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Autore: __Lily    02/11/2019    3 recensioni
E se Daenerys non fosse impazzita e Jon l'avesse uccisa ad Approdo del re?
Cosa sarebbe successo?
Genere: Avventura, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jaime Lannister, Jon Snow, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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VENTIQUATTRO







DAENERYS

La giornata di Daenerys così come quella di Jon e di Jorah che all’alba sarebbero partiti per il Nord passò forse troppo in fretta e irrequieta.
«Passeggia con me Missandei» disse la regina alla sua amica.
Il vento tirava forte e il mare era agitato come il suo spirito, una tormenta agitava nel suo cuore che ogni giorno sembrava diventare sempre più duro, ogni giorno quel muro che Jon Snow era riuscito ad abbattere in quel lungo mese era tornato al punto di partenza e mai avrebbe dovuto abbassarlo.
«Domani sarà più calmo maestà» disse Missandei, gli occhi della regina d’argento erano fissi sulle onde, domani sembrava così vicino forse troppo.
«Prego che sia così, anche se orami non so più quale Dio pregare.»
«Non posso dirti io chi pregare ma se esiste un Dio farà in modo che il loro viaggio sia sicuro.»
«Credi davvero che esista un Dio dopo tutto ciò che hai visto Missandei?» domandò sinceramente Daenerys.
Lei non aveva creduto mai molto negli dei mentre al contrario Viserys ogni notte prima di andare a dormire li pregava e lei sapeva anche per cosa eppure gli dei, erano rimasti sordi alle sue preghiere.
Lui pregava per la nostra casa - disse una vocina dentro la sua testa.
«Non lo so, ma gli uomini hanno bisogno di credere che esista qualcuno a cui rivolgere suppliche e preghiere, ma sia tu che io maestà abbiamo visto troppo di questo mondo per crederci.»
«Più di quanto avrei voluto, eppure il nostro viaggio non è ancora alla fine abbiamo ancora molte cose da fare.»
«Tu hai molte cose da fare, sei l’unica in grado di salvarli.»
«Al Nord mi temono e mi odiano anche se non mi conoscono» rispose Daenerys sfregandosi le mani.
Non aveva mai sentito tanto freddo in tutta la sua vita.
«Tuo padre era così temuto?»
«Temuto e odiato Missandei, non è stato un buon re. Il re folle, ecco come viene ricordato ed ecco l’eredità che mi ha lasciato.»
Fece qualche altro passo, il mare era grigio come gli occhi di Jon Snow, ogni cosa sembrava ricordargli lui.
«Tu non sarai odiata e nemmeno temuta, io ho visto chi sei e cosa puoi fare e anche gli altri lo vedranno.»
Dany le fece un debole sorriso.
«Forse a Essos ma non qui Missandei, non da questa parte del mare. A Westeros ci vorrà molto tempo prima che io venga anche solo apprezzata, mio padre ce l’ha messa tutta per farsi odiare e in particolar modo per farsi odiare nel Nord.»
«Ma hai Jon Snow, lui ti aiuterà.»
«Lo farà questo lo so, ma basterà? Da giorni mi domando se tornare a Westeros sia stata la scelta più giusta. Forse aveva ragione Tyrion e le terre a cui appartengono sono davvero oltre il Mare Stretto, è lì che io posso fare grandi cose non qui.»
«Una regina non può dubitare di se stessa e quando saremo nel Nord non potrai permetterti di farlo, dovrai essere sicura e risoluta maestà. Nessuno a parte chi ti conosce e ti ama dovrà sapere quali sono i sentimenti che si agitano nel tuo cuore o i tuoi dubbi.»
Daenerys allungò la mano e prese quella della sua amica.
«Cosa farei senza di te? Sei molto più di ciò che altri possono vedere.»
«Anche tu mia regina, non dimenticarlo.»
«Ci proverò Missandei, te lo prometto.»
Il resto della giornata Daenerys lo passò un po’ con i suoi draghi e chiese a Jorah Mormont di raggiungerla.
Drogon aveva appena spiccato il volo alzando altro vento e terra mentre ser Jorah stava arrivando con la sua armatura con lo stemma della sua casa.
«Khaleesi.»
«Sei pronto per domani Jorah?» chiese lei osservando Rhaegal e Viserion.
«Si, lo sono.»
«Io no» rispose lei voltandosi verso il suo vecchio e caro orso.
«Maestà questa impresa…»
«Non ti impedirò di partire non temere, so bene quanto ci tieni. Tutti voi volete essere eroi eppure gli eroi muoiono quasi sempre.»
«Non ho intenzione di morire mia regina, non fino a quando non ti vedrò sedere sul Trono di Spade.»
«Accadrà mai Jorah? Finirà mai questa guerra? Sono così stanca di dover combattere, non ho fatto altro per tutta la vita, fuggire e combattere. Non mi sorprende che Viserys sia impazzito.»
«Daenerys tu non sei lui e non sei nemmeno tuo padre.»
«Barristan una volta mi disse che per tempo si era chiesto se in me ci fosse qualche stortura, mi domando se ci sia e quando verrà fuori.»
«Dubito che abbia trovato delle storture in te.»
«Tu mi vedi con occhi diversi ser, ma non tutti qui mi amano.»
Rhaegal iniziò ad agitarsi e si allontanò da sua madre e così fece anche Viserion, in poco tempo spalancarono le loro grandi ali e volarono via verso l’orizzonte grigio mentre le nubi sembravano promettere altra pioggia.
«Tornerò Daenerys, sono sopravvissuto al Morbo Grigio per te. Sopravviverò anche al Nord.»
«So che lo farai, ho fiducia in te Jorah» disse e poi con gli occhi colmi di lacrime lo abbracciò.

 

 



 

JON

Quando calò la notte Jon rimase insonne nel suo letto a pensare a Grande Inverno, a Sansa che aveva lasciato al comando ma che era certo che se la stesse cavando bene nonostante tutto ciò che aveva passato.
Pensò alla sua sorellina a cui amava spettinare i capelli e a quanto le fosse mancata in tutti quegli anni e infine pensò a Bran, aveva ancora gli occhi chiusi quando era partito per la Barriera assieme a suo zio Benjen.
Il volto di suo padre riaffiorò nella sua mente e così il loro ultimo saluto.
«Mia madre è viva? Sa chi sono? Dove sto andando? Le importa?»
Eddard Stark lo aveva fissato in silenzio come faceva sempre quando Jon domandava di lei, di quella donna misteriosa che mai aveva conosciuto, nemmeno il suo nome sapeva.
«Quando ci rivedremo parleremo di tua madre. Lo prometto» così aveva risposto il lord di Grande Inverno, ma da Approdo del Re avevano fatto ritorno solo le sue ossa.
«Non hai il mio nome, ma hai il mio sangue.»
Jon chiuse gli occhi, in quel momento avrebbe tanto voluto avere Spettro al suo fianco, avrebbe voluto affondare la mano nella sua pelliccia bianca e sentire il suo corpo fare su e giù, con il tempo aveva scoperto che quel ritmo lo calmava, ma Spettro era Grande Inverno perché lui lo aveva lasciato a proteggere Sansa, lui sapeva combattere mentre sua sorella no.
«Non sono uno Stark» disse a voce alta, non lo era e i re del Nord dal profondo delle cripte di Grande Inverno non facevano altro che ricordarglielo con le loro voci.
Si chiese se stesse impazzendo.
C’era qualcun’altro che Jon Snow avrebbe voluto avere al suo fianco in quella spedizione: Robb Stark.
Con Robb aveva imparato a camminare e a correre, a cavalcare e a combattere, Robb era molto più di un fratello e sentiva molto la sua mancanza.
Restare in quella stanza era impossibile così si vestì e uscì chiudendo la pesante porta con incisi i draghi a tre teste.
Aegon il conquistatore era vissuto lì prima di Approdo del Re, Jon si domandò in quale stanza il re avesse dormito un tempo.
Sapeva perfettamente dove andare così come sapeva che lei non lo avrebbe fatto entrare, ma doveva tentare.
Daenerys gli mancava, vederla e non poterla avere era una tortura per Jon.
Il fiato si congelava quasi in quel lungo corridoio, la sua stanza e quella della regina non erano distanti e quando arrivò a metà della strada che li separava la vide lì, in piedi, ferma di fronte a lui.
Aveva una vestaglia azzurra sopra alla camicia da notte, i capelli sciolti, gli occhi arrossati e gonfi.
Daenerys non disse niente, prese la mano di Jon e lo portò nella sua stanza.
Chiuse la porta, tolse la vestaglia e si mise al letto trascinando Jon con sé.
«Hai cambiato idea?» chiese lui con un groppo alla gola.
«Non rovinare tutto» rispose lei, gli diede solo un bacio e poi si raggomitolò contro il suo petto come una bambina, Jon la strinse a se e con lei al suo fianco si sentì più completo.
Quando l’alba arrivò li trovò svegli e ancora abbracciati l’uno all’altra, non avevano fatto altro per il resto della notte se non abbracciarsi e dormire un po’, Jon aveva guardato la donna che amava dormire ma anche nel sonno Daenerys sembrava non trovare un po’ di serenità.
Siamo uguali, entrambi soli ed entrambi tormentati.
«Ci vediamo alla spiaggia» disse lui prima di uscire dalla sua stanza, la guardò un’ultima volta prima chiudere la porta e tornare in camera sua.
Si vestì e prese quelle poche cose che aveva portato da Grande Inverno e poi assieme a Davos scesero per l’ultima volta i gradini che portavano dalla fortezza alla spiaggia e aspettò che la regina d’argento li raggiungesse.
«Ser Jorah» lo salutò Jon.
«Jon. Dunque il momento è giunto.»
«Si, è così.»
Daenerys arrivò poco dopo in compagnia di Missandei e di Tyrion Lannister, aveva nuovamente la sua lunga treccia e la campanella tintinnate tra i capelli.
«Khaleesi» Jorah si inchinò ma lei lo fece rialzare e lo abbracciò.
«So che tornerai Jorah.»
«Tornerò mia regina.»
Lei gli diede un bacio sulla guancia e poi il cavaliere si allontanò.
«Se non dovessi tornare non dovrai più preoccuparti del re del Nord» le disse Jon cercando di sdrammatizzare la situazione.
«Temo proprio che non farò altro che preoccuparmi per il re del Nord. Promettimi che starai attento Jon, niente atti eroici.»
Jon le sorrise.
«Ci proverò mia regina.»
Dany lo abbracciò per qualche istante, non avrebbe mai osato di più in presenza di altri.
«Abbi cura di te, ci rivedremo presto Dany» le sussurrò lui.
«Promettimelo» disse lei guardandolo negli occhi.
«Lo prometto» rispose Jon.
Anche suo padre aveva promesso e poi era morto.
Io non morirò, devo tornare da lei e a Grande Inverno.
Jon la lasciò e insieme agli altri mise in mare la piccola barca con la quale ne avrebbero raggiunta una più grande e finché Daenerys non fu altro che un puntino all’orizzonte non smise di guardare indietro.







 

Chiedo scusa per questo ritardo ma ultimamente apro Pages e fisso il foglio senza sapere cosa scrivere, spero che qeusto capitolo vi sia piaciuto!

  
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