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Autore: lmpaoli94    31/10/2019    2 recensioni
Le notti sono sempre enigmatiche e misteriose.
Appena scende il sole, l’oscurità prende posizione e individui della peggior specie escono dall’ombra per cominciare o continuare i loro loschi affari.
La notte è un periodo della giornata in cui può succedere di tutto.
La notte è il momento della giornata in cui i loschi affari vengono alla luce e una moltitudine di soldi circola in maniera illegale.
Tutti hanno paura di affrontare il buio.
E’ sempre consigliabile non essere mai da soli, soprattutto ben sapendo che la tua vita è in pericolo devi stare sempre all’erta.
E’ quello che succede alla povera Shiho Miyano, sfuggita dall’organizzazione nera e rifugiatasi nella casa del Dottor Agasa in veste di Ai Haibara.
Ma cosa succede se la piccola bambina torna ad essere un’adulta?
Un esperimento molto difficoltoso e pericoloso che riconsegna alla ragazza la sua vera identità.
Ma l’organizzazione nera riuscirà a rimanere all’oscuro di tutto?
Oppure alcuni di loro si muoveranno nell’ombra con lo scopo di rapirla e ucciderla?
Solo il tempo l’avrebbe detto e il giovane Shinichi Kudo, tornato dall’Europa per un caso molto complicato, dovrà entrare in azione e proteggerla.
Ci riuscirà?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’alba stava cominciando a spuntare dietro le numerose case della città di Beika.
Finalmente il momento di scappare verso la sua agognata libertà e rivedere sua sorella per combattere l’organizzazione era finalmente giunto.
“Adesso devo essere molto a non svegliare nessuno. Il Dottor Agasa ha un sonno molto pesante, ma Shinichi…”
Infatti, una volta oltrepassata la stanza dell’inventore, Shiho vide che stava ancora continuando a dormire sommessamente.
“Molto bene.”
Andando però nella stanza accanto, vide che Shinichi si stava girando nervosamente sul suo letto.
“Povero Shinichi. Che cosa lo starà preoccupando? Spero solamente che tu possa capire le mie intenzioni.”
Ormai era quasi fatta.
Shiho doveva solo stare attenta ad aprire la porta di casa senza svegliare nessuno.
“Per fortuna il professore l’ha aggiustata in tempo, altrimenti avrebbe fatto un sacco di rumore.”
Ma la giovane ragazza non poteva mai immaginarsi che la porta d’uscita era collegata ad un sistema d’allarme brevettato proprio dalla mente del professore.
< Accidenti! >
Mentre un rumore di sirene insopportabili si riversò in tutta la casa, Shiho cercò di tornare in tempo in camera sua dopo che si era rivestita in fretta e furia.
Ma il giovane Shinichi l’aveva colta in fragrante.
< Dove pensavi di andare? > domandò il ragazzo dopo aver spento il sistema d’allarme.
< A prendere una boccata d’aria > rispose Shiho seccata.
< Alle sei di mattina? Non pensavo che fossi una grande amante del jogging. >
< Tu non sai molte cose su di me. >
< Hai ragione. Ma posso benissimo capire quando mi stai dicendo la verità e quando mi stai mentendo. Che cos’avevi intenzione di fare? >
< Te l’ho appena detto! Perché non vuoi capire? >
< Credi che possa bermi una scusa del genere? >
< Shinichi, adesso basta. Stai diventando ridicolo > replicò Shiho dirigendosi giù in salotto.
< Qui l’unica ridicola sei tu, Shiho. Lo vuoi capire che ti stavi mettendo in serio pericolo? >
< No. Non è colpa mia se sono così dura di mente. >
< Se vuoi che non ti protegga più basta che tu me lo dica ed io esaudirò la tua richiesta. >
< Vorrei solo un po’ di spazio. >
< Molto bene. Allora vai dove devi andare… Ma se non ti rivedo tornare verso un certo orario che cosa devo fare? Mi devo forse preoccupare? O sei abbastanza capace di cavartela da sola in ogni frangente? >
In quel momento Shiho non sapeva cosa rispondere.
Capiva il timore di Shinichi, ma la situazione stava diventando insopportabile.
< Posso sapere che cosa volevi fare? >
< Mi dispiace Shinichi, ma non posso dirtelo. Sono cose che riguardano me e la mia famiglia. >
< La tua famiglia? Non hai nessun componente a cui contattarti visto che sono morti tutti. >
< No Shinichi, ti sbagli… >
< Cosa? >
< Che cosa ci fate già in piedi a quest’ora? > domandò il professore con tono assonnato raggiungendo i due ragazzi.
< Shiho, dimmi che cos’hai scoperto. >
< Niente di particolare. Davvero. >
< Vuoi essere aiutata oppure no?! > gridò Shinichi battendo violentemente i pugni sul tavolo da cucina.
< Shinichi, stai calmo. Agitarsi non serve a nulla > mormorò il Dottor Agasa con tono tranquillo non capendo bene la situazione.
< Io ne ho conosciute di persone testarde, ma tu le batti tutte Shiho. >
< Posso andarmene sì o no? >
< Vai pure dove ti pare e piace. Da questo momento non sarò più che ti proteggerò. >
< Non ho bisogno di protezione. Davvero. >
< Certo, come vuoi tu. Addio e buona fortuna per tutto. >
< Perché fai così, Shinichi? >
< Perché quella ragazza non vuole capire! Sono appena tornato da un lungo viaggio e mi sono stancato di fare da balia ad una giovane ragazza che dice di sapere badare a sé stessa. Da questo momento penserò solo a me e a nessun’altro. >
< Dici così perché sei solo arrabbiato, Shinichi… >
< E ti pare poco, professore? Non avrei mai pensato che Shiho avesse così voglia di libertà. >
< L’avresti anche tu se tu fossi condannato a rimanere chiuso in quattro mura per più di un mese. >
< Hai scelto di sfuggire all’organizzazione? Questo è il risultato. >
Presa da un moto di rabbia, Shiho mollò un ciaffone al povero Shinichi.
< Secondo te potevo avere una scelta nel lavorare con loro?! O morivo o mi facevo sottomettere. Tu non conosci il mio passato e non lo conoscerai mai. >
< Allora parlamene! >
< Adesso basta! Ho bisogno di stare un po’ da sola. Se avrò voglia di tornare qui da voi lo deciderò oggi pomeriggio. In tal caso non aspettatemi. >
< Certo. Sei libera di fare quello che vuoi > replicò Shinichi furibondo prima di rinchiudersi in camera sua a risistemare le sue cose.
< Shiho, pensaci bene… >
< Sono stata segregata qui dentro come una ladra. Ho sopportato tutto il tempo che potevo, ma adesso basta. Ho bisogno di vivere la mia vita con voi o lontano da voi. Mi dispiace. >
< Pensi davvero di riuscire a sgominare una banda come quella degli uomini in nero? >
< Non lo so. Devo ancora pensarci. >
< Non avrai molto tempo, sai? Sei già in pericolo. Chi ti aiuterà? >
< Dottore, da questa notte l’aiuto l’ho trovato. >
< A chi ti riferisci? >
< Mi dispiace ma è un segreto che riguarda me e basta. A presto, professore. È stato bello finché è durato > disse infine la giovane scienziata prima di uscire di casa.
< Shiho! Ma la tua roba? >
< La verrò a prendere quando potrò. Arrivederci, Professore. >
Nel vederla scomparire dentro un taxi, il Dottor Agasa ebbe un senso di profonda inquietudine e tristezza.
“Shiho, stai molto attenta.”
Una volta rincasato, l’inventore trovò Shinichi a rileggere alcuni articoli vecchi di alcuni casi che aveva risolto magnificamente.
< Se n’è andata? >
< Sì, Shinichi. Se n’è andata in taxi… >
< Bene. Un problema in meno. >
< Shinichi, non dire così… >
< Lei ha fatto la sua scelta e noi dobbiamo rispettarla. Basta con le tentate fughe e segregazioni. Adesso noi andremo per la nostra strada. Per cominciare, perché non ci rechiamo a West Tama City? Voglio vederci più chiaro sul materiale esplosivo che hanno trovato. >
< Sai che la polizia non ti farà passare, vero? >
< Se ci sarà il mio amico Megure o Goro vedrò di farmi dire alcune cose. In fondo avranno bisogno anche del mio aiuto, no? >
< Credo anch’io. >
 
 
La mattina era soleggiata e tranquilla alla stazione centrale di Beika.
Il posto era sempre molto affollato in tutti i giorni della settimana.
Ma Shiho non era per niente preoccupata e non vedeva l’ora di incontrare sua sorella dopo essere stata consapevole che era morta.
“Akemi, presto potrò rivederti…”
Dopo aver girato in lungo e in largo per più di mezz’ora, Shiho s’imbatté in Ran e in Sonoko.
< Mi dispiace, signorina. Non l’avevo vista > mormorò Ran con voce sorridente.
La giovane liceale non era minimamente a conoscenza che Shiho in realtà era Ai da piccola.
< Non si preoccupi > rispose Shiho < Anch’io non l’avevo vista. >
< Ci conosciamo, forse? > gli domandò Sonoko.
< Come, scusi? >
< La sua faccia non mi è nuova. >
< Magari assomiglio ad un’attrice famosa che si vede in televisione. Me lo dicono tutti i miei amici > mentì Shiho cercando di essere credibile.
< Sarà, ma credo di averla incontrata di persona un po’ di tempo fa’. >
< Io non sono originaria di questa città. Sono giunta fin qui per rincontrare mia sorella dopo tanto tempo. >
< Capisco… >
< Sonoko, smettila di fare l’impicciona > fece Ran dandogli una lieve gomitata.
< Si faceva solo per parlare. Lo sai quanto sono curiosa. >
< La deve perdonare. Non sa mai quando tacere. >
< Non preoccupatevi. Mi fa sempre piacere parlare con qualcuno. Mi sento sempre così sola… >
< Una giovane ragazza bella come lei dovrebbe avere un sacco di ammiratori > continuò Sonoko.
< Grazie mille, ma con il mio lavoro di scienziata non ho mai tempo per gli uomini e le amicizie. >
< Dovrebbe invece impiegare il tempo su almeno una di queste cose > gli consigliò Ran.
< Già, soprattutto pensando agli uomini. >
< Sonoko! >
< Credo che per come sono fatta preferisca di gran lunga avere un’amica… Ma purtroppo né mia sorella né io siamo fortunate in questo. >
< Adesso però non ci pensi. L’importante è che vi riunite assieme. >
< Sì, è questo che conta > rispose Shiho.
< Adesso dobbiamo andare… Però non sappiamo ancora come si chiama lei. >
< Il mio nome è Shiho. E voi siete? >
< Io sono Ran mentre lei è la amica Sonoko. >
< Grazie per avermi intrattenuto. Sto cercando mia sorella ma non riesco a trovarla da nessuna parte. >
< Davvero? Allora ci scusi se le abbiamo fatto perdere tempo. >
< Figuratevi! Mi ha fatto davvero piacere conoscervi. Rimarrò in giro per Beika ancora per molto. Spero di rivedervi ancora. >
< Noi studiamo al liceo. Magari potremmo uscire insieme se lei non è troppo impegnata. >
< Vedo come sono messa nei prossimi giorni… E comunque dammi pure del tu, Ran. >
< Con piacere. >
< A presto, ragazze > disse infine Shiho allontanandosi da Ran e Sonoko senza essere minimamente riconosciuta.
“E’ andata bene. Ma è meglio se rimango lontano da loro. Per il mio bene.”
< Sonoko, la smetti di fissarla? >
< Perché quella ragazza non me la racconta giusta? >
< A cosa ti riferisci, scusa? >
< Secondo me la conosciamo benissimo. Ci ha voluto mentire tutto il tempo per mascherare la sua vera identità. >
< Tu sei paranoica, Sonoko > la brontolò Ran < A chi potrebbe mai somigliare? >
< Non lo so. Non mi riesce scoprirlo. Ma sono sicura di averla già vista da qualche parte. >
< Certo, come no. Adesso torniamo a casa. La nostra gita fuori città è durata fin troppo. >
< Devi tornare già da tuo padre? >
< No. Anche perché credo che sia insieme all’ispettore Megure nella periferia di West Tama City. >
< Allora possiamo ancora darci alla pazza gioia! >
< Che intendi fare? >
< Ancora shopping compulsivo! >
< Non ne hai avuto abbastanza? Guarda quanta roba abbiamo preso. >
< Devo cambiare il mio intero guardaroba per la prossima stagione e di conseguenza ho ancora molte cose da comprare e tanti soldi da spendere. >
< Non cambierai mai, Sonoko > rispose Ran con tono arrendevole.
 
 
Una volta giunti dinanzi ai due palazzi di West Tama City, Shinihci ricordava ancora benissimo che cos’era successo il giorno in cui alcune bombe hanno distrutto gran parte del palazzo principale insieme ai due ponti che collegavano le due torri.
Ma dopo tanto lavoro di ristrutturazione, le due torri erano tornate agibili grazie all’intervento dell’architetto Hidehiko Kazama.
< Chissà se riusciremo a ritrovare alcune nostre vecchie conoscenze come l’architetto e la segretaria della povera Mio Tokiwa > fece il Dottor Agasa mentre stava parcheggiando il suo maggiolone.
< Da quello che sono riuscito a sapere dopo i fatti che hanno scosso West Tama City, la segretaria Chinami Sawaguchi si è licenziata e ha cercato lavoro altrove… Questo posto maledetto gli dava troppi brutti ricordi. >
< E’ comprensibile, non trovi Shinichi? >
< Sì. Credo che l’unica persona che potremo incontrare sia l’architetto. >
< Oppure Goro e l’ispettore Megure. >
Vedendo il detective e l’ispettore parlare tra di loro, Shinichi gli dispiacque interromperli.
< Shinichi! Che bella sorpresa! > fece Megure allibito < Credevo che tu fossi ancora in Germania. >
< E’ per questo che non mi ha detto che stava seguendo il caso del ritrovamento di esplosivi? >
< Esatto. E poi questo può essere benissimo un caso senza il tuo aiuto, Shinichi. >
< Lo lasci decidere a me, ispettore… >
< Shinichi! Non puoi piombare qui facendo il padrone della situazione! > fece Goro incollerito.
< Stai calmo, Goro. Non sono venuto qui per portarti via il posto… Volevo solo dare un’occhiata in giro. >
< Davvero? Allora non sei il benvenuto. >
< Ispettore, che cosa può dirmi al riguardo dei misteriosi esplosivi? >
< Le persone che lavorano qui dentro sono molto spaventate dopo che i tecnici hanno rivenuto una quantità impressionante di bombe e di materiale esplosivo al 43° piano della prima torre, ovvero dove ci sono i computer dell’azienda Tokiwa. Molti di loro pensano che la storia si stia ripetendo, purtroppo… >
< Chi manda avanti il gruppo Tokiwa se la povera Mio è morta? >
< L’architetto Hideiko Kazama si è assunto tutte le responsabilità di far riportare le due torri e il Gruppo che faceva capo al padre della povera ragazza allo splendore che meritava. E devo dire che nella ricostruzione ha fatto un bel lavoro. >
< Non c’è dubbio. Quindi l’architetto Kazama ha avuto l’occhio molto lungo. È diventato ricco con questa scommessa. >
< Sì, esatto. Ma adesso è profondamente preoccupato per le sorti delle torri che ha fatto ricostruire. >
< Ne sono certo… Potrei parlarci personalmente? >
< Purtroppo è indaffarato a causa di una moltitudine di riunioni e non può vedere nessuno. >
< Deve poterci aiutare se vuole scoprire chi ha messo quelle bombe nei suoi edifici, no? >
< Da quello che sono riuscito a trapelare, l’architetto non riesce a fidarsi della polizia > mormorò Takagi irrompendo nella conversazione dell’ispettore e di Shinichi.
< Molto bene. Vorrà dire che ci muoveremo senza il suo consenso. >
< Shinichi, ma cosa ti viene in mente? >
< Qui c’è in gioco la vita di molte persone e del futuro di queste due torri. Quell’architetto da strapazzo non può rimanere inerme senza fare nulla. >
< E chi ha detto che me ne starò con le mani in mano? >
La voce dell’architetto Hideiko Kazama risuonò nelle orecchie di Shinichi come un serio avvertimento.
< Architetto Kazama, sono felice di conoscerla… >
< Se ho deciso di non farvi entrare nei miei palazzi è perché molte persone non sono molto contente di rivedere la polizia dopo tutto quello che è successo anni fa’. La gente non riesce a dimenticare tutti quegli spiacevoli fatti. >
< Oppure lei ci sta nascondendo qualcosa… >
< Come dice, scusi? >
< Da quello che sono riuscito a scoprire sulla prima torre, è che siete riusciti a recuperare i preziosi dati che erano stati cancellati durante l’esplosione al 43° piano. Come lo spiega, Kazama? >
< Ho dei validi programmatori di computer. È solo grazie a loro se tutti quei famosi dati sono riusciti a tornare nei nostri apparecchi. >
< Ci può spiegare che cosa contengono di così tanto importante? >
< Sono solo conti pubblici dell’azienda e di investimenti proporzionati al fine di far crescere il nome Tokiwa. >
< Ah, davvero? >
< Sta forse insinuando che io stia mentendo? >
< Non ho detto questo, Kazama. È solo che doveva essere un grande segreto… >
< Infatti lo è. Ed è per questo che non posso dirvi altro. >
< Tornando a noi, davvero non siamo i benvenuti? Vedere come ha ricostruito le due torri ci farebbe molto piacere. >
< Spiacente, ma alcuni lavori di ristrutturazione interni non sono ancora completati. Dovrete aspettare ancora un po’ per rivedere le due torri. >
< E’ un vero peccato > rispose Shinichi sarcastico < Non insisterò più del dovuto anche se grazie alla polizia e un mandato di perquisizione potrebbe essere molto più facile entrare nel suo mondo, ma lascerò stare. Almeno per questa volta… >
< Shinichi, ma cosa stai dicendo?! > sbottò il Dottor Agasa.
< Detective, mi sta forse sfidando? >
< Perché no? Io amo molto le sfide. >
< Però lei non mi conosce abbastanza. Io sono uno degli uomini più ricchi del Giappone, mentre lei è un detective da strapazzo che non si fa gli affari suoi. Credo che dovrebbe essere più abile a stare al suo posto. >
< Non posso rimanerci. Altrimenti dovrei cambiare mestiere. >
< Ora basta, Shinichi. Stai esagerando > gli fece Megure interrompendo la loro discussione.
< Spero di rivederla ancora, Kazama. Abbiamo ancora molte cose da dirci > disse infine Shinichi prima di allontanarsi con il Dottor Agasa.
< La prego di perdonarlo ma certa volte la sua bocca parla da sola > mormorò Mgure smorzando un sorriso.
< Per questa volta farò finta di non aver sentito niente ma se la prossima volta quel detective mi mancherà di rispetto, dovrò prendere le dovute precauzione. >
< Le assicuro che non succederà più > disse infine l’ispettore fissando Shincihi andarsene e salire in macchina con il professore.
   
 
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