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Autore: Aqua Keta    29/10/2019    4 recensioni
Forse il destino è già scritto ma con ostinazione e coraggio lo si può cambiare e tornare a vita nuova. Esiste un tempo per soffrire ma esiste anche un tempo per la ricompensa della gioia
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Leah si mise ad arricciare con le dita i capelli di André.
“Sono bellissimi”- osservò. 
Lui non riusciva a staccarle gli occhi di dosso : che sensazione sentire le mani affusolate di una donna che lo toccavano –“Da dove vieni? Non mi pare che tu sia di qua”
“Sono di madre francese e padre irlandese “
“Ma qui da Du Bois è la prima volta che ti vedo…”
“…in effetti è da un mese che mi ha preso a lavorare. I miei sono dovuti tornare a Cork per via di mio fratello Liam….ha avuto un incidente in miniera”
“Mi dispiace. ..”- posò la sua mano su quella di lei. 
Fece spallucce –“Non è nemmeno la prima volta…”- lo sguardo si fece cupo.
Qualcosa doveva turbarla….sul suo sorriso era calato un velo di tristezza.
In fondo a quel verde dei suoi occhi André intravvide un dolore segretamente custodito.
“Sei qui da sola allora!?”- cercò di stemperare quell’aria strana creatasi.
“So cavarmela, credimi! “lo rassicurò.
Du  Mont entrò nel locale –“A bene….allora ci siamo ripresi”
“Bell’amico siete!”- André gli diede una pacca sulla spalla.
“Eh cosa dovevo fare? Non siete mica minutino come lei!” – indicò Leah –“Chi sarebbe riuscito ad infilarvi nel calesse e riportarvi a casa con quelle due spalle che avete!”- si arricciò i baffi.
“Se…se…raccontatela a qualcun altro!”
Leah sghignazzò e lui le sorrise.
“Coraggio ….gran bevitore, vi riporto a casa” – sistemò la cintura sotto la pancia e gli fece cenno di seguirlo.
“Arrivo…un secondo solo”- avrebbe voluto restare ancora, il tempo era volato troppo in fretta.
“Vai già via? “- lo fissò un po’ amareggiata.
“Se solo avessi Alexander “- pensò –“ Purtroppo devo lasciarti…però  prometto di tornare “
“Come no!...Tutti uguali voi ubriaconi “- voltò le spalle e si diresse verso il bancone.
André la bloccò per un braccio –“ Prometto!”- 
Leah rimase a fissare i suoi splendidi occhi verdi, era sincero non c’era ombra di dubbio, allora sorrise 
–“ D’accordo…”

Quel colloquio le aveva lasciato l’amaro in bocca. Sarebbe stato meglio rifiutare alla richiesta di Girodelle.
L’amicizia che aveva legato per anni lei e la regina stava dissolvendosi come sabbia tra le mani.
Fersen dunque era rimasto in città. E se l’avesse incontrato? Ora il suo cuore era libero…si, ne era realmente convinta…per lui non provava più alcun sentimento!
Arrovellata tra i pensieri non si accorse di essere entrata in città. 
Si guardò attorno –“Diamine….Dove sono finita….”
All’improvviso qualcosa spaventò Cesar che imbizzarritosi la fece cadere a terra. Rimase con una mano aggrappata alle briglie.
Dietro di lei un uomo con una benda su un occhio l’afferrò per i capelli –‘Bene bene….guarda un po’ che cos’abbiamo qui!”- le puntò il bastone che teneva in mano sotto una guancia.
Oscar lasciò le briglie e si portò una mano alla testa digrignando i denti dal dolore  –“ Lasciatemi!”- gridò. 
“Non ci penso per nulla!”- la trascinò qualche metro più in là in un angolo di un vicoletto a fondo chiuso.
“Ehi….ma che bel  faccino…uomo o donna?”- il compagno dell’aggressore l’afferrò per il mento –“Non capisco!”- glielo volse da un lato e dall’altro.
“Dov’è il problema…..adesso verifichiamo!”- fece per strapparle la camicia ma lei con un gesto gli cacciò via la mano.
“Toglietemi le mani di dosso”- si dimenò fino a liberarsi e cercò di scappare.
Il tipo si irritò maggiormente –“Non riuscirai a svignartela ”- le infilò il bastone tra le gambe e la fece ricadere rovinosamente a terra.
“Non hai scampo”- l’afferrò per l’ennesima volta per i capelli tirandola all’indietro.
L’altro uomo le diede uno schiaffo a mano aperta rompendole un labbro –“ Dove credi di andare!”
Si sentì braccata. 
“Allora vediamo un momento”- mentre uno la teneva ferma l’altro la tastò sul seno.
Rabbrividì.
“….non è  molto chiara la cosa…..adesso provvediamo in altra maniera”- si chinò su di lei e tentò di aprirle la camicia.
Lei avendo le gambe libere gli diede di tacco fra le gambe, l’altro mollò la presa e lei riuscì  a sollevarsi su di un ginocchio. Il tizio urlando cadde a terra dolorante portandosi le mani sul basso ventre. 
Quello con la benda le sferrò un pugno –“ Schifoso!”- Oscar ricadde con la schiena all’indietro e batté la testa sul selciato.
“Dannazione. ..che hai fatto?”- gridò il compagno saltellando piegato ancora dal dolore –“ Lo hai ammazzato!”- la paura prese il sopravvento -“Dai idiota, fruga nella bisaccia del cavallo e andiamocene!”
“Meglio se è  morto….io però voglio togliermi la soddisfazione di vedere…”
“Testa di legno…lascia perdere….non ti basta quello che abbiamo combinato?”
“…..no!…”- lo guardò  incarognito –“….voglio vedere!” – avvicinatosi le sfilò la camicia dai pantaloni e vi  infilò con cattiveria una mano.
Cesar nitrì e sollevò le zampe per aria come per aggredire il brigante.
“…Ehi…ehi…”- si buttò su di un fianco e con le braccia provò a difendersi –“ Vattene dannata bestia”- agitò le mani per aria –“Vattene!”
L’altro lo soccorse –“ euh…via…”- riuscì ad alzarsi.
“Prendilo per le briglie…dai forza”
Mentre uno cercava di intrattenere Cesar da una parte il compagno strappò dalla sella la bisaccia.
“Dai…forza , ho fatto!”
Presero dunque le monete d’oro trovate – “Ti è andata bene damerino “- quello con la benda sputò in terra.
E si allontanarono velocemente lasciandola svenuta a terra.

“Grazie Du Mont, a buon rendere!”- il calesse si fermò davanti al cancello.
“Ora che state meglio dite voi ad Oscar che ci vediamo dopodomani da Du Bois, io avviserò’ Pierre e Bernard”.
“E Alain?....bisogna avvertire anche lui”
“Sapete dove abita? Potrei passare io.”- si offrì il curato.
“A pensarci bene lui un salto da Du Bois lo fa tutte le sere…pertanto non importa”
“D’accordo!”- e salutatolo decise di passare dalle scuderie –“ Buongiorno Alexander”- lo accarezzò –“Di la verità che ti sono mancato in questi giorni!”
Si accorse che mancava Cesar –“Dove sarà andata?”- si chiese –“ Che te ne importa! “- suggerì una voce nella mente. Cacciò  il pensiero : Oscar ora era libera di fare ciò che voleva! Rientrò in casa.
“Ma voi degli orari non li avete mai?”- Nanny minacciò André con un cucchiaio di legno.
André si portò le mani sulla testa per proteggersi –“ Smettila nonna…sono stato dal dottore,  non ricordi?”
Si sporse dalla porta e guardò nel cortile –“Quel bell’uomo del baffone dove l’hai messo?-“
André rimase allibito -“Nonna…ma non ti vergogni?”-
“Certo che no”- si mise a mescolare le patate nella teglia –“ Come ho detto ad Oscar questa mattina nonostante sia un curato quei baffi e quella barba lo rendono interessante”
Non credette alle sue orecchie…poi –“ A proposito, sai dov’è andata?”
Ripose il coperchio sulla pietanza –“E’ venuto quel tale….capellone,  tutto fine e composto…”
André non capì –“…capellone? “- chissà perché pensò a Fersen, ma poi ….
“Si….dai quel tipo che è venuto più  di una volta a cercarla…Giro… come caspita si chiama?”
“Girodelle! “
“Ecco….si. E’ rientrata di corsa a cambiarsi ed è andata via con lui “
André infilò le dita in un altro tegame ed assaggiò- “Ahi!
Nanny gli diede sulle mani -“Che fai?”- 
Si mise in posizione di difesa –“ Non lo faccio più ma smettila di picchiarmi sempre”
“Sei peggio di un monellaccio”
André  rise –“ Avvisami quand’è ora”- e la lasciò ai suoi manicaretti - “Chissà cosa voleva Victor”- Rimase sui gradini a fissare il cancello –“Strano che non sia ancora tornata “

Trascorse qualche ora da quando Oscar era stata aggredita.
Aprì gli occhi….accanto Cesar pareva la vegliasse.
Provò in una qualche maniera a tirarsi su. La testa le doleva terribilmente. Portò una mano dietro il capo: sporca di sangue!
Si pulì la bocca, socchiuse gli occhi e deglutì : il dolore era notevole e le forze per alzarsi si accorse di non averle.
Rimase appoggiata al muro: la camicia semi aperta ed il ventre scoperto. Il tentativo di infilarla dentro i pantaloni non andò a buon fine –“Dannazione!”- come era potuta finire in una situazione del genere.
Improvvisamente cominciò a tossire –“ Ci mancava solo questo”- mormorò. 
Il respiro era in affanno….non stava per niente bene.
Certo era che nel luogo in cui si trovava nessuno sarebbe passato e l’avrebbe potuta aiutare.
Provò  a sollevare un braccio per prendere le briglie; se solo fosse riuscita a salire a cavallo probabilmente c’è l’avrebbe fatta a tornare a casa.
Niente…
“Fossi venuta a Parigi con André tutto questo non sarebbe successo”- socchiuse gli occhi….si sentì mancare.
Lungo la strada principale si udì uno scalpitio di zoccoli.
“….per favore aiutatemi….!”- disse tra i denti.
Passarono due a cavallo.
“Ehi. ..un momento. ..ma quello mi sembra ….”- L’uomo si avvicinò –“Cesar!”. Sceso da cavallo si guardò attorno –“ Oscar!”- chiamò.
In fondo al vialetto vide la sagoma di qualcuno a terra.
“Mio Dio”- la raggiunse e si chinò su di lei, la sollevò tra le braccia –“Oscar…Oscar”
Il viso tumefatto. Aprì  leggermente gli occhi -“ André. ….ti prego…..perdonami…non volevo ferirti….io….”
“Oscar”- chiamò per l’ennesima volta.
Riuscì  a fatica a realizzare - “Fersen….”- l’immagine scomparve. Svenne .
“Su, aiutatemi a metterla sul cavallo”- si rivolse al suo attendente.
Poggiatale il capo sul petto prese per le briglie Cesar e le tenne strette alle sue –“ Di corsa a casa”- disse all’uomo.

“Indubbiamente credo se la sia vista brutta”- il dottore richiuse la porta della camera.
“Come sta?”- Fersen era visibilmente preoccupato.
Il medico sollevò la fronte e sospirò –“Taglio sul labbro, grosso livido sullo zigomo e, ferita, fortunatamente non grave, alla testa…. Chi l’ha ridotta così aveva sicuramente intenzioni peggiori”- chiuse la sua borsa –“ Ho lasciato sul divanetto gli abiti sporchi. Un po’ di riposo…..mi sembra piuttosto resistente”
“La ringrazio ”- e lo accompagnò alla porta.
“Conte….”- si soffermò –“....non so se la vostra ospite ne sia a conoscenza ma….”- non riuscì a trovare una maniera più delicata per informarlo –“…ha un principio di tisi!”
Fersen sbarrò gli occhi –“ Cosa?”- 
“Convincetela a curarsi….a mio parere siamo ancora in tempo…..ma non sarà così per molto!”- salutatolo uscì .
Richiusa la porta rimase immobile sulla soglia: un principio di tisi! 
Entrò lentamente nella camera e rimase a fissarla –“ Oscar….ma voi lo sapevate?-“ si domandò.
Sedette sulla poltroncina di fronte al letto.
“Che cosa vi è successo?” – pensò osservandola addormentata –“Perché domandavate perdono ad André? Non credo che lui vi abbia potuto ridurre così!.....”- Rimase ad osservare i suoi lunghi capelli biondi – “Siete una splendida donna….nonostante abbiate sempre nascosto il vostro bellissimo corpo dietro un’uniforme”- si avvicinò un istante - “Se avessi conosciuto prima voi della Regina? …..l’ho pensato più di una volta….dopo quella sera….”
Lei si mosse.
“Oscar!”
Aprì  leggermente gli occhi.
“Axel….Dove sono?” – era dolorante ovunque.
“Finalmente….Siete nel mio appartamento”- il tono era basso e rassicurante.
Si portò una mano alla testa, poi sullo zigomo -“Che cosa mi è successo?”
“Credo siate stata aggredita” – vide che voleva sollevarsi e l’aiutò .
Vagò con la mente per ricordare.
“….si…ero di ritorno a casa….credo di essermi stupidamente persa..”
“Ricordate cosa vi sia accaduto ?”
“….Cesar si è  imbizzarrito…forse per colpa di quei due briganti…sono caduta…poi ….lo potete vedere anche voi.”
“André….?”
“No, ero sola….la mia fortuna siete stato voi….non si sarebbe accorto nessuno di me in quel vicolo..”
Fersen sorrise –“ Avrei preferito incontrarvi in un’occasione migliore!”
“Indubbiamente”- sogghignò. Si guardò attorno: la camera non era molto grande ma ben ammobiliata e molto curata –“ Così  vi siete trasferito qua!”
“Si….”- sospirò –“….non potevo starle lontano”- disse riferendosi a Maria Antonietta –“Il mio è  un sentimento troppo forte, Oscar….di questo non ho problemi a parlarvene”.
Lei chinò gli occhi –“ Lo so…me lo ha detto la regina”
Spalancò gli occhi stupito –“L’avete vista?”
“Questa mattina….purtroppo non è  stato un incontro molto positivo”
Lui non comprese.
“…ho lasciato i Soldati della Guardia…..mi sono unità con loro ed André ai rivoltosi sotto la Bastiglia….Ora la mia vita non è  più  quella di prima….questo è stato l’argomento di contrasto ”
Axel rimase senza parole.
Un silenzio inverosimile calò nella stanza.
“Non sapete cosa dire, vero?”- lo guardò dritto negli occhi.
“Madamigella, io ho scelto di stare vicino alla donna che amo….voi ai vostri ideali….libero arbitrio!”
Annuì –“Vi ringrazio di cuore per avermi soccorsa ed aiutata”
“….forse il filo del destino continua a legarci ! “- si alzò  e le versò una tazza di the caldo, poi senza fare tanti giri di parole andò dritto al dunque –“….sapevate d’avere un principio di tisi?”- le diede le spalle riponendo la teiera.
Sgranò gli occhi e s’irrigidì.
Le allungò la tazza. Lei non fiatò.
“Da quanto lo sapete?”- scostò le tende e guardò oltre i vetri. Pareva si stesse annuvolando.
“Da un po’ “- rispose .
Poi voltatosi –“….non lo sa nessuno, vero?”
Accennò ad un si col capo.
“Oscar….voi dovete curarvi. …il medico mi ha detto che siete in tempo per farlo…”
“Ne sono consapevole….ho ancora qualche faccenda da sbrigare ….Poi andrò con i miei in Bretagna per qualche tempo…”
“Zona di mare?”
“Così mia sorella ci ha descritto il luogo”
Tornò di fronte al letto –“Sarebbe più consono  un  luogo soleggiato e asciutto “- suggerì –“Non avete pensato alla costa sud della Spagna.…o all’Italia?”
“Sono allo stadio iniziale della malattia. …basterà mare,  riposo e buona alimentazione “- ripose la tazza sul comodino e fece per alzarsi. Si accorse di non avere i suoi indumenti .
“Perdonatemi …mi sono permesso di chiedere al medico di mettervi una mia camicia.  I vostri abiti erano logori”
Lei arrossì .
“Vi prego di restare…non siete ancora in forza per rientrare a casa”
“Non voglio crearvi disturbo”- si sentì un po’ in imbarazzo.
“Nessun disturbo….Siete sempre la benvenuta”.
Si accomodò nuovamente sulla poltroncina. 
Calò per l’ennesima volta il silenzio. Era tutto alquanto irreale.
“Nel letto di Fersen”- pensò lei –“ Un tempo l’ho desiderato anche se in una situazione differente”.
Axel avrebbe voluto farle mille domande….ma la prima che gli venne in mente –“Posso essere indiscreto e chiedervi di cosa dovete scusarvi con André?”
Passò la lingua sull’angolo del labbro in cui era tagliato e divenne paonazza.
Fersen se ne accorse.
“Oscar…..siete una donna ….una gran bella donna….aprite il vostro cuore all’amore....non negatevi ad esso….potreste rimpiangerlo”- aveva vagamente intuito quale fosse la situazione. 
Volse il viso dalla parte opposta perché Axel non la vedesse: gli occhi le si erano riempiti di lacrime.
“Vi chiedo di scusare la mia sfacciataggine….eppure è la seconda volta che vi soccorro...e dalla vostra bocca esce solo un nome: quello di André...”
“…tacete,  ve ne prego!”- lo interruppe. 
Poggiò i gomiti sulle ginocchia incrociando le mani e volgendo lo sguardo a terra.
“Non  volevo offendervi ….il destino ci riserva poche occasioni positive….bisogna saperle cogliere…..ogni lasciata è persa!”- la sentì singhiozzare allora si alzò –“vi lascio riposare!”
“…Fersen…” – chiamò  tra le lacrime.
“…lasciatevi andare Oscar!....ve lo dice uno che continua a soffrire per amore…e che sa di non aver speranza….Voi forse potreste dare una svolta al vostro destino….!”- e richiuse la porta alle sue spalle.
Rimasta sola scoppio' definitivamente a piangere - “André….André….”
   
 
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