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Autore: Sofifi    20/10/2019    2 recensioni
The New Generation’s Chronicles
Libro 1: Epiphany
Sono passati 21 anni dalla sconfitta del Signore Oscuro e Hogwarts è ora frequentata quelli che sono i figli della guerra, una generazione di maghi che non ha vissuto le battaglie e la morte sulla propria pelle ma solamente attraverso i racconti dei genitori, degli amici, dei parenti…
L’elezione di un nuovo Ministro della Magia e l’allontanamento dalla carica di Granger causano malcontento nelle famiglie più liberali del mondo magico, che temono un ritorno al passato. In questo clima di insicurezza ci sarà chi si lascerà prendere la mano, lottando nel peggior modo possibile per ideali che di per sé non sarebbero neanche sbagliati.
In un periodo in cui il confine tra bene e male è sempre più sottile, cresceranno quelli che saranno destinati a diventare nuovi eroi o nuovi carnefici.
Una storia di amori, tradimenti, e il preludio di una guerra.
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Roxanne Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 6

 

Harry scese in cucina per fare colazione.

Stava per apparecchiare per lui e la moglie quando notò una busta col sigillo di Hogwarts sul tavolo.

Pensò che fosse insolito e senza pensarci due volte l’aprì, rovinando la ceralacca rossa.

 

Alla gentile attenzione del sig. Potter e della sig.ra Weasley,

 

Con dispiacere mi vedo costretta a scrivervi per una convocazione urgente.

Vi aspetto nel mio ufficio oggi stesso. Raggiungetemi via camino per le 14:00.

 

Minerva McGranitt, Preside di Hogwarts

 

Harry si grattò la testa: che avessero sorpreso Lily a girovagare di notte col mantello dell’invisibilità?

Se Ginevra avesse scoperto che il mantello non era più nelle sue mani, gli avrebbe certamente fatto una sfuriata. Per non parlare della mappa! Lily doveva averla trovata perché neanche essa era più al suo posto.

Forse sarebbe stato meglio convincere Ginny a farlo andare da solo…

-Chi ti ha scritto?- chiese la rossa, che aveva raggiunto in quel momento la cucina.

Harry sobbalzò, trovandosela davanti.

-Hogwarts, ci hanno convocati.- riassunse.

-Convocati? Fa’ vedere...-

La moglie afferrò la lettera dalla mano del marito e prese a leggerla con aria preoccupata.

-Se hai da fare posso andare da solo...-, propose speranzoso.

-Non se ne parla, Harry. La lettera è stata scritta chiaramente al plurale. E poi voglio essere presente per tirare le orecchie a chiunque sia stato a… fare qualunque cosa abbia fatto.- spiegò la rossa.

Harry cominciò a sentire le orecchie bruciare ma fece buon viso a cattivo gioco e finì di preparare la colazione: forse, se l’avesse trattata bene fino alle due, la sua ira non si sarebbe abbattuta su di lui troppo violentemente una volta smascherato.

 

 

 

Quando Ginny e Harry arrivarono dalla preside, l’ufficio era già parecchio pieno.

Davanti alla scrivania della McGranitt sedevano Roxanne, James e un altro ragazzo, con tutta l’aria di essere appena stati bastonati, la McGranitt poco distante parlava con Neville, che lanciò ai nuovi arrivati un’occhiata piena di pietà, infine sul fondo dell’aula, su delle sedie, c’erano in ordine: un uomo e una donna sulla quarantina, Draco Malfoy, Angelina e George. Tra i cinque vi erano diverse sedie vuote.

-Che diavolo...- sospirò Ginevra, portandosi a fianco al fratello, che però alzò le spalle.

Passò qualche minuto e poi un uomo dall’aspetto trasandato e con la barba incolta entrò, portandosi dietro Albus e Scorpius.

James si voltò in direzione di quei due, lanciò loro uno sguardo velenoso e fece per aprire la bocca. Roxanne se ne accorse e gli afferrò una mano, stringendola forte, al che James si rimise composto, limitandosi a borbottare qualcosa mentre si rigirava.

I due ragazzi si andarono a sedere, ognuno accanto ai propri genitori.

Mentre Derek Allen usciva dall’ufficiò, Orla Quirdick entrò, tenendo un pallidissimo Fred e una sconvolta Annemarie per mano.

-Mi scusi, preside McGranitt. Non ho trovato Lily Potter.- fece sapere la nuova insegnante di trasfigurazione, -Non era nella sua sala comune e nemmeno le compagne di stanza sapevano dove potesse essere.-

L’anziana annuì brevemente e fece un cenno a Neville, che uscì dalla stanza assieme ad Orla per andare a cercare la ragazza.

-Va bene.- annunciò poi grave la stessa, -Dato che manca soltanto più una persona, direi che possiamo cominciare.-

 

 

 

Lily schivò la fattura del professore e poi lo attaccò con uno schiantesimo, che venne prontamente parato.

Dopo una finta, Mikhail attaccò nuovamente la studentessa, che con un movimento lesto si lanciò dietro alla cattedra.

La ragazza cercò di riprendere il fiato, ma non ne ebbe il tempo perché il professore fece levitare il tavolo e lo lanciò dall’altra parte della stanza.

-Expelliarmus!- gridò la giovane rialzandosi, la fattura però mancò l’insegnante che si era abbassato di scatto.

Toc-toc-toc!

Un rumore secco sentenziò la fine di quella lezione.

-Avanti.- decretò Mikhail Egorov aprendo la porta con un colpo di bacchetta mentre Lily si piegava su se stessa per recuperare respiro.

La figura stranamente seria di Neville Paciock si fece avanti in quel marasma e Mikhail si avvicinò a lui dandogli una pacca sulla spalla.

-Tutto bene, Paciock? Hai bisogno di me?- chiese il professore incuriosito da tutta quella compostezza.

Gli occhi chiari dell’uomo però si puntarono su Lily, che aveva ancora il fiato corto.

-Lily, devi seguirmi in presidenza.-

La ragazza scattò sull’attenti.

-Ma non ho fatto niente!- si difese.

-Non è per te, ma per tuo fratello James e per confermare la versione di Scorpius Malfoy.-

-Cosa!?- fece la ragazza, non capendo a cosa si riferisse il professore.

-Vieni con me. Ti spiego tutto sulla strada.-

La ragazza si voltò un’ultima volta verso Mikhail prima di seguire Neville fuori dall’aula.

Il professore aveva la bocca socchiusa e scrutava Paciock come se volesse leggere tra tutti i non detti.

 

 

 

Lily entrò nell’ufficio della preside con aria afflitta e subito andò a posizionarsi accanto al fratello minore.

Suo fratello maggiore, James, stava sbraitando qualcosa contro la preside mentre un fiume di lacrime traboccava copioso dai suoi occhi. Accanto a lui Roxanne manteneva una maschera d’indifferenza e Henry si mordeva le unghie agitato.

-Non capite niente.- sbottò ancora James col volto rosso, -Almeno noi non siamo dei falsi buonisti!-

La McGranitt gli lanciò un’occhiata gelida prima di prendere la parola:

-Allora, vi prendete la responsabilità per tutte le aggressioni?-

-Sì.- rispose Roxanne guardando negli occhi la preside, -C’eravamo solo noi tre. Sempre.-

-Anche durante l’attacco combinato ai danni del signor Malfoy, della signorina Andersen e della signorina McPhail?-

-Sì, ci siamo semplicemente divisi.-

-Siete consapevoli che alcune cicatrici sul volto della signorina McPhail non andranno più via?-

-Le sta bene. Il Ministro della Magia si merita una figlia sfigurata.- scoppiò James.

Ginevra, che fino a quel momento era rimasta zitta, alzò la voce in direzione del figlio:

-Si merita di essere sfigurata? Non ti abbiamo cresciuto così, James Potter. Cosa ne hai fatto dei nostri insegnamenti? Non ho davvero parole!-

-Non mi sembra che voi abbiate sempre rispettato le regole, quando eravate al posto nostro a lottare per la giustizia.- sputò il figlio tagliente.

-James!- Harry corse in aiuto della moglie, -Quello che hai fatto non può essere paragonato nemmeno lontanamente a ciò che è successo durante la guerra. Hai commesso degli errori molto gravi, e dovresti rendertene conto.-

-Dite così solamente perché avete gli occhi foderati di prosciutto.- replicò il ragazzo, senza abbandonare il suo tono saccente.

La McGranitt si schiarì la voce, riportando l’attenzione su di sé.

-Chi di voi tre ha seguito McPhail nel bagno del secondo piano?-

I tre si scambiarono uno sguardo veloce, e nessuno aprì bocca.

La McGranitt sbuffò, squadrandoli uno per volta.

-Roxanne Weasley?-

La ragazza non si mosse, tenendo le labbra ben strette.

-Henry Zeller?-

Il ragazzo fece esattamente la stessa cosa.

-James Potter?- continuò la preside alzando un sopracciglio.

Nemmeno lui parlò.

-Non ci posso credere! Siete non solo degli idioti, ma anche omertosi! Io non riesco davvero a capacitarmi del fatto che delle persone così stupide me l’abbiano fatta sotto il naso per tutto questo tempo. Sono profondamente delusa. E tu, James, non provare più a rivolgermi una sola parola. Sei viscido.- Annemarie continuava a muovere gli occhi dal fratello all’ex fidanzato mentre parlava. Una volta finito il suo discorso si alzò e uscì dall’ufficio della preside sbattendosi dietro la porta.

-Annemarie!- sua madre provò ad alzarsi per richiamarla, ma il padre la bloccò. Non poteva davvero biasimare la reazione della figlia.

James riprese a versar lacrime e più furente che mai si scagliò contro Albus:

-È tutta colpa tua e di quel frocione del tuo amichetto. Se non fosse stato per voi, se non fosse stato per quel lurido figlio di mangiamorte...-

 

 

 

Un padre aveva tenuto la mano sulla spalla del figlio per tutta la durata di quella riunione.

Ad un certo punto, James se l’era presa con Albus e Scorpius e li aveva attaccati con quelle parole:

-È tutta colpa tua e di quel frocione del tuo amichetto. Se non fosse stato per voi, se non fosse stato per quel lurido figlio di mangiamorte...-

Allora, il corpo sotto la mano si era irrigidito e quella si era lentamente spostata mentre il padre registrava la implicazioni delle parole appena gridate.

Quel frocione del tuo amichetto, altri non poteva essere se non Scorpius.

Nessuno oltre ai due sembrò fare troppo caso a quelle parole. James continuò ad urlare e la McGranitt a cercare di metterlo in riga.

Draco invece si era fermato lì, e aveva cominciato a guardare suo figlio con occhi sbarrati.

-Sei davvero…?- chiese ad un certo punto, senza spostare gli occhi Scorpius.

Il ragazzo si alzò.

-Scusate.- disse, prima di precipitarsi fuori dall’ufficio, senza rivolgere nemmeno un’occhiata al padre.

 

 

 

Scorpius prese a camminare a passo sostenuto per i corridoi vuoti.

Si portò una mano alla bocca per coprire un singhiozzo e poi accelerò ancora per portarsi il più lontano possibile da suo padre.

Svoltando un angolo, cadde sopra a un’armatura e si rannicchiò lì.

Nemmeno nei suoi incubi peggiori, suo padre lo veniva a sapere in quel modo.

Stava tremando e boccheggiava, si sbottonò gli ultimi due bottoni della camicia per cercare di respirare meglio, ma l’ossigeno sembrava mancare da quei corridoi solitamente così ariosi.

Una goccia di sudore gli lasciò la fronte e finì col mischiarsi con le lacrime che avevano cominciato a bagnargli le guance arrossate.

Scorpius tirò su col naso mentre appoggiava la testa alle ginocchia.

Si vergognava come un cane, si sentiva sporco e violato.

Era una cosa sua, come aveva osato, James, dirlo a tutti così?

 

 

 

-Scusate.-

Così Scorpius si dileguò, facendo scendere il silenzio nella stanza. Tutti si erano accorti del commento inopportuno di James ma avevano finto di ignorarlo sperando che tra tutti quegli insulti non fosse troppo notato. Purtroppo le cose erano andate diversamente.

Draco guardò titubante in direzione della porta. Era ancora sconvolto, spiazzato.

Per fortuna Albus rispose più prontamente a quel repentino cambio di programma e dopo solo qualche secondo di smarrimento riuscì ad alzarsi e a seguire l’amico.

Appena uscì dalla stanza, udì un rumore assordante di ferraglia che sbatteva, e istintivamente cominciò a correre in quella direzione.

Quando girò l’angolo vide un’armatura per terra. A fianco ad essa, Scorpius appallottolato su se stesso.

Respirava faticosamente mentre singhiozzava e sembrava essere nel bel mezzo di un attacco di panico.

-Scorpius.-

Albus si abbassò alla sua altezza per poterlo guardare meglio.

Il biondo non diede segno di aver sentito e continuò a piangere rannicchiato.

-Scorpius, Scorpius...- Albus gli toccò una spalla, ma niente.

E allora Al lo abbracciò, circondandolo completamente con le sue braccia magre.

Scorpius si sentiva soffocare. Aveva percepito la presenza di Albus ma non riusciva a muoversi, nemmeno per mandarlo via come avrebbe voluto.

Vedendo che il biondo continuava a non reagire, sciolse quell’abbraccio, e provò ad alzargli la testa a forza dalle ginocchia. Non fu troppo facile, perché tutti i muscoli di Scorpius erano contratti all’inverosimile, ma dopo un po’ risultò vincitore e riuscì a vedere il volto dell’amico.

Era rosso, caldo, sudato, bagnato, sconvolto, triste. E continuava a cercare di inghiottire l’aria senza successo.

Sto morendo, sto morendo, sto morendo, riusciva soltanto a pensare il biondo, con la mente completamente in tilt.

Albus prese il volto dell’amico tra le mani:

-Mi vedi, Scorpius?-, disse provando a suonare calmo.

Sto morendo, sto morendo, sto morendo, continuava a pensare Scorpius.

-Scorpius, va tutto bene.-, continuò il moro, -Mi senti? Va tutto bene.-

Il ragazzo aveva chiuso gli occhi, portando la testa all’indietro e sbattendo forte contro il muro.

Albus rafforzò la presa sulla testa di Scorpius.

-Apri gli occhi. Guardami. Segui il mio respiro. Inspira… Espira… Inspira… Espira… Inspira… Espira...-

Lentamente Scorpius cominciò a seguire i comandi di Albus, anche se spesso tremava troppo e finiva per boccheggiare. Dopo un po’ però riuscì a calmarsi comunque quel tanto da rilassare leggermente i muscoli e smettere di sentirsi in punto di morte. Non poteva davvero chiedere di più in quel momento.

 

 

 

Ginevra non riusciva a spostare lo sguardo da suo figlio.

Non si era mai sentita tanto delusa in tutta la sua vita.

George guardò la sorella, capendo tutto quello che le passava nella testa. Anche lui si sentiva immensamente frustrato.

Fred era rimasto zitto per tutto il tempo, e Lily aveva semplicemente risposto alle domande che le erano state poste direttamente. Si sentiva così stupida.

Anche Harry si sentiva irrimediabilmente idiota. Aveva preso per buona la sua idea che fosse stata Lily a rubare la mappa, senza premurarsi ad accertarsi che fosse vero ed infatti sbagliandosi alla grande. Se solo l’avesse fatto, James sarebbe stato fermato molto prima. E forse quella ragazza, McPhail, non sarebbe stata sfigurata.

Angelina tra tutti era quella più presente in quel momento. I genitori di Zeller, entrambi babbani, non avevano capito molto bene quello di cui si stava parlando e non osavano aprir bocca. Per cui toccò a lei chiedere e fare tutte le domande scomode.

-Quale sarà la punizione, preside McGranitt?-

L’anziana sembrava estremamente provata dalla giornata e anche piuttosto amareggiata.

-Ormai manca una sola settimana alle vacanze di Natale. Propongo una sospensione fino al ritorno dalle vacanze e poi una punizione da scontare ogni sera dopo le lezioni sino alla fine dell’anno. Oltre al risarcimento pecuniario per i danni subiti dagli alunni e il costo delle bacchette da restituire ai proprietari.-

-A quanto ammonterebbe?- chiese Angelina, cercando di nascondere la nota preoccupata della sua voce.

Dopo tanti anni di lavoro lei e George erano finalmente riusciti a mettere da parte 20 galeoni…

-Centosedici galeoni a testa.-

La donna sbiancò, voltandosi verso il marito. Anche i signori Zeller si guardarono nervosi. Pur non avendo una grande confidenza con la valuta magica, avevano capito che quella cifra fosse piuttosto alta.

-Non preoccupatevi.- disse subito Ginny voltandosi verso gli altri, -Ce ne occuperemo io e Harry.-

-Neanche per sogno.- obiettò Angelina, -Per ora abbiamo venti galeoni, ma riusciremo a restituirvi tutto pian piano.-

-Henry dopo i M.A.G.O. andrà a lavorare. Anche lui vi renderà ogni singolo centesimo.-

 

 

 

Dopo aver definito ogni cosa, i genitori e i ragazzi sospesi ottennero finalmente il permesso di andare.

Il primo ad alzarsi e raggiungere il camino fu Draco, che stava prendendo una manciata di Polvere Volante quando venne raggiunto da Harry.

-Non vai prima da tuo figlio?- gli chiese il moro preoccupato.

Draco lo guardò con una punta di imbarazzo.

-Non saprei che dirgli. Non me lo aspettavo… Non credo di averlo ancora realizzato del tutto.- rispose il biondo prima di fare a Harry un cenno di saluto.

-Okay.- disse Harry, -Se vuoi parlarne...-

-Lo so. Posso venire da te.- rispose Draco, prima di buttare la polvere nel camino e sparire.

 

 

 

21 dicembre 2021

Caro Albus,

 

Come stai? Tra poco è Natale e io e tuo padre non vediamo l’ora di avere anche te e Lily a casa. Come ormai saprai, tuo fratello, tua cugina ed Henry Zeller sono stati sospesi sino a gennaio. Con James non riusciamo a parlare senza che ricominci ad urlare, ed è sempre nervoso e inquieto. Tuo padre è davvero stressato e devo ammettere che anche io non sono troppo tranquilla.

Ci dispiace di non essere scesi a salutarti dopo la fine del colloquio, ma abbiamo pensato che stessi facendo compagnia a Scorpius, che quando è uscito dall’ufficio della preside sembrava piuttosto sconvolto. Al proposito, come sta?

Salutaci anche Lily. Siamo entrambi molto fieri di voi, anche se ho dovuto fare una strigliata a tuo padre per aver prestato il mantello a tua sorella senza dirmi niente. Ringrazia anche Scorpius da parte nostra, se non fosse stato per il suo aiuto probabilmente James sarebbe ancora lì fuori ad aggredire persone indisturbato.

Spero che passerai bene i tuoi ultimi giorni ad Hogwarts.

 

Bacioni e a presto,

Mamma.

 

 

 

22 dicembre 2021

 

Ciao mamma,

 

purtroppo i miei ultimi giorni ad Hogwarts non stanno andando bene quanto speravi. La gente giustamente ci riempe di domande sull’accaduto e può essere decisamente assillante.

Lily non è la solita sbruffona e questo è preoccupante, credo sia triste e che in qualche modo si senta in colpa. Come sai lei si è sempre impegnata molto con le indagini e probabilmente non riesce a credere di essersi fatta sfuggire James da sotto al naso.

Scorpius non sta molto bene, non ha ancora ricevuto nemmeno una lettera dal padre, è sempre triste e cerca di isolarsi. Spesso ha degli attacchi di panico e quindi cerco di non stargli mai troppo lontano ma allo stesso tempo rispettare gli spazi che sembra volere...

Per quanto riguarda me non saprei, penso di essere piuttosto deluso da mio fratello. Non avrei mai creduto che potesse arrivare a tanto e che potesse farlo con tanta certezza di essere nel giusto. Credo che sia un bene non averlo accanto ancora per un po’, almeno posso sbollire. Mi vergogno di lui. So che è orribile da dire ma è vero. Vorrei poter rispondere alla gente che quello non è mio fratello, ma invece lo è.

Non so cos’altro aggiungere, quindi chiudo qua la lettera, tanto tra un po’ci vediamo e potremo parlare dal vivo.

 

Ti voglio bene,

Albus

 

 

 

Lily per la prima volta nella sua vita si stava sentendo stupida e inutile.

Era una sensazione nuova, e non sapeva assolutamente come affrontarla. Era finita persino con l’evitare Mikhail e saltare le sue lezioni pomeridiane per due volte di fila.

Quel giorno però aveva difesa, e non poteva eludere il professore anche in quell’occasione. Così si costrinse a raggiungere l’aula e si sedette nell’ultima fila.

Pensava di averla quasi scampata, ma proprio mentre si apprestava ad uscire il professore chiamò il suo nome e la rossa non riuscì a non voltarsi e far finta di nulla.

-Come stai, Lily Luna?- le chiese l’uomo avvicinandosi.

-Sei stata brava.-

-Ma se ho fallito...- replicò la ragazza.

-Anche migliori falliscono.- rivelò Mikhail prima di farle l’occhiolino, -Sai, io ho interrogato tuo fratello. Nemmeno io ho capito.-

Lily finalmente sorrise, fu un sorriso spontaneo e vero, il primo di quei giorni.

-Allora lo dice solamente perché ha sbagliato lei.- replicò.

Mikhail scrollò le spalle, prima di tirare fuori un pacchettino dalla tasca dei jeans.

-Questo è mio regalo di Natale per te.- rivelò, - Aprilo a Natale.- precisò allungandole la scatolina.

Lily boccheggiò, rimasta senza parole, ma si riprese in fretta.

-Certo che lo aprirò a Natale. Per chi mi ha preso?-

La ragazza infilò il pacchetto nella tasca della divisa.

-Grazie professore. Buon Natale.- disse guardandolo dritto negli occhi prima di uscire dall’aula, col buonumore finalmente ritrovato.



ANGOLO AUTRICE:
*Entra imbarazzata*

Ciao a tutti. Eccomi tornata dopo venti giorni...
Lo so, avevo detto che avrei aggiornato ogni settimana, e sono davvero costernata...
Purtroppo ultimamente sono successe un po' di cose, due settimane fa io e mio nonno ci siamo presi la febbre e lo stesso giorno mia nonna è stata portata in ospedale d'urgenza. Non mi sono ancora ripresa completamente ma sto molto meglio, mia nonna invece è stata salvata in extremis ma è ancora in ospedale. Ieri ho preso la patente e sono finalmente riuscita ad andare a trovarla.
Insomma, ho avuto la testa altrove: tra febbre, nonna e ultime lezioni di guida.
Ora sono tornata, o così sembrerebbe. Oggi ho finito di scrivere una storia per un concorso che è abbastanza meh, ma almeno ho ripreso a scrivere. Tornerò a pubblicare. La storia è completa, ho solo il capitolo 8 da riguardare perchè non mi convince troppo.

Queste note autrice fanno abbastanza schifo, ma vi dovevo delle scuse e una spiegazione.
Per quanto riguarda il capitolo, spero che vi sia piaciuto! Se volete, potete farmi sapere il vostro parere con una recensione.

Un bacio e buonanotte!
A presto!

  
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