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Autore: WhiteLight Girl    28/10/2019    1 recensioni
Fanfiction Crossover tra le varie serie di Digimon, in questa prima parte Tamers e Frontier, nella prossima Adventure.
Qualcosa si muove nell'acqua, non è un mistero che sia parte del problema, perché quando Izumi esce dall'ascensore l'acqua scorre sul corridoio davanti a lei e fino ai piedi dei suoi amici. Cosa ci fa quell'acqua putrida nell'ascensore del centro commerciale 109 di Shibuya? Da dove viene? Izumi probabilmente lo sa, ma non è in grado di rispondere a questa domanda.
Personaggi: Takato, Ruki (Rika), Henry, Ryo, Zoe (Izumi), Takuya, Koushi, Kouichi, Junpei (JP), Tomoki (Tommy), Guilmon, Renamon, Terriermon, MonoDramon...
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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incoscienza


Juri era in corridoio, la tazza di tè ancora piena stretta tra le dita, quando Ruki, Takato, Renamon e Guilmon tornarono. Con loro c'erano anche tre ragazzi sconosciuti, i volti cupi, gli occhi bassi, l'aria di chi si sente sconfitto in ogni modo possibile. Avevano occhiaie scure sotto gli occhi, i vestiti sporchi e tanto sudati da rendere palese il fatto che non si cambiavano da giorni.

Incrociò i loro sguardi un solo istante, prima che loro proseguissero oltre, solo per fermarsi in attesa quando intuirono che Takato le si era avvicinato.

Lui stirò le labbra in un sorriso forzato, le sfiorò un braccio e Juri senti fremere il lembo della pelle su cui il suo polpastrello ancora premeva. La sensazione le diede una leggera scossa, risvegliando per un momento le familiari farfalle all'interno del suo stomaco.

Sentiva che in quel tocco avrebbe dovuto esserci un qualche messaggio nascosto, un "dobbiamo parlare", forse, oppure significava soltanto che era felice di rivederla. Non era importante, ora che lui era a casa e che in qualche modo tutto poteva andare bene.

Era sempre così, quando lui era con lei; ogni segno di razionalità veniva cancellata e nulla era più impossibile.

«Dove sono gli altri?» le domandò il ragazzo.

«In infermeria.» gli rispose Juri, tendendo un braccio e sollevando la mano per scostargli la frangia da sugli occhi.

Non aveva ricevuto informazioni sull’accaduto, oltre al fatto che non era davvero chiaro ciò che fosse accaduto, ma neanche in quel momento, quando sembrava che fosse successo qualcos'altro di brutto, o forse nulla, in realtà, non fece domande. Nessuno aveva avanzato proposte per liberare Izumi Orimoto dal suo ospite, forse non le avevano neanche detto della sua esistenza e Juri non poteva fare a meno di pensare che, se fosse stata al suo posto, forse non avrebbe voluto sapere.

Si fece da parte e li lasciò passare, li osservò sparire oltre l'angolo e sospirò, immaginando quanto potessero essere spiazzati e smarriti. Poi si accorse che Ruki e Renamon erano rimaste lì con lei e pensò che forse, finalmente, avrebbe potuto avere una conversazione decente con qualcuno che non pensasse di doverla proteggere ad ogni costo e da qualunque cosa, anche se questo qualcosa era fisicamente lontano da lei.

«Avete trovato il Digimon che cercavate?» le domandò, ma in fondo conosceva già la risposta.

«L’abbiamo seguito fino ad un buco nel terreno, ma lì sotto è un labirinto di gallerie, sarebbe stata un’impresa impossibile.» spiegò Ruki.

Aveva i capelli sciolti, forse ad un certo punto aveva perso l'elastico ed in qualche modo doveva essere finita all'interno di un tornado, perché non c'era più una sola ciocca che fosse al suo posto, facendola apparire quasi con una selvaggia. Lei non sembrava preoccuparsene neppure un po'.

Juri comprese le espressioni cupe che aveva visto; dover fare marcia indietro dopo essere arrivati così vicini doveva essere stato difficile, forse qualcuno aveva addirittura fatto resistenza.

Si era quasi persa nei suoi pensieri, quando Ruki le domandò: «Dove sono Ryou e MonoDramon?»

Le sorrise, pensando che in fondo avrebbe dovuto aspettarsi quella domanda dal momento in cui era entrata in quel corridoio.

Ripensò a come Ryou, per l'ennesima volta, fosse riuscito a sparire dalla loro vista e rischiare la vita da solo nonostante avesse la possibilità di chiedere aiuto a uno qualunque di loro. Forse l’inseguimento del Digimon non era l’unica cosa che aveva ridotto Ruki così; era ben più probabile che le occhiaie e l'espressione contrariata fossero dovute alle evidenti pessime scelte di vita e d'azione del ragazzo.

«È in camera a dormire, lo trovi nel solito letto.» le disse.

Tutti loro conoscevano bene le abitudini di Ryou, che sembrava aver montato le tende sul primo materasso che aveva trovato il giorno in cui avevano proposto loro di usare le stanze per riposare. Da allora, nessuno oltre lui aveva usato il letto vicino la porta e chiunque cercasse Ryou, sapendolo stanco o semplicemente annoiato, aveva saputo subito dove cercarlo, ammesso che avesse il coraggio di svegliarlo. Juri sorrise, pensando a come Ruki sembrasse divertirsi a farlo.

Scosse il capo, essere rimasta nel Real World l’aveva fatta sentire inutile, ma ora era certa di esserlo davvero e non c’entrava il fatto che non avesse un Digimon con cui combattere o biodigievolvere. Se avesse deciso di andare a casa non avrebbe fatto alcuna differenza, ma il fatto che anche chi aveva un Digimon non fosse riuscito ad ottenere molto la consolava, facendola sentire infinitamente in colpa per quel pensiero.

Se anche Takato aveva, per il momento, fallito, come avrebbe potuto pretendere lei di poter aiutare?

Lasciò che Ruki raggiungesse Ryou da sola, per niente interessata alla sfuriata che a breve sarebbe piovuta addosso al ragazzo, e decise che se ne sarebbe allontanata il più possibile per non doverne sentire neppure l'eco.

Non sapeva per quanto tempo Takato sarebbe stato impegnato e non voleva dargli altro a cui pensare, decise che sarebbe potuta scendere ai piani inferiori a raccogliere i vestiti sporchi rimasti negli armadietti, per andare a fare un bucato veloce alla lavanderia a gettoni all’angolo della strada.

Chiamò l’ascensore, ma il cigolio della porta di servizio la fece esitare. Rimase in attesa, cercando chi potesse avere bisogno di usare le scale d'emergenza e per quale ragione, considerando quanti piani lì separavano dal piano terra, e stette ferma e attenta fino a quando le porte dell'ascensore si richiusero e quello riscese, vuoto, perché chiamato da qualcun altro.

L’uscita di sicurezza si poteva aprire solo dall’interno, pensò, quindi se qualcuno fosse rimasto chiuso fuori per riuscire a rientrare sarebbe dovuto scendere una ventina di piani a piedi, uscire nel vicolo dietro Hypnos e fare il giro completo per poi passare dalla porta di ingresso. Sospirò, raggiunse la porta, premette le mani sull’asta e la spinse giù, spalancandola, poi strizzò gli occhi per mettere a fuoco la figura in penombra.

Considerato la scarsità di ragazze nel gruppo ed escludendo Ruki, che era di certo già arrivata da Ryou senza voltarsi indietro, l’unica altra persona era la ragazza arrivata con Jenrya e Terriermon, ma Juri non si spiegava la ragione per cui fosse finita lì.

«Tutto bene?» le domandò, avvicinandosi a passo lento. La ragazza rimase in silenzio, le dava le spalle, immobile davanti alla ringhiera e con le braccia abbandonate contro i fianchi. Forse era sovrappensiero, forse solo distratta a fissare il vuoto.

«Sono certa che i tuoi amici siano preoccupati per te, ti staranno cercando.» aggiunse Juri.

Forse, pensò, era lì proprio per questo; magari aveva bisogno di stare un po'da sola.

La raggiunse, tenendo aperta la porta con una mano e tendendo l'altra verso di lei per sfiorarle il braccio con esitazione. Temeva di spaventarla, quasi si aspettò un suo sobbalzo, ma quando premette i suoi polpastrelli appena sotto il suo gomito la ragazza si voltò a guardarla, gli occhi fissi e sbiaditi nella semioscurità.

Juri avrebbe voluto chiederle cosa fosse successo, perché si trovasse lì, ma quando dischiuse le labbra per farlo Izumi si sporse verso di lei e piantò la bocca contro la sua.

Nella più totale confusione, Juri si rese conto di ciò che stava accadendo solo quando sentì qualcosa scivolare giù per la propria gola.


Junpei entro nella camera subito dietro Kouji, ma, a parte Takuya che dormiva con la guancia permuta sul materasso e le braccia incrociate sotto il collo, la luce era spenta e dall'esterno filtravano solo poche tra luci della città, non c’era nessun altro.

«Magari le scappava la pipì.» disse davanti alle espressioni confuse dei due amici. Loro sospirarono contrariati, Takuya dischiuse gli occhi e sbatté le palpebre stordito, le braccia che si allungano sul letto alla ricerca di Izumi. «Ok, vado a cercare qualcosa da mangiare per tutti noi.»

Non voleva assistere al momento in cui la sua mente di Takuya si sarebbe svegliata all'improvviso e lui avrebbe realizzato che Izumi non c'era, né vederlo esprimere la sua preoccupazione come se fosse l'unico a cui fosse concessa. Sentiva la pancia brontolare, aveva talmente tanta fame che sarebbe stato pronto anche a smantellare un distributore automatico, pur di mandar giù un paio di pacchi di patatine, e voleva preoccuparsi solo di quello. Ma il cenno della testa del ragazzo che aveva detto di chiamarsi Takato gli fece capire, con sollievo, che non ce ne sarebbe stato bisogno.

«Possiamo ordinare qualcosa da asporto, se per voi va bene.» propose. Era rimasto fermo sull'uscio, talmente silenzioso che aveva quasi dimenticato che fosse lì, ma Junpei decise senza esitazione che avrebbe potuto essere il suo nuovo migliore amico.

«Io ho lo stomaco chiuso.» gli disse Kouji, ma Junpei sapeva che digiunare non l’avrebbe aiutato e che prima o poi avrebbe ceduto, quindi si ripromise di procurargli una doppia porzione.

«Controllo un secondo come sta il mio amico e ti raggiungo, puoi aspettarmi nell’atrio.» disse Takato, annuendo.

Tornando indietro, Junpei incrociò la ragazza dai capelli rossi, che al contrario di Takato non si era presentata. Lei sembrò quasi non vederlo, mentre lo aggirava e passava oltre.

Junpei non se ne curò, raggiunse l’ascensore ringraziando il cielo che qualcuno l'avesse inventato, ma esitò quando vide la porta di emergenza aperta e, spinto dalla curiosità, non resistette alla tentazione di sbirciarvi oltre.



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Ma vi rendete conto che ogni volta che una ragazza sparisce e un ragazzo commenta "magari è andata a fare la pipì c'è da preoccuparsi davvero per la ragazza in questione?
Volevo dedicare questo capitolo a Enxhi un po'per farla sentire in colpa per aver smesso di recensire e un po' perché c'è tanta Juri. Prima della revisione, poi, il capitolo contava 900 parole, dopo essa oltre 1500; sono così contenta di ciò!
Mi piacerebbe tanto sapere cosa state immaginando ora, cosa pensate sia accadendo, cosa sospettare accadrà e così via. Attendo ipotesi con impazienza. E poi volevo chiedere a chi ha letto la prima versione, anche se i cambiamenti sono abissali, secondo voi è meglio quella o questa? Secondo me, sarebbe strano il contrario, questa!

   
 
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