"La sabbia tra le dita scivolava senza peso, sollevandosi in una nuvola scura. Sulla sua pelle diafana, sottile a tal punto da intravedere il palpitare delle vene, si potevano contare i granelli. Ad uno ad uno rotolavano, in tempesta, sulle invisibili asperità dell’epidermide, smaniosi di riunirsi ai miliardi di compagni da cui erano stati separati.
I flutti di correnti fredde agitavano verso l’alto la chioma di capelli bianchi, esili e imploranti non meno delle alghe che lo circondavano."