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Autore: Sweetserialkiller    09/11/2019    1 recensioni
Tre paia di occhi vennero puntati su di loro, e Amy rimase di stucco nel constatare che il terzo paio di occhi apparteneva al ragazzo di cui, anni prima, aveva tanto pianto la morte.
Le sue gambe si mossero da sole, e in poco meno di un secondo si ritrovò con le gambe attorno al busto dei giovane.
< Oh mio dio… tu sei…>
< Vivo e vegeto> la interruppe lui, tenendole le mani sotto le cosce per sorreggerla.
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< Appena tornati al quartier generale chiederò di cambiare partner>
Queste parole colpirono profondamente la ragazza.
< E per quale motivo, di grazia?> chiese accennando un falso sorriso.
< Perchè non sei professionale> ringhiò frustrato lui.
Lei sgranò gli occhi allibita.
< Io non sarei professonale? Chiedo scusa, ma non sono io quella che deve dimostrare qualcosa a se stessa solo perchè ho dei conflitti interiori>
< Hai iniziato tu però, come vuoi metterla ora?>
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Matt, Mello, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< Quindi ci stai dicendo che l’obbiettivo del nuovo Kira è L? >

La voce di un incredulo e alquanto agitato Matt le arrivò alle orecchie rendendo la faccenda ancora più vera.

Mello invece se ne stava seduto sulla poltrona in religioso silenzio, mentre mangiava voracemente la sua cioccolata.

< E non solo. Quella psicopatica ha intenzione di riportare alla luce il regime dittatoriale del suo predecessore > disse sconvolta, alzandosi per tentare di darsi una calmata.

< Questo mi sembra abbastanza scontato pel di carota, qualunque persona, indipendentemente dai motivi, se decide di identificarsi in Kira ha sicuramente intenzione di portare avanti l’operato e gli ideali di Yagami >

Il suo solito tono saccente, accentuato da una nota di rabbia, non l’aiutarono per nulla a calmarsi.

< Ascoltami Mello potresti evitare di essere così stronzo almeno per il momento, te lo chiedo per favore. Sono sconvolta, ho appena scoperto che il peggior killer di tutti i tempi ha come obbiettivo distruggere una delle persone a cui tengo più al mondo. Quindi dannazione smettila di essere così arcigno nei miei confronti e cerca di capirmi, che diavolo ti ho fatto di male? >

Con le lacrime agli occhi si diresse verso la camera, lasciando i due ragazzi a guardarla. Uno con sguardo colpevole e l’altro con tristezza e rassegnazione negli occhi.

Quest’ultimo emise un rumoroso sospiro fissando l’amico che non accennava a togliere lo sguardo dal punto in cui era scomparsa la ragazza.

< Tu chi credi possa essere il nuovo Kira? > chiese Matt accendendosi una sigaretta e poggiandosi allo schienale.

< Non ne ho idea se devo essere sincero, da come ce lo ha descritto la pel- Amy > si corresse dopo aver ricevuto un’occhiataccia < Doveva essere qualcuno parecchio legato a Yagami a giudicare dal racconto e …dannazione Matt non fumare qui dentro >

Quest’ultimo, però, parve non sentirlo, perso nei suoi pensieri.

Togliendo la sigaretta dalle labbra il gamer si alzò, dirigendosi verso la porta.

< E adesso dove diavolo vai? > chiese scocciato l’altro lasciandosi scivolare sulla poltrona.

< Devo fare una cosa, credo che tornerò tardi o forse direttamente domani >

Mello scosse la testa. Aveva capito, non era un idiota, per quanto Matt fosse bravo a nascondere bene le cose.

< Matt so cosa stai facendo, e non ti giudico, ma sappi che non approvo la tua scelta > disse scartandosi una barretta di cioccolata.

< Per favore non dirlo ad Amy >

< Sono stronzo, ma non fino a questo punto > lo rassicurò < Perciò il tuo segreto è al sicuro >

Il ragazzo annuì, uscendo poi dalla porta con una strana espressione in viso.

Il biondo, rimasto solo, tentò di rilassarsi chiudendo gli occhi, e si disse che magari la soluzione migliore era pensare ad un modo per capire chi potesse essere il nuovo Kira. Ma l’unica cosa a cui riusciva a pensare era la ragazza che stava nella camera a fianco.

Si alzò controvoglia, passandosi una mano tra i capelli ed emettendo un verso di frustrazione, mentre si dirigeva verso la porta massaggiandosi le tempie temendo quello che stava per fare.

Bussò, senza ricevere risposta alcuna, perciò decise di entrare.

La stanza che la rossa condivideva con Matt era leggermente più grande della sua, nonostante sembrasse quasi più piccola a causa di tutte le cianfrusaglie che i due avevano sparso per la camera.

Storse il naso infastidito da quella baraonda, ma si ricompose non appena vide la ragazza placidamente addormentata sul letto.

Si avvicinò cautamente, temendo una reazione brusca da parte sua se avesse provato a svegliarla, e sedendosi sul bordo portò una mano ad accarezzare il viso della giovane.

< Dannazione pel di carota… io non ho niente contro di te, nonostante tu sia stronza, cocciuta ed estremamente irritante potrei addirittura azzardarmi a dire che inizi a piacermi un pochino >

Continuò a far scendere la mano in una lenta carezza che andò a fermarsi appena sopra la clavicola, poiché un’altra andò a fermare la sua.
< Che stai facendo? >

La voce roca di Amy lo riportò alla realtà.

Cercando di reprimere l’imbarazzo per essere stato colto in flagrante si alzò in piedi, guardandola mentre si metteva seduta poggiando la schiena contro lo schienale del letto.

< Controllavo se fossi ancora viva, sai ho bussato ma non mi hai degnato di risposta >

< Magari non volevo parlarti, non ci hai pensato? Eppure dovresti essere un genio > attaccò lei, incapace di reprimere la rabbia che aveva dentro di se.

< Avanti non fare la bambina, accetta una dannata critica e falla finita > continuò imperterrito, nonostante i chiari segnali che la ragazza gli stava lanciando.

Difatti, quest’ultima si alzò infuriata arrivando ad un passo da lui.

 < Ascoltami bene primadonna dei miei stivali, io so accettare benissimo le critiche. Ciò che non accetto è il fatto che tu ti accanisca su di me come se fossi il peggiore dei tuoi mali. Quindi dimmelo, per favore dimmelo, che hai contro di me? > urlò ormai stanca della situazione.

Mello, per orgoglio o quant’altro, decise di avvalersi della facoltà di non rispondere, e imboccando la porta se ne andò, lasciandola nei suoi dubbi.

Si ristese sul letto ancora più confusa. Quel ragazzo la stava facendo lentamente impazzire, e la cosa non andava affatto bene. La sua priorità adesso era il caso, e tale doveva rimanere. Ma capiva anche bene che, forse, il fatto di non aver mai avuto un’adolescenza degna di tale nome ora le si stava ritorcendo contro, facendola sentire una ragazzina in piena crisi.

Dopo aver passato cinque minuti buoni a fissare il soffitto, decise che doveva svagarsi un po' prima di riprendere ad indagare. Con la mente lucida avrebbe sicuramente fatto progressi.

Si vestì velocemente, raggiungendo poi la porta sotto lo sguardo vigile di Mello.

< Dove credi di andare? > la fermò prima che potesse uscire.

< Tranquillo non ho intenzione di scappare di nuovo, ne di rubare la tua moto. Quindi puoi pure stare qui tranquillo, ad ammazzarti di cioccolata mentre ti crogioli nei tuoi pensieri, e magari nel mentre ti decidi una volta per tutte a darmi una risposta >

Con quell’ultimo commento lo lasciò definitivamente, chiudendosi la porta alle spalle.

Camminando per strada, con le mani nelle tasche della giacca, guardava incantata le vetrine dei negozi che iniziavano a mostrare le prime decorazioni.

Il quattro luglio era prossimo, ed Amy si ritrovò a pensare a come sarebbe stato avere di nuovo una famiglia con cui passarlo. Una madre dolce e amorevole ed un padre premuroso. Tutti radunati per celebrare l’indipendenza dell’America, i fuochi d’artificio e la gente che sfila per strada allegra e spensierata.

Le scese una lacrima solitaria che cacciò via in fretta.

Poi improvvisamente le venne un’idea, e con un radioso sorriso si diresse verso l’oggetto che aveva catturato la sua attenzione.



Intanto nell’appartamento Mello se ne stava sdraiato sul divano, tentando di concentrarsi sui dettagli del caso.

La porta si aprì di scatto, rivelando un esausto Matt che aveva solo intenzione di stendersi e dormire per le successive ventiquattro ore.

< Hey Matt posso…>

< Non ora Mels, voglio soltanto andare a riposarmi, ne parliamo domani > lo fermò bruscamente, dirigendosi verso la sua camera. O perlomeno, quella che pensava essere la sua camera.

< E che diavolo Matt, sei un cazzo di scansafatiche > urlò al ragazzo che ormai si era rifugiato tra il tepore delle coperte.

Frustrato e incazzato il biondo decise di stendersi anch’egli, nell’attesa che quella pazza squinternata dai capelli color carota facesse ritorno.

Circa tre ore dopo la rossa rientrò con un enorme scatolone e un sorriso a trentadue denti.

Poggiò a terra l’acquisto e si diresse allegra in camera.

Entrando si accorse dalla poca luce che filtrava dalle tapparelle che Matt stava beatamente dormendo. Così si avvicinò piano, cercando di non emettere alcun suono.
Lentamente si tolse jeans e t-shirt, infilandosi sotto il copriletto. Aveva voglia del suo ragazzo. Gli avrebbe illustrato la sua idea solo dopo avergli regalato un piacevole risveglio.

Coprendosi con le lenzuola, scese lentamente fino ad arrivare all’altezza del bacino del giovane, iniziando a tastarlo da sopra i pantaloni. Un momento! pantaloni? Matt non portava mai pantaloni quando dormiva. Per quanto fosse stranita non ci diede troppo peso. Con l’indice si agganciò all’orlo di questi ultimi tirandoli verso il basso.
Notando il principio di erezione che già sentiva sotto le labbra, lasciò leggeri baci sopra la stoffa dei boxer. Un leggero mugolio di apprezzamento le arrivò alle orecchie facendola sorridere.

Decise di provocarlo ancora un po', risalendo verso il torace e nel mentre allungando una mano alla ricerca di quella di lui. Dopo averla trovata se la portò lentamente al fondoschiena, stendendosi completamente sopra di lui, sentendosi stringere appena.

Con l’altra mano arrivò al suo volto, carezzandolo dolcemente.

< Avanti Mail svegliati, ho voglia di… > si arrestò di scatto quando sentì la pelle morbida ma grinzosa sotto i polpastrelli.

Si sbilanciò in avanti in fretta, accendendo la luce.

< Potresti togliermi le tue tette dalla faccia? > chiese il ragazzo sotto di lei con un tono tra l’eccitato e lo scocciato.

< Oh mio dio, tu… > urlò alzandosi velocemente, facendo leva sugli avanbracci per poterlo guardare negli occhi < Che diavolo ci fai qui? >

Il biondo le sorrise serafico.

< Il tuo amato mi ha rubato il letto, perciò io ho fatto lo stesso > disse andandole a sfiorare il viso.

< Pel di carota, capisco che tu abbia una voglia matta di infilarti nelle mie mutande, e credimi, dopo questo risveglio te lo lascerei fare più che volentieri, ma dovresti levarti di dosso così posso darmi una sistemata >

Alzandosi con il busto arrivò a pochi centimetri dal volto di lei.

< E comunque… >

Nascose il viso nell’incavo del suo collo e prese a lasciarle umidi baci sulla pelle candida, fino ad accostarsi all’orecchio.

< Mihael > sussurrò roco.

< Cosa? > riuscì a mormorare flebilmente, ancora scossa.

< Il mio vero nome è Mihael Keehl > disse guardandola ardentemente negli occhi.

< Perché me lo stai dicendo? >

Lui abbassò lo sguardo senza proferire parola, cercando di levarsela di dosso, ma lei strinse ancora di più la presa allacciandogli le braccia attorno al collo.

< Ho capito > sorrise maligna poggiando la fronte contro la sua < Prima ti ho chiamato con il vero nome di Matt… e ti sei ingelosito >

Adorava provocarlo, non se ne sarebbe mai stancata.

< Non dire cazzate, prima che io possa essere geloso di Matt credo che Kira farebbe in tempo a costituirsi > rispose a tono.

< Avanti ammettilo >

Salì con una mano dietro la sua nuca tirando appena i capelli, facendogli inclinare la testa all’indietro e strofinando la punta del naso sulla pelle ustionata, mentre con l’altra scendeva lentamente verso la zona pubica, andando a poggiare il palmo contro il rigonfiamento che non aveva nessuna intenzione di placarsi e strofinando leggermente.

< Cosa ottengo in cambio? > ansimò cercando di resistere a quella dolce tortura.

Non poteva farsi soggiogare da quella ragazza, c’era in gioco il suo orgoglio.

< Ammettilo e lo saprai >

Lo sentì emettere un verso di frustrazione.

< Cazzo, non posso credere di stare per farlo > mormorò tentando di darsi un contegno. E addio al suo tanto amato orgoglio.

Non avrebbe mai ammesso che lei riuscisse ad esercitare così tanto potere su di lui. Ma i fatti parlavano chiaro.

< D’accordo, mi ha fatto fottutamente ingelosire che tu mi abbia chiamato con il vero nome di Matt> sputò tutto d’un fiato, come se parlando più in fretta la rabbia e la vergogna per aver ceduto avrebbero sortito meno impatto.

Un ghigno comparve sulle labbra carnose della giovane.

< Mihael, Mihael, Mihael > continuò imperterrita a ripetere avvicinandosi alla sua bocca, mentre lui le stringeva saldamente le mani sui fianchi.

Il rumore di una porta che veniva aperta li allarmò, facendoli staccare di colpo. Dall’altra stanza uscì un intontito e ancora molto assonnato Matt, che avendo sentito dei rumori e successivamente resosi conto del ritorno della ragazza si era svegliato e ora si stava avviando a passo sicuro verso la propria stanza, non facendo caso all’assenza dell’altro coinquilino.

I due ragazzi all’interno si guardarono negli occhi allarmati. Amy si scostò dal corpo del biondo cercando una soluzione a quell’imminente casino.
Quando però sentì i passi farsi sempre più vicino, il panico iniziò a farsi strada in lei.

< Cazzo…>

 

   
 
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