Anime & Manga > Boku no Hero Academia
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Autore: LilyShakarian    21/10/2019    1 recensioni
Kimiko, dal passato triste e oscuro, dovrà affrontare i suoi demoni.
Mizu e il suo desiderio di aiutare gli altri, troppo spesso anteponendo se stessa.
Due nemesi ma che, come lo Ying e lo Yang, la Luce e l'Oscurità, si completano.
Un'indagine in corso, un assassino spietato, forse qualcuno lo aiuterà nella sua redenzione.
Questa storia comincia prima dell'inizio di My Hero Academia e pian piano si metterà in pari.
Possibili SPOILER più avanti.
Utilizziamo la teoria secondo cui Dabi è Touya Todoroki, ma NON È SPOILER. È per l'appunto solo una teoria. Se la cosa dovessere cambiare, metteremo l'avviso.
Presenza di OC, personaggi originali.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dabi, Hawks, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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Lasciò le scarpe all’entrata dell’appartamento e sfilò via il cappotto, portando successivamente le buste della spesa sopra la tavola, sfilando da esse le varie cibarie acquistate. Con sguardo quasi accusatorio e le braccia incrociate al petto, Touya fissava ogni minima azione di lei, in attesa che magari iniziasse a parlare. Per canto suo Kimiko continuava con indifferenza a mettere tutto in ordine, prendendo delle pentole e padelle per preparare il riso al curry. Il respiro pesante e crescente di Touya per il nervoso che provava nell’essere ignorato, finalmente la fece voltare verso la sua direzione.

« Qualche problema? » 

« Vediamo…» Inclinò il capo sulla spalla, guardando pensieroso il soffitto « A parte non aver salutato, mi stai completamente ignorando. Un grazie per aver riordinato casa, come mi hai detto, sicuramente non mi avrebbe fatto così tanto schifo. Stesso per un saluto. » Kimiko lo guardò perplessa, sbattendo più volte le palpebre mentre sistemava la pentola sul fuoco.

« Potevi salutare anche tu e poi ringraziarti di cosa scusa? Hai solo fatto il tuo dovere. Semmai dovresti essere tu a ringraziarmi, no? » E tanti cari saluti ai consigli di Mizu. Kimiko si morse l’interno della guancia, non era così che avrebbe voluto andassero le cose. Di risposta lui storse le labbra contrariato, facendo andare in tiro i vari punti metallici sul suo viso.

« Hai ancora voglia di litigare? Vuoi che ti porga l’altra guancia? » 

« Ma smettila…» Sbatté con forza l’anta del mobile dove stavano riposte le pentole « In questo momento quello che tira fuori gli artigli sei tu, non di certo io…»  Sapeva di non essere completamente onesta con quelle parole, ma le sue difese si alzavano quasi in automatico quando c’era Touya di mezzo. Si voltò verso di lui, poggiando il fianco contro il bordo del tavolo « Dimmi dove sta il problema? » 

« Sai dove sta il problema, Kim…» Si avvicinò a grandi falcate accorciando la distanza tra le loro figure. Lei fece ruotare gli occhi, poggiando una mano sul fianco.

« Perché vuoi sapere cosa è successo dieci anni fa? Più che altro… Pensi che placherebbe l’odio che nutri nei miei riguardi? Mi accuseresti comunque di averti abbandonato e di aver permesso lo scempio sul tuo corpo. E, sicuramente, anche la tua mente…» Puntò gli occhi contro i suoi, fissandoli con serietà. Touya si morse appena il labbro inferiore, sfuggendo allo sguardo della ragazza con uno scatto del viso. Quella reazione non portò soddisfazione nelle tasche di Kimiko, anzi. Nella sua mente vide nuovamente plasmarsi l’immagine di Touya che le voltava le spalle, inghiottito lentamente dalle tenebre. Ora era lei a mordersi il labbro e spostare lo sguardo, rendendosi conto che non se la cavava poi tanto male a ferire con le parole, soprattutto toccare dei tasti dolenti. Non era poi così diversa da lui, forse era anche per questo che tra loro si era instaurata subito una piacevole amicizia in giovane età. Però, spiegargli così su due piedi quello che aveva passato era davvero difficile in quel momento e proprio non se la sentiva. Sollevò nuovamente gli occhi su di lui, osservando ogni dettaglio del suo viso. Notò che attorno ad uno dei punti metallici la pelle risultava più arrossata e con del sangue rappreso. Proprio il punto che aveva colpito lei la sera precedente. Si avvicinò di un passo, sollevando la mano verso il suo volto. Touya -di reazione- scostò il capo all’indietro prima del suo tocco, facendo ritrarre la mano di lei. Con diffidenza, lui spostò lo sguardo prima sul viso di Kimiko e poi sulla mano ancora ferma a mezz’aria.

« Vada due volte… ma alla terza vedo bene di stare all’erta…» 

« Gli schiaffi vanno dati con forza, non con il tocco di una piuma.» Gli sorrise divertita, avvicinando nuovamente la mano al suo viso. Questa volta lui restò immobile, socchiudendo gli occhi al suo tocco e permettendole di esaminare la ferita. « Credo ci sia un’infezione. Siediti un attimo.»  

Con curiosità la guardò avviarsi al bagno, prendendo posto su una delle sedie, come da lei richiesto. Kimiko tornò in cucina con il kit di pronto soccorso, sistemandolo sulla tavola e aprendolo. Dopo aver imbevuto un batuffolo di cotone con la soluzione disinfettante si avvicinò a lui.

« Puoi togliere quella graffetta? Altrimenti è inutile medicarti. » 

« Nessun problema…» Sbottonò con un click il cerchietto metallico, lasciandolo sulla tavola. Con cautela, Kimiko iniziò a tamponare la ferita eliminando i residui di sangue e siero.

« Ti fa male? » 

« Pizzica un poco… ma ci sono abituato. » Sorrisero entrambi, divertiti, poi lei prese del nastro medico, strappandone un pezzo.

« Per un po’ lascia questo. Il tempo che la ferita si rimargini. Dovrebbe fungere allo stesso modo della graffetta. » 

« Va bene, dottoressa. » Kimiko non poté evitare un sorrisino beffardo mentre riponeva tutto in modo ordinato dentro la cassetta. Sua madre faceva l’infermiera, qualcosina l’aveva imparata anche lei, soprattutto quando in passato l’aveva osservata rattoppare lei e il suo amico d’infanzia dopo le loro scorribande.

« Senti, Touya…» Lui sollevò il capo verso di lei, che con le dita stava picchiettando sulla scatola di plastica « Non ho mai detto che terrò all’oscuro il mio passato, non sarebbe giusto nei tuoi confronti e neanche nei miei…» spostò lo sguardo altrove «Ti chiedo solo di lasciarmi il tempo e darmi la possibilità di trovare la forza per poterne parlare con tranquillità. Evitando interruzioni, vorrei che tutto il discorso filasse liscio, così da non riprenderlo mai più.» il ragazzo la fissò con sguardo amareggiato.

« Come preferisci… però vorrei porti una domanda ed esigo subito una risposta, senza giri di parole né silenzi…» Kimiko lo guardò con curiosità, annuendo col capo « Con quella ne hai parlato? Sei riuscita a confidare questo passato? » 

« Quella? Stai parlando di Mizu? No, nulla in più di quello che sapevi anche tu. Ho solo accennato di un volo dal cielo…» Il ragazzo la fissò stranito « …anche lei mi ha guardata così, non chiedermi altri dettagli…» 

« Come preferisci…» sospirò lungamente poggiando il capo contro il pugno chiuso.

« Dai, parliamo d’altro. » Si avviò verso il bagno. « Devo pensare a un nuovo nome per te. » Colto dalla curiosità, lui non poté fare a meno di sedersi nuovamente composto, seguendola con lo sguardo mentre Kimiko riprendeva posto davanti ai fornelli.

« In che senso? » 

« Non posso chiamarti Touya con tanta facilità in presenza di altre persone, soprattutto di Mizu, lei è un Hero e ne conosce altrettanti, magari anche… »   

« Già…» rispose vago.

« Inoltre, sono estranea ai fatti che ti riguardano. Se ti nominassi davanti a lei, o anche ad altri, potrei finire per metterti involontariamente nei guai. Visto che anche tu però non parli del passato, deduco che ci siano questioni familiari di mezzo…» Aprì il sacchetto di riso. « Sono comunque a conoscenza di chi sia tuo padre e della sua fama… quindi…»  Lui - ancora più incuriosito- si alzò mettendo la sedia al contrario così, una volta seduto, poggiò le braccia sullo schienale.

« Sarei proprio curioso di sapere come mi nominavi davanti ad Acquagirl» 

« Io stronzo e lei cicatrici. » Soffiò una leggera risatina.

« Dai, pensavo di peggio… avevi già in mente qualcosa per il nome? Possibilmente qualcosa di figo. » Lei mugolò pensierosa, portando l’indice sotto il mento.

« Riesci ancora a dare quella tonalità azzurra alle fiamme? » 

« Ovviamente. Posso vantarmi di raggiungere alte temperature, superiore anche a quelle del bastardo…» Kimiko ricordava bene il perché di quel termine forte e dispregiativo nei riguardi di quell’uomo. Annuì alle sue parole, voltandosi con un mezzo sorriso.

« Talmente forti da riuscire a carbonizzare un corpo? Un po’ come le fiamme dei forni crematori? » 

« Già… anche più. Io stesso ho problemi se le utilizzo eccessivamente…» Si guardò le braccia abbastanza, stizzito. Lei gli sorrise con un po’ di amarezza, voltandosi nuovamente verso la cucina.

« Ricordano tanto i fuochi fatui, quelli che seguono i defunti… come si chiamerebbero in giapponese? » 

« Hitodama…» 

« Mh… troppo lungo e suona troppo femminile… mh…» Sollevò il capo al soffitto, sgranando di colpo gli occhi come se fosse colta dall’idea perfetta 

« Cremazione invece? » 

« Dabi…» 

« Good! Mi piace! Breve e semplice! » Gli sorrise schioccando le mani e tenendole giunte davanti alle labbra sorridenti « Accettato?! » Touya storse le labbra, facendo finta di pensarci seriamente, tenendola per un po’ sulle spine. Poi, mostrandole il suo miglior sorriso, annuì con il capo facendo esultare la ragazza.

« Bene! Prepariamo questo riso al curry e via di serie tv! » 

« Questa volta scelgo io…» Rispose lui, avviandosi velocemente a prendere il telecomando.

« Dai! Non sono poi così male quelle che scelgo! » Mise il broncio, voltandosi stizzita.

« Convinta tu…» Premette il tasto del menù per cercare qualcosa di interessante, osservato da una Kimiko sorridente e soddisfatta per aver ristabilito la stessa tranquillità che avevano in passato. 

                                                         **********

Mizu stava camminando per strada, tenuta sportiva, borsone e coda alta. Non aveva avuto più notizie da Shota da quella mattina di qualche giorno prima. Gli esami della U.A. erano finalmente iniziati e lui, in quanto professore, doveva assistervi. Anche sua sorella e sua nonna erano impegnatissime, la gente tendeva a farsi parecchio male durante le prove d’ammissione. Non credeva comunque che lui, anche libero da impegni, si sarebbe fatto sentire. Non dopo l’ultima discussione avuta che l’aveva portata a sbatterlo fuori di casa.

« Ma con tutto quello che sta succedendo, proprio a Shota ti metti a pensare? »  Si riprese, parlando da sola a voce alta, come nulla fosse. « Hai un paziente problematico come Endeavor che sta dando segni di cedimento delle difese e potrebbe sbottonarsi con te, hai le indagini in corso e anche lì c’è stata una svolta anomala ed importante e tu pensi a Shota? Sei proprio un imbecille… » 

Per non parlare dei pensieri che hai su Kimiko…” Si disse, stavolta mentalmente. Era quasi certa che la ragazza fosse collegata ai crimini della sua indagine, ma non sapeva ancora come. Non stava fingendo con lei e con il loro avvicinamento ma si era sforzata di rimanere naturale quando la bionda le aveva dato involontariamente informazioni essenziali.

« Con chi stai parlando? » Le chiese Hawks con tono gioviale e curioso. Mizu, strappata dai suoi pensieri, si portò una mano al petto e lo guardò atterrita.

« E tu da dove salti fuori?! » 

« Ti sei fermata davanti alle porte, ho visto che non entravi e sono uscito a capire perché ti fossi bloccata. » 

« No, niente… tutto a posto… solo un po’ di stress da sfogare. » Il ragazzo le aprì la porta in un gesto galante ed entrambi entrarono nell’edificio. Mizu aveva accettato l’invito di Hawks di andare nella sua agenzia per allenarsi, per questo era lì in tenuta sportiva. Fu accolta con entusiasmo dagli aiutanti, ma tra tutti non riusciva a capire con chi si sarebbe allenata. Solo in quel momento, mentre camminava affianco ad Hawks, fece caso al suo abbigliamento: indossava dei pataloni grigi, di tuta, mobidi, mentre il torso tonico era ben fasciato in una canottiera bianca. I polsi e le nocche erano bendati, ma la cosa che fece arrossire la dottoressa fu notare i capelli del ragazzo, legati in un codino. Notando lo sguardo di lei su di sé, le sorrise furbo.

« Che c’è? Hai un debole per i ragazzi coi capelli legati? » Le chiese, con tono canzonatorio ma giocoso.

Colpita e affondata…” Pensò lei, distogliendo lo sguardo immediatamente, ma senza poter impedire che quella tonalità pomodoro le tingesse il viso.

« Sul serio?? » Ridacchiò Hawks, interpretando la sua reazione come conferma della sua ipotesi. « Allora dovrò legarli più spesso. » Concluse, ammiccante.

« Strano, ricordavo di essere venuta qui per allenarmi, non per queste chiacchiere futili. » Affermò offesa, mettendosi in posizione difensiva. Hawks fece un fischio d’approvazione.

« Siamo nervosetti, eh? Oppure non accetti la verità? » Disse, dispiegando le ali e lanciandosi all’attacco. Il loro scambio di battute stava entusiasmando il pubblico, composto dagli aiutanti dell’agenzia, incuriositi dalla complicità tra il loro boss e la donna. Mizu ricambiò il ghigno dipinto sul volto di Hawks.

« E quale sarebbe questa verità? » Chiese, lanciando contro il ragazzo numerosi getti d’acqua in sequenza, che il suo avversario prontamente schivò.

« Che io ti piaccio. » Le sussurrò all’orecchio, dopo esserle arrivato alle spalle e averla cinta con le braccia. « Troppo lenta, Mizu. » Affermò, riprendendo il suo tono normale, così che tutti potessero sentire. « E ti lasci trasportare troppo dalle emozioni. Ti saresti lasciata catturare troppo velocemente.» 

« Invece io credo che tu mi stia sottovalutando. Forse volevo proprio che ti avvicinassi… » Disse, voltando appena il viso verso il suo “aggressore”. Hawks fece appena in tempo a notare una strana luce brillare nello sguardo di lei, prima di che i capelli azzurri di lei iniziassero a sollevarsi come tra i flutti del mare. Si ritrovò in una sfera d’acqua abbastanza grande da comprenderli entrambi. Dopo neanche un minuto il fiato iniziò a mancargli e la presa sulla donna si allentò. Mizu sgusciò via, ma gli si pose davanti. Lei non risentiva del suo stesso problema, poteva respirare sott’acqua, e avrebbe potuto tranquillamente concedergli di fare lo stesso, ma invece gli si avvicinò, gli prese il viso tra le mani, e lo baciò, passandogli un po’ d’aria. Hawks sgranò gli occhi, ma poi li chiuse e la attirò maggiormente a sé, cingendole i fianchi con le mani. Sotto gli occhi dei presenti, la bolla d’acqua si infranse in tante piccole gocce che si fusero nell’atmosfera. 

« Certo che sei una che sa come togliere il fiato… » Sussurrò Hawks, non appena il bacio finì. Mizu si schiarì la gola e si portò un ciuffo ribelle dietro l’orecchio.

« Forse è meglio che il resto dell’allenamento lo proseguiate da soli. »  Sentenziò un aiutante, indicando l’uscita della palestra e raggiungendola poco dopo, insieme al resto del gruppo. Mizu tentò di fermarli, dicendo loro che non era necessario, ma non la ascoltarono.

« Grandioso. Adesso si che si saranno fatti un’idea sbagliata. » Si stava già pentendo della sua scelta.

« E quale sarebbe? »  

« Che ti ho baciato perché provo qualcosa per te. »  

« Ah e non è così? » Mizu tentennò prima di rispondere.

« Lo sai che l’ho fatto per non farti affogare, era solo un allenamento. » Tentò l’azzurra, ma le sue parole risultarono poco credibili anche alle sue stesse orecchie.

« Dici? Avresti potuto tranquillamente dissolvere la sfera, o permettermi di respirare. Si, so che sei in grado di farlo. » Incalzò avvicinandosi a lei a braccia conserte e con aria tronfia.

« Sii serio, come potrei provare qualcosa quando non so praticamente chi sei? »  Le parole di Mizu arrestarono l’incedere spavaldo di Hawks. « Io conosco Hawks, l’Hero geniale entrato nella top ten dei Pro a soli 18 anni e che l’ha scalata fino a raggiungerne il terzo posto in un solo anno. Conosco il collega affidabile, si, ma anche schivo e che si nasconde dietro una facciata piacente. Non so quando scherzi e quando invece dovrei prenderti sul serio, ma soprattutto… non so nemmeno il tuo nome. »  

Hawks riprese a camminare verso Mizu, che invece arretrava ad ogni passo dell’altro. Lo sguardo del ragazzo si era fatto più tagliente e serio, cosa che stava spaventando la dottoressa. Mizu si trovò spalle al muro e quando Hawks la raggiunse, si fermò davanti a lei, poggiando entrambe le mani sulla parete ai lati della donna, mentre dispose le ali in modo da coprirli da occhi indiscreti.

« Tanto per cominciare, non c’è nessuna “facciata”, quello è il mio vero io, dico sempre quello che penso. Il fatto che lo faccia con un sorriso, non significa che sia meno vero. » Il suo sguardo era fisso in quello agitato di lei. « Quando ero solo un bambino, ho salvato una famiglia da un incidente in auto. E’ lì che è iniziata, da quel momento è successo tutto molto in fretta. » Accorciò lo spazio tra loro e vide chiaramente l’azzurra deglutire. « Infine… il mio nome è Keigo Takami. » Annullò completamente la distanza tra loro, unendo le sue labbra a quelle di Mizu. L’azzurra, dopo un primo attimo di indecisione, si lasciò andare al bacio, ricambiandolo con trasporto.

Insomma, Kimiko ci aveva visto più lungo di me su questa faccenda…” Si ritrovò a pensare dopo che si staccarono.

« Ehm… bene… » Esordì, schiarendosi la gola. « Appurato che mi sbagliavo… adesso potremmo concentrarci sul mio allenamento? Avrai notato che non è il difendermi il problema, quanto la resistenza. Stavo pensando che dovremmo concentrarci su… » Il suo sproloquio fu interrotto da una risata di Keigo.

« Sei incorreggibile, davvero una guastafeste. Una donna senza romanticismo! » La prese in giro. « Hai rovinato l’atmosfera. » Continuò con tristezza teatrale, portandosi una mano sul cuore. Mizu roteò gli occhi e scosse la testa, divertita.

« Adesso non è proprio il momento per continuare quel discorso, rimettiamoci al lavoro! »

« D’accordo, ma non credere che finisca qui. » La minacciò con un sorriso, mentre entrambi riprendevano le posizioni per l’allenamento.


Angolino delle autrici

Non ci dilunghiamo oltre, ma teniamo a ringraziare chi ci sta sostenendo con commenti positivi e costruttivi ^-^

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LilyShakarian

LadyBarbero

Alla prossima!
Lily&Lady




   
 
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