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Autore: Booksoverlife    27/10/2019    2 recensioni
Draco❤Harry
Dopo la guerra magica, Harry frequenta il settimo anno a Hogwarts da Serpeverde... con una bella sorpresa, naturalmente!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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1. Profumo

 

 

Apparentemente il ritorno a Hogwarts non fu poi così diverso da come si era aspettato; in seguito alla battaglia magica contro Voldemort, il castello era andato in parte distrutto perciò fu rimesso a nuovo tramite una serie di complicati incantesimi dal professor Vitious e dalla professoressa McGranitt.

Tuttavia ben presto capì che cosa era cambiato dall'ultima volta che vi si erano svolte le lezioni; gli studenti. Adesso che l'edificio aveva di nuovo assunto il suo confortevole aspetto, non si sentiva più nell'aria la gioia di incominciare un nuovo anno accademico. Al contrario, si avvertivano dispiacere, frustrazione e insicurezza. Molti alunni, come Harry, avevano perso gli amici durante guerra magica. Alcuni, come Ron, avevano perso addirittura membri della famiglia. Molti alunni non erano più certi della strada che avevano sempre desiderato di intraprendere dopo il settimo anno.

Nella Sala Grande fu con questi pensieri che Harry incominciò a mangiare, di malavoglia, appena terminata la cerimonia dello smistamento. Ron era particolarmente taciturno ed Hermione sembrava che mangiasse nervosamente.

I suoi occhi si spostarono dai due amici al tavolo di Serpeverde, appena dietro di loro, vicino alla parete di pietra illuminata dalle torce. Non poté fare a meno di notare che, tra tutti quelli che si ingozzavano quasi senza ritegno, soltanto uno non osava toccare cibo; Draco Malfoy. Lui sì, che pareva tanto cambiato. La ragione principale era che suo padre era finito ad Azkaban.

Tuttavia Harry non poteva sapere che cos'altro ci fosse in quella faccia appuntita che fissava inespressiva il piatto.

 

Draco non riusciva proprio a mangiare. Gli dispiaceva, anche se non voleva ammetterlo, dover iniziare un nuovo anno a Hogwarts senza il suo compagno di avventure Crabbe. Il suo essere perennemente stupido gli mancava. Ma la cosa peggiore era che gli mancava tremendamente suo padre, il suo faro, rinchiuso probabilmente per sempre ad Azkaban. La mamma Narcissa non faceva altro che piangerlo silenziosamente a giornate, come se fosse già morto.
Si era enormemente pentito di aver aderito ai mangiamorte, di avere il marchio. Adesso non bruciava e non formicolava più, sembrava solo uno di quegli stupidi marchi che i babbani ultimamente si facevano incidere sulla pelle per puro piacere estetico.

Si era reso conto troppo tardi di aver fatto una scelta sbagliata. Adesso nessuno lo guardava più bene, al di fuori della cerchia dei suoi “seguaci” Zabini, Nott, Goyle e Pansy. Tutti gli altri studenti lo detestavano, lo consideravano l'anti-modello. Buon per Potter, invece, che adesso era diventato il paladino della giustizia, oltre che ad essere sempre stato un modello. Aveva salvato tutti, perfino lui, Draco. E lui gli era grato, per questo. Avrebbe dovuto dirglielo, avrebbe dovuto scusarsi per tutto quello che gli aveva combinato durante i precedenti anni accademici.

Comunque per ora, in cuor suo, si disse che non lo avrebbe più odiato come invece aveva sempre fatto, così, senza un motivo apparente.

 

Finito il banchetto, la nuova preside – la professoressa McGranitt – invitò tutti gli studenti a raggiungere i propri dormitori.

Harry rimase un attimo seduto a guardare Draco; si stava alzando per dirigersi alla propria sala comune nei sotterranei insieme ai suoi compagni. Pensò che forse doveva parlargli, pensò che fosse importante instaurare un rapporto diverso con lui; se non voleva la sua amicizia, che perlomeno terminasse l'odio insensato. Non erano più ragazzini ed erano appena stati in guerra; le loro vite erano decisamente cambiate.

Gli dispiaceva un sacco vederlo così addolorato.

Per cominciare, come poteva fare ad avvicinarlo? Lo avrebbe ascoltato?
Gli venne improvvisamente in mente una cosa, un pensiero che gli fluttuava in testa da molti mesi. Agli occhi di Ron e Hermione sarebbe sembrata un'idea malsana, ma per Harry significava molto. Era tanto che ci pensava. Era tanto tempo che pensava che se fosse stata riassestata Hogwarts per poter frequentare il settimo anno avrebbe deciso di farsi cambiare casa. Perché? Perché voleva capire il motivo per cui il cappello parlante, un oggetto dagli antichissimi poteri, lo aveva predestinato in Serpeverde, fin dall'inizio. Era la casa che sfornò i più potenti maghi oscuri, in primis Voldemort. Si domandava cosa mai avrebbe potuto accomunare Tom Riddle e lui. Inoltre, se fosse riuscito a farsi mettere lì, sarebbe stato sicuramente più semplice avvicinarsi a Malfoy, a farsi ascoltare e ad ascoltarlo.

Harry congedò i suoi amici nell'atrio e seguì la preside nello studio che un tempo era stato quello di Silente.

Lei si accorse subito di essere seguita; gli fece cenno di salire le scale e di entrare.
“Cosa devi dirmi, Potter?”

“Professoressa, pensavo di chiederle una cosa.”

“Avanti, parla pure, accomodati.”

Harry si sedette, un po' rigido.

“E' un favore, quello che vorrei chiederle.” fece una piccola pausa. “Vorrei frequentare questo ultimo anno ad Hogwarts in Serpeverde. La ragione per cui lo vorrei è che... mi sento in dovere di aiutare Malfoy, professoressa.”

“Oh. Capisco.” Rimase interdetta, lì per lì, ma non sembrava affatto contrariata.

“Le tue decisioni sono sempre sagge, Potter. C'è nient'altro, dietro a questo?” era come se lo avesse letto nel pensiero. Era forse uno dei grandi poteri dell'essere preside di Hogwarts? Gli ricordò Silente e gli venne il groppone alla gola.

“Ecco, in realtà... vorrei anche capire come mai il cappello parlante voleva inserirmi in Serpeverde, per capire se... se fossi stato diverso da Tom Riddle oppure se era vero che non eravamo così diversi.” ripensò a Voldemort e gli si strinsero le viscere dalla rabbia.

“E' ovvio che tu sei sempre stato diverso da lui. Ad ogni modo, farò in modo che il cappello parlante te lo dimostri.” sorrise e prese il vecchio e logoro cappello adagiandolo sulla scrivania. Pronunciò un incantesimo che a Harry parve interminabile e poi glielo posizionò sulla testa. Dopo poco che l'ebbe toccato e che si fu contratto un po', esclamò Serpeverde!.

Un sospiro gli uscì dalla bocca. Era leggermente nervoso: Hermione e Ron lo avrebbero ammazzato.

 

La professoressa gli fornì la divisa nuova e lo invitò a raggiungere il dormitorio di Serpeverde. Prima di cambiarsi e di recarvisi, però, si incamminò verso la sala comune di Grifondoro con l'intenzione di avvertire i suoi compagni.

Gli raccontò tutto omettendo il particolare che riguardava Malfoy – forse quello più importante, vero Harry?. Non era pronto per dirglielo. Si sarebbe mostrato così interessato al biondo che Ron e Hermione non avrebbero mai potuto capire.

In fondo, solo Harry sentiva una cosa dentro. Una cosa nei confronti di Draco Malfoy. Che ci fosse stato solo il desiderio di amicizia? Si conoscevano così bene. Conoscevano ogni loro pregio e difetto. No, non c'era la voglia di fare amicizia. Stava iniziando a capire che Malfoy lo interessava molto – era carino, lo era sempre stato, se solo non fosse stato così odioso, se non si fosse mostrato così cattivo! – e, davvero, non gli piaceva l'idea di vederlo così abbattuto per suo padre Lucius.

Si immaginò che Ron e Hermione lo avrebbero denigrato se avessero scoperto questo suo piccolo segreto.

 

“Harry, per la barba di Merlino, così sentiremo la tua mancanza!” esclamò Ron, abbracciandolo impacciato.

“Davvero una bella curiosità da volersi togliere, molto saggio da parte tua. Comunque, secondo me, e secondo il parere di tutti, non sareste potuti essere uguali tu e Tom Riddle, decisamente no.” annunciò risoluta Hermione, abbracciandolo poi a sua volta.

“Non ci abbandonare, però, mettiti seduto accanto a noi quando vuoi e, beh, studieremo e ci divertiremo ancora insieme, vero?” continuò Ron, un po' allarmato.
“Ma certo, state tranquilli. Continueremo a frequentarci più o meno come sempre.” li sollevò Harry. “Ti ringrazio, Hermione. Grazie a tutti, che mi capite.” si rivolse al resto dei ragazzi della sala comune.

Non l'avevano presa così male come si aspettava, in fondo.

 

Era circa mezzanotte quando si ritrovò davanti alla porta della sala comune di Serpeverde. La McGranitt gli aveva comunicato in precedenza la parola d'ordine, così entrò, quasi di soppiatto, già cambiato con la nuova uniforme.

Li vide tutti seduti sui divanetti a giocare a scacchi magici, i nuovi compagni. Appena si voltarono a guardarlo, sorpresi, si aspettò commenti poco graditi. Ebbe modo tuttavia di proferir parola per primo, così da evitare eventuale putiferio.

“Vi anticipo le domande. Sì, sono stato appena smistato in Serpeverde dal cappello parlante. No, non ho la polisucco, sono davvero Harry Potter. No, non ho litigato con Ron e Hermione o con gli altri Grifondoro in generale.” fece una breve pausa tirando un lungo sospiro. “Perché sono qui? Ecco, voglio capire perché il cappello parlante mi ha sempre voluto assegnare alla casa di Salazar Serpeverde, e... capire se c'è differenza tra me e quello che è stato... Voldemort.”

Quando pronunciò il nome del Signore Oscuro, vide che Draco fu attraversato da un leggero brivido.

Harry raggruppò tutto il coraggio che aveva, e con voce ferma disse: “E vorrei anche porre le mie scuse a te, Malfoy. Per quello che è successo a tuo padre, per la situazione in cui tu e tua madre siete finiti. E' anche colpa mia.”

Draco lo fissò intensamente. C'era un lampo diverso nei suoi occhi; non vide il solito odio, o almeno così gli sembrava.

“Potter.” disse e si alzò, facendo un passo avanti. “Ti... ringrazio. Merlino, ti sto davvero ringraziando? Beh, non so che altro dire. Ci hai sbalorditi tutti.” allargò le braccia e sorrise. Sembrava più uno dei suoi soliti ghigni che un semplice sorriso. “La tua apparizione qui è... è qualcosa di ridicolo.” ridacchiò insieme ad altri Serpeverde.

Blaise si alzò, prese da parte Draco e gli parlò sottovoce “Draco, dagli una possibilità. Vuole solo togliersi un dubbio, non sta infangando il nome di Salazar Serpeverde no? Dopo tutto quello che è successo, al diavolo Salazar Serpeverde! Insomma, capiscilo, una buona volta.”

Non gli serviva mica Zabini per capire Potter. Voleva solo divertirsi un po', voleva complicargli un po'...l'avventura.

Restò zitto, si allontanò da Blaise e domandò a Harry: “E dove pensi di dormire, nel letto di Crabbe? Scordatelo!” ghignò e Goyle gli andò vicino, sogghignando a sua volta, come per sostenerlo.

A Harry si congelò per un attimo la lingua: sarebbe stata dura, molto dura, farsi strada nel cuore di Malfoy. Almeno però adesso lo vedeva anche sghignazzante, non solo affranto, non era cosa da poco conto.

“Io... dormirò qui, su uno dei divani. Avete una coperta?” dopo un attimo di esitazione, Zabini andò a prendergliene una. Harry ringraziò e si sistemò su un divano libero. Gli altri si avviarono verso i propri letti; Malfoy invece restò lì a guardarlo un po' prima di voltarsi e andare anche lui al proprio letto a baldacchino.

Harry non riuscì ad addormentarsi; osservava la stanza, così opprimente, con quello spettrale bagliore verdastro che la inondava venendo dal lago oltre i finestroni a sesto acuto. Le candele erano sempre accese, il camino invece spento. Faceva freddo, lì nei sotterranei. Si avviluppò più che poté alla coperta di lana, rabbrividendo a causa dei piedi congelati. L'unica cosa positiva era che, a poco a poco che chiudeva gli occhi, sentiva un profumo sempre più pungente farsi largo nelle proprie narici. Era come se lo stesse pervadendo tutto: un aroma dalle note di biancospino, di muschio, di terra e di limone, tutto insieme, dannatamente buono, dannatamente intenso.

Ad un certo puntò sentì anche un respiro caldo sul suo viso, fu a quel punto che spalancò gli occhi. Mancò poco che fece un salto dalla sorpresa; a un centimetro dal suo naso c'era quello di Draco Malfoy. Lo vide sorridere appena, e poi ergersi nella sua altezza.

“Che stavi-”

“Guardavo se ti eri addormentato, Potter. Goyle sta russando molto forte stasera, pensavo che anche tu fossi sveglio.”

Era il profumo di Draco, quello che aveva sentito. Non poteva negarlo; era così afrodisiaco.

“Certo che stavo dormendo...” aggrottò la fronte e si mise a sedere, sistemandosi gli occhiali sul naso.

 

Draco lo guardò incuriosito. Era carino, con quei capelli scompigliati, gli occhi leggermente gonfi dal sonno, gli occhiali un po' storti sul naso a punta. Doveva ammettere che Potter gli era sempre piaciuto; aveva sempre avuto una cotta per lui. Gli piaceva farlo arrabbiare, deriderlo, cacciarlo nei guai. Era da sempre stato il suo hobby preferito. Più di tutti però gli piaceva vederlo coraggioso, gli piacque vederlo combattere contro il Signore Oscuro – seppure aveva una grande paura per quello che sarebbe potuto accadergli –, gli piacque sapere che si era creato un proprio esercito personale – l'Esercito di Silente – e gli piaceva la fama che adesso aveva ottenuto. Ora come ora non gli piaceva più prendersi gioco di lui. No, non l'avrebbe più fatto. Stava anche provando ad essere un Serpeverde. Lui, Draco, non aveva dubbi che fosse un Serpeverde, nonostante tutto quel coraggio. C'erano anche astuzia e determinazione nei suoi brillanti occhi verdi, e questo gli piaceva tantissimo. Pensava che gli mancasse la malizia, quella era certamente il tratto distintivo di tutti i maghi oscuri che la casa aveva tirato fuori.

Blaise aveva ragione; doveva dargli una possibilità.

Andò verso il camino e accese il fuoco con un colpo di bacchetta, poi andò a prendere un'altra coperta a Potter.

“Grazie.” disse Harry.

 

Decisamente non se lo aspettava. Draco stava già mostrandosi diverso. Si sentì felice nel vederlo così. Lo guardò accomodarsi sul divano di fronte al suo.

Si studiarono per un po' in silenzio mentre a Harry tornava il calore in corpo.

“Se hai bisogno di qualcosa...” fu Draco a ruppere il silenzio.

“Ti ringrazio ancora.” disse Harry, serio.

Lo guardò tornare al suo letto e lui si rimise a dormire sul divano, tutto coperto.

Dormì come un angioletto, sognando il profumo di Draco; non voleva che se ne andasse più dalle sue narici.

   
 
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