Numero uno
Pensavo sarebbe stato come me lo ero immaginato quando stavo sotto quella coperta rosa nella stanza più fredda del mondo. Pensavo avrei ritrovato tutte le mie cose al proprio posto, ma ci ha ben pensato mia sorella nei mesi della mia assenza a far sparire i miei jeans preferiti e gli scontrini con le date importanti. Pensavo che la gola consumata da tutto quel vomito che rimettevo nelle buste del Carrefour perché ero troppo ubriaco per scappare nel cesso, sarebbe stata risarcita da un ricovero gratis tipo in una clinica per cuori spezzate o anime solitarie.
Pensavo che i chicchi di riso del sushi che mangiavo diciotto volte al giorno sarebbero diventati neve nutritiva per i fiori sulla tua veranda.
Pensavo che avrei ascoltato Suoreen per sempre e il mio corpo si sarebbe putrefatto ancora in vita.
Ho persino dato un nome ai nei sulla tua faccia quando non riuscivo a dormire.
Adesso sono qui e sono passati anni, ho ritrovato i miei tesori nello scrigno virtuale.
Dio mio siamo passati proprio di moda.
Forse è per questo che sto annegando nella mia malinconia.
Un bacio.