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Autore: salamandergirl    06/11/2019    3 recensioni
Immaginate un mondo dove i maghi si mescolano con persone normali, senza alcuna dote speciale quanto la loro, ognuno di loro si comporta normalmente e ha un lavoro, una famiglia.
Una vita normalissima vissuta in anonimato insieme al resto della massa.
L’unica cosa, o meglio luogo, che fa ricordare ai maghi di essere tali sono le gilde: luoghi dove i maghi si riuniscono e nei quali possono manifestare la loro vera natura e utilizzare le loro doti senza alcuna paura di essere scoperti.
Ma al di fuori delle Gilde è severamente vietato usare la magia ed è anche vietato far venire a conoscenza a qualche non mago di questo mondo incantato e magico.
La nostra storia è ambientata a New York, corre l’anno 1955 quando un’avvenente ragazza di vent’anni rimane orfana di madre e padre e con la loro scomparsa sulle spalle le ricade la responsabilità dell’azienda famigliare che ormai stava in piedi dal 1851.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 3

Natsu a passo deciso uscì dal seminterrato dove si trovava il Jazz Bar, era molto soddisfatto poichè era riuscito a rivedere Lucy e aveva constatato con i suoi occhi che stava bene, oltre che era una maga con uno splendido carattere, intelligente e molto affascinante.
Dell’incidente dell’altra sera era rimasto solo un segno sul suo collo, ma grazie alla sua saliva di Drago sarebbe sparito tutto entro un paio di giorni.
Si sentiva così in colpa verso quella maga, non ne capiva il motivo lui era il favoloso Natsu Dragneel discendente del primo drago di fuoco, primogenito dei regnanti Igneel e Salhii, futuro sovrano di tutti i draghi e comandante delle terre bruciate; lui in mille anni e mezzo della sua vita aveva sterminato intere popolazioni solo per il gusto e la soddisfazione di farlo, aveva ucciso coloro che gli andavano contro e rivoltosi che volevano sovvertire il sistema naturale della nobiltà draghesca, ora lui (si proprio lui!) si sentiva in colpa verso quella bambolina bionda.
E l’aveva solo ferita.
Si tolse il cappello appoggiandoselo con una mano al petto e a quel semplice segno una macchina nera lo affiancò, si voltò verso la scalinata vedendo la figura di Lucy uscire sorridente mentre osservava il cielo,  si risistemò il cappello in testa e aggiustandosi anche la cravatta entrò nel veicolo.
"Beh, è stato interessante conoscerti Lucy. ho la sensazione che al contrario di quello che penso questa non sarà l'ultima volta che ci vedremo"
-Principe, ora è felice?-
Chiese il guidatore biondo, con una nota di acidità nella voce,  indossava un paio di occhiali da sole che coprivano i suoi occhi celesti e  un completo, elegante, grigio dove all’interno del taschino si trovava un fazzoletto bianco, una mano del ragazzo era ferma sul volante mentre l’altra si sistemava i capelli biondi a spazzola.
-Si, vi ringrazio ragazzi.-
A quelle parole il ragazzo in parte al guidatore sbadigliò, e sistemo la giacca del completo blu notte per poi girare la testa verso Natsu.
-Beh, lasciarti andare da solo per New York dopo quella volta non è una buona idea.-
-Dai non è stato così grave …-
-MA SE HAI APPICCATI UNO DEI PIU' GRANDI INCENDI DELLA STORIA!.-
Rispose urlando Gajeel, il ragazzo con il completo blu notte mentre Natsu se la rideva.
-Giusto Gajeel, quell’anno (1836) me lo ricordo ancora bene. Che casino che era successo e quante memorie abbiamo dovuto modificare! Ma poi, io personalmente, ti terrò sempre sotto d’occhio dopo la tua scappatella per l’Europa quanto “ti annoiavi” in Australia!-
-Volevo vedere la mia vera patria e mio zio Atlas. Non gli rende giustizia la sua forma umana sembra un nonnetto, spero che in questi anni l’abbia mutata.-
Natsu si rimise seduto in modo composto e osservò i suoi amici d'infanzia nonché sue guardie del corpo, Gajeel si specchiò nello specchietto e si sistemò la coda di cavallo che raccoglieva la sua chioma corvina ribelle e Laxus guidava abbastanza annoiato.
-Piuttosto Laxus, L'imperatrice delle Americhe ti ha dato conferma per l'udienza? E non annuire annoiato deve essere tutto preciso per stasera … se anche la stirpe dei “Draco americanus mex “ e “Draco americanus tex” ci daranno il loro appoggio potremmo dare via al piano. Mio padre mi ha affidato questo compito diplomatico e io non lo deluderò farò si che l'imperatrice Grandine mi dia il suo consenso.-
Gajeel passò un foglio di carta al principe che aprì immediatamente trovando una lettera dell'Imperatrice Grandine che lo invitava nella propria dimora a cena, l'indomani, nell'Upper West Side.
-E' un disonore che un'imperatrice come Grandine non abbia il suo palazzo come duemila anni fa … ora le tocca vivere nell'ombra di un appartamento nella divisione più ricca di New York … certo controlla tutta Wall Street ma non è la stessa cosa.-
Scocciato Gajeel prese una sigaretta dalla propria tasca dei pantaloni e se la accese facendo un paio di profondi respiri per scacciare il malumore che l’avevano colpito la sera prima quando si era fermato presso la gilda di Fairy Tail all’insaputa del principe.
Forse aveva sbagliato a dar via al piano prima che tutti i preparativi, che dovevano svolgere, fossero stati svolti. ma doveva farlo, doveva avvertire quella gilda per fargli avere più tempo per decidere e per fargli fare a tutti i suoi membri una scelta sensata … in fondo glielo doveva.
-Osservi principe tutta questa feccia umana … non rimane più traccia del nostro dominio e della nostra storia. Tutto è conservato nelle nostre menti e possiamo continuare a raccontarlo alle generazioni future, ma un giorno anche i Draghi tornano alla terra e stiamo diminuendo in modo drastico. Non possiamo permettere che la nostra cultura svanisca come polvere al vento. Persino i maghi di oggi hanno dimenticato tutto e ci reputano delle leggende-
-Per questo siamo qui ragazzi, noi possiamo cambiare il futuro della nostra razza per sempre e mettere fine a quella degli umani una volta per tutte! Possiamo rendere liberi tutte le creature a noi care come fratelli e i nostri discepoli.-
Gli occhi di Natsu brillarono e indirizzò a Laxus verso il loro hotel per poter mangiare e dormire, il principe appoggiò la testa sul finestrino e osservando il cielo ormai limpido ripensò a Lucy, e sorridendo scosse la testa: doveva dimenticarsi di quella bellissima giornalista.
-Comunque principe la sua “prediletta” è uscita per una passeggiata da sola, forse dovremmo andarla a cercare. Certo se la cava benissimo da sola e lei è molto più mite di lei. Però sarei in pensiero a lasciarla girare sola in questa città a lei sconosciuta.-
Disse Gajeel puntando i suoi occhi color vermiglio, nuovamente, verso il principe.
-Lasciatela stare, è la prima volta che esce dal nostro dominio è normale che voglia visitare i luoghi a lei sconosciuti. Poi se tutto va come deve andare tra meno di un anno lei governerà insieme a me l’intera terra. Lasciatela divertirsi. Se non tornerà entro un paio di ore andremo a cercarla ma so già che il suo istinto la farà tornare poco di noi all’hotel.-
Gajeel sbuffò, non si sentiva a suo agio lasciare sua sorella sola però gli ordini di un membro della famiglia reale venivano prima di ogni legame di sangue.
“Speriamo che Juvia si comporti bene e che non si cacci nei guai.” Penso prima di lanciare la sigaretta fuori dal finestrino.

***
“Lo vuoi davvero sapere? Stiamo andando incontro alla distruzione dell'umanità.”
 
Le parole che il master le aveva pronunciato la sera precedente ormai erano un ritornello nella testa di Lucy.
Il suo ritorno in gilda doveva essere una festa non una dichiarazione di guerra da parte delle creature magiche più antiche, non solo del suo mondo ma dell'intero universo.
Sapeva bene che i draghi esistevano ancora o per lo meno ci credeva, aveva ereditato questa credenza da sua madre che le raccontava sempre storie magnifiche su queste possenti creature.
E sua mamma le diceva sempre “dopotutto se esistono ancora sirene, elfi, fate e simili perché i draghi no?”
I draghi erano creature diverse da quelle citate in precedenza, erano stati scritti moltissimi manoscritti su di essi ed erano visti, dai pochi che credevano ancora in loro, come Divinità alla stregua di Dio, Yahweh, Gesù, Allah, Brahma, Vishnu, Shiva e altre venerate dagli esseri umani.
Si narrava che fu proprio da un ruggito di un drago, Galaxy, che si formò l'universo, dal loro respiro nacque il vento, dalle loro lacrime i mari, dai loro ruggiti il fuoco e dai loro vecchi corpi la terra fertile e furono sempre loro a creare l’uomo  e a donare a pochi prescelti l’arte della magia.
Allora, perché proprio i “genitori” del mondo di oggi volevano distruggerlo?
Lucy si alzò dalla sedia del suo studio e avvicinandosi alla finestra iniziò ad osservare la grande mela e le sue meraviglie: edifici maestosi, taxy gialli che brillavano sull'asfalto nero delle strade, venditori ambulanti e centinaia di persone che passeggiavano sui marciapiedi ignare di tutto ciò che tormentava la giovane maga.
La vita frenetica di New York faceva ormai parte di Lucy, scorreva come il sangue nelle sue vene, e non l'avrebbe scambiata con nulla al mondo, adorava anche i normali esseri umani e li ammirava poiché anche se senza poteri dopo la devastante seconda guerra mondiale non si erano dati per vinti e armati di forza di volontà stavano cercando di ricostruire ciò che la guerra aveva tolto, era questa la bellezza degli esseri umani, sapevano benissimo di essere deboli ma sapevano guardare verso il futuro e sperare in un domani migliore.
I maghi avevano ormai tolto dalla loro mente il pensiero che la loro condizione li rendeva migliori della gente comune, anzi cercavano di usare la loro magia per aiutare il prossimo di nascosto senza che nessuno ne venisse a conoscenza.
-Sei pensierosa Lucy?-
La ragazza si voltò di scatto vedendo Gray Fullbuster seduto sulla sedia di fronte alla scrivania, Lucy sorrise materna sedendosi dall'altro capo.
-Stavo ripensando agli avvenimenti della scorsa sera … mi è pure venuta in mente la guerra degli esseri umani.-
-La guerra che si sta per aprire sarà molto peggio Lucy.-
Lucy annuì consapevole, ripensò al loro master che aveva dichiarato, dopo aver lasciato Gray e Levy alle cure della Signora Porlyusica, che ciò che il drago di ferro aveva dichiarato alla gilda doveva rimanere tra i membri di Fairy Tail, tutti erano contrari a questa decisione ma il master fu irremovibile e disse che aveva le sue buone ragioni e che soprattutto non gli sembrava il caso di allarmare le altre gilde senza prove concrete.
-Come al solito hai capito i miei pensieri al volo Gray. E come sempre sei entrato senza avvisare, come va la spalla?-
-Molto meglio Lucy, ora riesco a muoverla tranquillamente grazie ai pacchi di erbe magiche di Porlyusica ma ci vorrà ancora qualche giorno per riprendermi. Levy come sta?-
-Dopo che ieri mattina si è risvegliata le ho ordinato di prendersi dei giorni di riposo a casa, con la gamba rotta non è facile muoversi per New York e inoltre è ancora molto scossa anche se non lo vuole ammettere.-
Gray annuì senza dire nulla e Lucy chiamò la sostituta di Levy chiedendole due tazza di caffè.
-C'è mancato poco per Levy … quello è un mostro.-
Disse Gray bevendo il suo caffè amaro.
-Gray non bestemmiare, non possiamo parlare dei Draghi in questo modo.-
-Piantala di rivolgerti a loro come divinità Lucy! Non ci ho mai creduto un giorno alla loro esistenza e ora che si sono mostrati così spietati non inizierò a chiamarli con appellativi sacri! Un Dio non avrebbe conciato così una maga, un suo discepolo se vogliamo metterla in termini religiosi.-
Disse Gray contrariato per poi zittirsi all’arrivo della segretaria con un vassoio, le due tazze fumanti furono lasciate davanti ai due mentre l’ampolla con all’interno altro caffè venne lasciata sotto segno di Lucy al tavolo.
-Quello era un drago d'acciaio giusto? Ho letto di loro negli antichi manoscritti … quello che ha fatto a Levy è pari a quello che un umano fa una formica inconsciamente quando cammina … Che forza inaudita … Gray non innervorsirti che fai diventare questo ufficio al pari della Siberia, spiegami come si sono svolti i fatti di ieri sera.-
Disse solenne lucy quando la ragazza se ne fu andata, Gray sorrise amaramente e sistemandosi meglio sulla sedia fissò Lucy negli occhi.
-Sembri proprio una giornalista quando fai così.-
-Beh forse perché io sono prima di tutto una giornalista del New York Times oltre ad essere la sua proprietaria. Ma ora parliamo di cose serie, è passato solo un giorno ma non ho chiesto nulla a nessuno perché volevo sentire da te cosa era successo visto che … beh hai avuto uno scontro diretto.-
-Bene ti spiegherò cosa è successo ieri sera prima del vostro arrivo: Mira stava preparando un gran banchetto per il tuo ritorno, mentre tutti noi davamo una mano nel pulire quel pub che chiamiamo casa. Sai che dopo le 21: 30 il bar diventa accessibile solo per chi possiede del potere magico e per i normali esseri umani diventa inaccessibile. Ecco, all'improvviso entra questo gorilla … non fare quella espressione contrariata, odio quando te e Urrutia la fate …. Dicevo, entra questo “soggetto” coperto da un mantello nero sporco, abbiamo subito percepito un enorme quantitativo di magia nelle sue vene ma non ci siamo preoccupati. Lo sai benissimo anche tu che gnomi, fate e tutta l'allegra combricola sono benvenuti come fratelli nelle gilde dei maghi. Perciò abbiamo continuato a farci gli affari nostri mentre lo sconosciuto si sedeva al bancone. Ordinò una Birra scura, nulla di strano se non avesse chiesto cinque chiodi all’interno! Mira si scompose per pochi attimi guardandolo stranita poi sorrise nervosamente servendolo e cercando quello che voleva.-
Gray si fermo e indicò la tazza chiedendo tacitamente dell'altro caffè e subito Lucy lo accontentò.
-Beh ora che sappiamo la sua vera natura non è così strano … se quello che c’è scritto nei libri è giusto i draghi si cibano soprattutto dell’elemento del quale è composto il loro potere … -
-Si ma chi si sarebbe mai immaginato di trovarsi nella gilda un drago che chiede birra e chiodi? Va beh, dicevo … Dopo essere stato servito da Mira chiese dove si trovasse il Master,  diceva che aveva un messaggio per lui e che se ne voleva andare via il più presto possibile perché non sopportava più il fetore degli esseri umani che aveva impregnato le sedie e i tavoli. Il master in quel preciso istante scese le scale e con sguardo serio si avvicinò all’uomo, abbassò lo sguardo in una specie di riverenza e disse: -Mai avrei pensato di vivere tanto per vedere un essere come voi nella mia vita-“ a quelle parole nessuno capì e allora il capellone si voltò guardando Makarov negli occhi dicendo: “-Tu saresti il famoso Makarov, master della gilda fairy Tail nonché figlio di Yuri Dreyar?-“ il master annuì con aria solenne, noi tutti ci siamo messi in disparte ma in guardia a qualsiasi passo falso dello straniero. Makarov, invitato da lui, gli si sedette accanto e parlarono a lungo finchè la loro chiaccherata tranquilla e solenne non divenne un urlare furioso da parte del master e per risposta il  nostro Drago rideva. Per poi iniziare a blaterale ad alta voce cose sullo sterminio degli umani per liberare questo mondo dagli indegni e che dovevamo scegliere. O con loro o contro. Io di getto mi sono alzato, si stava rivolgendo in modo troppo irriverente al master e ho iniziato una lotta contro Il Drago e poi siete arrivate tu e Levy … -
Lucy si alzò dal tavolo e si affiancò alla finestra e ricominciò ad osservare le strade di New York, gli edifici maestosi e le persone che passeggiavano ignare di tutto.
-Alla fine ognuno potrà decidere cosa da che parte stare.-
Gray annuì, il ragazzo osservò a lungo la sua amica. Quanti anni erano passati prima che la sua migliore amica gli rivolgesse di nuovo la parola? Era rimasta nel suo piccolo dolore e aveva accettato al suo fianco solo Levy e Kana rifiutandosi di mettere piede nella gilda dove i suoi genitori la portavano ogni sera e aveva rifiutato lui. Era stato così arrabbiato con lei perché lo aveva escluso dalla sua vita ma parlando con Levy aveva capito che non voleva coinvolgerlo nel suo lutto per via di sua moglie e non voleva arrecargli ulteriori preoccupazioni.
Poi lui quanto aveva insistito per stargli accanto? Forse un paio di mesi e poi fu travolto dai suoi problemi, non aveva al tempo la testa per stare accanto a Lucy.
-Mi dispiace di non esserti stata accanto in questi anni, sono stata egoista. Ma ora sto bene. Spero che tu non te la sia presa con me per le rare visite a te e tua moglie. Come sta a proposito?-
-Meglio, il medico ha detto che non le rimane molto … ormai la malattia l’ha consumata.-
Detto ciò si ritrovo tra le braccia di Lucy, le mani di lei gli accarezzavano la testa con la dolcezza pari a quelle di una mamma.
-Mi dispiace di essere stata egoista, se me lo permetterai ti starò accanto. Ho capito i miei sbagli.-
-Era ora piccola Lucy.-
-E ci troveremo dalla stessa parte a proteggere gli esseri umani. Per Urrutia
-Per Urrutia.”

*** 

Gray era appena sceso dal pullman, dopo il colloquio avuto con la sua amica aveva deciso di tornare direttamente a casa, voleva tornare nel suo piccolo monolocale a salutare sua moglie e vedere se rispetto alla mattina stava meglio.
Mentre camminava solitario sul marciapiede decise di fermarsi in un minimarket per prendere qualcosa per cucinare, nel piccolo cestino rosso mise dei pomodori verdi, delle uova, carne, farina e della farina di mais fioretto che a casa era terminata.
Indeciso su come spendere i suoi ultimi 5 dollari, Gray camminava per i corridoi del piccolo alimentari sentiva i commenti delle casalinghe pettegole che commentavano il fatto che fosse lui a fare la spesa anziché sua moglie, e del fatto che la signora Fullbuster non si faceva vedere in pubblico da mesi interi.
Dal gruppo di pettegole solo due furono così coraggiose da avvicinarsi all’uomo di ghiaccio per chiedere della moglie, lui come al solito rispose con frasi di circostanza e si congedò con un freddo saluto mentre i suoi occhi di ghiaccio intimavano alle donne di tacere.
Odiava la gente pettegola, ancora di più se parlavano di cose di cui non sapevano niente.
Dopo aver pagato la spesa al proprietario, si misero a parlare con lui dell’ultima partita di Baeseball e quando si stavano per salutare l’anziano proprietario gli fece notare che stava piovendo e lo incitò a tornare a casa prima che il tempo peggiorasse.
Sospirando frustato aprì la pota d’uscita e iniziò a correre proteggendo al petto la busta di carta della spesa, e poi si mise al riparo sotto un tetto della fermata del pullman, casa sua si trovava a meno di due isolati da li ma la pioggia stava diventando talmente fitta da non riuscire a vedere al di là del proprio naso.
-Con questa pioggia non riuscirò mai a tornare a casa.-
-A Juvia dispiace molto.-
Gray si voltò stranito e trovo in parte a lui una ragazza che si proteggeva dalla pioggia con un ombrello rosa, non l’aveva vista arrivare e poteva giurare che fino a poco fa era solo.
-Come Signorina?-
-A Juvia dispiace molto che piova, le si sta bagnando il sacchetto.-
-Non si preoccupi, non è colpa sua se ha iniziato a diluviare.-
La ragazza alzò lo sguardo verso Gray, mostrandogli un viso di porcellana stupito da quella parole con gli occhi aperti e vispi di un blu così lucente che a Gray ricordava l’oceano.
-Juvia la ringrazia. Il fidanzato di Juvia dice sempre che piove a causa della tristezza di Juvia per prenderla in giro ma … sentire il contrario da uno sconosciuto rende Juvia felice.-
Disse solo, gli sorrise e gli mise in mano il suo ombrello, Gray (stranito non poco dalla strana ragazza dai capelli turchini) cercò di rifiutare ma quando si voltò per parlare con la ragazza lei era sparita.
La pioggia fitta di poco fa si era alleviata, si guardò intorno alla ricerca della giovane che parlava in terza persona ma non trovando nessuno aprì l’ombrello e si avviò verso casa pensando al strano incontro.
***
Levy si trovava nel suo letto: la schiena appoggiata alla testata, i capelli racconti da una fascia marrone e gli occhiali sul naso.
Tra le mani stringeva un libro e il pendolo in fondo alla stanza ticchettava senza sosta il passare dei minuti, solitamente quel vecchio pendolo a Levy non gli aveva mai dato fastidio, era un vecchio oggetto di famiglia rimasto nello stesso punto da quando suo padre lo aveva portato da casa sua quando si era sposato con sua madre, ma attualmente quel famigliare ticchettio a ogni minuto che passava si rendeva molto insopportabile alle orecchie della giovane lettrice.
E dopo aver provato a leggere la stessa riga una decina di volte, nervosa e esausta chiuse il libro di colpo, prese la sua penna e scrisse nell'aria la parola muro che si mise tra lei el'orologio allargandosi fino a toccare il soffitto e il pavimento con le estremita, finalmente il ticchettio era sparito.
Levy stava dando tutta la colpa a quel vecchio pendolo ma in realtà era da quando si era svegliata alla gilda che aveva i nervi a fior di pelle, dopo la traumatica "lotta" avvenuta con il drago di ferro e le rivelazioni di Lucy sulla presenza di quest'ultimo, Levy era rimasta molto turbata.
Non capiva il perchè i Draghi, creature che credeva estinte da secoli, ora si erano manifestate.
-E' tutto così assurdo, si sono alzati una mattina e hanno detto: "Uhm cosa potremmo fare oggi? Ah si ... DISTRUGGERE IL GENERE UMANO!- Disse sarcastica togliendosi le coperte da dosso, iniziava ad avere caldo, non poteva perdere la pazienza doveva rimanere lucida per elaborare un piano.
A quanto ne sapeva i membri di Fairy tail per ora erano gli unici a conoscenza dei piani dei Draghi e ora lei si sentiva in dovere di trovare qualcosa, più informazioni possibili su di loro e trovare un modo per dissuadere i Draghi dal combattimento.
Che ammettendolo non sarebbe mai stata una guerra ma bensì uno sterminio, gli esseri umani non potevano far nulla contro i Draghi nemmeno con la loro tecnologia, solo la bomba atomica avrebbe potuto fare qualcosa ma in quel caso avrebbero dovuto uccidere a loro volta degli esseri umani.
-Con quell'arma forse ucciderebbero tutti i Draghi ma anche la razza umana insieme ... che pacchetto completo.-
Disse levy ad alta voce, quando era nervosa tendeva a parlare a voce alta per dar sfogo ai suoi pensieri, tanto era sola in casa i suoi genitori morti da tempo e come unico coinquilino il silenzio; osservò la sua gamba ingessata e sospirò rumorosamente, l'incontro con quel mostro era stato terribile per lei e l'aveva scossa dal profondo.
Non aveva mai pensato di poter vedere un drago ne tantomeno sfidarlo con la sua magia, si strinse in un abbraccio gli occhi lucidi al ricordo: si era sentita umiliata e a un passo dalla morte.
E pensava che il Drago non avesse usato tutta la sua magia ma aveva usato lei e Gray comemonito per stare ognuno di loro al loro posto e dagli un modo di scegliere veloce su che fazione stare, lei lo sapeva benissimo sarebbe stata con gli umani scelta che sperava avesse fatto anche la maggior parte della loro gilda.
Molti di loro avevano parenti umani, Levy era la prima: la famiglia di suo padre era umana solo sua madre era una maga e non aveva mai rivelato (come diceva la legge) la sua vera identità a suo  padre come anche Levy non aveva mai fatto, la sua unica confessione a suo padre fu sulla sua tomba dove disse con un filo di voce "Papà sono una maga".
Parole al vento che suo padre non avrebbe mai ascoltato e che per Levy, per ora nella sua giovane vita, era il suo primo e unico rimpianto.
All'improvviso un rumore, Levy tese l'orecchio e lo senti forte e chiaro, era qualcuno che bussava alla sua porta.
Si alzò armandosi delle sue amate stampelle che la aiutavano acamminare e in camicia da notte si avviò alla porta, non si curò molto di come era conciata, era sicura che quel bussare fosse provocato da una Kana ubriaca, insomma chi mai avrebbe potuto bussare alla sua porta alle "00:43"?
-Arrivo, Arrivo! Kana non fare casino per favore ...-
Disse girando il chiavistello e aprendo lentamente la porta.
Il sorriso di Levy si spense, una stampella cadde, le gambe di Levy cedettero e si aggrappo con solo la forza delle braccia all'altra stampella, il suo corpo inizio a tremare, gli occhi si spalancarono e la pelle divenne bianca come il latte.
Davanti a lei invece stava eretto e fiero un giovane ragazzo dagli occhi cremisi, capelli corvini lunghi e con un ghigno stampato in faccia che metteva in risalto i canini appuntiti; era il Drago di ferro che iniziò a ghignare divertito dalla reazione della sua piccola preda.
-Ti ho trovata Gamberetto, sai hai un buonissimo odore.-
Levy come risposta degutì, era terrorizzata. la gamba iniziò a pulsarle dal dolore all'improvviso la testa iniziò a girarle e la figura del drago iniziava a essere offuscata, cercò di darsi un contegno e di ignorarle la sensazione della morte che l'abbracciava perchè era sicura che fosse venuto li per ucciderla, finire il suo lavoro e lasciare il suo cadavere nella gilda come monito per tutti.
-Tranquillizzati, non ti farò del male se collabori. Vedi tu hai una cosa che mi appartiene ... -
Levy a quelle parole si tranquillizzò quel tanto che bastava per poter spiccicare due parole in croce.
-Cosa posso possedere che appartenga a voi?-
A quel punto il Drago di ferro la sposto in modo brusco facendola cadere per terra, chiuse la porta alle sue spalle e troneggiando su di lei rivelò il nome dell'ogetto.
-L'AURYN. Ridammelo e verrai risparmiata gamberetto.-


NOTE AUTRICE
Heyla! scusate la mia luuuunga assenza. 
Ho avuto una grande crisi creativa, un blocco dello scrittore, ma ora sono tornata più forte che mai.
Scusate per i vari orrori di ortografia giuro che li corregerò e giuro che se vorrete continuare a supportare e a seguire la mia storia pubblicherò più spesso e non vi deluderò!
Un grande bacio e un grande ringraziamento per chi ha messo la mia storia nelle preferite/seguite/ricordate, a chi lascia un commento o anche solo a chi mi leggesilenzioso ... GRAZIE MILLE!
A presto by Sala-chan <3

 


 
   
 
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