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Autore: Teo5Astor    30/10/2019    15 recensioni
Un mistero accomuna alcuni giovani della Prefettura di Kanagawa, anche se non tutti ne sono consapevoli e non tutti si conoscono tra loro. Non ancora, almeno.
Radish Son, diciassettenne di Fujisawa all'inizio del secondo anno del liceo, è uno di quelli che ne è consapevole. Ne porta i segni sulla pelle, sul petto per la precisione, e nell'anima. Considerato come un reietto a scuola a causa di strane voci sul suo conto, ha due amici, Vegeta Princely e Bulma Brief, e un fratello minore di cui si prende cura ormai da due anni, Goku.
La vita di Radish non è facile, divisa tra scuola e lavoro serale, ma lui l'affronta sempre col sorriso.
Tutto cambia in un giorno di maggio, quando, in biblioteca, compare all'improvviso davanti ai suoi occhi una bellissima ragazza bionda che indossa un provocante costume da coniglietta e che si aggira nel locale nell'indifferenza generale.
Lui la riconosce, è Lazuli Eighteen: un’attrice e modella famosa fin da bambina che si è presa una pausa dalle scene due anni prima e che frequenta il terzo anno nel suo stesso liceo.
Perché quel costume? E, soprattutto, perché nessuno, a parte lui, sembra vederla?
Riadattamento di Bunny Girl Senpai.
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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37 – La missione di Goku
 
 
«E-ecco, sono Videl Satan. Buonasera» mi dice un po’ titubante la Videl dodicenne dall’altra parte della linea.
«Ah, ciao! È bello risentirti!»
«Ho visto la tua telefonata di ieri. Mi spiace averci messo così tanto a richiamarti».
«No, tranquilla. Volevo solo accertarmi di una cosa» la rassicuro. «Hai per caso messo una lettera tra la nostra posta?»
«Una lettera?! No!»
«Capisco. Va bene così» rispondo, sempre più confuso. «È da un po’ che non ti fai viva, tutto bene?»
«Sì, mi spiace. Non vi ho più nemmeno dato una mano con Beerus!»
«Non preoccuparti per quello, a lui piace stare insieme a Balzar. È successo qualcosa?»
«No, solo qualche piccolo problemino di salute. Tornerò a trovarvi non appena mi sarò ristabilita del tutto, mi spiace non avervi avvisato prima».
«Ok, ti aspettiamo. Pensa a riprenderti, allora. E se hai bisogno fatti sentire, mi raccomando».
«G-grazie Radish-san, a presto».
Metto giù la cornetta e mi volto verso Lazuli, che allarga leggermente le braccia e mi guarda perplessa, prima di riprendere a mangiare.
 
«Fratellone, la prossima volta che chiamerà Videl-chan potrà rispondere Goku-kun?!» mi domanda mio fratello, mentre sono intento a lavare i piatti dopo che abbiamo finito di cenare.
«Direi di sì» rispondo, asciugandomi le mani. «Se te la senti».
«Vuoi rispondere al telefono?» gli chiede Lazuli, che ha appena messo via la tovaglia.
«Sì! È uno degli obiettivi di Goku-kun!» esclama lui, mostrandole il quaderno che aveva fatto vedere anche a me prima di cena.
«Sei bello carico!» gli sorride lei, dopo aver letto la lista. «È successo qualcosa?»
«Goku-kun ha capito che se non diventerà indipendente, il fratellone non potrà mai sposarsi con te…» farfuglia con aria triste, abbassando la testa e facendo improvvisamente arrossire Lazuli.
«Interessante…» commento io, divertito, facendo un passo verso la mia ragazza, che distoglie lo sguardo dal mio, imbarazzata.
«Se ti sposerai e cambierai casa, almeno potrà venire anche Goku-kun a trovarti, fratellone! O magari a vivere con voi… Goku-kun non la sa…».
«Sono certo che Là ti accoglierà a braccia aperte!» gli sorrido, cingendo con un braccio le spalle della mia ragazza, rigida come una statua.
«A me… a me farà piacere averti in casa» risolleva lo sguardo Lazuli, recuperando il suo consueto aplomb e scompigliando i capelli di Goku, in un gesto che non mi sarei mai aspettato da lei. È davvero tenera. È semplicemente meravigliosa. «Però… sì, diventare indipendenti è una bella cosa» aggiunge lapidaria, voltandosi.
«S-se Goku-kun diventerà indipendente potrà anche andare da Chichi-chan a casa sua?» chiede timidamente, goffo come pochi.
«Certo, lei ne sarebbe felicissima» accenna un sorriso Lazuli. «Vuoi fare pratica a rispondere al telefono con me?» gli propone, lasciandomi ancora una volta di stucco. «Così cominciamo a fare una bella “x” sopra uno dei tuoi obiettivi».
«O-ok…» risponde lui, deglutendo il nulla e posizionandosi davanti al telefono di casa, mentre Lazuli va in camera mia col cellulare in mano e chiude la porta alle sue spalle.
Mi avvicino a Goku, pietrificato e con già una mano a pochi centimetri dalla cornetta. È tesissimo, e infatti si spaventa quando il telefono comincia a squillare e sul display compare il nome “Lazuli Eighteen”. La sua mano trema, non riesce ad afferrare la cornetta.
«Stai tranquillo, è Là» provo a rassicurarlo, accanto a lui.
«G-giusto!» sbotta, prima di prendere in mano con uno scatto la cornetta e avvicinarla al suo volto, nonostante gli tremi la mano.
«R-risponde casa… S-son!» farfuglia, con un tono di voce particolarmente alto.
«Congratulazioni Goku-kun! Sei stato bravissimo!»
«Goku-kun ce l’ha fatta, fratellone!» esclama mio fratello, voltandosi verso di me tutto eccitato. I suoi occhi neri sono lucidi per la gioia, ma brillano per il traguardo che sente di aver raggiunto.
«Pronto? Mi senti Goku-kun?» richiama la sua attenzione Lazuli, dall’altra parte della linea.
«S-sì! Forte e chiaro!» grida Goku, tutto felice, mentre la mia ragazza apre leggermente la porta di camera mia e mi sorride dolcemente.
«Direi che d’ora in poi riuscirai a rispondere alle mie chiamate. Domani magari proviamo con Chichi-chan» gli spiega, senza smettere di guardarmi negl’occhi.
«S-sì…» sorride a sua volta Goku, stringendo sempre la cornetta. Il suo sguardo mi sembra improvvisamente molto affaticato.
«Sei stato bravissimo, Goku!» gli dico, proprio mentre la cornetta gli sfugge di mano e comincia a barcollare, come se stesse per svenire.
«Goku!» grido, cingendolo con le braccia e sorreggendolo, mentre anche Lazuli accorre verso di noi.
«G-goku-kun sta bene…» sussurra mio fratello, riaprendo gli occhi e accennando un sorriso sereno.
«Ha la febbre!» esclama Lazuli, dopo avergli appoggiato una mano sulla fronte. «Scusa, ti ho spinto troppo oltre».
«Oh no, Lazuli-san» le sorride Goku, riaprendo gli occhi a fatica. «È solo grazie a te se Goku-kun ha raggiunto il primo dei suoi obiettivi! Dillo a Chichi-chan, per favore» aggiunge, voltandosi poi verso di me. «Se Goku-kun continua a impegnarsi così tanto, magari domani potrebbe anche uscire di casa».
«Già… ma non avere troppa fretta, adesso» gli accarezzo i capelli, sollevandolo di peso per portarlo in camera sua. Cazzo, se pesa!
«Io… io e il fratellone andremo a vedere i dinosauri, Lazuli-san…» spiega alla mia ragazza, mentre lo mettiamo a letto.
«Un giorno verremo anche io e Chichi-chan con voi due a vederli, allora» le sorride lei.
«Urca… sarebbe… sarebbe bellissimo…» farfuglia lui, addormentandosi.
Rientro in camera sua un’ora dopo per controllare che stia bene, prima di andare a dormire anch’io. Lazuli è tornata a casa sua, domani mattina passerà la sua manager prestissimo a prenderla perché devono fare alcune riprese che la terranno impegnata fino al pomeriggio.
Sorrido, notando sul comodino il suo quaderno aperto sulla pagina degli obiettivi da raggiungere. Ha barrato con una “x” la frase “Rispondere a una chiamata che non sia del fratellone”, come gli aveva suggerito Lazuli.
Gli rimbocco le lenzuola prima di uscire ma, proprio in quel momento, resto paralizzato dal terrore e il mio cuore sembra fermarsi per un lungo istante. L’istante in cui noto che un grosso ematoma violaceo si è formato sul collo di mio fratello.
Mi sembra di tornare indietro nel tempo. Mi sembra di rivivere un incubo.
Vorrei che Lazuli fosse qui, adesso. Ho improvvisamente paura.
Respiro a fondo, cerco di mantenere la calma. Probabilmente il corpo di Goku ha reagito così semplicemente a causa dello sforzo psicofisico necessario a rispondere al telefono e superare quel limite.
Penso che domani mattina sarà tutto ok, semplicemente dobbiamo fare un passo alla volta. Con calma.
E Lazuli, dopotutto, è qui nel palazzo davanti. È qui vicina a me, e ho il cellulare per chiamarla in qualunque momento. Non voglio farla preoccupare adesso.
Respiro di nuovo a fondo, mentre mi sdraio nel mio letto e crollo anch’io, vinto dalla paura e dal sonno.
 
17 ottobre
 
«Sai cosa ho capito, Rad? Che la vita ci mette davanti delle sfide con lo scopo di farci diventare più gentili» mi spiega Videl, mentre la brezza marina le fa svolazzare i codini.
Siamo mano nella mano e guardiamo l’orizzonte dopo esserci appena baciati. Mi sento felice. Mi sento vivo, dopo tanto, troppo tempo.
«Per diventare più gentili?» le chiedo, voltandomi verso di lei.
«Sì, io ho deciso di vivere con la speranza di diventare ogni giorno una persona un po’ più gentile!» mi sorride, felice. Emette serenità con la sua sola presenza.
Non so nemmeno io perché, ma mentre la guardo i miei occhi si riempiono di lacrime.
 
La sveglia mi fa aprire gli occhi di scatto, con i raggi del sole che filtrano dalla finestra e illuminano la mia stanza.
Mi rendo conto di avere le guance rigate di lacrime. Ho pianto mentre dormivo. Mentre sognavo quello che mi aveva detto Videl due anni e mezzo fa dopo esserci baciati. E prima di sparire per sempre dalla mia vita.
Perché non si è presentata all’appuntamento ieri? E perché, proprio ieri sera, è ricomparsa Videl-chan al telefono?
«Ciao fratellone! Alzati o farai tardi!» esclama Goku, facendo irruzione in camera mia.
Lo osservo con attenzione e tiro un sospiro di sollievo: l’ematoma è sparito, mi sembra che stia bene.
«Arrivo, arrivo…» gli sorrido, alzandomi.
Mi sento il cuore pesante stamattina… la preoccupazione che ho provato ieri sera nel vedere quel livido e i pensieri sul mistero relativo alla lettera di Videl mi hanno fatto fare quel sogno, che non ha fatto altro che portare a galla vecchi ricordi. Ricordi che fanno male, nonostante tutto quello che abbia fatto per me Videl in quel periodo. Ma non potrò mai dimenticare cosa ho provato quando lei è sparita, e quanto ho sofferto per Goku e le sorti della mia famiglia prima, durante e dopo il mio ricovero in ospedale.
Sento vibrare il cellulare, mentre un nodo mi stringe la gola e non sembra darmi tregua.
«Sono già sul set. Grazie per ieri sera, è stato bello aiutare tuo fratello. Non vedo l’ora di vederti oggi pomeriggio» mi scrive Lazuli, e a me sembra di tornare a respirare.
«Grazie di esistere Là. Non saprei come fare senza di te» le rispondo, col cuore decisamente più leggero.
 
Col passare della giornata, tuttavia, quel velo di tristezza e malinconia che ha cominciato ad avvolgersi intorno alla mia anima ieri sera non è sparito del tutto, anzi. Sarà la nostalgia per Là, sarà aver sognato Videl, sarà per quell’ematoma che ho visto comparire sul collo di Goku… fatto sta che non ho molta voglia di parlare oggi. Onestamente non vedo l’ora di finire il mio turno lavorativo e rivedere Lazuli, che dovrebbe finire abbastanza presto le riprese.
«Senpai…» mi chiama delicatamente Lunch, ridestandomi dai miei pensieri. Mi rendo conto di essere immobile dietro al bancone, con un boccale di birra vuoto in una mano e uno straccio nell’altra. Mi guarda, sembra preoccupata. «È successo qualcosa?»
«Non direi» le rispondo, accennando un ghigno poco convinto e provando a scherzare come faccio sempre. «Visto che oggi ci sono pochi clienti, mi stavo chiedendo se ci fosse un modo per usare il tuo bel visino e quello di Mai-chan per attirare qui un po’ di gente» aggiungo, indicando col volto in direzione della nostra nuova collega Mai, intenta a sparecchiare uno dei pochi tavoli che erano occupati. Ovviamente quel pervertito di Muten non si è lasciato scappare l’occasione di assumere come cameriera un’altra bella ragazza, quando la compagna di classe di Lunch è venuta qui l’altro giorno a proporsi.
«Non le sai proprio raccontare le bugie, tu» ribatte, guardandomi storto e incrociando le braccia sotto il seno. «Beh, se non vuoi dirmi cosa c’è che non va e non hai nulla da fare, vieni a darmi una mano. Sono arrivati i barili di birra in magazzino, non voglio spostarli con Mai-chan come ieri!»
«Hai bisogno della mia forza bruta perché sei una tenera donzella indifesa?» le chiedo, mentre la seguo in magazzino.
«Stai zitto, senpai, se non vuoi un calcio nel sedere».
«Mai-chan è molto più dolce di te nei miei confronti. Dovresti imparare da lei».
«Mai-chan è troppo buona e non ti conosce abbastanza da sapere quanto tu possa essere un cavernicolo» ribatte Lunch, stizzita, fermandosi davanti a un grosso barile. «Solleviamolo insieme, così ti faccio vedere che non sono una donzella indifesa!» sbotta, afferrando con due mani un manico del barile.
«Come vuoi tu, piccola kohai» rispondo, afferrando con una mano l’altro manico.
«Pronto?! Un, due, tre, la peppina fa il caffè!» esclama, prima di sollevare il barile insieme a me, che la guardo stranito dopo aver udito quella strana conta che ha usato.
«Eh?!» le chiedo, strattonando il barile per farle mollare la presa.
«Senpai, tienilo come si deve!» ribatte allarmata.
«Ho visto che sei forte, ora lascia sistemare a me il barile» le dico, sistemando al suo posto la birra senza fare troppa fatica. «Comunque la tua strana conta mi ha mandato in pappa il cervello» le sorrido, facendola irrigidire. Comincia anche ad arrossire. Mi diverto a metterla in imbarazzo, è più forte di me. «Un, due, tre… la peppina fa cosa?!»
«Eh?! A Fujisawa non si dice?!» sbotta, sgranando gli occhi e portandosi una mano davanti alla bocca spalancata.
«Uhm… no. Nemmeno in tutta la prefettura di Kanagawa. Neanche a Tokyo» rincaro la dose, mentre lei si mette le mani tra i capelli e diventa paonazza.
«Non ci credo! E adesso cosa faccio?!» urla, disperata. Fatico a restare serio. «L’ho usata anche con Mai-chan ieri!»
«Mai-chan ti conosce da mesi ormai e tu ogni tanto te ne esci con delle frasi assurde, ormai ci avrà fatto l’abitudine anche lei» le spiego, allargando le braccia per prenderla in giro. «Dai, dammi una mano col prossimo barile» le dico, mentre afferro un manico e aspetto che lei faccia lo stesso. «Un, due, tre, la peppina fa il caffè!» esclamo, prima di sollevarlo.
«Mi mandi veramente in bestia, senpai!» ringhia, ancora tutta rossa in faccia.
«Però lo ammetto, parlare con te mi mette sempre di buon umore» sorrido, mentre sistemo il barile.
«Io invece quando fai così non ti sopportooo!» sbraita, dandomi un calcio nel sedere così forte che mi fa quasi piegare in avanti sulle ginocchia.
 
«Fratellone! Bentornato!» mi accoglie Goku, non appena rientro in casa.
«Eh?!» osservo stupito, notando che stringe tra le mani la cornetta del telefono di casa.
«È tornato a casa proprio come avevi detto, Lazuli-san!» urla, tutto eccitato, mentre chiudo la porta alle mie spalle e sorrido. Ecco con chi era al telefono, dovevo aspettarmelo! «Ok! Ora Goku-kun te lo passa!» aggiunge, porgendomi la cornetta e correndo in camera sua.
«Ciao Là!»
«Ti ho visto dal balcone mentre ero al telefono con tuo fratello. Tutto bene oggi?»
«Diciamo che ora va meglio, visto che sento la tua voce e so che tra poco vieni di qui a cena. Tutto ok alle riprese?».
«Certo, anche se adesso avrei voglia di passare un po’ di tempo col mio fidanzato…» sospira, facendomi battere forte il cuore. «Goku-kun sta bene? Devi sapere che abbiamo provato a farlo parlare al telefono con Chichi ed è andato alla grande!».
«Sta meglio di ieri da quello che vedo. Siete state fantastiche».
«Già… ieri sera ero un po’ preoccupata per lui».
«Là, grazie per tutto quello che stai facendo per Goku da quando lo conosci».
«Anche tu non devi strafare però, Rad. Un passo alla volta, mi raccomando».
«Non ti devi preoccupare di questo, tanto anche se dovessi essere sfinito so di avere te che ti prendi cura di me e mi vizi finché non mi sono ripreso completamente! Vero?!»
«Ti vizio solo se lo ritengo necessario, altrimenti ti riempio di botte se mi fai arrabbiare».
«Questo risvolto mi fa ancora venire più voglia di vederti! Muoviti a venire di qua! Perché non metti il tuo costume da coniglietta, dopo?»
«Rad…».
«Uhm?»
«Scordatelo…».
«Uffa, sei crudele…».
«Però, se fai il bravo e fai quello che ti dico… magari potrei anche farci un pensierino…».
«Agli ordini, mia regina e mia dea! Farò qualunque cosa per restare chiuso in camera mia con te in versione coniglietta!»
«Sorellona, passami quel depravato, per favore!» sento strillare dalla cornetta.
«A quanto pare mia sorella ti vuole parlare. Ci vediamo dopo» mi saluta Lazuli, passandomi Chichi.
«Noto con piacere che non stavi più nella pelle all’idea di sentirmi, cognatastra?!» ammicco, facendo la voce roca.
«Tutt’altro, imbecille… anzi, sono indecisa se venire o meno a casa vostra» sibila.
«Meglio, potrò dedicarmi con più attenzione a deliziare la tua sorellona, nel caso».
«Sei… sei un maiale, Rad!» balbetta con voce stridula. «Comunque nel pomeriggio sono passato da casa tua e ho parlato un po’ con Goku-kun. Credo che lui abbia qualcosa da dirti».
«Dimmi una cosa, Chì: l’avete fatto, per caso? È questo che deve dirmi?»
«Mi… mi fai schifo! Cretino!» sbotta in tutta risposta, sbattendomi il telefono in faccia.
 
«Fratellone, Goku-kun ha finalmente finito!» dice mio fratello con aria determinata, dopo essere uscito da camera sua stringendo il quaderno su cui ha annotato gli obiettivi che vuole raggiungere.
«Beh, sei stato bravo anche adesso al telefono! Cos’è che hai finito?»
«Di formulare il piano per uscire di casa! Goku-kun ne ha parlato oggi con Chichi-chan e ora ha finito di scriverlo!» esclama, aprendo il quaderno. «Ta-dannn!»
«Uno: indossare un vestito carino» comincio a leggere.
«Questo l’ha suggerito Chichi-chan a Goku-kun».
«Due: fare una piccola pausa. Tre: andare all’ingresso. Quattro: fare una piccola pausa. Cinque: mettere le scarpe. Sei: fare una piccola pausa» riprendo. «Ci sono un sacco di pause o sbaglio?»
«È importante fare pause frequenti! Lo dice anche Chichi-chan!»
«Sette: aggrapparsi alla schiena del fratellone. Otto: ricaricare il “potere fratellone”».
«Il “potere fratellone”?! Che roba è?!»
«È una cosa importante ideata da Goku-kun!»
«Ah, perfetto allora!»
«Nove: uscire finalmente insieme al fratellone!» esclama Goku, leggendo lui l’ultimo punto e sollevando un pugno chiuso verso l’alto. «Goku-kun ha anche pensato a una contromisura d’emergenza: nel caso Goku-kun dovesse svenire, il fratellone lo prenderà in braccio e lo riporterà a casa. È perfetto, vero?!».
«Sì, ma vedi di non strafare, ok?» gli sorrido, scompigliandogli i capelli. «Fai un po’ d’ordine in giro che stanno per arrivare Là e Chì!»
 
 
19 ottobre
 
«Urcaaa! Ma sono tantissimi!» esclama Goku, elettrizzato, mentre Lazuli svuota sul letto di camera sua un paio di borse piene di vestiti.
«Te li abbiamo comprati apposta io e la sorellona, Goku-kun!» gli sorride dolcemente Chichi, che con mio fratello non si comporta mai da acida come fa con me. Sono carini insieme.
«Non avrete speso troppo? Ditemi cosa vi devo…» intervengo, preoccupato dalla quantità di roba che hanno preso.
«Non preoccuparti, quando ieri abbiamo girato insieme lo spot, ci hanno anche lasciato dei buoni da usare in quel negozio» accenna un sorriso Lazuli.
Già, tra le altre cose, lei e sua sorella sono riuscite a tornare a lavorare insieme per la prima volta da quel cortometraggio che avevano girato insieme da bambine. So che hanno registrato uno spot per una catena di negozi di articoli sportivi e abbigliamento per il tempo libero e ammetto che non vedo l’ora di vederlo. Sono curioso, e in più mi piace vederle felici insieme.
«Grazie infinite!» comincia a saltellare Goku, mentre la mia ragazza e sua sorella cominciano ad aprire i vari capi d’abbigliamento piegati. «Fratellone! Lazuli-san e Chichi-chan stanno regalando a Goku-kun un sacco di vestiti bellissimi!»
«Sei fortunato ad avere due persone così che ti vogliono bene» gli sorrido, mentre Chichi diventa paonazza e Lazuli distoglie lo sguardo dal mio, accennando però un sorriso.
«Vuoi… vuoi provarne qualcuno, Goku-kun?» gli chiede timidamente Chichi.
«Dai, prova questi!» interviene Lazuli, lanciando a mio fratello un paio di jeans strappati e una felpa Jordan nera col logo bianco sul petto. «Abbiamo anche trovato queste del tuo numero» aggiunge, passandogli delle scarpe Jordan bianche con dettagli rossi.
«Le voglio anch’io le Jordan…» piagnucolo, ricevendo un’occhiataccia congiunta da parte delle due sorelle.
«Avevo già in mente di farmi dare un buono anche per te la prossima volta che vado in quel negozio, tanto il titolare è un mio grande fan da quello che ho visto» sibila la mia ragazza. «Ma vedi di non farmi innervosire o te lo sogni».
«Ben detto, sorellona!» gli dà man forte Chichi, facendomi la linguaccia.
«Goku-kun non sembrerà uno di quei ribelli che si vedono nei film in televisione con queste cose?» chiede mio fratello, osservando intimorito i vestiti che gli ha passato Lazuli.
«Sono certa che starai benissimo. Vero Chichi-chan?» ribatte la mia ragazza, sorridendogli dolcemente.
«S-sì…» farfuglia lei, abbassando la testa.
«Allora Goku-kun proverà tutto!» grida, contentissimo.
«Dai, ti do una mano…» intervengo, facendo uscire le ragazze dalla stanza.
«Wow! Goku-kun non sembra più Goku-kun!» esclama davanti allo specchio con il suo nuovo look, mentre anche Lazuli e sua sorella si complimentano con lui. È bello vederlo così. È stupendo essere qui tutti insieme. Essere così… così spensierati.
Sembriamo davvero una famiglia. E mi sento felice.
«Non… non vorresti provare qualcosa di più elegante, adesso?» propone timidamente Chichi, porgendo a Goku una camicia bianca, dei jeans aderenti e delle scarpe nere.
«Uhm… Goku-kun non sembrerà troppo maturo con queste cose?!» domanda perplesso lui.
«Secondo me saresti… saresti carino…» farfuglia Chichi, arrossendo, mentre mio fratello grida ai quattro venti che vuole provare anche questo look.
Mi scambio uno sguardo con Lazuli che fatica a restare seria di fronte all’imbarazzo di sua sorella, mentre esce con lei dalla stanza. Anche lei mi sembra felice, e io davvero non potrei chiedere di meglio. Non vorrei nulla di più di questa quotidianità. Di queste piccole cose, così importanti nel mio mondo. Così preziose. Piccole cose da custodire, da proteggere. Momenti solo in apparenza semplici, ma che in realtà sono i più belli.
«Urcaaa! Ècome se Goku-kun non fosse più Goku-kun nemmeno stavolta!» esclama mio fratello, guardandosi allo specchio, mentre Lazuli annuisce e Chichi lo osserva con gli occhi sgranati, ancora leggermente rossa.
«Sei davvero elegante, Goku-kun!» sorride la mia ragazza, scompigliandogli i capelli.
«Già! Sono certo che lo pensa anche Chichi!» esclamo, cingendogli le spalle con un braccio e trascinandolo verso di lei.
Fingo di inciampare e lo spingo leggermente verso Chichi, facendo sì che la abbracci per non travolgerla.
«Ops…» dico, mentre Lazuli soffoca una risata.
«S-scusa!» urlano in coro mio fratello e Chichi, abbracciati l’uno e all’altra e paonazzi, prima di staccarsi meccanicamente e voltarsi dalla parte opposta.
«Tu… maledetto Radish! Io…» sibila Chichi, furibonda, mentre Lazuli la trascina di peso fuori dalla camera.
«Credo che Goku-kun debba provarsi altri vestiti…» si limita a dire freddamente.
«Goku-kun è… è elegante…» farfuglia mio fratello, ancora confuso da quel contatto.
«Oh, sì… e direi che Goku-kun ha fatto colpo!» scoppio a ridere, dandogli una pacca sulla spalla.
 
 
22 ottobre
 
«Shhh! Sta per iniziare!» sbotta Chichi, zittendoci tutti e alzando il volume della televisione.
Stasera infatti va in onda per la prima volta lo spot che lei e Lazuli hanno girato insieme. Abbiamo cenato tutti a casa mia e, per l’occasione, sono venuti qui anche Bulma e Vegeta.
«Tsk!» si limita a dire il mio amico, seduto sul bracciolo del divano con le braccia conserte e la faccia di chi vorrebbe essere da tutt’altra parte, ricevendo in cambio un’occhiataccia congiunta da parte di Chichi e Lazuli, oltre che una gomitata nel costato da parte della sua ragazza.
«Urcaaa! Ci sono Chichi-chan e Lazuli-san!» grida Goku, indicando la tv, mentre sulle note di “I want you bad” degli Offspring si vedono entrare in scena le due ragazze, entrambe con un pallone da basket in mano, che camminano per strada attirando gli sguardi della gente che si ferma a guardarle ammirata, prima di entrare in uno dei negozi “J-Sports” che stanno pubblicizzando.
Lazuli indossa una canotta NBA vintage bianca dei Toronto Raptors di Vince Carter, la stessa che aveva preso in prestito sua sorella la sera del concerto delle Sweet Bullet e del nostro bagno notturno indesiderato in mare. Chichi invece ha una canotta NBA nera dei Chicago Bulls del leggendario Michael Jordan. Entrambe hanno le canotte infilate negli shorts di jeans. Il look di Lazuli è completato da delle sneakers bianche basse, mentre Chichi porta degli stivali neri che le arrivano fin sotto il ginocchio.
Sono bellissime, non c’è che dire, come sono meravigliose le gigantografie con cui da stamattina è tappezzata la città con immagini di loro due con questo look. Devo dire che Piiza-san ha fatto le cose in grande per farle lavorare insieme come le aveva chiesto la mia ragazza.
«J-Sports» dice Chichi in televisione, guardando intensamente attraverso lo schermo.
«La scelta di Lazuli Eighteen e Chichi Gelo» interviene Lazuli, accennando un sorriso e sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, prima che entrambe si voltino e si allontanino sotto le note degli Offspring, fino ad uscire di scena.
«Siete… siete stupende!» esclama Bulma. «Dovresti imparare da loro che cos’è la classe, Son-kun».
«Ah, ah…» fingo di ridere alla sua battuta, mentre mi scambio uno sguardo d’intesa con Lazuli. È stata meravigliosa, come sempre. E sono felicissimo che abbia fatto questa cosa con sua sorella, so quanto contava per loro. Ce lo diciamo senza parlarci, ci basta guardarci negl’occhi a me e a lei.
«Urcaaa! Lazuli-san e Chichi-chan sono state bravissime! Si vede che ce l’hanno messa tutta!» grida mio fratello, battendo le mani. «Erano anche bellissime, vero fratellone?!» aggiunge, facendo sorridere Lazuli e diventare paonazza Chichi.
«”Super mega iper” bellissime, direi» confermo con voce roca, fissando intensamente Lazuli nei suoi occhi di ghiaccio che sembrano brillare. «Soprattutto Là, Chì non mi ha convinto del tutto» continuo ridendo, solo per il gusto di provocare la sorella della mia ragazza.
«Cosa vuoi capirne, tu, scemo di un Rad!» sbraita, furente, facendo scoppiare a ridere tutti. Tutti tranne Vegeta, che sembra sempre più irritato. Il solito musone.
«Super mega iper bellissime!» ripete mio fratello, cominciando a saltellare felice.
«Tu sei troppo rumoroso! Non ti sopporto! Tsk!» sbotta Vegeta, facendo confluire tutto il suo malumore verso mio fratello.
«Uffa! Vegeta-san è sempre cattivo con Goku-kun! Ma Goku-kun gli vuole bene!» piagnucola mia fratello.
«Cosa c’entra se tu mi vuoi bene?! E poi dovresti chiamarmi Vegeta-sama, se proprio devi rivolgerti a me!»
«E dai, Vegeta, non fare lo scimmione come al solito…» gli dice suadente Bulma, dandogli un bacio sulla guancia che lo fa irrigidire come se fosse una statua e lo fa arrossire. L’ha messo a disagio, l’ha fatto apposta quella stronzetta. E io non mi farò sfuggire l’occasione per girare il coltello nella piaga.
«Giusto, Prince, non fare lo scimmione come al solito» mi intrometto, imitando la voce di Bulma e accennando un bacio sull’altra guancia di Vegeta.
«Stammi lontano, Rad! Che schifo! Tsk!» sbraita lui, alzandosi in piedi e dandomi uno spintone.
Tutti scoppiano a ridere. Anche il mio amico accenna un sorriso. È bello essere qui. Avere una famiglia così, degli amici così. Una ragazza come Là.
Mi sento fortunato.
 
 
23 ottobre
 
«Sono arrivato!» annuncio, non appena apro la porta di casa mia nel tardo pomeriggio, di ritorno da scuola e dagli allenamenti di calcio che ho avuto dopo le lezioni.
Mi ritrovo davanti mio fratello. Sorride, mentre indossa la camicia bianca, i jeans e le scarpe nere che gli aveva fatto provare Chichi qualche giorno fa. Non sembra nemmeno lui.
«Goku-kun ha deciso, fratellone» mi dice, guardandomi determinato. «Anche Lazuli-san e Chichi-chan nello spot di ieri ce l’hanno messa tutta, come avete fatto tu e Vegeta-sama quando avete vinto il campionato della prefettura e come fa Bulma-san quando studia e fa gli esperimenti».
«Stai bene vestito così» gli sorrido a mia volta.
«Tutti ce la mettono tutta, e anche Goku-kun vuole mettercela tutta!» ribatte. «Fratellone, Goku-kun vorrebbe provare ad uscire. Adesso».
 
 
 
 
 
 
 
Note: un capitolo piuttosto ricco, anche se vi dico fin da adesso che quello di settimana prossima ha tutta l’aria di essere una bomba. Un po’ perché si intitolerà “Il mondo fuori” per riallacciarsi al finale di questo, un po’ perché succederà una bella sorpresa al suo interno. Che cosa succederà?
Ma andiamo con ordine: Videl-chan fa la vaga e poi Rad si sogna Videl-san, piangendo addirittura nel sonno. Il mistero va avanti, e mi rendo conto che sto mettendo a dura prova la vostra pazienza. ;-)
Goku raggiunge il suo primo obiettivo, non senza fatica e non senza far preoccupare Radish. Dite che quell’ematoma è uno strascico della Sindrome della Pubertà causato dalla troppa tensione?
Spero poi vi siano piaciute le parti in cui Chì e Là gli regalano i vestiti e anche il piano per uscire di casa step by step. Soprattutto mi auguro abbiate apprezzato lo spot delle due sorelle e i loro look meravigliosi, magari anche la canzone degli Offspring che è roba da intenditori. Se non la conoscete perché siete troppo giovani (non che io e chi la conosce siamo troppo vecchi, sia ben chiaro, perché potrei offendermi… era “solo” il 2000 dopotutto), cercatela perché “I want you bad” è troppo bella e troppo adatta a loro, soprattutto a Lazuli e a chi si sente come lei. ;-)
Spero poi che vi sia piaciuta l’idea di tornare a dare ruolo da adesso in poi a Mai facendola diventare una collega di Rad e soprattutto la gag con Lunch. Vi ricordo che Lunch arriva da Fukuoka, molto lontana da Fujisawa e da Tokyo, e che anche per questo all’inizio si tirava complessi perché voleva sentirsi accettata come una “del posto” e non sentirsi una “forestiera” magari a causa della pronuncia o di espressioni del suo dialetto di origine come ho provato a immaginare fosse quella strana filastrocca.
 
Ringrazio tutti coloro che mi sostengono sempre e che mi fanno sentire la loro vicinanza con una recensione o immaginando le teorie più disparate sui misteri legati a questa storia. Adoro leggerle, davvero! Grazie mille anche a chi legge in silenzio, veder crescere il numero delle views mi fa capire che ci siete sempre!
Un grazie speciale poi a Sapphir Dream per il fantastico disegno relativo allo spot di Là e Chì con i look che ho descritto realizzati alla perfezione (mi sono immaginato che fossero così le gigantografie sparse per la città) e anche a Misatona, che ci regala un meraviglioso Goku-kun tutto fiero con la sua lista degli obiettivi che vuole raggiungere. La sua espressione è bellissima!
 
Niente, non mi resta che darvi appuntamento a mercoledì prossimo e augurarvi un buon Halloween e un buon Lucca Comics. Vi ho già anticipato che il prossimo sarà un capitolo importante per diversi motivi e con diversi colpi di scena. Tra l’altro vedremo ancora Là e Chì al lavoro insieme, ma stavolta nel campo preferito da Chichi! Per il resto ci saranno ancora in scena Vegeta, Bulma e persino Crilin. Anche se, appunto, succederanno almeno un paio di cose di importanza capitale! ;-)
Riuscirà davvero Goku a uscire di casa?! Quale sarà la sorpresa?!
Grazie mille, a presto!
 
Teo
 
 
 

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