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Autore: V4l3    25/10/2019    2 recensioni
Dal testo [...] Alex ripensò a quella conversazione avuta con Francesca e si chiese perché sia lei che la madre fossero così convinte che lui l’avrebbe aiutata, non erano parenti, non avevano niente in comune e lei ora era lì per stravolgergli la vita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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24

Seguì qualche attimo di silenzio carico di elettricità

Jason si trovò a dover raschiare la gola con un colpo di tosse per poter far uscire la voce

-Scusa, cosa?!- si sforzò di chiedere mettendosi seduto sulla punta della poltrona, aveva la sensazione che il corpo gli vibrasse, guardò Francesca con il volto sconvolto, lei abbassò il capo stringendosi le mani in grembo

–Alex dovrebbe cambiare cognome, a quel punto potrebbe stare davvero tranquilla- spiegò

Jason si sentì completamente privo di forze, guardò verso Alex, la quale era rimasta a fissare con sguardo allucinato Francesca

-Ma che diavolo stai dicendo?!- chiese cercando di ritrovare il controllo di sé stesso e della situazione

Francesca, sospirò e lo guardò negli occhi

–Abbiamo analizzato la cosa da ogni punto di vista e queste sono le sole due soluzioni che abbiamo trovato che possono davvero servire per aiutare Alex- chiarì – Per la prima opzione, il fatto di farle cambiare identità, con le procedure normali è impensabile, quantomeno qui in Europa, in Italia è praticamente da escludersi, ma in America abbiamo degli agganci, anche se si tratta di lasciarti andare dall'altra parte del mondo- al solo pensiero gli occhi di Francesca diventarono liquidi nel rivolgersi verso Alex rimasta di sale, Jason ascoltava ma dentro sentiva le viscere stringersi e dolere

–La seconda opzione è più semplice, per certi versi, ed è quella che preferiamo, sia io che Dario- continuò Francesca- quella di sposarti ti permetterebbe di prendere il cognome di tuo marito e non andare così lontano-

Jason si alzò dalla poltrona di scatto con la scusa di sistemare il fuoco, ma quella reazione era dovuta a ben altro, sentiva lo stomaco pronto a fargli rimettere la cena.

Alex era rimasta completamente gelata da quello che Francesca le aveva appena proposto, le sembrò di vivere un incubo infinito, la sentì stringerle le mani per farsi guardare

–Lo so che sembra assurdo, ma ci siamo informati, Alex, per stare davvero tranquilli è l'unico modo. Se ti sposassi lui non riuscirebbe a trovarti, dovrebbe davvero mettere in campo conoscenze che non è detto che gli diano l'appoggio per ritrovarti, inoltre entra in gioco la privacy e la cosa perfetta sarebbe farti diventare cittadina di un altro paese- a quelle parole Jason si girò a guardarle con gli occhi sgranati

–Di un altro paese?- chiese non mascherando un certo tremore nella voce

Francesca fece un cenno d'assenso con il capo

–C'è un carissimo amico di mio marito che lo farebbe tranquillamente, è francese, vive a Parigi- disse e Jason cercò di ricacciare indietro la bile che gli era risalita in gola 

–Ti sposeresti solo per una questione burocratica, Alex, ovviamente, poi quando veramente troverai la persona giusta potrai tranquillamente divorziare e sposare chi vorrai, ma questo ti permetterebbe di vivere serenamente- Francesca la guardò con convinzione, mentre Alex si sentì sul punto di vomitare

–Ma come ti viene in mente?!- Jason era fuori di sè –Già così è una richiesta da matti da fare! Figurarsi farla con qualcuno che neanche conosce!- Francesca fece un'alzata di spalle e lo guardò intensamente prima di parlare

–Jason, ho promesso ad Emma, in ospedale, che avrei fatto di tutto per aiutare Alex, per cui non mi scandalizzerei a farglielo fare se è per il suo bene- disse lapidaria sorprendendoli e Alex sentì la testa pulsare dal dolore, quei discorsi gli avevano fatto esplodere un mal di testa atroce

–Jas, so che è qualcosa di assurdo e pazzesco, ma se davvero vogliamo fare qualcosa di concreto per cambiare le cose in modo definitivo, Alex ha solo queste due opzioni!-

Jason la guardò come si guarda un alieno, la stessa Alex sembrò sul punto di piangere

–Ma vi è andato di volta il cervello?!- Jason non trattenne la rabbia e alzò la voce bruscamente

-Ma ti rendi conto di quello che le stai chiedendo?!- la voce gli uscì roca, sentiva come la bocca asciutta–Lei è una ragazzina!- ed indicò una Alex sconvolta –Ma come vi è venuta in mente una stronzata del genere?- ruggì

–Jason per favore, ascoltami!- sbottò a sua volta Francesca alzandosi -Ho proposto una persona di fiducia per non doverlo chiedere a te!- sbottò rabbiosa

La bomba, il nocciolo della questione, era stato alla fine rivelato

Di nuovo il silenzio calò su tutta la stanza.

Jason guardò Francesca con la sensazione che il sangue gli si fosse raggrumato a terra, perché era convinto di non averne più neanche una goccia in corpo

-Non voglio coinvolgerti ancora di più con questa cosa, il trasferimento di Alex, qui, era in realtà temporaneo- Francesca sbuffò e si risedette accanto ad Alex che non riusciva più a pensare

–So quanto possa essere stata una situazione surreale per entrambi, ma in quel momento non potevamo fare altro, ma ora abbiamo un'altra soluzione e, questa, vi consentirebbe di riprendere la vostra vita normalmente- si giustificò

Jason non sapeva cosa dire, si sentiva come dentro una centrifuga di emozioni, si voltò verso Alex e il cuore gli cedette un battito.

Era seduta con lo sguardo liquido, arrossata, guardava davanti a sé con un'espressione completamente sconvolta che le aveva trasformato i lineamenti del volto; al pensiero che potesse andarsene si sentì mancare, non poteva permettere che partisse e sposasse qualcuno di ignoto, sentì come accapponarsi la pelle al solo pensiero

-Lo farò- soffiò sentendo gli occhi di Francesca e di Alex posarsi su di lui che al contrario guardava a terra, rigido come una statua

–Hai fatto molto per Alex, ma non devi farlo per forza..- lui sbuffò interrompendola per regalarle un'occhiataccia

–Ho detto che va bene!- ripeté perentorio guardando poi Alex la quale non sapeva davvero come comportarsi, aveva il cervello in pappa

-Non permetterò ad Alex di fare una cosa così assurda, con qualcuno che non conosce- disse in tono severo –Non esiste!- aggiunse e guardò verso Alex che aveva la bocca dischiusa e lo fissava allibita. Francesca invece addolcì subito lo sguardo

–E' assurda come cosa perchè è studiata! E' un progetto fatto a tavolino! Ma pensa se voi due invece vi amaste veramente, non ci sarebbe nulla di male!- Alex e Jason a quelle parole si tesero inconsciamente come corde di violino

–Non sarebbe una cosa tanto assurda!- Francesca abbassò la voce –Alex, dobbiamo fare in modo che il tuo cognome non possa essere rintracciato e, da sposata, la cosa sarebbe davvero difficile anche per lui- spiegò alla ragazza che si stava contorcendo le mani a disagio

–So che vi sto chiedendo una cosa che non immaginavate, ma è l'unico modo credimi, credetemi- disse sconsolata guardano Jason, poi si rivolse ad Alex

Jason si sentiva fuori di sé per tutta quella conversazione, aveva bisogno di stare solo e riflettere, riordinare le idee; Francesca aveva davvero fatto esplodere una bomba nel giro di pochi minuti e lui aveva l'impressione che gli fosse salita la febbre. Come era possibile che le cose si stessero complicando a quel modo?! Già era faticoso per lui far finta di nulla, rispetto a quello che sentiva nei  confronti di Alex e, ora, si sarebbe trovato a doverla sposare! Mettere in scena una vera e propria relazione! Doveva assolutamente allontanarsi per un pò!

-Io vado a letto- senza guardare nessuno salì velocemente le scale per chiudersi dentro quelle quattro mura, sospirò pesantemente osservando la luce della luna che filtrava dalla finestra, sentendosi tremendamente vulnerabile e la cosa non gli piacque per niente

Alex e Francesca rimasero ancora sedute sul divano

–Come sono stati questi mesi qui, Alex?- la ragazza guardò Francesca che le sorrise bonariamente, sospirò tornando a guardare il fuoco, sentendosi meno agitata appena Jason era salito 

–All'inizio è stato davvero un trauma, Jason non mi voleva- disse con dolore –mi ha cacciato, poi un incidente ha fatto sì che rimanessi- Francesca la guardò stupita

–Che incidente?- chiese e Alex sospirò

–Ho rischiato di essere investita, un amico mi ha praticamente salvata, ma quella sera aveva nevicato e sono scivolata malamente procurandomi una brutta distorsione al ginocchio- raccontò ricordando il dolore e la paura

–Dici davvero? E come stai ora?- Francesca sembrò subito preoccupata

-Sto bene, ho portato una fasciatura e le stampelle per un pò, ma ora è tutto passato- ammise facendo risollevare anche il morale di Francesca

–Mi dispiace non poterti stare accanto come dovrei- le disse e Alex notò i suoi occhi lucidi –Per me sei come una figlia, Alex- le confessò abbracciandola –So che quello che ti ho chiesto di fare può sembrarti da matti, ma forse è l'unico modo per mettere il capitolo fine sulla famiglia di tua madre- Alex si asciugò una lacrima che le aveva rigato una guancia

–Mi odierà- disse flebilmente

–Perchè? Non dire così- la riprese la donna, Alex sospirò

–Non so se ti ricordi che tipo sia Jason..- disse facendola sorridere –già non voleva avermi qui, ora che sembra essersi convinto gli hai chiesto di fare una cosa così importante. Avrebbe tutto il diritto di odiarmi- Francesca sospirò a sua volta

–Poteva rifiutare e non l'ha fatto, anzi mi è sembrato sicuro- replicò –so che non è un tipo facile, tua madre era l'unica a saperci trattare, ma ha il cuore d'oro e poi gli ho chiesto di sposare una gran bella ragazza, mica una novantenne!- entrambe risero alla battuta per sdrammatizzare

-Lui ha una donna con cui si frequenta- esordì Alex dopo attimi di silenzio, Francesca la guardò incuriosita-Per lui sarà difficile gestire la cosa- abbassò il capo –gli sto sconvolgendo la vita, Francy e non ne vado fiera- ammise, Francesca le accarezzò il capo

–Dai andiamo a riposarci anche noi, è stata una giornata lunga-

***

-Pensi di poterlo fare senza odiarla?- Jason guardò Francesca seduta di fronte a lui al tavolo della cucina; erano le nove di mattina ed erano soli a fare colazione, Alex ancora era di sopra; entrambi avevano passato una notte in bianco e lo si poteva intuire dalla stanchezza che si rifletteva sui loro visi

–Io non la odio- specificò Jason sorseggiando il suo caffè

–Lo sai che la prima cosa di cui si è preoccupata non è stato il matrimonio in sé, ma quello che potresti pensare nei suoi confronti?- la frase lo colpì come uno schiaffo, ma riuscì a rimanere imperturbabile

-Ieri sera, dopo che te ne sei andato a letto, mi ha detto che tu la odierai per questo- Jason alzò gli occhi al cielo

–E' melodrammatica come Emma- soffiò –non la odio, non potrei mai odiarla, non dipende certo da lei! Piuttosto sono incazzato con te e lo sarei anche con Emma se fosse qui- entrambi sospirarono

–Lo so e ne hai tutte le ragioni, ma ti giuro Jas, non sapevamo dove mettere le mani. Emma me ne parlò diverse volte che voleva che Alex si allontanasse e venisse da te, ma io speravo di evitare a te e lei questa condizione, ma è stato impossibile- Jason guardò gli occhi gentili di Francesca –Lui è riuscito a mettermi sotto controllo da quando Emma non c'è più, Jas, non posso mettere in pericolo la mia famiglia e Alex, anche venire qui è stato un azzardo – il volto di Francesca era serio e le si leggeva in faccia il rancore e l'odio che provava per quell'uomo 

-Ha mandato alcune persone da Dario, sa che lui gli sta curando tutta la pratica che Emma aveva messo in atto, rivuole i soldi che lei gli sottrasse, vuole riavere ciò che era riuscita a mettere insieme per incastrarlo e vuole sua nipote -

Jason percepì la pelle d'oca alle parole di Francesca, quell'uomo era e, sarebbe continuato ad essere, pericoloso

–Ho saputo che hai la donna- le disse lei maliziosa dopo qualche istante –non sarà un problema per te?- gli chiese più seriamente, Jason abbassò il capo sulla tazza mezza vuota che aveva in mano

–Si lo sarà, ma vedrò di risolvere la cosa- Francesca sorrise guardandolo

–Voglio essere sicura che lei può stare qui con te, Jason- si fermò un attimo per poi alzarsi senza staccare gli occhi da lui

–Te lo sto chiedendo da madre, Jason, lei può stare davvero qui con te?- Jason fisso quegli occhi irremovibili, si alzò a sua volta poggiando le mani sul tavolo

–Lei. Starà. Con. Me- scandì altrettanto serio, si guardarono a lungo, poi la vide sospirare e tornare a sorridergli

–Bene, allora posso andarmene più serena- disse rimettendosi seduta, nel momento in cui si affacciava anche Alex

–Rischiavo di non fare in tempo!- si lamentò, ma appena incrociò gli occhi di Jason, sentì il sangue imporporarle le guance così si girò verso la donna

–A che ora devi prendere il treno?- le chiese e Francesca guardò l'orologio sorridendo

–Tra un'oretta, ma credo sia meglio che mi avvii prima- 

-Mi vado a vestire e andiamo, sbrigati Alex- detto questo, con espressione scura, Jason lasciò le due donne da sole

Alex si morse il labbro sentendo tutto il disagio che, ancora una volta, stava causando, si girò per preparasi il caffè potendo immaginare cosa pensasse lui di tutta quella maledetta storia

-Francy- la donna alzò il capo per guardarla negli occhi –Se decidessi per la prima opzione?- la domanda lasciò Francesca di sasso, era una cosa che sperava vivamente di non dover affrontare; prima di risponderle prese un sorso di tea caldo per poi sospirare pesantemente, Alex intanto le si era seduta accanto, con espressione contratta

-Beh, amore, ad essere onesta speravo che non la prendessi neanche lontanamente in considerazione- ammise abbozzando un sorriso –Ti posso dire che in America, a New York, lavora un amico di Università di Dario, ha voluto provare a parlargli di te, senza scendere nei particolari; vista la conoscenza che li accomuna, si è offerto di aiutarci, ma non so dirti altro- Alex sospirò a sua volta guardando il caffè bollente nella tazza

-Non me la sento di fargli anche questo- sospirò sentendo come un sasso posizionarsi all'altezza dello stomaco -Io ho un motivo per dover risolvere la cosa, ma lui...-

-Credo di essere abbastanza grande da poter prendere una decisione da solo, Alex- la voce di Jason paralizzò la ragazza e la stessa Francesca che non l'aveva visto arrivare sulla soglia

-Anche tu, come tua madre, vuoi prendere una decisione che spetta a me? – le chiese gelandola

-Vorresti davvero partire per l'America?- la incalzò, non l'aveva mai visto così serio

-Forse sarebbe la scelta migliore- rispose incerta, fissando quegli occhi che lampeggiavano dalla rabbia che stava trattenendo –Non voglio che questa cosa..- lui la fermò facendo un passo verso il tavolo che li separava

-Davvero pensi che andare in America, con persone che nessuno ha mai visto e conosciuto, sia la scelta migliore?- le chiese provocandola

Certo che no! Avrebbe voluto rispondergli, non voleva andarci, non voleva cambiare nome e cognome, assumere un'altra identità, ricominciare con gente mai vista né sentita. Non voleva lasciarlo. Ma non poteva continuare ad incastrare così l'esistenza di Jason, non lo meritava

-Scusa Jason, ma...-

- No, Alex, non ti scuso- la fermò lui – e non scuserei una tua azione così sconsiderata- le disse gelido

Francesca rimase di sasso a guardare entrambi, per poi sospirare e prendere una mano di Alex che la guardò con gli occhi lucidi

-Alex, Jason ha ragione- le disse dolcemente –Se ha deciso di farlo, non mettere in dubbio il suo gesto- Alex abbassò il capo mordendosi un labbro

–Andare in America è piuttosto complicato, dovremmo fidarci di una persona che io non ho mai visto, saresti troppo lontana per essere raggiunta se hai bisogno e la cosa mi preoccupa solo all'idea- le fece alzare il volto accarezzandole una guancia –Tesoro, fidati di noi, abbiamo in mente solo il tuo interesse: poterti liberare da questa croce che si portava addosso tua madre e ora grava su di te- Alex sentì una lacrima fuoriuscire e rigarle una guancia 

–Ti faccio una promessa, Alex- le si avvicinò prendendole il viso tra le mani –Se questa cosa dovesse mettere in difficoltà entrambi, faremo di tutto per poterti portare in America, ma teniamocela come carta di riserva, va bene?-

Alex soppesò quelle parole, non era abbastanza come promessa, pensò, perché intanto Jason avrebbe dovuto affrontare un'altra situazione che non gli apparteneva; ma voleva avere del tempo per rifletterci sopra, così si limitò ad un leggero gesto con il capo

Francesca sembrò più sollevata, le diede un bacio su una guancia per poi alzarsi

-Vado a chiamare Marco per avvertirlo che sto per partire- disse uscendo dalla cucina

Alex non riusciva ad alzare la testa, fissando il caffè davanti a lei

-Alex- la voce di Jason le fece avere un brivido, non ci si sarebbe mai potuta abituare –cosa ci siamo promessi?- le chiese stupendola, così si costrinse ad incrociare quello sguardo che ora sembrava riversarle una dolcezza che mai gli aveva visto, lui le sorrise, posò le mani sul tavolo piegandosi leggermente verso di lei

-Avremmo sempre chiarito se qualcosa ci avesse turbato, ti ricordi che me lo hai chiesto tu?- lei fece un leggero cenno d'assenso e il sorriso di Jason si allargò, inclinò leggermente la testa di lato continuando a fissarla in quel modo che riusciva a leggerle l'anima

–Troveremo una soluzione insieme, d'accordo?- lei dischiuse le labbra, quella frase la colpì facendole stringere il cuore per l'emozione, ma rimase completamente di stucco quando lui le accarezzò una guancia, asciugandole un'altra lacrima che era sgorgata

-Avanti, finisci il caffè che dobbiamo portare Francesca in stazione- detto questo si allontanò e raggiunse la donna in salotto

Lui aveva la capacità di sorprenderla, sempre, in ogni situazione; bastava uno sguardo, una parola, un gesto e tutto si capovolgeva di nuovo. Sentendosi chiamare da Jason, Alex, bevve il caffè sorridendo e li raggiunse.

Nel giro di poco si trovarono nella piccola stazione dove ad attendere il treno per Londra c'erano solo una coppia e un signore di una certa età intento a leggere il quotidiano. La voce dalla cabina annunciò la partenza del treno per Londra, così Francesca si trovò a stringere forte Alex

–Mi mancherai tantissimo- le sussurrò, Alex la guardò con gli occhi ricolmi di lacrime

-Anche tu- rispose con voce strozzata –salutami Marco e le ragazze- Francesca la baciò su una guancia

–Ti prometto che tornerò presto- le disse, per poi rivolgersi a Jason che sicuramente era più composto, ma una lieve sfumatura di tristezza gli adombrava lo sguardo

–Mi raccomando, te l'affido Jas- gli disse in un orecchio mentre lo abbracciava forte, lui si limitò ad un cenno del capo

–A presto- salutò per poi girarsi e oltrepassare la porta che conduceva al binario; Alex la salutò con la mano e le lacrime ormai le rigavano il viso mentre la vide salire sul treno.

La donna che assomigliava di più ad una madre la stava lasciando lì, un senso di profonda tristezza l'avvolse mentre la vedeva salire, ma una mano le si posò su una spalla  e quando alzò lo sguardo umido, incrociò quello intenso di Jason che le sorrise

-Ce la faremo, Alex, andrà tutto bene- lei arricciò le labbra in un sorriso di gratitudine perchè sapeva che lui non si sarebbe mai tirato indietro

***

Mike guardava con gli occhi fuori dalle orbite un Jason che beveva la sua birra come se non gli avesse appena detto che doveva sposare Alex

 –Dimmi che stai scherzando..- soffiò guardandolo, ma il moro scosse la testa

–No, non lo è- rispose stanco -questo sembra essere l'unico modo per far perdere le tracce di Alex- spiegò guardando il volto sconvolto di Mike

–Ma Alex come l'ha presa?- chiese, Jason sospirò finendo la sua birra

–Stravolta, ovviamente- disse –Ma comunque non ha molta scelta purtroppo- aggiunse, vedendola uscire dalla cucina con un paio di piatti per  servire un tavolo con due uomini che la ringraziarono e a Jason non sfuggirono gli sguardi che le  rivolsero, dovette girare lo sguardo per evitare di andare lì e rompergli quei piatti in testa

–Jas, forse dovreste pensare a qualcos'altro, magari se andasse in America sarebbe davvero al sicuro- constatò Mike grattandosi la barba –Insomma mi sembra troppo anche per te fare un passo del genere- e Jason lo guardò assottigliando lo sguardo

–Che dovrei fare? Farla sposare a qualcuno che neanche conosce? O lasciarla andare dall'altra parte del mondo? Non se ne parla!- disse risoluto e Mike sospirò

–Con Jane come farai?- chiese visibilmente scosso.

Jason abbassò lo sguardo sul bancone in legno rovinato, in realtà, il problema era proprio quello, pensò; sposare Alex, anche se in questo tipo di condizioni, non era certo un dramma; la sera prima per poco non rimetteva la cena  per poi passare la notte con gli occhi sbarrati a guardare il soffitto, ma con il senno di poi, non era certo una cosa così assurda, se fatta per aiutarla.

Il vero dilemma era Jane. Come avrebbe affrontato la cosa?

Sapeva, perché la conosceva, che non avrebbe reagito bene; Jane era innamorata di lui da sempre, lo amava talmente tanto che avrebbe accettato qualsiasi cosa lui le avesse chiesto, ma da quando si era parlato con Mike, mettendosi a nudo, aveva capito che con lei non poteva certo continuare, ma dirgli che avrebbe sposato quella ragazzina, avrebbe davvero inferto un colpo basso alla donna. Doveva dirglielo? Si grattò la nuca sospirando

–Non ne ho la minima idea, Mike- ammise e anche l'amico sembrò alquanto consapevole della difficoltà della cosa 

–Gli devi raccontare di Alex e della sua vita- ma Jason scosse la testa

-Vorrei che meno persone possibili conoscano la storia, è da evitare- rispose pensieroso, Mike si appoggiò al bancone

–Dille che ti sei innamorato di Alex, in fondo, è una mezza verità- esordì dopo attimi di silenzio facendo salire un brivido lungo la schiena del moro che lo guardò come oltraggiato

-Ma sei impazzito? Non posso- replicò, Mike sbuffò

–Scusa ma è l'unico modo, digli che hai perso la testa per Alex e hai deciso di sposarla- Jason rabbrividì ancora una volta

–Dio, mi sento male al solo pensiero- ammise portandosi le mani sul volto

–E' una situazione di merda!- fece Mike allontanandosi per servire un paio di ragazzi appena arrivati.

Liz era rimasta di sale quando Alex le aveva raccontato quanto quella Francesca era venuta a proporre a lei e, alla fine, anche a Jason

-Ma è pazzesco- affermò continuando a friggere quelle patatine, Alex le stava accanto ed era tremendamente pensierosa, mentre le aveva raccontato tutto, diverse volte era sembrata sul punto di piangere

-Stai tranquilla, vedrai che si sistemerà tutto- le disse la moretta sorridendole prima di sistemare le patatine sul vassoio per portarle al fratello; quando rientrò, trovò Alex seduta su uno sgabello ad osservare il ripiano davanti a lei, le fece tremendamente tenerezza

-Credo che Jason non sia poi così arrabbiato per la cosa, sai?- Alex si ridestò da quei pensieri sentendo le parole dell'amica che le si avvicinò e le passò uno dei due bicchieri con un po' di birra, Alex sospirò sconsolata e ne bevve un po'

-Forse sarebbe meglio che me ne vada via- esordì dopo qualche istante –Non posso continuare a rovinargli la vita, Liz, lui non direbbe mai di no perché si sente troppo legato alle promesse fatte a mia madre, ma non si può chiedergli di fare una cosa del genere- Liz le si sedette accanto e le sorrise

-Credo che Jason non lo faccia solo per quello, Alex- vide gli occhi di Alex aprirsi stupiti, ma continuò –Le scelte che facciamo nel nostro presente, le facciamo ponderando bene le possibilità che abbiamo- si fermò un attimo prima di continuare –se ha scelto di aiutarti, non lo fa solo per dovere, ma perché per te prova affetto- Alex la guardò completamente stralunata

-Affetto? Jason? Per me?- chiese incredula e Liz rise bevendo un po' di birra

-Alex, Jason sarà anche un troglodita, di questo ne sono convinta e certa, ma è fatto di carne e sangue e se prima ti ha aiutato per il senso del dovere, credo che adesso lo faccia solo per te- Alex si sentì svuotata come se quelle parole resettassero tutto, scosse la testa

-No, Liz, ti sbagli, lui si sente responsabile per me perché può finalmente ripagare mia madre, aiutarmi, significa per lui far pace con sé stesso e con il passato- Liz sospirò e sorrise senza guardarla

-Beh, sei tu che ci vivi insieme, forse è come dici tu...- ma il suo tono allusivo fece fare una smorfia ad Alex che si sentiva già abbastanza in subbuglio per il matrimonio che non voleva neanche lontanamente pensare alle parole della sua amica. 

Uscì al fianco di Alex solo alle due passate di notte, salutando Mike e Liz che stavano chiudendo il locale. L'aria era gelida, aveva nevicato ancora una volta e si poteva avvertire quell'elettricità che dava l'arrivo di Capodanno da lì a un paio di giorni

–Quindi festeggiamo qui da Mike?- esordì Jason una volta in auto, Alex si strinse nelle spalle

–Me lo hanno chiesto e visto che sono mancata per via di Londra, mi sembrava brutto dirgli che non sarei andata- spiegò.

L'auto, nonostante le catene, procedeva lenta e con cautela, Jason era intento a guardare la strada

–A me va bene, ho passato così la maggior parte dei miei Capodanni- disse con un'alzata di spalle, Alex lo guardò stupita

–E Jane? Non festeggi con lei?-nel sentire quel nome, Jason sentì una morsa allo stomaco

–Di solito no- rispose sentendo gli occhi di Alex puntati addosso –Che c'è?- chiese stranito e lei si rigirò come ferita da quel tono

–Scusa, ma pensavo che tra fidanzati si passassero le feste insieme- disse piccata

–Ti ho già detto che tra me e lei non c'è quel tipo di rapporto!- rispose diretto e seccato allo stesso tempo, perchè si ostinava a dire che Jane era la sua fidanzata?

Arrivati a casa, Alex scese velocemente dall'auto, le dava fastidio il modo il cui lui la trattava improvvisamente, ma quando stava per salire le scale e andarsene in camera, lui la richiamò facendola fermare

–Alex, dovremmo parlare..- si fermò un attimo per osservarla, come a trovare il coraggio -del matrimonio- aggiunse, il volto di Alex prese colore

–Di che vuoi parlare?- chiese distogliendo lo sguardo, lui le si avvicinò

–Di quello che ha detto Francesca, no?- Alex sembrò in imbarazzo.

Nel tragitto per portarla in stazione, Francesca aveva detto loro della necessità di fare il matrimonio il prima possibile, informandoli di alcune difficoltà che avrebbero comunque incontrato, come i funzionari addetti all'immigrazione che avrebbero concesso il foglio verde per il matrimonio. Li aveva informati che da quel punto di vista se la sarebbero dovuti cavare da soli, perché era direttamente l'ufficio preposto al controllo di questo tipo di pratiche che avvertiva l'ufficio immigrazione e da quel momento sarebbero intervenuti dei funzionari che avrebbero verificato la veridicità del loro rapporto, proprio per evitare unioni fatte a scopo di lucro per poter ottenere la cittadinanza; a loro favore c'era il fatto che Alex avesse origini italiane, quindi non nella lista dei paesi che venivano maggiormente controllati, anche se negli ultimi tempi le cose erano un po' cambiate: la corona faceva gola a parecchie persone che offrivano denaro per matrimoni combinati, anche con persone di quei paesi considerati più affidabili.

A loro netto svantaggio c'era la differenza di età che sicuramente avrebbe messo in allarme i funzionari che avrebbero voluto vederci chiaro sul loro rapporto. Francesca li aveva avvertiti che loro avevano pieno potere da questo punto di vista e loro due dovevano cercare di essere il più possibile convincenti affinché concedessero ad Alex il foglio per il nulla osta al matrimonio e quindi ottenere la cittadinanza.

–Sei sicura che vada bene, per te?- le chiese osservandole il volto

Alex sentiva il cuore correrle come un matto nel petto, sapeva di essere rossa come un pomodoro e la cosa la imbarazzava ancora di più

–A dire il vero no- ammise mordendosi il labbro e abbassando il capo, Jason si sentì ferito in qualche modo dalla schiettezza della ragazza, non poteva biasimarla e neanche vederla saltellare dalla felicità, ma sentirsi dire quel "no" era stata dura, deglutì

–Immagino che deve essere stato uno shock per te, vorrei poter trovare un'altra soluzione- affermò dispiaciuto, lei sembrò diventare irrequieta, spostò il peso da una gamba all'altra, nervosa, ma non alzava lo sguardo

–Alex, che c'è?- Jason stava imparando che lei non era fatta per camuffare i sui suoi stati d'animo, troppo onesta per far finta che tutto andasse bene quando non era vero

–Allora?- la incitò facendole alzare lo sguardo con un dito, lei sembrò stupita da quel gesto

–Per favore, parlami- quasi la supplicò e lei prima chiuse gli occhi come a voler trovare il coraggio, poi lo guardò più risoluta

–Io non voglio metterti ancora di più in difficoltà, Jason- disse stupendolo; tutto si sarebbe aspettato tranne che lei si stesse preoccupando così tanto per lui

–Io, sono davvero in imbarazzo per questa cosa; da quando sono venuta qui ti ho sconvolto l'esistenza e la cosa non mi piace per niente- gli disse mantenendo lo sguardo fermo in quello di lui

–Alla notizia di Francesca mi sono sentita ancora più in colpa perchè non ti stiamo dando via d'uscita, tu ti senti responsabile per me, ma non vorrei farti fare questa cosa, credo sia davvero sbagliato- Jason guardò quegli occhi del colore del mare d'estate, grandi, intensi, estremamente espressivi e sorrise, la parola responsabilità era l'ultima che associava ad Alex

–Perchè ti preoccupi per me?- le chiese, lei girò lo sguardo e arrossì

–Beh, mi sembra una richiesta un pò folle da fare- disse- ho sempre pensato di sposarmi per sentimento e non per una questione del genere, ma io purtroppo ho questa spada di Damocle, ma tu non c'entri niente in fondo- lui sospirò incrociando le braccia al petto

-Vorresti che fosse un'altra persona?- le chiese leggermente piccato, lui c'entrava eccome in tutta quella storia, pensò irritato!

–No!- rispose di getto stupendo entrambi, poi abbassò di nuovo lo sguardo

–Io, vorrei solo che tu potessi scegliere senza sentirti in obbligo –aggiunse e Jason si sentì profondamente colpito da quella frase; istintivamente posò una mano sulla guancia di lei, era bollente, si guardarono negli occhi per alcuni istanti

–Lo voglio fare, Alex-gli occhi di lui la imprigionarono- non sopporterei vederti andare in America- assottigliò leggermente lo sguardo –e detesterei vedere qualcun'altro al mio posto- Alex rimase senza fiato, quella frase le fece volare il cuore nel petto, sapeva che non doveva lasciarsi andare a certe emozioni quando lui le parlava così, perché lo faceva per la responsabilità che aveva nei suoi confronti, ma era tremendamente difficile.

–Ora vai a dormire, è tardissimo- le disse lui bonariamente, lei come scottata da quell'atmosfera che li stava risucchiando, si girò velocemente risalendo le scale per chiudersi in camera.

Si buttò sul letto sentendo il suo corpo formicolare per l'emozione. Si portò una mano al viso: ogni volta che la toccava sembrava che le lasciasse un marchio, poteva far finta di nulla?

 

  
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