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Autore: Francyzago77    26/10/2019    6 recensioni
Ecco "La figlia di Georgie" una nuova storia che inizia dove "Georgie il sequel" era terminato...qual è il segreto che ruota attorno alla piccola Sophie? Tra dubbi, amori e tormenti vecchi e nuovi personaggi si intrecceranno dando vita a un racconto immerso nelle vaste e sconfinate praterie australiane.
La maggior parte dei personaggi qui presenti non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Yzawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le parole di Georgie furono per Abel come una fucilata. Si voltò verso sua moglie che in lacrime lo guardava tremando.
-Sophie non deve morire – sussurrò lei – la mia piccola …
-Io sono morto in questo istante! – gridò Abel strattonandola con veemenza – Gli spari del duca non mi ferirono così forte come hai fatto tu adesso! Come avete potuto …
-Io non so chi è il padre della bambina – continuò Georgie piangendo mentre Abel, dopo averla spinta contro il muro, correva via in lacrime.
Fritz, che fino ad allora era stato in disparte, le si avvicinò.
-È tutta colpa mia – singhiozzò lei.
-Non ti giudico, spero solo che Sophie si salvi – la rassicurò il conte abbracciandola.
Rimasero lì, insieme, in silenzio, quando un’infermiera li avvisò che potevano vedere la bambina. Entrarono nella stanza dove Sophie era distesa sul letto con la gamba fasciata e dormiva. Georgie la vegliò per tutta la notte, accarezzandole le mani e il volto mentre Fritz rimase fuori nella piccola sala d’attesa.
Dalla finestra Georgie vedeva la luna, bianca, grande, quasi piena. Non sapeva che sotto quella finestra, fuori, al chiarore di quella stessa luna c’era Abel che vegliava anche lui la piccola dolce Sophie.
Le prime luci dell’alba destarono Georgie che, stremata, si era addormentata accanto a sua figlia. 
Trovò il dottor Campbell ai piedi del letto che, col suo fare pacato, le comunicò:
-Ha superato la notte, è fuori pericolo, non c’è bisogno neppure della trasfusione.
-Grazie dottore, con tutto il cuore – rispose lei sorridendo finalmente.
Appresa la notizia, Fritz uscì nel giardinetto dell’ospedale, doveva scaricare le tensioni accumulate e decise di passeggiare un po’ all’aria aperta. Mentre camminava per il vialetto scorse Abel sotto la finestra della stanza che, seduto pensieroso, guardava in alto come per apprendere qualche notizia. Gerald lo raggiunse.
-Come sta? – chiese subito Abel appena lo vide.
-È fuori pericolo – sorrise il conte.
-Sia ringraziato il cielo! – esclamò Abel con le lacrime agli occhi.
-Sali su? – domandò Fritz.
-No – rispose lui fermo – prendo un cavallo e torno a casa.
-Credo che tu e Georgie dobbiate parlare – iniziò con calma Gerald.
-Ora non voglio sentire nessuno – disse Abel allontanandosi – l’importante è che Sophie stia bene.
Andò via e Fritz non lo fermò. Cavalcò portandosi dentro rabbia e tormento, ira e dolore. Inizialmente non voleva tornare a casa, si fermò al mare che quel giorno era agitato, le onde s’infrangevano sugli scogli con impeto, a lui sembrava si rompessero come i suoi sentimenti si erano frantumati in quella lunga notte. Scappò via anche da lì, neppure la spiaggia riusciva a placarlo, decise allora di ritornare a casa.
Arrivò stremato passando accanto alla scuola dove i bambini e Maria erano fuori al cortile. Appena lo videro tutti iniziarono a chiamarlo per sapere notizie della loro cara compagna di classe e di giochi. Maria uscì e lo raggiunse. Abel nel vederla provò un sentimento misto a compassione e tenerezza, Arthur e Georgie avevano tradito anche lei. 
Le si avvicinò e con dolcezza la rassicurò:
-Va tutto bene Maria, è fuori pericolo.
-È meraviglioso – disse lei con gli occhi pieni di gioia – vado subito a dirlo ai bambini. Ma tu sei distrutto, vai a riposare! In casa c’è Abel Junior.
Entrò e trovò suo figlio che gli corse incontro:
-Papà, papà, come sta Sophie?
-Meglio – e sorrise – si salverà.
-Eravamo tutti in pena – disse il ragazzino – come sono felice ora! Che angoscia essere qui senza poter far niente e senza comunicare con voi. 
Abel se lo abbracciò forte poi se ne andò in camera per non farsi veder piangere dal suo figliolo. 
 
 



 
   
 
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