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Autore: MaryFangirl    25/10/2019    5 recensioni
Dopo una notte di bagordi, al mattino Kaori si sveglia tra le braccia di non uno, ma due uomini, senza alcun ricordo: vive un sogno o un incubo?
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Dopo alcuni momenti di riflessione e tre contrazioni, Kaori si alzò dal letto, staccando la flebo. Si avvicinò alla porta e introdusse una lama delle forbici nella serratura. Cominciò a trafficare per farla saltare. La guardia, che la sentì, si avvicinò.

"Cosa stai facendo?" le chiese.

"Io? Niente, sto solo cercando di aprire la porta con queste" gli disse tranquillamente, mostrandogli le forbici. La guardia la osservò, sbalordita, e rise.

"Pensi che ce la farai?"

"Sì, l'ho visto in una serie americana la settimana scorsa. Il ragazzo, un biondo alto, prepara una bomba con della lacca spray e una forcina. L'ho visto aprire una porta con delle forbici" rispose lei, sicura di sé. "Ah, ci sono quasi..." mormorò. La guardia le puntò l'arma addosso.

"Indietreggia" ordinò, aprendo la porta. Entrò nella stanza e inciampò contro il treppiede usato per preparare le flebo. Senza aspettare, Kaori gli diede un colpo in testa, rubò la sua arma e si avvicinò alla porta.

"Te l'avevo detto: la porta si è aperta e avevo solo delle forbici..." sorrise.

Lasciò la stanza, chiuse la porta e osservò il corridoio. Virò a sinistra, la destra portava solo a un muro. Si fermò al bordo di un muro poco prima del parapetto. Osservò l'intero edificio. C'erano molte persone...sarebbe stato difficile uscire da lì, ma non avrebbe lasciato loro i suoi bambini senza agire. Le altre stanze in alto erano vuoto. Doveva scendere le scale essendo allo scoperto e, a meno che non avesse avuto una gran botta di fortuna, sarebbe stata avvistata prima di arrivare a metà strada. Aveva bisogno di un diversivo.

A venti metri da lei vide il contatore. Non poteva raggiungerlo a piedi, ma poteva colpirlo con la pistola. In quel modo il magazzino sarebbe stato immerso nella semioscurità. Visualizzò il contatore e sparò. Fece centro, con suo grande sollievo. Finalmente, tutte le lezioni davano i loro frutti. Il contatore esplose all'impatto e le luci si spensero. L'attenzione degli uomini si focalizzò sul contatore e lei ne approfittò per scendere. A metà strada, una contrazione la inchiodò sul posto e dovette fare uso di molta volontà per continuare a muoversi nonostante le gambe che le si piegavano. Non poteva restare lì. Una volta in basso, si nascose dietro casse di legno piuttosto alte e si prese del tempo per respirare e analizzare la situazione.

Gli uomini si muovevano in tutte le direzioni. Era sorpresa che nessuno la cercasse, quando notò che sul revolver c'era il silenziatore. Ringraziò la guardia. Controllò il numero dei proiettili nel caricatore: avrebbe dovuto trovare una nuova arma abbastanza presto. Arrivò una nuova contrazione. Erano sempre più dolorose e lunghe. Decise di avanzare e uscì dal nascondiglio per andare a nascondersi a dieci metri di distanza. Arrivò al punto stabilito e si trovò faccia a faccia con una guardia. Agendo più velocemente, l'abbatté con il calcio del revolver. Recuperò la sua mitraglietta, arma con cui era più a suo agio.

All'improvviso, il dottore apparve da sopra e urlò:

"La prigioniera è fuggita. Dev'essere trovata a tutti i costi, viva!"

Le cose stavano peggiorando. L'unico punto a suo favore era il suo status di ostaggio vivente. Poteva sparare nel mucchio. E considerando la posta in gioco, non si sarebbe tirata indietro se necessario...

Strinse i denti all'arrivo di una nuova contrazione. Sapeva che, se non voleva accelerare il travaglio, avrebbe dovuto sdraiarsi, ma non poteva. Doveva uscire. Aveva individuato una piccola porta in fondo al magazzino ma ci volevano altri cento metri per raggiungerla e oltrepassare le guardie che pattugliavano...

Si alzò e si mosse con cautela. Riuscì a schivare tre guardie e si fermò per riprendere fiato.

Sentiva la rabbia crescere: non avrebbe dovuto partorire in quelle condizioni, non era giusto...e quei bastardi volevano prendere i suoi figli, ma avrebbero visto di cosa lei era capace...

Buttò giù una nuova guardia che passava e prese la sua mitraglietta insieme a ciò che trovò nelle sue tasche. Quasi urlò di gioia quando trovò una bomba a mano, ma si trattenne. Guardò le casse più da vicino: erano tutte in legno. Un sorriso demoniaco apparve sul suo viso. Accese una sigaretta trovata nelle tasche del criminale e la posò, bruciante, nell'apertura di una cassa. Ripeté l'azione più volte.

Dannazione, come poteva Ryo fumare quella roba? Sentiva un cattivo sapore in bocca...

Vide che la prima cassa fumava e quando anche le altre iniziarono a farlo, tolse la sicura della granata e la lanciò lontano. Si sdraiò sul pavimento e attese l'esplosione. Non appena accadde, si alzò e andò al coperto. All'improvviso, tre uomini comparvero di fronte a lei e la braccarono. Non avendo scelta, tirò fuori la mitraglietta. Loro risero per due secondi, pensando che fosse la prima volta che vedevano una donna incinta con una mitraglietta, poi, di fronte al suo sguardo determinato, deglutirono. Kaori non esitò e cominciò a sparare, lasciando sfogare la sua rabbia, dimenticando il dolore.

Quando Ryo arrivò al magazzino, fu sorpreso da quello che sentì. C'erano colpi secchi di mitragliatrice e il fumo usciva dalle finestre. Che stava succedendo? All'improvviso, sentì l'aura della sua partner e fu stupito dalla sua intensità e soprattutto dalla sua ferocia. Disse agli altri che i piani erano cambiati e che dovevano attaccare. Umi e Miki presero i bazooka e si occuparono dell'ingresso mentre Ryo e Mick avanzavano con le armi in mano. Eliminarono meticolosamente le guardie che apparivano e si trovarono fianco a fianco davanti all'entrata. Prima di procedere, Ryo trattenne Mick per un braccio:

"Cosa stai facendo? Dobbiamo andare!" gridò l'americano.

"Mick, promettimi che, se mi succede qualcosa, tu ti prenderai cura di Kao e dei bambini" sussurrò Ryo, lasciando cadere momentaneamente la sua maschera. Mick lo guardò e capì che doveva sentirselo dire prima di buttarsi nel pericolo.

"Puoi contare su di me. Tu promettimi che se succede qualcosa a me, ti prenderai cura di Kazue, Kaori e dei bambini"

"Promesso, vecchio fratello" lo rassicurò Ryo senza pensarci due volte. La maschera si rimise al suo posto, segno che potevano andare.

Entrarono nel magazzino. Gli uomini dell'Union Teope avevano circondato un angolo alla loro sinistra. Gran parte del magazzino era bruciato. Si guardarono e sorrisero: Kaori era entrata in modalità Rambo. Come a dar loro ragione, all'improvviso videro apparire una rossina su una fila di casse, poi una mitraglietta che sparò diverse raffiche sugli uomini.

Ryo aveva individuato la porta da cui Kaori si era avvicinata. Informò Mick. Lasciarono un regalino all'ingresso del magazzino e andarono alla porta. Quando i loro piccoli doni esplosero, approfittarono della confusione per distruggere la porta ed entrare. Non si aspettavano la visione che si attendeva: Kaori era sdraiata, con la mitraglietta appesa a una spalla e praticava con calma apparente i suoi esercizi di respirazione.

"Dai, vieni, usciamo da qui" sussurrò Ryo, aiutandola ad alzarsi. Lei fece cenno di no, reprimendo un folle desiderio di urlare tanto sentiva dolore.

"Dai, Kao, un po' di coraggio, andiamo" ripeté lui con tono più aspro, scuotendola un po'.

Lei lo guardò malissimo e lui per poco non indietreggiò, lui, lo sweeper numero uno del Giappone.

"Non posso camminare. Ti avverto, non provarci perché al momento ho solo voglia di tagliarti il mokkori" avvertì in tono minaccioso. Ryo deglutì.

"O...o...ok, non ci muoviamo"

Mick ridacchiò. Vedere Ryo tremare di paura davanti a una donnina era senza precedenti...ma la donnina rivolse anche a lui uno sguardo inequivocabile, dicendogli:

"Attenzione perché ne devo fare uscire due...potrei voler tagliare anche il tuo, di mokkori"

"Oh no, già che non ho alcun ricordo della nostra notte insieme..." gemette l'americano.

"Ora, occupatevi di questa faccenda così che io possa partorire in pace. Non ho più la forza di sparare con questa. Le contrazioni sono troppo ravvicinate e dolorose" disse, passando l'arma a Ryo.

"Mick, tu vai a destra, io a sinistra. Umi, abbiamo bisogno di un colpo di bazooka sul retro del magazzino" disse attraverso il microfono sulla manica.

Due secondi dopo, un'esplosione distrusse il fondo del magazzino e i due uomini spararono con la mitraglietta quelli che si ritrovarono davanti. Si rifugiarono, cambiando i caricatori. Ryo stava per chiedere a Umi un altro colpo quando sentì Kaori soffocare un grido di paura:

"Cosa?"

"Io...si sono rotte le acque" disse, guardandosi le gambe, spaventata. Sentì una violenta contrazione piombarle addosso.

"Il bambino è in arrivo, Ryo. Facci uscire di qui" iniziò a piangere, tanto era esausta e provata.

Ryo chiamò Umi. Un'altra esplosione ebbe luogo ed eliminarono altri tizi. Mick valutò i rischi. C'erano ancora dieci uomini che li tenevano nel mirino. Kaori riuscì a sforzarsi, Ryo le teneva la mano. Sentiva il bambino progredire nella sua discesa, aveva l'impressione che non sarebbe mai finita quando all'improvviso si bloccò e guardò Ryo negli occhi:

"È qui..." mormorò.

"Come è qui?" ripeté Ryo. Cominciava ad andare in panico e invidiava Mick che aveva in mano la mitraglietta.

"È qui. Uscirà la testa. Lo sento"

"Mick, finiamola adesso!"

Entrambi si alzarono ed eliminarono gli uomini restanti. Chiesero a Miki e Umi di ispezionare i locali per sbarazzarsi di qualsiasi pericolo. Mick sorvegliò naturalmente il luogo in cui si trovavano mentre Ryo era impegnato con Kaori. Con grande trepidazione, sollevò la vestaglia da notte della donna e vide la testa del bambino.

"Non molto sexy, eh?" mormorò Kaori, imbarazzata.

"La donna più bella del mondo che dà la vita. Non è sexy, è semplicemente sublime" rispose con un sorriso caloroso.

"Ryo..." sussurrò Kaori, la voce venata di dolore.

Lui la prese per mano e la guardò spingere e mettere il suo bambino, forse il loro, al mondo. Il pianto che seguì riempì il suo cuore di felicità e vide il sorriso radioso ma esausto di Kaori. Posò il bimbo dai capelli neri tra le braccia di sua madre e, non appena lei gli parlò, smise di piangere. Dai suoi anni trascorsi nella giungla, ricordava che doveva legare il cordone ombelicale prima di tagliarlo. Trovò delle corde ma non aveva nulla con cui tagliare. Lei gli porse un paio di forbici chirurgiche:

"Tieni, le ho usate per aprire la porta, dovrebbero poter tagliare" gli disse sorridendo enigmaticamente.

Lui non chiese ulteriori spiegazioni, sapendo che ne avrebbe avute più tardi. Umi e Miki tornarono dalla loro ispezione: avevano con loro il dottore e il capo della banda. Ryo chiese a Umi e Miki di portare Kaori e il bambino in macchina mentre Mick rimase con lui. Sapevano tutti cosa sarebbe successo, ma Ryo non voleva che Kaori lo vedesse con i suoi occhi. Due minuti dopo, due colpi di pistola risuonarono e gli uomini riapparvero. Si sedettero nella stessa macchina di Kaori che ancora teneva in braccio il neonato e sentiva le contrazioni tornare. Per strada, chiese loro di fermarsi e confidò il neonato a Mick.

"Kao?" la chiamò Ryo, al volante.

Lei gli rivolse uno sguardo sofferente dal riflesso dello specchietto e lui accelerò. Sentiva il suo respiro velocizzarsi e diventare spasmodico, i gemiti che lei cercava di soffocare. Arrivarono da Doc in tempo record, appena in tempo perché la seconda neonata si presentasse. Una bella bambina fece la sua apparizione sulla terra, una leggera peluria rossiccia sul cranio. Sua madre piangeva di felicità nel poterla tenere tra le braccia e ancora di più quando le venne dato suo figlio. Ammirando i suoi bambini, si disse che alla fine quella notte di qualche mese prima era stata uno dei suoi migliori errori e non se ne sarebbe più pentita. Ryo e Mick erano al suo fianco, ipnotizzati da quelle due cosine.

Doc tornò con Kazue. La giovane donna doveva prendere i bambini per esaminarli e Doc voleva visitare la giovane madre. Kaori sembrava preoccupata per i gemelli: non voleva lasciarli soli. Mick si offrì di aiutare Kazue e di stare con loro tutto il tempo. Kaori sorrise grata. Doc chiese a tutti e tre di poter fare il test di paternità e loro accettarono.

Doc esaminò Kaori e le assicurò che tutto andava bene. Le disse persino che avrebbe potuto ripetere l'esperienza, e lei rispose, con sguardo nero:

"Neanche nei sogni"

Poi le consigliò di riposare un po', presto le avrebbe riportato i bambini. Ryo si sedette accanto a lei sul letto.

"Come ti senti?"

"Esausta, felice, dolorante, soddisfatta" disse, con tanta emozione nel cuore.

Si annidò tra le sue braccia e si addormentò tranquillamente. Quando i bambini furono riportati, Kaori dormiva ancora. Ryo la posò sul cuscino e prese la bimba tra le braccia. Mick arrivò e, quando uscì, il suo amico fece cenno all'altro bambino, dicendo:

"Prendilo. Dopo un arrivo così movimentato, un po' di dolcezza gli farà bene" suggerì Ryo. Mick gli sorrise e prese il bambino.

"Sono così piccoli...ho quasi paura di romperlo"

"Anch'io" disse Ryo, sollevato di non essere l'unico a pensarlo.

"Ryo, questo piccolino ti assomiglia. Spero che avrà il carattere di sua madre..."

"Cosa?! Io ho un carattere perfetto, non sono io che lancio i martelli...ahi?!" gridò Ryo. Mick lo guardò interrogativamente. "Ho appena ricevuto un martello sul dito. Non è possibile, è nei geni" disse, guardando la bambina.

"Siamo finiti, amico mio. Avremo tre donne addosso"

Mick ridacchiò. Si rivolse al suo amico, improvvisamente serio.

"Penso che ne avrai due. Non so ancora perché quella notte sia finito nel tuo letto, ma non penso che sia successo niente tra me e lei, con mio grande dispiacere. D'altra parte, sarà meglio per tutti noi"

"Mick, non dirlo se non è la verità..."

"Non sto cercando di proteggervi: siamo tutti e quattro abbastanza forti per sopportare la situazione. Voglio essere il padrino di uno di questi piccolini, se vuoi" disse con un grande sorriso.

"Ne riparleremo. Grazie per avermelo detto, Mick"

"È normale. Vi lascio: porto Kazue a casa" disse con un sorriso sciocco sulle labbra, riponendo il bambino nella sua culla.

"Serata mokkori?"

"E forse di più, chi lo sa? Forse tra nove mesi saremo qui anche noi..." suggerì con un occhiolino mentre se ne andava.

Ryo rimise la piccola nella culla e chiese a Miki e Umi di rimanere con loro: doveva andare a casa a recuperare dei vestiti di ricambio per tutti. Ne approfittò per farsi una doccia e cambiarsi. Tornò in clinica e trovò Kaori sveglia con un bambino tra le braccia, mentre Miki teneva l'altro. Era bellissima, raggiante, e un dolce tepore invase il cuore di Ryo. Strinse il pugno in tasca.

"Sei tornato, Ryo" disse con un gran sorriso. Lui avvertì impazienza nella sua voce e ne fu contento.

"Sì, non vi avrei lasciato tutti e tre a lungo" rispose a bassa voce. Miki e Umi si congedarono.

Ryo avvicinò le due culle al letto e mise un bebè nella sua, lasciando Kaori con uno sguardo interrogativo. Si sedette accanto a lei.

"Interpreto il ruolo di padre: tocca a me aiutarti a tagliare il cordone*" disse sorridendo.

"Sono appena nati. Abbiamo un po' di tempo per questo, no?" disse, imbronciata.

"Sì. Ammetto che c'è un'altra ragione. Devo chiederti una cosa prima dei risultati dei test"

"Ti ascolto"

Lei si intrufolò fra le sue braccia, felice di poterne godere. Sentiva il suo odore, il suo calore, la sua dolcezza intorno a sé, si sentiva al sicuro, serena.

"Kaori, tu hai sconvolto la mia vita. Hai portato luce e speranza nel tunnel buio che mi conduceva alla morte. Con te ho imparato a vivere, a sperare, ad amare. Oggi mi offri un altro dono: essere padre. Non mi importa se sono miei o no. Mi considero il loro padre. Li proteggerò come tale. Siamo una famiglia, tutti e quattro"

Sentì le lacrima della sua compagna cadergli sul braccio e la strinse più forte. Le prese delicatamente il mento e lo sollevò per poterla guardare. Il suo sguardo intenso si tuffò in quello della giovane donna che trasalì.

"Ti amo, Kaori. Voglio ufficializzare le cose. Sposami, Sugar. Lasciami essere tuo marito per la vita" le chiese, nervoso.

Kaori rimase a bocca aperta per diversi secondi. Non osava credere che fosse reale. La chiedeva in matrimonio. Le aveva detto che l'amava, finalmente. Sotto il suo sguardo stupefatto, si pizzicò due volte. Il dolore era reale.

"Rassicurata?" le chiese, lo sguardo furbetto. Lei arrossì, vergognandosi del suo comportamento. "Allora, sto aspettando la mia risposta" disse ansiosamente.

"Sì...sì, Ryo, voglio essere tua moglie"

Si girò tra le braccia del suo uomo e si gettò al suo collo, baciandolo febbrilmente. Entrambi si lasciarono andare al desiderio, al bacio che si faceva più profondo, alle carezze che si facevano strada...

Un piccolo gemito li riportò alla realtà: Hideyuki si era svegliato. Ryo ringhiò:

"Ecco, è tuo fratello che si reincarna attraverso il bambino. Non possiamo chiamarlo diversamente? Rocco, per esempio?" disse, gli occhi pieni di speranza.

"Assolutamente no. Altrimenti, la bimba si chiamerà Clara** e dubito che tu voglia che le corrano dietro..." rispose Kaori beffardamente.

"Rimarrà rinchiusa fino a trent'anni...bene, e se concludessimo questa storia prima di doverci occupare di loro?"

Frugò nella tasca della giacca e tirò fuori un anello con un rubino e due diamanti su ciascun lato. Lo passò all'anulare della sua fidanzata.

"È bellissimo, Ryo"

"Non quanto chi lo indossa..."

La baciò di nuovo poi, con rammarico, lasciò le sue braccia e le tese il bambino. Era l'inizio di una grande avventura...

 

 

 

*non credo di doverlo specificare, ma in questo caso non ci si riferisce al taglio letterale del cordone ombelicale, quanto a quello insito in ogni mamma che vuole tenere i suoi bambini nel nido ;) ma come dice Kaori, è un po' presto per pensarci xD

**non ho ben colto il riferimento dei nomi...non mi ricordo se ci sia un Rocco nell'anime o se è un nome a caso, mentre per Clara so che è il nome dato a Kasumi, la ladra, anche se mi riferisco all'adattamento italiano (che, non smetterò mai di ripeterlo, ha fatto uno scempio inenarrabile)...non so sinceramente se altri nomi siano stati presi dall'edizione francese. Se si tratta di riferimenti alla cultura francese, ne sono

sinceramente ignorante. Se volete illuminarmi, siete i benvenuti.

 

  
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