Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: ArrowVI    04/11/2019    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 8-2: Strega

 


Non appena si concluse l'incontro, Andromeda fu il primo a lasciare la stanza.

Da quando parlò con Iris, le sue parole non smisero più di echeggiare nella sua mente neanche per un minuto. Prese parte in prima persona alla Notte Cremisi, eppure non vide Lilith neanche una volta... Qualcuno come lei, così forte e abile... Come era possibile che fosse caduta vittima di un gruppo di soldati mandati al massacro?

No... Non era possibile. Non sarebbero mai riusciti a sottometterla, non una come lei... Non poteva accettare una cosa del genere. Lilith doveva essere ancora viva.


Quei pensieri fecero imbestialire Andromeda ancora più di quanto non lo fosse già.



Grazie alla fiducia di Andromeda e Sarah, Xernes permise a Iris di lasciare la sua cella, sotto la condizione che fosse costantemente sotto la sorveglianza di sua figlia.
Questo non fece altro che dare ancora più problemi ad Andromeda... Con Sarah intorno, lui non aveva alcuna possibilità di avvicinarsi al demone per farle altre domande senza attirare l'attenzione della figlia del generale.


Qualcuno doveva pur sapere cosa fosse successo quel giorno... Ma chi?
Quella domanda continuò a balenare nella testa del soldato per qualche minuto fino a quando qualcuno attirò la sua attenzione, chiamandolo per nome.


<< Cosa vuoi, Arthur? >>
Domandò Andromeda al suo compagno, non appena si voltò nella sua direzione.
Si trovavano in un lungo e vuoto corridoio dell'ala ovest di Camelot, una zona ancora in parte sotto riparazioni dopo la piccola scaramuccia tra Sarah e Iris.

<< Non è solito da parte tua essere così aggressivo... Non con noi. >>
Gli rispose Arthur, ottenendo come unica risposta dal suo compagno un sospiro infastidito, quasi insofferente.

<< E' successo qualcosa? >>
Gli domandò, ancora una volta.

In quell'istante Andromeda sembrò andare in bestia.
Si mosse con passo rapido e pesante verso il suo compagno, sbraitando e agitandosi con fare minaccioso.

<< Non sei mio padre, Arthur, perché non ti fai gli affari tuoi per una volta tanto!? >>
Ringhiò.

Arthur non sembrò stupirsi più di tanto da quella reazione.
L'ultima volta che lo vide così infastidito fu circa sedici anni prima, più o meno sette mesi dopo la Notte Cremisi... A quel tempo non gli fece molte domande, ma qualunque cosa gli fosse accaduta... Arthur suppose che fosse collegata a quell'evento.

Il soldato posò delicatamente una mano sulla spalla del suo compagno, mostrandogli uno sguardo compassionevole e gentile.

<< Sei come un fratello per me, Andrew. >>
Gli disse, attirando la sua attenzione.

<< Vederti così mi fa male... >>
Continuò, mentre Andromeda abbassò lo sguardo.

<< ...Specialmente se non potrò essere qui per aiutarti in futuro. >>
Aggiunse subito dopo.
Quelle parole sembrarono dare ancora più fastidio ad Andromeda.

<< Non mi serve uno strizzacervelli, Arthur. >>
Rispose con fare innervosito, Andromeda, facendo mollare la presa del suo compagno con uno strattone.

<< Pensa a te stesso, io penso a me. >>
Continuò subito dopo, lasciandosi il suo compagno alle spalle.


Arthur provò ad attirare l'attenzione del soldato ancora una volta, chiamandolo per nome mentre lui s'incamminò per quel corridoio, ma senza successo.
Rimase in silenzio a fissare la figura di Andromeda allontanarsi lentamente da lui, con uno sguardo sconfitto e deluso per qualche secondo.

<< Qualcosa deve aver aperto una vecchia ferita. >>
Sentì dire da una voce femminile che Arthur conosceva fin troppo bene.
Il soldato si voltò lentamente, notando che Ehra l'avesse raggiunto.

<< Ho paura per lui, Ehra... >>
Le rivelò l'uomo, cogliendola alla sprovvista.

<< Cosa ti preoccupa, Arthur? >>
Gli chiese spiegazioni, fissando il suo compagno con uno sguardo incuriosito e preoccupato.

<< Ho paura che non cada ancora una volta nell'oscurità. >>
Quelle parole scossero Ehra. 
Erano trascorsi quasi vent'anni dall'ultima volta che ebbero una discussione inerente quell'argomento.

<< Arthur... >>
Disse la donna, toccandogli delicatamente la spalla con una mano, attirando la sua attenzione.

<< ...Era ancora giovane, a quel tempo. Non era riuscito a controllare il potere di quello Spirito, ma ora non è più così. Era ancora troppo inesperto e ingenuo, ora non è nessuna delle due cose. >>
Continuò, cercando di tranquillizzarlo.

<< Abbi più fiducia in lui... L'hai allenato tu stesso. >>
Concluse subito dopo.


Arthur rimase in silenzio per un po' di tempo, prima di risponderle qualcosa.
In quelle ultime settimane, da quando ebbe quella terribile visione, il dubbio e la preoccupazione cominciarono a crescere dentro il suo cuore... La paura di poter perdere tutto ciò per cui, fino a quel momento, aveva combattuto non gli permise di chiudere occhio, la notte. Andromeda sarebbe stato colui che avrebbe preso il suo posto, quando sarebbe arrivato il momento.

Ciononostante, Arthur sapeva perfettamente che non fosse ancora pronto per farlo.

"Cambiare il futuro non è possibile". Le sue visioni, fino a quel momento, si erano sempre avverate... Dalla disfatta della Notte Cremisi, alla morte di Xanders... Ogni cosa che vide si avverò.

Eppure più volte si chiese se ci fosse un modo per cambiare quelle visioni... Un modo che lui, fino a quel momento, ancora non aveva scoperto.


<< Hai ragione, l'ho allenato io. >>
Disse il soldato, dopo qualche minuto di silenzio, perso tra i suoi pensieri.

<< E so che non sia ancora pronto. Vorrei solamente aver avuto più tempo... >>
Aggiunse subito dopo, amareggiato dalle sue stesse parole.


In quel preciso istante, Ehra gli corse incontro, cogliendo Arthur alla sprovvista con un disperato e forte abbraccio.
Arthur rimase in silenzio a fissare la donna per qualche secondo, singhiozzante e con il volto nascosto davanti al suo petto, senza muovere neanche un muscolo.

<< Ehra... >>
Fu l'unica cosa che l'uomo riuscì a dire.

<< Non voglio che tu te ne vada...! Non puoi farmi questo! >>
Singhiozzò, senza guardare il suo compagno in volto, continuando a nascondere la sua faccia davanti al suo petto.

<< Se dovessero vederci... Potresti passare guai, Ehra. Sai che la mia famiglia non approverebbe- >>
Le disse Arthur, cercando di allontanare la donna, ma l'unico risultato che ottenne fu una stretta ancora più forte intorno a se.

<< Lo so, e non m'interessa! >>
Singhiozzò, sollevando finalmente io suo sguardo verso di lui.

Arthur non le disse nulla.

<< Lasciami... Voglio restare così per un minuto... >>
Sospirò subito dopo, appoggiando delicatamente ancora una volta il suo capo al petto di Arthur.


Il soldato non le rispose nulla.
Rimase in silenzio a fissare la sua compagna, sorridendo, per poi ricambiare il suo abbraccio.



Arthur ed Ehra s'incontrarono per la prima volta quasi trent'anni prima, durante una missione con l'obiettivo d'investigare sulla misteriosa apparizione di una Strega talmente potente da aver fatto impallidire i maghi più abili di tutta Gaia.

Apparsa apparentemente dal nulla anche se, più in la, Arthur scoprì che la Strega avesse semplicemente fatto di tutto per evitare il contatto con gli esseri umani.

Il suo nome era Morgana.


La prima volta che la vide fu nel mezzo di un lago senza nome, nascosto nelle profondità di una caverna sotterranea, indicatogli come possibile luogo in cui la Strega si stesse nascondendo.

Il soldato si fece strada in quella silenziosa e umida caverna con la spada sguainata, pronto ad affrontare qualunque cosa avrebbe dovuto ostruirgli il cammino.

Rimase scioccato quando, dalle profondità, sentì provenire una dolce e delicata melodia.

Da quell'oscura e sperduta caverna mai si sarebbe aspettato di sentire un suono di quel tipo.
Quando, finalmente, raggiunse l'origine di quella voce, Arthur si ritrovò davanti a una immensa cavità sotterranea con un grosso specchio d'acqua nel mezzo, illuminata da un singolo raggio di sole proveniente da una massiccia fenditura nel soffitto.

Si nascose dietro una stalagmite, osservando in silenzio una figura in lontananza, presumibilmente la "Strega", da cui provenne quella aliena melodia che non riuscì ad accomunare a nulla che avesse sentito in vita sua.
Eppure qualcosa, di quella figura, lo lasciò senza fiato.

Improvvisamente realizzò che fosse sospesa sopra lo specchio d'acqua, immersa in una danza mistica che mai vide prima d'allora.


In pochi erano i maghi in grado di fluttuare nell'aria, e nessuno di loro poteva farlo per molto tempo... A differenza di quella figura, che continuò imperterrita a danzare sopra quel velo d'acqua.
Sembrava una cosa così naturale, per lei, che più volte Arthur si domandò se quella figura sconosciuta fosse un membro dei Dodici Generali Demoniaci.

Poi, però, il suo cuore sembrò saltare un battito quando realizzò che si stesse sbagliando.
Quella figura non era sospesa sopra il lago... Era, bensì, intenta a danzarci sopra quasi come se fosse incorporea, come una piuma.


In quell'istante Arthur non riuscì a evitare lo sguardo della Strega, ammaliato da lei, che ben presto notò di essere osservata da uno spettatore inatteso.

Lunghi capelli castani che arrivavano fin dietro la schiena, occhi verdi come gli smeraldi.
Un sorriso che Arthur non avrebbe mai potuto dimenticare per il resto della sua vita.




<< Puoi farmi un favore? >>
Le domandò Arthur, dopo qualche minuto di silenzio.
Ehra sollevò lo sguardo, occhi rossi e lacrime che le rigavano il volto.

<< Di cosa si tratta? >>
Rispose, singhiozzando, mentre Arthur le asciugò quelle lacrime con due dita.

<< Devo parlare con i ragazzini.. Hai idea di dove si trovino, adesso? >>
Quelle parole colsero Ehra alla sprovvista.

<< Si trovano con Xane, nella sala dei visitatori. Perché? >>
Gli domandò la donna, confusa e sorpresa dalle parole del compagno.

<< Sta succedendo qualcosa, Ehra... Qualcosa che neanche io sono in grado di spiegare. >>
Le rispose, portando una mano nella sua tasca ed estraendo delle foto.
Non appena Ehra lasciò andare il suo compagno afferrò quelle immagini, osservandole una ad una e impallidendo come se avesse visto un fantasma.

<< Xernes non informerebbe mai quei ragazzini di queste foto... E dubito che, sinceramente, informerebbe anche te. Materiale di questo tipo, dopotutto, è solito tenerlo per se fino a quando non è in grado di spiegarlo. Ed è per questo che voglio parlarne con te, e loro, prima che mi sia impossibile farlo. >>
Continuò subito dopo, mentre la sua compagna si portò una mano davanti alla bocca, incredula e scioccata da ciò che vide.

<< Non credo che voglia veramente renderli partecipi di cosa stia succedendo, e per questo voglio farlo io stesso. Hanno bisogno di sapere in cosa sono coinvolti, Ehra. >>
Concluse, non ricevendo alcuna risposta dalla sua compagna, che continuò a fissare quelle immagini con occhi terrorizzati, increduli.

<< Questa immagine... Non è possibile... >>
Balbettò, non riuscendo a finire quella frase.

<< Vuoi tenerlo nascosto a Xernes? >>
Gli domandò subito dopo, passandogli di nuovo le foto.

<< No. >>
Le rispose rapidamente, nascondendo ancora una volta quelle immagini.

<< Voglio solo informarlo dopo che avrò parlato con i ragazzi. Voglio che sia tu a guidarli, Ehra, visto che io non potrò farlo per molto. >>
Continuò.
Non appena disse quelle parole, Ehra sembrò spezzarsi ancora una volta.

<< Non dire queste cose...! >>
Sospirò, abbassando lo sguardo.


In quell'istante Arthur le toccò il mento con una mano, sollevandoglielo delicatamente.
Le sorrise.

<<
Ehra... La prima volta che ti ho visto ero a malapena poco più grande di loro. Tu, nel mentre, non sei invecchiata neanche di un giorno. Sapevamo entrambi che questo momento sarebbe arrivato fin dalla prima volta che ci incontrammo. >>
Sentendo quelle parole, Ehra digrignò i denti.

<< E' diverso...! >>
Esclamò, in un misto fra rabbia e tristezza.

<< Credevo... Credevo che avrei avuto più tempo per abituarmi all'idea... >>
Sospirò subito dopo, trattenendo a stento le lacrime.

<< Ehra, non potrò mai ringraziarti abbastanza per i momenti che abbiamo trascorso insieme. >>
Non appena Arthur disse quelle parole, Ehra sentì un forte peso sul suo petto.

<< Smettila... Non puoi dirmi certe cose come se stessi per- >>
Non concluse mai quella frase.
Subito dopo aver detto quelle parole si portò le mani al volto, singhiozzando e maledicendosi.

<< E' colpa mia... Ti ho maledetto con quelle visioni! >>
Ringhiò a se stessa.
In quell'istante Arthur l'abbracciò, cogliendola alla sprovvista.

<< Se potessi tornare indietro, anche sapendo cosa mi aspetterebbe, lo farei comunque. >>
Sentendo quelle parole, Ehra cominciò a singhiozzare ancora più di prima.

<< Voglio solo che tu ti fidi di me per un'ultima volta. >>
Le disse il soldato, attirando l'attenzione della sua compagna.

<< Lo farai, Morgana? >>
Le domandò, chiamandola per nome.
Lei non gli rispose subito. Rimase a fissarlo in silenzio per qualche secondo, occhi rossi come il sangue, intenta a trattenere inutilmente le sue lacrime.


<< Lo farò. >>
Gli rispose, finalmente.

Arthur le sorrise.

<< Grazie, Morgana. Spero che ci incontreremo ancora. >>
Quelle ultime parole ferirono Ehra come delle lame affilate.
Sapeva perfettamente quale fosse il loro significato... Dopotutto fu lei a insegnarglielo, quando gli parlò della sua casa, arrivando perfino a infrangere delle leggi alle quali lei stessa giurò fedeltà.


____________________________________________________________________________________________________________

Fine del capitolo 8-2, grazie di avermi seguito e alla prossima!


 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ArrowVI