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Autore: lmpaoli94    04/11/2019    2 recensioni
Le notti sono sempre enigmatiche e misteriose.
Appena scende il sole, l’oscurità prende posizione e individui della peggior specie escono dall’ombra per cominciare o continuare i loro loschi affari.
La notte è un periodo della giornata in cui può succedere di tutto.
La notte è il momento della giornata in cui i loschi affari vengono alla luce e una moltitudine di soldi circola in maniera illegale.
Tutti hanno paura di affrontare il buio.
E’ sempre consigliabile non essere mai da soli, soprattutto ben sapendo che la tua vita è in pericolo devi stare sempre all’erta.
E’ quello che succede alla povera Shiho Miyano, sfuggita dall’organizzazione nera e rifugiatasi nella casa del Dottor Agasa in veste di Ai Haibara.
Ma cosa succede se la piccola bambina torna ad essere un’adulta?
Un esperimento molto difficoltoso e pericoloso che riconsegna alla ragazza la sua vera identità.
Ma l’organizzazione nera riuscirà a rimanere all’oscuro di tutto?
Oppure alcuni di loro si muoveranno nell’ombra con lo scopo di rapirla e ucciderla?
Solo il tempo l’avrebbe detto e il giovane Shinichi Kudo, tornato dall’Europa per un caso molto complicato, dovrà entrare in azione e proteggerla.
Ci riuscirà?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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< Shincihi, mi vuoi dire che cosa ti è preso? Perché hai mancato di rispetto all’architetto Kazawa nonché nuovo proprietario delle torri? >
< Perché non mi piace quando qualcuno non vuole essere aiutato dalla polizia > fece Shinichi < Quell’architetto da strapazzo sta nascondendo qualcosa nei suoi uffici. Me lo sento. >
< E comunque non dovevi reagire così. >
< Io non ho fatto niente. >
< L’hai sfidato! Non puoi metterti contro un uomo così potente. >
< Io non ho paura di lui. >
< Ma che parlo a fare con te? Sei ostinato e testardo… Spero vivamente che tu sappia cosa stai facendo. >
< Non preoccuparti professore, lo so molto bene. >
 
 
Mentre Shiho continuava ad aspettare l’arrivo di sua sorella alla stazione, Ran non potè che fissare il suo sguardo triste e abbattuto.
< Ran che cosa sti guardando? > gli domandò Sonoko mentre stava sorseggiando un frappè.
< Quella ragazza è così triste… Mi ricorda me quando ho rotto con Shinichi. >
< Lasciala stare. È una donna alquanto strana. >
< Magari sta soffrendo. Chi lo sa… >
< Glielo vuoi forse domandare? >
< Magari potrei invitarla a bere qualcosa insieme. È più di mezz’ora che è seduta su quella panca ad attendere l’arrivo di sua sorella. >
< Magari è in preda a mille pensieri e vuole essere lasciata in pace. >
< Vado a sentire se può stare un po’ con noi > fece Ran alzandosi dalla sua panca.
< Aspetta, Ran! >
Una volta uscita dal locale, Ran andò incontro a Shiho.
< Ran, sei ancora qui alla stazione? >
< Sì. Sto attendendo l’arrivo di mio padre. Purtroppo è ancora con la polizia a risolvere uno dei suoi casi e mi ha detto che purtroppo ritarderà… Non è che vuoi farci un po’ di compagnia? >
< Non vorrei essere di troppo… Tu sei con la tua amica Sonoko. >
< Nessun disturbo > rispose Ran sorridente < Avanti, vieni. >
< Ma io… >
Prendendo il suo braccio, Ran trascinò Shiho a bere un drink con loro.
La giovane ragazza si sentiva alquanto imbarazzata, colpa di quello che stava tenendo dentro.
< Che cosa ti va di bere, Shiho? Questo localino è famoso per i suoi frappé alla frutta. Ti consiglio di prendere quella alla fragola. È buonissimo. >
< Va bene. Allora opto per quello. >
< Vieni. Andiamolo a prendere insieme. >
Shiho non aveva mai avuto amici veri come Ran.
Si era sempre sentita sola e senza nessuno al mondo.
“Sembra che sto vivendo un’altra vita grazie a Ran” pensò Shiho smorzando un sorriso.
< Due frappé alla fragola > fece Ran ordinando al barista.
< Subito, ragazze. Volete che ve lo porti al tavolo? >
< Sì, grazie. Siamo a quel tavolo laggiù in fondo. >
< Molto bene. Ve li faccio immediatamente. >
< Grazie tante. >
Una volta tornati a sedere con Sonoko che era concentrata sui suoi messaggi al cellulare, Shiho domandò a Ran come potesse essere così spensierata e sorridente.
< Perché io mi rivedo in te, Shiho > gli rispose Ran < Anch’io ho avuto un brutto momento alle spalle e solo ora sto cercando di tornare felice… Certo, io non so perché sei così musona, ma credo che ci siano più cose che disturbano la tua mente. >
< Sì. Si tratta di mia sorella. >
< Hai forse litigato con lei? >
< No. Non la vedo da un sacco di anni e sono molto felice di sapere che la incontrerò molto presto. >
< Ormai è molto che stai attendendo il suo arrivo > fece Sonoko < Sei sicura che vi dovevate incontrare alla stazione di Beika? >
< Sì. È solo che ho deciso di venirci un po’ prima perché non stavo più nella pelle… Sono quasi le dieci. Sarà qui a momenti > rispose Shiho guardando l’orologio < Potete scusarmi un attimo? >
< Certo. Fai pure. >
Fissando in maniera estenuante l’orologio, l’ultimo treno proveniente da Osaka arrivò alla stazione di Beika.
“Spero che mia sorella si trovi su quel treno. Non mi ha detto da dove partiva… Strano.”
Una moltitudine di gente stava popolando la stazione centrale, mentre altrettanta stava per prendere il prossimo treno che sarebbe partito proprio pochi minuti dopo.
“Non riesco a vederla da nessuna parte.”
Inavvertitamente, mentre Shiho si trovava in mezzo alla folla, Un individuo vestito completamente di nero andò a sbattere contro la ragazza facendola cadere a terra.
L’individuo non chiese scusa a Shiho, fissandola con sguardo truce e rabbioso.
< Ehi! Poteva stare più attento! > fece la ragazza massaggiandosi il fondoschiena.
< Sei tu che devi guardare dove vai, Shiho Miyano. >
La voce dell’individuo era contraffatta e senza riuscire a capire se fosse stato un uomo e una donna.
< Ma come fa a sapere il mio nome? >
< Addio. >
Correndo per non essere raggiunto, l’individuo posò la sua valigia che trasportava con gelosia appoggiandola vicino ad alcune panchine.
Guardandosi intorno con fare circospetto, l’individuo sparì com’era riapparso, mentre Shiho cercava di ritrovare le sue tracce.
“E’ sparito nel nulla… Chissà chi era…”
< Hai trovato tua sorella, Shiho? > gli domandò Ran riscuotendola ancora dai suoi pensieri.
< No. non era nemmeno su questo treno. >
< Mio padre sta arrivando. Vuoi che ti diamo uno strappo a casa? >
< No, vado a piedi. O al massimo prendo un taxi. >
< Sei sicura? >
< Sì, non preoccuparti. >
< D’accordo. Questo è il mio numero di cellulare > fece Ran dandogli un bigliettino < Potremmo sentirci tra qualche giorno se ti va. >
< Sicuramente > mormorò Shiho per niente contenta di stare in compagnia di Ran a causa del ricordo e della profonda amicizia che legava lei e Shinichi.
“Ran, se solo tu sapessi…”
< A presto, Shiho. Ciao. >
Ma appena la giovane ragazza si allontanò da Shiho, un boato gigantesco squarciò il cielo.
In pochi secondi una moltitudine di bombe esplosero in tutta la stazione causando il panico generale.
Essendo molto vicina al punto dell’esplosione, la povera Shiho cadde a terra malamente picchiando la testa, mentre il caos cresceva sempre di più.
“Che cos’è successo? È un incubo questo?” pensò la giovane Shiho prima di cadere in un sonno profondo.
 
 
Polizia, ambulanze e vigili del fuoco non tardarono ad arrivare alla stazione centrale di Beika.
La folla che fino a poco prima dell’esplosione era all’interno, dovevano fare i conti con ferite su varie parti del corpo e morti che accennavano ad aumentare.
< Che diavolo sta succedendo? > domandò Goro appena fermò la macchina poco lontano dalla stazione < Ran! >
Preso da un profondo senso d’inquietudine per la possibile perdita di sua figlia, Goro corse sul luogo dell’incidente con tutte le paure che gli affollavano nella mente.
< Ran! Ran! Dove sei? > gridò Goro cercando di farsi sentire sopra le urla della folla.
Non vedendola da nessuna parte, Goro cercò di chiedere informazioni alle persone che fino a poco tempo prima erano all’interno della stazione, ma nessuno aiutò il detective.
“Ran, non posso permettere che ti sia successo qualcosa. Non me lo potrei mai perdonare.”
Mentre era in preda alla più totale disperazione, Ran sentì le numerose grida di suo padre.
< Ran! Sono qui! > gli fece cenno Goro.
Non poteva ancora crederci.
Sua figlia Ran e la sua amica Sonoco stavano bene.
< Papà! Ho avuto tanta paura! >
< Ran, credevo di averti perso > fece Goro abbracciando sua figlia < Che cos’è successo? >
< Una moltitudine di bombe sono esplose una dopo l’altra causando morti e il caos generale > gli spiegò brevemente Sonoko.
< Ci sono dei morti all’interno della stazione? >
< Sì. Non so quanti possano essere… >
< Lasciamo che ci pensi la polizia > rispose Goro < L’importante è che voi stiate bene. >
< Shiho! Dobbiamo recuperare Shiho! >
< Shiho? E chi sarebbe? >
< Una ragazza che stava aspettando l’arrivo di sua sorella. È ancora all’interno della stazione. Dobbiamo salvarla. >
< No, Ran! Non possiamo andare dentro. È troppo pericoloso. >
< Ma papà, potrebbe essere in pericolo… >
< Dobbiamo solo pregare che gli sia successo nulla perché in questo momento siamo inermi. >
Con il cuore che gli ribolliva di rabbia e di disperazione, Ran si crogiolò tra le braccia di suo padre e di Sonoko mentre la sua preoccupazione accennava ad aumentare sempre di più.
 
 
Messosi al sicuro lontano dall’esplosione, Irish avvertì Vodka e Gin che il piano d’esplosione della centrale era andato ottimamente.
< Sei sicuro che la nostra vittima fosse lì dentro? > gli domandò Vodka.
< Sì. L’ultima volta che l’ho vista continuava ad aspettare sua sorella alla stazione. Lei, insieme ad altre persone, non hanno avuto scampo. >
< Molto bene. Così ci penserà due volte ad tradirci come ha fatto… Adesso è il turno di Shinichi Kudo. Peccato che non fosse con lei. Avremmo risparmiato un sacco di tempo.
< Lo rintraccerò senza problemi con l’aiuto di Chianti. È solo questione di giorni e anche lui cadrà nella nostra rete. >
< Ok, Irish. Fai un bel lavoro come solo tu sai fare. >
< Sicuramente > disse infine Irish riagganciando la chiamata.
   
 
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