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Autore: Nike90Wyatt    30/10/2019    1 recensioni
Un misterioso serial killer si aggira per Gotham, a ridosso del 31 ottobre, la notte di Halloween. I suoi bersagli sembrano vittime di un’esecuzione da inquisitore. La polizia brancola nel buio e Jim Gordon decide di affidarsi al paladino di Gotham nella speranza che possa fermare questa follia omicida. Toccherà, dunque, all’acuto intelletto di Bruce Wayne risolvere il mistero che lega le vittime e smascherare il killer, per poterlo assicurare alla giustizia.
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alfred Pennyworth, Batman, Bruce Wayne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Batman giunse sul luogo indicatogli dal commissario in breve tempo. Su disposizione di Gordon, la pattuglia di agenti, già sul posto, gli avrebbero consentito di effettuare rilievi sul cadavere.
Si trovavano in una zona di scarico, alquanto appartata, poco lontana dal molo dove attraccavano le navi mercantili; era stato proprio l’equipaggio di una di queste a notare il piccolo incendio e ad informare immediatamente la polizia, una volta scorto il cadavere sotto le fiamme. Il corpo era disteso in una posizione innaturale, gli arti erano contorti. Anche sul muro, accanto al quale era stato gettato, vi erano tracce di cenere e si avvertiva un forte odore di cherosene, utilizzato probabilmente come combustibile per alimentare le fiamme.
Seguito da un paio di volanti e dal furgoncino della scientifica, anche Gordon sopraggiunse. «Che indizi hai trovato?» chiese a Batman.
«L’incendio è stato appiccato non più di due ore fa. Era un uomo. Sono certo che non è stato ucciso qui, ma è stato trasportato. L’assassino l’ha inzuppato di cherosene e ha appiccato il fuoco con un cerino.», lo mostrò a Gordon. «Non ricaveremo molto da questo: è una marca molto comune.»
Gordon annuì. «C’è altro?»
«L’uomo aveva al collo una medaglietta militare: Leopold Tunder. Saprò dirti di più quando avrò esaminato più accuratamente i dati raccolti.» Strinse la mano al commissario e si congedò.
 
Rientrato alla Bat-caverna, Bruce, con l’aiuto di Alfred, analizzò i dati al computer, confrontandoli con i dossier delle precedenti vittime. «Dieci coltellate al petto. Corpi carbonizzati. Sembrano delle esecuzioni, una sorta di rituale.»
«Potrebbe trattarsi di un emulatore di Victor Zsasz, Sir.» commentò Alfred.
Bruce alzò le spalle. «Non è da escludere. La violenza delle pugnalate è nell’ordine dei megajoule: vuol dire che abbiamo a che fare con un potenziato o un metaumano.»
«Ha qualche ipotesi, Sir?»
Bruce socchiuse gli occhi ed aprì varie pagine internet ricche di articoli riguardanti lo stesso soggetto.
Alfred intuì il pensiero di Wayne. «Il Venom.»
«Dobbiamo porre fine a tutto questo, Alfred.» affermò Bruce. «Sono mesi che questa droga gira per Gotham e continua a mietere vittime.»
«Suggerisco di concentrarci prima su questo serial killer, o domani potrebbe esserci un nuovo corpo carbonizzato.»
Bruce annuì e tornò a concentrarsi sui pochi indizi che aveva a disposizione. «Quattro omicidi in quattro giorni: Nicklas Gottard, Greta Sanchez, Arnold Stewart, Leopold Tunder. Cos’hanno in comune questi nomi?», si portò una mano al volto e lasciò andare le spalle sullo schienale della sedia. Aveva bisogno di riflettere e mettere in moto la sua geniale mente.
Alfred non proferì parola. Sapeva perfettamente che, in quei momenti, era saggio non disturbare il signor Wayne mentre univa i pezzi di un complesso puzzle che sembrava non avere soluzione. Ma lui la trovava sempre. Fallire non era un’opzione; non quando c’erano in ballo delle vite umane.
Un’intuizione illuminò gli occhi di Bruce. «Se fosse una vendetta personale? Se queste esecuzioni avessero un significato preciso?»
«È una strada plausibile.» replicò Alfred.
Bruce avviò una ricerca sul computer: la parola chiave era “corpo carbonizzato”. I risultati erano numerosi. L’ora successiva fu impiegata nella scrematura dei casi, quelli che non potevano avere collegamenti con gli attuali omicidi.
Bruce si soffermò su un particolare episodio. «Guarda, Alfred!» Il maggiordomo inglese si sporse in avanti per leggere meglio. «Un anno fa, la sera del 31 ottobre, una donna è morta a causa di un incidente durante una rappresentazione teatrale di uno spettacolo amatoriale a tema horror: lo stage ha preso fuoco e lei è rimasta bruciata. Non sono mai state chiarite le cause dell’incidente, né sono stati resi noti i nomi degli attori. Si conosce solo il nome della donna: Alis Ramirez.»
«Potrebbe essere necessario conoscere i nomi delle persone che lavoravano con la donna, Sir.»
Bruce scosse il capo. «Nei rapporti della polizia non è indicato nessun nome. Ci sono pochissimi dettagli circa la natura dell’incendio. Come se il caso fosse stato trattato con grande superficialità.»
«Sembra non essere sorpreso.»
«Non lo sono, infatti. Qualcuno ha insabbiato gli indizi. Voglio andare in fondo a questa storia; qualcosa mi dice che la morte di Alis Ramirez è collegata alla serie di omicidi di questi giorni. Ripartirò da quel teatro.»
«Forse sarebbe opportuno che sia Bruce Wayne a recarsi lì.» suggerì Alfred. «Il teatro si trova all’interno di una scuola pubblica, finanziata dal fondo fiduciario della Wayne Enterprises.»
Bruce lanciò uno sguardo di approvazione nei confronti del suo maggiordomo. «Andrò domattina.»
 
La lussuosa Bentley argentata targata “Wayne En.” fu parcheggiata a pochi metri dall’istituto scolastico Saint Francis. L’edificio, ristrutturato di recente, era costruito in muratura, con ampie vetrate nei corridoi per garantire un’ampia illuminazione. Il piano terra era condiviso dalle aule per l’asilo, la segreteria e la presidenza, mentre il piano superiore era destinato alle classi di primo e secondo livello. Sul retro, accanto ad un ampio cortile, sorgeva il piccolo teatro, inizialmente costruito per le attività extrascolastiche, ma, in seguito, affittato ad una compagnia teatrale amatoriale, di cui faceva parte Alis Ramirez. Dal giorno della sua morte, il teatro era rimasto chiuso e dei componenti della compagnia non vi era più traccia, come se non fossero mai esistiti.
Bruce attraversò l’ingresso delimitato da un cancello in ferro e camminò nel lungo corridoio del piano terra, sul cui fondo si trovava il portone che conduceva nel cortile. Data la giornata uggiosa, indossava un giubbotto in pelle, un cappello con visiera e jeans chiari, rendendo difficile riconoscerlo ad una prima occhiata senza i completi eleganti che era solito vestire.
Da una porta rossa, con una grande maniglia in ottone, si accedeva al teatro. Bruce la abbassò ma, come prevedibile, era chiusa. Indugiò qualche istante con le mani infilate nelle tasche. Attendeva che la persona, di cui aveva avvertito la presenza, facesse la sua mossa. Era pressoché impossibile coglierlo di sorpresa alle spalle.
«Posso aiutarla, signore?» esordì una voce maschile, con tono superbo di rimprovero.
Bruce si voltò, ritrovandosi di fronte un uomo basso e tozzo, con vistosi baffoni scuri sotto al naso. Indossava un completo da inserviente blu ed impugnava una scopa di saggina.
Non gli servì molto tempo per riconoscere l’uomo che lo guardava dall’alto in basso. Incassò la sua testa pelata nelle spalle ed abbozzò uno sguardo mortificato. «Scusi, Mr. Wayne. Non l’avevo riconosciuta.»
Bruce scosse il capo. «Non c’è problema, signor...»
«Olsen. Richard Olsen. Sono il custode della scuola e lo ero anche del teatro, fino a che c’erano spettacoli.»
«Mi ha sorpreso vedere, nel progetto di ristrutturazione, che mancava il teatro.»
Olsen alzò le spalle. «Il preside ha avallato questa proposta. La sua intenzione era di abbatterlo del tutto e ricavare un nuovo campetto che ampliasse lo spazio del cortile. Ma i lavori si limitavano solo alla ristrutturazione del complesso scolastico e la compagnia ha momentaneamente rigettato la proposta.»
«È un peccato, però.» Bruce si scostò di lato ed indicò la maniglia. «È possibile dare un’occhiata all’interno?»
Notò che la sua richiesta aveva suscitato una reazione di malinconia ed amarezza nel custode. Di sicuro era a conoscenza di ciò che era successo lì. Un’utile fonte d’informazioni. Fu un colpo di fortuna. A differenza di com’era abituato ad agire nei panni del Cavaliere Oscuro, doveva far ricorso alla diplomazia per ottenere ciò che voleva sapere. «È forse un problema? Se vuole posso chiedere personalmente al preside il permesso.»
Olsen scosse con foga la testa. «No, No! Nessun problema.» Infilò la mano nella grossa tasca, estraendone un folto mazzo di chiavi. «Posso chiederle il perché di tanto interesse?»
«Ho avuto un’idea su come sfruttare questo spazio. Ne parlerò senz’altro con il preside e sarò ben lieto di finanziare i lavori. Prima, però, desidero dare uno sguardo al locale.» Il tono pacato e cordiale fece rilassare il volto del custode, il quale si affrettò ad aprire la porta con una piccola chiave in ferro, leggermente arrugginita, ma in buono stato.
A differenza di quanto pensasse Bruce, la porta si aprì senza affanni: quel luogo non era stato abbandonato a sé stesso dopo l’incidente. Qualcuno vi entrava di sovente. Riflessione che fu confermata una volta scrutato l’interno: vi era ben poca polvere sul pavimento e sulle sedie in acciaio, ancora  disposte in ordine a file, come se, a breve, dovesse essere recitato uno spettacolo. «Si occupa lei di pulire qui?»
Olsen annuì. I suoi occhi si accostarono sul palco. Un velo di tristezza si disegnò sul volto, mentre osservava la parete della scenografia interamente colorata di nero carbone.
Bruce seguì lo sguardo del custode e notò le bruciature sul muro e sul parquet del palco. «Cos’è successo qui?»
«Lei non li legge i giornali, Mr. Wayne?»
Bruce fece spallucce. «Solo quelli di finanza o quelli con i servizi fotografici di modelle.»
Il custode abbozzò un lieve sorriso. «Esattamente un anno fa, questo stesso giorno, durante lo spettacolo di Halloween, c’è stato un incidente. La scenografia ha preso fuoco e una donna...», si interruppe per un istante, chinando il capo. «Una donna è rimasta uccisa dalle fiamme. Da allora, non ci sono stati più spettacoli qui.»
«Lei era presente?» chiese Bruce.
«Ero in prima fila. Amavo gli spettacoli che interpretavano quei ragazzi.»
Bruce salì sul palco e si chinò sulle ginocchia nel punto in cui vi era la chiazza nera. «La polizia ha chiarito le dinamiche dell’incendio? Cosa l’ha provocato?»
«L’unica cosa che sono riusciti a dire è: “È stato un tragico incidente”.» Bruce colse una nota di rabbia nel tono del custode. «Una donna è morta e loro hanno detto solo questo! Il caso è stato archiviato in due giorni.»
«Non c’è da sorprendersi della superficialità di certi agenti.», tornò a fissare Olsen. «Mi dispiace per quella donna. Era legato a lei?»
«A tutti loro. Li seguivo sempre e, più volte, li aiutavo nelle prove pomeridiane. Su quella bacheca ho messo io stesso una foto che li ritrae tutti.», indicò la parete alla sua sinistra.
Bruce scrutò la fotografia. Riconobbe ogni singolo volto ritratto, ma la sua espressione rimase impassibile. «La ringrazio per aver assecondato le mie richieste. Mi scuso per averle fatto perdere tempo.»
«Spero che riuscirà a dare di nuovo luce a questo posto.» replicò Olsen.
Bruce strinse la mano al custode, salutandolo con un cenno del capo, e lasciò il teatro.
Raggiunta nuovamente la sua vettura, compose sul cellulare il numero di casa. «Alfred. Ho trovato il collegamento con il killer.»
«Dunque il movente di questo killer è la morte di Alis Ramirez?»
«Tutte le strade conducono a quell’incendio di un anno fa. E questo killer consumerà proprio stasera, a Halloween, la sua vendetta personale.»
«Ha scoperto la sua identità, Sir?»
«Ho un sospetto, ma non ne sono certo. So, però, chi potrebbe essere la sua prossima vittima. Questa sera, farò visita a Peter Axel.»
 
 
Angolo Autore:
Eccoci al secondo capitolo di questa breve storia. Qui ho voluto dare molto spazio alle capacità deduttive di Bruce, che spesso vengono dimenticate lasciando spazio solo alla sua crociata contro il crimine. Ovviamente, nei panni del multimiliardario, si comporta in un modo più cordiale ed affabile cosa che, in questo caso, lo aiuta ad ottenere gli indizi necessari per la risoluzione dell’enigma.
Non mi resta che darvi appuntamento per la prossima settimana per il terzo ed ultimo capitolo.
A presto.
Nike90Wyatt
   
 
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