Capitolo
X
Addio,
Viola
(dal
punto di vista di Judy)
Oggi
è il giorno del funerale di Viola Wilde.
In
qualche modo questo fatto mi fa sembrare il tutto molto più reale.
Indosso
un tailleur nero e una camicetta bianca; non è nel mio consueto modo di
vestire, ma l’occasione lo richiede. L’ultima volta che l’ho indossato
è stato
quando il nonno è deceduto dieci anni fa. Mi guardo allo specchio.
Come
ultimo tocco, attacco un piccolo giglio sul taschino.
Questo
è anche il mio ultimo giorno ufficiale come capitano di polizia del
Distretto
Uno, ma questo mi preoccupa assai meno del funerale. Sia il sindaco sia
il
commissario Bogo sono stati comprensivi ed entrambi mi hanno permesso
di
prendere la giornata libera: Fangmeyer ricoprirà semplicemente il suo
nuovo
ruolo un po’ prima di quanto avesse pensato.
Per
me, ciò che più conta in questo momento è essere presente per mio
figlio. Sarò
presente anche per il mio amico. Sarò lì per rendere omaggio alla volpe
che, me
ne rendo conto ora, non aveva mai rinunciato alla speranza che le cose
avessero
potuto migliorare.
Il
telefono squilla e mi distoglie dai miei pensieri. Lo prendo e
controllo
l’identità di chi mi sta chiamando sullo schermo. È mia madre.
******
“Ciao,
mamma.” disse Judy dopo aver premuto l’icona di accettazione della
chiamata. La
faccia di sua madre apparve sullo schermo.
Bonnie
Hopps aveva ormai superato da un bel po’ i sessant’anni, ma Judy poteva
giurare
che non ne dimostrava più di cinquanta. Sullo sfondo, Judy poteva
intravedere
suo padre Stu, intento a fare qualcosa, ma non riusciva a vedere di
cosa si
trattasse.
“Ciao,
tesoro.” disse Bonnie, “Come stai?”
“Sto
bene.” rispose Judy.
“Judy…”
replicò Bonnie preoccupata, “Potresti anche avere quarantadue anni,
ma tieni
ancora le orecchie abbassate quando non stai bene.”
“Poteri
di mamma, eh…” esclamò Judy con una risatina.
“Sì,
e sai esattamente di cosa sto parlando.” disse Bonnie, “Come sta
Nicholas?”
“Lui
è rimasto… incredibilmente sconvolto, anche se sta cercando in tutti i
modi di
nascondermelo. La morte della signora Wilde è stato un durissimo colpo
per
lui.”
“Beh,
mi sembra ovvio. Lei era sua nonna e anche l’unico legame che aveva con
suo
padre.”
“Non
più…” disse Judy.
“So
che è tornato, ma è stato via per quindici anni, tesoro.” ribadì
Bonnie, “So
che speri che tutto vada bene, ma non è stato presente nei primi anni
di
Nicholas. Come può pensare di essere un padre per lui adesso? Forse
sarebbe
meglio che se lui tornasse all’estero dopo il funerale.”
“È
Judy al telefono?” domandò Stu prima di comparire sullo schermo, “Ehilà,
Judy! Come va? Hai bisogno che venga con un forcone per occuparmi del
tuo
problema?”
“Di
sicuro non c’è bisogno che lo faccia proprio oggi.” rispose Judy
accigliata,
“Viola era la madre di Nick, non soltanto la nonna di Nicholas, e non
ho
intenzione di voltare le spalle a Nick quando è a terra. O quando è su
di
morale, per quanto mi riguarda. Ho passato quindici anni della mia vita
a
pentirmi dell’ultima volta che ho fatto una cosa del genere, e voi due
dovreste
saperlo più di tutti!”
“Non
lo abbiamo mai neppure pensato.” disse Bonnie, alzando una zampa
come per volersi
scusare, prima di lanciare un’occhiata severa a suo marito, “Né ci
sentirai
mai dire una cosa simile.”
L’anziana
coniglia sospirò.
“Mi
dispiace, tesoro. Non volevamo sembrare insensibili. Siamo solo
preoccupati.”
“Sto
bene.” disse Judy ripetendo la sua precedente affermazione.
“Beh,
se lo dici tu… ti lascio andare adesso, Judy. Fatti forza.” esclamò
Bonnie.
“Ci
proverò.” replicò Judy prima di terminare la chiamata. Si diede
un’ultima
occhiata all’abito e sistemò la spilla, prima di lasciare la stanza e
bussare
alla porta della camera di Nicholas.
“Nicholas,
ti sei già vestito?” domandò Judy.
Non
ci fu alcuna risposta, perciò Judy aprì leggermente la
porta. Nicholas era seduto sul letto in giacca e cravatta, con le zampe
tra le
ginocchia e la testa china.
“Ehi…”
Judy entrò nella stanza e si
sedette accanto a lui sul letto, “Andrà tutto bene.”
“No,
non andrà bene niente.” disse
Nicholas, “Nonna Viola non c’è più. Se n’è andata per sempre.”
“Cerca
di non pensarla così. Potrebbe
essersene andata, ma lei vive.” disse Judy posando una zampa sul petto
del
figlio, “Vive qui. Nel tuo cuore.”
Nicholas
guardava sua madre con gli
occhi gonfi di lacrime.
“Vieni
qui, tesoro.” disse Judy
stringendo Nicholas in un abbraccio; per la prima volta dopo tanto
tempo,
Nicholas ricambiò quel gesto affettuoso da parte di sua madre.
******
Il
funerale di Viola si sarebbe tenuto in una cappella nel Cimitero del
Grande
Principe, nel Distretto di Rainforest. Come è consuetudine in quel
distretto
della città, la pioggia è ‘programmata’.
Conosco
bene la strada: in tutti gli anni che ho servito nel Corpo di Polizia
di
Zootropolis, ho preso parte ai funerali di tre colleghi. Uno di essi,
Leroy
Wolfard, è seppellito nello stesso luogo in cui Viola avrebbe trovato
riposo.
Ci
vuole circa mezz’ora nel traffico di punta del mattino per raggiungere
il
cimitero. Quando arrivo, riesco già a vedere il furgone di Finnick
parcheggiato. Spengo il motore e scendo dalla macchina dopo aver preso
un
respiro profondo. Nicholas mi segue. Camminiamo in silenzio verso la
cappella
situata al centro del cimitero. Il sacerdote, una volpe dalla pelliccia
nera, è
in piedi fuori dalla cappella insieme a Nick.
Nick
fa un cenno a me e Nicholas mentre gli passiamo davanti.
Una
volta dentro, mi accorgo che sono presenti pochissimi mammiferi in
lutto.
Alcune volpi sono sedute sui banchi; non riesco a riconoscerne nessuna,
mentre
noto Finnick seduto in seconda fila. Riesco a vedere Robin seduto in
prima
fila, con la testa china.
Il
ministro di culto e Nick entrano. Il primo mi dice che, dietro
richiesta di
Nick e in qualità di madre di suo figlio, dovrei accomodarmi in prima
fila
accanto a lui, dal momento che è consuetudine che i familiari più
stretti si
raccolgano in prima fila. Scambia un cenno d’intesa con Nick e lui si
accomoda
fuori mentre mi siedo al posto convenuto. Robin mi guarda nervoso.
Un
silenzio lungo diversi minuti scende nella cappella. Nessuno si muove.
Alcuni
membri della congregazione riunita si lanciano delle occhiate. Mi
prendo il
tempo necessario per guardarmi intorno.
Alcune
delle volpi riunite hanno l’età di Viola, quindi immagino che la
conoscessero
bene. Altre sono più giovani, perciò potrebbero essere i loro figli.
Il
sacerdote invita ad alzarci. Mentre lo faccio, guardo in direzione
della porta.
Un
gruppo di sei volpi portano una bara – il feretro di Viola – sulle loro
spalle.
Nick porta la bara in equilibrio sulla spalla destra, nella parte
anteriore. La
processione che trasporta il feretro si avvicina e lo pone sul
cavalletto di
fronte al sacerdote. Quest’ultimo entra nel pulpito e inizia a parlare.
******
“Siamo
qui riuniti oggi per rendere omaggio e celebrare la
memoria della nostra defunta sorella, Viola Emma Wilde.” iniziò il
sacerdote,
“Ha lasciato questo mondo per ricongiungersi nell’aldilà alle anime di
coloro
che l’hanno preceduta.”
Il
ministro di culto alzò lo sguardo verso l’alto.
“Ora
cederò il testimone a suo figlio, Nicholas Wilde,
il quale vorrebbe aggiungere alcune parole.”
disse prima di
scendere dal pulpito. Nick, che si era seduto in prima fila accanto a
Robin, si
alzò e prese posto sul pulpito. Tutti gli occhi dei presenti erano
fissi su di
lui mentre spiegava un foglio di carta e lo posizionava sul piedistallo.
“Quando
ero un cucciolo, la mamma mi
diceva sempre ‘La notte cala, ma il sole sorgerà sempre il giorno
successivo’.”
esclamò Nick leggendo il testo riportato sul foglio, “Per me, la notte
è stata
presente per molto tempo, ma lei era sempre lì a cercare di strapparmi
dalle
tenebre per riportarmi alla luce. Non aveva mai smesso di credere nel
bene
presente nel mondo là fuori. Non aveva mai smesso di credere in coloro
che
amava. Lei era così.” Judy riuscì a vedere le lacrime sgorgare dagli
occhi di
Nick, mentre il tono della sua voce vacillava, “Vedeva il bene in
ognuno.
Sapeva che tutti, a un certo punto della loro vita, cadono a terra, ma
era
sempre lì, a offrire una zampa per aiutarti a rialzarti. Per lei non
doveva
essere stato facile crescere da sola un figlio che aveva perduto la
speranza,
ma non aveva mai voluto arrendersi con me. Questo è stato il dono più
grande
che abbia mai potuto offrire al mondo: il dono della speranza.”
Nick
deglutì e lanciò un’occhiata alla bara che ospitava il corpo di sua
madre.
“Era
la madre migliore che un cucciolo dal cuore infranto avrebbe mai potuto
avere al
proprio fianco.” disse infine Nick, prima di scendere dal piedistallo e
tornare
al suo posto con la pelliccia del suo volto bagnata dalle lacrime. Il
sacerdote
fece un passo indietro.
“Grazie
per le tue parole, Nicholas.” disse il celebrante, “Viola era amata da
tutti
coloro che l’hanno conosciuta. La sua scomparsa è una tragedia, ma
dobbiamo
tener presente che con la morte, termina anche la sofferenza. La vita è
un
inizio e la morte è una parte naturale della vita. Non dobbiamo vedere
la morte
come la fine di tutto, perché la morte è semplicemente il passaggio a
una nuova
vita. Ora vorrei leggervi un passo, prima di poter infine affidare
Viola al
riposo eterno.”
******
Il
sacerdote legge un passaggio dal libro che sta tenendo. Rivolgo lo
sguardo
verso Nicholas, che tiene la testa bassa e non riesce a fermare le
lacrime che
gli scorrono sul viso. Il mio braccio si protende verso di lui e faccio
del mio
meglio per confortarlo, mentre cerco io stessa di essere forte. Il
celebrante
finisce di leggere il passo e annuncia che possiamo procedere alla
sepoltura.
Guardo Nick mentre si fa avanti con le altre cinque volpi che avevano
trasportato con lui la bara di Viola sulle spalle. Le sei volpi
sollevano
nuovamente il feretro e il sacerdote ci invita ancora una volta ad
alzarci. La
processione conduce fuori la bara di Viola, seguita dal sacerdote a da
tutti i
presenti alla cerimonia. Sto ancora sorreggendo Nicholas mentre
usciamo. Il
cammino verso il luogo deputato all’inumazione non richiede molto
tempo. Vedo
una fossa già scavata nel terreno.
Accanto
ad essa, sulla sinistra, noto una tomba con una lapide che riporta
questa
iscrizione:
‘Johnathan
Reginald Wilde.
1967-1990.
Padre,
marito, figlio.
“Un
giorno il mondo sarà un posto migliore.”’
La
processione si è fermata. I portatori della bara l’hanno posata
delicatamente a
terra. Il sacerdote riprende a parlare ancora una volta, ma non riesco
a
prestargli attenzione e osservo silenziosamente la bara mentre viene
fatta
calare nella fossa.
In
quel lasso di tempo che pare interminabile, il ministro di culto
conclude la
sua omelia. Nick indietreggia e osserva la bara che ha raggiunto il
fondo della
fossa. Prende un giglio da un mazzo di fiori che era stato deposto
accanto alla
tomba e lo lascia cadere sulla bara. I responsabili dell’inumazione
iniziano a
riempire di terra la fossa, affidando il corpo di Viola Wilde al riposo
eterno.
Nicholas
sfugge al mio controllo e si avvicina a Nick. Per un momento, temo che
possa
dare inizio a un nuovo litigio.
Poi
succede qualcosa di inaspettato.
Nicholas
si fa avanti e abbraccia Nick.
Lo
stesso Nick appare piuttosto sorpreso.
Robin
è dietro di lui; il mio primo pensiero è che possa sentirsi escluso, ma
a
giudicare dallo sguardo che rivolge a entrambi… credo che lui abbia
capito che
suo padre e Nicholas avessero bisogno di vivere questo momento.
Nicholas
si stacca da Nick e poi abbraccia anche Robin. Inizialmente, lui ha la
stessa
reazione del padre: si irrigidisce a quel contatto e poi, superato lo
stupore,
ricambia l’abbraccio.
Anch’io
mi avvicino a Nick. Ci guardiamo negli occhi per un po’ di tempo, senza
proferire parola.
Quindi
Nick si fa avanti e mi abbraccia. Riesco a sentirlo singhiozzare,
mentre le
lacrime scendono silenziosamente sul mio volto.
Sembra
che trascorra un’eternità prima di staccarci da quell’abbraccio.
Nicholas e
Robin ci guardano fianco a fianco. Nick mi lancia un cenno col capo ed
entrambi
volgiamo un’ultima occhiata sul luogo in cui Viola Wilde avrebbe
riposato, Nick
fa un cenno d’assenso verso il punto dove è situata la tomba di suo
padre. Lo
guardo mentre si ferma per un momento. Poi inizia a parlare.
“Faresti
meglio a prenderti cura della mamma, d’accordo?” esclama. Fissa la
lapide di
John Wilde ancora per un po’, come se si aspettasse una risposta di suo
padre
dall’aldilà, prima di voltarsi.
Seguo
Nick dal cimitero e la mia zampa è protesa in avanti in cerca della
sua, ma non
riesce a raggiungerla prima che possa ricadere sul mio fianco.
Note
dell’autore: Eccoci
arrivati al decimo capitolo!
Non
vorrei recitare la parte del guastafeste, ma il funerale di Viola Wilde
rappresenta il momento dell’intera storia in cui i personaggi
principali
saranno in qualche modo forzati a dire addio non soltanto alla povera
volpe, ma
anche a tutti gli errori commessi in passato, in modo da poter guardare
al
futuro con una maggiore consapevolezza delle proprie forze e debolezze.
In
questo capitolo avete potuto conoscere il punto di vista di Judy; in
quelli
successivi scoprirete anche quelli di Nicholas, Nick e Robin.
Come
è mia consuetudine, vi lascio alcuni link utili:
Pagina
DeviantArt dell’autore: https://www.deviantart.com/giftheck/
Capitolo
X di Grief’s Reunion: https://www.deviantart.com/giftheck/art/Grief-s-Reunion-10-Goodbye-Viola-688433898
Storia
completa: https://archiveofourown.org/works/10995909/chapters/24492501
Questo
è quanto. Come sempre, vi ringrazio per la vostra cortese attenzione e
vi
auguro una buona lettura. A presto!