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Autore: kirarachan    31/07/2009    5 recensioni
Questa era la solita scena che gli si presentava dalla finestra della sua camera che dava su quella della cucina della vicina di casa che come ogni domenica si dedicava alle faccende di casa.
Le labbra gli si piegarono in un ghigno al ricordo delle parole che gli aveva detto la sua vicina di casa.
“Se hai bisogno di qualcosa, anche solo di un po’ di compagnia la mia porta è sempre aperta”.
Poteva considerarsi un invito formale dopotutto, no?
Indossò una tuta e si diresse alla finestra del suo bagno che dava verso quella della camera da letto della vicina.
Shot nata per caso XD
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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an irresistable fault

An irresistable fault

-…quando il vizio diventa tentazione…-

 

<< …You got it wrong, so I guess your are out of luck… >>.

La voce della ragazza si spandeva nelle stanze del piccolo appartamento, adorava cantare quando faceva le faccende domestiche, anche se non si potevano definire tali con lei...

In quel momento stava lavando i piatti con lo stereo a tutto volume che emetteva note rabbiose, non sapeva nemmeno lei perché non si decideva a cambiare cd, ormai lo sapeva a memoria!

Era in tenuta casalinga, maglia nera che la copriva fino a pochi centimetri di coscia, si vedevano chiaramente gli slip azzurri che le fasciavano il sedere sodo.

Era a casa sua -e dannazione!- lei ci stava come diavolo le pareva!

I capelli neri erano legati in una coda scomposta, il viso presentava le tracce del trucco che si era dimenticata di togliere la sera precedente -francamente, chi alle tre di mattina ha voglia di struccarsi?!- che le contornava gli occhi marroni e faceva risaltare, le seppur lievi, occhiaie.

I piedi scalzi tamburellavano sul pavimento seguendo il ritmo della canzone.

 

 

Questa era la solita scena che gli si presentava dalla finestra della sua camera che dava su quella della cucina della vicina di casa che come ogni domenica si dedicava alle faccende di casa.

Le labbra gli si piegarono in un ghigno al ricordo delle parole che gli aveva detto la sua vicina di casa.

 

“Se hai bisogno di qualcosa, anche solo di un po’ di compagnia la mia porta è sempre aperta”.

 

Poteva considerarsi un invito formale dopotutto, no?

Indossò una tuta e si diresse alla finestra del suo bagno che dava verso quella della camera da letto della vicina.

 

 

L’occhio, mentre tentava invano di mandare via una macchia da un piatto, le cadde sulla finestra che dava direttamente su quella della camera da letto del suo vicino prediletto nonché amico di vecchia, vecchissima data, Inuyasha.

Avevano deciso che per aiutarsi a vicenda avrebbero preso due appartamenti vicini, così da essere sempre reperibili in caso di bisogno.

Un sorriso le increspò le labbra quando lo vide passare davanti alla finestra, non era niente male, doveva ammettere che aveva gusto nello scegliersi le amicizie...

Persa com’era nei suoi pensieri non si accorse che ormai la macchia era sparita e che a momenti spaccava il piatto, lo ripose con calma nel lavandino pieno d’acqua e riprese a lavare il resto delle stoviglie.

Ovviamente sempre cantando a squarcia gola.

 

Eccolo lì nella camera da letto della sua amica, la sentiva chiaramente cantare

... no, stonare dalla cucina, sì era lei...

Non azzeccava una nota nemmeno se gliela tiravano addosso.

Eppure a lui piaceva così, spontanea e solare sempre e comunque!

Con passo felpato si diresse alla cucina e si appoggiò alla mensa della sala da pranzo, un po’ in penombra, si divertiva a spiarla, ma mai si era spinto a tanto!

Arrossì un po’ nel vedere la sua tenuta di quella domenica, dalla finestra non si era mai reso conto di come girasse per casa...

Sghignazzò, era sempre una scoperta quella tipa, anche dopo ormai dieci anni, doveva ammettere che madre natura le aveva donato due gran belle gambe, che compensavano la mancanza di intonazione, dopotutto non si può avere tutto dalla vita!

 

 

Ignara dello spettacolo che stava involontariamente offrendo al ragazzo, lei continuava a canticchiare allegra. Ogni tanto si metteva a cantare con un bicchiere come microfono, altre con un mestolo.

Si divertiva a quel modo, infantile forse, ma era così che si sentiva lei, una bambina cresciuta.

Si sfregò la mano sulla fronte, lasciando una striscia di sapone, non si era accorta di aver sporcato tutte quelle stoviglie! Sospirò ecco la giusta punizione per aver evitato il lavandino per una settimana.

Il cd nello stereo aveva ripreso daccapo e lasciò che andasse, forse avrebbe cambiato cd più tardi, ora come ora preferiva concentrarsi su quella montagna di piatti, pentole, bicchieri e quant’altro che riempivano ogni angolo della piccola cucina.

<< Ma dove diamine stava tutta sta’ roba? ...fading, I’m barely breathing, Can’t hold on,  I’m dying, I must be bleeding, won’t be long... Na nana na... >>

 

 

Stava per scoppiare a ridere, se lo sentiva, quella scena era comica e sexy (?) al contempo, adorava quella ragazza!

Si accorse che alcuni pezzi delle canzoni -che ormai anche lui sapeva a memoria- li riempiva con delle sillabe a caso, doveva ammettere che ormai iniziava a farci l’abitudine a tutte quelle stonature, e il suo fine udito non ne soffriva più molto, come invece gli capitava i primi tempi -al solo ricordo gli tornava il mal di testa- forse era un po’ migliorata dai, sì forse sì!

Ma quanto ci metteva a lavare quei piatti? Ma soprattutto quando aveva usato tutte quelle stoviglie?!

Ricordava che anche quando andavano a scuola insieme non era mai stata ordinata, la sua camera dove molte volte avevano studiato assieme, era quasi sempre -se non perennemente- sotto sopra, non ci si raccapezzava mai su come sedersi alla scrivania, costantemente sotto quintali di carta, quaderni e manga. Aveva paura a sapere cos’altro ci fosse là sopra!

 

 

I piatti diminuivano, avrebbe festeggiato la sua epica impresa domenicale concedendosi una birra, cosa che da quando viveva da sola faceva raramente.

Sua madre era sempre preoccupata di ciò che le potesse accadere e sullo stato del piccolo appartamento, ma lei l’aveva stupita, contrariamente a quando viveva in casa era diventata più ordinata, non impeccabile, però si poteva camminare liberamente senza incappare in vestiti o oggetti vari.

Chiuse l’acqua felice. << FINITO!!! >>

Si diresse al frigorifero, ma un’ombra scura attirò la sua attenzione, un uomo (?) nel suo appartamento?!

Sbiancò e urlò con quanto fiato aveva in corpo terrorizzata, prese la mazza che teneva sotto al tavolo e iniziò a maneggiarla in direzione dell’intruso.

 

 

L’urlo di esultanza lo assordì, poi la vide voltarsi e prima di aprire il frigorifero guardare nella sua direzione e sbiancare.

Tutto successe velocemente, l’urlo e poi la mazza che gli si avvicinava pericolosamente, era impazzita?! Non l’aveva riconosciuto?!

<< KAGOME FERMA! >>

La vide fermarsi, pronunciare il suo nome, posare la mazza su una poltrona e arrossire di botto riparandosi dietro alla poltrona. << I... Inu... INUYASHA?! Ma che ci fai lì?! >>

<< Mi stavo annoiando... Così ho pensato, perché non fare una visita a Kagome? >>

<< E sentiamo... >> Sospirò, deglutendo rumorosamente. << Da quanto sei qui? >>

 

 

Ma che diamine di idee gli venivano in mente?!

Per poco non faceva un infarto!

<< Mah sarà dalla quinta traccia del cd >>

Fece un paio di conti, quinta traccia e ora era nuovamente alla quinta traccia, deglutì.

<< Sei qui da quaranta minuti!? MANIACO!! >>

Lui sbuffò. << Non è certo colpa mia se giri per casa in mutande e maglietta, ah carine, mi piacciono azzurre! >>

Arrossì, da quando si prendeva certe libertà come quelle di commentarle l’intimo!? Prese i lembi della maglia e li tirò il più in basso possibile, anche se con scarsi risultati, dato che la maglia tornava della sua lunghezza solita.

<< Oh kami-sama, e cosa ti costava passare dalla porta? E’ comoda sai? Ha anche un campanello o al limite un batacchio, a tua scelta >>

Lo vide inarcare un sopracciglio.

 

 

Pensava seriamente che lui passasse dalle porte? Se poi rischiava di perdersi una scena come quella di prima! Sorrise, gli sembrava di rivedere la scena di un film hard che aveva visto con il suo caro amico Miroku qualche mese prima, la ragazza impegnata nelle faccende domestiche che poi veniva posseduta sul tavolo della cucina dall’amante...

Scosse violentemente la testa, ma cosa andava a pensare!?

<< Che succede? >>

La voce di lei lo riscosse. Bè poteva imbarazzarla ancora un po’, rise maligno.

<< No nulla, è che vederti canticchiare... >> Marcò bene quella parola << ...mentre lavavi i piatti, vestita in quella maniera succinta mi ha fatto ricordare un film hard >>

La vide arrossire di botto, tanto da confondersi con la “fantasia in rosso” che teneva appesa in salotto.

Rise di gusto, era terribilmente carina quando arrossiva.

Carina?Da quando usava certi termini mentre pensava a Kagome?!

Certo le voleva bene, ma non in quel senso, o forse sì?

 

 

Vide il ragazzo di fronte a lei che si crucciava per qualcosa, ma non capendolo rinunciò, era e sarebbe stato sempre un mistero per lei!

E meno male che erano le donne le complicate!

<< Senti, ti lascio qui un momento, vado a mettere qualcosa addosso, sì è meglio così >>

Lui si riscosse un momento e annuì poco convinto, lei corse via sempre tenendo la maglia in modo che coprisse anche se poco, l’intimo che ormai il ragazzo conosceva a memoria.

Appena in camera si chiuse la porta alle spalle appoggiandosi con la schiena, aveva il cuore che andava a mille, il fiato corto e le gambe le tremavano.

Ecco ciò che le capitava quando si trovava nelle dirette vicinanze con l’amico di vecchia data.

<< Baka! Sei solo un baka! >> Ripensò al viso del ragazzo disteso in una risata spontanea, gli occhi dorati che ridevano con il viso e i capelli argentei che gli ricadevano fluenti attorno. Sentì il cuore aumentare i battiti.

Accese la ventola facendo girare un po’ l’aria nella stanza, le mancava l’ossigeno.

Appena riuscì a riprendere il controllo si decise a cercare qualcosa da mettere.

 

 

Non pensava che la vista della ragazza potesse scombussolarlo tanto, quelle gambe sode, le forme pronunciate, il viso arrossato -per causa sua-, i capelli scomposti e il trucco sbavato, ecco che risentiva una strana sensazione.

La vide uscire dalla stanza con un paio di jeans rotti qua e là e un paio di infradito.

<< Allora, che si fa? >>

La vide mettersi il pollice in bocca come faceva sempre quando era in difficoltà (?), e la cosa diversamente dal solito, lo infiammò ancora di più, sentiva che dopo quel giorno non sarebbe stato tutto come prima. “Speriamo che non si arrabbi troppo!”

Inutile, più tentava di frenare gli istinti, più aveva voglia di saltarle addosso.

<< Kagome? >> Lei lo guardò con il suo sguardo scuro e imbarazzato. << Puoi avvicinarti un momento? >>

Lei ignara si avvicinò.

 

 

Perché ora le chiedeva di avvicinarsi?

I piedi non sembravano volersi muovere dall’imbarazzo, ma si fece forza e camminò fino a trovarsi davanti il mezzo-demone, vide le orecchie di lui muoversi velocemente.

Lui le pose le mani sulle braccia e la avvicinò a sé posando le sue labbra sulle sue, Kagome sgranò gli occhi, che stava succedendo?! Che fine aveva fatto l’Inuyasha che conosceva?!

Sentì le labbra di lui schiudersi e approfondire il bacio, lei dopo l’imbarazzo/stupore iniziale rispose.

Quando si allontanarono erano entrambi muti, lei con il viso ancora rosso e lui con un ghigno trionfante... Cosa significava?

 

Mai con una ragazza si era sentito così, sebbene fosse un bacio molto casto per il suo standard, sentiva che l’aveva scosso.

Gli occhi di lei lo guardavano interrogativi non capendo nulla.

<< Scusa, non ho resistito, mi piaci ecco tutto >>

<< Ti piaccio? >> Lo guardò interrogativa.

<< Già, me ne sono accorto di recente, che dici andiamo a mangiare fuori stasera? >>

Lei era sempre più scioccata (?) << Un appuntamento? >>

<< Sì direi che si può definire tale, anche se un po’ affrettato >>

<< Posso cucinare io se vuoi! >>

Lui negò con la testa.

 

 

Non sapeva come comportarsi, che fare? Lo sguardo di lui era sincero ormai lo conosceva bene, anche se quel pomeriggio l’aveva stupita e non poco!

<< No, voglio portarti a cena fuori, non vorrei che avessi l’impiccio dei piatti nel dopo cena... >>

L’unico pensiero che le attraversò la mente fu: “OH MY GOD!”

 

 

** Fine **

 

 

Allora, penso di dovere un po’ di spiegazioni, non so nemmeno io perché ultimamente mi sono messa a scrivere delle shot, ma la cosa mi diverte!

E non so nemmeno perché tutte così sdolcinate -.- mi faccio ribrezzo da sola!!

Ringrazio di cuore chi ha commentato “Not like the other girls” e “The one I love”…

Questa shot mi è venuta in mente prima mentre guardavo Iron Man, non so cosa centri, ma ora eccola qua XD spero sia di vostro gradimento!

 

Ps. La dedico a Dance of Death, che mi ha spronata a postarla, Marti (Posso chiamarti così vero?) mi ha fatto veramente piacere conoscerti! ^^


   
 
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