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Autore: Khailea    22/10/2019    0 recensioni
Dal testo:
"-E un'altra cosa...mi scusi molto per non averla avvertita subito...c'è qualcun'altro a cui ho chiesto aiuto...-
Questo sicuramente era un tasto molto più dolente. Preoccuparsi solo per sé era molto più facile, non conosceva le capacità del collega in questione e nemmeno la sua affidabilità, quindi la cosa iniziava ad esser più rischiosa del previsto.
-Posso sapere chi sia?-
-In verità non ne sono certo, ma ha la mia parola della sua assoluta forza. Non mi ha dato modo di sapere chi fosse, penso un mercenario.-"
(I personaggi usati appartengono al gruppo di role Werewolf's Shadow, si muovono all'interno del continente di Fiore, ambientazione di Fairy Tail, ma in un ambiente rivisitato ed inventato dal gruppo)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quel giorno nulla per i due era il caldo del deserto nel quale si muovevano.
Dopo aver ricevuto tutte le informazioni necessarie, tramite la mappa che Ailea aveva portato fin dall’inizio della loro missione, i due si stavano rapidamente dirigendo nel luogo indicato al fine di trovare finalmente lo scettro di El-mot.
Per spostarsi avevano scelto d’utilizzare nuovamente i poteri della donna per creare una moto, e grazie a quella sfrecciavano senza problemi sulla distesa di sabbia.
Entrambi erano in assoluto silenzio, troppo presi dal desiderio d’arrivare il prima possibile in quel luogo, e presto finalmente raggiunsero il punto desiderato.
Stando alle informazioni l’entrata del tempio non era sgargiante, anzi era ben nascosta nella sabbia; si poteva riconoscere però grazie ad una roccia nella quale era incastrata una freccia.
-L’ombra della freccia nel mezzogiorno vi indicherà la via, e la luce l’aprirà. Erano queste le parole della vecchia.-
Disse l’uomo non appena riuscirono a vedere il punto.
-E siamo in perfetto orario, questo significa che l’ombra è nel posto giusto.-
Scendendo dalla moto con un salto la ragazza si avvicinò al punto, iniziando a scavare con la mano fino ad incontrare una superficie dura poco sotto la sabbia.
-Eccola.-
Sorridendo il Boss mise una mano sulla sua spalla, socchiudendo gli occhi.
-Permettimi mia cara.
Due gigantesche mani nere comparvero da sotto i vestiti di lui, e con un solo gesto riuscirono a spazzar via la sabbia attorno a loro rivelando così una botola nascosta che immediatamente si aprì.
-Bene, vuoi che ti preceda per poterti proteggere in caso di pericoli?-
Chiese l’uomo allegramente, ma la donna lo ignorò con una smorfia sul viso, procedendo per prima lungo la scalinata davanti ai due.
A causa della mancanza di luce Ailea dovette usare la propria magia del Solid Script per creare del fuoco, in modo da poter vedere ciò che li circondava, utilizzando giusto per precauzione un’altra magia, stavolta runica, in modo da poter scoprire se attorno a loro v’erano delle trappole, ma lungo le pareti e le scale sembrava tutto sicuro.
Per il Boss comunque rimanere al buio non sarebbe stato certo un problema, essendo un Dragon Slayer delle ombre poteva facilmente districarsi tra di esse, e sapere che l’altra fosse immersa tra di esse gli dava un certo brivido…proprio per evitare quest’ultima parte però lei tentava sempre d’evitare di rimanere al buio.
Trascorse molto tempo prima che i due riuscissero finalmente a vedere il termine della scalinata, ritrovandosi in un semplice corridoio dal soffitto basso e dal pavimento avente delle mattonelle più scure rispetto alle altre.
-Potrebbe essere una trappola.-
Asserì l’uomo fermando Ailea accanto a sé.
-Probabile. Vai prima tu.-
Alla “battuta” della donna il Boss ridacchiò, facendo però veramente un passo verso le mattonelle.
Prima di toccarle tuttavia creò davanti a sé una minuscola figura d’ombra dal corpo deforme, le braccia lunghe ma sottilissime dalle unghie affilate, le gambe tozze dai piedi larghi, ed una grossa testa con occhi gialli ed orecchie appuntite.
L’esserino nero andò prima di lui, e come toccò una mattonella chiara da tutte quante uscirono delle lance in ferro che lo trafissero. La creatura si contorse come se provasse un forte dolore, ma non perse sangue o simili.
Si limitò a svanire al comando del padrone.
-Direi che le mattonelle scure sono quelle sicure.-
Disse quindi lui procedendo, dimostrando la sua ragione.
-Avresti veramente lasciato che mi trafiggessero?-
Chiese però fermandosi, allungando una mano verso la donna per aiutarla. Lei però la scansò, superando il corridoio con facilità ed agilità.
-Sì.-
La risposta gelida si perse nel silenzio, mentre i due proseguirono fino ad arrivare a quella che sembrava l’unica stanza presente nel tempio.
Il soffitto era talmente alto da non riuscire a vederne il termine, solo il buio, ed era sorretto da alte colonne lungo i cui bordi però erano presenti spesse crepe e dalle quale scendeva di tanto in tanto un rivolo di sabbia.
Questa andava così ad unirsi a quella già presente sul pavimento, assieme ad alcune monete e degli antichi gioielli.
Le pareti non avevano torce e la fioca luce di Ailea permetteva appena di vedere qualche dettaglio delle incisioni sopra d’esse, ma nulla di più. Ritraevano forse di tempi antichi e sembravano esserci anche dei simboli accanto, ma la lingua era talmente antica e le scritte così rovinate da essere illeggibili.
Un silenzio tombale adornava perfettamente il gelo della stanza, causata probabilmente per la completa oscurità e l’esser così in profondità rispetto al terreno.
La stanza era di notevoli dimensioni, ma dall’altra parte di essa videro sulla cima di una gradinata un trono, ricoperto di polvere e dallo schienale spezzato, sul quale sedeva una statua mostruosamente realistica di una donna dai lineamenti magri ed affilati, vestita con abiti regali d’un epoca antica e con una sorta di corona in testa.
Il suo sguardo era furente e la bocca spalancata in un urlo, ed entrambe le braccia erano sollevate in una strana posizione.
Ma ciò che più contava era quello che teneva nella mano destra; lo scettro di El-mot.
-Sembra troppo realistica per essere una statua, e la posizione è alquanto sospetta…cosa può essere successo?-
La domanda di Ailea difficilmente avrebbe trovato risposta, i morti non parlavano infondo.
-In ogni caso abbiamo trovato lo scettro, non ci resta altro che prenderlo ed andarcene da qui.-
Rispose soddisfatto l’uomo, anche se gli dispiaceva la loro vacanza fosse già finita.
Se fosse stato così semplice però allora lo scettro sarebbe già stato preso…
-Non può essere finita qui.-
Ailea iniziò a controllare avvicinandosi allo scettro, notando che in verità questo era in verità un arco.
-Ma cosa…-
Anche l’uomo incuriosito s’avvicinò, altrettanto sorpreso della verità.
-Quindi è per questo che non l’hanno preso…ma se non è questo…-
-La donna ci ha solo detto che l’ombra della freccia nel mezzogiorno vi indicherà la via, e la luce l’aprirà.-
-Noi la freccia l’abbiamo trovata di sopra, ma l’arco è qui.-
-Quindi forse…-
Con la coda dell’occhio la donna tirò una piccola cordicella al lato dell’oggetto, spostandola verso la mano libera, e da questo seguì la strada che una freccia scoccata avrebbe dovuto percorrere.
Arrivò così al lato destro della stanza, scoprendo una freccia conficcata nel terreno non molto distante dalla parete.
-Un’altra freccia. Ma l’enigma diceva che avrebbe indicato la via a mezzogiorno e la luce avrebbe rivelato la via. Qui il sole non può arrivare.-
Disse lei confusa.
-E se non fosse la luce del sole? Questo a mezzogiorno sta in una precisa posizione, ma noi potremmo semplicemente basarci su di essa, sistemarci in quel punto ed usare la tua di luce.-
L’intuizione dell’uomo poteva essere più giusta del previsto, e subito Ailea si sistemò nel punto esatto. Tramite la propria luce l’ombra della freccia si allungò in mezzo alle tenebre, fino a puntare su un preciso punto.
Nuovamente fu il Boss a controllare tra le mattonelle, scoprendo un’altra botola. Stavolta non disse una parola mentre l’aprì con i suoi poteri, rivelando uno stretto spazio al centro del quale era stato riposto un meraviglioso scettro dorato, che nonostante il tempo aveva mantenuto la sua lucentezza, dal manico ricurvo avente la testa di un serpente dagli occhi di zaffiri.
Questa volta non c’erano dubbi, l’avevano trovato. Perfino Ailea avvicinandosi sorrise debolmente, approfittando dell’oscurità per non esser vista.
Finalmente poteva tornare a casa.
Il silenzio di quel luogo dimenticato ormai da ogni dio venne trovò presto fine, non appena il Boss prese tra le mani lo scettro.
Si sentì un forte rombo provenire dalle pareti e la sabbia cadde con maggior forza da ogni spiraglio, mentre le colonne si sgretolavano man mano. Violente scosse fecero cadere parti del soffitto e dei muri, mentre il suono della distruzione aumentò.
-Dobbiamo andarcene!-
Urlò Ailea precipitandosi verso la porta dalla quale erano venuti, ma un macigno precipitò in quell’esatto istante dal soffitto, rischiando di schiacciarla.
Prima ancora che lei potesse alzare gli occhi però sentì le braccia del Boss avvolgerla per allontanarla, salvandola.
-Troviamo un’altra strada.-
Lungo le pareti non sembrava esserci nulla, ma i due notarono in un punto che la sabbia stava cadendo in quantità maggiore rispetto ad altri punti, ed aguzzando la vista riuscirono a vedere uno spiraglio di luce provenire da fuori.
Il crollo doveva aver creato una via di fuga, che presto però si sarebbe trasformata in una condanna a morte se non si fossero sbrigati.
Più sabbia entrava dall’alto più rischiavano d’esser sepolti vivi.
-Solid Script Wings!-
La magia della donna si plasmò in minuscole parole che, ad una ad una, si unirono creando due grandi ali bianche dai bordi lucenti sulla schiena, che flettendosi sotto il suo volere le diedero la spinta necessaria per spiccare un salto ed alzarsi in volo.
Poco dopo anche il Boss utilizzò la propria magia, creando a sua volta delle ali nere che gli permisero di far lo stesso.
La loro uscita era molto lontana, ma a quella velocità sicuramente avrebbero potuto sfuggire alla sabbia, che ormai aveva ricoperto completamente il suolo. Purtroppo però le scosse continuavano e le colonne ormai avevano ceduto del tutto, ed allo stesso modo faceva anche il soffitto facendo cadere sopra di loro massi sempre più grandi.
Schivarli iniziava ad esser dura, ma entrambi dimostrarono grande destrezza nei movimenti.
-Distruggere un tempio per uno scettro, non penso sarebbe stato uno scambio equo per chi l’ha costruito.-
Osservò l’uomo, come se non fossero in una situazione di pericolo.
-Avremmo dovuto pensarci, e visti gli sforzi preferisco non lasciartelo a te.-
Rispose Ailea piegando le ali da un lato, per spingersi contro l’uomo e tentare d’afferrare l’oggetto, ma lui riuscì ad evitarla lanciandolo in aria ed afferrandolo al volo.
-Non ti fidi di me mia cara? Sembra rischieresti perfino di scontrarci pur di prenderlo.-
No, non si fidava. Sapeva bene che se avesse voluto una volta usciti da lì sarebbe potuto svanire portandosi via quell’oggetto, a riprova dell’inganno di tutta quella missione.
La donna tentò nuovamente, pur stando attenta a tutto ciò che la circondava, ma il Boss con fare scherzoso le volò attorno a pochi millimetri dal viso, come a prenderla in giro, mentre nel frattempo erano sempre più vicini all’uscita.
-Andiamo, sappiamo entrambi non è così importante per te. Insomma, anche se lo perdessimo, non è certo come la mia vita.-
Quasi come se l’universo si volesse prendere gioco di lui, e mettere alla prova le sue parole, una grossa parte del soffitto cadde proprio contro l’uomo, che con il poco preavviso riuscì ad evitare d’esser colpito in pieno, ma non poté far nulla per le ali che invece vennero tranciate a metà.
Ciò sembrò lasciarlo colto di sorpresa, visto non solo abbandonò lo scettro, ma spalancò leggermente gli occhi perdendo il sorrisetto che mai aveva mancato di tenere.
Ailea li vide cadere entrambi, mentre s’avvicinavano alle macerie ed alla sabbia che stava mangiando ogni spazio rimasto.
Difficilmente si sarebbe potuto recuperare qualcosa da lì.
La donna fu rapida, immediatamente interruppe la sua ascesa, allungando una mano e precipitandosi verso il basso, evitando che altri oggetti la colpissero durante la caduta.
L’uomo la fissava negli occhi, allungando a sua volta la mano verso di lei, così vicini che sarebbe potuto bastare pochissimo per sfiorarsi.
La sua mano però non era l’obbiettivo di Ailea, che afferrò invece lo scettro, senza nemmeno guardarlo mentre lui invece continuava a tendersi verso di lei, che voltandosi volò verso l’uscita.
   
 
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