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Autore: Manu_00    31/10/2019    6 recensioni
Il mondo è un luogo molto grande, e in un luogo molto grande sono presenti tanti, tantissimi individui, alcuni comuni, alcuni singolari, e alcuni estremamente particolari.
E poi ci sono io, che non saprei dire con certezza in quale di queste categorie inserirmi.
Se me lo avessero chiesto all'inizio di questa storia, avrei risposto senza esitare di appartenere alla prima, ma il tempo ti cambia, e anche se adesso dubito di potermi definire una persona particolare, di certo, quel che è successo, la mia storia, di “particolare” ne ha da vendere, o almeno così mi piace pensare.
Forse la risposta è che sono una persona comune a cui sono successe cose particolari, ma lascerò a voi che leggete il compito di giudicare, io, d'altro canto, mi limiterò a raccontare.
[Storia presente anche su Wattpad: https://www.wattpad.com/590152446-jiid-story-of-a-thief-prologo]
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XXXIX


La lancia da caccia di Julia deviò appena in tempo il fendente di Miló, l'arma multiuso della più temuta cacciatrice di Beacon, ma fu costretto ad arretrare di fronte alla carica di Akoúo, lo scudo che, assieme all'arma che poteva diventare sia spada corta che giavellotto e fucile, completava l'equipaggiamento della sua avversaria.
Guadagnato lo spazio di manovra sufficiente, la nostra caposquadra scivolò verso il basso con la velocità degna di un rettile, eseguendo una spazzata brutale mirata a gambizzare la sua avversaria.
La Nikos non ebbe problemi a schivarla con un salto, così come Julia seppe prevedere quella mossa e si affrettò a rotolare in avanti, arrestandosi nell'esatto punto da dove era saltata la sua avversaria.
Questa intanto con un abile capriola riuscì ad atterrare rivolta verso la propria avversaria, le due cacciatrici, ora scambiate di posto, ripresero a scambiarsi affondi, in una lotta di agilità per conquistare la posizione più vantaggiosa nel terreno piano che era loro capitato.
Armata con la sua lancia da caccia, arma utile tanto contro un avversario esattamente quanto contro un grimm, la priorità della ragazza dai capelli dorati era quella di mantenere una distanza accettabile dalla sua avversaria per sfruttare al meglio la portata della sua arma, mentre la sua avversaria, non meno furba, comprendeva che la vittoria stava nel rompere la guardia della contendente, contendente che costringeva così a mantenersi sulla difensiva tramite ripetuti tentativi di avvicinarsi, sparandole a distanza ravvicinata con Miló in forma fucile così che l'avversaria fosse costretta a deflettere i colpi con la lancia, per poi caricare in avanti con Akoúo, rendendo così impossibile per Julia ricacciarla indietro tramite affondi o spazzate di ogni sorta.
Non potei non notare, dal megaschermo che trasmetteva lo scontro, l'espressione frustrata della mia caposquadra ogni qualvolta che l'avversaria si apriva la strada con il suo fatale mix di scudo e fucile.
Eppure malgrado questi ripetuti tentativi la situazione rimaneva sostanzialmente in una fase di stallo, perché laddove Pyrrha rompeva la guardia di Julia, quest'ultima, dal fisico più leggero e slanciato, non aveva particolari problemi a disimpegnarsi senza nemmeno dover ricorrere alla propria semblance, portandosi sempre all'infuori dalla portata della temibile concorrente.
Così, fra la Nikos che non riusciva a concretizzare i propri tentativi di offesa, e Julia che non riusciva a mantenere una posizione stabile, lo scontro si era trasformato in un monotono susseguirsi di attacco-disimpegno-riposizionamento, ma il pubblico non era affatto annoiato dalla situazione, perché era chiaro a tutti i presenti, anche ad un novellino quale io ero, che lo stallo era solo momentaneo e destinato a una rapida fine.
Primo, perché entrambe si stavano conservando i propri poteri, né una volta Julia aveva provato a rompere lo stallo generando una corrente d'aria, né Pyrrha aveva usato il suo controllo del magnetismo per sbilanciare l'avversaria o lanciare il proprio scudo in testa stile frisbee.
Secondo, perché era chiaro che, sempre per entrambe, quella fosse per loro una mera fase di studio, e man mano che il ciclo si ripeteva gli attacchi di Julia e gli sfondamenti di Pyrrha si facevano sempre più audaci, affondo dopo affondo.
Per cui il pubblico non si preoccupava molto della momentanea fase di stallo fra la più brillante studentessa di Beacon e la sua avversaria.
Ma sopratutto, a mantenere vivo l'interesse del pubblico, era il duello che si stava svolgendo parallelamente a quello delle due ragazze, che, in netto contrasto a quanto ho appena descritto, era decisamente più movimentato... e rumoroso.
<< Smettila di nasconderti fra i rami! Guarda che abbatto l'intera foresta! >>
Le urla di Nora Valkyrie furono interrotte da una violenta detonazione che, come a comunicarle che una certa persona condivideva in toto la sua idea, spazzò via qualsiasi arbusto distante meno di cinque metri quadrati dalla furia fatta pel di carota.
Mal grado ciò, la cacciatrice riemerse dal polverone con giusto qualche ammaccatura, saltando come solo un predatore sa fare sul ramo da cui era partito il colpo.
Ma se Nora si muoveva come un leone, Ilian in mezzo a quegli alberi lo si poteva paragonare ad un volatile, perché, come se fosse dotato di un paio d'ali, balzò su un robusto ramo a ben dieci metri di distanza, con una velocità tale che l'avversaria se ne accorse soltanto quando, arrivata a destinazione, si ritrovò ad essere sbalzata via da una seconda detonazione partita dalla sua schiena.
Atterrò in mezzo a delle spesse radici, imprecando aspramente contro l'arciere nascosto.
Ilian dal canto suo non poté che sorridere davanti al risultato, se quel bastardo di un topo non fosse stato così abile a sfruttare la foresta, lo scontro sarebbe andato in una maniera non dissimile a come stava andando adesso con la Valkyrie.
Digrignò i denti e scacciò quel pensiero con una smorfia di rabbia; aveva dato pessima prova di sé, e lo scontro di oggi sarebbe stato il modo in cui avrebbe rimediato a quell'imbarazzante situazione, da figlio delle foreste quale era, non poteva permettersi di perdere sul suo territorio, specie contro quella pazzoide armata di martello!
Incoccò altre frecce e balzò in un albero poco vicino, facendo bene attenzione ad occultare la sua presenza, era determinato a mandare quella rompiscatole su tutte le furie!
Dal canto mio, e del resto del pubblico, non potevo che notare la stridente differenza fra i due combattimenti in atto.
Laddove Julia e Pyrrha combattevano un'aspra guerra di posizione in quel piccolo spazio pianeggiante che andava dalla zona di foresta a quella rocciosa, quello fra Ilian e Nora era invece un violento inseguimento che stava mano a mano devastando l'esigua macchia di foresta dove i due si erano confinati.
Una martellata di Nora sradicò quella che doveva essere una quercia secolare dal terreno, mandandola a precipitare proprio in mezzo alle due contendenti.
La sua compagna di squadra sfruttò abilmente la situazione saltando sopra il tronco distrutto, e da lì lanciarsi addosso all'avversaria, che aveva visto il tronco caderle davanti ai suoi occhi ma non la cacciatrice prodigio saltarci sopra.
Julia riuscì a malapena ad assumere una posizione difensiva che una violenta pedata si abbatté su di lei, l'asta della lancia impedì a Julia di ritrovarsi con l'impronta della suola sulla faccia, ma non di cadere sul sedere, Pyrrha invece atterrò con un abile capriola all'indietro e tornò rapida all'attacco, venendo però respinta e fatta schiantare contro il muro da una violenta folata di vento.
Una scia di schegge si levò in aria dal tronco scassato, ma il corpo della rossa rimase integro, ricordandomi ancora una volta in che razza di scuola di mostri mi fossi ritrovato.
Lesta a sfruttare il vantaggio, Julia si tirò in piedi e scatto in avanti nello stesso istante, usando solo la forza della propria semblance, e stringendo la lancia fra le mani pronta a danneggiare il corpo dell'avversaria.
Ma il colpo non arrivò mai, Pyrrha si scansò abilmente all'ultimo istante e lanciò il proprio scudo sulla schiena dell'avversaria, il colpo bastò a far rovinare in avanti la mia caposquadra, e ci mancò poco che finisse fuori dal ring.
Per fortuna, aveva avuto la prontezza di riflessi per piantare la lancia nel terreno e usarla come perno, girandoci attorno col proprio corpo per respingere un secondo attacco dell'avversaria, che, lesta come un fulmine, aveva raggiunto la giovane Vindr ad una velocità che i miei occhi non riuscirono nemmeno a percepire.
Nel frattempo la foresta era ormai priva della metà dei propri alberi, ed era chiaro che Nora avesse optato per il distruggere sistematicamente ogni ettaro di terra occupata da alberi che Ilian avrebbe usato per nascondersi.
Con una furia che non aveva pari infatti, Nora percosse il terreno con tutta la sua forza, facendo volare in aria ben sette alberi e abbattendone altri due grazie all'onda d'urto.
<< Vieni fuori, ragazzo albero! >>
Creatasi uno spazio tutto suo, saltò all'indietro per allontanarsi il più possibile dagli alberi, e schivata una pioggia di frecce che bruciò letteralmente il terreno ai suoi piedi, tramutò il proprio martello in un lanciagranate.
<< Voglio vedere se ti nascondi adesso! >>
Ilian deglutì a quella visione: ora sì che era nella merda.


Assistetti alla detonazione provocata da quel terrificante martello, e, con maggior orrore, alla serie di deflagrazioni provocate dalle numerose granate che il Magnhild di Nora stava vomitando addosso agli alberi.
Ma superato lo stordimento iniziale, potei assistere alla risposta di Ilian, che appartatosi in profondità nella foresta (o in ciò che rimaneva di essa) rispondeva alle granate dell'avversaria con continue raffiche di frecce all'indirizzo di Nora.
Se la ragazza sparava sulla foresta per stanarlo, Ilian sapeva esattamente dove mirare, costringendo Nora a cambiare continuamente posizione per non essere colpita, ma proprio quando una serie di frecce imbevute di polvere le tagliò la fuga, fu costretta a fermarsi per riflettere e cercare una via di fuga, mossa che le costò un bel volo quando ben tre frecce ad alta concentrazione di polvere esplosiva le si conficcarono in mezzo ai piedi, illuminando di rosso l'intero panorama.
<< Diamine, ci sta proprio andando pesante >> osservò senza mezzi termini il forzuto del team OMGA << Sapevo che non era contento di come erano andate le cose con Kojo, ma di questo passo... >>
Orion alzò la mano per interrompere l'osservazione dell'amico.
<< Fossi in te non sottovaluterei la resistenza della Valkyrie, se fossi in Ilian anch'io le vomiterei addosso ogni arma a mia disposizione >>
Amber annuì silente, la valchiria e il cacciatore intanto continuavano il loro duello esplosivo, e come a confermare le parole di Orion, Nora si riprese abbastanza in fretta dalla botta, atterrando in piedi e riprendendo a rispondere colpo su colpo.
Più in la, Julia e Pyrrha si erano spinte verso le montagne del ring, che per l'occasione del loro scontro ricoprivano quasi un quarto del ring, per nulla intenzionate ad essere colpite accidentalmente da una freccia esplosiva o da qualche granate.
In quel terreno accidentato, le due contendenti balzavano con l'agilità di due gatti da una cima all'altra, scambiandosi fendenti ad ogni contatto, ma a differenza della sua avversaria, Julia poteva sfruttare la propria semblance per incrementare la propria velocità ed abbattersi sulla Nikos con la forza di un proiettile.
Notai la migliore combattente di Beacon essere sbalzata via da un violento impatto e schiantarsi rovinosamente contro un cumulo di sassi, mentre il mio caposquadra atterrava elegantemente all'indietro sul picco di una montagnola vicina.
Il rumore dell'impatto fu tale che sentii le mie stesse ossa scricchiolare per empatia, meno impressionata fu invece Julia, che aveva avuto modo di saggiare più volte la resistenza della sua avversaria, e di conseguenza non esitò a balzare addosso alla contendente.
Il balzo e l'atterraggio si consumarono nel giro di un secondo, un secondo dove la Nikos mostrò nuovamente la propria prontezza di riflessi, imbracciando lo scudo e facendo scivolare l'assalitrice di lato, per poi costringerla ad arretrare con una scarica di proiettili sparati fuori dalla bocca di Akoúo.
Deviati questi roteando la lancia da caccia, Julia fu lesta a balzare all'indietro, scomparendo rapidamente dal raggio visivo di Pyrrha.
I miei occhi non si staccarono un solo istante da quella scena, e avrebbero proseguito volentieri la visione se una sgradevole pressione sul mio stomaco unita ad un poco piacevole suono di digestione non mi avessero fatto pentire di essermi ingozzato di hot-dog ben due battaglie fa.
Non me ne vogliate, ma quando sei costretto ad annoiarti e non puoi nemmeno farti una dormita, il mangiare diventa spesso la tua unica alternativa.
Una seconda sensazione di digestione mi fece perdere il filo dei miei pensieri, mi portai una mano sullo stomaco e mi alzai a fatica dal sedile.
<< Io vado in bagno, tenetemi il posto! >> senza attendere una risposta scattai verso il portale che dava sull'interno dello stadio e mi misi a pregare interiormente che non ci fosse fila, ed avevo quasi raggiunto l'uscita quando mi sentii chiamare da una voce che non mi era del tutto estranea.
<< Ehy Ascuns! >>
Mi guardai interno, poco intenzionato ad intrattenere una conversazione ma fedele a quel poco di buone maniere che mi erano state impartite (la Goodwitch era parecchio intransigente a riguardo) durante i miei primi mesi di permanenza.
La mia ricerca durò poco, presto individuai la fonte di quel richiamo: un ragazzo dagli occhi, vestiti e capelli grigi conosciuto come Mercury Black, uno dei membri del team in cui mi ero imbattuto dopo aver avuto quell'incidente con un delirante studente di Haven, che guarda caso, era la stessa scuola che frequentava Mercury.
Il ragazzo, seduto a braccia conserte e, direi, felice quanto me di aver iniziato quella conversazione, si trovava in mezzo alle sue compagne di squadra: Cinder, la ragazza dai capelli verdi, Emerald, ed una ragazza minuta e dagli occhi verdi e malefici di cui ignoravo l'identità.
Compresi che era proprio Cinder ad aver convinto, per non dire obbligato, Mercury ad attaccare bottone, infatti, seccata dal suo silenzio, gli tirò una gomitata di rimprovero per poi prendere la parola al posto suo.
<< Scusaci Ion, stai andando al bagno? >> annuii << Bene, potresti indicare a Mercury dove si trova? Ci dovrebbe andare anche lui ma preferisce farsela addosso che chiedere a qualcuno >> l'osservazione di Cinder ed il tono volontariamente derisorio con cui la pronunciò strappò un sospiro esasperato al ragazzo d'argento.
<< Ok ok mi muovo! >> sbuffando, Mercury lasciò il posto a sedere depositandoci sopra l'incarto di un hamburger mezzo mangiato a mo' di segnaposto (cosa che strappò una smorfia di disgusto alla sua compagna dai capelli verdi) e fu accanto a me prima ancora che potessi rispondere.
<< Andiamo? >>
Capendo che il mio interlocutore era decisamente troppo seccato per tirare fuori anche un minimo di cortesia, non gli risposi se non facendogli segno di seguirmi, ed assieme ci avventurammo all'interno dello stadio.
Il bagno distava un po' di metri dall'ingresso, e dovemmo quindi farci una breve camminata assieme nel corridoio.
Per fortuna, Mercury era il miglior tipo di interlocutore che potessi desiderare per riempire quei momenti: il tipo che non parla, ed evidenziato questo suo lato positivo, potei affrettarmi a raggiungere il bagno senza iniziare una sterile conversazione che al momento non avei avuto la voglia di tenere.
Entrati nel bagno degli uomini, Mercury borbottò qualcosa che doveva essere un grazie e si avvicinò all'orinatoio più vicino, mentre io optai per una più comoda postazione water.
Impiegai cinque minuti buoni per liberarmi del carico di cibo spazzatura, cinque minuti nei quali non sentii la porta aprirsi nemmeno una volta, solo lo scorrere dell'acqua del lavandino.
O Mercury si era fatto molto discreto, od era ancora in bagno per una qualche ragione di cui ignoravo il motivo.
Tirato lo sciacquone e uscito dal bagno, constatai che la prima opzione era quella inesatta: appoggiato al muro a braccia conserte, con la sua immagine sbiadita che si rifletteva sul pavimento semilucido del bagno (tanto di cappello agli addetti del Colosseo Amity per il loro superbo lavoro ai servizi igienici).
Quasi un tutt'uno con il colore argenteo del muro, che a differenza del pavimento più che riflettere la sua immagine sembrava volerlo assorbire a sé, era chiaro che Mercury non avesse intenzione di uscire dal bagno prima di me, e di certo non perché era ansioso di godere della mia compagnia.
Non dissi niente, sforzandomi di ignorare quel comportamento così anomalo, e mi affrettai a lavarmi le mani con massicce dosi di sapone.
Confesso che la sua presenza iniziava ad innervosirmi, tanto che volli di proposito prolungare il più possibile la pulizia e l'asciugamento delle mie mani solo per stuzzicare la sua pazienza.
Se la cosa lo infastidì, non lo diede a vedere, e aspettò attaccato a quel muro dal colore affine al suo tutto il tempo che io impiegai a lavarmi e asciugarmi le mani.
<< Certo che ci tieni parecchio all'igiene >> per poi attaccare bottone non appena ebbi finito.
<< Non particolarmente, comunque serve qualcosa? >>
Ricordatomi che in quegli istanti era in corso lo scontro di Julia e Ilian, decisi che non volevo perdere più tempo di quanto non ne avessi già perso fra i miei bisogni e il lavarmi le mani, quindi cercai di arrivare dritto al punto.
Ormai era palese che doveva parlarmi di qualcosa, e se glielo avessi lasciato fare, lui ci sarebbe girato intorno fino a farmi perdere la già poca pazienza di cui disponevo.
<< No, direi di no, però volevo parlare un po', ti dispiace? >>
<< Sì, in effetti mi dispiace >> giunto a questo punto decisi di essere franco, quel ragazzo aveva qualcosa che non va e si vedeva lontano un miglio.
<< Cos'è questa ostilità che avverto? Hai tirato giù per lo sciacquone anche la simpatia oltre alla cacca? >>
Incrociai le braccia, schivando la provocazione << No, quella mi è sempre mancata, comunque se ti dai una mossa a parlare faresti un favore ad entrambi >>
Con il sorriso di chi la sa lunga, Mercury alzò le mani poco sopra le spalle nella parodia di un segno di resa, per poi staccarsi dal muro e iniziare a camminarmi attorno.
<< Ok ok hai vinto, la pianto di girarci intorno >>
Fermatosi dall'altra parte della stanza, come per invitarmi a raggiungerlo per riparare la nostra conversazione da occhi indiscreti (tutte le postazioni water avevano la porta aperta, come se avesse voluto non offrire nascondigli ad eventuali spie.
Mi avvicinai, sperando solo che la finisse in fretta, se non mi fossi fatto trovare da Julia in tempo per la fine dello scontro ero certo che me l'avrebbe fatta pagare cara.
<< Allora, perdona l'approccio, amico, ma dovevo parlarti di una cosa importante che è sotto gli occhi di tutti da tempo >>
Sospirai.
<< Mercury, sono lusingato, ma se vuoi dichiararti sappi che non sei il mio tipo >>
Una risata acida fu la risposta alla mia di provocazione.
<< Adesso la simpatia è tornata, fantastico! >> il sarcasmo era così tangibile che temetti di sbatterci contro << Ora, io farei a meno di questa conversazione, ma Cinder ha insistito perché te ne parlassi, sai, riguardo gli incidenti che si stanno verificando da qualche tempo a questa parte >>
Non ebbi bisogno di chiedere a quali incidenti si riferisse, del resto io stesso ne ero quasi stato una vittima proprio nell'occasione in cui mi ero imbattuto nel team CMNE, il team di Mercury e Cinder, per l'appunto.
Né era l'unico incidente di cui ero a conoscenza, in verità le notizie di comportamenti violenti fra gli studenti presenti in città, a prescindere dall'accademia di appartenenza, erano andati moltiplicandosi in questi giorni, ed anche se il clima festoso del festival sembrava aver mascherato questa inquietante realtà, i servizi del telegiornale riguardanti aggressioni e di studenti o interi team costretti a rincasare dopo misteriosi esaurimenti o attacchi nervosi non avevano potuto che causare una certa inquietudine fra i cittadini.
Inquietudine intensificata dal fatto che non era stata trovata né una possibile causa, né una qualche relazione fra le vittime, se non il fatto di essere tutti cacciatori appartenenti a qualche accademia.
Già, a dispetto di quanto mi sforzassi di rilassarmi, la situazione non era del tutto normale, e una parte di me sperava in una rapida fine del festival che avrebbe riportato a casa i vari studenti stranieri, e con loro anche qualsiasi cosa fosse giunta a Vale in occasione del festival, perché era a partire da quel periodo che avevano iniziato a segnalare i vari incidenti.
<< Sì, sono informato sull'argomento... ma per quale motivo la tua leader vorrebbe che tu ne parlassi con me? Anzi, perché chiederti di metterti in un luogo appartato a parlarne con me come se stessimo tenendo un commercio illegale di polvere? >>
<< Piano con le domande! Lasciami arrivare, diciamo che la mia leader afferma di sapere cosa sta succedendo agli studenti da quando il festival è iniziato, e vorrebbe parlarne con te... di persona >>
Sbattei le palpebre con incredulità, cosa avrebbe dovuto sapere su questi avvenimenti? E perché non parlarne con le autorità? E sopratutto, perché fra tutte le persone su questo pianeta sentiva il bisogno di parlarne con me? Chi diamine credeva che fossi?!
<< Scusa, ma non vedo per quale motivo, fra tutte le persone presenti sul pianeta, la tua caposquadra voglia parlarne con me! >>
Risposi seccato, era chiaro che lo faceva apposta ad essere così criptico, mi rifiutavo di credere che non conoscesse il motivo di questa ridicola conversazione!
Come divertito dalla mia reazione, Mercury tornò a rilassare la schiena contro il muro, incrociando le braccia e rispondendo con il classico tono da finto tonto.
<< Calma Ascuns, dov'è finita la tua pazienza? Purtroppo neanch'io so cosa passi nella testa della nostra caposquadra, so solo che vuole parlare di qualcosa con te, e che quella cosa di cui vuole parlare c'entra in qualche modo con quello che sta accadendo, tutto qui, non sentirti come se fossi il ragazzo più speciale della scuola >>
Ignorai la provocazione e non risposi, ci avrei solo perso tempo.
Anzi, decisi di dargli le spalle e di andarmene, e nel farlo osservai il riflesso dello specchio sopra il lavandino, notando così l'espressione accigliata di Mercury, era chiaro che non aveva ancora finito.
<< Ma sul perché ha scelto proprio te! >> lasciò in sospeso la frase dopo aver quasi gridato, l'eco rimbombò per qualche secondo nella stanza.
<< Dicevo... sul perché ha scelto di parlarne con te, beh non posso saperlo, ma forse ha a che fare sul tuo... ehm curriculum lavorativo? >>
Sbarrai gli occhi e mi paralizzai, come a rifiutarmi di credere a quello che avevo sentito.
<< Come prego? >>
Stiamo scherzando? Cos'è che tutte le persone con cui ho a che fare sanno di questa cosa?!
<< Beh sai... intendo: quello che facevi prima di entrare a Beacon, i furti e tutto il resto >>
Mi voltai verso di lui con tale rapidità che me ne pentii subito, se non era certo di quello che diceva, gli avevo appena dato una conferma.
<< Oh scusa, forse sono stato un po' indelicato nel dirlo, tanto potrebbe anche non c'entrare niente con quello che vuole Cinder, ma ho come la sensazione che il suo interesse possa derivare da qu- >>
<< Dove lo hai saputo? >>
Sorrise, adesso la discussione aveva preso la piega che voleva lui, la sua faccia da schiaffi non poté non farmi pensare al volto di Drake e di Caesar, a quanto pare la lista di persone che non sopportavo era destinata a crescere ogni giorno di più.
<< Non dal preside o dai tuoi amici, non so nemmeno se a loro lo hai detto >>
<< Loro lo sanno >>
<< Bene, allora puoi consolarti pensando di avere davvero degli ottimi amici >> la frase uscì col tono di chi ama sfottere il prossimo.
Fantastico, adesso se prima ero un po' in ansia, ora avevo decisamente un motivo per preoccuparmi.
<< L'ho saputo da Cinder ovviamente, lei... diciamo che sa essere una persona molto curiosa e... beh, aggiungi a questo tratto il suo essere estremamente meticolosa nel cercare informazioni, ed otterrai una perfetta rompiscatole, ma non fare quella faccia, non sei l'unico studente di Beacon di cui non conosca qualche interessante segreto, e di certo non sei quello più interessante >>
Mi trattenni dal balzargli addosso e tirargli un pugno in faccia, primo: perché non sarebbe servito a niente, secondo: perché anche se ero riuscito a distruggere Drake, sostanzialmente rimanevo una discreta pippa se paragonato agli altri cacciatori.
<< Tranquillo, non sono qui per dirti “fai come ti dico o ne parlo a tutti”, non sono quel genere di persona >>
Per forza: sai già che lo sanno i miei amici, altrimenti non avresti esitato a giocare quella carta, faccia da cazzo che non sei altro.
<< Ma se vuoi sapere come lo ha scoperto e tanti altri interessanti dettagli... allora fossi in te accetterei il suo invito, prenditi qualche giorno per pensarci, poi se deciderai di venire a trovarci avvisa me od Emerald, ti diremo noi dove andare >>
Annuii, cercando di trattenermi dal diventare intangibile, attraversare il pavimento e cadere dal cielo di Vale, perché in quel momento avrei fatto qualsiasi cosa per interrompere quella conversazione.
<< Bene, visto che non c'era bisogno di fare i paranoici? >>
Evitai di rispondere.
<< Su amico, non mettere il muso, prenditi il tempo che ti serve... ma sappilo, Cinder non ha il pregio della pazienza, anzi, la perde facilmente, quindi cerca di non farla aspettare troppo, ok? >>
Ancora nessuna risposta.
<< Lo prendo per un sì, a dopo allora! >>
Congedandosi in questo modo, Mercury abbandonò il bagno, lasciandomi da solo a sospirare per la delusione.
Non che fossi stato minacciato o altro, anche se avesse detto del mio passato all'intera scuola non me ne sarebbe potuto fregare meno di un cazzo, i miei amici lo sapevano e la cosa mi bastava.
Quindi, di certo non mi aveva lasciato con una pistola puntata alla testa, eppure, il fatto che una certa signora dal sorriso malefico, la voce suadente e delle intenzioni non necessariamente benigne sapesse di me e volesse parlarmi per qualche motivo che allora ignoravo, era abbastanza per farmi capire che i miei problemi erano ben lungi dall'essere finiti.
Ma tutto sommato, nulla mi impediva di ignorare quella richiesta e tornare alla mia vita, anzi, ero certo che avrei fatto così: dopo i fatti successi in quella foresta non avrei mai più accettato altri appuntamenti sospetti.
Ripetendomi queste parole come un mantra, abbandonai il bagno e mi incamminai verso le tribune.


Il grande martello di Nora spezzò nuovamente la guardia dell'arciere, che rimasto senza alcuna copertura dopo la metodica e devastante operazione di disboscamento condotta dall'avversaria, si era visto costretto allo scontro corpo a corpo, dividendo il proprio arco per trasformarlo in due spade dalla lama lunga e leggera.
Aveva fatto delle modifiche in vista di quel giorno, in modo che le due lame fossero ora dritte invece che a curva come prima, modalità in cui si trovava più a suo agio, specie in uno spazio aperto dove non rischiava di incastrare la lama in qualche corteccia.
Ma queste note positive non erano nulla se comparate alla precarietà della sua situazione, rimasto senza nascondigli poteva soltanto limitarsi a evitare le devastanti cariche della propria avversaria.
<< Ma non ti stanchi mai?! >> gridò con stizza prima di gettarsi all'indietro e atterrare sul picco di una montagna vicina, mentre la devastante arma di Nora si abbatteva dove l'arciere era in piedi fino a qualche secondo fa, causando una piccola slavina con i detriti amputati dal fianco della montagnola.
La ragazza non rispose e balzò nuovamente all'attacco, sta volta l'arciere la stupì scattando in avanti, ma verso il basso, evitando di pochi centimetri la testa del martello, e passando la lunga lama sulla coscia della Valkyrie.
Nora atterrò incolume grazie alla padronanza della propria aura, ma la visione del tessuto rovinato la mandò letteralmente su tutte le furie.
<< Ok, adesso mi sto veramente arrabbiando! >>
Persa la copertura della foresta, Ilian non aveva avuto altra scelta che spostare lo scontro sulla zona montagnosa della piattaforma, dove non poteva godere della stessa copertura ma se non altro poteva sfruttare i picchi e le cime di quella zona per tenersi lontano dalla propria avversaria, la quale, tra l'altro, aveva esaurito tutte le granate di polvere in suo possesso.
Lui invece aveva ancora una buona quantità di frecce, il problema era trovare il momento adatto per utilizzarle, aveva deciso di adottare l'equipaggiamento corpo a corpo per illudere l'avversaria di voler cercare lo scontro ravvicinato, e una volta che sarebbe stata abbastanza vicina le avrebbe scaricato addosso tutto quello che aveva.
E se nemmeno quello fosse bastato a buttarla giù, allora significava che stava avendo a che fare con un vero mostro.
Se non altro doveva combattere contro un solo avversario, perché mentre lui e Nora si erano ritagliati per se la zona delle montagne, in quello spiazzo pianeggiante di alberi devastati che un tempo era una tetra foresta di alberi tutti uguali, la sua caposquadra e l'avversaria avevano ormai mandato a quel paese la precedente cautela.


Balzando da un albero abbattuto all'altro, e sospinta da una corrente micidiale, Julia viaggiava con la velocità di un proiettile, sfuggendo di continuo agli occhi della rossa per poi saltarle addosso con la potenza di una palla demolitrice.
Era una manovra rischiosa che avrebbe letteralmente bruciato la propria riserva di aura, Julia lo sapeva, ma si era ormai rassegnata al fatto che non avrebbe mai battuto una nemica così potente senza assumersi qualche rischio.
Pensando ciò, la ragazza scattò dal tronco bruciato di un albero che era rimasto inclinato sul terreno mezzo sradicato, come una nave in procinto di inabissarsi, e travolse con un brutale impatto la cacciatrice dai capelli rossi, mandandola a terra come un sacco di patate.
Ma un sacco di patate con gambe e braccia, e sopratutto in grado di rimettersi in piedi giusto in tempo per veder arrivare il secondo colpo.
Julia non voleva né poteva lasciarsi sfuggire l'occasione, e, appena abbattuta l'avversaria, si lasciò trasportare dal vento contro uno dei pochi alberi rimasti in piedi, appoggiando leggiadramente i piedi sulla superficie verticale del tronco come a beffarsi della gravità stessa.
Ma durò tutto un secondo, perché prima che le leggi della fisica potessero tornare in funzione, una seconda e più violenta folata di vento trasformò la ragazza in un missile, spedendola contro la sua temibile avversaria.
Arrivò ad un passo dall'inforcarla con la sua lancia, quando fu proprio questa a tradirla.
Come pilotata da una strana forza, la lancia si oppose al potere del vento e alla presa della sua padrona, fermandosi a mezz'aria in posizione verticale mentre il corpo della sua proprietaria si dibatteva in avanti come una bandiera, nel disperato tentativo di non separarsi dalla sua arma.
Fece cessare la tempesta, ben consapevole di cosa stesse succedendo: alla fine la Nikos aveva impiegato la sua semblance proprio nel modo in cui temeva, e per puro miracolo riuscì a deviare con un calcio la bocca del fucile di Miló, ma appena atterrò, anzi, ancor prima che potesse atterrare, un colpo di scudo la lanciò a qualche metro di distanza, facendola rotolare sul terreno proprio come aveva fatto prima con la propria avversaria solo qualche attimo prima.
Riuscì a tenere la presa salda sulla lancia, ma la Nikos approfittò di nuovo della sua semblance per trascinare la ragazza a se senza nemmeno darle modo di riprendersi, Julia poté soltanto parare a malapena gli affondi dell'avversaria prima che un calcio la buttasse a terra e le strappasse l'arma di mano.
Atterrò sul sedere, e protese la braccia in avanti per difendersi, avrebbe accettato una sconfitta, ma non di farsi mettere fuorigioco dalla sua stessa lancia.
Ma un attimo prima che Pyrrha potesse chiudere lo scontro contro la nemica disarmata, un sibilo alle sue spalle la indusse a voltarsi, parando per un soffio la freccia sparata dal compagno di squadra della sua nemica.
Il che sarebbe stato magnifico, se un attimo dopo una violenta scarica elettrica non le avesse attraversato l'intero corpo, facendole perdere per pochi ma essenziali secondi la padronanza del suo corpo, secondi di cui la Vindr approfittò per allontanarla con un calcio, facendola cadere a pochi metri da se e, sopratutto, facendole mollare la sua lancia.
Ma, coerente con le voci che la descrivevano come la cacciatrice più promettente dell'intero istituto, Pyrrha si riprese abbastanza in fretta e riuscì anche ad atterrare in piedi, mettendosi in posizione di combattimento.
Non poté non trattenere un gemito di frustrazione all'occasione sfumata mentre staccava dalla gambiera una seconda freccia, quella che le aveva fatto prendere una spiacevolissima scossa, e se davanti ai suoi occhi non avesse avuto un avversaria che dopo minuti di combattimento non poteva che considerare come veramente formidabile, avrebbe rivolto uno sguardo stizzito alla cima della montagna da dove quel maledetto arciere aveva fatto partire il colpo.
Julia dal canto suo, giurò che non avrebbe sprecato l'occasione datagli dall'amico, e senza perdere altro tempo, si lanciò contro Pyrrha, ingaggiando un nuovo duello fra la sua lancia e la di lei spada.
Ma ebbero appena il tempo di incrociare le proprie lame, che una violenta esplosione scosse lo stadio, ed entrambe si voltarono verso il campo di battaglia di Ilian e Nora, ma quello che apparve ai loro occhi fu una spaventosa nuvola di fumo, come se un vulcano fosse appena esploso e avesse spazzato via la cima di una di quelle montagne in miniatura.
Le urla di Oobleck e il grande schermo che mostrava il livello d'aura dei vari contendenti, confermarono i timori di entrambe: Nora e Ilian si erano eliminati a vicenda.


Ilian, dalla cima della montagna dove si era temporaneamente nascosto da Nora, non poté non osservare con una certa soddisfazione il risultato della sua eccellente mira, soddisfazione che sarebbe stata indubbiamente maggiore se solo non si fosse ancora liberato della sua avversaria.
Ma quello adesso non era più un problema: era riuscito a sgusciare dietro la schiena di quella pazza furiosa mentre stava devastando il fianco di un altra piccola montagna, portandosi in una posizione abbastanza elevata da poter osservare l'intero campo di battaglia, ed l'infruttuosa ricerca della sua avversaria gli aveva dato tutto il tempo di preparare il suo asso nella manica.
<< Resisti ancora un po' Julia, un attimo e sarò lì ad aiutarti >>
Se solo non avesse visto la sua amica in difficoltà, e non avesse scoperto la propria posizione tirando quella singola freccia di polvere paralizzante.
<< Eccoti! >>
Come temeva infatti, l'aver aiutato Julia in quel momento fatale gli era costato il rivelare a Nora dove si era nascosto, ma ciò che era peggio, è che lo aveva costretto a far tornare la sua arma segreta nella sua comune forma di arco, e adesso la sua avversaria gli stava balzando addosso mentre lui poteva contrapporle solo un banalissimo arco!
Capì in quell'istante che aveva solo un modo per non vanificare tutti i suoi sforzi, ma anche che non avrebbe potuto mantenere la promessa espressa appena pochi secondi fa.
Il terribile Magnhild tentò di spazzare via l'arciere con un violento attacco orizzontale, ma Ilian fu più svelto a percorrere l'unica via di fuga che gli era rimasta: verso il basso.
Con un movimento quasi impercettibile del piede, Ilian si lasciò scivolare all'indietro, nel mentre che le sue mani, rese abili da anni di caccia e lavori a mano, assemblavano la forma finale del suo arco.
La testa di Magnhild sfiorò di pochi millimetri il naso dell'arciere, prima che questi sparisse dalla sua portata, ma Nora non si siede per vinta: sapeva che la sua era una mossa disperata.
Senza nemmeno pensarci, inseguì il nemico buttandosi dalla cima della montagnola nello stesso istante in cui il corpo dell'arciere aveva ormai assunto una posizione orizzontale a mezz'aria.
Ma quando anche la Valkyrie ebbe intrapreso il tuffo nel vuoto, non poté non accorgersi con suo sommo sgomento che era stata fregata.
Prima infatti che tutta la zona circostante si trasformasse in una grande massa di polvere e detriti, Nora poté osservare bene l'arma che il suo nemico le stava puntando contro: una minacciosa balestra metallica armata con un unico grande dardo, ovvero tutte le frecce di cui l'arciere disponeva (con l'eccezione di quelle a base di polvere elettrica, essendo Nora in grado di potenziarsi tramite le scosse elettriche per via della propria semblance), puntate tutte contro un unico e vicinissimo bersaglio.
Seppur con una certa amarezza, l'arciere si permise di sorridere al suo trionfo.
“Uffa però” pensò prima di scoccare il dardo letale addosso all'avversaria “Mai una volta che riesco a non eliminarmi assieme al nemico”.
Prima che Nora potesse anche solo assumere una posizione difensiva, l'arciere aumentò al massimo la propria resistenza tramite l'aura che gli era rimasta, e, sperando che bastasse ad attutire il colpo, fece pressione sul grilletto.
Un boato, e metà di quella montagna artificiale saltò in aria assieme ai due contendenti.
Dalle tribune da cui avevo ripreso da parecchio tempo ad assistere allo scontro, non potei non preoccuparmi per la salute dei tuoi partecipanti, perché l'aura di entrambi era scesa allo zero.
A distogliermi dai miei pensieri su dove fossero finiti i due eliminati, ci pensò l'esclamazione stupefatta di Max.
<< Diamine... certo che ci teneva a fare una bella figura! >>


<< Doppia eliminazione al limite dell'eroico! >>
La pomposa voce di del professor Port riportò alla realtà le due contendenti, ma Julia ci tornò con qualche secondo di anticipo che sfruttò per tentare un affondo verso la Nikos, determinata a non vanificare il sacrificio del compagno.
L'avversaria scattò indietro, ma Julia fu abbastanza rapida da inseguirla e impedirle di togliersi dalla portata della sua lancia.
Il secondo affondò venne fermato dalla lama di Miló, che con grande precisione Pyrrha riuscì a far scontrare con l'ala dell'arma da caccia, ma se ne pentì subito quando entrambe le ali si chiusero sulla lama, incastrando l'arma di Pyrrha fra l'ala destra e la lama dritta dell'arma di Julia.
La nostra caposquadra colse l'occasione al volo, e con un violento strattone strappò l'arma dalle mani dell'avversaria, per poi tentare di mandarla a terra con una violenta spazzata.
Pyrrha abbassò il busto, piegandosi sul bacino di ben novanta gradi, poi si lasciò cadere all'indietro toccando il terreno con le mani e alzando i piedi al cielo con un violento calcio che lanciò in aria le rispettive armi.
La Vindr si ricordò però che Pyrrha disponeva ancora dello scudo, e diede la priorità al recupero delle armi, balzando in aria per recuperarle, risultando più veloce del magnetismo di Pyrrha, più veloce ma non più potente, e appena mise le mani sull'asta della propria arma si ritrovò a precipitare rovinosamente verso il basso, trainata dall'irresistibile forza magnetica dell'avversaria.
Contrastandola però con una corrente che andava in senso opposto, riuscì ad atterrare ed a piantare i piedi sul terreno, sebbene il breve volo ebbe modo di farle notare di nuovo lo schermo che mostrava lo stato dell'aura delle due sfidanti, e quello di Pyrrha, ma sopratutto il proprio, si stavano avvicinando con una velocità preoccupante al limite.
Per questo appena atterrata decise che non poteva permettersi di giocare al tiro alla fune, e dopo appena qualche secondo di tira e molla con la rossa, mollò la presa sull'arma e generò una violenta corrente di vento, che unità ad una vigorosa spinta ed al potere magnetico di Pyrrha, fece finire l''arma letteralmente addosso all'avversaria, che sebbene non cadde ne uscì sbilanciata e in una pessima posizione quando l'avversaria si lanciò avanti a sua volta, assestandole un pugno sullo stomaco.
Pyrrha ne fu sbalzata all'indietro e perse a sua volta la presa sull'arma, che però Julia non si degno di recuperare: farlo le avrebbe fatto perdere una preziosa occasione per chiudere lo scontro, e Pyrrha riuscì appena in tempo a parare con le braccia una ginocchiata che altrimenti l'avrebbe presa al viso.
Sospinta all'indietro con così tanta forza che i suoi piedi scavarono un solco nel terreno, comprese che la sua avversaria aveva scelto di dare il tutto per tutto con la propria semblance: inferiore a lei in forza, resistenza e peso, Julia stava usando le violente correnti di vento generate dalla sua peculiare abilità per dare ai propri attacchi fisici la forza di proiettili e allo stesso tempo indebolire le difese dell'avversaria, che trovandosi controvento faticava molto di più ad assumere una posizione difensiva laddove la bionda vedeva la propria forza e rapidità crescere a dismisura.
Tuttavia non si diede per vinta, e senza nemmeno provare a recuperare lo scudo ingenuamente riposto sulla schiena poco dopo aver assistito all'esplosione (scoprirsi anche solo per pochi secondi le sarebbe stato fatale), assunse una posizione da pugilato parando colpo su colpo gli attacchi di Julia.
Un pugno la colpì al braccio sinistro senza però scalfire più di tanto la propria guardia, un colpo al fianco invece la portò ad incurvarsi in avanti per reprimere il dolore, cosa che la espose a una violenta ginocchiata che, sebbene parata al prezzo di un forte dolore alle braccia, la spinse all'indietro di parecchi metri, mandandola nuovamente ad impattare sull'erma.
Ma quella era l'occasione che aspettava, e prima che un calcio di Julia le desse il colpo di grazia, riuscì ad impugnare Akoúo con la promessa solenne di non abbassare mai più la guardia in quel modo ed a parare un colpo così violento da far tremare sia lo scudo che il braccio che lo impugnava.
Anche l'avversaria gemette assieme allo scudo e si lasciò portare in cielo dalla corrente, per poi ripiombare con forza in testa all'avversaria, schiacciando lei ed il suo scudo sotto ai piedi con la forza di un martello che batteva l'incudine, ma la Nikos resistette anche a quell'attacco, rispedendola indietro.
Con la forza della disperazione, Julia scattò all'indietro e recuperò la propria arma in appena due secondi, e nel terzo si rituffò in avanti in un nuovo tentativo di chiudere lo scontro.
Pyrrha avvertì il colpo arrivare da destra, e lo parò, ma subito dopo si accorse di aver parato la sua stessa arma, Miló, e allo stesso tempo si buttò in quella direzione, evitando l'affondo di Julia ma non il corpo stesso dell'avversaria, che come un treno in corsa si schiantò contro la guerriera dai capelli rossi.
Akoúo, Miló, e la formidabile lancia di cui Pyrrha avrebbe voluto conoscere il nome -se mai ne aveva uno- saltarono tutte e tre in aria, mentre le rispettive proprietarie rotolavano l'una sull'altra in seguito a quello che era stato un brutale impatto.
La scia di distruzione che i loro corpi si lasciarono dietro durò almeno una decina di metri, nei quali le due travolsero con i rispettivi colpi non pochi alberi mezzi carbonizzati di quello che una volta era stato il campo di battaglia dei loro due compagni.
E fu proprio un albero dal tronco inclinato, lo stesso da cui Pyrrha aveva visto la sua avversaria spiccare il volo poco tempo addietro, a fermare la loro scia di distruzione.
Il tonfo riecheggiò per tutto il Colosseo Amity, e fu seguito da delle esclamazioni di stupore misto a preoccupazione e, subito dopo, da un assordante e timoroso silenzio.
Poi emerse un suono, il rauco tossire di una ragazza, e quando Pyrrha aprì gli occhi venne subito assordata dalla voce stridente del professor Oobleck, che annunciava la fine dello scontro.
Convincendosi che doveva assolutamente rialzarsi, Pyrrha cominciò a tastate il terreno in cerca di un appiglio, fino a quando la sua mano non andò a posarsi su una testolina bionda.
Si accorse allora, abbassando lo sguardo, della propria avversaria che le stava letteralmente dormendo addosso.
Solo allora realizzò di essere lei la vincitrice dello scontro.
<< Con una resistenza degna della miglior cacciatrice di Beacon, Pyrrha riesce a rimettersi in piedi e guadagna la vittoria per il team JNPR! >>


Un boato di acclamazioni e applausi scosse lo stadio, sebbene la vittoria della guerriera dai capelli rossi non fosse una grande sorpresa per il pubblico, questi non poté non meravigliarsi nell'assistere ad uno scontro dove la cacciatrice più abile su cui avessero mai posato gli occhi era stata quasi ad un passo dalla sconfitta.
Con un sorriso, realizzò che era da tanto tempo che non si sentiva così fiera di una sua vittoria, e non poté trattenersi dal ringraziare la propria avversaria con una carezza sulla sua testa addormentata.
Come reagendo al gentile tocco della guerriera più esperta, la bionda aprì gli occhi con un sonoro sbadiglio.
<< Sveglia dormigliona, li faremo preoccupare così >>
Ancora mezza intontita, Julia alzò di poco il busto per poi rivolgerle un'espressione interrogativa.
<< Ho... vinto? >>
<< No, mai sei stata una grandissima avversaria >> scuotendo gentilmente la testa, Pyrrha si rimise in piedi assieme alla propria avversaria, aiutandola a camminare sulle gambe malferme.
Comprese che Julia aveva scommesso tutta la sua vittoria su quell'ultimo devastante attacco, e che se avesse avuto una resistenza anche solo un pochino più debole, quella formidabile avversaria avrebbe avuto la meglio.
Annuendo, Julia non sembrò comunque dispiaciuta del risultato << Diamine però, certo che sembri fatta di metallo, ho tutte le ossa che mi fanno male >> disse con un timido sorriso, conclusa la battaglia Pyrrha tornava ad essere la grande star di Beacon, e Julia ad essere una semplice studente.
Ma questo non scoraggiò la ragazza in rosso << Le tue ossa? Credo mi ci vorranno due giorni per riprendermi da quello schianto >> e non lo diceva tanto per dire, la sua povera schiena urlava pietà ad ogni passo.
<< Lieta di essere stata una valida avversaria allora... sai, non mi dispiacerebbe rifarlo >> Pyrrha, che condivideva quell'opinione fu sul punto di risponderle con la proposta di un allenamento o uno scontro amichevole dopo il torneo, quando due figure a loro familiari corsero verso le due combattenti.
<< State bene?! >> gridò un certo arciere con somma preoccupazione, seguito a ruota dalla ragazza più strana che avessi mai incontrato.
<< “State bene?” Dovremmo farvi noi quella domanda! Va bene che è una competizione ma così si esagera! >>
Julia non aveva tutti i torti nel dirlo, se lei e Pyrrha erano acciaccate e ricoperte di lividi, Ilian e Nora versavano in condizioni più pietose.
Il primo era ricoperto di polvere e zoppicava vistosamente, cosa che avrebbe richiesto un immediato trasporto in infermeria, ma il premio fra i due andava a Nora, con il viso, le gambe e le braccia anneriti dall'esplosione e i capelli sparati all'insù.
<< La cenere... la sento... pure... nel naso >> come se avesse comunicato una qualche educata forma di congedo, Nora chiuse gli occhi e crollò in avanti, rigida come un tronco, ma a giudicare dal sorriso imbarazzato di Pyrrha, si poteva desumere che lei e la squadra fossero abituate a certe stranezze.
<< Ehi! Un po' di riconoscenza per chi si è fatto esplodere per non farti combattere da sola contro due! >>
Julia fece per ribattere, ma sta volta fu il suo turno di essere interrotta.
<< Ragazzi! Nulla di rotto? >> rimasto solo con Deryck ad andargli incontro, era chiaro che dovevo assumermi il compito di dire qualcosa e complimentarmi con i due mentre il fauno meno loquace dell'universo mi seguiva a ruota mostrando la stessa apprensione che mostrerebbe davanti ad un muro appena imbiancato.
<< Pyrrha! Nora! Siete stati grandi! >> ed un compito simile era toccato anche a Jaune, il quale, accompagnato da Ren (che in quanto a loquacità non aveva niente da invidiare a quel musone di Deryck), era andato a complimentarsi per la vittoria delle due compagne ed assicurarsi che Nora non avesse avuto danni celebrali permanenti.
<< REN! >> senza nemmeno notare il biondino, la ragazza scattò in piedi, travolse lo sfortunato compagno e passò oltre, lanciandosi addosso al suo amico dai capelli neri.
<< È stato... prima ero “ora ti prendo!” ma poi lui “prendi questo!” e poi “BOOM”, ed è stato... MAGNIFICO! >> come un giocattolo che aveva esaurito la batteria, Nora cadde nuovamente a terra appena terminato quell'urlo, per fortuna Ren fu abile a prenderla al volo.
<< Posso dire che è stata una splendida esibizione da parte di tutti voi >> sorprendendoci con un'inaspettata loquacità (visto Deryck? Prendi esempio da lui) Ren si complimentò educatamente con il team sconfitto.
Pyrrha annuì seduta stante << Sì, è stata davvero una lotta emozionante, Vindr, e Wolf, non smetterò mai di maledire la tua mira! >> a quelle parole Julia si riprese in un lampo dal suo intontimento << A-ah! Grazie, è stato bellissimo anche per me! Ovviamente resta valido quello che ho detto prima! >>
Da temibile avversaria, a ragazza distesa, a scolaretta imbarazzata davanti a colei che doveva esser stata una specie di idolo, Julia si sforzò di darsi un contegno fra le risate trattenute a stento dell'arciere accanto a lei.
Lasciai le due signore ed il mio amico a porsi i rispettivi complimenti e pensai che tutto sommato le cose erano andate bene, cioè, perdere non è “andare bene” proprio per niente, ma finché i miei compagni non andavano in depressione potevo dirmi contento.
<< Però, si direbbe che hai una squadra molto affiatata >>
Allontanatosi un attimo dall'adorabile scena di raccoglimento fra camerati, Jaune volle commentarla assieme a me.
<< Sì, ma non... a questi livelli >> indicai una Nora che, malgrado tutti i tentativi del ragazzo di Anima, non voleva saperne di staccarsi dal taciturno compagno di squadra.
<< Nora è un caso molto... particolare >> << Concordo, comunque, adesso vi aspettano le semifinali? Credo che faremo il tifo per voi, del resto non c'è nessuna vergogna nell'essere battuti dal vincitore del torneo >>
Jaune sospirò << Questo è un ragionamento proprio da te >> annuii con un mezzo sorriso << Ci hai preso in pieno >>
<< Pyrrha! Ragazzi! >>
Prima che la conversazione potesse proseguire ulteriormente, una voce spaventosamente acuta mise a rischio l'integrità delle mie orecchie, e in un lampo il team RWBY fece la sua comparsa.
Ci eravamo spostati tutti fuori dal ring dopo non pochi richiami degli addetti, e la vivace leader del team di sole ragazze si stava complimentando con la vincitrice e la sua avversaria, le sue compagne di squadra erano invece decisamente più pacate... eccetto Blake Belladonna, che appariva parecchio a disagio a causa della presenza del cucciolo di corgi che da un po' di tempo a quella parte stava accompagnando il team nelle sue avventure.
E proprio quando pensavo che le cose si stessero facendo fin troppo vivaci, ecco che assistemmo ad un'ultima carica di rinforzi.
<< Julia! >> << Ehi come stai?! >>
Ed in un attimo anche i team MEAB e OMGA fecero la loro comparsa, e i rispettivi caposquadra si fiondarono su Julia, finendo per parlare anche con il leader del team RWBY e la miglior combattente del team JNPR.
Non potei fare a meno di notare la piccola Amber mentre assestava una gomitata ad un Max intento a osservare la bionda del team RWBY.
<< Quindi... non partecipi alla riunione dei capisquadra? >>
Jaune scosse la testa.
<< Naah... è la prima volta che vedo Pyrrha così a suo agio >> non potei non alzare un sopracciglio a quella bizzarra risposta << In che senso? >> << Beh... è difficile da spiegare anche per me, comunque devo dirle che Ozpin vuole parlarle, a presto allora! >> e congedatosi con queste parole si avviò dalla sua compagna, mentre Julia tornava da noi.
<< Hai combattuto veramente bene >> osservò Ellen, osservazione a cui seguì una conferma di Brienne e un urlo eccitato di Marlee.
Ashes sembrava sbattersene altamente.
<< Sono d'accordo, non pensavo che avresti cercato di batterla al corpo a corpo! >> esclamò un'emozionatissima Giada << L'idea di usare il vento per trasformare il tuo stesso corpo in un'arma è stato un piano veramente ben ponderato >> disse invece Orion, molto più ponderato.
<< Su, non dire così... devo anche a te questa idea, peccato che sono stata a tanto così dal vincere! >>
<< Sì sì questa è senza dubbio una brutta cosa >>
Davanti allo sguardo basito della mia caposquadra, Max le passò davanti, poi si posizionò dietro di lei e, tirando Orion a se, fece passare le braccia sulle spalle di Julia e del mio amico, come a chiedere la loro complicità.
<< Tuttavia, mi pare ci fossimo messi d'accordo sul festeggiare sia in caso di vittoria che in caso di sconfitta, quindi, che ne dite se adesso andiamo a prepararci, e festeggiamo assieme uno dei più epici scontri a cui abbiamo mai assistito? >>
Il consenso fu praticamente unanime, e con uno sorriso complice di Max e Orion, Julia venne improvvisamente afferrata e portata in trionfo dai due ragazzi assistiti da Marlee, a quanto pare Max non solo aveva trascinato l'amico nel suo piano, ma si era anche trovato una pericolosa alleata!
Ilian ovviamente non scampò alle intenzioni dei tre, e venne sollevato a tradimento anche lui.
Congedatici dai team JNPR e RWBY, lasciammo la zona riservata ai combattenti.
Io e Brienne uscimmo per ultimi, chiudendo la piccola processione che i nostri tre team messi assieme avevano formato attorno ai due non vincitori.
<< Mi spiace, tifavo per voi >> ammise la ragazza coniglio << Non preoccuparti, a me bastava passare il primo turno e salvare le mie- ahi! >> l'intenzione di Brienne era quella di interrompermi con un amichevole pugno sulla spalla, ma ci aveva messo un po' troppa forza, e sopratutto non se ne accorse.
<< Te lo meriti >> mi massaggiai la spalla << Che perfida dittatrice che sei, dovresti lavorare sul tuo senso dell'umorismo! >> lo dissi sorridendo, ma ciò non impedì a Brienne di accigliarsi << Ma davvero? >>
<< Parlavo proprio di questo! >> lei scosse la testa, assumendo un'espressione più distesa << Lo so che scherzi, torna qui, fifone! >> ubbidiente, tornai immediatamente al suo fianco da cui mi ero allontanato giusto di qualche passo.
<< Sai, mi stava mancando quel termine >>
<< Davvero? Allora vedrò di usarlo un po' più spesso... >> il mezzo sorriso malefico che mi rivolse bastò a convincermi che non dovevo sottovalutare quella ragazza.
<< Ripensandoci ho cambiato idea... >> << Su, la smetto di punzecchiarti >> sta volta alla spalla non arrivò un pugno ma una gentile pacca << Eccoci >>
Arrivammo all'aereonave che ci avrebbe riportati a Beacon, e siccome eravamo saliti per ultimi, dovemmo accomodarci sugli unici due posti rimasti liberi, casualmente l'uno accanto all'altro.
Senza perdere ulteriore tempo, ci spingemmo all'interno della piccola aereonave la cui atmosfera era diventata da subito parecchio vivace fra gli schiamazzi dei nostri compagni e gli urrà rivolti ai due non vincitori.
Accomodatomi al posto accanto al finestrino, cercai al meglio che potevo di lasciarmi andare e godermi l'allegria collettiva, ma appena il mio sguardo osò viaggiare oltre il finestrino, ed i miei occhi si posero sulla sagoma sempre più distante del Colosseo Amity, il mio corpo venne come percorso da un brivido incontrollato mentre la mente riviveva la spiacevole conversazione avuta con Mercury in uno dei bagni dell'immensa struttura.
Quel giorno, come a confermare le mie paure, delle nuvole nerastre stavano iniziando a solcare i cieli sopra Beacon, e la grande arena dei cacciatori mi parve per un momento vacillare in mezzo all'oscurità nascente, come un vascello sul punto di inabissarsi nell'inquietante mare di pece.
   
 
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