Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Nymeria87    25/10/2019    2 recensioni
la mia prima Jonsa con tutto il cuore...
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[dal testo] scese da cavallo continuando a cercare tra la piccola folla che si stava radunando attorno a loro…
ancora niente…ma dove poteva essere, a chi poteva chiedere…
cautamente, senza smettere di studiare ogni singola persona, si girò ancora una volta, 
e li, sul parapetto che si stagliava di fronte a lei, infine lo vide!
[...]erano loro due, il centro del mondo erano loro due,
ad ogni passo Jon realizzava davvero chi aveva di fronte,
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riparto dalla 6x4 per ricostruire il loro percorso insieme, interpretando il non detto che traspare incontrollabile dall'alchimia del loro rapporto.
primissima fanfic, spero piaccia!
La ff si conclude con Winds of Winter, seguiranno altre 2 ff che andranno a percorrere gli eventi della settima e dell'ottava stagione.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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I Lord sarebbero iniziati ad arrivare a momenti e Sansa aveva chiesto al Maestro di supervisionare gli ultimi preparativi affinche tutto fosse in ordine e rispettasse quello che lei aveva chiesto; stava percorrendo il lungo corridoio verso le camere padronali che Jon aveva fatto preparare per lei, quando lo sguardo sgargiante del fratello le balenò in mente tornando a percepire un lieve calore sulla fronte, laddove le labbra di lui si erano dischiuse in un dolce bacio, come se la sua stessa pelle avesse assorbito per sempre la memoria di quel momento.
Sansa si blocco a quel pensiero, la mano guantata stretta alla maniglia della porta ancora chiusa, le labbra aperte in cerca d’aria mentre tentava di dominare quel brivido che era andato a percorrerle a schiena.
Non dovresti nenache pensarlo
si disse aprendo finalemente la porta e varcandone la soglia.
 
La camera era pulita e ordinata, tutto era tornato al proprio posto come se semplicemente il tempo si fosse fermato e i suoi genitori non avessero mai abbandonato quelle stanze; Sansa percorse con gli occhi ogni angolo della camera in piena e assoluta contemplazione, non seppe dire quanto stette lì ferma immobile a guardare ma ad un tratto un rumore la ridestò: due uomini seguiti da Maestro Wolkan stavano portando dentro la stanza un grosso baule di legno panciuto.
“Poggiatelo qui” disse con gentilezza il Maestro mentre i due eseguivano in silenzio prima di inchinarsi a lady Sansa e congedarsi dalle stanze.
“L’abbiamo trovato grazie ad una servetta, dice che il Maestro Luwin l’aveva fatto nascondere all’arrivo degli uomni di Ferro ed è rimasto al sicuro da allora”.
Sansa si era chiesta cosa ne fosse stato di tutti i cimeli Stark e dei gioielli di sua madre, ma immaginava che fossero andati persi a causa delle razie; quando Wolkan lasciò le stanze prese coraggio e aprì il baule, riscoprendo numerosi oggetti appartenenti a sua madre con il simbolo del pesce dei Tully, due dei suoi abiti più preziosi, una lunga spilla d’argento con emblema Sark e un paio di pelliccie di lupo.
Sansa prese la spilla rigirandosela tra le dita private dei guanti grigi, l’argento era freddo tra le sue mani e la luce che si specchiava in quel monile le ridestò antiche sensazioni, il ricordo di suo padre che le carezzava i capelli, il sorriso caldo di sua madre, Robb che la faceva danzare nella grande sala...
Sansa ripose tutto nel baule chiudendolo in fretta e uscendo dalla stanza in preda al panico della dolcezza di quei ricordi; si strinse il mantello sulle spalle e percorse con passo veloce il corridoio fino ai lunghi camminamenti esterni, scendendo in cortile ed incedendo rapidamente fino all’ingresso del parco degli Dei che si trovava a fianco dell’armeria, sperando che nessuno si accorgesse di lei.
Maestoso si stagliava l’albero del cuore, intessendo silenzio tramite le sue fronde carminie.
La neve era caduta quella notte, imbiancando tutto il giardino e gelando il piccolo lago ai piedi dell’albero.
Sansa a quella visione tornò a respirare: quel posto la calmava da sempre; si alzò il vestito per procedere più celermente verso la liscia pietra su cui amava sedersi quando era bambina, su cui suo padre Ned sostava in contemplazione, forse in preghiera brandendo sempre Ghiaccio che fosse essa nel fodero oppure no; ne accaezzò la superficie rimuovendo poi la neve che la ricopriva, alzò lo sguardo per incontrare gli occhi piangenti resina rossa scolpiti in un tempo remoto dai Figli della Foresta, una connessione ancestrale tra casa Stark e la magia antica che defluiva come sangue nella linfa di quel grande, nodoso, albero bianco.
Sansa si sedette nella quiete del silenzio, pensò a suo padre e a quanto amasse quel posto, a quanto le avesse passato seppur inconsapevolmente tanto di lui: Sansa si era da sempre ritenuta più simile a sua madre, ma solo ora si stava rendendo conto di quanto fosse una Stark di nome e di fatto. Suo padre le aveva trasmesso valori e insegnamenti celati in ogni sua azione e a lei stava imparare anche dagli errori di valutazione che lui aveva ingenuamente commesso, dagli errori di tutti in realtà, anche da quelli compiuti da sua madre e d Robb... per quanto li amasse doveva stare più allerta di loro.
Siamo tronati a casa, ma non siamo anocora totalmente al sicuro.
Jon ha ragione, dobbiamo fidarci l’uno dell’altra, proteggerci a vicenda.
 
“Perdonami mia signora, se ho interrotto le tue preghiere” la voce untuosa di Petyr Baelish la strappò ai suoi pensieri, conducendola a voltare lo sguardo verso il nuovo arrivato.
“Non pregò più ormai; mi recavo qui ogni giorno quando ero bambina, pregavo per essere in un altro posto, ho sempre pensato ai miei sogni, alle cose che volevo, non a quella che già avevo” rispose Sansa alzandosi dalla pietra, muovendo i suoi passi verso il sentiero d’uscita mentre si stringeva il mantello sulle spalle: “ero una stupida..”
“eri una bambina” la intercettò Baelish bloccandole la strada.
Sansa era stanca di quell’uomo, dei suoi subdoli atteggiamenti sempre volti ad ottenere qualcosa: “che cosa vuoi?” chiese cercando di celare la sua esasperazione,
“Pensavo sapessi cosa io volessi” le ricordò lui,
“mi sbagliavo” replicò Sansa incurante.
“No, non ti sbagliavi…” rispose Ditocorto ridestando l’attenzione di lei, lasciandola a soppesare le parole che si atteneva a pronunciare: “tutte le volte che prendo una decisione chiudo gli occhi e vedo la stessa immagine. Quando devo considerare un’azione futura, chiedo a me stesso se quella azione mi aiuterà a realizzare la mia visione, ad estirparla dalla mia mente e portarla nel mondo reale: agisco solo se la risposta a questa domanda è si” le disse muovendo pssi verso di lei fino ad avvicinarsi ad un palmo di naso.
Sansa ascoltava, ascoltava senza interrompere, glaciale mentre incamerava quelle parole.
“L’immagine di me, sul Trono di Spade, con te al mio fianco” le sussurrò lui con intensità ferina, mentre Sansa dischiuse le labbra per respirare, inorridita dai pensieri che quell’uomo non aveva mai smesso di fare su di lei.
Petyr dovette fraintendere il gesto come lusinga perché mantenendo il contatto visivo iniziò con lentezza ad avvicinarsi al viso della ragazza, Sansa comprese immediatamente le sue intenzioni e distolse celermente lo sguardo abbassando il viso e frenando la sua avanzata con la mano inguantata, facendo resistenza quando lui mosse un ulteriore minimo passo verso di lei.
Non posso offenderlo in alcun modo, ci servono i cavalieri della Valle.
“è una bella immagine” si limitò a dire la giovane Lady passando lateralmente con tutta eleganza a fianco del Lord della Valle per incedere verso l’uscita del parco, lasciando Ditocorto laddove l’aveva bloccato.
“Ora che questa battaglia e vinta, le voci correranno veloce, presto si saprà che ho prestato sostegno a Casa Stark” cercò nuovamente di coinvolgerla lui;
“hai sostenuto altre case prima della nostra, Lord Baelish, ma questo non ti ha mai impedito dal trarne vantaggi” replicò Sansa algida senza neanche voltarsi.
Pensi mi si dimenticata così facilmente di quello che hai fatto?
“Il passato ormai non conta più, puoi restare qui seduta a pensare a quanto hai lasciato o puoi preparati ad affrontare il futuro” continuò imperterrito lui, “ e tu, mio amore, sei il futuro di Casa Stark”, mosse qualche passo verso di lei, volendole farle ascoltare parola per parola quello che aveva intenzione di dirle, anche se lei rimaneva chiusa nel mantello dandogli le spalle: “Chi credi seguiranno gli uomini del Nord? L’erede legittima di Ned e Catelyn Stark nata a Grande Inverno o un bastardo senza madre nato nel sud?”.
Ecco dove volevi arrivare maledetto…
realizzò Sansa mentre il freddo la pervase e la neve continuava a cadere,
non toccherai Jon, non te lo permetterò
pensò riprendendo i suoi passi, avviandosi finalmente fuori dalla portata di quel viscido essere.
 
   
 
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