Libri > Good Omens
Segui la storia  |       
Autore: MusicAddicted    26/10/2019    12 recensioni
Aziraphale ha una missione di tutto rispetto: è determinato, anche se in fondo sa che non ce la potrà mai fare con le sue sole forze.
Ma sa anche che c’è qualcuno al quale chiedere aiuto… un certo demone da coinvolgere nel suo piccolo personale piano… ineffabile.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non credo vi ringrazierò ma abbastanza per il calore e l’entusiasmo che avete per questa fanficcina deirante che però mi diverto una cifra a scrivere <3
si prosegue:

coverrbr


 
Capitolo IV: Working hard

Crowley in effetti non gli fece fare nessun giro turistico, semplicemente lo portò nel corridoio dov’era solito guardare la tv, facendo apparire un tappetino da allenamento sul pavimento e invitandolo a sdraiarsi lì.
“Faremo un po’ di piegamenti, non ti serve nessuna stupida struttura da palestra dopotutto.” lo istruì.

Aziraphale si sdraiò e Crowley si chinò vicino a lui, distendendogli le gambe.
“Ecco, distendi anche le braccia, dietro la testa, e poi cerca di alzarti con il busto!” lo istruì, tenendogli fermi i piedi.
“Cosa? Ma è difficilissimo, non ci riuscirò mai!” protestò Aziraphale.
“Non è questo lo spirito giusto, angelo, almeno provaci!” lo redarguì Crowley.

E l’altro ci provò, riuscendo a sollevarsi solo di qualche misero millimetro dal pavimento.
“Puoi fare di meglio, anche perché peggio è impossibile.” borbottò il demone.
“È troppo difficile!” si lagnò l’altro.
“Deve esserlo!” insistette Crowley, capendo che doveva trovargli uno stimolo. “Ecco, ci sono!” disse, mentre il biondo riprovava a risollevarsi, con lui che gli teneva saldi i piedi. “Pensa di afferrare la tua spada infuocata!”
Di infuocato ci fu solo lo sguardo che gli lanciò Aziraphale, riuscendo comunque a ultimare quel sollevamento, per poi tornare in posizione.
“Mi prendi in giro? sono quasi seimila anni che non ho idea di dove sia finita!” si innervosì Aziraphale.

“Ecco, bravo, così, angelo, la grinta mantienila per l’esercizio, io ti cambio esempio… ecco, allora
 pensa di afferrare una crepe!”
Il secondo esempio parve funzionare a dovere, perché Aziraphale riuscì a fare ben venti piegamenti, per tre sessioni, tra una pausa e l’altra.

“Ottimo, angelo!” si congratulò il rosso.
“Dov’è la mia crepe?” domandò il biondo.
“Da nessuna parte, non ti ho mai detto che ce ne fosse una!” chiarì il demone.
“Mi hai imbrogliato!” sbottò l’angelo.
“Ti ho incentivato!” lo corresse ‘altro.
“Ti odio!” ringhiò Aziraphale.

Crowley si finse offeso.
“Ma come? Queste cose orribili pronunciate da un essere pieno di amore come te?” si divertì a punzecchiarlo.

“Al momento sono solo pieno di fame e frustrazione!” sbuffò l’interpellato.

“Ora piega le gambe e rimani sdraiato con la schiena.” gli diede il nuovo esercizio Crowley, ignorando le sue lamentele.
“Ma.. come, ancora?” protestò il biondo.
“Sì, poi se fai anche queste sessioni, facciamo una pausa con uno spuntino.” gli sorrise.

Aveva letto da qualche parte qualcosa sul compromesso. Il bastone e la carota. Qualcosa del genere.
Anche se Crowley difficilmente credeva che il suo angelo potesse mai avere interesse per le carote.
E men che meno voleva picchiarlo con un bastone.
La verità è che Crowley e il linguaggio figurato delle tecniche di motivazione anni ’90 faticavano ad andare d’accordo.

“Non è un’altra illusione?” lo guardò diffidente Aziraphale.
“Hai la mia parola, angelo. Ora, forza, venti piegamenti. Questo dovrebbe essere più facile rispetto al primo!” disse l’altro, tenendogli le caviglie.
“In che modo sarebbe più facile?” protestò l’angelo, facendo una fatica immane, ma riuscendo comunque ad adempiere al suo dovere.

E Crowley fu di parola, perché gli diede giusto il tempo di darsi una rinfrescata e poi uscirono nei dintorni.

“Vedi, Azi, l’importante è che cominci una dieta che prediliga verdura e frutta…” lo consigliò Crowley, indicandogli un ortofrutticolo in lontananza.
Non capì perché Aziraphale corse in una direzione del tutto opposta.

“Verdura… mmph …non è diffhhicile come regola, mi piace!” bofonchiò a bocca piena, raggiungendolo, mentre si strafogava di patatine fritte.
“Nooo! Non è quello che intendevo!” sbottò Crowley, strappandogliele di mano.
“Ma perché? Tu hai detto verdura, le patate, fino a prova contraria, sono verdura!” si impuntò l’angelo, cercando di riprendersele e maledicendo dentro sé l’altezza superiore dell’altro che glielo rendeva impossibile.
Non era certo il caso di ricorrere a un miracolo per cose così futili.
“Ma il fatto di essere fritte e immerse in un litro d’olio NON aiutano la tua causa, angelo!” ribadì il demone.

Non gliel’avrebbe mai detto, ma la situazione lo stava divertendo un sacco, anche perché gli ricordava che, cucinato in un altro modo, quell’ortaggio circa un secolo e mezzo prima, mischiato a un po’ di astuzia da parte sua, gli aveva fatto ottenere un bacio da Aziraphale … o per lo meno qualcosa di molto simile.
Ma nessuno dei due era mai tornato sull’argomento.
Questo lo divertiva di meno.
Certo avrebbe potuto giocare d’astuzia ancora e magari ricattarlo con un bacio per fargli avere le ambite patatine.
Però Crowley si ricordò che Aziraphale gli aveva chiesto aiuto come amico per aiutarlo in qualcosa che lui riteneva importante.
Ecco perché rinunciò al suo tornaconto, gettando le patatine in un cestino.

“Tu!” si rivolse a lui in tono accusatorio. “Vieni, torniamo da me.”
“È stato un po’ troppo breve come spuntino!” si lagnò Aziraphale, seguendolo.

“Okay, angelo, basta piegamenti per oggi.” lo informò Crowley e Aziraphale accolse la notizia con enorme sollievo.
“Proviamo qualcosa di totalmente diverso.” disse, accendendo la TV e posizionando il videoregistratore.
Uno semplice schiocco di dita ed ecco apparire una collezione di coloratissime VHS con sopra una bionda dal corpo prorompente, strizzata in indumenti strettissimi dai colori fin toppo vivaci.

Aziraphale da lontano aveva sbirciato la scritta ‘Aerobica per principianti’ ma ancora non aveva capito di cosa si trattava.
E non lo capì nemmeno quando il video cominciò e vide tutta quella gente piegarsi e sollevare la gamba in modi che non pensava fossero né umanamente né celestialmente possibili.
“Uh! No, angelo, quella è solo la sigla!” lo tranquillizzò subito il demone.

E infatti, Aziraphale nel video vide arrivare la protagonista, che dopo un caloroso benvenuto cominciò a fargli fare una serie di rotazioni col collo che non trovava affatto difficili seguire.
Senza contare che c’era anche un piacevole e stimolante sottofondo musicale.
“Ohhh, questo mi piace!” mormorò il biondo.
“Ne ero certo.” sogghignò il moro.

Poi fu la volta delle spalle, delle braccia, della torsione del busto.
E anche fin qui tutto bene.
E poi era tutto così divertente che Aziraphale nemmeno sembrava accorgersi della fatica.
Per essere precisi, non si era accorto proprio di nulla.

Passarono i minuti, divennero quarti d’ora, mentre il video andava avanti e Aziraphale si dava un gran da fare, tutto preso a vedere gli altri fare i suoi stessi esercizi, forse lo faceva sentire parte del gruppo e non sembrava nemmeno notare come quei compiti assegnati stessero gradualmente facendosi sempre più difficili.
Fu la volta degli esercizi sdraiati a terra, sull’apposito tappetino.
Dopo un po’ Aziraphale era impegnato in una biciclettata immaginaria, con le gambe che spingevano nel vuoto e le braccia piegate dietro la testa.
Tutto questo senza che notasse alcunché di insolito.
Fu la volta delle sforbiciate. E ancora nulla.

Fu solo quando si ritrovò a fare un piegamento tale da portarlo a stringersi le sue stesse caviglie stando disteso, che si accorse che, no, molto probabilmente lui prima non indossava dei leggins bianchi, né una canottiera azzurro fluo in un tessuto sintetico.
Senza contare che quel bianco così attillato e trasparente e quella posizione così esplicita lasciavano ben poco spazio all’immaginazione.

Crowley se ne stava stravaccato sulla sua poltrona a guardarlo, un gomito appoggiato al bracciolo con la mano che gli sorreggeva il viso.
Si era anche tolto gli occhiali per ammirarsi il suo angelo, appieno, senza filtri.
Praticamente gli mancava solo un secchiello di popcorn.

“Crowley!” esclamò Aziraphale col suo miglior tono accusatorio, prima di rimettersi composto.
“Che c’è? Ti ho solo aiutato a entrare un po’ più nel mood!” si giustificò l’altro, con il suo migliore sorriso da finto innocentino.

“Da quanto tempo mi hai messo addosso questa roba?” domandò Aziraphale, accorgendosi che aveva anche una fascetta per capelli in tono con la canotta.
“Non saprei, da quando hai iniziato gli esercizi di rotazione del collo?” fece spallucce l’altro. “Però ti dona un sacco!” ammiccò.
“Oh, buon cielo!” schioccò le dita Aziraphale, tornando con la sua sobria tuta celeste.
“Te lo concedo solo perché l’allenamento è finito.” replicò l’altro, recuperando il VHS dal videoregistratore. “Quando vuoi, seguimi in cucina, ho qualcosa da mostrarti.”


Dopo essersi dato una rapida rinfrescata, Aziraphale raggiunse Crowley in cucina.
Fu alquanto sorpreso di vedere che, non solo la tavola non era apparecchiata, ma non c’era nemmeno un piatto.
Tuttavia, c’era Crowley tutto impegnato a versare in un recipiente di plastica ricolmo per tre quarti d’acqua un po’ di quello che all’angelo sembrava del terriccio, calibrandolo con cucchiaiate meticolose; prima di sigillare il tutto con un coperchio e agitare con notevole vigore.
“Caro, quando hai finito con il diserbante per le tue piante, poi pensi anche a me?” cercò di attirare la sua attenzione, con un certo tono di lamentela nella voce soave.
“Quali piante, scusa?” lo guardò perplesso il rosso, continuando a shakerare per bene.

Aziraphale lo osservava divertito, aveva un’attitudine particolare per quelle attività, non faticava a immaginarselo vestito da cameriere.

- Magari vestito di bianco, tanto, fantasia per fantasia, meglio esagerare! – sognò ad occhi aperti, forse anche per distogliersi dalla fame che lo stava dilaniando.

“A parte che Miracle, Want e Pressure sono a stecchetto per almeno due giorni perché mi hanno deluso profondamente,” borbottò Crowley, riportandolo alla realtà. “Guarda che questo è per te!” disse, appoggiandogli davanti il contenitore scoperchiato.
Aziraphale osservò per qualche silenzioso minuto quel liquido giallognolo sfrigolare nel recipiente.
“Ma… che cos’è?” domandò sconcertato.
“È alla banana.”
“Non risponde alla domanda ‘che cos’è?’” insistette l’angelo.
“Oh. Okay, è il tuo pranzo.” tagliò corto il demone.

“In che modo può esserlo? Un pranzo comporta qualcosa da masticare…” protestò indignato Aziraphale.
“Non sempre, angelo; è questa la novità. Tutto un nuovo modo di nutrirsi e non hai idea dei benefici che ne puoi trarr.. eewww, guarda che orribili parole mi fai dire!” fece una smorfia disgustata Crowley.

Mai quanto era disgustata quella di Aziraphale che non smetteva di fissare quel beverone poco invitante.
Non si era bevuto le cose che gli stava dicendo Crowley e men che meno si sarebbe bevuto quella specie di pozione magica andata a male.
“Ma come? Io che mi ci metto tutto d’impegno a preparartelo e non mi dai nemmeno la soddisfazione di assaggiarne un goccetto?” lo esortò, facendogli anche una voce buffa e un finto broncio.

- Ci sa proprio fare. Appresso a un bambino ce lo vedrei troppo! – sorrise l’angelo, decidendo di onorare le fatiche dell’amico.
Sollevò il bicchierone, lo fissò un’ultima volta e prese una sorsata tutto di un fiato.
Ci provò a mandar giù, ma non c’era verso che ci riuscisse.

“Questa cosa fa più schifo dello schifo stesso!” sputò a terrà, guardando truce chi quella sbobba improponibile gliel’aveva addirittura offerta.
“Oh, suvvia angelo, quante storie, non può essere così terribile!” sbottò Crowley, strappandogli il bicchierone di mano per prendere un sorso, che assaporò per bene qualche secondo. “E infatti non lo è. Mi ricorda un po’ le pareti dell’Inferno!” ridacchiò, riponendolo sul tavolo.
Aziraphale lo guardò sconvolto.

“Perché? Non mi vorrai dire che le hai pure leccate?”
Crowley annuì con fin troppa fierezza. “Oh sssìì e, ti dirò, anche se c’è un divieto a riguardo, grosso come una casa, sssono irresssisstibili!” sibilò, avvicinandosi all’angelo con fare dinoccolato e altamente provocante. “E io non ssso resistere alle cose proibite!” aggiunse, percorrendogli la guancia con una rapida leccata.

Aziraphale per poco non cadde dalla sedia, prima di scostarla e alzarsi.
“Crowley!!!” fu tutto quello che riuscì a dire, temendo di discorporarsi per la troppa emozione.

Pur di tenerlo a bada e di trovare qualcosa per azzerare gli effetti collaterali che quella presa d’iniziativa stava avendo su di sé, il biondo si rimise a bere, con uno sforzo immane, svuotando tutto il contenuto.

“E bravo il mio angelo!” sorrise compiaciuto il rosso. “Vedrai che farà effetto e non sentirai più la fame.”

- Ma chi ci pensa più al cibo, dopo quello che mi hai fatto? Ho bisogno di riempire la mia vasca di ghiaccio e immergermici per un’ora! – ponderò allarmato il biondo.
“Caro, non so davvero come ringraziarti per il tuo aiuto. Ora però sarà meglio che vada. Ogni tanto devo ricordare a me stesso che ho una libreria da tenere aperta!” cercò una scusa plausibile.
“Direi che per oggi ti sei allenato a sufficienza.” approvò il rosso. “Uh, vuoi portarti via i VHS? Così vai avanti anche da solo…” gli offrì Crowley in un eccesso azzardato e imprevisto di gentilezza.

- Ma che razza di coglione sono? Mi privo dell’unica valida scusa che potevo avere per averlo sempre qui? – si rimproverò, tentato di mordersi la lingua.

“Uh, no caro… credo sia meglio che rimangano da te. Sai che non ho la TV e non intendo apportare queste modifiche troppo moderne nella mia libreria, neppure con miracoli temporanei!” si impuntò Aziraphale.

- Fossi così coglione da privarmi dell’unico motivo plausibile che ho per ricapitare qui a casa sua! –

“Allora direi che possiamo andare avanti… qui da me, domattina, stessa ora?” azzardò Crowley con finto fare causale.
“Sì, mi sembra la soluzione giusta. L’aerobica mi piace molto più del trattamento militare o delle infernali palestre!” ridacchiò l’angelo.
“Me ne sono accorto!” gli sorrise il demone, mentre lo accompagnava all’uscita. “Allora, a domani,” lo salutò.
“A domani.” replicò il biondo, languido. Sembrava quasi restio ad andare via.

“Ah, angelo?” lo chiamò, mentre aveva varcato già la soglia.
“Sì?” si voltò l’interpellato.
“Posso vestirti ancora mentre ti alleni?” azzardò il demone.
“Mi sembra un giusto prezzo da pagare!” ammiccò l’angelo, prima di andarsene.

------------------------------------------------------------------------

Quel giorno era stato un trionfo di verde acido e arancione antinebbia, ma si era rivelata un’altra mattinata proficua.
Un Aziraphale particolarmente sorridente raggiunse la cucina, tenendosi gli indumenti che Crowley gli aveva scelto.

“Sai, alla fine quel bicchierone imbevibile me l’ha tolto davvero l’appetito ieri.” gli rivelò.

- E anche il sonno… ma no, continuo a pensare che quella sbobba non c’entri nulla! – rivelò a se stesso.

“Tranquillo, oggi niente beverone. Ho trovato qualcosa di diverso, che scommetto ti piacerà di più!” lo sorprese Crowley, aprendo un armadietto dal quale tirò fuori una scatola.

Aprendola, ne estrasse una barretta di cioccolato, che consegnò al biondo.
“Questo è un altro tipo di pasto sostitutivo. Per prima cosa, è consigliabile bere molta acqua prima di cominciare a mangiarlo…” lo istruì Crowley, tutto preso a leggere le note sulla scatola.

“Queshhsta cofa è diabolicamente buona!” esultò Aziraphale, incapace di smettere fino a che raggiunse l’ultimo boccone.
“Ma, come, angelo? L’hai già finito? Dovevi farla durare almeno un’ora!” si allarmò il demone, voltandosi verso di lui, allibito.

“Non lo sapevo, ma potrei mangiare queste cose una dietro l’altra per un’ora!” ridacchiò, leccandosi le dita impiastricciate di cioccolato.

Fu Crowley a desiderare fortemente una doccia che lo inondasse di ghiaccio.

--------------------------------------------------------

Nemmeno quella notte Aziraphale riusciva a chiudere occhio, ma stavolta non erano tormenti amorosi.
 Aveva un disperato bisogno di qualcosa, qualcosa per cui aveva sviluppato una sorta di dipendenza.

“È tutta colpa di Crowley! Lui mi ha creato questo problema, lui me lo risolverà!” decise, ignorando che fossero le due di notte passate e schioccando le dita.

In un istante fu a casa di Crowley. In salotto c’era la pila dei VHS che continuavano a utilizzare, in cucina metà di una bottiglia che Crowley doveva essersi bevuto per conto suo.
Si avventurò per un’area della casa in cui non era mai stato: la camera da letto.
C’era sufficiente penombra da permettergli di vedere tutto nitidamente: le parenti scure, l’arredamento minimale, le lenzuola nere di velluto e sotto il demone dormiente. Sereno. Rilassato.

Cercando di fare il minimo rumore possibile, Aziraphale raggiunse l’altro lato del letto.

“Crowley?” provò a chiamarlo sottovoce.
Niente.

Aziraphale salì sull’altra parte del materasso, strisciando verso il suo orecchio.

“Crowley, sveglia sono io…” riprovò, ma fu un altro tentativo a vuoto.

- E se… - fu solleticato da un’idea l’angelo, decidendo d metterla in pratica.

Passò una mano delicatamente sul volto di Crowley, per spostargli indietro le ciocche più intransigenti, dopodiché gli leccò repentino la guancia.

Crowley dapprima fece un largo sorriso compiaciuto, poi aprì gli occhi, quel poco che bastava a fargli capire che, no, non era stato solo un sogno.

“Angelo?! Che paradiso ci fai qui?” si allarmò, sobbalzando così in fretta che rischiò di cadere dal letto.
“Non eri tu a dirmi che dovevo venire a svegliare io te qualche volta?” ammiccò con fare innocente il biondo.

- Cazzo, ma io non ti sveglio in questo modo… e spero tanto tu non tolga le coperte! – si augurò Crowley, avendo evidenti problemi in una determinata parte del corpo, forse frutto anche della fase rem.

Un dettaglio non meno importante: Crowley dormiva nudo.
Un motivo in più per augurarsi che ad Aziraphale non venisse in mente di tirare le coperte.
Per fortuna o purtroppo, Aziraphale in quel momento aveva tutt’altre mire.

“Posso avere un’altra barretta?” domandò quanto più cortesemente possibile.
“Cosa?!” replicò stordito l’altro.
“Una di quelle deliziose barrette che mi hai fatto assaggiare a pranzo!” cercò di essere più preciso.
“Uh! Sì, sì, qualsiasi cosa che non comporti che io mi debba alzare da qui!” replicò brusco l’altro, ancora in evidente difficoltà.

Così evidente da non farsi venire nemmeno in mente che con un piccolo miracolo demoniaco almeno al problema della sua totale nudità avrebbe potuto porvi rimedio.
O forse era il suo inconscio a non volerlo fare.

“Scendi in cucina, vai all’armadietto che c’è vicino al frigo e trovi la scatola sul secondo ripiano…” gli diede tutte le indicazioni.

L’angelo si alzò dal letto, in procinto di far quanto suggerito, ma poi si voltò verso Crowley.
“Che c’è?” sbottò l’altro.
“Non mi ricordo più dove hai detto che sono!” ammise l’altro, con una risatina imbarazzata. “Non è che mi ci puoi accompagnare tu?”
“No che non posso!” berciò l’altro. “Okay, ho trovato!” disse, schioccando le dita.

Come d’incanto, la scatola che c’era in cucina finì nelle smaniose mani del biondo.

“Grazie infinite, caro!” sorrise, scartando subito la prima barretta.
Il sensuale modo in cui si mise a mangiare quella barretta diede ancora più filo da torcere a Crowley.
Non era esattamente filo, ma una torsione avrebbe di sicuro aiutato a smorzare i bollenti spiriti.
 
“E comunque, angelo, guarda che quelle cose le vendono nei supermercati!”
“Forse… ma così è più divertente!” gli lanciò un sorriso furbetto Aziraphale. “Grazie ancora e buonanotte, caro!” schioccò le dita, sparendo con la scatola.
Ora sarebbe stato Crowley quello che non avrebbe più chiuso occhio.

----------------------------------------------------------------

Crowley ci teneva ad essere un personal trainer efficace, per questo nel corso dei giorni seguenti preparò un programma quanto più possibile variegato per il suo angelo.

La prima idea gli venne affittando un campo da tennis.
Fece posizionare Aziraphale  - in un adorabile completo di pantaloncini e maglietta bianchi immacolati – da una parte del campo e lui si mise dall’altro, vicino a un macchinario che Aziraphale trovò istintivamente inquietante.

Ancora di più non appena Crowley lo accese e lui si ritrovò minacciato da una miriade di palline velocissime che puntavano a lui, provenendo per ogni dove.

“L’intento sarebbe respingerle con la racchetta che hai in dotazione!” provò a spronarlo Crowley e Aziraphale capì cosa doveva fare, cominciando a respingerle una a una, provandoci un certo gusto.
“Ecco bravo, così, difenditi e respingi tutte le cose brutte che arrivano!” continuò a incitarlo. “Pensa che sia un po’ come la tua spada infuocata!”

“Ouch!” gridò Crowley, non appena la racchetta che gli aveva scagliato contro Aziraphale andò a segno, colpendolo a un fianco.
“Ouch!” si lamentò un Aziraphale mitragliato a ripetizione da quelle palline malefiche, senza più possibilità di difendersi.
“Lo sai che sono sensibile sull’argomento!” inveì l’angelo, prima di cambiare inflessione nel tono di voce. “Caro, non è che lo spegneresti adesso?”
 
Poi fu la volta del nuoto, ma fu un enorme buco nell’acqua, per citare un’espressione tanto amata da Crowley.
Fin dalle prime bracciate in acqua, senza sapere bene come, Aziraphale si emozionò a tal punto da farsi comparire le ali, che si inzupparono subito d’acqua, rendendosi pesantissime e trascinandolo a fondo.
Questo prima che un aitante demone intervenisse in suo soccorso, tuffandosi prontamente.

Anche il pattinaggio a rotelle non si rivelò una scelta saggia, Crowley aveva perso il conto delle volte in cui Aziraphale aveva rischiato di
discorporarsi; erano più le volte che finiva a terra che quelle in qui riusciva a mantenere una posizione eretta per un tempo soddisfacente.

Cosa avevano in comune tutti quei tentativi? Le barrette con le quali l’angelo accompagnava ogni suo break.
Anche quel giorno non fece eccezione.

“Angelo, non starai esagerando?” lo mise in guardia Crowley, vedendogli scartare la seconda di seguito.
“Ma no, tanto sono dietetiche!” ribatté l’altro tutto felice, mangiandosela di guasto.
“Non funziona esattamente così, Aziraphale!” rimbrottò ‘altro, ma il biondo nemmeno lo stava più ascoltando.

“Sai cosa mi piacerebbe provare?” disse Aziraphale, alla fine del suo spuntino. “Equitazione!”
“Te lo puoi anche scordare!” si rifiutò categoricamente Crowley. “Lo sai che ho un pessimo rapporto con i cavalli. E poi, scusa, in cosa consisterebbe la tua attività fisica? Semmai è il cavallo che dovrebbe salire in groppa a te!” si lasciò sfuggire.

Aziraphale gli rivolse un’occhiata di fuoco e gelida allo stesso tempo.

“Screanzato!” sbottò, mettendogli il muso e allungando il passo per allontanarsi da lui.

Crowley gli corse subito dietro, con tutte le intenzioni di fare pace.

“E dài, Muffin, non fare così, hai capito quello che volevo dire!”
-------------------------------------------------------------------

Come ogni programma di allenamento che si rispetti, giunse il momento di valutare il risultato alla fine di quella settimana di esercizi più disparati.
Aziraphale fissava impavido la bilancia che gli aveva fatto comparire davanti Crowley, senza temere nulla.
O almeno così credeva.
Salendoci sopra, Aziraphale ebbe un’amara sorpresa.

“Un chilo… sono ingrassato di un chilo! Ma com’è possibile?” si disperò, per poi rivolgere uno sguardo supplichevole a Crowley. “Non è un tuo miracolo per farmi dispetto, vero?”

Il demone lo guardò mortificato.

“No, angelo, sai che non ti farei mai una cosa simile… è proprio un chilo vero!”

“Ma…”

“Ho cercato di dirtelo, hai esagerato troppo con quelle barrette, non ti fanno bene!”
“Quelle barrette sono opera dell’Inferno!” sbraitò Aziraphale, puntandogli il dito contro.
“Magari fossero così creativi là ai piani bassi. Macché, sono solo frutto delle multinazionali del fitness!” replicò il demone.

Aziraphale aveva già perso la sua precedente grinta, abbattendosi.

“E’ inutile, non c’è speranza per me!” guaì, con la voce rotta e Crowley fece l’unica cosa che gli venne in mente.

Lo abbracciò forte, gradendo quella vicinanza fra loro e quella sensazione di donargli conforto.
Due cose che un demone non avrebbe di certo dovuto provare; ma lui era stato da sempre sopra le righe.

“Ma no, angelo, sai che c’è? E’ che non ci abbiamo provato ancora seriamente.” lo consolò il rosso, ma in realtà quelle cose le stava pensando per davvero.

Nuove idee si stavano sviluppando nella sua mente.

“Tu.. tu dici?” tirò su col naso Aziraphale.
“Oramai è un dato di fatto: i metodi umani con te sono inutili; ma non temere, so io come motivarti.”
L’angelo lo guardò con fiducia, ritrovando nuova speranza.
“E come pensi di fare, caro?”
Crowley sogghignò, avendo già un piano preciso.
“Lascia fare a me, angelo.”

TBC

Mwahahwh, come sono perfida; il povero Azi barretta-dipendente dopo tutta quella faticata si ritrova pure con un chiletto in più, ma le barrette iperproteiche mangiate alla stregua di uno snack mica potevano perdonare ^^’
reminiscenze di quando, decenni fa, la dieta delle barrette l’ho fatta per davvero, ma io una me la facevo durare anche due ore, lol XD
I beveroni invece no, non mi ci sono mai avventurata, non so chi se lo ricorda lo Slim Fast (noo non potete essere vecchie quanto me lol lol) , comunque mi sono ispirata a quello

Tranquille che con la prima parte ci siamo quasi, così poi li spediamo in vacanza (che è un po’ tutto quello che trovate nella mia pseudo cover ;) )
Ebbene sì, alla fine ho deciso che questa è il sequel di ‘Chips’, non che la dobbiate leggere per forza, solo che ci sono dei collegamenti che, almeno a me, sembrano funzionare ^^’
Mi diverto un sacco a far perdere le staffe ad Azi ogni volta che si parla della sua spada infuocata, se ci pensate bene, lo fa anche nella serie, okay, non nel modo plateale in cui gliel’ho fatto fare io, LOL

ehmm… per le leccate sulla guancia si ringrazia sentitamente un certo Killgrave che me le ha ispirate, soprattutto la seconda, davvero… mancava solo la lucetta viola in camera di Cro XDD

spero vi sia piaciuta e che vi abbia strappato qualche risata, ma accetto anche qualsiasi critica … che la mia ispirazione deve smetterla di drogarsi non vale, lo so già, ma a quanto pare non c’è un rimedio XD
appuntamento con un shottina che spero arrivi entro Halloween, il crossover con DW e, se qualcuno conosce Fright Night c’è qualcosina anche in quella sezione che prima o poi aggiornerò
‘Notte, perché , come sempre, è tardissssssimo!!
   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Good Omens / Vai alla pagina dell'autore: MusicAddicted