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Autore: Juliaw    29/10/2019    1 recensioni
Questa storia è una ripubblicazione di una delle mie vecchie fan fiction pubblicate nell'ormai lontano 2011. Chiamatela una seconda edizione se vi va lol. Con l'approccio imminente dell'ultima serie di questo meraviglioso show, ho pensato di editarla e ripubblicarla, magari ridandomi così l'ispirazione per un continuo! Basata sulla bellissima e leggendaria Season 5, questa FanFic contiene 19 capitoli, il piano è di pubblicarne uno o due se la storia è di vostro gradimento!
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Vidi l’alba, il chiarore del cielo portò con sé colori del tutto innaturali, come innaturale era quello che stava accadendo, sembrava che tutto si coordinava alla perfezione tranne io.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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Chapter 16 - As we run towards the end

            
             Eravamo in Colorado quando finalmente, dopo aver attraversato due stati senza neanche fermarci un secondo, Bobby, che era nell’altra macchina e ci seguiva, chiamò Dean chiedendogli di fermarsi il prima possibile. Quando finalmente entrò nel parcheggio di un motel sulla Highway 385, quella infinita strada che percorrevamo da 12 ore, fui grata a Bobby per la sua brillante idea. Non ne potevo più di stare ferma e in silenzio, non ci eravamo detti molto durante il tragitto ed era sembrato fin troppo facile, ognuno aveva cose a cui pensare. Io ero contenta che avevo di nuovo Alyson, le avrei voluto parlare di tutto quello che era successo da quell’orribile giorno che i Winchester mi avevano salvata, fino al piano di Sam. Ma non lo feci. A lei doveva sembrare piuttosto assurda come situazione, ma non disse nulla a riguardo, mi chiesi se forse sapeva qualcosa di quello che realmente stava succedendo. Il Platte Valley Inn era un motel in mezzo al nulla, circondato da enormi pianure di terra vuote e asciutte per l’incredibile caldo che faceva in quel posto, di fronte c’era un ristorante e una pompa di benzina dove Dean stava facendo rifornimento. Il motel, non era molto diverso da tutti quelli in cui ero stata fino adesso, con la differenza che questo aveva una piscina in mezzo alla sua tipica forma a U, per un secondo pensai che un tuffo in piscina l’avrei fatto volentieri, ma quando scesi dalla macchina, notai che non era affatto invitante, piccola, stretta e completamente sporca.

Ci avviammo verso la reception, questa volta pagai io, due stanze, una per me ed Alyson, l’altra per i Winchester, Bobby e Castiel.

<< Ragazzo, non sono più giovane come una volta, anche io ho bisogno di una pausa ogni tanto. >> Iniziò Bobby in tono di rimprovero rivolgendosi a Dean.
<< Sì lo so, lo so, ma voglio farla finita con questa storia al più presto. >> Tagliò corto Dean.
Sam lo guardò ma non disse nulla.
La receptionist mi passò le chiavi di due stanze, la 12 e la 13, porsi a Sam una delle due chiavi e mi ringraziò per aver pagato le stanze dicendomi che non avrei dovuto.
<< Posso finalmente sdebitarmi. >> Sorrisi.
Passai davanti al gruppo e mi diressi nella stanza numero 12, seguita da Alyson.
<< Julia, questo posto puzza. >> Disse Alyson quando mise piede nella stanza.
<< Aly, ne ho visti di peggiori. >> Risi. Anche io avevo avuto la stessa reazione quando ci fermammo al primo motel un mese fa.
<< Prima o poi dovrai dirmi cosa hai fatto tutto questo tempo! >>
<< Lo farò, non preoccuparti. >>
Feci per chiudere la porta ma Sam la bloccò.

<< Julia, possiamo parlare appena hai un secondo? >> Chiese, guardandomi.
Deglutii, non sapevo cosa volesse dirmi. << Certo, faccio una doccia e ti raggiungo. >>
Annuì e chiuse la porta. Mi voltai verso Alyson tenendo la schiena schiacciata alla porta. Aveva un ghigno divertito sulle labbra e mi guardava immobile. << Oh, l’avete decisamente fatto! >> Esclamò improvvisamente. Sorrisi e forse annuii ma non me ne resi conto, mi era mancato il suo senso dell’umorismo innato e un po' pungente.
<< È una storia per un altro giorno. Ora vado in doccia. >>
<< Lo sapevo! >>
La sentì ridere dal bagno, volevo dirle tutto, semplicemente non sapevo come, visto che era molto più complicato di quello che sembrava.
Dopo aver fatto una doccia rinvigorente, nonostante la pressione dell’acqua non era esattamente l’ideale, mi rivestii. Indossai una camicia a fiori bordeaux e un jeans pulito, entrambi presi dal mio borsone. Dissi ad Alyson che sarei stata fuori con Sam e se fosse successo qualcosa nella mia assenza, poteva chiamare Dean e gli altri, erano nell’altra stanza. Alyson sembrò riluttante all’idea, così mi convinse a rimanere con lei fin quando non fosse andata nella stanza accanto, non voleva rimanere da sola e non la biasimavo.
Mi chiusi la porta alle spalle, Alyson mi diede un abbraccio veloce, poi entrò nella stanza accanto alla nostra. Era calata la sera e nonostante il sole non fosse più alto nel cielo, c’era sempre un’aria irrespirabile, umida e appiccicosa. Sam era fuori, poggiato sull’ Impala che guardava il suo Pc.


<< Hey. >> Lo chiamai.
<< Hey, dove sta andando? >> Chiese alludendo ad Alyson.
<< Non vuole rimanere da sola. >>
<< Ah beh, mi sembra giusto. >>
Annuii.
<< Cosa volevi dirmi? >>
<< Ah già, >> chiuse il pc, << Dean è d’accordo. >>
<< Su cosa? >>
<< Sul mio piano, mi darà il suo supporto. Voglio che anche tu sia dalla mia parte. >>
Sospirai. << Io sarò sempre dalla tua parte, ma non puoi chiedermi di aiutarti a morire, non lo accetto. >>
<< Julia, è l’unico piano sensato. >>
<< E se dicessi io di sì? >> Cocciuta e testarda com’ero non demordevo.
<< No, Julia, il Diavolo non ti prenderebbe. Non sei un tramite. >> Sam aveva un tono deciso, forte e severo. Era convinto di quello che faceva e non c’era nulla che potesse fargli cambiare idea.
<< Non voglio vederti morire, Sam! >>

<< Lo so… Ascolta, >> si alzò dall’auto e mi prese le mani. << Forse non devo morire per forza, forse una volta che Lucifero si sarà battuto con Michael, mi lascerà andare, anzi, farò in modo che se vorrà che io accetti di farmi possedere, dovrà sottostare a questa mia condizione. >>
Aveva senso e vedevo anche perché Dean gli aveva offerto il suo supporto, ma non potevamo avere la certezza che avrebbe funzionato davvero. Ma era qualcosa, forse la fortuna sarebbe stata dalla nostra parte per quest’orribile battaglia. Lo speravo con tutte le mie forze.
<< Ok, hai il mio supporto, ma solo a patto che se non sarà d’accordo sulla tua richiesta, allora non dirai di sì. >>
<< Promesso. >> Mi abbracciò.
Bugiardo. Pensai.

Era notte fonda, Alyson non dormiva, né tantomeno io, allora decisi di raccontarle tutto. Finalmente, come un fiume in piena le dissi tutto quello che era successo da quel giorno di maggio senza tralasciare nessun dettaglio, le dissi perfino del mio bacio con Dean, del caso dei poltergeist e di come mi finsi un agente federale. Sembrava essere sconvolta dalle mie parole e qualche volta anche a me sembrava alquanto surreale, come se stessi raccontando la trama di un telefilm, piuttosto della realtà. Mi fermava spesso facendomi domande di ogni tipo e io le rispondevo senza problemi, non avevo mai avuto segreti con mia sorella.
<< Bel casino! >> Esclamò quando ebbi finito finalmente di raccontarle tutto. << Avrebbe quindi senso che Gabriel ha cercato di nascondermi da suo fratello. >>
<< Immagino di sì. Ma non c’è riuscito. >>
<< Pensi che Lucifero sappia che sono ritornata? >>
<< Ci metto la mano sul fuoco. >>
Sospirò. << Il Diavolo deve morire. >>
<< Lo so, ma adesso Sam mi viene a chiedere di stare dalla sua parte. Come posso lasciarlo morire così? >>
<< Mi dispiace Jules, però è vero, il suo piano potrebbe funzionare. Devi lasciarglielo fare e se posso darti un consiglio, confessagli quello che provi prima che sia troppo tardi, ti sentirai meglio. >>
<< Che differenza farebbe? Nessuna, Sam non è il tipo che darebbe la sua vita per una donna, figurarsi per una che non ama. >>
Alyson mi prese per le spalle e mi abbracciò.
Ci fu un momento di silenzio, dopodiché Alyson aggiunse: << E se Dean avesse bisogno di una spalla su cui piangere, io sono decisamente disponibile ad essere quella spalla. >> Lo disse in quel tono così sincero e così schietto che mi venne da ridere.
<< Cosa?! >> Le chiesi tra una risata l’altra.
<< Julia, ma dico, l’hai visto? È bellissimo. >>

<< Alyson, ha nove anni in più di te. Non pensarci neanche! >> Avevo sempre cercato di proteggere mia sorella da qualunque situazione, penso sia normale essendo la sorella maggiore, ma quando mi disse che era interessata a Dean non ci vidi più. Dean Winchester e mia sorella? Assolutamente no.
<< Ci penserò invece. >>
<< Alyson, l’argomento è chiuso. >>
Chiudemmo la discussione così e finalmente ci addormentammo.


Il giorno dopo fui svegliata da qualcuno che bussava alla porta della nostra stanza, guardai l’orologio analogico sul comodino alla mia destra e segnava le 6:04am. Mi trascinai fuori dal letto lentamente e ancora stanca dalla sera precedente. A che ora eravamo andate a letto? Sembrava che avessi dormito due minuti. Aprii la porta ed era Dean che mi guardò da capo a piedi con espressione confusa sul suo viso. << Che cavolo avete fatto ieri sera? Vi siete ubriacate? >> sbirciò oltre la mia spalla e vide mia sorella ancora beatamente nel mondo dei sogni con ancora indosso i vestiti della sera prima.
<< No, siamo andate a letto tardi. >>
Inarcò il sopracciglio e aggiunse: << A me sembra più che avete fatto festa fino ad ora. >> Fece un colpetto di tosse e guardò nella mia scollatura. Mi accorsi che la camicia che indossavo era completamente aperta e si vedeva perfettamente il reggiseno color carne che indossavo. Mi sentii avvampare e feci di tutto per coprirmi il più presto possibile.
Dean iniziò a ridere. << Non pensi sia troppo tardi? Se non ricordo male qualche settimana fa sembravi più che disposta a farti vedere così da me. >> Ecco, quel suo maledetto sorrisetto sfrontato era tornato.
<< Dean! >> Lo ammonii.

Lui rise tanto che mia sorella si svegliò e venne verso la porta. << Che cavolo sta succedendo? >> chiese stiracchiandosi e con la voce ancora camuffata dal sonno.
<< Nulla, tua sorella mi ha mostrato un bello spettacolo mattutino- >>, prima che potessi replicare in qualunque modo, lui aggiunse tutto d’un fiato: << e sono venuto per invitarvi a colazione, abbiamo caffè e donut nella nostra stanza! >> Ammiccò ad Alyson e poi sparì.
<< Di che cosa stava parlando? >> Chiese Alyson confusa.
<< Nulla, vai a prepararti che mi sa che i ragazzi vogliono mettersi in rotta. >> La incitai sorridendo.


Ci cambiammo molto velocemente e in poco tempo eravamo pronte e nella stanza a fianco alla nostra. Aprimmo la porta e i quattro erano seduti al tavolo al centro della camera che mangiavano e parlavano molto animatamente sul da farsi.
<< Mangiamo e poi ripartiamo, Chicago è ancora abbastanza lontano, non voglio fermarmi più. >> Disse Dean in tono severo. << Sam, se fossi in te farei più attenzione a come va in giro la tua ragazza! Stamattina Julia mi ha fatto vedere tutta la sua mercanzia! >> Aggiunse dando un morso al suo donut e con quel sorriso sulle labbra che ormai avevo imparato ad odiare.
<< Cosa? >> Chiese Sam guardandomi confuso.
Sospirai leggermente spazientita dal sentirmi dire che ero la ragazza di Sam. << Nulla, avevo la camicia sbottonata e adesso deve farne una questione di stato. >>
Sam inarcò il sopracciglio e si lasciò scappare una risata.
<< Sto solo dicendo che era un bello spettacolo, tutto qui. >>
Sentivo gli occhi di Alyson addosso, come se le avessi tolto l’osso, non sapeva quanto odiavo quei commenti ogni volta che Dean ne faceva uno.
<< Fai attenzione, Winchester, stai sempre parlando di mia sorella. >> Alyson puntò il dito verso Dean che a sua volta sorrise e ammiccò.
Io presi un bicchiere con del caffè e lo iniziai a bere, direi che era tutto quello di cui avevo bisogno alle 6:30 di mattina.

Dopo neanche dieci minuti, Dean prese la sua sacca verde dal letto seguito a ruota da Sam, Bobby e Castiel, e si avviarono verso la macchina che era parcheggiata di fronte la loro stanza.
Risalimmo in macchina, io e Alyson con Sam e Dean e Castiel con Bobby. Formavamo una squadra perfetta, eh già.



La strada era infinita, dritta, deserta e senza neanche una macchina nell’altra corsia. Viaggiare così è davvero noioso dopo un po’, ma sembrava che Alyson si stesse divertendo perché cantava a squarciagola ogni canzone che Dean proponeva.
<< Tua sorella ne capisce di musica! >> Esclamò tra un ritornello e l’altro.
Alzai gli occhi e scossi la testa.
Continuarono a cantare a squarciagola per qualche ora e ad un certo punto non ci feci più caso, ero talmente persa nei miei pensieri che non li sentivo neanche più.
Ancora non potevo crederci che i miei avevano una vita segreta che avevano tenuto nascosta per tutto questo tempo, era del tutto surreale per me, erano stati dei perfetti bugiardi. Adesso mi chiedevo se tutte quelle volte che andavano a giocare a carte a casa dei loro amici, o quando andavano a cena fuori con dei clienti importanti, in realtà non andavano a caccia di qualche mostruosità e che amici o clienti importanti erano solo parole in codice per demoni o fantasmi. Che stupida! Pensai, ci avrei dovuto far caso, ma erano stati davvero bravi a nascondere la loro doppia identità e io ero fin troppo impegnata con gli studi e con la mia totale normalità da perfino pensare che ci fosse qualcosa di segreto nel mio seminterrato, per quanto ne sapevo queste cose si vedevano solo nei film, ma evidentemente per me era fin troppo vero.
D’un tratto mi ricordai di un diario che avevo trovato in una delle librerie del mio seminterrato e finalmente ero capace di vedere cosa c’era dentro. Lo sfogliai destando la curiosità di Alyson che smise di cantare.
<< L’ ho trovato quando stavo preparando il borsone, >> le mostrai il vecchio diario dalla rivestitura in pelle marrone sbiadita dal tempo e le pagine ingiallite. Dean abbassò il volume della musica, forse perché voleva sentire la conversazione o forse perché gli sembrava cortese. << Era ben nascosto tra la libreria della stanza segreta di mamma e papà. Racconta di tutte le cacce e di tutti i mostri che insieme hanno ucciso dal 1980, ti rendi conto? Molto prima della nostra nascita. >> Dissi sfogliandolo velocemente.
<< Lo so, è assurdo, ma cavolo, se volevano essere dei cacciatori per quale motivo hanno avuto dei figli? >>

<< Forse non volevano esserlo, ed è per questo che hanno avuto noi. Forse volevano una vita normale dopotutto, ma c’era sempre qualcosa che li riportava nel business della caccia, guarda qui, c’è scritto >>, aprii il diario alla pagina marcata 5 Febbraio 1987 e lo mostrai ad Alyson che parve interessata. <<
“Oggi un demone ha cercato di portare via la mia Julia, è la seconda volta che accade in un solo mese, la mia famiglia è in pericolo e non smetterò di dare la caccia a chiunque ci voglia morti fin quando non saranno morti loro stessi, GW.” >> Quando lessi le iniziali di mio padre, un dolore atroce attanagliò il mio stomaco facendomi perdere il respiro per un secondo, spalancai gli occhi, inspirai ed espirai e finalmente riuscii a respirare normalmente.
<< Avevi cinque mesi, è assurdo, ancora non posso crederci. >>

<< Lo so, da quando è iniziata questa storia sono stata catapultata in una realtà completamente diversa da quella che conoscevo, e adesso è come se ne stessi conoscendo ancora un’altra. >>
Scossi la testa.
<< Lo so, ti capisco. >>
<< Meno male, almeno tu. >>

Alyson sorrise gentilmente, dopodiché mi diede una pacca sulla spalla che fece sorridere anche me.
<< I nostri genitori hanno avuto una storia molto simile ai vostri, anche loro erano usciti dal business e dopo la morte di nostra madre, nostro padre ha trascinato anche noi, ritenetevi fortunate che non vi hanno mai mostrato le mostruosità del mondo del sovrannaturale. >> Si intromise Sam rimanendo a guardare la strada dritta davanti a sé.
Aveva ragione, ci avevano dato una delle più belle possibilità, quella di vivere una vita normale.

Eravamo appena entrati in Iowa, era notte inoltrata e pioveva, non c’era neanche un motel dove sostare e Bobby aveva iniziato a chiamare Dean incessantemente chiedendo di fermarsi il prima possibile, così entrammo in una cittadina minuscola sul lago dio Saylorville e sostammo in un’area soste completamente deserta che sembrava essere anche abbandonata, ma che in ogni caso era perfetta per fermarci per la notte, anche se la pioggia e la notte buia la rendevano più terrificante che mai, ma eravamo nell’Impala e, non so perché, provavo un senso di protezione al suo interno.

Dean fermò la macchina vicino a quella di Bobby e poi esclamò sorridente: << Benvenuti al motel Winchester! >>
Sorrisi anche io e probabilmente anche Alyson. Dean aveva un modo di spezzare la tensione così naturale che quasi lo invidiavo, certo, sapeva che la situazione non era delle migliori, ma sapeva anche che nella vita bisognava sorridere anche nelle situazioni più difficili. Mi chiesi quante volte si doveva ricordare di questo e quante volte aveva dovuto sorridere proprio quando non voleva, probabilmente la risposta non volevo saperla.
Il cellulare di Sam squillò, lo mise in viva voce, era Bobby che ci chiamava dall’altra macchina.


<< Secondo il mio GPS siamo a tre ore di distanza da Chicago, abbiamo già un piano? >> chiese Bobby.
<< Secondo Crowley, Morte si trova a Chicago per la tempesta del secolo, stando a quanto ha detto, spazzerà via mezza città ed è per questo che il grande capo si trova li. >> Spiegò Dean. << Troverò il bastardo e mi farò dare il suo anello, a costo di ucciderlo. >>
<< Vuoi uccidere Morte?! >> Chiese Alyson scioccata.
Morte può morire?
<< Se è quello che devo fare, sì. >>
<< Probabilmente ucciderebbe prima te, idiota! >> Sbottò Bobby dall’altra parte del telefono.
<< E allora dimmi, che altro piano hai in mente?! >> Chiese Dean che adesso sembrava spazientito.
Bobby sospirò e poi aggiunse: << Non lo so, Dean, stiamo parlando di Morte. >>
<< Morte è legato a Lucifero, l’ha schiavizzato. Magari vorrà aiutarci. >> Disse Castiel con voce bassa e calma.
<< Possiamo solo sperare. >> Tagliò corto Dean.
Bobby riagganciò e ritornammo di nuovo in totale silenzio, quello che mi preoccupava di più era Sam che se ne stava completamente in disparte da tutta la conversazione e non aveva detto neanche una parola da quando avevamo lasciato il Colorado, così glielo chiesi anche se era sicuramente una domanda stupida: << Sam, stai bene? >>

Come se l’avessi distolto dai suoi pensieri, si voltò verso di me con espressione vacua e annuì.
Ovvio che non stava bene. La fine era vicinissima e presto Sam non sarebbe stato più Sam, presto Satana avrebbe avuto il suo aspetto, usato il suo corpo e chissà, anche i suoi pensieri. Come doveva sentirsi? Mi pentii subito di avergli fatto quella domanda, ma poi si voltò di nuovo verso di me e mi fece la stessa identica domanda sorridendo, perché sorrideva? Gli risposi di sì, ma ovviamente non stavo bene neanche io, ancora non sapevo come sarebbe finita la storia, ma non volevo di certo vedere Sam morire, volevo fare qualcosa, dovevo fare qualcosa.

Finalmente, dopo quasi altre quattro ore di auto passate in completo silenzio, entrammo a Chicago, c’era vento e il cielo era talmente scuro che seppure fossero le undici di mattina, sembrava fosse sera. La tempesta del secolo era alle porte.

Dean fermò l’Impala nel parcheggio di un motel in città. L’edifico alto e scuro del Inn at Lincoln Park era completamente diverso da tutti gli altri motel a forma di U, era situato al centro della città e aveva graziose finestre che davano sulla strada. Prendemmo una stanza, la receptionist ci guardò un po' confusa.
<< Business meeting. >> Spiegò Dean molto velocemente come se volesse spiegare il perché di tanta gente in una sola stanza. La receptionist sorrise e annuì inarcando le sopracciglia e passò a Dean la chiave della stanza numero 345 al terzo piano dell’edificio.
Aperta la porta, Crowley era lì che ci aspettava.

<< Hey ragazzi, vi stavo aspettando! >> Esclamò con un sorriso stampato sulla sua faccia rotonda. << Ah, Alyson, Bobby! Sono felice che stiate bene. >> Si avvicinò verso Alyson che a sua volta fece un passo indietro ponendosi alle spalle di Dean che, con mia grande sorpresa, gli fece scudo con il suo corpo.
<< Non c’è bisogno di nasconderti, so chi sei e cosa sei, non sono qui per te e né tantomeno sono qui da parte di Lucifero, anzi voglio che questa storia finisca al più presto. >> Crowley guardava Alyson. << Tu e tua sorella mi interessate molto, non posso negarlo, ma per ora ci sono questioni più importanti da risolvere, magari dopo possiamo giocare insieme. >> Si avvicinò quasi a toccarla.
<< Crowley, stalle lontano! >> Sbottò Dean. << Che diamine ci fai qui? >>
Stolse lo sguardo da Alyson e lo posò su Bobby completamente ignorando Dean. << Ah e Bobby, mi fa piacere che Gabriel ti abbia rimesso in piedi. >>
<< Bastardo, sapevi qualcosa? >> Chiese Bobby in tono minaccioso.
<< Certo che no. >> Si sentiva dal suo tono che sapeva molto di più di quello che diceva. << Sono venuto ad offrire il mio aiuto per prendere l’ultimo anello. >> Aggiunse cambiando argomento.
<< Non abbiamo bisogno del tuo aiuto. >> Disse Bobby.
<< Ovviamente vi serve, senza di me come fate a trovare Morte prima che scateni la tempesta e scompaia di nuovo? >>

<< Dov’è? >> Chiese Sam che finalmente parve interessato alla conversazione.
<< Ah, Alce! Ho sentito del tuo piano, sappi che faccio il tifo per te per rimettere quel bastardo nella sua gabbia. >>
Alce?
L’espressione di Sam diventò cupa, preoccupata. << Dov’è l’ultimo anello? >>
<< Io e tuo fratello ci occuperemo di Morte, nel frattempo, non pensi che avrai bisogno di sangue demoniaco per avere la meglio su Lucifero? >>
Castiel si avvicinò a Sam che annuì lentamente.
<< Ottimo, a presto ragazzi. >> Crowley mise una mano sulla spalla di Dean e sparirono sotto i nostri occhi.
<< Giuro che quando tutto questo sarà finito, ucciderò quel figlio di puttana! >> Sbottò Bobby. << Sam, dove pensi che possiamo prendere del sangue demoniaco? >> Chiese poi.
Sangue demoniaco?

<< Non lo so, Bobby. Dovrò fare qualche ricerca. >> Sam prese la borsa del suo computer e si sedette a tavolino vicino la finestra.
La situazione non mi piaceva.
Alyson era seduta su uno dei letti, era preoccupata e quindi taciturna, si guardava intorno con sguardo perso nel nulla. << Crowley, è un demone? >> Chiese finalmente.

<< Alyson, non preoccuparti di Crowley, sta con i Winchester, almeno per ora. >> Dissi cercando di calmarla.
Annuì.
<< Non appena Dean e Crowley avranno l’anello dobbiamo scoprire dove si trova Lucifero. >> Iniziò Castiel prendendo un giornale poggiato su un bancone. << Dobbiamo cercare presagi, terremoti in Texas o tornado in California, cose che non si sentirebbero normalmente. >>
Bobby annuì e fu d’accordo con Castiel e a sua volta si sedette sul letto a leggere un altro giornale lasciato sempre su uno dei banconi posti sulla parete destra della stanza.

Mi avvicinai a Sam e mi sedetti di fronte a lui, sembrava assorto da quello che faceva, leggeva qualcosa sullo schermo e poi si fermava.
<< Sam, che intenzioni hai? >> Chiesi.
<< Julia, devo trovare dei demoni, mi serve il loro sangue. >>
<< Perché? >>

<< Per avere la forza necessaria per sopraffare Lucifero. Per prendere possesso del mio corpo mentre lui è all’interno, per saltare nella gabbia. >> Mi guardò, scrutò il mio viso, probabilmente avevo un’espressione confusa. Non capivo, perché il sangue demoniaco avrebbe avuto questo effetto su Sam? << Ricordi quando ti parlai di Ruby? >>
Annuii.
<< Ho avuto una relazione con lei sì, ma basata sul fatto che ero dipendente dal suo sangue. Mi faceva sentire forte, mischiato al mio sangue demoniaco, ero in grado di usare la forza della mia mente per esorcizzare demoni o perfino ucciderli in meno di un secondo. >> Disse tutto d’un fiato.
Lo guardai senza dire nulla. Stavo cercando di capacitarmi del fatto che Sam beveva del sangue come un vampiro e che ne era diventato dipendente.
<< Io ho del sangue demoniaco in me. >> Dissi tentando di mantenere la calma in quella situazione assurda.
Alzò lo sguardo dallo schermo del suo portatile e disse: << Non berrò il tuo sangue. >>
<< Ma Sam, se il mio sangue è così potente come dice Lucifero, allora sarà molto meglio che bere sangue di un comune demone, non pensi? Magari avrai anche più possibilità di riuscirci. >>
<< No, Julia. >>
Sospirai rumorosamente, mi alzai dalla sedia e mi avviai a passo svelto verso l’uscita della stanza sbattendo la porta alle mie spalle.
Se mi stavo comportando come una bambina viziata, non me ne importava più di tanto.
Non poteva finire così, mi sentivo male al solo pensiero di non rivedere più Sam e i suoi occhi da un momento all’altro, cosa sarebbe successo? Avrei smesso di vivere? Sarei caduta in una profonda depressione? Cavolo, maledetti sentimenti e beati coloro che non riescono a non sentire nulla.


<< Julia, stai bene? >> Alyson aprì la porta della stanza e si avvicinò a me a braccia conserte.
<< Non proprio, Alyson, deve per forza finire così? >>
<< Non vedo nessun’altra soluzione, Julia. >>
<< Lo so, lo so, ma vorrei poter fare qualcosa. >>

<< Sii riconoscente, se il piano riuscirà, Sam avrà salvato tutti, potremmo ritornare alla nostra vita. >>
<< Quale vita? Neanche me la ricordo più la mia vita prima di tutto questo. >>
<< Iniziare una nuova vita allora, come cacciatrici. >>
La guardai, davvero stava pensando a cacciare mostri proprio come facevano i Winchester.
<< Ho visto cosa fanno Bobby, Rufus, Sam e Dean, aiutano la gente, salvano le persone e uccidono i mostri. >> Fece una pausa e poi continuò: << Se mai dovessi diventare un medico, non salverei neanche la metà delle vite che hanno salvato loro fino ad adesso, se posso, allora devo. >>

Alyson era al secondo anno di medicina ed era indietro con gli esami, era come se quando aveva iniziato il suo secondo anno, avesse lasciato andare quella grinta e voglia di studiare che aveva avuto al suo primo anno e si fosse concessa troppo relax, troppe feste e troppo alcool, forse neanche voleva essere più un medico a quanto ne sapevo.
<< Alyson, non lo so. La vita che conducono non è esattamente facile. >>
<< Si ma pensa al riconoscimento! Pensa a quante persone potremo salvare! >>
<< Sai che usano carte di credito rubate per vivere, vero? >>
<< E quindi? >>
<< Mangiano in fast food ogni giorno. >>
<< Quindi? >>

<< Dormire in macchina? >>
<< Non ci vedo niente di male. >>
Alyson aveva sempre amato l’avventura, magari questa della cacciatrice la vedeva come una nuova avventura da affrontare e scoprire, forse non capiva quanto era pericoloso, soprattutto iniziare così senza preparazione di nessun tipo.
<< Alyson, ne riparliamo. >> Conclusi l’argomento.
Alyson rientrò in stanza, ma io rimasi nel corridoio, non volevo rivedere la faccia di Sam e vedere la sua espressione dopo quello che avevo detto e per come avevo lasciato la stanza. Così mi sedetti a terra vicino la porta e aspettai.


La tempesta del secolo era iniziata, la pioggia cadeva forte ed interrottamente, lampi, tuoni e vento facevano un frastuono incredibile. Vidi Dean uscire dall’ascensore, era da solo senza Crowley.
<< Dean! >> Lo chiamai.
<< Ho l’anello. >> Tagliò corto, entrò in stanza e io lo seguii. << Ho l’anello. >> Ripeté.
<< Così facilmente? >> Chiese Bobby un po' confuso.

<< È stato più facile di quanto pensassi, anche Morte vuole Lucifero chiuso in gabbia, avevi ragione! >> Mostrò l’anello e poi aggiunse: << Lucifero lo controlla, me l’ha dato senza neanche battere occhio. >>
<< Chiudiamo quel bastardo in gabbia allora. >> Disse Bobby.

Sam ci disse che nelle sue ricerche aveva trovato quelli che probabilmente erano dei demoni poco fuori Chicago, era lì che eravamo diretti ora, a prendere tutto l’energetico possibile per Sam. Il piano mi faceva ancora schifo, ma a questo punto ero stanca di cercare di fermarlo.



Alle prime luci dell’alba, entrammo in Roselawn. La minuscola cittadina era stata completamente invasa dai demoni stando alle ricerche fatte da Sam, si erano radunati lì per aspettare la fine.
Il rombo del motore dell’Impala fece smuovere dalla sua posizione immobile, quello che probabilmente era un demone seduto su uno delle cinque sedie fuori un bar abbandonato, aveva un fucile poggiato sul petto che manteneva con entrambe le mani e un cappello che gli copriva la faccia. Si alzò e puntò il fucile contro l’Impala. Prontamente Sam e Dean uscirono dalla macchina e aggredirono il demone uccidendolo in una manciata di secondi.
Bobby disse di proseguire e di fermarci al primo padiglione grigio, lì avremmo trovato una congrega di demoni che sarebbero stati perfetti per Sam.
Le sensazioni che provavo in quel momento erano incedibili e se mi fermavo a pensare solo per un momento che quello che stavo vivendo era ormai normale, allora adesso era arrivato il momento di rimangiarmi tutto. Mi sentivo nuovamente estraniata da quella realtà e incredula a tutto quello che stava succedendo e come stava succedendo, il mio corpo era presente, ma la mia mente era così vuota e così assente da farmi credere che la pazzia mi aveva finalmente colpita, ma no, in verità dovevo semplicemente accettare la mia nuova vita e mi era ormai chiaro che per me era alquanto difficile lasciare quella vecchia.
Il parcheggio in cui sostammo, era quello di un padiglione grigio sorvegliato da nessuno. Era prima mattina e forse ancora tutti dormivano, aspetta…i demoni dormivano? Ecco un’altra domanda a cui non avrei mai avuto una risposta. Come potevo mai accettare la nuova vita quando mi risultava essere così misteriosa e complicata rispetto l’altra?
Feci per uscire dalla macchina, ma Sam prendendomi per il braccio, mi costrinse a rimanere lì con Alyson, non voleva che vedessimo tanta violenza. Lo guardai, lui ricambiò il mio sguardo ma non disse niente. Rientrai in macchina e mi sedetti a braccia conserte vicino ad Alyson.
Sbruffai, ancora e ancora.
<< Julia? >> Mi chiamò Alyson in tono interrogativo.
<< Alyson, la nuova vita fa schifo! >>
Alyson rise. << Vedrai che tutto andrà meglio dopo che sventeremo la fine del mondo. >>
<< Come fai ad essere così sicura che tutto andrà bene? Cavolo, certe volte vorrei vedere le cose così positivamente anche quando non c’è niente per cui essere positivi, sai inizialmente ci riuscivo, ma giorno per giorno mi sono resa conto della gravità della situazione. >>
<< Julia, io credo in questi ragazzi, sono forti e sono davvero gli unici a poter evitare il peggio. >>
<< Si, ma a che prezzo? >>
Alyson calò il capo e non disse nulla.
<< Secondo te davvero riusciremo ad intraprendere la vita da cacciatrici, dopo che tutto questo sarà finito? >> Chiesi.
<< Penso che all’inizio sarà una cosa complicatissima, insomma cacciare cose e uccidere mostri non è la cosa più normale di questo mondo, però credo seriamente che potremo riuscirci con l’andare del tempo, dopotutto è nel nostro maledetto sangue demoniaco, Julia. >> Mi guardò e poi aggiunse: << sai che dovrai lasciare andare Sam, vero? >>
Sapevo ormai che Sam sarebbe andato fino in fondo. Annuii.
<< Magari troverai un altro bel cacciatore che ti salverà da un demone cattivo prima che tu muoia, hai ancora tutta una nuova vita davanti, vedrai che succederanno cose che neanche ti aspetti! >> Alyson sempre così piena di vita e sempre così positiva, mi era mancata e così risi. << Che bella prospettiva, Aly! >>
<< Ma sì, vedrai. >>
<< E che succederà se Lucifero dissanguerà me e te per avere la meglio su Michael? >>
<< Julia, cosa dicevi sul pensare positivo? Bene, puoi iniziare da ora. >>
Ridevo quasi a crepapelle per un motivo sconosciuto in quanto non era molto divertente quello che Alyson aveva appena detto, si chiama risata nervosa, l’ho letto da qualche parte e spesso aiuta a calmare i nervi e rilassarsi, funzionò per un secondo prima che vidi Castiel e Sam portare fuori da quel padiglione contenitori da due litri stracolmi di sangue di demone, e allora il mio sorriso sparì di nuovo.
Non avevo il coraggio di uscire dalla macchina, non volevo guardarlo in faccia, avevo paura dell’espressione che ci potesse essere sul suo viso e quando finalmente si voltò verso di me, fui capace di guardarlo in volto. Era determinato, ma c’era quel velo di malinconia e preoccupazione che neanche lui riusciva a nascondere, i suoi occhi da cucciolo indifeso adesso guardavano dritto davanti a sé e per un secondo non potei far a meno di chiedermi quello che adesso passava per la sua mente. Insomma come ci si dovrebbe sentire un uomo quando la propria vita sta per volgere al termine? Avevo una voglia immensa di stringerlo e tenerlo stretto fra le mie braccia convincendolo a cambiare idea, convincendolo a trovare un altro modo, ma era impossibile, la fine era così dannatamente vicina e i chilometri che ci distanziavano da essa erano sempre meno.
Decisi di scendere dall’auto per cercare di capire di cosa stessero parlando.
<< Questo ti sembra un presagio? >> Chiese Bobby a Dean mostrandogli un giornale. << La temperatura è scesa di quindici gradi a Detroit, ma solo nel raggio di cinque isolati nel centro di Motown. >> Lesse.
<< Detroit, è lì che si trova Satana. >> Concluse Dean.
<< Detroit, perché non sono sorpresa? >> Chiesi ricordando le parole confuse di Lucifero su un futuro incontro a Detroit.
<< Quel bastardo lo sapeva fin dal principio, Julia, anche a me l’aveva detto… nel futuro. >>
<< Quindi è Detroit la nostra prossima destinazione? >>
<< Esattamente, facciamo fuori quel figlio di puttana. >> Dichiarò Dean convinto, ma sul suo volto era perfettamente visibile un’espressione di preoccupazione, la sua maschera era nuovamente penetrabile.
Nessuno di noi aveva parlato da quando avevamo lasciato Roselawn, nessuno aveva neanche emesso un suono e di nuovo l’atmosfera pesate regnava padrona all’interno dell’auto.
Staccai gli occhi dalla strada e guardai Alyson, era evidentemente esausta e aveva ceduto alla stanchezza, dormiva poggiata con la testa al finestrino e rannicchiata in sé stessa sul sedile posteriore dell’Impala, Dean non le aveva neanche fatto la solita ramanzina e questa cosa non poteva che essere una cosa preoccupante.
Avevo la mente così stanca che decisi di lasciarmi trasportare anche io dal sonno, non dormivo da più di ventiquattro ore e la stanchezza si iniziava a sentire. Poggiai la testa sul sedile e chiusi gli occhi. Avrei dovuto vedere semplicemente il retro delle mie palpebre, ma non fu così, quello che vidi era sangue, sangue e ancora sangue, ma perché tutto d’un tratto la mia vita ruotava intorno ad esso? La pozza di sangue dei miei genitori sulla moquette di casa, il sangue nei contenitori che adesso viaggiavano con noi e il mio maledetto sangue demoniaco.
Quando finalmente precipitai nel baratro del sonno, quello che sognai non fu molto diverso delle immagini che invadevano la mia mente.
   
 
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