Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Teo5Astor    06/11/2019    16 recensioni
Un mistero accomuna alcuni giovani della Prefettura di Kanagawa, anche se non tutti ne sono consapevoli e non tutti si conoscono tra loro. Non ancora, almeno.
Radish Son, diciassettenne di Fujisawa all'inizio del secondo anno del liceo, è uno di quelli che ne è consapevole. Ne porta i segni sulla pelle, sul petto per la precisione, e nell'anima. Considerato come un reietto a scuola a causa di strane voci sul suo conto, ha due amici, Vegeta Princely e Bulma Brief, e un fratello minore di cui si prende cura ormai da due anni, Goku.
La vita di Radish non è facile, divisa tra scuola e lavoro serale, ma lui l'affronta sempre col sorriso.
Tutto cambia in un giorno di maggio, quando, in biblioteca, compare all'improvviso davanti ai suoi occhi una bellissima ragazza bionda che indossa un provocante costume da coniglietta e che si aggira nel locale nell'indifferenza generale.
Lui la riconosce, è Lazuli Eighteen: un’attrice e modella famosa fin da bambina che si è presa una pausa dalle scene due anni prima e che frequenta il terzo anno nel suo stesso liceo.
Perché quel costume? E, soprattutto, perché nessuno, a parte lui, sembra vederla?
Riadattamento di Bunny Girl Senpai.
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
38 – Il mondo fuori
 
 
«Ok, proviamo ad uscire» dico a mio fratello, lasciando la porta aperta alle mie spalle e appoggiando a terra lo zaino di scuola e il borsone da calcio. Muovo un passo verso di lui.
«Goku-kun si è messo apposta il vestito elegante, quello che gli ha consigliato Chichi-chan».
«Hai fatto bene, questa è un’occasione importante» gli sorrido, appoggiandogli una mano sulla spalla. Sembra tranquillo, ma so che probabilmente ha molta paura in questo momento. «Hai già fatto una piccola pausa come avevi scritto nei tuoi appunti?»
«Goku-kun ne ha già fatta una bella lunga e ha anche messo le scarpe».
«Te le senti comode?»
«Sì, anche se sembra una sensazione tutta nuova mettere le scarpe e tenerle su così a lungo dopo tanto tempo» risponde, prima di chiudere gli occhi e respirare profondamente. «Ora Goku-kun si aggrapperà alla tua schiena».
«Ok, procedi» gli dico, dandogli le spalle.
Lui mi abbraccia da dietro e affonda la testa nella mia schiena. Mi sta stritolando.
«Mi stringerai così forte?» gli chiedo, voltandomi leggermente.
«Sì! Così forte!» sbotta, attaccato a me. Ha gli occhi chiusi, e sento il suo cuore battere all’impazzata contro di me.
«Senti, Goku…».
«Sì?»
«Stai ricaricando il tuo “potere fratellone” di cui parlavi nel quaderno?»
«È al 50%».
«E tra quanto sarà al massimo?»
«Tra cinque minuti».
«Se hai paura, possiamo riprovarci tranquillamente un altro giorno. Non ci corre dietro nessuno, anche Là e Chì la pensano in questo modo» gli spiego dolcemente. «Ti sei vestito per uscire e hai anche messo la scarpe davanti all’ingresso, è già un bel passo avanti».
«N-No! Goku-kun ha… ha paura!» sbotta lui, con la voce rotta da un pianto che fatica a trattenere, stringendomi più forte. «Ha… ha paura di restare così com’è adesso! Ha paura di pensare che le cose rimarranno così per sempre!» aggiunge, spezzandomi il cuore per la purezza dei suoi timori. Ha ragione lui, dobbiamo provare ad affrontare questa situazione di stallo che viviamo ormai da due anni e mezzo. È per il suo bene, anche se ho il terrore di vederlo soffrire.
«Capisco…» sospiro, accennando un sorriso che lui non può vedere.
«Goku-kun adora stare in casa! Uscire gli fa paura!» grida, stretto a me. «Gli fa paura, ma... ma il pensiero di non poter mai più uscire gli fa molta, molta più paura».
«Hai ragione, Goku. Allora vaffanculo a tutto il resto e facciamolo, ok?!»
«O-ok…».
«Goku, mi sto avvicinando alla porta» gli annuncio, muovendo un passo in avanti e trascinandolo con me.
«S-sì…» farfuglia, mentre faccio a fatica un altro paio di passi in avanti. È pesante e rigido come uno statua, ma siamo finalmente sull’uscio di casa.
«Goku, riesci a vedere cosa c’è davanti? Lo vedi il mondo fuori?» gli chiedo, fissando il pianerottolo e il sole al tramonto che attraversa le finestre sulla tromba delle scale.
«Goku-kun ha ancora troppa paura e ha gli occhi chiusi, quindi non vede proprio nulla!»
«Ok, ho capito…» sospiro. «Allora facciamo un passettino alla volta. Vedrai che ce la facciamo» aggiungo, facendo un passo in avanti. Il mio piede destro è sul pianerottolo, mentre Goku è ancora in casa, come il mio piede sinistro.
«F-fratellone, siamo… siamo già fuori?!» balbetta mio fratello.
«Siamo ancora sull’uscio di casa» gli rispondo, spostando anche il piede sinistro all’altezza del destro, trascinando Goku con me.
Muovo un altro passo in avanti, un altro ancora.
«A-adesso siamo fuori?!» sussurra Goku.
«Non ancora» mento. «Manca poco».
«Basta così, fratellone!» urla mio fratello, stringendomi così forte da mozzarmi il respiro. «Goku-kun non può farcela! Riproviamoci un’altra volta! Ci vorranno altri dieci anni prima che Goku-kun riesca a uscire di casa!» aggiunge, in preda al panico, mentre con un forte strattone mi libero di lui e faccio un altro passo avanti.
«Apri gli occhi, Goku!»
«N-non ce la fa! Goku-kun non ci riesce! D-dove sei?!»
«Apri quei cazzo di occhi!» lo incito. «Sono qui davanti a te!»
Mio fratello apre gli occhi lentamente, prima di sgranarli e guardarsi prima a destra e poi a sinistra. Siamo sul pianerottolo. Siamo fuori. Ce l’ha fatta anche lui ad uscire di casa.
«F-fratellone, siamo…» farfuglia con un filo di voce.
«Sì, siamo fuori» gli sorrido. «È questo il mondo fuori» aggiungo, indicando col volto il sole al tramonto che si perde dietro ai palazzi visibili dalle finestre della tromba delle scale.
«L’avevi pianificato fin dall’inizio?!»
«Diciamo di sì… sapevo che potevi farcela».
«Goku-kun è… è…» bofonchia, prima di crollare a terra in ginocchio e cominciare a piangere.
«E-ehi, Goku! Stai bene?!» mi inginocchio davanti a lui, abbracciandolo. «Mi spiace averti mentito, ma sapevo che volevi uscire con tutto te stesso. E ce l’hai fatta. Sono fiero di te».
«Fratellone… Goku-kun piange perché è felice di essere riuscito a uscire di casa!»
«Sei stato… sei stato bravissimo…» sorrido di nuovo, mentre lacrime di gioia e di sollievo cominciano a scorrere anche lungo le mie guance.
«Goku-kun!»
La voce di Chichi ci va voltare entrambi verso l’inizio del pianerottolo, da dove sono appena spuntate lei e Lazuli.
Chichi corre verso di noi. Piange anche lei, mentre Lazuli accenna un sorriso e continua a camminare.
Mi asciugo velocemente le lacrime e mi sciolgo dall’abbraccio di Goku, mettendomi seduto sul pianerottolo accanto all’entrata di casa mia, con la schiena appoggiata al muro. Sono stanco, ma anche tanto felice. E sollevato, soprattutto. Mi sembra di essermi tolto un macigno dalla schiena.
«Chichi-chan! Goku-kun… Goku-kun ce l’ha fatta!» urla lui, asciugandosi le lacrime e sorridendo, mentre Chichi si getta a terra in ginocchio e lo stringe forte a sé.
«Sei… sei stato bravissimo, Goku-kun!» risponde lei, con la voce strozzata dalle lacrime.
«Goku-kun ha messo i vestiti scelti da Chichi-chan per darsi forza e perché era un’occasione speciale!»
«Oh, Goku-kun!» si limita a rispondere Chichi, scoppiando di nuovo in lacrime a abbracciandolo più forte, appoggiando la testa sulla sua spalla. «Io… io…» farfuglia, incapace di proseguire.
«Sono fiera di te, Goku-kun» gli sorride Lazuli, scompigliandogli i capelli con una mano, prima di sedersi accanto a me con la schiena appoggiata al muro.
«E sono fiera anche di te, Rad» sussurra, facendosi vicina a me e appoggiando la fronte contro la mia.
«Vederti seduta qui sul pianerottolo mi va venire in mente quando ci siamo conosciuti» le sorrido. «Quando sei venuta a cercarmi due settimane dopo che ci eravamo parlati per la prima volta».
«Ero venuta a cercarti solo perché avevo fame» accenna un sorriso anche lei. «Mi stavi antipatico».
«No, che non ti stavo antipatico…» ghigno.
«Hai ragione, in fondo non eri poi così antipatico, ripensandoci bene» sospira lei, azzerando le distanze e baciandomi intensamente.
Mi godo il suo sapore e il suo calore, la sua vicinanza che mi dà forza e mi rigenera. Che mi fa sentire vivo. Che mi fa sperare ogni fottutissimo giorno che ogni cosa andrà per il meglio.
Riapro gli occhi solo quando lei si rannicchia su di me e appoggia la testa alla mia spalla.
Guardo mio fratello, che cerca inutilmente di consolare Chichi che non smette di piangere abbracciata a lui. Mi osserva con aria interrogativa, e io gli faccio un cenno d’intesa sollevando il pollice.
«Vai forte» gli sussurro, sperando che riesca a leggere il mio labiale, anche se sembra non capire.
«Goku-kun… io… io sono tanto felice oggi e… e…» farfuglia Chichi, sollevandosi leggermente dalla spalla di mio fratello e guardandolo negl’occhi, cercando di asciugarsi le lacrime. È un po’ rossa in faccia, ma i suoi occhi neri brillano come carboni ardenti.
«Ehm… Chichi-chan… G-goku-kun è…» balbetta lui, incapace di dire qualcosa di sensato, prima che Chichi all’improvviso lo baci, stringendosi di nuovo a lui e facendogli sgranare gli occhi.
Anch’io sgrano gli occhi, e persino Lazuli ha un sussulto. Guardo Goku chiudere gli occhi dopo qualche istante di smarrimento dovuto alla sorpresa e appoggiare timidamente una mano tremante sulla nuca di Chichi, ricambiando il suo bacio.
È tutto così strano. Così assurdo e così bello. Li trovo… li trovo teneri.
«Penso che dovremmo entrare a preparare la cena, noi due» accenna un sorriso Lazuli, rialzandosi e porgendomi una mano, mentre con l’altra si sistema una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio.
«A preparare la cena… oppure ad ingannare il tempo facendo ben altro, madame…» sorrido sghembo, baciandole elegantemente le mano e alzandomi a mia volta, trascinandola in casa con me.
 
 
10 novembre
 
Da quella volta, Goku ha cominciato a fare passi sempre più grandi nel mondo esterno e in questo è stato fondamentale anche l’aiuto di Lazuli e Chichi. Il giorno dopo è riuscito ad arrivare fino alle scale, quello dopo ancora siamo usciti dalla portineria e abbiamo fatto qualche passo sul marciapiede. Da quel momento in poi è stato tutto in discesa, perché una volta rotto il ghiaccio lui ci ha preso gusto ed è diventato sempre più sicuro di sé. Abbiamo infatti cenato  a casa di Lazuli e Chichi, e il giorno seguente siamo andati al parco dove avevo conosciuto Lunch. Siamo andati in città e abbiamo comprato i panini alla crema che piacciono a Là e mangiato in un bar il daifuku alle fragole che tanto ama Chichi, come aveva detto quella volta in tv in cui l’ho vista per la prima volta. Sono fortunato ad avere loro due che mi aiutano, e anche Goku sembra essere ancora più motivato se ci sono loro.
Talvolta Chichi lo prende per mano quando siamo in giro, anche se la cosa sembra mettere un po’ a disagio entrambi dato che mio fratello è il solito imbranato e lei fa sempre la voce grossa, ma sotto sotto ha un carattere davvero dolcissimo e un po’ insicuro.
Abbiamo anche preso il treno per una breve tratta, facendo poi via via tragitti sempre più lunghi, e anche lì è stato un successo. Come è andata alla grande portarlo gradualmente in posti affollati come supermercati, cinema o negozi.
Sono passate quasi tre settimane da quando Goku è riuscito a uscire sul pianerottolo di casa, e ammetto che sono stati momenti che mi porterò nel cuore per sempre. Mi sembra di aver cresciuto un figlio, non solo di aver aiutato con tutto me stesso un fratello che era andato psicologicamente in crisi due anni e mezzo fa e che non sembrava più lui. Non penso a Goku-san, come dice lui, voglio davvero bene a Goku-kun e sono tanto fiero dei suoi progressi. Soffrirei se dovesse sparire dalla mia vita come successe allora con Goku-san. Ma non devo pensarci, devo solo cercare di continuare a rendere la vita di mio fratello migliore, un passo alla volta.
 
«E bravo Son-kun» mi dice Bulma, mentre la guardo sorseggiare un caffè nel laboratorio di scienze e in contemporanea svuotare una provetta in un contenitore più grande, dopo che l’ho aggiornata sulle ultime novità relative a mio fratello. «Sarai pure un maiale senza speranze, ma sei anche un bravo fratellone».
«Ehi, ma cosa c’entra adesso che sono un maiale?! E poi non è vero» protesto, fingendomi offeso. «Forse…».
«In ogni caso sono felice per voi, state facendo grandi cose per Goku-kun».
«Grazie, Bulma» le sorrido. «A proposito, stasera Là e sua sorella faranno un breve live in un locale per presentare il loro nuovo singolo che hanno scritto e cantato insieme! Volete venire anche tu e Prince?»
«Non ce la vedo molto Lazuli-san a fare la idol…» scuote lentamente la testa la mia amica, annotandosi dei dati sul quaderno. «Comunque sì, vedrò di trascinare con me anche il tuo amichetto scimmione».
«Basta che lo ricatti, se dovesse fare storie: digli che non gliela darai per un po’ di tempo, vedi come comincia a rigare dritto!» scoppio a ridere.
«Son-kun» ringhia Bulma, appoggiando la biro sul tavolo e incenerendomi con lo sguardo, con la faccia paonazza. «Mi fai schifo».
«È affascinante questa cosa: mi insulti sempre, ma mi vuoi anche bene» ribatto, ghignando e allargando le braccia.
«Mi fai schifo e basta, sei senza speranze…» sbuffa lei, ricominciando a dedicarsi al suo esperimento. «Dirò a Lazuli-san di scagliarti il microfono in testa alla fine della sua esibizione».
«Va che sarebbe capace di farlo davvero!» rido sguaiatamente. «E sua sorella non sarebbe da meno!»
«Le capisco e le sostengo, io farei lo stesso» sospira. «Allora, come se la cava Lazuli-san a cantare e ballare? Non mi sembra una ragazza con un carattere tale da poter sopportare personaggi come le idol…».
«Lei se la cava alla grande, del resto riesce bene in tutto. E poi è un animale da palcoscenico, lì si trasforma davvero ed è impressionante» le rispondo. «Però dice che questa canzone dovrebbe essere un caso unico o quasi nella sua carriera nel mondo dello spettacolo, ci teneva a fare qualcosa con sua sorella nel suo campo stavolta, dopo aver girato insieme quello spot il mese scorso».
 
«F-fratellone…» balbetta Goku, con un filo di voce, pochi minuti dopo il nostro ingresso nel locale gremito dove stanno per esibirsi Lazuli e Chichi. Siamo in fondo e vicini all’uscita, dalla parte opposta del palco e lontani dalla ressa. Un po’ come avevamo fatto io Chichi al concerto delle Sweet Bullet, quando la mia ragazza era ancora nel corpo di sua sorella. «A… a Goku-kun fa un po’ paura questo posto… c-c’è tanta gente e anche molto rumore…».
«Stai tranquillo, ci sono qui io e ci sono anche loro» gli sorrido, indicandogli Bulma e Vegeta accanto a noi. «E qui ci sono solo brave persone, sono tutti fans di Là e Chì! Comunque se non te la senti possiamo anche uscire, non c’è problema».
«Tsk! Sei troppo indulgente con lui, Rad!» sbotta Vegeta, irritato, mettendosi accanto a Goku dal lato opposto a quello in cui mi trovo io. Incrocia le braccia al petto e appoggia la schiena al muro, guardando fisso davanti a sé in direzione del palco. «Tu resta in mezzo tra me e tuo fratello, non ti succederà niente!» sibila, stizzito e imbronciato, senza guardare Goku.
«V-vegeta-sama… grazie…» bofonchia mio fratello, guardandolo ammirato.
«E non ringraziarmi, mi sono messo qui solo perché mi va!» ribatte il mio amico, cercando di nascondere il suo imbarazzo e facendomi sorridere. Sono felice per quello che sta cercando di fare a modo suo per aiutare Goku. Del resto sta imparando gradualmente a integrarsi col mondo esterno e non sempre fila tutto liscio, soprattutto se non ci sono anche Chichi e Lazuli a dargli sicurezza.
«Sei proprio fortunato ad avere due guardie del corpo come questi due scimmioni, Goku-kun!» gli sorride Bulma, accarezzandogli i capelli sotto lo sguardo stizzito di Vegeta, che sembra digrignare quasi i denti. «Vedrai che Lazuli-san e Chichi-chan saranno fiere di te, oggi poi è una serata importante per loro!»
«S-sì, Bulma-san!» sorride Goku, finalmente più sciolto, mentre le luci si spengono e un boato accoglie l’entrata in scena delle due cantanti che tutti stavano aspettando.
La luce ad occhio di bue le illumina, finalmente, e la gente sembra impazzire. Lazuli indossa un top blu e una gonna corta grigia con dei fiocchetti blu fissata con una cintura nera borchiata, con stivali alti neri che le arrivano al ginocchio. Tra i capelli porta la sua solita mollettina nera glitterata a forma di testa di coniglio. È semplicemente meravigliosa, penso, mentre sento ribollirmi il sangue nelle vene e mi impongo di darmi una calmata e provare a concentrarmi sulla musica. Ma non è colpa mia se il suo look lascia così poco spazio all’immaginazione, lasciando scoperta buona parte del suo fisico tonico e perfettamente definito.
Chichi invece ha una canottiera aderente viola con dettagli lilla come i suoi stivali che le arrivano a metà caviglia, una gonna corta nera dello stesso taglio di quella di Là fissata con una cintura borchiata uguale alla sua e delle parigine nere che si fermano a metà coscia. Tra i capelli legati in una coda porta un cerchietto con un grosso fiocco viola di lato. È bellissima anche lei, e noto con piacere mio fratello guardarla con gli occhi sgranati e la bocca semiaperta. Entrambe hanno poi un braccialetto borchiato nero sul polso destro, e una fascia viola che risale fino al gomito sul braccio sinistro.
Stanno benissimo insieme e sono perfettamente coordinate, mentre parte la musica e cominciano a ballare.
«Ciao Fujisawa! Siete meravigliosi stasera!» esclama Chichi, ricevendo un boato in tutta risposta. Noto anche sua madre in prima fila, che salta e balla. Sembra felice, e la cosa non può che farmi piacere.
Mi volto alla mia destra, mi sento osservato. Riconosco in un angolo del locale addirittura la mamma di Lazuli, con le braccia incrociate sotto il seno e la schiena appoggiata al muro. La sua espressione è dura, ma accenna un sorriso quando incrocia il mio sguardo.
Che si ricordi di me da quella volta in spiaggia in cui non riusciva a vedere sua figlia, né tantomeno a ricordarsela? Direi di sì.
Le sorrido a mia volta, salutandola con un cenno della mano.
La mia ragazza mi aveva detto che ultimamente aveva ripreso un po’ i contatti almeno telefonicamente con sua mamma, ma mai avrei pensato di trovarla qui. Sono felice di questo, anche perché so che ha detto a Lazuli che non vuole tornare a farle da manager, ma solo essere sua madre.
Forse non riusciranno mai a volersi bene davvero, ma almeno potranno avere un rapporto civile e potranno provare a conoscersi gradualmente. Sempre meglio dell’indifferenza.
Magari sua madre riuscirà col tempo addirittura a comportarsi da “madre”, una cosa che credo abbia fatto ben poco negli ultimi diciotto anni.
Ma ho fiducia che andrà tutto bene. Anzi, ne sono certo.
«Grazie a tutti per essere qui!» aggiunge Lazuli, sollevando grida di approvazione e di gioia da parte di tutti, mentre le luci colorate della coreografia e il fumo di scena che viene sparato dal basso creano un effetto magnifico.
«Questo è il nostro nuovo singolo! Fight!» urlano in coro, battendosi poi il pugno l’una contro l’altra e riprendendo a interpretare la loro coreografia.
«Su le mani!» grida Chichi, cominciando a battere ritmicamente le sue a tempo di musica, imitata dal pubblico.
«Tutti insieme!» interviene Lazuli, battendole a sua volta.
«Fight, fight! Continua a lottare!» comincia a cantare Chichi.
«Fight, fight! Non devi mollare!» aggiunge Lazuli, che mi sembra tremendamente a suo agio nei panni della cantante. La base musicale è orecchiabile, ma decisamente più rock rispetto alla classiche canzoni da idol. Io la conosco già, ovviamente, e sono certo che avrà successo questo pezzo. E poi loro due sono bravissime. Anzi, sono straordinarie in coppia.
«Se hai un sogno nel cuore, tu devi lottare. Andare avanti, non lasciarti fermare» riprende Chichi.
«Momenti duri, ansie e paure. Tu cerca nel cuore tutte le cure» interviene Lazuli.
«Devi guardare in faccia il tuo destino! Anche quando fa male, quando sei sola, quando ti senti nel mirino!» gridano in coro.
«Qui nessuno si arrende, un sogno si va e lo si prende! Anche quando fa male, quando tutto sembra crollare!» aggiunge Lazuli.
«Perché solo tu puoi!» riprendono in coro.
«Ma solo se lo vuoi!» canta Chichi.
«Non siamo mai davvero soli!» interviene la mia ragazza.
«Guardati intorno, non pensare agli errori!» cantano di nuovo in coro.
«Ora il peggio è passato, il futuro è davanti!» grida Chichi.
«Se guardi al tuo fianco c’è chi può aiutarti!» completa la strofa Lazuli.
«Fight, fight! Continua a lottare! Fight, fight! Non devi mollare! Fight, fight! Fight, fight!» urlano in coro, senza smettere di ballare durante un assolo di chitarra.
«Fight, fight! Riprendi a sognare! Fight, fight! A cantare e ballare! Fight, fight! Il mondo è là fuori! Fight, fight! Un sorriso e migliori!» continuano insieme, mentre il pubblico sembra come impazzito. Anche Goku salta e balla accanto a me, e persino Vegeta accenna un sorriso pur restando appoggiato con la schiena al muro e le braccia conserte. Bulma, invece, sembra divertirsi molto e sta cantando anche lei.
«Fight, fight! La vita è davanti!» canta Chichi, da sola.
«Fight, fight! La mordi e la baci!» aggiunge Lazuli.
«Fight, fight! Cadi e ti rialzi!» riprendono in coro, fino alla fine.
«Fight, fight! Fight, fight!»
«Fight!»
Il pubblico urla, salta, continua a ballare. Loro due fermano la loro danza nell’esatto istante in cui si interrompe la musica, fermandosi l’una davanti all’altra incrociando i loro avambracci destri, in una posa da vere guerriere. Ansimano e accennano un sorriso, mentre si guardano intensamente negl’occhi e la gente continua ad acclamarle.
Sono state straordinarie. La canzone e la coreografia, ma soprattutto il modo in cui hanno saputo interpretarle sono state semplicemente meravigliose.
Missione compiuta anche stavolta, a quanto pare.
Là non sbaglia mai, è una certezza. La mia certezza, soprattutto.
Incrocio il suo sguardo di ghiaccio per un lungo istante quando si volta con sua sorella a salutare e ringraziare il pubblico. Il suo sorriso si scioglie, mentre mi guarda, così come il cuore che batte all’impazzata nel mio petto.
 
 
16 novembre
 
«Le persone penseranno che Goku-kun è strano, fratellone?» mi chiede timidamente mio fratello, stretto al mio braccio in un vagone del treno pieno di gente.
«Non preoccuparti. È tutto ok» provo a rassicurarlo, mentre incrocio il mio sguardo con quello di Lazuli e Chichi, in cerca di aiuto. A volte mio fratello continua ad avere momenti di insicurezza e attimi di panico in pubblico. Sta facendo enormi progressi, ma ogni giorno è diverso e non sempre riesce ad essere forte allo stesso modo.
«Però Goku-kun sente su di sé gli sguardi della gente…» sussurra mestamente, stritolandomi il braccio.
«Al massimo la gente si chiederà perché ti stai aggrappando a me come un koala» provo a scherzare.
«Dammi la mano, Goku-kun. Va tutto bene» gli sorride dolcemente Chichi. Goku si stacca da me lentamente e la prende per mano, respirando profondamente e tenendo la testa bassa.
«G-goku-kun ha avuto paura di morire per un attimo…» farfuglia, accennando un sorriso verso Chichi, senza mollare la sua mano.
«Non dire più queste sciocchezze, ok?» gli dice lei, accarezzandogli a capelli.
«O-ok…».
«Goku-kun, prova a guardare un attimo fuori dal finestrino» interviene Lazuli, per provare a distrarlo.
«Urcaaa! Il mareee!» grida, tutto felice, voltandosi insieme a noi nella direzione indicata dalla mia ragazza. Ora tutti ci guardano davvero, ma non me ne frega niente.
Oggi infatti stiamo andando in spiaggia per fare un picnic e passare il pomeriggio lì, facendo conoscere anche a mio fratello il mare. È una bellissima giornata, il sole che splende fa sì che si stia benissimo anche in felpa o con un giubbino leggero all’aperto. Tutti e quattro, infatti, ci siamo vestiti decisamente in stile street urban. Io indosso una maglietta Dolly Noire e un giubbino di ecopelle leggero, Goku una felpa Jordan, Là un giubbino di ecopelle nero con sfumature dorate e un teschio ricoperto di Swarosky sulla schiena e Chì una giacca di jeans corta e aderente. Siamo un bel gruppo, non c’è che dire. Tutti in jeans e sneakers Jordan o Adidas… credo che potremmo girare anche adesso uno spot per la catena di negozi “J-Sports”, saremmo perfetti!
 
«Gli onigiri sono più buoni se mangiati all’aperto! Soprattutto se mangiati in spiaggia!» esclama Goku felice, dopo aver addentato l’ennesima polpetta di riso che hanno portato da casa le ragazze, tra le altre cose squisite che abbiamo già divorato.
Siamo seduti tutti e quattro sui teli che abbiamo disposto sulla sabbia e stiamo pranzando guardando il mare. La spiaggia è deserta, si sta divinamente. Mi sento felice, appagato. Sereno.
«Davvero! Gli onigiri di Là sono spettacolari!» confermo, dando un morso anch’io a un ennesima polpetta.
«Guarda che quelli al sesamo li ho fatti io!» ringhia minacciosa Chichi, guardandomi male.
«Uhm… ecco perché in realtà non mi piace…» sospiro, provocandola. «Vuoi finirlo tu, Goku?»
«Shììì… urgh… sì!» farfuglia mio fratello a bocca piena, deglutendo a fatica e divorando anche il mio onigiri, mentre continuo a fissare con aria di sfida Chichi e a sorridere da ebete per farla arrabbiare.
«Tu… non ti sopporto!» sbraita, dandomi un pugno in testa così forte da stordirmi per qualche istante.
«Ahia… merda…» mi lamento, piegato in avanti.
«È quello che ti meriti quando fai troppo il cretino» sibila freddamente Lazuli, seduta composta mentre beve un bicchiere di tè verde osservando il mare.
«Goku-kun! Goku-kun! Bevi un po’ d’acqua, ti stai soffocando!» grida Chichi, porgendo tutta allarmata a mio fratello una bottiglietta d’acqua, mentre lui si batte dei pugni sul petto e fa versi degni di un maiale nel porcile. Diventa spesso e volentieri una bestia quando mangiamo, in effetti. Non che a me manchi, l’appetito, tutt’altro. Ma ho ben altra classe, sia chiaro!
«È tutta colpa tua, Rad!» aggiunge Chichi, minacciando di colpirmi ancora, mentre Goku tossisce e riprende a respirare dopo aver finalmente deglutito.
«Grazie fratellone per l’onigiri, era buonissimo!» mi sorride.
«Visto?» sorrido sghembo a Chichi, che allarga le braccia rassegnata, cercando la collaborazione di sua sorella, guardandola. Ma Lazuli non ci degna di uno sguardo, adorabilmente distaccata come solo lei sa fare, mentre apre dei bento contenenti gli okonomiyaki preparati da lei, ossia il mio piatto preferito.
«Wow! L’okonomiyaki dello chef Lazuli Eighteen!» grido, fiondandomi sulla mia parte, seguito a ruota da Goku, che esulta anche lui da bravo pozzo senza fondo. «Uhmmm… guarda e impara, Chì! Questo è un capolavoro!» provoco di nuovo la mia cognatastra dopo aver mangiato un boccone.
«Fammi capire, cosa avrebbe di così speciale?!» sbotta lei, offesa. È sempre così divertente farla arrabbiare, adoro prendermi gioco di lei. «È buono, ma non mi sembra abbia un sapore così speciale» aggiunge, venendo automaticamente fulminata da sua sorella maggiore. «E-ehm… scusami sorellona, non… non intendevo dire… cioè, è lui che mi manda in bestia!» prova a giustificarsi.
«In effetti sa essere irritante quando comincia a fare il moccioso fastidioso» risponde lei facendo spallucce.
«Ve lo dico io cosa rende speciale l’okonomiyaki che prepara Là» proclamo solennemente, attirando tutti gli sguardi su di me. «È l’amore! Questi okonomiyaki hanno lo stesso sapore dell’amore!» spiego, mentre Chichi sospira scuotendo la testa e Lazuli accenna un sorriso in mia direzione, leggermente rossa in faccia e con i suoi occhi di ghiaccio che sembrano brillare.
 
Per il resto della giornata abbiamo riso, scherzato e giocato a fare castelli di sabbia. Abbiamo bagnato i piedi nell’acqua fredda del mare, scaldati però da un sole meraviglioso e dalle magnifiche sensazioni che ci hanno riempito il cuore quest’oggi. Ho anche schizzato un po’ d’acqua per dispetto a Chichi, aizzando tutta la sua ira e ricevendo anche un ceffone da Lazuli, irritata dai nostri schiamazzi. A quanto pare stavamo facendo troppo casino per i suoi gusti. E, ovviamente, se l’è presa con me, riportando però subito la calma anche in sua sorella. Io la amo anche e soprattutto per questo, la mia adorabile e dolce psicopatica!
È bello essere qui. È davvero bello.
Siamo una famiglia ormai, e io credo con tutto me stesso che potremo esserlo per sempre.
Anche se siamo giovani, anche se certe cose magari potrebbero cambiare col passare del tempo. Ma sono certo che l’amore che riesco a toccare con mano nell’aria quest’oggi non tramonterà mai. Non cambierà mai.
Abbiamo parlato tanto, oggi. Abbiamo sognato.
Io credo sul serio che la vita possa essere un sogno senza fine.
Lazuli e Chichi tornano a sedersi sui nostri teli, mentre il sole comincia lentamente a tramontare e io e mio fratello stiamo giocando a calcio a piedi nudi con un pallone che saggiamente mi sono portato da casa.
Faccio un lancio lungo in direzione di mio fratello, che manca l’aggancio al volo e si ritrova costretto a inseguire il pallone lontano da noi, mentre anch’io lo seguo lentamente. Noto che la palla sta finendo in direzione di un ragazzo appena arrivato sulla spiaggia, che la stoppa di piede e la passa gentilmente a Goku.
«G-grazie!» esclama mio fratello, sorridendogli rigidamente, un po’ a disagio. Non è ancora semplice per lui rivolgersi agli sconosciuti, soprattutto se non c’è uno di noi a introdurre la conversazione e ad aiutarlo, facendogli da filtro.
«Ma tu… Goku-kun!» esclama il ragazzo, sorridendo felice in direzione di mio fratello.
Ora che sono più vicino lo riconosco: è Crilin, il suo amico d’infanzia con cui ho parlato quel pomeriggio in cui dovevo vedermi con Videl, che invece non si è più fatta viva. Mi faccio serio, perché non so se Goku sia pronto per incontrare qualcuno che arrivi dal suo passato, maggior ragione se collegato alla scuola, la fonte di tutti i suoi mali.
«Lo conosci?» domanda Chichi, sopraggiunta anche lei insieme a Lazuli, che invece osserva serissima e in silenzio la scena. Anche lei ha riconosciuto il nuovo arrivato.
«C-chi sei?!» balbetta Goku, nascondendosi dietro di me.
«Goku-kun, sono io! Crilin Kurinin!» esclama il ragazzo rasato, allibito e allo stesso tempo profondamente scosso. «Non ti ricordi di me?! Io… io lo capisco se sei arrabbiato con me, ma io davvero…».
«S-scusa… Goku-kun non ti conosce…» sospira mestamente mio fratello, a testa bassa e sempre alle mie spalle, interrompendolo.
«C-cosa significa?!» farfuglia Crilin, sgranando gli occhi, che nel frattempo si stanno riempiendo di lacrime.
Chichi mette un braccio intorno alle spalle di Goku e lo allontana da noi, facendo ritorno ai nostri teli.
«Te l’avevo detto che non era ancora pronto per vederti» dico a Crilin, fissandolo nei suoi piccoli occhi neri.
«Io… io non potevo sapere che sareste stati qui! Sono venuto in spiaggia per caso prima di tornare a casa! Non volevo… non volevo creare problemi a nessuno!» farfuglia, visibilmente pentito, inchinandosi. «Scusatemi».
«Non è colpa tua» gli dice Lazuli, gelida, incrociando le braccia sotto il seno. «Goku-kun ha perso tutti i suoi ricordi due anni e mezzo fa».
«C-cosa… io…» balbetta. «Io vorrei tornare ad essere suo amico».
«Torna a casa e non pensarci più. Goku starà bene, è forte. Prima o poi tornerete amici» lo interrompo, mentre Lazuli mi prende per mano e ci avviamo in silenzio verso mio fratello e Chichi.
«Là».
«Dimmi».
«E se Goku dovesse dimenticarsi di nuovo di me? Di noi?»
«Il Radish Son che conosco io non è tipo da farsi prendere da pensieri negativi» accenna un sorriso, guardandomi dolcemente. «È uno che trova le soluzioni, quando si presentano i problemi».
«Già…» sospiro, accennando un sorriso.
«Là» la chiamo di nuovo, dopo qualche secondo di silenzio. «La vita è un sogno senza fine, vero?»
«Sì, senza fine» risponde lei, stringendosi al mio braccio e dandomi un bacio sulla guancia, mentre continuiamo a camminare. «Come noi».
 
 
 
 
 
 
 
Note: un po’ di fluff finale grazie ai nostri Raduli ci voleva, visto che è stata una conclusione di capitolo piuttosto amara dopo una bella giornata passata in spiaggia da parte dei nostri quattro amici. Spero vi sia piaciuta la semplicità dei piccoli momenti che si ritagliano loro quattro in quel momento, volevo trasmettere l’importanza delle piccole cose e cercare di farvela arrivare. Penso che ci siano tante piccole cose nella nostra quotidianità per cui valga la pena vivere e che ci rendono felici, anche se spesso pensiamo solo alle botte di adrenalina e gioia pura che ci danno certi momenti eccezionali che ogni tanto abbiamo la fortuna di vivere. Ben vengano, ovviamente, sono il primo a bramarli, ma penso sia sempre fondamentale pensare alla bellezza e all’importanza della quotidianità e della semplicità per essere felici. Cerco di trasmettere anche questo con questa storia e spero di farcela. ;-)
Detto questo, sono successe molte cose belle: una bomba forse inaspettata, come il primo bacio tra Goku e Chichi proprio nel momento in cui lui riesce ad uscire di casa. Spero vi sia piaciuta quella scena! E poi c’è il live di Là e Chì, i cui look non sono altro che quelli realizzati da Sapphir Dream nel suo splendido disegno che avevo postato nel capitolo 33 e che potete andare a rivedere, se volete. Spero vi sia piaciuta anche quella parte e la descrizione dello show, magari anche quello che fa Vegeta per aiutare a modo suo Goku-kun.
 
Ringrazio come sempre tutti voi che mi lasciate il vostro parere e mi incoraggiate, tutti voi che continuate a seguirmi e a voler bene a questi personaggi. Grazie di cuore!
In occasione dell’Halloween appena passato, ho pensato di allegare dei disegni realizzati da Echo Saber che ritraggono tre dei personaggi femminili principali di questa storia vestite a tema, cioè Lazuli, Bulma e Videl: quale preferite? Io opto per la diavoletta C18 ;-)
 
Il prossimo capitolo ha un titolo che si ricollega al finale di questo, cioè “La vita è un sogno senza fine”. Ci sarà un po’ da commuoversi, forse. Ci saranno sempre anche Vegeta e Bulma, mentre Lazuli dovrà riprendere le riprese del suo nuovo film.
Ci sarà da continuare a fare il tifo per Goku e per i suoi progressi. Ma anche per Rad, di cui cominciano ad affiorare i timori su quello che potrebbe succedere a suo fratello se dovesse perdere di nuovo la memoria da quando ha cambiato personalità. Avevate mai pensato a questa eventualità? Cosa ne sarebbe di Goku-kun se dovessero tornare i ricordi e la personalità di Goku-san?
Niente, vi ringrazio ancora e vi do appuntamento a mercoledì come sempre! Io devo ancora riprendermi dalle emozioni straordinarie che solo il Lucca Comics sa regalare e da quella sensazione di essere fuori dal tempo e dallo spazio in compagnia di persone fantastiche che solo un evento e una città del genere sanno dare!
A presto!
 
Teo
 
 
 

IMG-20191005-211604>

IMG-20191002-070547>

IMG-20191002-070646

>

   
 
Leggi le 16 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Teo5Astor