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Autore: TeamFreeWill    06/11/2019    5 recensioni
Prequel della mia long Perfect.
L'inizio dell'amore tra il principe Jared e il cameriere Jensen. Un amore talmente forte che nemmeno le differenze sociali può impedire di sbocciare. :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il principe e il cameriere: il filo rosso del destino'
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Per i due ragazzi, quelle uscite di nascosto, divennero una dolce abitudine di cui non potevano più fare a meno.

Si vedevano sempre più spesso e ogni volta era sempre più difficile controllarsi, costringersi a non superare quella linea di confine che si erano prefissati. Solo amici!

Sentivano che c’era qualcosa che aleggiava tra loro: i sogni sempre più intensi e sconvolgenti ne erano la prova lampante, ma continuavano a rimanere fermi in quel limbo che si erano creati.

Jared non poteva e non voleva cedere a quello che provava; Jensen non voleva e non poteva farlo per paura di rovinare l’amicizia che si era creata, però Jared gli piaceva e gli piaceva tanto. Tantissimo.

Dio! Gli ci vollero vari appuntamenti e un numero imprecisato di hot dog e hamburger per far prendere coraggio a Jensen e fargli invitare a casa sua per una bella cena, il giovane principe!

Jared non poteva credere alla sue orecchie quando glielo propose! Però era una cena tra amici, no? Che male c’era? Accettò immediatamente facendosi dire dove abitava, cioè nelle campagne di Austin .

“Bene! A domani sera allora! Ciao” dissero contemporaneamente arrossendo e scoppiando a ridere poco dopo, gli sguardi che vagavano imbarazzati e a volte no, più intensi, luminosi, vivi.

Un' irresistibile tentazione che chiedeva loro di essere appagata, ma che loro, di nuovo, si imposero di controllare decidendo di salire nelle proprie auto. Una magnifica agitazione ad affannarli.

 

La sera dopo, Jensen, stava finendo di apparecchiare la tavola, quando sentì suonare alla porta. Finalmente era arrivato!

“Arrivo!” gridò sentendo lo stomaco contorcersi per la felicità.

Diede un'ultima occhiata alla tavola – era tutto perfetto: acqua, bibite, gli antipasti – poi corse alla porta rimanendo senza fiato osservando il minore sorridergli di rimando.

Jared sembrava un angelo tanto era bello! Vestito di bianco, la frangetta quasi sugli occhi, e poi quelle adorabili fossette agli angoli della bocca che lo rendevano adorabile.

“C-… ciao” esclamò imbarazzato facendolo accomodare.

“Ci..ciao a te” rispose Jared distogliendo immediatamente il viso dalle labbra invitanti di Jensen.

Voleva baciarlo. Dio, se lo voleva!
Ma doveva smetterla di avere questi desideri! Iniziò così a guardarsi attorno posando, infine, i suoi occhi su un quadro appeso alla parete; Jensen dietro di lui che chiudeva la porta, gli stessi desideri da soffocare.

Il moro vi si avvicinò colpito da quegli sguardi sereni: nelle sue foto di famiglia c’erano sempre sorrisi di circostanza, erano rare le foto in cui sorrideva di cuore. Si poteva dire che le uniche foto dove era se stesso erano quelle in cui appariva solo con il padre.

Jensen intenerito gli si avvicinò, sul viso un dolce sorriso.

“L’abbiamo scattata qualche anno fa al mare... Quel giorno io e mia sorella ci siamo presi pure un’insolazione da quanto siamo stati in acqua e sotto il sole!” Ricordò dolcemente, facendo ridere Jared.

“Oddio! Sarete stati rossi come dei peperoni!” rise pensando a quella immagine di Jensen

“Si, lo eravamo...ma non ci importava...perché il giorno dopo eravamo ancora in spiaggia a giocare come niente fosse!” e questo colpì Jared nel profondo.

Se a lui fosse capitata una cosa del genere, la madre lo avrebbe sgridato e poi chiuso nelle sue stanze.

Jensen notò il cambio di espressione e volle distrarlo. “Forza...seguimi...ho preparato un piccolo antipasto...sarai affamato presumo!”

“Effettivamente...Che stai preparando di buono per me? Sento un profumino...” disse senza pensarci, seguendolo verso la cucina, lo stomaco che brontolava. Un attimo dopo arrossì per quello che aveva detto.

“Cucina Italiana” esclamò soddisfatto. “Ho preparato la pasta al ragù perché mi hai raccontato che l’avevi mangiata una volta con tuo padre e ti era piaciuta molto”

“Oddio! Sì. Era deliziosa. Grazie. Era da tanto che avrei voluto mangiarla ancora!!!” e gli vennero gli occhi lucidi per quella cosa dolcissima.

Dio! L’aveva mangiata un giorno insieme al suo papà, ma poi non si era più ripresentata un’occasione del genere.

Lui, il principe Jared, mangiava sempre da solo visto gli impegni dei genitori e quel pranzo speciale con il padre - l’unico normale - se lo custodiva nel cuore gelosamente.

Guardò Jensen negli occhi, uno sguardo che valeva più di mille parole. Quel ragazzo era...Dio!!, quanto avrebbe voluto mandare tutto e tutti al diavolo: il regno, i suoi obblighi, la sua dinastia e vivere con lui.

Jensen non resse quello sguardo. Non ce la fece. Era troppo davvero troppo. Doveva smettere di guardarlo.

Con una scusa si voltò e armeggiò con la pentola, le labbra strette, gli occhi chiusi, lo sguardo di Jared che lo trapassava fin dentro l’anima.

Ma non fu l’unico momento intenso tra i due.

Durante la cena fu un susseguirsi di sensazioni intense, viscerali, vive, tangibili, le mani che si sfioravano e poi venivano ritirate quando prendevano contemporaneamente la bottiglia d’acqua o il pane, sorrisi imbarazzati e accennati.

E poi chiacchiere e risate di cuore, tanto che a volte i due si ritrovavano con le teste vicine o le lacrime agli occhi, gli occhi comunque incatenati, le labbra tra i denti e sbiancate, una voglia irrefrenabile di assaggiarle.

Più di una volta indugiarono un po di più a fissarsi intensamente, più di una volta ringraziarono il forno che suonava o la moca del caffè che li faceva ritornare alla realtà, ma poi accadde.

Stavano ridendo all'ennesima battuta del biondo, quando avvenne quello che era giusto che accadesse.

Gli occhi incatenati, i cuori che battevano forte nel petto di entrambi, le risate che si spegnavano lasciando posto solo ai loro respiri affannosi, la distanza che si accorciava sempre più, una mano di Jensen che, titubante, si appoggiava alla guancia del moro accarezzandola in modo lento e ipnotico.

“Jensen...ti prego...fermati..”, ma la voce non gli uscì fuori.

Jared non riusciva a parlare, a muoversi da quella sedia, la mente sempre più spenta, il respiro caldo del biondo sul suo viso, gli occhi verdi puntati nei suoi, distanti ora un singolo respiro.

“Jensen...fermati...” di nuovo quella supplica gridata nella sua mente, supplica che venne zittita quando le lebbra del biondo si posarono sulle sue, gli occhi chiusi.

Jared spalancò gli occhi dalla sorpresa , dalla meravigliosa sensazione che sentiva dentro – quello, in fondo, era il suo primo bacio in quel senso! Il suo primo vero bacio. Quello che voleva ricevere e quello che voleva dare!! - ma poi...Beh!, si lasciò vincere da quello che provava fin dentro l’anima.

Chiuse gli occhi e schiuse la bocca rispondendo al bacio di Jensen che stava diventando sempre più languido e intimo, le teste inclinate nell'angolazione perfetta, le lingue che si incontrarono e unirono mischiando i sapori per la prima volta.

Dio! Aveva sognato tante volte di baciarlo...di sentire il suo sapore...le sue mani che lo accarezzavano come in quel momento... di poterlo anche amare. Si, lo desiderava e tanto!

Ma erano solo sogni e sogni dovevano rimanere, ma ora lo stava baciando ed era tutto vero....

Lo stava assaporando....lo stava vivendo in un modo tale che nella sua realtà non era possibile vivere...Non poteva viverlo in quel modo! Non poteva!

All’improvviso, la voce della madre rimbombò nella sua mente a quella consapevolezza, provocandogli comunque un dolore al petto. “Devi sposarti e dare un erede al regno! Che stai facendo Jared?”

Già? Che stava facendo?

Immediatamente spalancò gli occhi e si allontanò da Jensen, che lo guardava confuso e anche sconvolto per quella reazione esagerata.

“Jared...ma cosa?” disse alzandosi di colpo imitando il moro, che aveva gli occhi lucidi e le dita sulle labbra.

“Jensen....” il respiro affannoso, ”....non doveva accadere!”. C’era troppo in ballo! La corona. La dinastia. Tutto!

Quella frase fu una pugnalata per Jensen, come vedere il moro che si metteva una mano sulla testa. “Non doveva accadere!” ripeté, le sensazioni del bacio ancora vive in lui, il suo sapore sulle labbra, il cuore impazzito, il respiro affannoso.

Jensen si avvicinò al moro mettendogli le mani sulle spalle, serio, ora, gli occhi lucidi. “Perché non doveva accadere?” chiese solo, provando un sottile dolore.

Che avesse rovinato tutto? Impossibile.

Jared aveva risposto al bacio. Cavoli !!, se aveva risposto al suo bacio.

“Perchè....” trovò la forza di rispondere divincolandosi dalla presa del biondo in malo modo, ”....questa non è una favola.... è la realtà! E’ meglio che non ci vediamo più. Questa cosa ci è sfuggita di mano. Avevamo detto solo amici….solo amici...” cerco di convincersi e convincere l’altro e detto questo corse fuori dalla casa di Jensen, gli occhi lucidi, lasciando il maggiore senza parole e confuso.

Dio! Voleva scappare, voleva ritornare a palazzo, voleva...ma chi prendeva in giro? Voleva solo Jensen. Lo voleva con tutto se stesso, ma non poteva!

Stava per entrare in auto quando Jensen, uscito fuori di corsa anche lui, gli richiuse la portiera con  una mano e con l’altra lo fermò per un braccio facendolo voltare di scatto.

In questo modo Jared si ritrovò bloccato tra l’auto e il corpo caldo di Jensen, che lo stava guardando in un modo a cui difficilmente poteva reggere a lungo.

“Jared guardami” disse solo, gli occhi verdissimi.

“Lasciami andare...” fu la replica invece, sforzandosi di guardarlo.

“No...sei sconvolto. Non ti lascio andare in queste condizioni....”

“Jensen...per favore...io...”, il cuore impazzito, il profumo di Jensen che lo stordiva. Tentò di spingerlo via, ma non ci riuscì.

“E’ inutile che mi spingi via...non ti lascio andare! Anzi..” avvicinatosi un po’ di più al viso del moro”..ora tu mi ascolterai”

“Jensen....non...”, ma Jensen lo ignorò. Si leccò le labbra e parlò.

“C’è sempre stato qualcosa tra noi...fin da quella sera sulla balconata. Ero solo un cameriere eppure hai accettato un mio consiglio, hai permesso che mi avvicinassi a te quando potevi ignorarmi semplicemente. C’è qualcosa tra noi, Jared, ceto sociale a parte, qualcosa che stasera ha trovato la forza di palesarsi con quel bacio. Con il modo in cui ti sei fatto baciare e nel modo in cui mi hai corrisposto. Sei spaventato, lo capisco, c’è troppo in ballo, ma...” prendendogli il viso tra le mani,”...ma non puoi negare che hai sentito i fuochi d’artificio quando ci siamo baciati, che ti sei sentito vivo come mi sono sentito vivo io!”

“Jensen....” poteva specchiarsi negli occhi del biondo, ”...hai ragione!” ammise sconfitto. “....hai ragione su tutto, ma è complicato...è impossibile questa cosa che è nata tra noi...non posso!”

“O non vuoi?”

“Non posso cazzo! Non posso!” spingendolo finalmente lontano da lui anche se desiderava risentire il suo sapore.

“Te l’ho già detto: niente è impossibile se lo si vuole veramente. E tu mi vuoi per la miseria! Hai risposto al bacio, Jared! E lo hai fatto perché volevi baciarmi e non solo perché ti stavo baciando io. Ho sentito la tua mano sui miei fianchi, ho sentito il tuo respiro affannarsi insieme al mio. Ho sentito la tua lingua che cercava la mia. ” azzardò per provare al giovane principe quanto intenso fosse stato quell’unico bacio.

Voleva Jared. Voleva baciarlo di nuovo e provargli che tutto quello che gli stava dicendo e che stava cercando di fargli capire, era vero. Desiderava sentire di nuovo le sue labbra sulle sue, ma non poteva certo spingerlo contro l’auto e baciarlo così. O si?

Reprimette questo desidero avvicinandosi al più piccolo con cautela. Jared ora aveva le guance rigate dalle lacrime. La mente e il cuore in lotta perché la verità gli si era palesata davanti come un flash di una foto.

Ma a Jensen gli si spezzò il cuore. Non poteva vederlo così.

“Jared....scusami....non dovevo parlarti così..non dovevo...è che tu sei il ragazzo più fantastico che io abbia mai conosciuto...” a quelle parole il moro puntò i suoi occhi in quelli del biondo, colpito dalla dolcezza con cui furono pronunciate. Un ragazzo…..questo era per Jensen, un ragazzo. Niente altro. Non un principe, non un nobile, non un modo per sistemarsi a vita. Solo un ragazzo.

”Sei dolce, sensibile, sei... Dio! Sei così tante cose tutte insieme... io non ho mai conosciuto nessuno come te. Brilli di luce tua, sei il classico diamante in mezzo ad inutili pezzi di vetro!” gli occhi lucidi, il cuore impazzito.

“Un diamante ...tra...” balbettò appena. Dio!!, che parole meravigliose e bellissime.

Sentì un calore nel petto, una meravigliosa sensazione di calma e pace. Stava così bene...
perché rinunciare a tutto questo? Perché?

Anche suo padre gli diceva che non doveva accontentarsi. La corona era importante, sì, ma lui doveva essere felice e con Jensen era felice. Dio, se lo era!

“Si , Jared....lo sei...lo sei” ripeté Jensen mettendo le mani ai lati del viso del moro. ” E mi piaci. Dio sa quanto mi piaci” disse a pochi centimetri dal suo viso arrossato, lo sguardo intenso. Troppo intenso.

“Jensen......mi pi...” ma il biondo lo interruppe ancora.

“Fammi finire.....” sospirò, ignaro di quello che aveva deciso il moro, e mordendosi le labbra, riprese a parlare.

“Ho provato ad esserti solo amico, ad ascoltare senza farmi coinvolgere troppo. Ho provato a vederti come uno qualsiasi dei miei amici, ma ho fallito miseramente, Jared. Meriti la felicità ...la felicità... e io so che a palazzo non sei felice...lo sento...come sento che...” ma stavolta fu lui a essere interrotto.

“Zitto Ackles!” s’impose sul biondo, decisamente spiazzato da quel cambio repentino di Jared. Quell’ordine quasi regale.

“Ok!...va bene” rispose mesto, meravigliandosi un attimo dopo di quello che accadde: Jared che gli prendeva il viso tra le mani, gli occhi fissi nei suoi, lucidi di stupore e meraviglia, il cuore che scoppiava dalla felicità.

“Una volta mi hai chiesto cosa desiderassi, ma io non ti ho risposto...beh!” la voce un pò più roca del solito “...lascia che ti risponda ora...” la distanza che si accorciava, la mente annebbiata, le labbra posate in quello che fu un bacio casto, ma passionale, le lingue che si fusero insieme, tanto che gemettero nel bacio stesso, una scarica elettrica lungo tutto la schiena.

Solo il bisogno d’aria li fece staccare, fronte contro fronte, occhi negli occhi.

“Jared...” disse trasognante. Era un sogno? No, era la realtà! Una meravigliosa realtà.

“Jensen....” le mani che gli accarezzavano le guance ”.....ho sognato così tante volte di baciarti...ho immaginato tante volte il tuo sapore...ma mi sono sempre trattenuto...ma ora basta....voglio viverti!”

“Oddio...anch’io...anch’io...piccolo!” sussurrò abbracciandolo un attimo dopo, mentre Jared, colpito da quel nomignolo dolcissimo, gli avvolgeva le braccia lungo la schiena, i cuori che martellavano nel petto all'unisono.

Un attimo dopo i due amanti, ripresero a baciarsi appassionatamente prima lì fuori, sotto le stelle e la luna e poi in casa, sul divano, avvolti da quella magia che inconsciamente le loro anime e i loro cuori sapevano essere amore e come diceva Re John : “l'amore è qualcosa di meraviglioso e che se lo si trova non lo si deve mai lasciare andare! “
E Jared, come Jensen, non avevano alcuna intenzione di lasciarlo andare.





Note autrice
Grazie Lilyy per avermi segnalato gli errori di battitura che non avevo notato ^^
  
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