An irresistable fault
-…quando il vizio diventa
tentazione…-
<<
…You got it wrong, so I guess your are out of luck… >>.
La
voce della ragazza si spandeva nelle stanze del piccolo appartamento, adorava
cantare quando faceva le faccende domestiche,
anche se non si potevano definire tali con lei...
In
quel momento stava lavando i piatti con lo stereo a tutto volume che emetteva
note rabbiose, non sapeva nemmeno lei perché non si decideva a cambiare cd,
ormai lo sapeva a memoria!
Era
in tenuta casalinga, maglia nera che la copriva fino a pochi centimetri di
coscia, si vedevano chiaramente gli slip azzurri che le fasciavano il sedere
sodo.
Era a
casa sua -e dannazione!- lei ci stava come diavolo le pareva!
I
capelli neri erano legati in una coda scomposta, il viso presentava le tracce
del trucco che si era dimenticata di togliere la sera precedente -francamente,
chi alle tre di mattina ha voglia di struccarsi?!- che le contornava gli occhi marroni
e faceva risaltare, le seppur lievi, occhiaie.
I
piedi scalzi tamburellavano sul pavimento seguendo il ritmo della canzone.
Questa era la solita scena che gli si presentava dalla finestra
della sua camera che dava su quella della cucina della vicina di casa che come ogni domenica si dedicava alle faccende di
casa.
Le labbra gli si piegarono in un ghigno al ricordo delle parole
che gli aveva detto la sua vicina di casa.
“Se hai bisogno di qualcosa,
anche solo di un po’ di compagnia la mia porta è sempre aperta”.
Poteva considerarsi un invito formale dopotutto, no?
Indossò una tuta e si diresse alla finestra del suo bagno che
dava verso quella della camera da letto della vicina.
L’occhio,
mentre tentava invano di mandare via una macchia da un piatto, le cadde sulla
finestra che dava direttamente su quella della camera da letto del suo vicino prediletto nonché amico di vecchia,
vecchissima data, Inuyasha.
Avevano
deciso che per aiutarsi a vicenda avrebbero preso due appartamenti vicini, così
da essere sempre reperibili in caso di bisogno.
Un
sorriso le increspò le labbra quando lo vide passare davanti alla finestra, non
era niente male, doveva ammettere che aveva gusto nello scegliersi le amicizie...
Persa
com’era nei suoi pensieri non si accorse che ormai la macchia era sparita e che
a momenti spaccava il piatto, lo ripose con calma nel lavandino pieno d’acqua e
riprese a lavare il resto delle stoviglie.
Ovviamente
sempre cantando a squarcia gola.
Eccolo lì nella camera da letto della sua amica, la sentiva
chiaramente cantare
... no, stonare dalla cucina, sì era lei...
Non azzeccava una nota nemmeno se gliela tiravano addosso.
Eppure a lui piaceva così, spontanea e solare sempre e
comunque!
Con passo felpato si diresse alla cucina e si appoggiò alla
mensa della sala da pranzo, un po’ in penombra, si divertiva a spiarla, ma mai
si era spinto a tanto!
Arrossì un po’ nel vedere la sua tenuta di quella domenica,
dalla finestra non si era mai reso conto di come girasse per casa...
Sghignazzò, era sempre una scoperta quella tipa, anche dopo
ormai dieci anni, doveva ammettere che madre natura le aveva donato due gran belle
gambe, che compensavano la mancanza di intonazione, dopotutto non si può avere
tutto dalla vita!
Ignara
dello spettacolo che stava involontariamente offrendo al ragazzo, lei
continuava a canticchiare allegra. Ogni tanto si metteva a cantare con un
bicchiere come microfono, altre con un mestolo.
Si
divertiva a quel modo, infantile forse, ma era così che si sentiva lei, una
bambina cresciuta.
Si
sfregò la mano sulla fronte, lasciando una striscia di sapone, non si era
accorta di aver sporcato tutte quelle stoviglie! Sospirò ecco la giusta
punizione per aver evitato il lavandino per una settimana.
Il cd
nello stereo aveva ripreso daccapo e lasciò che andasse, forse avrebbe cambiato
cd più tardi, ora come ora preferiva concentrarsi su quella montagna di piatti,
pentole, bicchieri e quant’altro che riempivano ogni angolo della piccola
cucina.
<<
Ma dove diamine stava tutta sta’ roba? ...fading, I’m barely breathing, Can’t
hold on, I’m dying, I must be bleeding,
won’t be long... Na nana na... >>
Stava per scoppiare a ridere, se lo
sentiva, quella scena era comica e sexy (?) al contempo, adorava quella
ragazza!
Si accorse che alcuni pezzi delle
canzoni -che ormai anche lui sapeva a memoria- li riempiva con delle sillabe a
caso, doveva ammettere che ormai iniziava a farci l’abitudine a tutte quelle
stonature, e il suo fine udito non ne soffriva più molto, come invece gli
capitava i primi tempi -al solo ricordo gli tornava il mal di testa- forse era
un po’ migliorata dai, sì forse sì!
Ma quanto ci metteva a lavare quei
piatti? Ma soprattutto quando aveva usato tutte quelle stoviglie?!
Ricordava che anche quando andavano
a scuola insieme non era mai stata ordinata, la sua camera dove molte volte
avevano studiato assieme, era quasi sempre -se non perennemente- sotto sopra,
non ci si raccapezzava mai su come sedersi alla scrivania, costantemente sotto
quintali di carta, quaderni e manga. Aveva paura a sapere cos’altro ci fosse là
sopra!
I piatti diminuivano, avrebbe festeggiato la sua epica
impresa domenicale concedendosi una birra, cosa che da quando viveva da sola
faceva raramente.
Sua madre era sempre preoccupata di ciò che le potesse
accadere e sullo stato del piccolo appartamento, ma lei l’aveva stupita,
contrariamente a quando viveva in casa era diventata più ordinata, non
impeccabile, però si poteva camminare liberamente senza incappare in vestiti o
oggetti vari.
Chiuse l’acqua felice. << FINITO!!! >>
Si diresse al frigorifero, ma un’ombra scura attirò la sua
attenzione, un uomo (?) nel suo appartamento?!
Sbiancò e urlò con quanto fiato aveva in corpo
terrorizzata, prese la mazza che teneva sotto al tavolo e iniziò a maneggiarla
in direzione dell’intruso.
L’urlo di esultanza lo assordì, poi
la vide voltarsi e prima di aprire il frigorifero guardare nella sua direzione
e sbiancare.
Tutto successe velocemente, l’urlo e
poi la mazza che gli si avvicinava pericolosamente, era impazzita?! Non l’aveva
riconosciuto?!
<< KAGOME FERMA! >>
La vide fermarsi, pronunciare il suo
nome, posare la mazza su una poltrona e arrossire di botto riparandosi dietro
alla poltrona. << I... Inu... INUYASHA?! Ma che ci fai lì?! >>
<< Mi stavo annoiando... Così
ho pensato, perché non fare una visita a Kagome? >>
<< E sentiamo... >>
Sospirò, deglutendo rumorosamente. << Da quanto sei qui? >>
Ma che diamine di idee gli venivano in mente?!
Per poco non faceva un infarto!
<< Mah sarà dalla quinta traccia del cd >>
Fece un paio di conti, quinta traccia e ora era nuovamente alla quinta traccia, deglutì.
<< Sei qui da quaranta minuti!? MANIACO!! >>
Lui sbuffò. << Non è certo colpa mia se giri per
casa in mutande e maglietta, ah carine, mi piacciono azzurre! >>
Arrossì, da quando si prendeva certe libertà come quelle
di commentarle l’intimo!? Prese i lembi della maglia e li tirò il più in basso
possibile, anche se con scarsi risultati, dato che la maglia tornava della sua
lunghezza solita.
<< Oh kami-sama, e cosa ti costava passare dalla
porta? E’ comoda sai? Ha anche un campanello o al limite un batacchio, a tua
scelta >>
Lo vide inarcare un sopracciglio.
Pensava seriamente che lui passasse
dalle porte? Se poi rischiava di perdersi una scena come quella di prima!
Sorrise, gli sembrava di rivedere la scena di un film hard che aveva visto con
il suo caro amico Miroku qualche mese
prima, la ragazza impegnata nelle faccende domestiche che poi veniva posseduta
sul tavolo della cucina dall’amante...
Scosse violentemente la testa, ma
cosa andava a pensare!?
<< Che succede? >>
La voce di lei lo riscosse. Bè
poteva imbarazzarla ancora un po’, rise maligno.
<< No nulla, è che vederti canticchiare... >> Marcò bene
quella parola << ...mentre lavavi i piatti, vestita in quella maniera
succinta mi ha fatto ricordare un film hard >>
La vide arrossire di botto, tanto da
confondersi con la “fantasia in rosso” che teneva appesa in salotto.
Rise di gusto, era terribilmente
carina quando arrossiva.
Carina?Da quando usava
certi termini mentre pensava a Kagome?!
Certo le voleva bene, ma non in quel
senso, o forse sì?
Vide il ragazzo di fronte a lei che si crucciava per
qualcosa, ma non capendolo rinunciò, era e sarebbe stato sempre un mistero per
lei!
E meno male che erano le donne le complicate!
<< Senti, ti lascio qui un momento, vado a mettere
qualcosa addosso, sì è meglio così >>
Lui si riscosse un momento e annuì poco convinto, lei
corse via sempre tenendo la maglia in modo che coprisse anche se poco, l’intimo
che ormai il ragazzo conosceva a memoria.
Appena in camera si chiuse la porta alle spalle
appoggiandosi con la schiena, aveva il cuore che andava a mille, il fiato corto
e le gambe le tremavano.
Ecco ciò che le capitava quando si trovava nelle dirette
vicinanze con l’amico di vecchia data.
<< Baka! Sei solo un baka! >> Ripensò al viso
del ragazzo disteso in una risata spontanea, gli occhi dorati che ridevano con
il viso e i capelli argentei che gli ricadevano fluenti attorno. Sentì il cuore
aumentare i battiti.
Accese la ventola facendo girare un po’ l’aria nella
stanza, le mancava l’ossigeno.
Appena riuscì a riprendere il controllo si decise a
cercare qualcosa da mettere.
Non pensava che la vista della
ragazza potesse scombussolarlo tanto, quelle gambe sode, le forme pronunciate,
il viso arrossato -per causa sua-, i capelli scomposti e il trucco sbavato,
ecco che risentiva una strana sensazione.
La vide uscire dalla stanza con un
paio di jeans rotti qua e là e un paio di infradito.
<< Allora, che si fa? >>
La vide mettersi il pollice in bocca
come faceva sempre quando era in difficoltà (?), e la cosa diversamente dal
solito, lo infiammò ancora di più, sentiva che dopo quel giorno non sarebbe
stato tutto come prima. “Speriamo che non si arrabbi troppo!”
Inutile, più tentava di frenare gli
istinti, più aveva voglia di saltarle addosso.
<< Kagome? >> Lei lo
guardò con il suo sguardo scuro e imbarazzato. << Puoi avvicinarti un
momento? >>
Lei ignara si avvicinò.
Perché ora le chiedeva di avvicinarsi?
I piedi non sembravano volersi muovere dall’imbarazzo, ma
si fece forza e camminò fino a trovarsi davanti il mezzo-demone, vide le
orecchie di lui muoversi velocemente.
Lui le pose le mani sulle braccia e la avvicinò a sé posando
le sue labbra sulle sue, Kagome sgranò gli occhi, che stava succedendo?! Che
fine aveva fatto l’Inuyasha che conosceva?!
Sentì le labbra di lui schiudersi e approfondire il bacio,
lei dopo l’imbarazzo/stupore iniziale rispose.
Quando si allontanarono erano entrambi muti, lei con il
viso ancora rosso e lui con un ghigno trionfante... Cosa significava?
Mai con una ragazza si era sentito
così, sebbene fosse un bacio molto casto per il suo standard, sentiva che l’aveva
scosso.
Gli occhi di lei lo guardavano
interrogativi non capendo nulla.
<< Scusa, non ho resistito, mi
piaci ecco tutto >>
<< Ti piaccio? >> Lo
guardò interrogativa.
<< Già, me ne sono accorto di
recente, che dici andiamo a mangiare fuori stasera? >>
Lei era sempre più scioccata (?)
<< Un appuntamento? >>
<< Sì direi che si può
definire tale, anche se un po’ affrettato >>
<< Posso cucinare io se vuoi!
>>
Lui negò con la testa.
Non sapeva come comportarsi, che fare? Lo sguardo di lui
era sincero ormai lo conosceva bene, anche se quel pomeriggio l’aveva stupita e
non poco!
<< No, voglio portarti a cena fuori, non vorrei che
avessi l’impiccio dei piatti nel dopo cena... >>
L’unico pensiero che le attraversò la mente fu: “OH MY
GOD!”
** Fine **
Allora, penso di
dovere un po’ di spiegazioni, non so nemmeno io perché ultimamente mi sono
messa a scrivere delle shot, ma la cosa mi diverte!
E non so nemmeno perché
tutte così sdolcinate -.- mi faccio ribrezzo da sola!!
Ringrazio di cuore
chi ha commentato “Not like the other
girls” e “The one I love”…
Questa shot mi è
venuta in mente prima mentre guardavo Iron Man, non so cosa centri, ma ora
eccola qua XD spero sia di vostro gradimento!
Ps. La dedico a
Dance of Death, che mi ha spronata a postarla, Marti (Posso chiamarti così
vero?) mi ha fatto veramente piacere conoscerti! ^^