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Autore: Wild_soul    21/10/2019    0 recensioni
Cosa conosci tu della mia vita, se non quello che io, di mia spontanea volontà, ho voluto rendere pubblico? Cosa mi impedisce di celare lati del mio carattere? Assolutamente nulla, quindi non avere il coraggio di affermare chi io sia, perché nessuno è in grado di comprendere qualcuno. Dalle volte siamo noi stessi a scoprire sfaccettature del nostro carattere che mai avremmo immaginato di possedere.
Genere: Avventura, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Caleb/Akio, Jude/Yuuto, Kageyama Reiji, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Dark si guardò allo specchio, o meglio, osservò il suo alter ego studiarlo compiaciuto attraverso lo specchio. Si era ritrasformato per l’ennesima volta, sebbene si fosse ripromesso di non farlo più, ma ogni volta si era ritrovato a rimandare la sua stessa parola.

Non sapeva per quale arcano motivo, ma trasformarsi in quel corpo più giovane lo faceva sentire meglio, vedere i suoi stessi occhi riflessi in quelle iridi rosse lo appagava, sfiorare da solo quelle mani così eleganti lo rasserenava. Ma perché, perché tutto questo? Perché si trovava ad essere così dipendente da quel corpo?

Con gesto nervoso, si infilò il solito impermeabile in velluto scuro ed uscì dal laboratorio senza neanche accertarsi di aver richiuso a chiave il portone.
Quella sera, più delle altre, a dire il vero, sentiva una stranissima sensazione attraversare il proprio corpo, altresì, il corpo di Jude, da un estremo all’altro. Cosa c’era che non andava?

Sogghignò divertito a quella sua stessa domanda retorica. Come se, del resto, appropriarsi ogni sera di un corpo più giovane ed essere influenzati da una mente a lui estrania fosse da considerarsi una cosa normale.

Erano passate ormai tre settimane o poco più dal suo esperimento, ciò valeva a dire che era dallo stesso periodo di tempo che aveva conosciuto Jude. Si infilò una mano nella tasca interna dell’impermeabile ed estrasse un pacchetto in cartoncino ed un accendino, maledicendo mentalmente il suo alter ego per averlo convinto a lasciarsi andare ad un vizio così futile e pericoloso. Elegantemente, portò una sigaretta all’altezza delle labbra e, dopo averla accesa, ne ispirò l’acre sapore, godendosi della pace dei sensi.

“Professore, che ne dice di dare un pizzico di movimento a questa serata?” si sentì provocare da una voce interiore

“No, Sharp, sono troppo stanco anche solo per andare al pub a bere il solito boccale di birra” rispose l’altro, lasciando che il fumo disegnasse delicate forme intorno a sé

“Si sente poco bene, Dark?”

“No, ma credo che queste continue trasformazioni mi stiano affaticando fin troppo e credo che sarà meglio ritornare al laboratorio il prima possibile”

“Non vuole concedermi un po’ di divertimento questa sera?”

“Che intendi dire, ragazzo?”

“Questo, professore…” ed in men che non si dica, l’uomo avvertì la metà destra del proprio corpo iniziare ad intorpidirsi ed a ribellarsi ai suoi ordini

“Che diavolo stai facendo?”

“Che domanda stupida, mi riapproprio di ciò che è mio” e, con orrore, il maggiore si accorse che quell’insopportabile sensazione di fatica si stava espandendo anche verso sinistra, a partire dalle gambe, per arrivare a braccia e allo stesso viso. Vani furono i tentativi del professore di allontanarsi da quella strada e dirigersi al laboratorio, perché, ormai, le sue gambe non gli appartenevano più.

Si maledisse mentalmente quando vide, impotente, il suo stesso corpo avanzare di qualche passo e dirigersi verso un locale che, ormai, lui conosceva fin troppo bene.

“È arrivato il momento di fare qualche conoscenza”“

"No, ragazzo, non cacciamoci in guai che potremmo evitare”

Ma, ovviamente, il suo alter ego non gli diede ascolto


****


Non appena Jude spalancò la porta, Dark si sentì ubriacare dal profumo di legno e cera che, ormai, poteva definire essere familiare. Poi, però, accadde qualcosa che non aveva previsto, qualcosa che lo travolse così come un’onda anomala distrugge la piccola zattera temeraria che tenta di allontanarsi dalla riva. Un respiro…e tutto si fece buio.

Il suo alter ego sogghignò divertito. Da tempo, ormai, sognava di poter prendere il completo controllo di quel corpo, il suo corpo, il suo ed unico corpo. Ed ora era lì, che continuava ad ammirarsi incredulo le mani, come se fosse la prima volta che le vedesse. Che sensazione meravigliosa, finalmente padrone!

Non appena alzò lo sguardo, incrociò due iridi verde, due occhi luminosi e magnetici.
Sogghignò impercettibilmente; chissà, magari avrebbe potuto approfittare dell’occasione per festeggiare la sua ottenuta libertà…


****


La passione, la libido, il desiderio insaziabile e continuamente ricercato, quasi fosse l’unico vero ossigeno da respirare; questo era ciò che voleva, questo era quello che aveva rincorso con disperazione, questo era l’oggetto di tale ambizione: lasciarsi completamente sopraffare dai sensi, cadere nel baratro oscuro del peccato, aggrapparsi all’unico appiglio per, poi, sprofondare nuovamente.

Già, una futile ed inutile ricerca che portava al semplice appagamento fisico, ma che lasciava al centro dell’anima una macchia che lo logora va dall’interno.
Dannata razionalità. Dannata coscienza.

   
 
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