi potrai seguirlo
da lontano insieme al tuo amico Goku, ma ripeto senza fare nulla!” rispose con
fermezza Dende.
“Fai come dice Dende!” esclamò Bulma puntando il
dito verso il marito.
Il principe dei sayan si trovò osservato ansiosamente da tutta la famiglia
Brief e quindi detestando quella situazione rispose con un verso di
disapprovazione e si diresse verso la capanna di Karoth.
“Speriamo che i bambini
non prendano freddo!” commentò la signora Brief dopo la partenza sdegnata del
principe dei sayan.
Vegeta giunse da Karoth in poco tempo e gli spiego frettolosamente la
situazione e l’unico commento di quel demente fu che era meglio fare quello che
diceva Dende.
In poco tempo
localizzarono le auree dei ragazzi in una gelateria di Città del Sud, ed
arrivarono giusto in tempo per vedere il giovane se stesso e la sua principessa
uscire frettolosamente dal locale con diversi gelati tra le mani e partire in
air car in gran carriera.
“Ehm Vegeta, non ti
arrabbiare, ma credo che abbiano appena rubato tutti quei gelati!” commentò
Goku con voce imbarazzata.
“Ah sì, tu credi
davvero Karoth?” rispose stizzito Vegeta entrando nel
negozio, seguito a ruota da Goku.
Una volta dentro
trovarono il negozio devastato ed una giovane commessa nascosta dietro il
bancone letteralmente sconvolta.
“Signorina cosa è
successo?” chiese cortesemente Goku, anticipando l’amico Vegeta che non era
noto per i suoi modi gentili.
“Aiuto, sono appena
stata derubata, sono entrati due ragazzi, o meglio una bambina e un ragazzo e
subito sembravano gentili, mi hanno chiesto alcuni gelati. Ma mentre li stavo
preparando quel ragazzo ha devastato il locale e la bambina ha arraffato tutto
il gelato che poteva e sono fuggiti. Stavo per chiamare la polizia, la bambina
aveva un’aria familiare, devo averla già vista su una qualche rivisita, ma non
ricordo dove” spiegò ancora sconvolta la commessa.
“A quanto ammontano i
danni donna?” chiese gelido Vegeta.
“Oh beh almeno 15000 zeni” rispose di getto la ragazza.
“Eccoti un assegno da
20000 e tu dirai che qui non è entrata nessuna ragazzina a fare questo macello,
siamo intesi?” chiese Vegeta avvicinandosi con sguardo minaccioso alla ragazza,
che guardandolo bene notò una certa somiglianza con il giovane che aveva
distrutto il negozio, quei ragazzini probabilmente erano i figli di quell’uomo.
“Allora mi hai capito
donna?” gridò Vegeta.
“Sì, sono sicura che
questa gentile ragazza ha capito tutto!” esclamò Goku allontanando l’amico
dalla commessa che stava tremando.
“Sì certo ho capito
perfettamente davvero. Sono venuti dei ladri, ma io non li ho visti in faccia!”
rispose la ragazza con un filo di voce.
“Brava, ma per essere
più sicuri sarà meglio eliminare anche quella!” rispose Vegeta colpendo con un
big bang attack la telecamera.
La ragazza gridò
spaventata, ma Vegeta senza scomporsi gettò ai suoi piedi un altro assegno da
5000 zeni per poter riacquistare una nuova
telecamera.
“Ora ce ne andiamo
tranquilla, ma non è che per caso hai ancora un po’ di gelato eh?” chiese
speranzoso Goku.
Prima che Vegeta
potesse rimproverare Karoth la ragazza indicò
tremando alcune vaschette e quindi i due si servirono senza fare complimenti,
dopotutto lui aveva appena comprato tutto quel ridicolo locale.
“Bene, ora noi ce ne
andiamo e ricorda di non parlare con anima viva di quello che è successo,
altrimenti ti farò un’altra visita donna e verrò da solo, senza questo qui!”
esclamò Vegeta uscendo dal locale; non rimase a sentire la risposta della
ragazza, ma era certo di averla spaventata a dovere.
Una volta fuori il
principe dei sayan fece un profondo respiro, era
davvero deluso dalla sua principessa, come era possibile che avesse partecipato
ad una rapina, era decisamente meglio se il muso verde aveva ragione riguardo a
quella prova, era ora che il giovane se stesso togliesse il disturbo, aveva una
pessima influenza su Bra.
“Pare che Trunks non abbia partecipato alla rapina!” commentò Goku
pensieroso.
“Me ne ricorderò quando
sarà il momento di punirlo, anche se credo che abbia semplicemente fatto il
palo!” rispose scocciato Vegeta.
“Non credi di averlo
già punito abbastanza? Sai io non ne so molto di punizioni, di solito a quelle
cose ci pensa la mia Chichi, ma da quando hai
iniziato a punirlo mi sembra che le cose siano peggiorate. Trunks
è un bravo ragazzo in fondo!” disse Goku.
“Ha devastato lo studio
di suo nonno, ha rubato un’auto, ha trascinato la sua sorellina in questa cosa
e sta girando insieme al me stesso del passato che sappiamo benissimo essere
inaffidabile e a dirla tutta questa sarebbe la seconda fuga che fanno insieme,
direi che non l’ho punito a sufficienza!” rispose Vegeta profondamente deluso
dal suo erede.
“E se invece tornassimo
indietro? Tra poco papà ci troverà e credo che mi ucciderà quindi forse è
meglio smettere di fuggire!” esordì Trunks, sperando
di attirare l’attenzione di Bra e del giovane principe che stavano chiacchierando
animatamente.
Sua sorella, smise di
parlare e si girò verso il fratello e gli rispose che lei non aveva nessuna
voglia di tornare indietro o di farsi prendere si stava divertendo un mondo.
“Eddai,
hai sentito tua sorella Trunks, non dovresti avere paura
di tuo padre, lei non ne ha affatto!” commentò il giovane principe guardando la
bambina con ammirazione.
E l’ammirava davvero
infondo: quella piccola femmina era davvero una sayan,
sprezzante e per nulla paurosa, decisamente più divertente del suo futuro
figlio, sempre preoccupato di quello che avrebbe pensato papino.
Bra si stava divertendo
un mondo…certo a lei loro padre non avrebbe fatto niente, non l’avrebbe nemmeno
rimproverata probabilmente, ma lui invece? Per l’ennesima volta suo padre
l’avrebbe guardato con quello sguardo deluso e l’avrebbe disprezzato.
“Ma se vuoi possiamo
accostare e farti scendere, basta che non fai la spia su dove siamo diretti!”
esclamò Bra carica nell’avere l’approvazione di Vegeta.
Sua sorella non capiva
davvero il pericolo che stava correndo, soprattutto se l’avesse lasciata da
sola con sua altezza sarebbe potuto succedere di tutto, è vero che era senza
forza e poteri, ma poteva essere letale comunque e se si fosse anche solo
sbucciata un ginocchio per lui sarebbero stati altri guai, ma tanto ormai aveva
perso l’elenco dei motivi per cui suo padre gli avrebbe staccato la testa dal
collo. Anzi trovava molto strano che non li avesse già raggiunti, forse c’era
sotto qualcosa.
Mentre Trunks faceva queste considerazioni gli altri due stavano
aspettando una risposta e si stavano scambiando sguardi complici.
“No non me ne vado.
Prendi quella strada faremo prima a raggiungere il luna park!” rispose Trunks notando per un breve istante lo sguardo sollevato di
sua sorella.
“Bravo Trunks, ora va molto meglio! Vedrai sarà un vero spasso,
voglio godermi ogni istante che rimarrò su questo pianeta. Dopo aver distrutto
due pianeti in pochi giorni, meritavo proprio un po’ di quella che voi chiamate
una vacanza!” rispose il giovane principe ridendo e gettando indietro la testa.
Bra non aveva dato per
nulla peso a quelle parole, anzi si era unita alla risata di sua altezza, ma
lui invece aveva capito perfettamente, prima di arrivare da loro aveva ucciso
chissà quante persone e non erano le uniche che aveva fatto fuori in tutta la
sua vita, lui non sapeva molto del passato del padre, cioè sapeva a grandi
linee cosa gli era successo sotto il dominio di Freezer, ma suo padre si era
sempre rifiutato di dargli molti dettagli. Quel ragazzo, suo padre, aveva tolto
tantissime vite e riusciva a parlarne con totale tranquillità. Improvvisamente
a Trunks vennero i brividi, avrebbe voluto prendere
sua sorella e fuggire lontano dalla giovane versione paterna, ma non poteva.
Perché era stato così sciocco da provocare suo padre con la prima fuga, se non
l’avesse fatto ora avrebbe avuto almeno i suoi poteri per tenere a bada il
giovane principe e invece era quasi indifeso, aveva ragione suo padre, era uno
sciocco moccioso viziato. Quando l’avrebbe rivisto, prima di farsi uccidere,
gli avrebbe chiesto perdono, non sarebbe servito a molto, ma era la cosa giusta
da fare.
Ormai erano arrivati al
luna park e Trunks sperava con tutto se stesso che
suo padre mettesse fine a quella gita quanto prima, ora aveva davvero paura.