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Autore: Anonima Italiana    20/10/2019    3 recensioni
Conclusa la Battaglia delle Acque Nere, Sansa Stark viene costretta al matrimonio con Sandor Clegane da Re Joffrey, il quale subito dopo li condanna all'esilio. La coppia decide così di intraprendere il viaggio verso Grande Inverno per riportare Sansa a casa dai suoi familiari. Nonostante l'attrazione da sempre evidente fra loro, i due pensano di poter annullare il matrimonio; non sanno invece che questo sarà solo il primo passo che li vedrà protagonisti di una bellissima canzone d'amore, migliore delle ballate da lei tanto amate e da lui tanto odiate perchè, stavolta, è la storia di un amore vero.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Nuovo personaggio, Robb Stark, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un breve viaggio, gli uomini della “Fratellanza” alla guida del carro che trasportava il corpo di Sandor Clegane ferito e sua moglie Sansa accanto a lui arrivò nei pressi di una piccola comunità, evidentemente girovaghi accampati temporaneamente.
Due di loro si fermarono a confabulare con alcuni uomini, subito dopo tornarono e fecero segno a Sansa di scendere mentre ll carro veniva guidato nei pressi di una tenda.


- Questa è una piccola comunità di girovaghi, gente pacifica che condivide i nostri stessi ideali di fratellanza e con cui più volte ci siamo scambiati aiuti e favori in caso di bisogno; il vostro uomo verrà curato dal loro guaritore, molto abile. Non vi preoccupate, starete bene entrambi-

Sansa avrebbe voluto ringraziarli, ma poi pensò che era anche a causa loro se erano finiti in una situazione come quella, e soprattutto se Sandor era incosciente e ferito: così li lasciò andare dopo aver ottenuto assicurazione che, appena fossero riusciti, avrebbero guidato anche Straniero lì con loro.
Una volta partiti i membri della fratellanza Lyle,  il capo della comunità si presentò a Sansa dandole il benvenuto e assicurandole che avrebbero fatto il possibile per lei e per l’uomo


- Siamo povera gente e viviamo con poco, ma quel poco lo divideremo volentieri con voi-

- Vi ringrazio buon uomo- rispose Sansa rincuorata: quello sconosciuto le ispirava istintiva fiducia. Lyle presentò affidò poi Sansa ad alcune donne, le quali la condussero in una tenda dove la giovane potè spogliarsi dei suoi abiti da viaggio luridi (che le donne presero in consegna per lavarli), lavarsi sommariamente e mangiare qualcosa. Mentre i suoi abiti venivano lavati le vennero dati degli abiti di qualche donna della comunità, abiti molto semplici rispetto a quelli a cui era abituata, a puliti e asciutti.
Sansa avrebbe voluto riposare un po’ ma dopo queste operazioni chiese di essere condotta da Sandor, era preoccupata per lui e voleva vedere se perlomeno si era ripreso. Fu accontentata, e una volta entrata nella tenda in cui il Mastino giaceva venne ricevuta dal guaritore della comunità, che le spiegò brevemente la situazione.


- Il ferito si è risvegliato ma, oltre a quanto già sapete, era febbricitante, così gli ho fatto bere una pozione per farlo dormire di nuovo e abbassargli la temperatura. Poi ho curato le ustioni sul braccio, è chiaro però che la cura non funzionerà con una sola applicazione, perciò dovrete restare qui per tutto il tempo che sarà necessario. Non dovete preoccuparvi perché, a dispetto di quanto si poteva pensare inizialmente, le ferite non sono così gravi e vostro marito ha ottime possibilità di guarigione.-

- Non so come ringraziarvi, davvero- rispose Sansa.

- Se mi permettete anche voi, giovane signora, dovreste riposarvi un poco. Non dovete preoccuparvi perché qui con noi il vostro malato verrà assistito con tutti i riguardi. –

Ma Sansa scosse il capo, e si sedette al capezzale di Sandor. Vederlo dormire così indifeso e bisognoso le provocò uno strano miscuglio di tenerezza e altri sentimenti che non seppe riconoscere; allungò la mano sulla fronte febbricitante, poi sulla parte sfregiata del volto che accarezzò piano e dolcemente.

Quell’uomo impossibile, violento, irascibile non era certo il cavaliere dalla splendida armatura e dai modi cortesi che lei aveva sognato per sé; ma ora che non era più una sciocca ragazzina, ora che aveva già dovuto affrontare molte prove nella vita, capiva che sotto quell’atteggiamento rude si nascondeva un cuore fedele e leale, molto più dei cavalieri che finora aveva conosciuto. Uomini che l’avevano picchiata e umiliata mentre era indifesa, mentre lui l’aveva sempre protetta e aiutata, e addirittura in quella grotta aveva combattuto anche per lei, per la sua salvezza, contro  il suo più grande terrore: il fuoco.
No, non avrebbe permesso a nessun’altro di curarlo, lo avrebbe fatto lei stessa. Era il minimo che potesse fare.



Uno strano volteggiare  attirò l’attenzione di Sandor .
“E’ così che mi ricordi? Ostinata e rompiballe?”

Una figuretta chiara si palesò di fronte a lui, lasciandolo interdetto.
“Non temere fratellino, visto che hai anche detto che ero coraggiosa ti perdono” disse ridendo la ragazzina.

"Alina! Sei tu?". Sandor Clegane non credeva ai suoi occhi.

La ragazzina non rispose, e guardò curiosa in direzione di Sansa, che nonostante i suoi buoni propositi dopo un po’ era crollata addormentata col capo sul ventre di Sandor.

“E’ molto bella” disse. 

"E’ vero"

Alina scosse la testa sorridendo.

“Non intendevo questo…io intendevo dire che è molto bella anche qui” e si mise una mano all’altezza del cuore.

“Lo so” le rispose il fratello “ma non è per me, lo sai”

"Ti sta vicino e ti cura perchè ti vuole molto bene...si fida di te"

"No, è perchè non ha un'altra alternativa, visto che la sto riportando a casa sua"

“ La vita può anche essere bella, Sandor…l’hai dimenticato? Devi volerlo anche tu però”

“Tu non sai molte cose, Alina. Non ci sei più da tanto tempo”

“Non è vero, io so tutto. Io sono sempre stata accanto a te, anche quando tu ti allontanavi”

Detto questo Alina scomparve, nonostante il fratello allungasse una mano nel tentativo di trattenerla.
 


La mattina dopo Sandor si svegliò ancora turbato per il sogno avvenuto durante la notte.
Si sentiva un poco meglio, gli girava ancora la testa ma ora il tutto era diventato sopportabile, così come i dolori che sentiva in tutto il corpo. Non sapeva dove fosse né per quanto tempo fosse rimasto così inerte (cosa di cui si vergognava moltissimo),e  mentre aveva giaciuto privo di conoscenza dentro di sé si erano confuse e mescolate varie immagini: la spada infuocata di Beric Dondarrion, le  fiamme che lo lambivano, la folla di persone che stava a guardare, l’orrendo dolore quando si era incendiato il braccio . 
                       .
E su tutte la dolce  sensazione delle  mani di Sansa che lo accarezzavano sul volto, che gli premevano il panno bagnato sulla fronte febbricitante, che gli sollevavano la testa quel tanto da permettergli di bere un poco. Nei pochi momenti in cui riprendeva coscienza, vedeva in modo sfocato il suo viso che gli sorrideva; e ora eccola lì, addormentata su di lui, sfinita dalle prove degli ultimi giorni…o anche degli ultimi mesi. Per non parlare della sua vita ad Approdo del Re. Quale lady aveva affrontato una vita del genere senza battere ciglio?

Non era così fragile come aveva sempre pensato, come forse sembrava dall’esterno. Dentro aveva il fuoco che dava il colore ai suoi capelli…e che era anche l’unica cosa che lui temeva. Forse era questo il vero motivo per cui si teneva lontano da lei? Perché temeva che quella passione che nella sua vita non aveva mai conosciuto sfuggisse al suo controllo e lo scottasse? Si raccontava davvero tante scuse, come aveva insinuato Alina nel sogno? Eppure lui non era così, era sempre stato onesto anche quando questo comportava la brutalità e anche con Sansa. Soprattutto con lei, che doveva imparare quale era la vera vita e che cosa comportava, al posto di tutte le sciocche idee che le avevano inculcato fin da bambina.

Sandor si lasciò cadere di nuovo sul cuscino, sfinito: non era ancora abbastanza in forze da poter sopportare tutti questi ragionamenti e pensieri. Prima di ricadere nell’incoscienza, riuscì a sfiorare la testolina rossa che giaceva addormentata su di lui con una carezza lieve, per non svegliarla.

(Continua)...


 
   
 
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