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Autore: kibachan    28/10/2019    3 recensioni
a 24 ore dall'uscita al cinema di infinity war, la mia versione dell'arrivo di Thanos sulla terra e la guerra che gli Avengers si troveranno a combattere per salvare il pianeta e metà dell'universo. Il tutto intrecciato con situazioni personali che ancora devono trovare la loro direzione e... i guardiani della galassia! che certo non potevano perdersi tutto questo gran macello! XD
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man, Thanos, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti, Visione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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28 LUGLIO 2018 - BROOKLIN

 

Natasha girò le chiavi nella toppa della porta del suo piccolo appartamento dandosi mentalmente della vigliacca. Fino a quel momento era stata molto impegnata con tutta una serie di missioni parallele che Fury le aveva affidato. Infiltrarsi, fingersi agente governativo, rubare/alterare/hackerare codici di vario genere. Tutta una serie di operazioni che stavano permettendo allo S.H.I.E.L.D. di contenere la follia di Ross in materia di contrattacco a Thanos. Come era sempre stato, gli Avengers avevano degli ordini... lei aveva i suoi.

Tutto ciò era stato molto comodo per lei nell'immediato, dato che Bruce aveva deciso di piombare, letteralmente, alla base e lei non aveva assolutamente tempo e testa di affrontarlo. Poi però gli ordini avevano smesso di arrivare, da qualche ora a quella parte. Non si era preoccupata, era abituata alle sparizioni di Fury. Certo era che adesso, con tutto quello che stava succedendo e lei che non aveva più nulla da fare, era giunto il momento di rientrare... ma lei non se l'era sentita e aveva borbottato al telefono con Stark che voleva fare un salto a casa per controllare lo stato del suo appartamento dopo il crollo.

 

Vigliacca.

 

Per di più detestava il fatto di sapere che Tony non ci era cascato neanche per un istante e ora probabilmente stava ridacchiando alle sue spalle.

Sospirò contemplando il vetro della sala sfondato e quelli che sembravano i resti di un overboard alieno sparsi in soggiorno. Comunque a parte questo nessun danno. Sarebbe potuta andare molto peggio. Aprì con uno scatto il telefono a conchiglia che usava per comunicare con Fury, sapendo già di non trovarvi nessuna chiamata salvifica. Sospirò ancora, dirigendosi verso la cucina a mettere su il bollitore del thé. Sapeva che non avrebbe potuto evitare Bruce in eterno. Glielo doveva. Il timido dottore non si meritava di credere di essere stato solo preso in giro. Anche se solo per un attimo, lei ci aveva creduto davvero... che potesse essere la risposta.

Si sedette al tavolo della cucina iniziando a soffiare leggermente sulla tazza fumante, e gettò un'occhiata all'unica foto di Clint che aveva ancora in casa. Era stata scattata in quella stessa cucina, e lo ritraeva in canottiera della salute con la testa incassata nelle spalle e lo sguardo addormentato, a cercare le risposte ai perchè della vita nella tazza di caffè che aveva davanti. Gliel'aveva scattata lei stessa qualche anno prima, dopo una leggendaria sbronza da 4 Luglio. L'aveva sempre fatta cosi ridere che non ce l'aveva fatta a privarsene dopo il ricondizionamento.

Già.

Il ricondizionamento.

Natasha aveva ingenuamente creduto che sarebbe riuscita ad affrontarlo. Così come aveva sempre affrontato tutto.

Quando si era accorta delle attenzioni di Bruce, che si erano fatte più decise da quando non trascorreva più ogni minuto del suo tempo con Clint, aveva perfino creduto che lasciarsi andare con lui fosse la cosa migliore. In fondo se Clint ora aveva una nuova vita e dei nuovi affetti, il fatto che cominciasse ad averne anche lei non avrebbe potuto che rendere più stabile il ricondizionamento.

Loro erano amici. erano sempre stati solo amici. E ora, pur rimanendo legati, avevano entrambe delle relazioni. Sembrava perfetto.

Poi il dottor Banner era così dolce, così puro nel suo provare sentimenti per lei, che riuscivano ad emergere anche mentre era Hulk, da commuoverla.

Sembrava perfetto.

 

Ma così non era stato.

 

Lei se ne era resa conto lucidamente proprio durante la battaglia contro Ultron. Non erano mai stati vicini come in quel periodo. Ma poi, proprio dentro casa di Barton e di sua 'moglie' Bruce le aveva detto una frase. La ricordava come fosse ieri, e ancora le faceva male: "che facciamo, scompariamo?"

Erano le stesse esatte parole che le aveva detto Clint quella maledetta sera. La sera in cui lei aveva accettato di farlo. In cui aveva creduto di poter davvero scomparire. Ma a quella sera era seguita una mattina... e lei, come da ogni bel sogno, si era svegliata.

 

E allora non ce l'aveva fatta. Non ce l'aveva fatta a mentire a se stessa e lasciarsi andare con Bruce. Perchè quello era stato il giorno in cui aveva capito che tutto poteva sopportare, a tutto poteva mostrarsi razionalmente indifferente... meno che ai suoi sentimenti per Clint.

Perciò aveva fatto ciò che sapeva fare meglio. Aveva messo davanti a qualsiasi cosa la missione, aveva tradito la fiducia di Bruce, l'aveva buttato giù da un dirupo perchè "ora le serviva l'altro" e aveva così simbolicamente messo fine a qualsiasi relazione potesse sbocciare tra loro.

 

Girò le spalle alla foto di Clint e si alzò velocemente lasciando la cucina. Si lasciò cadere al centro del letto con le braccia spalancate e chiuse gli occhi. Un'ora. solo un'ora e sarebbe ripartita. Se lo giurò. Aveva bisogno solo di un'ora.

 

 

28 LUGLIO 2018 - QUARTIER GENERALE AVENGERS - NELLO STESSO MOMENTO

 

I cervelloni stavano chiusi nel laboratorio da ore. Alla base non c'era granchè da fare nella febbricitante attesa di sviluppi. May e Pepper stavano studiando (da eccessivamente vicino) lo schermo di un computer sintonizzato sul sito di un supermercato on-line. Pepper aveva fatto notare che con tutta quella gente in più in casa era necessario provvedere a delle scorte alimentari. Rod era andato con Happy alla C.I.A., si era immolato per andare a parlare con il generale Ross dei possibili utilizzi bellici di quei tre giorni di stasi, Wanda era uscita con Steve alla ricerca di pezzi di tecnologia aliena da portare ai cervelloni per integrare le loro ricerche e Visione si stava occupando dei parametri vitali di Thor, ancora incosciente nella culla al lavoro.

Quill, Peter e Drax invece erano in salotto, teoricamente con l'incarico di sorvegliare la nuova arrivata, Lady Sif, che non si era mossa dalla parete a cui si era poggiata braccia conserte, da due ore a quella parte. Nella pratica Quill stava con le cuffie, sbracato sul divano con i piedi sul tavolo a far rimbalzare al muro una pallina matta e Drax era seduto di fronte a lui, immobile come una statua, fisso sulla donna guerriero, talmente tanto che Peter aveva l'impressione stesse diventando parte integrante dell'arredamento.

Gonfiò le guance per trattenere uno sbuffo. Voleva andare in laboratorio ma temeva di essere cacciato via come l'ultima volta. in più Sif lo metteva in una certa soggezione. Si domandava, nel caso in cui avesse deciso di andarsene, come era materialmente possibile fermare una femmina del genere. Si toccò il polso dove teneva sempre legato lo spara-ragnatele. Forse avrebbe potuto imbozzolarla e appenderla a testa in giù al soffitto come avrebbe fatto un vero ragno? Tremò leggermente per soffocare una risata.

In quel momento da dietro l'angolo del corridoio qualcosa attirò la sua attenzione. L'uomo albero, in un fallitissimo tentativo di nascondersi, gli stava facendo cenno di avvicinarsi.

Incuriosito Peter gettò un'ultima occhiata a Lady Sif e si alzò.

 

"cosa c'è?" gli chiese mentre quello si guardava intorno. "io sono Groot..." sussurrò. Poi allungò una mano verso la sommità della sua testa. Il fogliame che lo ricopriva si mosse animato di vita propria e tra le fronde comparve il cellulare di Peter. Groot lo prese e timidamente glielo porse. Il ragazzo sgranò gli occhi

"glielo hai preso???" esclamò afferrandolo prima che la pianta ci ripensasse. Lui annuì "beh grazie amico!" sorrise Peter "io sono Groot?" disse a quel punto lui indicando l'oggetto, ricurvo in avanti. "come funziona?... vuoi dire??" Groot annuì ancora "beh ecco.. vedi?" iniziò a spiegare Peter accostandosi a lui per mostrargli lo schermo "essenzialmente, qui ci sono i numeri, e li schiacci per chiamare le persone che conosci. Con questo..." disse aprendo per un attimo whatsup "mandi i messaggi... e con questa ci scatti le foto" concluse accendendo la fotocamera "vuoi provare?" "io sono Groot!" accettò con entusiasmo.

Peter si accostò il più possibile all'uomo albero alzandosi sulle punte dei piedi e iniziando ad inquadrarsi con la telecamera frontale. Arrivava si e no fino all'ombelico di Groot.

 

ma poi gli uomini pianta hanno l'ombelico?

 

 

"piegati un po'!" gli disse tirandolo. Groot si chinò di lato e sgranò gli occhi a vedere il suo viso riflesso dalla fotocamera "io sono Groot!" esclamò "forte vero?" commentò Peter divertito da quell'essere di 4 metri emozionato come un bambino "adesso scatto, non dare in escandescenza per il flash"

 

La fotocamera illuminò per una frazione di secondo il corridoio proprio mentre il suono del campanello distraeva Drax dalla sua stasi. Pepper andò ad aprire mentre Quill diceva "peccato Drax, altri cinque minuti immobile e avresti battuto il record intergalattico di inutilità" "perchè... tu lanciando la pallina al muro che contributo staresti dando?" gli rispose piccato lui.

"mio dio Clint! Che è successo?!" l'esclamazione concitata di Pepper fece voltare tutti verso la porta.

Clint Barton avanzò nell'ingresso di casa con un'espressione indecifrabile sul viso. Portava per mano una ragazzina e un bambino seduto sull'altro braccio. Dietro di lui entrò anche un ragazzetto. Anche i bambini avevano su un'aria da funerale.

Pochi istanti dopo le porte dell'ascensore si spalancarono e Tony, Bruce e Rocket si avvicinarono al gruppetto. I primi due con un'allarmata espressione interrogativa.

Tony aveva visto Clint con i figli sul videocitofono installato nel laboratorio. Cosa poteva averlo spinto a portare lì i ragazzi? E per di più senza Laura!

 

"che sta succedendo?" chiese Wanda comparendo in quel momento sulla porta ancora aperta. Steve dietro di lei allungò il collo, portava sotto braccio un grosso pezzo di lamiera.

 

Barton si guardò intorno in difficoltà poi si rivolse ai figli "ragazzi... entrate, andate là" gli disse facendo cenno con la testa al piccolo salotto. Kael, il più grande, si strappò il cappello dalla testa e obbedì, Mary dopo un istante di esitazione lo seguì. Il piccolo Nathaniel, capita l'aria che tirava, girò le spalle al gruppo di adulti e si aggrappò con tutte le forze al collo del padre. Clint si irrigidì, anche se prese a massaggiargli le spalle con la mano libera. Pepper allora si fece subito avanti sfoderando un gran sorriso "tesoro!" chiocciò in direzione del bambino. Quello si girò a guardarla incuriosito ma con la guancia saldamente appiccicata a quella di Clint "sono Pepper" gli disse la donna "senti... prima credo di essermi persa una bella barretta di cioccolato di là in cucina. Vuoi darmi una mano a ritrovarla?" sorrise. Il piccolo balzò su sorridendo a sua volta, poi si girò verso il padre con gli occhi sgranati in cerca di approvazione. Clint smorzò un piccolo sorriso "ma certo, vai" annuì. Il piccolo non se lo fece ripetere due volte e allungò le braccine verso Pepper, che lo prese in braccio e lo portò con sè in cucina, lanciando da dietro le spalle un eloquente sguardo a Tony.

Tutti tornarono a dare attenzione a Barton che aggirò lo sguardo tra i presenti con aria grave

"vi devo parlare" disse "in privato"

 

Nel piccolo salotto Mary era andata a sedersi accanto a suo fratello sul divano. Un po' troppo vicino per i loro standard, ma data la situazione Kael non protestò. Entrambi erano un tantino intimiditi dallo strano essere a metà esatta tra un albero e un uomo che gli sorrideva, comodamente seduto sulla poltrona di fronte. La bambina gettò un'occhiata alle sue spalle al gruppo di adulti che confabulavano, poi si sporse per parlare all'orecchio di Kael

"guarda... c'è anche il dottor Banner" sibilò con un sorrisino eccitato "e con ciò?" le chiese lui annoiato, senza tuttavia impedirsi di sbirciare anche lui "com'è sexy..." commentò svenevole Mary "dio!" esclamò nauseato Kael "non ricominciare!" poi estrasse dalla tasca il cellulare e si mise a smanettare velocemente per farle intendere che non intendeva proseguire quella conversazione. "io sono Groot!" esclamò entusiasta l'uomo albero alzandosi in tutti i suoi considerevoli centimetri di altezza, e avvicinandosi per osservare l'oggetto del suo recente maggior interesse. Kael indietreggiò fino a salire seduto sulla spalliera del divano, imprecando tra i denti, e Mary gli si abbarbicò sopra. Peter a quel punto decise di intervenire e si lanciò in avanti per afferrare il braccio di Groot "calmo, calmo amico! Così gli farai venire un infarto! Tranquilli ragazzi, è a posto" lui si girò a guardarlo interrogativo "io sono Groot?" "devi sapere che da queste parti non è usuale che gli alberi se ne vadano in giro!" gli spiegò a bassa voce "io sono Groot!" esclamò contrariato lui "sì lo so che non sei un albero, ma fidati che lo sembri..." insistette Peter.

 

"ragazzo!" la voce di Tony che lo chiamava e gli faceva cenno di avvicinarsi catturò la sua attenzione. Peter gettò un'ultima occhiata ai bambini e poi si rivolse di nuovo a Groot "poi vi presento con calma e tutto andrà a posto ma ora tieniti alla larga ok?" poi senza aspettare risposta raggiunse Tony oltre il divano.

"senti..." gli disse l'uomo non appena lo ebbe a portata "la situazione mi sembra spinosa. Barton vuole parlarci in privato, ci chiudiamo di là" spiegò facendo cenno alle sue spalle, poi subito bloccò, facendo un passo in avanti, il gesto di Peter, che aveva fatto per incamminarsi "ho bisogno" aggiunse "che tu dia uno sguardo ai ragazzi adesso, è meglio non lasciarli soli" Peter sgranò gli occhi incredulo "cosa???" esclamò "voglio sentire anch'io! Avevi detto che ormai facevo parte..." "su non fare i capricci!" lo interruppe lui "dobbiamo parlare tra adulti, tu non c'entri niente" disse con voce più alta del necessario incuriosendo Peter che lo guardò sollevando un sopracciglio. Infatti subito dopo Tony gli si avvicinò a aggiunse sussurrando "assecondiamo Robin Hood, dopo ti spiffero tutto, tranquillo" Peter trattenne uno sbuffo di risata "ok!" disse recitando un tono scocciato "ma non è giusto!" anche Tony nascose un sorrisino divertito e si voltò per seguire gli altri.

 

Peter si sedette accanto a Mary sul divano e le rivolse un breve sorriso. Kael invece non lo stava guardando. Era più impegnato a tenere sotto controllo Groot che cercava di accattivarselo, con scarso successo, disegnando ghirigori con le liane che gli spuntavano dal collo.

"ciao" esordì la bambina "io sono Mary Barton" "sono Peter" rispose lui stringendo la manina che gli porgeva "sei il figlio del signor Stark? Papà non mi aveva mai detto che ne avesse" Peter si mosse a disagio e arrossì, come tutte le volte che gli ponevano quella domanda (chissà perchè capitava così spesso poi!) "n-no!" balbettò "come ti è venuta in mente questa idea?" la bambina fece spallucce "allora sei uno degli Avengers?" propose "hai un'identità segreta? Oppure ti trasformi in qualcosa?" lo incalzò "a me puoi dirlo sai? Sono brava a mantenere segreti! Pensa che" aggiunse con un espressione furba "tutti a scuola pensano che mio papà sia un commercialista!" Peter scoppiò a ridere. Quella bambina era indubbiamente la figlia dell'agente Barton, aveva la sua stessa ironia pungente.

 

28 LUGLIO 2018 - QUARTIER GENERALE AVENGERS - SALA RIUNIONI

 

Barton si guardò le mani in un misto di disagio e dolore, seduto su una sedia circondato da tutti gli altri in piedi. Il silenzio che aveva avvolto la stanza da quando aveva finito di raccontare, tutto d'un fiato, gli sconcertanti sviluppi della sua vita privata, era assordante.

Tony si sporse leggermente verso Steve alla sua sinistra e sussurrò tra i denti "io l'avevo detto che quelli erano agenti di piccole dimensioni" ciò gli fece guadagnare una gomitata nelle costole che gli strappò un piccolo mugugno di dolore. Fu Wanda a rompere davvero il silenzio "ma... si può fare?" esclamò esterrefatta "cioè, è veramente possibile fare una cosa del genere?" "so che sembra assurdo" le disse Clint "ma è così... ora che l'ho scoperto ho nella memoria entrambe le versioni della mia vita" spiegò facendo dei movimenti con le mani intorno alle tempie "che si accavallano, si mescolano!" sospirò "ho un mal di testa indescrivibile da giorni, e una gran confusione" concluse prendendosi la testa tra le mani e facendola scendere fin quasi in mezzo alle ginocchia.

"e Nat?" la voce di Bruce, che più di tutti era rimasto atterrito da quelle rivelazioni, sembrò provenire da una specie di oltretomba "si insomma... anche a lei hanno fatto... tutto questo?" Tony si morse l'interno della guancia, sapeva perchè lo chiedeva. Clint ripensò a Fury che gli raccontava di come fosse stata lei a portarlo con l'inganno al laboratorio per il ricondizionamento. Lo stomaco gli fece così male che credette di essere sul punto di vomitare "non lo so..." borbottò non osando rendere tutto più vero parlandone. "pazzesco..." commentò ancora Wanda iniziando a mordicchiarsi le unghie. Steve intanto era attanagliato da un altro tipo di pensiero. Ricordava bene la telefonata di Barton di poche ore prima, che gli chiedeva di rivelargli se conoscesse una base sicura di Nick Fury. Non era certo di voler sapere cosa Clint ne avesse fatto di quella informazione.

 

Il silenzio schiacciante che di nuovo aveva invaso la saletta fu rotto bruscamente da Visione che si materializzò sullo schermo al plasma della sala riunioni adoperandola come un interfono "è sveglio!" esclamò catturando subito l'attenzione di tutti in un sobbalzo di sorpresa. Tony si toccò il lato sinistro del petto con l'aria di chi aveva quasi avuto un infarto "chi?" chiese Steve per primo "Thor!" affermò lui come se fosse ovvio "è sveglio finalmente"

Tutti i presenti si scambiarono una veloce occhiata e si affrettarono fuori dalla saletta. Clint fu grato di avere qualcos'altro su cui concentrare i suoi pensieri. Ogni volta che si fermava, l'angoscia sembrava volerlo inghiottire.

Il piccolo gruppo quasi travolse Quill, Drax e Rocket che stavano molto poco velatamente origliando fuori dalla porta. Quill stava per imbastire una scusa quando si rese conto che nessuno, nella concitazione del momento, aveva fatto caso a loro

"che altro sta succedendo?" chiese afferrando Wanda, che era l'ultima della fila, per un braccio. Quella trattenne per un pelo l'impulso che aveva avuto di rispondere allo strattone con un campo di forza dritto in faccia e si fermò "giusto, voi non lo sapete..." disse "un membro del nostro gruppo gravemente ferito ha appena ripreso conoscenza" spiegò velocemente prima di seguire gli altri. Quill si scambiò una rapida occhiata con gli altri due guardiani, poi tutti e tre si unirono al gruppo.

 

Quando fecero praticamente irruzione nella stanza della culla, Thor era in piedi davanti a uno specchio a osservarsi il lato destro del viso dove, grazie alle capacità ricostruttive della culla, ora aveva di nuovo il suo occhio. Era completamente nudo. Si voltò di scatto e sorrise amabile al gruppo.

"oh per la miseria!" esclamò Wanda facendo un mezzo girò con la mano a fare da schermo agli occhi, quando si rese conto che le parti basse del dio del tuono era celate solo dallo spessore del tavolo d'acciaio che li separava. "compagni!" li salutò felice lui colmando la distanza tra loro, non dando adito ad aver problemi a mostrarsi spogliato. Primo tra tutti andò ad abbracciare Bruce che si irrigidì tanto da sembrare sul punto di sgretolarsi "Bruce..." gli disse poggiandogli un mano sulla spalla non appena ebbe sciolto l'abbraccio "non so come ringraziarti per aver messo in pericolo l'integrità della tua mente per me" gli disse in tono solenne "non lo dimenticherò mai" "hem... figurati" balbettò lui in evidente imbarazzo. Tony si rivolse a Visione con aria interrogativa "non che sia un problema che signor fulmine se ne vada in giro con i gioielli al vento...ma perchè non ha dei vestiti?" "mi dispiace... ma nessuno di voi si avvicina neanche lontanamente alla taglia di abiti che servono a Thor" rispose semplicemente "Stark, vecchio stregone che non sei altro!" lo apostrofò gioviale Thor a quel punto "non so come hai fatto ma quella tua macchina mi ha ricostruito l'occhio che avevo perso! è fantastico!" e fece per abbracciare anche lui, ma Tony fece un passo indietro "fermo là maciste, troviamoti almeno un paio di mutande prima ok?"

Pochi minuti dopo Thor sembrava vestito di una specie di battlesuit, apparentemente di cuoio. Tony aveva programmato una fiala delle sue nanomacchine per prestarsi allo scopo. Il biondo fece un paio di circonduzioni con le spalle per testarne l'adattabilità. Rocket tirò Quill per la mano per parlargli in un orecchio

"sbaglio o questo tizio è quello che abbiamo spazzato via dal parabrezza della nostra nave?" "vuoi dire che TU hai spazzato via dal parabrezza della nave" ribattè Quill a denti stretti "non sembra ricordarselo... forse è meglio fingere di non ricordarlo neanche noi" intervenne Drax. Gli altri due annuirono.

 

In quel momento la porta automatica si spalancò di nuovo. Entrò Pepper, aveva lasciato per un attimo il bambino a May "ho capito bene? si è..." si fermò quando incontrò la risposta alla sua domanda, in perfetta forma a pochi passi da lei. "Thor..." la voce incredula.

Non era stata Pepper a pronunciare il suo nome però. Dietro la bionda Sif avanzò nella stanza, incerta se credere ai proprio occhi che, in un attimo, nel riconoscere i lineamenti dell'amico di una vita, divennero lucidi

"Sif!" stavolta fu il turno del dio del tuono di rimanere incredulo. Era talmente tanto che non la vedeva.

"voi vi conoscete?" chiese Steve passando lo sguardo dall'uno all'altra. Fu Thor il primo a muoversi. In due passi attraversò l'intera sala e la abbracciò con così tanto trasporto da sollevarla quasi da terra. Sif chiuse gli occhi nella sua stretta, abbandonando per un attimo ogni compostezza. Si separarono un istante dopo e Thor la guardò teneramente accarezzandole le guance "credevo non ti avrei mai più rivisto, non sai qual è stata la sorte del nostro mondo.." le disse con una punta di dolore nello sguardo "lo so invece" rispose con altrettanto trasporto lei "e non sai che dolore non aver potuto essere al tuo fianco in quei momenti. Ma la missione che avevo era più importante persino della sorte di Asgard, Thor! Ho lavorato al fianco dello S.H.I.E.L.D. in questi anni. Ho seguito e acquisito informazioni su Thanos e su suoi piani devastanti per l'universo, non c'è un minuto da perdere!" gli disse concitata "dunque già sapete di Thanos!" esclamò Thor "ero venuto qui per avvisarvi!" aggiunse guardando per un attimo anche gli altri "grazie del pensiero, ma sei stato ko per diversi giorni e nel frattempo lui si è spiegato da solo" gli disse Tony "anzi" aggiunse Bruce "temo che siamo noi a dover dare qualche ragguaglio a te, amico mio" Thor annuì con aria grave. Sif a quel punto gli mise una mano sulla guancia per richiamare la sua attenzione "Thor devi ascoltarmi, ho delle informazioni di vitale importanza sulla tecnologia aliena del titano pazzo" gli disse seria "avevo ordine di comunicarle solo all'agente Clint Barton, ma a te posso dire tutto. Non possiamo perdere altro tempo ormai!" "che per inciso sarei qui!" disse Clint a quel punto agitando una mano "quando pensavate di dirmela questa cosa? Sapevo che dovevano arrivare queste informazioni, ma non sapevo da chi!" "beh, non ce n'è stato il tempo, appena sei arrivato ci hai subito vomitato addosso i tuoi problemi di coppia! O forse dovrei dire di COPPIE" gli rispose Bruce infastidito. Clint gli rivolse uno sguardo omicida, provando per la prima volta uno moto di gelosia per ciò che era avvenuto tra lui e Nat nei due anni precedenti, talmente forte da fargli male.

"in ogni caso" si intromise Thor "Sif... ciò che sai devi dirlo a loro due" le disse indicando Bruce e Tony "so che sembrano midgardiani qualsiasi ma le loro menti sono senza dubbio più adatte delle mie a comprendere ciò che hai da dirgli" "midgardiani qualsiasi a chi?" protestò Tony "d'accordo.." concesse Sif "seguitemi" ordinò ai due uomini.

"oh bella" protestò Quill "noi sono ore che la supplichiamo di dire a noi quello che sa, garantendole che conosciamo Clint Barton e niente! Ora arriva a dirglielo questo bell'imbusto e subito vuota il sacco" sbraitò e poi aggiunse "mediamente bello tra l'altro" "Beh Quill non sono d'accordo, quel tipo è talmente bello che anche io ho l'impulso di rivelargli tutti i miei più reconditi segreti" commentò Drax guadagnandosi un'occhiata perplessa "e poi in realtà noi questo Clint Barton non lo conosciamo davvero" gli fece eco Rocket "anzi ridimmelo, qual è di questi terrestri? Accidenti, è proprio vero quello che avevo sentito dire sulla tua razza, sembrate tutti uguali!"

 

"propongo" si intromise Visione richiamando su di sè l'attenzione di tutti utilizzando una frequenza di voce speciale, impossibile da ignorare per la maggior parte delle forme di vita "di ottimizzare i tempi in questo modo: il signor Stark potrebbe fare strada a Lady Sif nel laboratorio in cui è custodita la testa, e mettere insieme tutti i dati raccolti finora, insieme al dottor Banner e alla forma di vita Rocket" disse "hei! perchè io nè signor nè dottor?" protestò il procione indignato. Visione lo ignorò "nel frattempo la signorina Pots potrebbe preoccuparsi di trovare una sistemazione per la famiglia dell'agente Barton, che suppongo rimarrà qui da noi per un po'. Contestualmente noi altri informeremo Thor degli ultimi accadimenti" concluse.

Nessuno ebbe nulla da obiettare, così Bruce fece cenno a Lady Sif di seguirlo, cedendole poi il passo davanti alla porta e imboccando quindi il corridoio diretto al laboratorio. Clint bloccò Tony per un braccio poco fuori dalla stanza "Stark... ascolta... io..." gli disse in difficoltà "non dire niente" lo fermò Tony "è a posto così" "non potevo lasciarli lì da soli" si sentì lo stesso in dovere di spiegare Clint. Tony lo guardò stranito da quell'affermazione "ma è ovvio Barton! Sono i tuoi figli! stai tranquillo ok?" poi si voltò per raggiungere Bruce.

Clint lo guardò andar via mentre le sue parole gli riecheggiavano nelle orecchie: sono i tuoi figli. Nella sua mente il pensiero mostruoso si delineò chiaramente per la prima volta: no. Non lo sono.

 

 

 

 

Thor se ne stava in piedi dando le spalle a Visione, Steve, Clint, Wanda, Quill, Drax e Rod, che nel frattempo era tornato e era stato messo a parte anche lui delle novità. Si massaggiava il sotto della barba con aria grave e pensosa. Ciò che aveva appena sentito era peggio di quanto immaginasse.

"già!" soggiunse Quill "e non abbiamo precisato che Gamora è nelle mani di quello stronzo già da un sacco di ore! Non oso pensare a cosa le stia facendo!" "un sacco di ore? ma quanti anni hai? 10?" mugugnò Clint tra i denti. Quill lo fulminò "io dico!" esclamò a voce più alta per zittirlo "che ora che i cervelloni sono accontentati noi dovremmo approfittare della tregua per andare all'astronave a riprendercela!" "io ti capisco" gli disse Wanda poggiandogli una mano sul braccio "ma hai visto anche tu che l'astronave è impenetrabile" "già... ha quella specie di campo di forza attorno, sembra uscita da un film anni 90" commentò Rod "mi dispiace, credimi, ma finchè Bruce e Tony non capiranno come eludere questa cosa non potremmo neanche toccare l'astronave" riprese Wanda "rischieremo solo di metterli in allarme, e la tua amica potrebbe avere ripercussioni". Queste parole sembrarono convincere Quill, che non protestò. Ma lo sguardo gli rimaneva furente, il respiro pesante

"lei resisterà" gli disse Drax a quel punto, poggiandogli una mano sulla spalla con fare solenne "la potenza travolgente del tuo amore passionale arriva fino a lei e le dà coraggio, ne sono sicuro!" a quelle parole Rod sollevò un sopracciglio perplesso e Quill arrossì fino alla radice dei capelli scrollandoselo di dosso e borbottando parole a caso sul fatto che amore fosse una parola un po' forte per descrivere la situazione.

 

"Thor..." fu Visione a riprendere il filo del discorso e strappare il dio del tuono ai suoi pensieri "la gemma della mente, che è sulla mia fronte, è relativamente al sicuro fino a che Thanos non scopre dove mi trovo" disse stringendo velocemente la mano di Wanda che gli stava accanto "ma la gemma dello spazio, non era forse custodita dal vostro popolo una volta? Era contenuta nel Tesseract, giusto?" il dio del tuono gli rivolse una breve occhiata da sopra una spalla poi sospirò "non vedo il Tesseract da molto tempo" disse guardando Steve, che sicuramente ricordava le vicende che avevano legato suo fratello a quell'oggetto. Poi fece qualche passo verso la finestra e scrutò il cielo con aria grave, come se avesse potuto scorgere l'astronave del gran maestro fin da laggiù, come se potesse scorgere Loki... fin da laggiù.

"molti fatti sono accaduti e molte cose sono cambiate dalla mia ultima visita su Midgard ma, a quanto ne so, il Tesseract dovrebbe essere stato distrutto, e la gemma con esso. Almeno...." e nel dire questo fece un profondo e preoccupato respiro scrutando il cielo con ancor maggiore intensità "lo spero"

 

 

28 LUGLIO 2018 - SPAZIO INTORNO ALLA TERRA - ASTRONAVE DEL GRAN MAESTRO

 

Aimdall boccheggiò in cerca di aria rigirandosi supino sul pavimento lordo di sangue dell'astronave, stringendo i denti si issò quel tanto che bastava per poggiare la schiena alla parete. Ad ogni respiro un fiotto di sangue gli usciva dalla grossa ferita all'addome. Morte e devastazione lo circondavano da ogni parte. Del magro ma valoroso esercito di soldati sfuggiti alla distruzione di Asgard, non era rimasto che sangue ormai. Il sottofondo all'orrenda scena era la voce pomposa e cerimoniosa di quel mostro grigio, che arrivava odiosa al suo udito appannato, nonostante tutto

"ammirate, poveri esseri inferiori, la potenza del nostro signore e padrone! Thanos!" declamava Fauce d'ebano facendosi strada tra i corpi con i suoi poteri mentali.

 

Erano stati avvicinati e attaccati con tale velocità e ferocia che nessuna resistenza era stata possibile. Ma anche l'avessero previsto, la potenza di quegli esseri era smisurata. La loro apparente immotivata furia, devastante, e quel Thanos sopratutto, quell'individuo che sembrava essere costituito della materia stessa degli incubi, sembrava invincibile. Thor stesso, che era il guerriero più forte che Aimdall avesse mai visto, era stato sopraffatto in pochi minuti, e senza essere riuscito a infliggere neanche un graffio a quel nemico.

 

Aimdall guardò Thor. Un ginocchio a terra. Sangue dalla fronte e dalla bocca. Annaspava in cerca di aria eppure non rinunciava a guardare in faccia Thanos, come a volerlo folgorare con la sola forza della sua ira. Eppure di veri fulmini non ne aveva scagliato neanche uno. Aimdall non fece in tempo a chiedersi perchè.

In quel momento, Thor si girò a guardarlo, e per un istante il suo viso si sciolse in un'espressione... come di scuse. Il profilo del suo corpo parve come tremolare. Fu allora che, per la prima volta dopo giorni, gli occhi di Aimdall, che tutto potevano vedere, si accorsero che c'era qualcosa di strano che fino a quel momento... non avevano visto.

 

Quello non era Thor.

 

Aimdall si tirò su in un moto di sorpresa e rabbia.

 

Thor/Loki sospirò dandogli di nuovo le spalle e tornando a minacciare il suo mastodontico aggressore con lo sguardo. La perdita di sangue gli stava facendo perdere il controllo sulla potente illusione che fino a quel momento gli aveva permesso di ingannare perfino lo sguardo di Aimdall. Aveva voluto tentare di scusarsi prima che se ne accorgesse da solo... ma forse non c'era riuscito, a giudicare dalla sua espressione incazzata.

Pazienza. C'era abituato.

 

"Loki, figlio di Laufy" lo apostrofò Thanos con un ghigno "davvero questo trucchetto da prestigiatore aveva ingannato questa gente fino ad ora?" gli chiese divertito. Lui l'aveva intuito non appena se l'era trovato davanti, che quello non poteva essere il vero dio del tuono di cui aveva sentito parlare.

"dunque ci incontriamo, finalmente" continuò "sbaglio o sei in debito di un esercito, con me?"

 

Loki lo mandò mentalmente al diavolo e riprese il suo vero aspetto, trovando in un moto di dignità la forza di alzarsi in piedi. Non gli rispose ma voltò invece lo sguardo verso Aimdall a cui aveva sentito pronunciare il suo nome soffocato.

"Aimdall... giuro che non è come sembra. Thor mi ha chiesto di farlo..." tentò. L'uomo strinse i denti di rabbia ma ora che sapeva dove guardare si rese conto, che Thor era sulla Terra... che era insieme agli Avengers, e che forse poteva essere vero che i due si fossero scambiati il posto volontariamente.

Loki tornò a guardare Thanos che gli sorrise "sai mi sono sorpreso della tua resistenza, eppure sapevi a cosa andavi incontro" gli disse curioso "forse era un pallido tentativo di non far saltare la tua patetica copertura?"

 

Loki inghiottì bile dalla rabbia ma cercò di rimanere calmo e analizzare la situazione. L'esercito era andato, ma il popolo era ancora vivo, prigioniero ma vivo. Come poteva salvarli?

 

"dimmi dov'è" gli ordinò in quel momento Thanos con voce completamente diversa da poco prima "so che ce l'hai tu"

 

Loki sapeva di cosa parlava, e sapeva anche cosa volesse farne.

In quel momento la voce di Fauce D'ebano attirò la sua attenzione "rallegratevi!" stava dicendo alzando le mani al terrorizzato popolo di Asgard: donne, bambini... brava gente che non era un guerriero e non avrebbe mai voluto esserlo.

"rallegratevi perchè oggi siete stati onorati dalla presenza di Thanos sulla vostra nave!" blaterava il vecchio mostro "oggi entrerete a far parte del progetto divino del grande Thanos, contribuendo così con lui a salvare l'universo! siete degli eroi!"

Loki rabbrividì. Sapeva qual'era il progetto. Pensò per un attimo che era inconcepibile che pochi anni fa non gli importasse.

Guardò la mano di Thanos vestita dal guanto dell'infinito. Notò che gli mancava ancora la gemma della mente... oltre a quella dello spazio. Pensò che tutto sommato la gemma dello spazio non avrebbe accresciuto di molto il suo potere, rispetto a quanto già ne aveva, che finchè non entrava in possesso di quella della mente la situazione non sarebbe davvero precipitata. La gemma dello spazio ce l'aveva lui. Ma come trarre il massimo possibile da quella, seppur piccola, situazione di trattativa?

Involontariamente fu Aimdall a dargli l'idea. Rispondendo a Thanos che gli diceva "il Tesseract Loki. Dov'è?!"

 

"Ah dunque è il Tesseract che vuoi?? Fottuto bastardo?!" gli gridò Aimdall ritrovando la voce nella rabbia "è per quell'orrido oggetto che hai fatto tutta questa strada? Beh mi dispiace deluderti!" ghignò "ma il Tesseract non esiste più! Loki stesso lo ha distrutto! Non fa più parte delle tue fila! Ucciderci tutti non cambierà le cose, non puoi avere ciò che il Tesseract contiene. mai più!" esclamò tronfio.

 

Fu allora che Loki ebbe l'idea. Lui era il dio degli inganni, e non c'era nulla che sapeva fare meglio che ingannare.

 

Thanos rivolse a Loki un ghigno sardonico. Consapevole che l'uomo dagli occhi d'oro stesse mentendo, o che davvero non sapesse la verità. Il Tesseract esisteva ancora. Il suo guanto ne percepiva l'energia, anche se non poteva indicargli la posizione.

A quel ghigno Loki rispose con un identico sorriso malvagio e drizzò la schiena quanto le sue ferite gli permettevano

"sommo Thanos" esordì con voce affettata "ora che tutto è chiarito posso smettere di vestire la mia copertura, che avevate comunque brillantemente smascherato. Anzi, perdonatemi se mi sono opposto a voi" aggiunse facendo un breve inchino "serviva a recitare al meglio la mia parte, e sapevo comunque di non impensierirvi minimamente"

 

Aimdall spalancò gli occhi esterrefatto da quelle parole e Thanos gli rivolse uno sguardo curioso, di quell'improvviso cambio di atteggiamento.

 

"se non mi sono fatto vivo prima al vostro cospetto vi confesso" continuò Loki mantenendo a forza l'aria prostrata "era per l'immane imbarazzo di essere in difetto ai vostri occhi, per via di ciò che era capitato sulla Terra anni fa, con l'esercito di cui mi avevate generosamente fornito." Alzò gli occhi e li piantò in faccia a Thanos stavolta senza un ombra di esitazione. Nulla nel suo sguardo lasciava minimamente intendere che stesse mentendo "Era mia intenzione rifarmi ai vostri occhi, prima di presentarmi, e sono felice che finalmente me ne sia data l'occasione"

Il Titano lo guardò scettico

"dunque mi stai dicendo che, a dispetto di ciò che ho saputo di te in questi ultimi anni, sposi la mia causa?" gli chiese con voce che non ammetteva bugie. Ma Loki non si fece intimidire

"con tutto me stesso e dall'inizio!" esclamò portandosi una mano sul petto "c'è decisamente troppa gente a questo mondo, la maggior parte della quale..." aggiunse rivolgendo uno sguardo di ironico disprezzo a Aimdall "davvero perdibile" poi tornò a guardare il titano "so che non mi credete" gli disse con un sorriso furbo "ma per quale altro motivo avrei finto di distruggere il Tesseract, per custodirlo invece in un luogo sicuro.... se non era per potervelo un giorno restituire e riabilitare il mio nome ai vostri occhi?"

"cosa!!?" esclamò Aimdall sconvolto, e tirando fuori una tale forza nel muoversi da spingere Astro Nero a balzare su di lui e riatterrarlo con uno spintone, per poi trattenerlo a terra con un imponente piede sul torace "Loki!" lo pregò tossendo "dimmi che non è vero! Dimmi che non è vero che quello strumento di morte esiste ancora!"

 

Loki lo ignorò sorridendo ancora a Thanos, che fu convinto, dall'indubbio sconvolgimento dell'uomo, che ciò che aveva detto Loki fosse perlomeno plausibile

"ebbene..." concluse "d'accordo, mio devoto servo" disse con una nota di scherno "rendimi ciò che mi spetta per destino, dunque" aggiunse allungando una poderosa mano verso di lui. Loki sorrise ancora "prima di darvelo..." disse con un'altra riverenza "vorrei essere certo che tra me e lei, sommo, sia tutto sistemato! Insomma, nessun rancore vero? Perdonatemi ma sono un vigliacco, non me la sento granchè di morire oggi" Thanos, che non era abituato ad attendere si stava spazientendo e agitò brevemente la mano roteando gli occhi, come a dire che non c'erano problemi "e avrei anche una condizione da mettere, per darle il Tesseract" insistette Loki. A quel punto la pazienza di Thanos terminò in un istante e in un passo gli fu addosso, lo afferrò per il collo e lo sollevò da terra sbattendolo contro la parete alla sua destra

"tu miserabile! Come osi parlarmi di condizioni! Dopo quanto hai da farti perdonare ai miei occhi!" gli sbraitò in faccia mentre Loki emetteva un rantolo soffocato, ma senza perdere lucidità nello sguardo "se non mi dici immediatamente dov'è ti spezzo l'osso del collo con le mie mani e me lo cerco da solo, come ho sempre fatto!" lo minacciò

"e ne avrebbe tutti i mezzi e il diritto mio signore" biascicò Loki "e nulla le impedirebbe di tentare... ma temo proprio che non riuscirebbe mai a prenderlo se adesso mi uccide" Thanos lo guardò interrogativo, detestandolo ogni istante di più, ma allentò la presa per permettergli di parlare più agevolmente "si dà il caso che ho nascosto il Tesseract in una dimensione parallela da cui io solo posso richiamarlo. Se mi uccide non lo avrà mai, è matematico." disse Loki non staccandogli gli occhi di dosso "una piccola precauzione, mi capirà, sono talmente niente in confronto a lei che ho dovuto. Come le dicevo ci tengo ad aver salva la vita, dunque temo dovrà ascoltare le mie condizioni"

 

Thanos riflettè che avrebbe potuto torturarlo in mille modi diversi fino a che non avesse vuotato il sacco, ma ci sarebbe voluto un sacco di tempo, probabilmente, gli insetti come lui li conosceva, ed erano tenaci quando si trattava di preservare la loro vita. Avrebbe fatto sicuramente molto prima ad accontentarlo. Tanto un simile tarlo non avrebbe mai potuto chiedere nulla di più scomodo di aver salva la sua miserabile vita.

Quindi lo depositò delicatamente a terra e attese che riprendesse fiato.

"ti ascolto" gli disse.

Loki si schiarì la gola per mascherare la voce roca, martoriata dalla stretta di Thanos, poi parlò "voglio che mi porti con lei, fino all'ineluttabile epilogo delle sue gesta, desidero un posto in prima fila per la fine di questo mondo malato e la nascita del nuovo, e poi... vi supplico di non sterminare la popolazione di Asgard" aggiunse ora a voce più bassa, gettando una rapida occhiata allo sparuto gruppo di persone alle sue spalle, che lo fissava con sguardo atterrito e supplichevole, di non tradirlo ancora una volta. Loki guardò in basso "esso ha già subito ingenti perdite durante la distruzione del suo regno, lei non punta all'estinzione giusto?" chiese tornando a guardare il suo interlocutore.

 

Il titano ghignò "dunque tra i meandri di tanta vigliaccheria e opportunismo c'è un piccolo posto per il popolo che ti ha cresciuto, Loki figlio di Laufy? Mi sorprende... avevo sempre sentito dire ti importasse solo di te stesso" Loki non abbassò lo sguardo. Ma ritenne opportuno non dire nulla a quella domanda, che in fondo non attendeva risposta.

"e sia.." aggiunse infatti Thanos poco dopo "il popolo di Asgard sopravvivrà, ma per quanto riguarda te... non so che farmene della tua presenza. Non c'è posto per te sulla mia nave" Loki a quel punto esultò dentro di sè, sapeva che lo avrebbe detto, ora Thanos gli aveva servito su un piatto d'argento l'arma per permettergli non solo di seguirlo e tenerlo d'occhio, ma per stargli più vicino di chiunque altro

"come va la ricerca della gemma della mente?" chiese vagamente, reprimendo a forza un ghigno quando vide l'espressione omicida dipinta sul viso di Thanos, colpito su una nota dolente "non riesce a trovarla giusto? Altrimenti ce l'avrebbe già sul guanto, dopo quasi 5 giorni sulla Terra. Sapeva che si trova sul mio scettro fin dall'inizio?" aggiunse con tono detestabile

"e dov'è, ora, di grazia?" ringhiò il Titano che stava appellando tutte le sue risorse mentali per non trucidare quell'irritante individuo davanti a lui

"beh l'ho perduto, purtroppo, dopo la mia ultima visita sulla Terra, ma io sono in grado di percepirne la presenza. La Terra non è un grande pianeta ma è incredibilmente pieno di nascondigli non trova? è ancora sicuro di non aver bisogno di me?" aggiunse infine con un sorrisetto da schiaffi.

 

Era fatta. Scorgeva nello sguardo consapevole di Thanos che, pur detestandolo, sapeva di aver bisogno di lui.

 

"D'accordo" ringhiò con voce più bassa e minacciosa che potè Thanos. Poi, dando adito che non avrebbe accettato più nessun'altra replica allungò di nuovo la mano verso Loki.

Il dio degli inganni tornò serio. Sollevò il palmo della mano sinistra e si concentrò finchè essa non iniziò ad emettere un iridescente bagliore blu.

 

"NO!!! NO, NO, NO! CHE COSA FAI??? NON FARLO LOKI NON FARLO TI PREGO!" le urla strazianti di Aimdall alle sue spalle accompagnarono la comparsa sul suo palmo del famoso cubo blu che conteneva la gemma dello spazio. Loki si morse l'interno della guancia, pregando mentalmente Aimdall di perdonarlo. Poi spostò lo sguardo dal Tesseract a Thanos e, augurandosi di star facendo la scelta giusta, glielo porse.

"NOOOOO LOKI SEI PAZZO! SEI UN MALEDETTO PAZZO BASTARDO! NON CAMBIERAI MAI! MAI! SEI SOLO FECCIA!"

 

Astro Nero, stufo di quelle urla, prese l'iniziativa e piantò la sua alabarda nel petto di Aimdall con forza tale da spaccargli l'armatura e trapassarlo da parte a parte. Loki, che si era girato a guardarlo fremette dalla rabbia, piantandosi le unghie nel palmo per non mostrare alcun segno del dolore che stava provando.

Con un rantolo e uno sguardo di puro odio, Aimdall si spense. Molti degli asgardiani cominciarono sommessamente a piangere.

Thanos, dal canto suo, era totalmente rapito dal bagliore del Tesseract. Con fare cerimonioso lo sollevò in aria, lo strinse nel pungo fino a frantumarlo, lasciando che la gemma blu dello spazio sprigionasse la sua luce nel cupo relitto dell'astronave. Poi solennemente la afferrò con due dita e la avvicinò al guanto.

Il guanto la richiamò a sè come se fossero due poli opposti di una calamita, e in un lampo di intenso bagliore la gemma si incastonò nel terzo alveolo sulle nocche di Thanos.

Il titano sorrise trionfante, beandosi del flusso di potere nuovo, terribile e meraviglioso, che iniziava a pervaderlo.

 

Ora ne mancava solo una.

 

A quel punto fulmineamente tornò in sè. Al suo ruolo di dio. Di mietitore inflessibile e imparziale della galassia. Contemporaneamente fece un cenno del capo ai suoi uomini e afferrò Loki da dietro intorno alle spalle, stringendolo forte in modo da impedirgli qualsiasi movimento.

Prima che Loki potesse rendersi conto di ciò che stava succedendo, gli uomini di Thanos separarono rapidamente e sommariamente la popolazione di Asgard in due gruppi distinti, uno di fronte all'altro.

Poi, con la dimestichezza di chi non ha bisogno di ordini, perchè lo ha già fatto centinaia di volte, l'esercito si schierò in massa davanti ad uno dei due gruppi e fece fuoco. Senza pietà e senza esitazione.

 

Thanos serrò i muscoli per trattenere lo scatto di Loki che, colto di sorpresa, aveva tentato di divincolarsi per tentare chissà che disperata manovra di salvataggio.

 

"aveva..." biascicò con gli occhi sgranati

 

"avevo promesso che il popolo di Asgard sarebbe sopravvissuto" gli soffiò in un orecchio Thanos con un ghigno sadico. Godendo dello sconvolgimento che aveva causato a quella detestabile creatura "ma non avevo specificato in che misura. Gli ho riservato lo stesso trattamento riservato a tutti gli altri popoli. IL 50%. In modo casuale ed imparziale" aggiunse costringendolo con la sua stretta a non distogliere lo sguardo dal genocidio che si stava compiendo davanti ai suoi occhi.

"suvvia rallegrati, figlio di Laufy. Se non mi avessi consegnato il Tesseract sarebbero morti tutti dal primo all'ultimo" disse ancora con voce melliflua "vedila così, ne hai salvato la metà"

Poi senza aspettare un secondo di più, strinse il pugno guantato, attivando il potere della gemma dello spazio, aprendo un portate dimensionale alle sue spalle, in cui si lasciò cadere insieme a Loki.

Loki venne risucchiato in un buco nero, profondo come un pozzo. Solo le urla strazianti della gente di Asgard, che non era riuscito a proteggere nonostante tutto, furono in grado di seguirlo fin lì.

 

 

 

 

 

  
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