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Autore: RyodaUshitoraITbis    19/10/2019    3 recensioni
Sono passati ben quindici anni da quando Nick Wilde era fuggito da Zootropolis con l'intento di lasciarsi il passato alle spalle e rimettere insieme i pezzi del suo cuore infranto. Nonostante sia riuscito a rifarsi una vita all'estero, dovrà ora fare ritorno e affrontare nuovi dolori e vecchi fantasmi. Riuscirà a riallacciare i rapporti con Judy dopo la loro tempestosa rottura? Come reagirà quando verrà a sapere dell'esistenza di qualcuno che non sarebbe mai dovuto venire al mondo?
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Finnick, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IX

Ultime volontà

 

(dal punto di vista di Nick)

 

Il giorno dopo la morte di mia madre, sapevo che avrei dovuto darmi da fare per risolvere gli affari che lei aveva lasciato in sospeso. Ciò significava rintracciare il suo avvocato e informarlo della sua morte. Il problema era che ignoravo la sua identità. Avevo pensato che avesse lasciato un testamento, ma avrei dovuto scoprire con chi l’avesse redatto.

Mi faccio forza ed entro nella sua camera da letto. Per qualche istante, resto a fissare il letto vuoto, dove l’avevo trovata ieri. Il dolore rischia di sopraffarmi un’altra volta. Riesco a malapena a reprimerlo. Ho del lavoro da fare qui.

Quindi inizio a cercare per la stanza con attenzione.

Mi ritorna un ricordo in mente. C’è un piccolo armadio nella stanza, proprio accanto al letto. Sembra abbastanza ordinario, ma ricordo che quando ero piccolo, mia madre minacciò che, se mi fossi comportato male, avrebbe confiscato il mio giocattolo preferito e lo avrebbe messo in uno scompartimento all’interno di quel mobile. Ho sempre saputo che quello scompartimento era lì e che non aveva un lucchetto, ma non avrei mai potuto fare uno sgarbo simile alla mamma solo per riavere indietro il mio giocattolo.

Mi accovaccio e apro l’armadietto. Sono abbastanza sicuro che quello scompartimento è ancora lì. Ho un attimo di esitazione nel frugare al suo interno, poiché il fugace ricordo di essere sorpreso con le zampe nel sacco mi torna in mente e dal momento che mia madre non è più al mio fianco, rischio di lasciarmi sopraffare dal dolore. Decido di ricacciare indietro quella sensazione e apro lo scompartimento.

All’interno c’è una busta. Allungo la zampa e l’afferro.

Sul retro è riportata la dicitura ‘A mio figlio Nicholas’.

Mi siedo a lato del letto con gli occhi fissi sulla busta. Esito nell’aprirla. Rimango a fissare quelle parole scritte a mano per un bel po’.

Mi rendo conto che ho l’intenzione di aprire quella busta quasi con rabbia, ma nello stesso tempo non ho affatto l’intenzione di aprirla.

Le mie zampe tremano leggermente mentre il dolore minaccia nuovamente di prendere il sopravvento su di me.

Prendo un respiro profondo per infondermi coraggio e riesco ad aprire la busta con attenzione tramite uno dei miei artigli.

All’interno c’era un foglio di carta ripiegato. Sono riuscito a tirarlo fuori. Dopo aver inspirato profondamente un’altra volta, aprii il foglio e iniziai a leggerlo.

******

‘Caro Nicholas,

Se stai leggendo questa lettera, allora significa che non sono più al tuo fianco. Sarò in un posto migliore, ovunque si trovi anche il mio John.

Se, quando avrai ricevuto questa lettera, non sarai ancora tornato a Zootropolis, allora spero che tu riesca a tornare almeno in tempo per assistere al mio funerale. Sono certa che in quell’occasione incontrerai inevitabilmente la tua vecchia fiamma, Judy Hopps, e lei sarà lì per un’ottima ragione, proprio come te. Lei ha un figlio. Cercherò di non essere troppo prolissa per renderti le cose meno complicate. Il cucciolo di Judy è tuo figlio. Dopo che vi siete lasciati, lei non è riuscita ad abortire e ha scelto invece di metterlo al mondo. Lui è molto simile a te quando avevi la sua età, anche se deve sopportare l’ulteriore fardello di essere un ibrido nato dall’unione fra una volpe e una coniglia. Ho provato a raccontargli tutto ciò che potevo su di te, ma come era prevedibile è stato cresciuto solo da sua madre, e dal momento che tu non volevi che lei sapesse dove te ne fossi andato, tutto quello che ho potuto fare è dirgli che lui non era in nessun modo responsabile della tua fuga. Non ho potuto dirtelo prima, perché questa responsabilità ha gravato unicamente sulle spalle di Judy. Quando avrai letto questa lettera, tuttavia, sarà già troppo tardi. Non voglio che tu rimanga sconvolto o sorpreso quando sarai presente al mio funerale.

Se stai leggendo fra queste righe e sei già ritornato a Zootropolis per darmi l’ultimo saluto, probabilmente avrai già incontrato Nicholas e sarai già venuto a conoscenza dei particolari della sua nascita. Mi dispiace davvero di non avertelo mai potuto dire; avrei davvero tanto desiderato di dirtelo, se solo il cancro non avesse già cominciato a divorare la mia memoria.

Spero almeno di aver avuto l’occasione di incontrare Robin di persona. È sempre stato un nipotino adorabile nelle nostre chiamate su Muzzletime e nelle nostre lettere, ma vorrei che conoscesse anche il suo fratellastro.

Se hai trovato questa lettera, proverai a contattare il mio avvocato per informarlo della mia scomparsa. Ho redatto un testamento nello stesso giorno in cui ho scritto di mio pugno questa lettera, perciò dovrai assistere alla sua lettura. Il mio avvocato è una nostra vecchia conoscenza. So cosa pensi dei Donnolesi dopo tutti quei diverbi che hai avuto con Duke diversi anni fa, ma posso assicurarti che non esiste al mondo un avvocato migliore di suo padre, Archie. Lavora ancora fuori città nel suo studio a Happytown, perciò lo troverai facilmente. Dovrai informare Judy Hopps, perché le mie ultime volontà riguardano anche lei e il tuo primogenito.

Infine, voglio che tu sappia che ti ho voluto bene con tutto il cuore e che te ne vorrò per sempre. Anche se non sono riuscita a capire i motivi per i quali hai vissuto la tua vita, rimani mio figlio e nulla al mondo potrà mai cambiarlo.

Potrei essere andata via, ma sarò sempre con te. Cercami nel tuo cuore e mi troverai.

Stai attento. Stai bene. Rimani te stesso.

Per sempre tua madre,

Viola Wilde.’

******

Nick fissò intensamente quella lettera, mentre lacrime silenziose gli rigavano le guance. Nel leggere quelle righe, aveva provato qualcosa di definitivo che aveva reso la morte di sua madre ancora più tangibile per lui.

Restò impalato a guardare la lettera per qualche istante, prima che potesse sentire il rumore di qualcuno che si sedeva sul letto dietro di lui, oltre che l’odore che Nick sapeva bene appartenere a un certo fennec di sua conoscenza.

“Hai intenzione di rimanere seduto sul letto per tutto il giorno?” domandò Finnick accigliato.

“Non ti ho sentite entrare.” esclamò Nick senza voltarsi.

“Che cosa hai trovato, Nick?”

“È… personale.”

Finnick sbuffò dalle narici. Girò attorno al letto e andò a sedersi accanto a Nick.

“Ora, tu sai bene che non sono il tipo avvezzo alle sdolcinatezze o altre stupidaggini del genere.” disse Finnick, “Ma lei ti voleva bene. Non importa quanto tu sia stato cocciuto negli ultimi quindici anni.”

“Dillo pure, se questo ti fa sentire meglio.” rispose Nick con un leggero sbuffo.

“Va bene.” esclamò Finnick, “Lo faccio solo per il tuo bene. Avrei dovuto fare questa chiacchierata con te molto tempo fa, se avessi saputo che la tua cara coniglietta avesse deciso di tenere il cucciolo. Dannazione, sarei volato fino in Messigatto io stesso e ti avrei riportato indietro a forza.”

“Non lo sapevo e alla fine avevo pensato che sarebbe stato meglio così.”

“Non riesci a vedere che hai ancora il cuore a pezzi?” domandò Finnick, “Tua madre voleva disperatamente alleviare il tuo dolore, ma diceva sempre che eri troppo lontano perché lei potesse fare qualcosa. Ha rifiutato le tuo offerte perché lei non voleva i tuoi soldi, voleva che tu tornassi a Zootropolis. Immagino che non mi abbia mai detto niente di tuo figlio perché sapeva che sarei andato fin laggiù e che avrei trascinato il tuo culo triste fin qui senza aver neppure battuto ciglio.”

Ci fu un’altra risatina.

“Allora, che c’è scritto in quella lettera?” domandò Finnick.

“Come ti ho già detto, è personale.” rispose Nick.

“Nick, sai che ero legato a tua madre come lo era alla mia.” confidò Finnick, “Ci conosciamo da quando eravamo due cuccioli scapestrati e nonostante tutti i guai in cui ci eravamo ficcati, tua madre mi ha sempre accolto in casa sua con te.”

Nick non poté fare a meno di sospirare. Finnick aveva perduto sua madre quando era piccolo ed era stato preso in custodia da alcuni parenti che lo avevano trattato con un certo distacco. Viola era stata la cosa più vicina a una madre che Finnick avesse mai avuto e Viola aveva sempre dato il benvenuto al fennec.

“Come avete fatto tu e Nicholas a non incontrarvi?” domandò Nick, “Entrambi andavate a far visita a mia madre, oppure mi sbaglio?”

“Tirerò a indovinare, ma immagino che tua madre abbia avvisato la tua cara coniglietta quando venivo a trovarla.” rispose Finnick, “Ora, mi dirai che la cosa ti ha fatto piangere, oppure dovrò estorcerti la verità con le cattive?”

“Non lo faresti mai.” esclamò Nick ridacchiando.

“Okay, forse non nei confronti di un figlio in lutto.” ammise il fennec, “Ma la cosa ti ha fatto arrabbiare, e si vede. Come ti ho già detto, hai ancora il cuore a pezzi, Nick.”

La volpe scosse la testa e diede il foglio a Finnick. Dopo averla letta, il suo volto solitamente aspro si addolcì e, per un fugace attimo, Nick pensò che anche Finnick avesse pianto; era uno spettacolo a cui Nick non aveva mai assistito, ben conoscendo la tempra d’acciaio del suo vecchio amico.

 “Sii te stesso, eh?” disse Finnick mentre guardava le righe finali della lettera, “Mi sembra un buon consiglio. Lo seguirai?”

Nick non rispose e fissò invece la finestra della camera da letto.

******

Ho seguito le indicazioni di mia madre scritte sulla lettera: telefonai allo studio legale ‘Donnolesi & Co. Solicitors’ e parlai con Archie Donnolesi, la donnola che gestiva la compagnia. A differenza di suo figlio, Archie sa come parlare a un altro mammifero. Lo informo della morte… di mia madre… e accetta di incontrarmi fra qualche ora nel pomeriggio. Non appena termino la chiamata, compongo il numero della casa di Judy. Il telefono squilla per poco tempo.

******

“Pronto?” fu la risposta concisa dall’altro capo del telefono. Nicholas aveva risposto alla chiamata.

“Car… tua madre è in casa?” domandò Nick.

“No, è andata al lavoro.” rispose Nicholas.

“… giusto.” affermò Nick, “D’accordo, andrò a trovarla in centrale. C’è qualcosa che dobbiamo fare questo pomeriggio.”

“Ho capito.” replicò Nicholas prima di riagganciare.

******

Penso che sia il massimo che Nicholas mi abbia detto fin dal nostro incontro nella vecchia sartoria di mio padre.

Comunque, mi preparo per andare alla centrale di polizia. Indosso un completo elegante – camicia bianca con giacca e pantaloni rigorosamente neri – ed esco da casa di mia madre. Finnick si offre di accompagnarmi, ma gli chiedo di rimanere con Robin in casa mentre sono via. Chiamo un taxi e non passa molto tempo prima che uno spettacolo che non vedevo da quindici anni mi torni alla mente.

L’edificio della centrale di polizia non è cambiato affatto. Voglio dire, avrebbero almeno dovuto dare una mano di vernice nei quindici anni che sono passati dall’ultima volta che l’avevo visto.

Pago la corsa, esco e mi dirigo verso l’ingresso. Diamine, persino le porte scorrevoli sono rimaste le stesse.

Mentre entro nell’edificio, noto che almeno l’interno aveva avuto un intervento di riverniciatura. Getto uno sguardo al centralino e assisto a un altro spettacolo che ero sicuro che non sarebbe cambiato dopo tutto questo tempo.

Accidenti, Ben Clawhauser non sembra cambiato di una virgola, vero? Da qui, riesco a scorgere qualche pelo grigio sulla pelliccia attorno al suo muso, ma rimane un gattone troppo cresciuto, che sta canticchiando una canzone che riconosco come l’ultimo singolo di successo di Gazelle, mentre balla allegramente al suo posto, del tutto ignaro di ciò che sta succedendo qui.

Mi avvicino al bancone del centralino; Ben non si è ancora accorto che c’è un visitatore. Una volta arrivato, busso sul legno del bancone.

Ben smette di ballare e mi fissa. Per un istante, il suo volto sembra essersi bloccato per la sorpresa.

Quindi, succede.

******

“Per tutte le macchie di ghepardo!” strillò Clawhauser, “Nicholas Wilde! Sei tornato!”

Clawhauser si lanciò dall’altra parte del bancone e strinse a sé Nick in un abbraccio.

“Baffetto! Non riesco a respirare!” ansimò Nick. Il corpulento ghepardo allentò la presa e lasciò andare la volpe.

“Oh, ti sei perso un sacco di cose avvenute qui dentro!” esordì Clawhauser, “Non so quanto tu sappia, ma…”

“Credimi, amico.” disse Nick mentre si sistemava la cravatta e il colletto della giacca, “So già tutto.”

Clawhauser abbassò lievemente lo sguardo.

“Oh, ho saputo della tua povera mamma.” disse, “Mi dispiace tanto, Nick.”

L’unica risposta di Nick fu una leggera smorfia.

“Cosa ti porta al distretto oggi?” domandò Clawhauser nel tentativo di cambiare argomento dopo aver visto l’espressione abbattuta di Nick.

“Ho bisogno di parlare con car… voglio dire, il Capitano.” disse Nick.

“Allora lo sai già.” commentò Clawhauser, “Che altro hai saputo?”

“Tutto.” ribadì Nick.

“Ah.” esclamò il ghepardo prima di sporgersi in avanti, “Nick, per quello che vale, sappi che ho preso le tue difese dopo che te ne sei andato.”

Nick abbozzò un sorriso.

“Ti ringrazio, amico.” disse, “Lo apprezzo molto.”

“Per quanto riguarda il Capitano Hopps, la troverai nel suo ufficio.” disse Clawhauser, “La chiamo subito.”

Il ghepardo sollevò la cornetta del telefono. “Capitano? C’è qui Nick Wilde che desidera parlare con lei. Lo mando su? D’accordo.” Clawhauser riattaccò e si rivolse a Nick, “Conosci ancora la strada?”

“Dopo tutte le lavate di capo che Bogo mi ha fatto lassù? Certo!” ribadì Nick alzando un sopracciglio, “A proposito, come sta?”

“Beh, glielo puoi chiedere tu stesso, dal momento che è in ufficio con il capitano.”

Nick si accigliò. Tuttavia, si diresse verso la rampa di scale che lo avrebbe condotto al secondo piano. Si rivolse nuovamente a Clawhauser.

“È stato un piacere parlare di nuovo con te, baffetto.” disse Nick.

“Torna presto, manchi a tutti noi!” affermò il ghepardo, mentre vedeva la volpe salire le scale.

Nick raggiunse la porta di quello che in precedenza era l’ufficio del capitano Bogo. Sulla porta era riportata la dicitura ‘Capitano Hopps’. Poteva sentire delle voci provenire dall’ufficio, perciò Nick bussò alla porta.

“Avanti.” esclamò Judy. Nick aprì la porta ed entrò.

Lo spettacolo che Nick si trovò davanti fu il più insolito che avesse mai visto. Bogo, che indossava un completo casual, era seduto su quello che Nick considerava il lato sbagliato della scrivania. Judy, invece, era seduta sulla sedia che spettava al suo rango.

“Wilde.” annuì Bogo.

“Bogo.” esclamò Nick di rimando. Il bufalo si rivolse a Judy.

“Beh, credo che ci siamo detti tutto quello che dovevamo dirci.” Bogo si alzò e si abbottonò la giacca, “Se vuole scusarmi, ho alcune faccende che richiedono la mia attenzione.”

Con ciò, Bogo uscì dall’ufficio. Nick lo vide allontanarsi prima di rivolgere la sua attenzione a Judy, che sospirava.

“Su col morale, capitano.” disse Nick mentre si arrampicava sulla grande sedia che Bogo aveva lasciato vacante.

“Non ancora per molto.” esclamò Judy. Nick la guardò perplesso.

“Che cosa dovrebbe significare?” domandò Nick. Judy rispose facendo scivolare una lettera sulla scrivania in direzione della volpe.

******

La lettera che carotina mi passa richiede pochissimo tempo per essere letta.

È una lettera di dimissioni. Ha intenzione di lasciare il ruolo di capitano e chiede di essere declassata al grado di tenente.

Lo stesso rango che aveva quando me ne sono andato.

La lettera raccomanda anche di sostituirla con Trisha Fangmeyer, sorella dell’agente Stan Fangmeyer.

Le chiedo perché ha intenzione di fare una cosa simile.

******

“Voglio dimettermi perché è la cosa giusta da fare.” disse Judy, “Non sono una brava mammifera, Nick.” la coniglia sospirò malinconicamente, “Perché sono andata così lontano?”

“Perché il tuo obiettivo era sempre quello di rendere il mondo un posto migliore.” replicò Nick.

“Non ci sono neppure andata vicino. Non posso perseguire questo obiettivo se non riesco neppure a rendere migliore il mondo di mio figlio.” disse Judy, “Non ci riesco dal giorno in cui… abbiamo litigato. Mi sono arresa. Sono andata avanti con il pilota automatico, ottenendo una promozione dopo l’altra. Sono un’amica orribile, una pessima madre e non posso più andare avanti così. Devo sistemare tutto questo.”

Nick poteva vedere gli occhi di Judy inumidirsi di lacrime.

“Su, su…” Nick allungò una zampa verso Judy e le strinse la spalla, “Non sei cattiva come pensi, Judy.” Le orecchie della coniglia si piegarono in avanti nell’udire il suo nome, ma lei scosse la testa in segno di negazione, “Non lo sei affatto. Hai commesso degli errori nel corso della tua vita? Beh, sì, li hai commessi. Ma questo ti rende un pessimo soggetto? No, niente affatto. Se fossi davvero cattiva come hai detto, ti saresti forse resa conto degli errori che hai fatto? Non credo proprio. Nessuno che possiede un’indole malvagia ammette mai di aver sbagliato. E se tu sei davvero una mammifera orribile, allora io che dovrei essere? Sono tornato a Zootropolis soltanto per vedere in tempo mia madre, o ciò che era rimasto di lei, morire. Se fossi tornato prima, avrei scoperto la verità e sarei rimasto in città mentre mia madre sarebbe stata ancora in vita.”

“Io ti ho respinto!” protestò Judy.

“Me ne sono andato di mia volontà!” ribadì Nick.

“Per colpa di tutto quello che ho fatto!”

“Basta!” gridò Nick, “Basta così!”

Judy rimase a fissare la scrivania, mentre le lacrime le rigavano il volto.

“Non sono venuto qui per discutere su chi di noi due avesse commesso più errori, carotina.” ribadì Nick.

“Perché sei qui, allora?”

Nick fece un respiro profondo per calmarsi, prima di riprendere a parlare.

“La lettura del testamento della mamma si terrà questo pomeriggio.” disse, “Dovrai essere lì.”

******

Carotina sembra sorpresa. Le dico che ho trovato una lettera in cui mia madre ha trascritto le sue ultime volontà, alcune delle quali la riguardano direttamente.

Mi tornano alla mente le ultime parole scritte in essa.

Stai attento. Stai bene.

Rimani te stesso.

Poi ripenso alle parole pronunciate da Finnick, su come abbia ancora il cuore a pezzi dopo tutto questo tempo. Immagino che abbia ragione. Puoi anche mettere una pezza su una crepa, ma rimarrà sempre al suo posto. Non fraintendetemi: amo ancora Anabel, e se lei fosse ancora in vita, le cose ora sarebbero diverse, ma penso che lei sapesse che il mio cuore era ancora… in frantumi… dopo quello che era successo. In più di un’occasione, aveva provato a convincermi a riprendere il mio vecchio nome. Le avevo detto che ci avrei pensato.

Mi è venuta in mente un’altra cosa a proposito di tutto questo.

L’unica ragione per cui stavo così male è perché ero ancora innamorato di Judy. E se il dolore che avevo provato in passato era tornato, non poteva certo trattarsi di una semplice eco.

Questo può significare una sola cosa.

Sono ancora innamorato di Judy.

Cercate di non travisare il significato di quanto ho appena detto. Sebbene la ami ancora, sono successe troppe cose fra di noi perché possiamo anche solo pensare di tornare a lavorare insieme come è stato in passato. È passata fin troppa acqua sotto i ponti. Tuttavia, non vedo alcun valido motivo per cui noi due non possiamo tornare a essere amici, soprattutto dal momento che, in un modo o nell’altro, siamo strettamente connessi tramite nostro figlio.

Qui sto divagando. Perciò mi limito a dirle della lettera senza accennare al suo contenuto.

Non dovevo dirle altro, perciò lascio Carotina ai suoi doveri dopo averle detto dove si trova la sede legale dello studio ‘Donnolesi & Co. Solicitors’.

******

Mentre Nick usciva dalla centrale di polizia, vide avvicinarsi il furgone di Finnick. Nick raggiunse il mezzo con un’espressione leggermente accigliata.

“Cosa ti porta qui?” domandò Nick.

“Servizio navetta.” grugnì Finnick. Nick non poté fare a meno di ridacchiare, attirandosi uno sguardo irato da parte del suo vecchio amico.

“Cerca di non occupare troppo spazio.” minacciò il fennec, “Salta a bordo.”

Nick fece come gli era stato detto e si accomodò sul sedile anteriore del passeggero. Robin era seduto sul retro del furgone.

“Allora…” esordì Finnick dopo aver messo in moto, “Vuoi dirmi per quale ragione ci hai messo così tanto? Avevo iniziato a chiedermi se ti avessero tenuto in ostaggio o qualcosa del genere.”

“No.” rispose Nick scuotendo la testa, “Andiamo via di qui. Ho un appuntamento con una donnola.”

Finnick sbuffò seccato mentre si dirigeva in direzione di Happytown.

******

Ah, Happytown. Non mi è mai mancato questo posto. Nonostante il nome, nessuno è felice a Happytown. I miei genitori vivevano qui, molto tempo prima che potessero racimolare i soldi necessari per trasferirsi nel Distretto di Rainforest. Questo è il peggior distretto di tutta Zootropolis. È praticamente una baraccopoli. Mi vergogno ad ammettere che ho dovuto vivere qui prima di affittare quel grazioso appartamento a Savanna Central con carotina.

La sede della compagnia si trova a pochi isolati di distanza dalla vecchia sartoria di papà.

Chiedo ancora una volta a Finnick di badare a Robin mentre sono via. Non sembra troppo contento di giocare nuovamente alla tata, ma gli do abbastanza soldi per comprare qualcosa da mettere sotto i denti e questo sembra bastare a rasserenarlo.

Non appena mi accingo a entrare, ancora una volta le parole di mia madre mi ritornano alla mente.

Rimani te stesso.

Dal momento che sono qui, finisco col chiedermi cosa mi sia appena passato per la testa.

******

Nick si avvicino alla centralinista, una giovane volpe che poteva avere diciotto o diciannove anni al massimo; molto probabilmente era una tirocinante, aveva pensato Nick.

“Mi scusi, ho un appuntamento con Archie Donnolesi. Il mio nome è Nicholas Hood.”

La volpe lanciò un’occhiata a Nick, poi iniziò a battere i tasti sulla tastiera del suo computer.

“Sì.” esclamò la giovane tirocinante indicando il breve corridoio dietro la scrivania, “Lo troverà nell’Ufficio Due sulla destra.”

“Grazie.” disse Nick avvicinandosi all’ufficio indicatogli. Bussò alla porta.

“Avanti.” disse una voce maschile dall’altro lato della porta. Nick la aprì ed entrò.

“Ne è passato di tempo, Archie.” disse con un sorriso.

Archibald ‘Archie’ Donnolesi aveva appena passato la settantina, ma sembrava più arzillo che mai. A differenza di suo figlio Duke, non aveva un pelo fuori posto e il suo completo, sebbene fosse un po’ logoro, era comunque ben tenuto. Indossava gli occhiali, un dettaglio che si rivelò una novità agli occhi di Nick.

“Come sta tuo figlio? Non lo vedo da… beh, almeno quindici anni.” disse Nick.

“È in prigione, che tu ci creda o no.” rispose Archie.

“Che cosa ha combinato questa volta?”

“Il solito.” Archie si limitò a stringersi nelle spalle, “A volte non so proprio cosa fare con lui.” confessò scuotendo la testa, “Immagino che tu non sia venuto qui per ascoltare le storie della mia famiglia.”

Nick cambiò rapidamente espressione.

“Hai indovinato.” ammise Nick, “Sono qui per mettere in ordine gli affari che mia madre ha lasciato in sospeso.”

Archie gli consegnò una busta sigillata.

“Poiché il testamento riguarda più beneficiari, ritengo che tu abbia già informato le parti interessate che devono essere presenti alla lettura. Non è così?”

“Sì.” rispose Nick, “Ma prima di iniziare, c’è una cosa che vorrei chiederti.”

“Di che si tratta?”

Nick inspirò profondamente.

“Voglio cambiare il mio nome.”

“Ancora?” Archie inarcò un sopracciglio, “Un cambiamento non è stato sufficiente?”

“Ecco…” cominciò Nick, “Non voglio prendere un nuovo nome, desidero soltanto tornare a quello vecchio.”

Archie si limitò a fissare negli occhi Nick per un po’.

“Ascolta, c’era qualcosa nella lettera della mamma che corrisponde a verità e stamattina ho parlato con alcuni… amici che mi hanno fatto capire che sono scappato da me stesso per troppo tempo.” spiegò Nick, “Ritornare al mio vecchio nome sarà soltanto… l’inizio di un lungo processo di cambiamento.”

Archie continuò a tenero lo sguardo fisso su Nick, prima di sbuffare e di tirare fuori un documento da uno dei cassetti della sua scrivania.

 Era un modulo per il cambio del nome. Nick sapeva che con ogni probabilità l’iter burocratico avrebbe richiesto del tempo.

“Compila questo modulo e consegnalo in municipio.” disse Archie.

“Ti ringrazio.” esclamò Nick dopo aver preso il documento.

******

Dopo che Judy arrivò, si sedette sulla sedia accanto alla mia e Archie iniziò a leggere il testamento in nostra presenza.

Mamma aveva lasciato a me il suo appartamento. A Nicholas sarebbero andati i suoi risparmi. Il testamento affermava che desiderava essere sepolta nello stesso lotto dove riposa papà. Aveva anche stipulato una polizza assicurativa sulla vita che avrebbe coperto i costi del funerale.

Me ne vado appena finita la lettura del testamento. Finnick mi porta a casa e chiamo l’impresa di pompe funebri per organizzare il da farsi.

Il funerale della mamma si sarebbe svolto entro una settimana.

Per quanto riguarda me: Nicholas Johnathan Hood esce di scena, mentre Nicholas Piberius Wilde fa il suo ritorno.




Note dell’autore: Questo era il nono capitolo!

Al contrario del precedente, questo capitolo è ben più lungo e anche pieno zeppo di avvenimenti, come il testamento che Viola Wilde è riuscita a scrivere di propria zampa prima che la malattia le divorasse inesorabilmente la memoria e le dimissioni di Judy da capitano della polizia di Zootropolis. Spero che abbiate a disposizione una bella scorta di fazzoletti, perché ne avrete bisogno nei prossimi capitoli. Vedrete!

Come è mia consuetudine, vi lascio alcuni link utili:

Pagina DeviantArt dell’autore: https://www.deviantart.com/giftheck/

Capitolo IX di Grief’s Reunion: https://www.deviantart.com/giftheck/art/Grief-s-Reunion-9-Letters-And-Wills-687657673

Storia completa: https://archiveofourown.org/works/10995909/chapters/24492501

 

Questo è quanto. Come sempre, vi ringrazio per la vostra cortese attenzione e vi auguro una buona lettura. A presto!




   
 
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