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Autore: becky    31/07/2009    3 recensioni
“Harry inizia a parlare di stupidaggini, giusto per non far cadere nuovamente il silenzio, e intanto si passa una mano tra i crini neri. I capelli si alzano e si abbassano al passaggio delle dita. Un gesto consueto, quotidiano, che però fa socchiudere gli occhi al biondo. Questo si mordicchia l’unghia dell’anulare destro, e Harry quasi si blocca, intento ad osservare quel gesto così semplice. Così consueto, ma che lui non conosceva”. Il 31 luglio non è solo il compleanno di Harry. È anche un anniversario. Un anniversario che può, e deve, essere celebrato in qualche modo.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa mi è venuta in mente osservando due ragazzi al tavolino accanto al mio, qualche sera fa’. C’era qualcosa, nel loro modo di muoversi, che mi ha colpito.
In alcuni punti, forse, i personaggi vi potrebbero sembrare OOC. E forse in effetti un pochino lo sono. Ma leggendo capirete che non era sottolineare il carattere dei personaggi che mi premeva in questa breve “storia”. È solamente la descrizione di una scena. È altro ciò che conta, qui. Sono i gesti, i gesti più involontari e sinceri in cui ci si può imbattere.


Mad World
- Anniversary -
“And I find it kinda funny
I find it kinda sad
The dreams in which I'm dying
Are the best I've ever had
I find it hard to tell you
I find it hard to take
When people run in circles
It's a very, very mad world mad world” *



- Ehi, Harry-. La voce di Ron è bassa e divertita. Il moro viene richiamato al presente da chissà quali elucubrazioni mentali. Alza il viso e rivolge all’amico uno sguardo interrogativo. Ron ghigna e con un cenno del capo indica un punto alle sue spalle –Guarda un po’ chi c’è-. È istintivo voltarsi per seguire lo sguardo del rosso. Una reazione automatica, del tutto naturale. È meno naturale poi finire ad incrociare gli occhi chiarissimi di Draco Lucius Malfoy. Quella è tutta un’altra storia.
Ancora meno normale è soffermarcisi sopra senza astio, ma solo con genuina sorpresa. – Il principino...- mormora divertito Ron, riscuotendolo. Harry deglutisce piano, tornando a concentrarsi sul rosso. – Che diavolo ci fa qui?- domanda con voce secca. Ron scrolla le spalle – è un locale pubblico. Sarà venuto a farsi una birra anche lui-. Già, che domanda stupida. Harry si da mentalmente del cretino. Poi l’amico sbuffa, portandosi alle labbra una burrobirra – Certo, che iella, beccarlo qui. E poi proprio il giorno del tuo compleanno-.
Ah, si, è il compleanno di Harry. Il secondo, dopo la fine della guerra. Il primo, finalmente rilassato e...e felice, forse. Difficile dirlo, perchè la felicità è sfuggevole. Non  è come il dolore. Quello lo senti perfettamente quando c’è. È costante e ti ricorda che è lì, sempre. La felicità...beh, la felicità è tutta un’altra cosa. Di solito ti accorgi di essere stato felice solo quando l’hai persa. Oppure quando è al suo apice maggiore.
Harry guarda dubbioso la sua birra. Forse ha bevuto troppo. Lui, Ron e gli altri vecchi compagni erano usciti per festeggiare il suo diciannovesimo compleanno. Quell’idiota di Seamus li aveva portati prima in un locale di spogliarelliste, ma Harry e Ron (per paura della reazione di Hermione) erano riusciti a fuggire prima di iniziare a fare “cose” compromettenti.
Il moro torna a fissare Draco Malfoy. È accanto al bancone che parlotta con Zabini, seduto ad uno sgabello. E ogni tanto lancia occhiate verso il tavolino dove sono seduti Ron ed Harry. I loro occhi si incontrano di nuovo. Il verde profondo, scuro, di Harry finisce in quello pallido e mescolato all’azzurro del biondo. Un cenno del capo. Un saluto frettoloso, rigido, quasi imbarazzato. Fatto per pura cortesia, Harry ne è certo. Questa è una delle poche certezze della sua vita.
E come gli è successo sempre con le certezze che aveva, anche questa si infrange all’istante, proprio quando Draco mormora qualcosa a Zabini, prende un bicchiere di Whisky incendiario, e si dirige a passo lento verso di loro.
Harry resta immobile, occhi puntati su quella figura alta e longilinea che li raggiunge e li squadra dall’alto in basso. Ron trattene il fiato, ed Harry sa che il suo primo pensiero è andato alla bacchetta. Ma Malfoy non ha in mano la sua. Sembra avere intenzioni pacifiche, ad essere onesti.
- Ciao, Malfoy- borbotta Harry, educato. – Potter- saluta l’altro, osservando poi Ron. Prende un profondo respiro – Tutto bene, Weasley?-. Il rosso trasale. – Si, grazie. Tu?-. – Non mi lamento-. E le cose avrebbero anche potuto finire così, pensa il moro senza staccare gli occhi da Draco. Ma quest’ultimo non vuole lasciargli alcuna certezza, è evidente. Scosta la sedia accanto a quella di Harry e vi si siede con eleganza da lasciarti secco. Draco sa usare la sua eleganza innata in tanti modi. Per stupire, per conquistare, per disprezzare. O semplicemente per ricordarti che lui è Draco Malfoy, ed è elegante e raffinato di natura. Posa il bicchiere mezzo pieno sul tavolino e torna a fissare Harry. Da quanto non si rivolgevano la parola? Un anno? Sei mesi?
Non importa. Ma è da tanto che non hanno occasione di osservarsi da vicino.
Le occhiaie di Draco sono sparite, finalmente. Anche la pelle è meno tesa, ancora bianchissima ma sicuramente più salutare. Gli occhi sono di nuovo accesi, limpidi si direbbe. Che la felicità abbia colto finalmente anche lui? Le iridi chiare indagano a loro volta Harry. Il nemico di sempre. Il rivale. Un velo di barba non fatta sul mento, occhiali con una montatura accettabile, capelli spettinati come sempre. E quella fottuta cicatrice sulla fronte, che ha portato solo guai. A tutti.
Ron, seduto davanti al biondo, sembra quasi scomparire accanto a loro. Una presenza in più, non necessaria in quello strano e casuale incontro.
- Qualcosa non va, Malfoy?- chiede Harry cercando di non risultare troppo acido. Non è più necessario esserlo, dopo tutto quel tempo. Draco fa ondeggiare il bicchiere – Voglio mettere in chiaro le cose. Non mi va più di continuare questa lotta tra noi che dura da anni. Basta così-. Diretto. Chiaro. Semplice. Difficile da accettare. Invece Harry risponde subito, bevendo un sorso di birra. – Va bene-. Gli occhi di Ron si sgranano, ma non un sibilo esce dalla sua bocca aperta. Forse è troppo sconvolto per parlare. Ci pensa Harry, allora, a intavolare una qualche sorta di conversazione. – Vieni qui spesso, Malfoy?-. Il biondo scuote con classe il capo – No. Raramente-. –E perchè oggi sì?-. Draco sogghigna – Diciamo che oggi è un’occasione importante, ecco-. Finalmente Ron si riprende – Puoi dirlo!-. Batte una manata portentosa sulla schiena di Harry, facendolo piegare in due – è il compleanno di Harry!-. E ride come un pazzo. Il moro arrossisce appena, chissà per quale motivo. Lancia un’occhiata di striscio al biondo, che sembra davvero stupito. Non lo sapeva? Ron si alza, va a prendersi un’altra burrobirra, e gli antichi rivali restano finalmente da soli. Si scrutano con attenzione, per poi iniziare a parlare. Piano, lentamente, senza fretta e senza alzare mai la voce.

Visti da fuori Draco ed Harry possono sembrare solamente due vecchi conoscenti, forse un po’ impacciati, ma del tutto normali. Eppure i gesti dell’uno catalizzano l’attenzione dell’altro, e viceversa.
Harry inizia a parlare di stupidaggini, giusto per non far cadere nuovamente il silenzio, e intanto si passa una mano tra i crini neri. I capelli si alzano e si abbassano al passaggio delle dita. Un gesto consueto, quotidiano, che però fa socchiudere gli occhi al biondo. Questo si mordicchia l’unghia dell’anulare destro, e Harry quasi si blocca, intento ad osservare quel gesto così semplice. Così consueto, ma che lui non conosceva.
Le parole smettono di avere importanza. Anche il locale, i camerieri, le ragazze sedute al tavolo accanto, tutto smette di avere importanza. Si concentrano solo su quei fottuti gesti. Sulle movenze. Ron non ci fa nemmeno più caso quando Harry si gratta vagamente la tempia e lascia scorrere i polpastrelli sulla mandibola. Invece Draco lo studia con maniacale attenzione, imprimendosi nella testa ogni contrazione muscolare, seguendo incuriosito i centimetri percorsi da quelle dita lunghe e sottili.
Harry spara qualche stronzata delle sue, e Draco inarca leggermente un angolo della bella bocca sottile. Un accenno minimo di sorriso. Nessuno ci fa caso, tranne Harry.Oh, Harry lo percepisce pienamente quell’impercettibile movimento. E lo assorbe pronto a ricordarlo in qualsiasi momento. Sono gesti fatti mille e mille volti. Di una naturalità sconcertante. Gesti che la gente nemmeno nota di solito. Eppure in quel momento vengono amplificati al massimo, sgranati ed estrapolati dal tempo.
Improvvisamente Ron si alza, si fruga nelle tasche e borbotta un assonnato – Io me ne vado a casa. Herm mi starà aspettando. Se solo trovassi il borsello...-. Harry ridacchia e lo blocca con una mano. Draco punta gli occhi chiari su di lui, silenzioso. – Lascia, Ron. È il mio compleanno, pago io, ok?-. Il rosso arrossisce ma sorride – Grazie, amico. Ti saluto Hermione allora-. Fa qualche passo verso la porta, poi si ferma. Ruota appena il capo – Buona serata Malfoy-. Il biondo risponde con un cenno del capo. Rimangono soli, definitivamente questa volta. E il silenzio si fa all’improvviso teso. Ansioso. Un silenzio di attesa. – Andiamo anche noi?- domanda titubante Harry, alzandosi. Draco annuisce e fa per prendere i soldi, ma Harry ferma anche lui. – Hai sentito cosa ho detto a Ron, no? è il mio compleanno, pago io. E non provare nemmeno a protestare-. Paga e insieme escono dal pub.
Che ore saranno? Mezzanotte? No, non ancora, pensa Harry. L’aria è fresca, sa leggermente di pioggia. Ma pioggia estiva, viva e profumata d’erba. Camminano sul marciapiede, spalla a spalla, senza sfiorarsi. Senza nemmeno guardarsi, a dire il vero. Hanno assorbito abbastanza per quel giorno. Dubitano di poter immagazzinare altri dettagli l’uno sull’altro. Dettagli che forse avrebbero dovuto, voluto, apprendere prima. Più lentamente. Ma il passato è passato.
Sotto un lampione antico, in ferro battuto con una scintilla dorata dentro, Draco si ferma e Harry fa lo stesso, istintivamente.

- Potter...-.
- Uh?-.
- Sono passati esattamente otto anni-.
- Da cosa?-. Non capisce.
Un sospiro. – Dal nostro primo incontro-.
Nella sua mente esplodono immagini e parole. – A Diagon Alley. Ricordi?- chiede il biondo. Certo che ricorda. Perfettamente. È come ritornare in quel negozio, e rivedere la scena dall’esterno. Due ragazzini di unidici anni, entrambi in piedi su uno sgabello, con una veste troppo lunga per loro. Immagini speculari, quasi in negativo.
- Si...- mormora piano Harry, perdendosi in quelle immagini. Torna a fissare gli occhi chiarissimi di Draco, che non sono mai cambiati. Identici a quelli di otto anni prima. Forse più vissuti, intagliati nel dolore e nella paura. Ma ancora quelli di un tempo. – Otto anni. È passato così tanto tempo?- domanda stupito. Il biondo sogghigna – Già. Ne sono successe di cose da quel giorno, vero?-. Non è necessario rispondere. – La prima volta che ci siamo visti...- sussurra Harry più a se stesso che al ragazzo. E fa quasi male pensare all’ingenuità e all’ignoranza di quei giorni. Allo stesso tempo però è bello rendersi conto che loro due ci sono ancora. Sono lì. L’uno di fronte all’altro. Si guardano negli occhi. Nonostante tutto, loro due sono ancora lì. Assieme.
Sulle loro labbra, contemporaneamente, compare un sorriso. Il cerchio finalmente si chiude. – Potrebbe essere quasi un anniversario, Malfoy- riflette Harry. – Potrebbe- conferma l’altro, prima di aggiungere un lieve – Buon compleanno-.  


“Children waiting for the day they feel good
Happy Birthday, Happy Birthday
Made to feel the way that every child should
Sit and listen, sit and listen” *

* Mad World-Gary Jules


- Neanche a dirlo, tutti i personaggi appartengono a JKRowling, e questa fiction non ha alcun scopo di lucro.
E mo’ me ne vado un po’ in vacanza anche io… saluti a tutti!

  
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